giovedì 14 luglio 2011

"Ci amò e si donò". NON SALTIAMO ISAIA 53, come alcuni fratelli Ebrei




Beato Angelico, Crocifissione.

Isaia 53

[1] "Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe
stato manifestato il braccio del Signore? [2] È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una
radice in terra arida.
Non ha
apparenzabellezza
per
attirare i nostri sguardi,
non
splendore per provare in lui diletto. [3] Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si
copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. [4] Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è
addossato i nostri dolori
e noi lo
giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. [5] Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
Il
castigo che ci salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue
piaghe noi siamo stati guariti. [6] Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi
seguiva la sua strada;
il
Signore fece ricadere su di lui
l'
iniquità di noi tutti. [7] Maltrattato, si lasciò umiliare
e non
aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello,
come
pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non
aprì la sua bocca. [8] Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si
affligge per la sua sorte?
Sì, fu
eliminato dalla terra dei viventi,
per l'
iniquità del mio popolo fu percosso a morte. [9] Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il
ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse
commesso violenza
né vi
fosse inganno nella sua bocca. [10] Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando
offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si
compirà per mezzo suo la volontà del Signore. [11] Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si
sazierà della sua conoscenza;
il
giusto mio servo giustificherà molti,
egli si
addosserà la loro iniquità. [12] Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei
potenti egli farà bottino,
perché ha
consegnato se stesso alla morte
ed è
stato annoverato fra gli empi,
mentre egli
portava il peccato di molti
e
intercedeva per i peccatori." http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_PNZ.HTM


***

Il Getsemani sempre si perpetua nel mondo.
Entriamo con GESU' nel Getsemani per assaporare tutta
l'agonia di un Cuore che di più ha amato,
che di più si è donato, ed è oppresso da tutto il male,
l'odio e il peccato del mondo.

Solo così ci purificheremo e ci santificheremo
alla sorgente stessa.
Solo così diverremo sale prezioso per sanare
tanti cibi avvelenati.
Solo così potremo essere luce accesa
in mezzo alla densa notte di agonia
che avvolge la Chiesa e l'umanità.

Restiamo fedeli a Gesù e al suo Vangelo;
Siamo fedeli al Papa e alla Chiesa a Lui unita;
Siamo fedeli all'Eucaristia e alla preghiera,
VIVIAMO LA CONSACRAZIONE
ALL'IMMACOLATO CUORE DI MARIA.

Fratello/Sorella:
SE piangere una lacrima sulla Passione di Gesù
vale più di un anno a pane ed acqua,
ancor più vale rivedere la pellicola di Mel Gibson!


Pellicola completa: "La Passione"http://fr.gloria.tv/?media=63140






http://fr.gloria.tv/?media=34307


AMDG et BVM

mercoledì 13 luglio 2011

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi


08.07.11


La Mamma parla agli eletti



<<Figli cari e tanto amati, vivete nell’Amore di Dio questo tempo. Avete ben compreso il senso delle Mie Parole?
Mi dice la Mia piccola:
Le Tue Parole dicono che occorre vivere secondo la Volontà di Dio ogni giorno della nostra vita.

Questo vogliono dire le Tue Parole, Dolce Madre. Capisco che è molto difficile, in questo tempo di ribellione generale, vivere nell’Amore di Dio.

È assai difficile perché gli uomini sono tanto confusi che non sanno distinguere, in gran numero, la destra dalla sinistra ed alcuni, addirittura, chiamano il male Bene ed il Bene male.

Dolce Madre, Tu vedi tutto questo e provi un grande Dolore per ogni uomo che fa la scelta pessima di allontanarsi da Gesù.

Chiami, Tu chiami ogni figlio, ma spesso lo trovi lontano e freddo, lo trovi distratto ed immerso nelle cose terrene, attaccato alla terra come se non dovesse mai lasciarla.

Madre cara, Dolce Tesoro, noi vogliamo stare stretti a Te e cooperare a pieno per la salvezza delle anime, di tutte le anime e fare in modo che nessuna si perda.

Questo vogliamo fare, ma vediamo l’opera di un terribile nemico che è più che mai feroce ed arrogante e vuole distruggere ogni cosa bella che Dio ha creato.

Madre cara, Dolce Tesoro, intercedi per ogni figlio che è già stretto tra le spire del serpente infernale, con la forza di Dio

riesca a divincolarsi ed a sfuggire.

Figli amati, se non intercedessi ogni giorno già molti sarebbero persi, ma Mio Figlio ha concesso a loro ancora del tempo per il ravvedimento.

