domenica 12 febbraio 2012

QUALE RESPONSABILITA' SI ASSUME IL VESCOVO E IL SACERDOTE INSISTENDO PERCHE' I FEDELI RICEVANO LA COMUNIONE SULLA MANO!!!!!



VIA LE MANI DALLA SANTA COMUNIONE!
NESSUN PAPA
NESSUN CONCILIO
HA MAI INTRODOTTO 
LA COMUNIONE SULLA MANO:

*

"Chiedo che sia deposta ogni attitudine non conforme alla comunione ecclesiale, alla disciplina della Chiesa ed alla obbedienza convinta dovuta ad importanti atti di magistero o di governo..."

Alonso Grosso 1964.jpg
Ci piace riportare questa lettera ferma e paterna 
di S.E. Rev.ma Mons. MARIO OLIVIERI. 


Motu proprio e altari: il Vescovo di Albenga-Imperia rimprovera duramente e con parole severe alcuni suoi sacerdoti.

S.E. Rev.ma Mons. MARIO OLIVERI , AI SACERDOTI AI DIACONI
Lettera sul Motu Proprio "Summorum Pontificum" del Papa Benedetto XVI
Sulla celebrazione della Santa Messa


Cari Sacerdoti e Diaconi,

è con molta amarezza d'animo che ho dovuto constatare che non pochi di Voi hanno assunto ed espresso una non giusta attitudine di mente e di cuore nei confronti della possibilità, data ai fedeli dal Motu Proprio "Summorum Pontificum" del Papa Benedetto XVI, di avere la celebrazione della Santa Messa "in forma straordinaria", secondo il Messale del beato Giovanni XXIII, promulgato nel 1962.

Nella "Tre Giorni del Clero" del settembre 2007, ho indicato con forza e chiarezza quale sia il valore ed il vero senso del Motu Proprio, come si debba interpretare e come si debba accogliere, con la mente cioè aperta al contenuto magisteriale del Documento e con la volontà pronta ad una convinta obbedienza. La presa di posizione del Vescovo non mancava della sua pacata autorevolezza, avvalorata dalla sua piena concordanza con un atto solenne del Sommo Pontefice. La presa di posizione del Vescovo era fondata dalla ragionevolezza del suo argomentare teologico sulla natura della Divina Liturgia, sulla immutabilità della sostanza nei suoi contenuti soprannaturali, ed era altresì fondata su rilievi di ordine pratico, concreto, di buon senso ecclesiale.

Le reazioni negative al Motu Proprio ed alle indicazioni teologiche e pratiche del Vescovo sono quasi sempre di carattere emotivo e dettate da superficiale ragionamento teologico, cioè da una visione "teologica" piuttosto povera e miope, che non parte e che non raggiunge la vera natura delle cose che riguardano la fede e l'operare sacramentale della Chiesa, che non si nutre della perenne Tradizione della Chiesa, che guarda invece ad aspetti marginali o per lo meno incompleti delle questioni. Non senza ragione, avevo, nella Tre Giorni citata, fatto precedere alle indicazioni operative ed ai principi guida di azione una esposizione dottrinale sulla "Immutabile Natura della Liturgia".

Ho saputo che in alcune zone, da parte di diversi Sacerdoti e Parroci, vi è stata anche la manifestazione quasi di irrisione verso fedeli che hanno chiesto di avvalersi della facoltà, anzi del diritto, di avere la celebrazione della Santa Messa in forma straordinaria; e pure espressione di disistima e quasi di ostilità nei confronti di Confratelli Sacerdoti ben disposti a comprendere ed assecondare le richieste di fedeli. Si è anche opposto un diniego, non molto sereno, pacato e ragionato (ma ben ragionato non poteva essere) di affiggere avviso della celebrazione della Santa Messa in "forma straordinaria" in determinata chiesa, a determinato orario.

Chiedo che sia deposta ogni attitudine non conforme alla comunione ecclesiale, alla disciplina della Chiesa ed alla obbedienza convinta dovuta ad importanti atti di magistero o di governo.

