lunedì 4 giugno 2012

IL CANTO DELLA TRINITÀ: Tacere… Pregare… Amare!

A. Scarlatti  

La Santissima Trinita' (1/6)  






Non c'è cosa più bella che vivere nella luce nello splendore e nella grazia della SS. Trinità: meditiamo e impariamo con l'arte...


qui la musica 


Buona preghiera!

In più:
IL CANTO DELLA TRINITÀ
Tacere… Pregare… Amare!
Nel mistero beatificante della Santissima Trinità, c’è un “canto” che risuona da tutta l’Eternità: un canto che rende feconda la




“Comunione d’Amore” delle Tre Persone Divine, ed è un profondissimo arcano, incessante silenzio.
San Giovanni della Croce, in un celebre testo, dice:
“Il Padre ha detto una sola Parola, cioè il Suo Figlio e, in un silenzio eterno, continua a pronunciarla”.
Anche il Mistero dell’Incarnazione del Verbo si realizza nel silenzio:
“Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la Tua Parola Onnipotente discese dal Cielo sulla Terra” (Sapienza 18,14-15).

Penetrata da questo pensiero, la Beata Elisabetta della Trinità poteva esclamare:
“Che nell’Anima si faccia un profondo silenzio, eco di quello che si canta nella Trinità”.

Tutte le Anime che desiderano sinceramente entrare nell’intimità con Dio, sull’esempio del Maestro Divino Gesù, amano “appartarsi” dalla folla e cercano tempi di silenzio e momenti di solitudine per “stare soli con il Solo”.

Tutti i Santi hanno amato il silenzio e la solitudine, che poi rendono più attenti e sensibili alla Carità fraterna (basti l’esempio dei saggi Padri del Deserto).
Non si può aspirare all’unione con Dio e alla pienezza dell’amore senza la forza del silenzio esteriore e interiore.

Beata Madre Teresa di Calcutta diceva: “Abbiamo bisogno di silenzio per stare soli con Dio, per parlarGli, per ascoltarLo, per meditare profondamente nel nostro cuore le Sue parole.
Abbiamo bisogno di stare soli con Dio, nel silenzio, per essere rinnovati e trasformati.
Il silenzio ci permette di guardare alla vita con occhi nuovi.
Nel silenzio siamo colmati dell’energia di Dio stesso: energia che ci fa fare ogni cosa con gioia”.
E alle sue Suore raccomandava di praticare...
  • il silenzio degli occhi
  • il silenzio delle orecchie,
  • il silenzio della lingua,
  • il silenzio della mente,
  • il silenzio del cuore”.
Santa Teresa d’Avila, dopo anni di lotta, parla della sua totale Conversione quando, lasciando la dissipazione e la conversazione facile, s’immerse in un grande silenzio.
“Ormai non voglio più – le fece intendere Gesù – che tu conversi con gli uomini, ma solo con Me e con i miei Angeli”.

Quanto bisogno abbiamo di “riscoprire” la preziosità del silenzio!
In un Mondo, in cui siamo letteralmente bombardati da tanto chiasso, anche le Anime Consacrate si lasciano spesso travolgere dalla dissipazione (dispersione), dall’attivismo, dalla superficialità.
Facciamo davvero un po’ di “deserto” attorno a noi e colmiamolo di quel silenzio che ascolta, che crede, che adora.

Papa Paolo VI:
“Il silenzio non è mutismo, semplice assenza di voci o, peggio ancora, ripiegamento su noi stessi, bensì è “il cuore in ascolto”: “l’attività profonda dell’amore che ascolta”.
Il silenzio interiore e quello esteriore non ci isola mai dagli altri, anzi, ci rende più capaci ad ascoltare gli altri e dire, a suo tempo, la parola giusta.

A Suor Consolata Betrone, Clarissa Cappuccina, morta in Concetto di Santità (1903-1946), Gesù chiedeva una “triplice verginità”:
  • quella della mente… per combattere e allontanare ogni pensiero inutile;
  • quella della lingua… per parlare solo quando lo richiede la Carità o la necessità;
  • quella del cuore… per evitare ogni attaccamento, ogni preoccupazione e la mania di occuparsi degli affari altrui. (cfr. “Il Cuore di Gesù” – Edizione Vaticana – pag. 142 ss.).

