giovedì 17 maggio 2012

Piccoli amici, datemi questo nome: "MADRE DI PUREZZA, GIGLIO DI PUREZZA SENZA MACCHIA" , "Nostra Signora dei Gigli, Madre dei prodigi..." - "O miei piccoli bambini, io vi benedico con tutto il mio Cuore, vi benedico col Cuore di Nostra Signora dei Gigli"

Baldomero Saenz 1906.jpg

O MARIA
MADRE DI PUREZZA
INTERCEDI PER NOI






GESU' GESU' GESU' / "AL NOME di GESU' s'inchini ogni creatura in Cielo in Terra e nell'inferno / NON E' DATO AGLI UOMINI in Terra altro NOME, che possa darci la salvezza"

MURILLO, Bartolomé Esteban - The Two Trinities.jpg


AMDG et BVM



Perché Maria ha vissuto a lungo dopo l'Ascensione di Gesù

VIRI GALILÆI
QVID ADMIRAMINI
ASPICIENTES IN CÆLVM
ALLELVJA
QVEMADMODVM VIDISTIS EVM
ASCENDENTEM IN CÆLVM
ITA VENIET
ALLELVJA
ALLELVJA ALLELVJA!!!
Ven Espíritu Santo, ven por medio de la poderosa intercesión del Corazón Inmaculado de María, tu amadísima Esposa



Perché Maria ha vissuto a lungo dopo l'Ascensione di Gesù


«Secondo la volontà divina, ho vissuto a lungo dopo l'Ascensione di mio Figlio, affinché le anime si convertissero a Dio, dopo aver visto la mia pazienza invincibile e la regolatezza dei miei costumi, ed affinché i miei apostoli e i miei eletti si rafforzassero. 

La naturale predisposizione del mio corpo era tale che mi permise di vivere duramente, in modo che la mia corona aumentasse, perché durante il tempo che ho vissuto dopo l'Ascensione di mio Figlio ho visitato i luoghi in cui egli ha sofferto o ha manifestato le sue meraviglie, tanto la sua Passione era impressa nel mio cuore.

I miei sensi erano astratti e lontani dalle cose del mondo, perché ero costantemente infiammata da nuovi desideri e vicendevolmente afflitta dai dolori; tuttavia, il mio dolore e la mia gioia erano così temprati che non omettevo nulla di quello che riguardava il servizio di Dio. 

Conversavo con gli esseri umani, ma partecipavo pochissimo a ciò che piaceva loro. La mia assunzione non era nota a molti e non era stata annunciata tramite Dio, che è mio Figlio; egli così ha voluto, affinché la fede nella sua Ascensione al cielo fosse maggiormente radicata e temprata nel cuore degli uomini». Rivelaz. di s. Brigida, Libro VI, 61


LAUDETUR  JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!

martedì 15 maggio 2012

PER VINCERE ConVincere



PER VINCERE 
ConVincere

Visitando 

si ha l'opportunità per un magnifico aggiornamento su problemi liturgici delle nostre comunità cattoliche.

AVE MARIA PURISSIMA!







lunedì 14 maggio 2012

L'abito (del prete) fa il monaco


L'abito (del prete) fa il monaco
Lettera aperta al patriarca

Sono uno dei tanti veneziani che il destino ha portato altrove...

Eminenza, sono uno dei tanti veneziani che il destino ha portato altrove, ma sempre legato alla città e al suo Patriarcato dove, giovanissimo, ho ricevuto l’istruzione religiosa tra i sodales del «Collegium Tarcisii», associazione un tempo voluta dal Suo lontano, venerato predecessore cardinal Pietro La Fontaine. E dove si sono succeduti, quali i presbteri, sacerdoti di grandissimo valore umano e religioso, quali monsignor Ugo Camozzo che sarà arcivescovo di Pisa e monsignor Giuseppe Olivotti che diverrà vescovo ausiliare del patriarca Angelo Roncalli. Monsignor Rino Vianello e monsignor Renato Volo, più tardi, ne raccoglieranno l’eredità. Collaborò all’opera educativa del Collegium anche monsignor Loris Capovilla che diverrà segretario particolare di Roncalli e seguirà poi il Patriarca di Venezia elevato al soglio di Pietro. Ho conosciuto personalmente in Venezia questi eminenti sacerdoti ma ho anche amato il semplice parroco di campagna che andava per le strade sterrate in bicicletta, con la retina sulla ruota posteriore per via della tonaca.
A quel tempo la gente per la strada vedeva una tonaca e vedeva un prete, spesso lo riveriva con rispetto anche se non conosciuto. Oggi è nota la carenza di vocazioni sacerdotali, tanto è vero che nelle nostre campagne un solo prete si deve talora occupare di più sedi parrocchiali, con notevole impegno professionale. Pochi dunque sono oggi i preti ma quello che rattrista noi fedeli è che non li riconosciamo più: vestono con polo o maglione, non sempre freschissimi, indossano jeans, e questo non è un bel vedere. E’ vero, alcuni portano una crocetta, ma questa non può essere un esclusivo segno di appartenenza all’ordine sacerdotale: croci e crocette d’oro o dorate, ciondolano anche dalle collane sulle scollature di attrici e soubrette, che confessionali non sono. L’immagine del prete tra la gente non è più una realtà. Oggi la talare viene indossata dal Papa e dai vescovi. Alternativa, tranne per il Pontefice, è il clergyman. Ma il semplice e pur sempre caro prete se ne va in giro in abiti borghesi.
Si può obiettare che la veste non fa il monaco, forse è vero ma: «conviene saper portare dappertutto e con grande dignità l’abito talare, immagine della tunica di Cristo» (Giovanni XXIII, 1959) e «…la semplicità di vita e l’abito ecclesiastico costituiscono segni evidenti del fatto che il sacerdote è un uomo "a parte" a servizio del Vangelo» (Giovanni Paolo II, 1999) e ancora «…anche nell’abito il sacerdote deve trarre forza profetica dalla sua appartenenza sacramentale…» (Benedetto XVI, 2010). Inoltre la Cei, nel 1966, stabiliva che in ogni circostanza (con dispensa in casi particolari) l’abito talare o il clergyman devono essere indossati dagli ecclesiastici «utpote sacerdotii signum». Vi è dunque un preciso richiamo «ad audiendum verbum» che il prete non può disattendere, anche perché ogni fedele lo vuole diverso dai comuni mortali, non solo nella santità della vita ma anche nell’umano apparire. Eppure non si hanno risposte. Eminenza, sarebbe edificante incontrare ancora per le strade di ogni diocesi un prete finalmente vestito da prete e con lui poter scambiare un saluto con la rituale e antica formula di fede: «Sia lodato Gesù Cristo» e «Sempre sia lodato». Così sia. Con rispettoso ossequio.
Tommaso Tommaseo
14 maggio 2012
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LAUDETUR  JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!