Sono convinto che questo mio richiamo sarà accolto in spirito di filiale rispetto ed obbedienza.

Sempre con riferimento agli interventi del Vescovo in quella 'Tre Giorni del Clero" del 2007, debbo ancora ritornare sulla doverosa applicazione delle indicazioni date dal Vescovo circa la buona disposizione che deve avere tutto ciò che riguarda lo spazio della chiesa che è giustamente chiamato "presbiterio". Le indicazioni "Circa il riordino dei presbiterii e la posizione dell'altare" sono poi state riportate nell'opuscolo "La Divina Liturgia", alle pagine 23-26.

Quelle indicazioni, a più di quattro anni di distanza, non sono state applicate ovunque e da tutti. Erano e sono indicazioni ragionevoli, fondate su buoni principi e criteri di ordine generale, liturgico ed ecclesiale. Ho dato tempo affinché di esse i Sacerdoti e soprattutto i Parroci ragionassero con i Consigli Parrocchiali Pastorali e per gli Affari Economici, e si tenesse anche opportuna catechesi liturgica ai fedeli. Chi avesse ritenuto le indicazioni non opportune o di difficile applicazione, avrebbe potuto facilmente trattarne con il Vescovo, con animo aperto ad una migliore comprensione delle ragioni che hanno spinto il Vescovo a darle, affinché fossero messe in pratica in modo il più omogeneo possibile in tutte le chiese della Diocesi . Esse non sono certamente contrarie alle norme ed anche allo "spirito" della riforma liturgica che si è attuata nel post-Concilio e partendo dal Concilio Vaticano II. Se qualcuno avesse avuto fondati dubbi avrebbe potuto esprimerli con sincerità e con apertura al sereno ragionamento, e con la volontà rivolta all'obbedienza, dopo che la mente avesse avuto maggiore illuminazione.

Stimo che ormai sia trascorso ampio tempo di attesa e di tolleranza, e quindi sia arrivato il momento dell'esecuzione di quelle indicazioni da parte di tutti, in modo da giungere alla prossima Pasqua con tutti i presbiterii riordinati, od almeno con lo studio di riordino decisamente avviato, là dove il riordino richieda qualche difficoltà di applicazione.

Va da sé che la non applicazione delle indicazioni, nel tempo che ho menzionato, non potrebbe che essere considerata come un'esplicita disobbedienza. Ma ho fiducia e speranza che ciò non avvenga.

Mi affligge non poco l'avervi dovuto scrivere questa Lettera, assicurandovi che la riterrò come non scritta, se essa avrà avuto buona accoglienza e positivo effetto.

Lo scritto porta con se tutto il mio desiderio che esso giovi ad un ravvivamento e ad un rafforzamento della nostra comunione ecclesiale e della nostra comune volontà di adempiere al nostro ministero con rinnovata fedeltà a Cristo ed alla sua Chiesa.

Vi chiedo infine molta preghiera per me e per il mio ministero apostolico, e di gran cuore Vi benedico.

Albenga, 1° gennaio 2012 Solennità della Madre di Dio.

