Per ricristianizzare l’Italia e il mondo di ora
<<I nemici sono nell’ombra. Non vinti, anzi più attivi che mai per vendicarsi e nuocere. (…)
Gridare: “Gesù, salvaci che noi periamo”, … può ottenere il miracolo una volta. Ma non si deve abusare della misericordia mia e attendere solo da Me soccorso, e nel momento che può esservi naufragio. Armate naviglio e naviganti mentre ne avete tempo e modo. Tornate ai metodi catacombali.
Uscite dalla nicchia nella pietra. Uscitene per umilmente, faticosamente, caritativamente operare. Se non lo farete non vi servirà nicchia elevata … a salvarvi, quando l’Anticristo, non combattuto con le armi di vittoria da voi e non vinto nel cuore di molti, soffierà il suo nemico vento … (…) … capitanando i traviati, gli illusi, gli ignoranti, coloro che vennero scristianizzati da demagogie… e inerzia, indifferenza, stolto sdegno, inutile orgoglio, viltà di un clero che non è più lucerna sul monte e sale atto a dar sapore agli animi. (…)
E se lasciate che sia levato Cristo dal cuore degli uomini, chi vi subentrerà? L’Anticristo. Ciò è legge. E guai a voi per questo.
La valanga, una volta che si è formata e mossa, nulla la trattiene nella sua corsa fatale. Solo una potenza che la penetra e disgrega in piccole parti ne rende nullo l’essersi formata e messa in moto per distruggere. Siate, voi Sacerdoti, la potenza che penetra e rompe la valanga che si è formata e che, se inizia la sua marcia, vi stritolerà. Siatelo, voi cattolici al servizio della Chiesa e in cooperazione del Sacerdozio. Ma non siatelo come sin qui.
Siatelo, lo ripeto, come al tempo catacombale. Allora i Sacerdoti, gli stessi Papi, vivevano fra il popolo. E non solo fra il popolo cristiano. Anche tra i pagani vivevano, mescolati ad essi, guadagnandosi il pane nelle diverse occupazioni manuali o civiche, coronate, la sera, dalla Frazione del Pane, dall’Adunanza tra i fedeli.
Erano nei palazzi imperiali, nelle dimore patrizie, come fra i tagliapietre, scaricatori, tessitori, lavandai, tintori, coltivatori del popolo minuto, o fra i medici e i pedagoghi. E quelli che per nascita e censo non avevano necessità di lavoro, andavano ogni giorno in umili vesti a compiere le opere di misericordia nei quartieri più poveri.
E tutti predicavano con la parola, e più ancora con l’esempio, la mia dottrina. Né già predicavano su un testo fisso, secondo le regole oratorie. Ma parlando semplicemente ad uno o più viandanti o compagni di lavoro, e tutto serviva a parlare di Me, insinuando dolcemente la conoscenza di Gesù Cristo e del Vangelo, con pazienza, con amore, con costanza.
Non li spaventava il disagio e non il pericolo. Persino nelle cavee [sotterranei] dei Circhi, persino nelle carceri e tribunali, ossia nei luoghi dove potevano essere sbranati, come agnelli da lupi, dalla folla inferocita, penetravano a portare la Parola, i Sacramenti, le benedizioni ai cristiani prossimi al martirio, e a conquistare spiriti pagani al Cristo.
Non facevano della demagogia politica. E soprattutto non la facevano in momenti delicati di malcontenti popolari o di imperatori. Facevano della vita cristiana. Questa sola. E vera. E trascinavano sulla loro via, ossia sulla mia via.
In verità si può dire, come la sposa del Cantico, che i pagani correvano dietro a Me attirati dal buon odore di Cristo che i miei discepoli: veri altri Cristi, lasciavano dietro di essi, passando fra la corruzione e l’errore per scacciarli ed instaurare il Cristo. Papi, Vescovi, preti, diaconi, suddiaconi, coadiuvati da cristiani, non consacrati, militi, matrone, senatori, operai, fanciulli, vergini, così cristianizzavano e cristianizzarono.
Per ricristianizzare l’Italia e il mondo di ora, dove vive e si afferma sempre più una dottrina che è peggiore delle false religioni pagane di allora e di quelle ancora più false di ora – perché è dottrina che fa dell’uomo un dio, abolendo ogni ossequio alla Divinità, sentita informemente ma sentita e venerata da pagani e idolatri di ogni tempo e luogo – bisogna vivere quella vita, la vera vita cristiana, così come si legge che era vissuta nei primi tempi cristiani. (Vedere gli Atti degli Apostoli 2, 42-47; 4, 32; 6, 2-7; e vedere anche 2 ai Corinti 11,27; 1 S.Pietro 4,7-9; 5, 2-3; S.Giuda Taddeo vv. 20-23, tanto per citare qualche punto. E leggete ancora gli atti dei martiri e santi…).