A questa Suora è legata la giaculatoria:
“Gesù, Maria, Vi amo! Salvate Anime!”.
Gesù le chiedeva una mistica (spirituale) crocifissione di tutti i sensi, affinché vivesse in un atto d’amore incessante.
Nella vita comunitaria non mancano mai prove, difficoltà e incomprensioni.
La vita comune, infatti, è la massima mortificazione.
Vorrei illuminare queste riflessioni con una mia esperienza personale.
In una situazione che mi faceva soffrire, avevo tutta la voglia di risentirmi e giustificarmi, ma sentivo dentro di me una “voce” che mi diceva:

“Tacere… pregare… amare”.

Ho avuto la forza di assecondare la voce dello Spirito… ottenendo tanta pace e anche la soluzione di ogni problema.
Chiediamo alla Madonna, “Madre della fede” e “Donna del dolore e del silenzio”, che “custodiva tutto nel suo Cuore e lo andava meditando” (Lc. 2,19), la preziosa Grazia di un sommo raccoglimento…

San Giovanni della Croce:
“Il linguaggio che Dio ascolta è l’amore silenzioso”.

Solo così raggiungeremo la Santità, la pienezza dell’Amore.

Padre Reginaldo MARANESICappuccino
Convento di San Serafino
Ascoli Piceno
Deo gratias!


AVE MARIA! 
AMDG



BRUNO CORNACCHIOLA E LA VERGINE DELLE TRE FONTANE, Roma 1947 : ... A questo punto io non vedevo più né la cavità né ciò che vi stava dentro, ma fui invaso da un'insolita gioia".


"SONO COLEI CHE SONO 
NELLA TRINITA' DIVINA"

Le apparizioni de Le Tre Fontane 

Roma (1947)


IL VEGGENTE

Bruno Cornacchiola nasce a Roma il 9 maggio 1913. La sua famiglia, povera materialmente, è addirittura squallida nei valori spirituali. Sua madre, assillata dal lavoro fuori casa, non può dedicarsi alla loro educazione. Suo padre, quasi sempre ubriaco, lo picchia spesso, tanto che ad un certo momento decide di non rincasare più la sera e passa la notte in qualche grotta della periferia di Roma o nei locali presso la Scala Santa.
Bruno racconta di sé:
"Viaggiavo in ferrovia e non pagavo il biglietto perché mi nascondevo sotto i sedili delle carrozze quando passava il bigliettaio e se si presentava l'occasione rubavo, preoccupato soltanto di non farmi prendere dai carabinieri. ..".
A 23 anni si sposa con Iolanda Lo Gatto. Non vuole però ricevere il Sacramento del Matrimonio e solo per accontentare la futura moglie accondiscende a celebrarlo in sacrestia.

Durante la guerra civile in Spagna parte come volontario, attratto dal miraggio della buona remunerazione, e vi rimane tre anni. Fa amicizia con un soldato tedesco, protestante, che gli instilla l'odio per la Chiesa e il Papa. Finita la guerra di Spagna, prima di ritornare in patria entra in un'armeria a Toledo e compra un pugnale, sul cui manico scrive: "A morte il Papa".

Arrivato in patria, è preoccupato nella ricerca di un lavoro e per il problema religioso che lo sconvolge. In quei giorni stende il suo piano:
"Per salvare l'umanità dovrò uccidere i preti in qualunque luogo, cercherò in tutti i modi di distruggere la Chiesa cattolica e sarà mio dovere pugnalare il Papa".
Vuole convincere la moglie ad abbandonare la sua fede cattolica e spesso la picchia. Un giorno la moglie, esasperata, fa con lui uno strano patto:

"Bruno, tu vuoi che io entri con te a far parte della Chiesa protestante. .. Accetto, ma ad una condizione: ti devi confessare e ricevere la comunione nei primi nove venerdì del mese. Se alla fine di questa pia pratica vorrai ancora cambiare religione ti seguirò anch'io, se no continueremo insieme nella fede del nostro battesimo".
L'uomo acconsente e riceve per nove volte, ogni primo venerdì del mese, l'Eucaristia, ma non muta parere; così, fallita la prova, la moglie passa con lui al protestantesimo.

Ma Cristo lo attende al varco.

L'APPARIZIONE

Il 12 aprile 1947, sabato, decide di andare con i suoi figlioli al lido di Ostia, ma giunto alla stazione ostiense, il treno era già partito. 
Allora si dirige verso la località "Tre Fontane", nello spiazzo antistante l'abbazia dei Trappisti.