Figli amati, ancora Mi servono le vostre preghiere ed i vostri sacrifici per ottenere altre Grazie speciali, ho bisogno di tante vostre preghiere e sacrifici per ottenere le Grazie speciali di salvezza per le anime.
Mi dice la piccola Mia:

“Madre, faremo ciò che ci chiedi, capiamo che la strada dell’Umanità è giunta alla stretta finale ed occorre sbrigarsi, senza perdere un solo istante.

Occorre restare imploranti davanti a Gesù per ottenere la Sua Infinita Misericordia e lasciare ancora sospesa la Perfetta Giustizia.

Madre amata, non Ti stancare di ripetere le Tue Parole di sprone e Guida, vogliamo che la grande Festa, da Tuo Figlio preparata, sia per tutti gli uomini della terra e non solo per alcuni.”
Figli amati,
sapete che grande è il potere della preghiera, con essa potete smuovere le montagne.

Pregate, quindi, senza interruzione, pregate ed unite anche dei sacrifici spontanei oltre a quelli che la vita vi costringe afare.

Pregate, pregate sempre, Dio concede le Grazie più grandi a chi è in continua adorazione.

Figli amati, chiedete perché Dio concede, bussate perché Dio apre.

Vi chiedo di essere più che mai operosi ed attivi per ottenere la salvezza di più anime possibile.
Vi sono vicina e vi aiuto.

Insieme lodiamo l’Altissimo, ringraziamo, adoriamo senza interruzione. Vi amo tutti.
Ti amo angelo Mio.>>

                                                                                              Maria Santissima
8.7.2011


AMDG et BVM

13 luglio: giorno della Beata Vergine



Ave Maria, Rosa Mistica!

PREGHIERA A 

MARIA ROSA MISTICA

Venerata a Montichiari (BS)
Festa 13 luglio.


1.  Vergine Immacolata, Madre di Grazia, Rosa Mistica, ad onore del Tuo Divin Figlio, ci prostriamo davanti a Te per implorare da Dio misericordia; non per i nostri meriti, ma per la bontà del Tuo Cuore materno, chiediamo aiuti e grazie, sicuri che ci esaudirai!
Ave Maria…

2. Madre di Gesù, Regina del Santo Rosario, e Madre della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, chiediamo per il mondo riarso dalle discordie il dono dell’ unità e della pace e tutte quelle grazie che possono convertire il cuore di tanti tuoi figli!
Ave Maria…

3. Rosa Mistica, Regina degli Apostoli, fa fiorire attorno agli Altari  Eucaristici numerose vocazioni religiose e sacerdotali che, che con la santità della vita e lo zelo ardente per le anime, possano estendere il Regno del  Tuo Gesù in tutto il mondo. Ricolma pure noi dei tuoi favori celesti!
Salve Regina…
Rosa Mistica, Madre della Chiesa prega per noi.



*

PREGHIERA 
S. MARIA FRANCESCA 
DELLE PIAGHE DI GESU’


O Santa Maria Francesca delle Piaghe di Gesù, esempio luminoso di eroica penitenza, fiore olezzante di purezza angelica, sbocciato e vissuto nel popolare quartiere di Montecalvario, anima comprensiva e soccorritrice di ogni umana miseria spirituale e fisica, guarda a noi dal Cielo con occhio pietoso e presso il Trono di Dio ottieni la grazia che con viva fede, profonda speranza e ardente carità ti chiediamo, se essa non contrasta la salvezza dell’ anima nostra….(chiedere la grazia).
Ti promettiamo di trascorrere con viva riconoscenza, tutta una vita cristiana illuminata dal tuo esempio, e con l’aiuto di Gesù tuo supremo amore, ottienici la gloria del Paradiso. Amen.

3 Gloria al Padre...
Santa Maria Francesca delle piaghe di Gesù, prega per noi.



AMDG et BVM

lunedì 11 luglio 2011

"BIANCO PADRE"

11 luglio (calendario N.O.)
SAN BENEDETTO DA NORCIA
patrono dell'Europa Occidentale


"qui sibi nomen imposuit Benedictum XVI"
Auguri Santo Padre!
AMDG et BVM

domenica 10 luglio 2011

"E' NECESSARIO TORNARE AL CONFESSIONALE"

Commento del cardinale Piacenza al Sussidio della Congregazione per il Clero per Confessori e Direttori spirituali (Radio Vaticana)