Prendete dunque nella milizia della Chiesa, nel Sacerdozio, in quel Sacerdozio che dovrebbe essere tutto santo, ossia eroico, disinteressato, umile, mortificato, puro, tutto pazienza e amore, onde impedire che la parola insidiosa dei nemici della Chiesa trovi conferma nel vostro modo di vivere e se ne scandalizzino i minimi del gregge e si separino dall’Ovile santo per seguire pastori infernali, prendete i più santi, volenterosi, eroici, disposti a tutte le rinunce, a tutti i sacrifici, e sinanche al martirio, e spargeteli, ignoti come gli elementi vitali che sono nell’aria – e l’occhio non li vede, ma se ne giovano le zolle, le piante, gli animali e l’uomo – spargeteli in questa terra d’Italia, a bonificare, poscia a colonizzare, ultimo a seminare a piene mani verità e giustizia.
A che cercate lontane terre di missione, se la vostra terra lo è? E’ detto: “Nessuno è profeta in patria”. In verità vi dico che voi lo siete meno di tutti. Pastori orbi siete, perché non vedete ciò che vi circonda e il modo per circoscrivere il male.
Vi sembrano piagati dalla gran ferita solo gli idolatri, i pagani, e persino coloro che sono cristiani ma non cattolici, e correte a loro cercando di guarirli e farli “vivi” innestandoli al Corpo mistico. Ma qui, nella vostra patria, non ci sono soltanto dei membri recisi, dei pagani, degli idolatri. Ci sono i senza-Dio, gli anticristi, i satana. Non meditate che se essi aumentassero ancora colpirebbero i nervi motori del gran Corpo Mistico coll’abbattere le gerarchie, per disorganizzare, gettare paura e scompiglio, provocando una paralisi lunga, pericolosa, della quale ne risentirebbero tutte le membra viventi nel Corpo Mistico, o che attendono da esso la vita?
Quanto ritardo alla redenzione dei pagani! E quante perdite fra i membri vivi, se ciò avvenisse! Io vedo …
Ho detto: bonificare, colonizzare, seminare. (…)
In verità molta parte di popolazione è simile a zona selvaggia. Cattiva, ma non sempre per tendenza d’animo. Odiatrice, ma non sempre per tendenza d’animo. Novanta volte su cento lo è per ignoranza. Cattiva perché non conosce la Verità. Odiatrice perché non conosce la Carità. Nemica perché non conosce la Chiesa.
E non dico “Chiesa” per dire ciò che essa appare, nei suoi ministri, a troppi e in troppi casi. Sarebbe meglio allora che molte volte non la conoscesse. Dico che non conosce la Chiesa così come Io l’ho fondata, animata dal mio spirito: l’amore, la fratellanza, la paternità.
Oh! Quella confessione dei pagani dei primi secoli, che non si ode più, o rarissimamente: “Vedete come si amano e come sono virtuosi! Vedete come ci amano!”. Per questa constatazione di ciò che erano il clero e i cristiani dei primi secoli il mondo di allora divenne cristiano. Per una constatazione opposta il mondo di ora ritorna pagano, ateo o insatanassato.
Prendete i più santi tra voi e spargeteli: lievito in masse di farina; spargeteli: verità fra la menzogna; spargeteli: luce nelle tenebre create ad arte dai servi di Satana per ordine del loro re; spargeteli: amore là dove l'odio impera.
In tempi di eccezione mezzi di eccezione. (…) non più consiglio ma comando. Molto vi è da innovare se volete salvare.
Non state ancorati, incrostati sulle consuetudini che si sono formate nei secoli, ma che non sono quelle che Io ho date ai miei Apostoli e discepoli, e che il Paraclito ha continuato a consigliare alla chiesa nascente per aiutarne lo sviluppo.
Il mondo si evolve. Non in bene. Ma si evolve. Non può la Chiesa stare statica, ma deve, non già adattarsi alla mala evoluzione del mondo, trasformarsi per essere atta a fronteggiare la mala evoluzione del mondo e porvi riparo. Solo nel dogma e nella dottrina deve rimanere immutabile. Nei mezzi di esercitare il suo ministero deve adeguarsi alle esigenze del tempo in cui si trova.
In tempi di turbamento e di azione anticristiana non è più sufficiente ciò che era sufficiente in tempi di fede, di pace, di riverenziale amore a Dio e alla sua Chiesa. Per questo Io dico a voi ciò che David disse a Akimelec: “I vasi dei miei servi sono puri; se il viaggio è profano, sarà santificato nei vasi” ossia: “Prendete dei miei servi santi, e anche se li irradierete in zone profane ciò che è sacro non sarà profanato, ma anzi verrà santificato ciò che verrà in contatto con ciò che è sacro, ossia col mio servo santo”.