Si rivolge ai bambini:
- "Gianfranco, Carlo, Isola, voi potete giocare a palla, ma non allontanatevi troppo".
Essi partono immediatamente, sparendo e apparendo tra le piante con grida festose, mentre Bruno si siede su un muretto, ai margini del boschetto di eucalipti, per preparare uno scritto contro la Vergine Maria. Si è portato una Bibbia e dei fogli e subito getta su un foglio le prime battute: "La Madonna non è Vergine, non è Immacolata, non è Assunta in cielo...".

Frattanto i bambini lo chiamano:
- "Papà, abbiamo perduto la palla, vieni a cercarla con noi!" .
Egli si alza e incontrato Carlo, il più grandicello, si dispone con lui a ispezionare il terreno. Isola si sposta e raccoglie fiori. Gianfranco siede in disparte per sfogliare un giornalino. Cornacchiola racconta:
"Carlo ed io scendemmo nella scarpata verso via Laurentina per trovare la palla, ma non la vedemmo. Desiderando assicurarmi che il più piccolo non si fosse allontanato dal luogo assegnatogli, lo chiamavo per nome ed egli mi rispondeva. Ad un certo momento, però, non lo sentii più e pur avendo alzato la voce, non ebbi nessuna risposta. Preoccupato risalii, mi portai verso i cespugli vicino alla grotta dove l'avevo lasciato, ma non lo vidi. Perciò gridai ancora più forte:
- "Gianfranco, dove sei?" - Invano.
Sempre più preoccupato lo cercavo affannosamente tra i cespugli e le rocce e finalmente trovai il bambino inginocchiato all'ingresso di una grotta, a sinistra di chi la guarda. Teneva le mani giunte come se pregasse e guardava all'interno con viva attenzione, sorridendo e bisbigliando qualcosa. Mi avvicinai di più e udii distintamente tali parole:
- "Bella Signora!... Bella Signora!..." .
- "Che dici, Gianfranco, - chiesi - che cosa fai?" .
Credevo fosse un gioco di bambini, poiché nessuno in casa aveva insegnato a lui, non ancora battezzato, quell'atteggiamento di preghiera.
Allora chiamai:
- "Isola, vieni giù, spiegami tu qualcosa!" .
Mi obbedì e...
- "Cosa c'è là dentro? - domandai - Vedi niente tu?"
- "No papà" - risponde, e nello stesso tempo anch'essa cadde in ginocchio a destra del fratellino. I fiori le uscirono dalle mani, mentre lo sguardo era fisso all'interno della grotta. Anche lei sottovoce bisbigliava:
- "Bella Signora!... Bella Signora!..." .
Io, stizzito più che mai, mi chiedevo la motivazione del curioso modo di fare dei figli che, in ginocchio, guardavano incantati verso l'interno della grotta, ripetendo le stesse parole. Pensai di chiamare Carlo che stava ancora cercando la palla e...
- "Vieni anche tu qui - pregai - e spiegami che fanno i tuoi fratelli in quella curiosa posizione... Forse l'avete preparato voi questo gioco?" .
- "Ma cosa dici - egli osservò - di quale gioco parli?... Non lo conosco e non lo so fare!" .
Appena pronunciate simili parole anche lui cadde in ginocchio a destra di Isola, con le mani giunte e gli occhi fissi ad un punto che lo affascinava entro la grotta, ripetendo le stesse parole:
- "Bella Signora!...".
- "È troppo! - gridai - Anche tu mi prendi in giro!".
Non ne potevo più e con i nervi a pezzi:
- "Carlo, - imposi - via di qui".
E, poiché non si muoveva, cercai di alzarlo, ma non ci riuscii. Sembrava di piombo. Allora ebbi paura. Mi avvicinai trepidante alla bambina e:
- "Isola - la invitai - alzati e non fare come Carlo!".
Quella non rispose. Tentai di smuoverla ma non ci riuscii. Invaso dal terrore, nell'osservare le pupille dilatate dei figli estatici e il pallore dei loro volti, abbracciai il più piccolo e:
- "Su alzati. - dissi - È possibile che le mie braccia siano state private di tanta energia?".
A questo punto:
- "Ma che cosa succede qui? - esclamai - Ci sono forse delle streghe nella grotta oppure qualche diavolo?...".
Poi, istintivamente:
- "Chiunque tu sia, fossi anche un prete, vieni fuori!".
Entrai nell'antro, deciso di prendere a pugni lo strano essere, ma la grotta era vuota".
Cornacchiola esce allora in preda alla disperazione e, piangendo convulsamente, alza le braccia e gli occhi al cielo e grida:

- "Dio, salvaci tu!”.