A circa quattro mesi dalla sua pubblicazione, il cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero, fa il punto sul sussidio per Confessori e Direttori spirituali sul ministero della penitenza e della riconciliazione, nella prospettiva della santità cristiana. Il documento - inviato a tutte le Conferenze episcopali del mondo – offre orientamenti pratici: dal mondo di suscitare le disposizioni adatte nel penitente, all’esame di coscienza per i sacerdoti e per la confessione dei sacerdoti stessi. Roberto Piermarini ha chiesto al cardinale Piacenza quali sono gli scopi di questo documento: R. – Le rispondo prima di tutto con un’espressione di Sua Santità, quando ha parlato ai partecipanti al 21.mo Corso sul “foro interno”, organizzato dalla Penitenzieria Apostolica nel marzo scorso, quando disse: è necessario tornare al confessionale, come luogo nel quale celebrare il sacramento della riconciliazione, ma anche come luogo in cui abitare più spesso, perché il fedele possa trovare misericordia, consiglio, conforto, sentirsi amato e compreso da Dio e sperimentare la presenza della misericordia di Dio accanto alla presenza reale nell’Eucaristia. Mi pare che da queste parole del Santo Padre, con le quali si rivolgeva ai confessori, si evinca l’importanza e la conseguente urgenza apostolica di riscoprire il sacramento della riconciliazione sia da parte dei sacerdoti sia come penitenti - quindi usufruendone i sacerdoti stessi – e sia come generosi ministri di questo sacramento. Accanto alla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia la disponibilità ad ascoltare le confessioni, ad accogliere il penitente laddove richiesto, ad accompagnarlo spiritualmente in quella che chiamiamo la direzione spirituale, siano la reale misura della carità pastorale alla quale è chiamato il sacerdote.

D. – E’ opinione comune che ci sia stato un notevole calo della frequenza alle confessioni, rispetto alla frequenza alla santa comunione. Viene proposto qualche rimedio?

R. – Sì, intanto questo fatto è un fatto oggettivo, perché per esempio vediamo che, durante la santa Messa, la quasi totalità delle persone presenti si accosta alla comunione. Questo, da una parte, per me è motivo di grande gioia – è evidente – perché c’è la partecipazione piena, ma, dall’altra parte, è motivo anche di un po’ di preoccupazione, perché non c’è una folla altrettanto brulicante ai confessionali. E’ chiaro che non è che ad ogni comunione debba corrispondere una confessione, però chi si accosta con frequenza – fortunatamente – alla santa comunione dovrebbe accostarsi almeno con regolare frequenza alla confessione, anche se non la stessa frequenza, perché sappiamo che la necessità assoluta è davanti ai peccati gravi, però c’è tutta un’opacità nella vita di ogni giorno, ci sono delle renitenze alla generosità, quindi, non ci sono solo i peccati in senso tipico gravi, ma anche le imperfezioni, le sfumature. Noi siamo chiamati alla santità, ce lo ricorda molto bene il Concilio Vaticano II, parlando della vocazione universale alla santità di tutte le membra del corpo di Cristo, e, quindi, è chiaro che la confessione frequente costituisca comunque una grande spinta, un grande aiuto alla santificazione nel vivere la propria vocazione di sacerdoti, di religiosi, di padri, di mariti, di fidanzati, di ragazzi, di bimbi e così via. Credo, quindi, che bisognerebbe ragionare di più a volte anche sulla frase di San Paolo, per cui ci viene detto: “chi non mangia e non beve il corpo e il sangue di Cristo non avrà parte alla vita eterna, ma chi mangia e beve indegnamente il corpo e il sangue di Cristo mangia e beve la sua condanna”. Ci vuole, indubbiamente, un pochino di attenzione maggiore. Si aprirebbe qui un grande discorso sulla vita cristiana, sulla coerenza e così via. Il sussidio, però, richiamando tutto questo esorta poi, anche sul piano molto pratico, per esempio alla disponibilità del confessore. Laddove c’è un confessore disponibile, presto o tardi arriva un penitente e laddove persevera, persino in maniera ostinata qualche volta, nonostante la bassa frequenza, e la disponibilità del confessore continua, allora arriveranno anche i penitenti. Spesso accade in certe chiese, quando il confessore prende l’abitudine di essere nel confessionale - recitando magari lì il breviario, facendo la sua lettura spirituale, dicendo il suo rosario, facendo meditazione - che prima o poi arrivino i penitenti, dopo un mese, due, tre o un anno che la gente vede una presenza in un determinato orario. Allora c’è da tenere presente anche questa arte pastorale del farsi trovare: la riscoperta del sacramento della riconciliazione come penitenti e come ministri diventa la misura dell’autentica fede nell’agire salvifico di Dio, che si manifesta più efficacemente nella potenza della grazia che nelle umane energie organizzative di iniziative anche pastorali, talvolta anche molto buone, ma talvolta anche un pochino dimentiche dell’essenziale. Quindi, non dimentichiamo che il dinamismo pastorale nasce dalla tranquillità della coscienza pulita e da una vita eucaristica che va in tandem con quella penitenziale.

