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martedì 2 marzo 2021

"Al vincitore darò a mangiare dell’albero di vita..."

18 agosto 1943


   Dice Gesù:
   «Continuo a spiegarti i passi che credo opportuni.
   È detto: "Al vincitore darò a mangiare dell’albero di vita..." E si è applicato tal pensiero a Me.


   Sì, sono albero di vita eterna e mi do a voi per cibo nell’Eucarestia e la mia vista sarà cibo gaudioso dei vincitori nell’altra vita. Ma vi è un altro significato che molti ignorano appunto perché molti che mi commentano non sono "vincitori".


   Chi è vincitore? Cosa occorre per esserlo? Opere risuonanti di eroismo? No. Allora sarebbero troppo pochi coloro che vincono. Sono vincitori coloro che vincono in sé la Bestia che vorrebbe avere ragione di loro. In verità tra il martirio atroce ma breve, aiutato da coefficienti soprannaturali e naturali, e la lotta segreta, oscura e continua, è, sulle bilance di Dio, di maggior peso, o quanto meno di un peso di diversa razza, ma prezioso, quest’ultima1.


   Nessun tiranno è maggior tiranno della carne e del Demonio. E coloro che sanno vincere la carne e il Demonio e fare della carne uno spirito e del demonio un vinto, sono i "vincitori".


   Ma per esserlo bisogna essersi dati totalmente all’Amore. Totalmente: colui che ama con tutte le sue forze non riserba nulla per se stesso, e non serbando per se stesso non serba per la carne e per il demonio. Dà tutto al suo Dio e Dio dà tutto al suo amatore.
   Gli dà il suo Verbo. Ecco ciò che dà al vincitore da mangiare, sin da questa terra, né poteva dargli cosa più grande. Dà Me, Verbo del Padre, per esser cibo dello spirito consacrato al cielo.


   La mia Parola scende a nutrire le anime date tutte al loro Signore Iddio. Viene la mia Parola per esservi sacerdote e guida a voi che cercate la guida vera e che vedete tante deboli guide per le turbe che periscono senza guida vera. Voi che avete capito la Verità, sapete che questo solo è necessario: vivere della mia Parola, credere alla mia Parola, camminare secondo la mia Parola.


   Che te ne pare di uno che vuol vivere di dolciumi, liquori e fumo? Tu dici che colui morrà perché non è quello il cibo che necessita a viver sani. Lo stesso è di chi si affatica in mille esteriorità e non bada a quello che è nucleo di tutta la vita dell’anima: la mia Parola.
   Perché la Messa, perché l’Eucarestia, perché la Confessione non vi santificano come dovrebbe avvenire? Perché sono per voi dei pro-forma, non li rendete fecondi con l’attenzione alla mia Parola. Peggio: soffocate la mia Parola che Io lancio dall’alto del Cielo a richiamo e a luce vostra, sotto la tiepidezza, l’ipocrisia, la colpa, più o meno grave.


   Non mi amate: ecco tutto. Amare non vuol dire fare dentro per dentro2 una visita superficiale di mondana cortesia. Amare vuol dire vivere con l’anima unita fusa, accesa ad un unico fuoco che alimenta un’altra anima. Allora nella fusione avviene anche la comprensione.


   Io parlo, non più lontano, dall’alto dei cieli, ma prendo dimora - e con Me il Padre e lo Spirito, perché siamo una cosa sola - Io prendo dimora nel cuore che mi ama e la mia parola non è più sussurro, ma Voce piena, non è più isolata ma continua. Sono allora il "Maestro" vero. Sono Colui che 20 secoli or sono parlava alle turbe instancabilmente e che ora trova la sua delizia a parlare ai suoi prediletti che lo sanno ascoltare e di cui faccio i miei canali di grazia.


   Quanta Vita vi do! Vita vera, Vita santa, Vita eterna, Vita gaudiosa con la mia Parola che è Parola del Padre e Amore dello Spirito. Sì, che in verità Io do al "vincitore" da mangiare il frutto dell’albero di Vita. Ve lo do da questa terra con la mia spirituale dottrina che torno a portare fra gli uomini acciò non tutti gli uomini periscano. Ve la do nell’altra vita col mio essere fra voi in eterno.
   Io sono la Vita vera. Permanete in Me, miei diletti, e non conoscerete morte.»

 

   quest’ultima è nostra correzione da quest’ultimo

 2 dentro per dentro significa ogni tanto, di tanto in tanto 

AMDG et DVM