"Quand'ecco - egli dice - emessa l'invocazione, vidi improvvisamente due candidissime mani che si muovevano verso di me e sentii che mi sfioravano la faccia. Ebbi la sensazione che mi si strappasse qualcosa dagli occhi. In quell'istante provai un certo dolore e rimasi nell'oscurità più profonda...

A questo punto io non vedevo più né la cavità né ciò che vi stava dentro, ma fui invaso da un'insolita gioia".

In quell'istante  Bruno è rapito dalla visione di una giovanile figura di donna, avvolta nello splendore di una luce d'oro, ferma e dolcemente statica. Bruno la fissa con trasporto, vinto dal fascino di tanta bellezza, attratto da quella luce che, pur intensissima, non offende la vista ma lo inonda di soavità sovrumana. La donna veste una tunica bianca e luminosa, stretta ai fianchi da una fascia rosa. Ha capelli neri, un tantino sporgenti dal velo verde-prato che la copre dalle spalle ai piedi. Da sotto la vesta escono i piedi nudi e verginali, fermi sopra un masso di tufo anch'esso circondato di luce. Nella mano destra regge, appoggiandolo al petto, un libro di colore grigio, su cui tiene pure l'altra mano. Soprattutto è affascinato dal volto di quella creatura, un volto in cui si fondono il candore innocente della puerizia, la vaghezza e la grazia della verginità, la gravità maestosa della sublime maternità. 

Continua il veggente:

"Vidi che la bella Signora lentamente muoveva la mano sinistra ed indicava qualcosa ai suoi piedi. Guardai e vidi a terra un drappo nero sostenente una croce spezzata".

Cornacchiola pensa che quel drappo nero, simile a una veste stracciata, e la croce spezzata, volessero alludere all'abito talare, con ogni altro segno di distinzione, da molti religiosi e sacerdoti ormai messo da parte.
"Il mio primo impulso fu quello di lanciare un grido, ma la voce mi moriva in gola".

L'Apparizione, quasi offrendo il libro che teneva in mano, con tono ineffabilmente dolce disse:

- "Sono Colei che sono nella Trinità Divina".  
- "Sono la VERGINE DELLA RIVELAZIONE”.
- "Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nell'ovile santo, corte celeste in terra. 
Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore, che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa prima di iniziare la via dell'errore, ti hanno salvato!".

Intanto un profumo misterioso e indefinibile inonda l'ambiente e sembra coprire la sporcizia del suolo, triste strascico di squallidi incontri.

Dopo essersi così presentata, la celestiale Signora tiene una prolungata allocuzione al figlio che sta per ritornare a Dio, parte della quale è rivolta a lui stesso e a tutti i fedeli, l'altra invece contiene un messaggio segreto per il Santo Padre. 

Poi continua:
- "Desidero darti una sicura prova della divina realtà che stai vivendo, perché tu possa escludere ogni altra motivazione del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale. E questo è il segno: Quando incontrerai un sacerdote nella chiesa o per via, avvicinalo e rivolgigli questa espressione: "Padre, le devo parlare!". Se costui ti risponderà: "Ave Maria, figliolo, cosa vuoi?" pregalo di fermarsi perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che il cuore ti dirà e obbediscilo, ti indicherà infatti un altro sacerdote con queste parole: "Quello fa per il tuo caso".

- "Ti recherai poi dal Santo Padre, il supremo pastore della cristianità e gli consegnerai personalmente il mio messaggio. Ti condurrà dal Papa qualcuno che io ti indicherò".

- "Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno, ma non lasciarti deprimere...".

Poi, con atteggiamento di materna benignità e serena mestizia, l'incantevole Signora gira su se stessa e si allontana.

Nel messaggio, la Madonna chiede con insistenza 
a tutti la preghiera 
ed invita alla recita del Rosario:

- "Si preghi assai e si reciti il Rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l'unità dei cristiani. 
Le Ave Maria che voi dite con fede e amore, sono tante frecce d'oro che raggiungono il Cuore di Gesù".

Ed ecco, quasi a premio di coloro che ascolteranno il suo materno messaggio, la Vergine promette celesti favori:

- "Con questa terra di peccato 
opererò potenti miracoli 
per la conversione degli increduli".

