Basilica di San Giovanni in Laterano
Papale arcibasilica patriarcale maggiore arcipretale cattedrale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano | |
---|---|
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Religione | Chiesa cattolica di rito romano |
Titolare | Giovanni apostolo ed evangelista e Giovanni Battista |
Diocesi | Roma |
Consacrazione | 324 (o 318) |
Fondatore | Papa Milziade |
Architetto | Domenico Fontana[1] Giacomo della Porta[2] Francesco Borromini[3] Alessandro Galilei[4] Francesco Vespignani[5] |
Stile architettonico | Architettura paleocristiana, medievale, rinascimentale e barocca |
Inizio costruzione | IV secolo |
Completamento | 1735 |
Sito web | Sito ufficiale |
Coordinate: 41°53′09.26″N 12°30′22.16″E (Mappa)
La basilica di San Giovanni in Laterano o cattedrale di Roma, nome completo Papale arcibasilica maggiore cattedrale arcipretale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano[6] (in latino Archibasilica Sanctissimi Salvatoris et Sanctorum Ioannis Baptistae et Ioannis Evangelistae in Laterano) è la cattedrale della diocesi di Roma, attualmente retta da papa Francesco tramite il cardinale arciprete Angelo De Donatis.
È la prima delle quattro basiliche papali maggiori e la più antica e importante basilica d'Occidente[7]. Sita sul colle del Celio, la basilica è la rappresentazione materiale della Santa Sede, che ha qui la sua residenza.
La basilica e il vasto complesso circostante (comprendente il Palazzo Pontificio del Laterano, il Palazzo dei Canonici, il Pontificio Seminario Romano Maggiore e la Pontificia Università Lateranense) godono dei privilegi di extraterritorialità riconosciuti dalla Repubblica Italiana alla Santa Sede che pertanto ne ha la piena ed esclusiva giurisdizione.
La denominazione ufficiale è "Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano"[6]. Papa Silvestro I, nel IV secolo, la dedicò al Santissimo Salvatore; poi papa Sergio III, nel IX secolo, aggiunse la dedica a San Giovanni Battista; infine papa Lucio II, nel XII secolo, incluse anche San Giovanni Evangelista[6]. È detta "arcibasilica" perché è la più importante delle quattro basiliche papali maggiori[8]; più precisamente, ha il titolo onorifico di Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput, ovvero Madre e Capo di tutte le chiese nella città e nel mondo[9]. È detta infine "in Laterano", o "lateranense"; Lateranus era un cognomen della gens Claudia[10], e nella zona dove sorse la basilica si trovavano dei possedimenti (horti) di quella famiglia.
La leggenda aurea di Costantino e papa Silvestro |
---|
Una famosa e popolare Legenda Aurea narrata nel Trecento da Jacopo da Varagine racconta in un altro modo la storia della fondazione della basilica, intitolando la donazione costantiniana a papa Silvestro I. Pare che Costantino fosse stato colpito da lebbra, nel 313, ma si rifiutasse di sacrificare i bambini il cui sangue, secondo i medici, lo avrebbe guarito. Costantino avrebbe dunque sognato due sconosciuti di nome Pietro e Paolo, che lo esortarono a mandare a cercare un eremita di nome Silvestro, che con i suoi compagni si era sottratto alle persecuzioni anticristiane in una grotta del monte Soratte, il quale avrebbe saputo guarirlo. Costantino, che aveva scambiato i due santi per dei, mandò a chiamare Silvestro, che, arrivato, gli mostrò due ritratti degli apostoli Pietro e Paolo, nei quali l'imperatore riconobbe i suoi "dei" del sogno. Allora Silvestro impose all'imperatore di liberare i cristiani carcerati e digiunare una settimana, poi lo immerse nel fonte battesimale e l'imperatore ne uscì guarito. Costantino dedicò allora gli otto giorni successivi a produrre leggi sulla cristianizzazione di Roma e sull'istituzione della potestà dei vescovi e della Chiesa. Poi, l'ottavo giorno, dice la leggenda «l'imperatore andò alla chiesa di san Pietro, dove confessò piangendo le sue colpe. Prese poi il piccone e iniziò personalmente lo scavo per costruire la basilica e portò via sulle sue spalle dodici carichi di terra». |