D. – C’è una relazione fra questo documento e la nuova evangelizzazione?

R. – Sì, indubbiamente c’è una relazione, anche perché la nuova evangelizzazione deve partire - non è uno slogan, è una realtà – dalla concretezza. Per noi la concretezza è proprio la vita sacramentale, è la vita di grazia. Si intende offrire con il presente sussidio, che è frutto ulteriore dell’anno sacerdotale, proprio uno strumento utile per quella formazione permanente del clero, che è indispensabile per avere un clero adeguato alla nuova evangelizzazione. E’ un aiuto alla riscoperta del valore imprescindibile della celebrazione del sacramento della riconciliazione e della direzione spirituale se si vuole rievangelizzare. Diciamo che la nuova evangelizzazione è il rinnovamento permanente della Chiesa. Diciamo giustamente, sull’onda della tradizione, che “Ecclesia semper reformanda”, deve riformarsi continuamente nelle sue membra. E la vera riforma della Chiesa non è fare una cosa nuova, un’altra e un’altra, può anche essere, ma l’essenziale della riforma è ripartire continuamente da persone che siano sempre più vicine al loro modello, che si purifichino continuamente, che traggano dinamica linfa vitale da reale santificazione. E quindi, il confessionale e la direzione spirituale sono mezzi certamente indispensabili ad un cammino veramente di riforma.

D. – Com’è strutturato questo sussidio?

R. – Il sussidio è diviso in alcune parti. Una prima parte è il ministero della penitenza e della riconciliazione nella prospettiva della santità cristiana. Quindi, c’è l’importanza attuale, c’è l’importanza di richiamare la grazia, c’è un invito urgente, c’è la missione di Cristo che opera nella Chiesa, l’aprirsi all’amore e alla riconciliazione, la testimonianza e la direzione dei pastori, l’esempio tipico del santo curato d’Ars e della sua dedizione al confessionale e il ministero di misericordia in genere. Ci sono poi delle linee fondamentali, come la natura del sacramento della penitenza e così via, alcuni orientamenti pratici – e questo è più ampio, perché la prima parte vuole soprattutto richiamare gli aspetti dottrinali – e poi ci sono gli orientamenti pratici nelle attuali circostanze; quindi, il modo di suscitare le disposizioni adatte nel penitente, le norme pratiche stabilite dalla Chiesa come espressione della sua carità pastorale, l’orientare nel cammino di santità, in sintonia con l’azione dello Spirito Santo, la disponibilità ministeriale, come fare l’accoglienza, perché sia paterna davvero, poi nuove situazioni e nuovo fervore che si richiede nei ministri sacri. C’è poi un esame di coscienza per i sacerdoti e per la confessione dei sacerdoti e questo credo sia abbastanza importante. E' stato strutturato in modo che le domande per esaminare la propria coscienza e accedere quindi fruttuosamente alla confessione siano tratte da inviti evangelici. Faccio un esempio. “Ho sete” Giovanni 19,28 e da qui l’esame di coscienza: ho pregato e mi sono sacrificato veramente con generosità per le anime che Dio mi ha affidato, compio i miei doveri pastorali, ho sollecitudine verso i defunti e così via? Prendendo tutto da “ho sete di anime”. Oppure “Ecco tuo figlio, ecco tua madre” e allora: ricorro con la preghiera del Rosario alla Vergine che il Signore mi ha affidato come Madre e alla quale mi ha affidato come figlio e così via? Quindi, dalle frasi dirette di Gesù nel Vangelo viene tratto un esame di coscienza che spero possa essere fruttuoso. Poi ci sono anche delle preghiere in fondo, per rendere per esempio sempre più cosciente il confessore di quello che sta facendo: di essere ministro di misericordia e quindi disporlo a ben accogliere il penitente. E allora ci sono alcune preghiere che si offrono da poter recitare eventualmente, quando si è chiamati al confessionale e poi quando si torna dal confessionale, quasi per accompagnare ancora con il proprio impegno personale di preghiera e di carità pastorale i penitenti che sono ricorsi all’azione del sacerdote.(ap)
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