Nella sua bontà Ella vuole anche svelare il Figlio nei misteri della sua vita intima, legata alla Augusta Trinità:

- "Il mio corpo non poteva marcire e non marcì. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso".

Il 9 dicembre 1949 il Santo Padre Pio XII invitò i tranvieri di Roma, accompagnati da padre Rotondi, a recitare con lui il Rosario nella sua cappella privata. Lasciamone la descrizione a Cornacchiola:

"Tra i lavoratori c'ero anch'io; portavo con me il pugnale e la Bibbia sulla quale stava scritto: "Questa è la morte della Chiesa Cattolica, col Papa in testa". Volevo consegnare al Santo Padre il pugnale e la Bibbia.

Finito il Rosario il Papa disse:
- "Qualcuno di voi mi vuol parlare?".
Io mi inginocchiai e dissi:
- "Santità, sono io!".
Gli altri lavoratori fecero largo per il passaggio del Papa; egli si chinò verso di me, mi pose la mano sulla spalla, avvicinò il suo volto al mio e chiese:
- "Cosa c'è, figlio mio?".
- "Santità, qui c'è la Bibbia protestante che interpretavo erroneamente e con la quale ho ucciso molte anime".
Piangendo consegnai anche il pugnale sul quale stava scritto "Morte al Papa" e sussurrai:
- "Chiedo perdono di aver osato solo pensare a tanto. Avevo progettato di ucciderla con questo pugnale!".
Il Santo Padre prese quegli oggetti, mi guardò, sorrise e osservò:
- "Caro figlio, con ciò non avresti fatto altro che dare un nuovo martire alla Chiesa, ma a Cristo una vittoria dell'amore.."

Tratto da: "La Vergine della Rivelazione" (ediz. Roma)
Mons. Fausto Rossi




Catecismo para niños
AVE MARIA!
AMDG   

Le 7 Orazioni di Santa Brigida (da recitarsi per 12 anni)



"TANTUM VALET 
CELEBRATIO MISSAE,
QUANTUM VALET 
MORS CHRISTI IN CRUCE"
S. G. Crisostomo, Apud Discipul. Serm. 48.

domenica 3 giugno 2012

Preghiera per assicurarsi... "Orsù, dunque, Mamma pietosa e compassionevole Vergine Maria! Ti supplico per l’amabile Tuo Figlio, e per l’Apostolo cui Ti affidò dalla Croce, assistermi in ogni luogo e in ogni momento.


per mezzo del beatissimo Apostolo e custode Giovanni
l’assistenza di Maria SS. in ogni luogo e ora.

<<1. Salve, dolcissimo Apostolo San Giovanni. Salve, il più elevato di tutti gli Evangelisti. Salve, fedelissimo custode di Santa Maria, Madre di Gesù.

2. L’anima mia ti saluta con devota effusione. Ti rendo i miei omaggi dal più intimo del mio cuore, invocandoti con affettuose preghiere e sospiri.
3. O beatissimo Apostolo Giovanni! Quando Gesù fu condannato alla morte di croce e coperto di piaghe, lo seguisti con l’anima angustiata e il volto bagnato di lacrime, fin sul luogo della crocifissione.

4. E accompagnasti anche l’addoloratissima Madre sua, la Vergine Maria, insieme alla pietosa Maddalena, che per l’eccesso del dolore stava sul punto di tramortire.
5. La grandezza del tuo amore per il Figlio e il cordiale affetto che ti unì al dolore della Madre si manifestò nella fermezza e coraggio con cui rimanesti presso Gesù fino al momento in cui L’inchiodarono sulla croce, e presso la Vergine Madre fin quando la spada del dolore si infisse del tutto nel Suo Cuore Immacolato.

6. Perciò, Gesù, entrato in agonia, ti affidò in modo speciale Sua Madre.
7. Te L’affidò perché tu, che rimanesti vergine, custodissi la Vergine; ed altresì ti prendessi cura di Lei nelle sue necessità, e con premurose attenzioni di carità La servissi filialmente come propria madre.

8. O fedelissimo e castissimo custode della santissima Madre di Dio, la Vergine Maria! O, Tu, l’amico dello Sposo della Chiesa, il tesoriere dell’eterno Re!
9. Tu Giovanni, alla morte di Cristo, passasti a occupare il suo posto di figlio della Vergine; così a te fu affidata l’Arca di Dio che conteneva la manna celeste.
10. Ti venne affidato il compito di vigilare sulla luminosa Porta del cielo, per cui entrò il Re della Gloria, quando Egli stesso morendo sulla croce disse: “Ecco tua Madre!”.