L’essenziale è che il popolo torni a Me.
E’ inutile cantare che Cristo regni, in adunate saltuarie che possono essere giudicate provocatorie. Cantate con la vostra vita e le vostre opere questo regno di Cristo, instauratelo, con paziente opera di maestri d’amore e di medici spirituali, fra gli ignoranti, i folli, i malati di spirito. Così come Io lo fui.
Essere Sacerdoti non deve costituire una singolarità che dà onori e risparmia da ciò che è castigo dell’uomo: lavoro, fatica, povertà, fame. Io ebbi fame, ed ero Dio. Io ebbi fatica, povertà, lavoro, ed ero Dio. Io vissi nel pericolo, non lo schivai, ed ero Dio.
Prendete i più santi fra voi e spargeteli. E contemporaneamente, nel silenzio e nascondimento, una mistica armata li aiuti con le preghiera, la penitenza, il dolore: quella delle anime vittime: i Mosè sul monte mentre i Giosuè lottano al piano e vincono con la sola arma del Vangelo e di una vita veramente evngelica, lottano e vincono col e per il Vangelo. E fatelo senza indugio. Non sapete se lo potreste fare ancora fra qualche tempo.
Perché in questa terra di Martiri e Santi, dove è il cuore della Chiesa, non si fa ciò che in altre Nazioni già si fa, e con frutto, per amore di Dio e in difesa della Chiesa, della morale, della attività cristiana, che è sempre libertà e pace?
Volete tutto da Me? Volete tutto da Maria? Anche voi dovete volere il vostro bene e il bene del mondo tutto. Non vi facciano ebbri le temporanee vittorie. Preghino, soffrano ed offrano i Mosè sul monte per il Clero-missionario in Italia e per i cattolici coadiutori.
Lavorino i Sacerdoti missionari in patria propria, perché il Vangelo, la Chiesa, i Sacramenti siano antiveleno, vita, luce, verità diffusi là dove non vanno, a quelli che a voi non vengono, o, se vengono, non capiscono, a quelli che sono peccatori, e anche anticristi, perché “non sanno”.
Al giorno del giudizio Io, più che a costoro, a voi domanderò: “Perché mi avete lasciato perseguitare?”.
Perché in verità, permettere, per tiepidezza o paura o superbia, che l’ignoranza di Me e della mia Verità viva, e si radichi l’errore, è perseguitarmi. Né più né meno di chi lo fa senza malizia, o perché incitato a farlo, o perché incapace di reagire all’incitamento perché privo della capacità di distinguere la verità dalla menzogna, essendo privo della conoscenza della Verità, tenuto nella ignoranza dai servi di Satana per averne delle armate di schiavi, delle masse supine, deliranti di odio, ebbre di false illusioni, ingannate da astute menzogne, da usare contro Cristo e la Chiesa docente e militante.
Non permettete oltre che questo avvenga. Andate, scendete, spargetevi fra queste turbe che muoiono, spiritualmente, di fame, e sbriciolate loro il pane della Verità. La mia Parola è Verità e Vita. Andate. Insegnate. Amate.
Ho detto che istruire gli ignoranti, ammonire i peccatori, perdonare le offese, sono opere di misericordia. Fatelo dove più ve ne è bisogno, dove più c’è da faticare, e da vincersi e vincere.
Ognuno prenda la sua croce e la porti e la innalzi, dopo aver lavorato e sofferto, sulle nuove posizioni riconquistate al Cristo, così come fanno i soldati per la gloria della propria patria. Il sacerdote è soldato di Cristo e la gloria del mio Regno nel mondo deve essere il suo scopo supremo.
Innalzate il mio segno nel cuore degli uomini e Satana fuggirà da loro.
Questo e non altro vi salverà. Perché questo è arma spirituale e valida. Satana e i suoi servi sono vinti non dai partiti e dalle parole e atti umani, ma da ciò che è soprannaturale.
Fate ciò che Io vi dico ed Io sarò con voi.
Ma dirò con Paolo: “Badate di non resistere a Colui che parla, perché se non scamparono coloro che ricusarono di ascoltare chi parlava loro dalla Terra, molto meno scamperete voi se voltate le spalle a Chi parla dal Cielo”.
[…] Ciò che ho detto basta. E l’ho detto ora che gli avvenimenti e le meditazioni su ciò che poteva accadervi vi hanno fatti più inclini ad ascoltare un consiglio di sapenza e carità divine>>. 25 aprile 1948. Quadernetti, Maria Valtorta.
AMDG et BVM