Monsignor + Mario Oliveri, vescovo


Fonte (per testo e foto): sito ufficiale della Diocesi di Albenga-Imperia
***
Nostre personali considerazioni: "Bene Scripsisti de quibus, Mario"Quelle di Mons. Oliveri sono toni insolitamente duri per un Vescovo paterno e di altissimo profilo teologico e diplomatico -anche nel senso tecnico del termine, visto il cursus honorum di Oliveri- quel egli è.
Ma si vede che "
ogni limite ha una pazienza e anche i diplomatici si arrabbiano", per parafrasare il Principe della risata.
A detta di molti, Sua Eccellenza rarissimamente volte aveva usato parole così severe e mai aveva rimproverato esplicitamente, per di più in una lettera pubblica, i suoi sacerdoti , tacciandoli di miopia teologica e pastorale, di arrogante disobbedienza (a lui e al Santo Padre) e superficialità!
Per quel poco che noi, per diretta esperienza personale, abbiamo potuto sperimentare, possiamo assicurare che l'intransigenza del Vescovo e la sua severissima lettera di richiamo all'ordine sono tristemente giustificate ma necessarie. Figuriamoci quindi quanti altri e seri motivi a noi sconosciuti ha avuto Mons. Oliveri per arrivare a scrivere questa infuocata lettera!
Senza tema di essere smentiti, perchè più volte le abbiamo potuto personalmente riscontrare, possiamo confermare le pecche, colpite dalle bacchettate episcopali, di non pochi sacerdoti della Diocesi di Albenga-Imperia, in particolare di alcuni Vicariati Foranei (Oneglia,
in primis, salvo tre o quattro rare -e giovani- eccezioni) e addirittura del capitolo della stessa cattedrale di Porto Maurizio di Imperia, canonico prevosto compreso. (Accanto quindi a sacerdoti di eccellenza -ad. es. Cattedrale di Albenga, Vicariato di Porto Maurizio, a Laigueglia, ad Alassio- ci sono anche preti disobbedienti, per usare le parole del Vescovo).
Per quel che conta, noi non possiamo far altro che condividere la lettera di Mons. Oliveri, complimentarci con Sua Eccellenza per l'intransigenza, la coerenza e la forte determinazione e per il suo esplicito richiamo alla filiale obbedienza da parte del suo clero, e, soprattutto condividiamo i suoi intenti e le basi teologiche ed ecclesiologiche che ne stanno alla base.
Siamo certi che i sacerdoti fin ora arroganti o troppo spavaldi, memori dell'obbedienza promessa nelle mani del rispettivo Vescovo consacrante, mantengano i voti presi e, abbassando la cresta, obbediscano al loro Vescovo e al Papa, anche per scongiurare impliciti e conseguenti sanzione o provvedimenti canonici e non, nei loro confronti.
In questo modo, ce lo augiriamo, potranno dare il buon esempio ai Sacerdoti (e ai Vescovi!) delle due diocesi vicine: Ventimiglia-San Remo e Savona-Noli.
I nostri complimenti a Mons. Oliveri!!! Dio La benedica! Ad multos annos, Eccellenza!


Roberto

AVE MARIA!
Laudetur Iesus Christus!
Laudetur cum Maria! Semper laudentur

Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile

Perché Maria è il Paradiso
e il mondo di Dio 


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Non c'è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di fuori di Lui stesso e in Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel Paradiso stesso.


Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. 

Egli ha creato un mondo per l'uomo pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l'uomo beato, ed è il Paradiso;

ma ne ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i mortali qui in terra, e incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così separato e così nascosto nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e notte: "Santo, Santo, Santo!". 

(dal "Segreto di Maria" del Montfort)

AVE MARIA!
Laudetur Iesus Christus! 
Laudetur cum Maria! 
Semper laudentur

sabato 11 febbraio 2012

Magistrale Messaggio per la Quaresima 2012


Benedetto XVI invita alla correzione fraterna



Cari Amici, il Papa ci ha fatto dono di un magistrale Messaggio per la Quaresima che merita un particolare approfondimento nel nostro animo.
Lo Spirito Santo ha ispirato il Santo Padre di approfondire, finalmente dopo diversi lustri di timidi silenzi, di delicate pastorali del "volemose bene" o esclusivamente di preoccupazioni semi-materiali, il linguaggio celeste della Chiesa che ha sempre proposto la carità spirituale soprattutto nei confronti delle anime traviate ed in pericolo di dannazione .
Il Messaggio inizia, significativamente, con una serie di considerazioni sulla responsabilità che abbiamo verso i più deboli, i malati, i sofferenti, i poveri.
Dopo questo doveroso abbraccio all'umanità sofferente, per la quale il Verbo di Dio si è incarnato, il Papa dona ai credenti e a tutti gli uomini una vera lezione di Catechesi nella quale ritorna il richiamo alle opere di misericordia e fra le quali quella di "ammonire i peccatori"....
Egli ci chiama a riscoprire la"correzione fraterna" denunciando, paternamente, il disordine e l'incoerenza di taluni cristiani che invece di correggere il fratello che commette un peccato, si adegua alle mode dei tempi....
Ma leggiamo il passo direttamente dalle sue parole, il cuore stesso del Messaggio:


"Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo.

Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt 18,15). Il verbo usato per definire la correzione fraterna - elenchein - è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr Ef 5,11).
La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». E’ importante recuperare questa dimensione della carità cristiana.
Non bisogna tacere di fronte al male.
Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene.
Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello.
L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal 6,1). Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr 24,16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli (cfr 1 Gv 1,8). E’ un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi..."
( D.L.)

Ringraziamo la carissima ed infaticabile LDCaterina63 anche per il bellissimo Video su Gloria TV, ispirato al Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2012. Oremus pro Pontifice nostro Benedicto !


AVE MARIA!
Laudetur Iesus Christus!
Laudetur cum Maria! Semper laudentur


La Madonna di Lourdes ci chiede docilità, preghiera e sofferenza.





Beata_Vergine_Maria_di_Lourdes

Che cosa ci domanda oggi la nostra Mamma Immacolata?

Ci chiede docilità, preghiera e sofferenza.

Anzitutto dobbiamo essere più docili, perché Ella possa nutrirci, condurci e formarci. Così lo Spirito del Padre e del Figlio sarà attirato irresistibilmente a scendere su di noi come è sceso su di Lei. E si compirà in noi il disegno materno.

Ci chiede anche di pregare di più
ricordando fedelmente gli impegni per una regolare vita interiore: meditazione, visita eucaristica, liturgia delle ore, sacrificio della santa Messa vissuto interiormente, e la recita del santo Rosario che dal Cielo è venuta a domandarci. Ci ha insegnato a recitarlo bene facendo scorrere tra le sue dita i grani della corona, mentre si associava alla preghiera della sua piccola figlia Bernadette a cui appariva nella Grotta di Massabielle. 
Quando recitiamo il Rosario noi L'invitiamo a pregare con noi ed Ella veramente, ogni volta, si associa alla nostra preghiera. Così siamo i bimbi che pregano assieme alla Mamma Celeste, ed è per questo che la corona del Rosario diventa l'arma più potente da usare nella terribile battaglia che siamo chiamati a combattere contro Satana e il suo esercito del male.

E con la docilità e la preghiera, la Mamma Celeste ci chiede anche di offrire le nostre sofferenze sia interiori che esteriori: esse derivano dal nostro Avversario che si scatena contro di noi con rabbia e furore prevedendo il pochissimo tempo che gli rimane.

La Mamma Immacolata ci ripete di non temere. Con la consacrazione fatta e rinnovata al Suo Cuore Immacolato noi Le apparteniamo e Satana non ci toccherà. Nei momenti duri che non mancheranno avremo accanto a noi la nostra Mamma, che per questo con sollecitudine ci chiede solo docilità, preghiera e sofferenza.

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Preghiera alla Beata Vergine Maria di Lourdes 

Docili all'invito della tua voce materna, o Vergine Immacolata di Lourdes, accorriamo ai tuoi piedi presso la grotta, ove ti degnasti di apparire per indicare ai peccatori il cammino della preghiera e della penitenza e per dispensare ai sofferenti le grazie e i prodigi della tua sovrana bontà. 
O candida visione di Paradiso, allontana dalle menti le tenebre dell'errore con la luce della fede, solleva le anime affrante con il celeste profumo della speranza, ravviva gli aridi cuori con l'onda divina della carità. Fa' che amiamo e serviamo il tuo dolce Gesù, così da meritare la felicità eterna. Amen.


Laudetur Iesus Christus!
Laudetur cum Maria! Semper laudentur
AVE MARIA!