11. O, quale tesoro!, la Madre tua e Madre di Dio, la Madre eccelsa, la Madre benedetta per tutta l’eternità, che ti fu affidata, consegnata, associata!
12. Oh! Chi mi darà poter tenere una tale Madre, e con Lei un tale custode!

13. Ad Essi voglio raccomandare con tutta sicurezza la mia povera anima, perché la ricevano sotto la loro protezione, e nell’ora tremenda di partire da questo mondo non mi terrorizzi quell’infernale nemico.

14. O clementissimo e buon Gesù, ricordaTi di me nella mia ultima ora!
15. E spegnendosi la mia voce corporale, venendo meno i miei sensi, mi venga in aiuto la pietosa orazione della Tua amatissima Madre, e mi circondino strettamente le leali attenzioni dell’Apostolo San Giovanni.

16. Orsù, dunque, Mamma pietosa e compassionevole Vergine Maria! Ti supplico per l’amabile Tuo Figlio, e per l’Apostolo cui Ti affidò dalla Croce, assistermi in ogni luogo e in ogni momento.
17. Però prego –in modo speciale- Te, che con San Giovanni e Maria Maddalena mai Ti separasti dal lato del moribondo Tuo Figlio Gesù, di non abbandonarmi nella mia ultima agonia.

18. O dolcissimo Apostolo San Giovanni, sollecito custode e amico sempre fedele, proteggimi con le armi della milizia celeste e col segno della Santa Croce!
19. Allontana dalla mia presenza il nemico del nome cristiano, e, al sopraggiungere del supremo istante della morte, liberami nel nome santissimo di Gesù!

20. Oh! i due begli ulivi che effondono somma pietà e misericordia! Devotissimamente mi raccomando alla Vostra intercessione e perpetua protezione, affinché, superati tutti gli ostacoli, mi accompagniate tutti insieme e felicemente nel beato Regno di Cristo Gesù. Amen.>>
(A. Kempis: De imitatione Mariae)

AVE MARIA!
AMDG

La Santísima Trinidad descendió con sus perfecciones ... La pureza tiene un valor tal, que en el seno de una mujer pudo encerrarse quien es Infinito



LA PUREZA TIENE UN VALOR TAL, 
QUE EN EL SENO DE UNA
MUJER PUDO ENCERRARSE 
QUIEN ES INFINITO, PORQUE ELLA
ERA DUEÑA DE UNA PUREZA ABSOLUTA


Dice Jesús:
"Hoy escribe esto solo. La pureza tiene un valor tal, que en el seno de una mujer pudo encerrarse quien es Infinito, porque Ella era dueña de una pureza absoluta de la que puede ser capaz un ser humano a quien Dios creó.


La Santísima Trinidad descendió con sus perfecciones, habitaron las Tres Personas, se encerró el Infinito en un pequeño espacio -no por esto se empequeñeció, porque el amor de la Virgen y el querer de Dios ensancharon este espacio hasta convertirlo en un cielo- se manifestó con sus características:


el Padre, creador, como si de nuevo crease como en el sexto día una creatura, y con ello tenía una "hija" verdadera, digna, hecha a su perfecta semejanza. La huella de Dios quedaba impresa tan nítida en María, que sólo la que estaba en el Primogénito del Padre la superaba. María puede ser llamada la Primogénita del Padre después de Cristo, por la perfección que le dio y que Ella supo conservar, por la dignidad de Esposa y Madre de Dios y Reina del cielo, ocupa el segundo lugar después del Hijo y es en Ella en quien el Pensamiento de Dios ha encontrado sus complacencias;


el Hijo, que también era su "Hijo", le enseñó por un misterio de la gracia, su verdad y sabiduría, cuando no era todavía más que un Granito que crecía en el seno;


el Espíritu Santo, apareció entre los hombres por una larga anticipación de Pentecostés cual Amor "en quien El amó", como Consuelo para los hombres por el Fruto que latía en el seno de Ella, como Santificación por la Maternidad que se verificó.

Maria , Madre dolcissima,
di grazia alma sorgente,
Deh! Tu assisti e libera
dall’infernal serpente.


A Te, di Vergin Figlio,
al Sommo Genitore
sia gloria in tutti i secoli
e all’Increato Amore. 
Amen.