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mercoledì 28 settembre 2022

Sinceramente, volevo incontrare un santo.

Torna in cielo don Gaetano Nicosia (3.IV.1915-6.XI.2017) angelo del lebbrosi


Don Gaetano Nicosia, morto all'età di 102 anni verrà certamente ricordato come un protagonista assoluto del mondo missionario del secolo passato e di un pezzetto di questo. Ricordato come l'angelo dei lebbrosi, portò loro la fede in modo tale che tutti si convertirono al cattolicesimo. Un ricordo personale.

Gaetano Nicosia

Durante i miei anni in Asia, a Macao e Hong Kong, avevo spesso sentito parlare di un anzianissimo missionario italiano, padre Gaetano Nicosia, già ai miei tempi infermo e bisognoso di cure, una grande figura della famiglia salesiana e della Chiesa Cattolica cinese. Questo missionario, morto il 6 novembre scorso alla bella età di 102 anni in Hong Kong, verrà certamente ricordato come un protagonista assoluto del mondo missionario del secolo passato e di un pezzetto di questo.

Nato in Sicilia, a San Giovanni La Punta nel 1915 (terra di un altro grande missionario che incrocerà la sua strada ancora proprio in Asia, il padre - ora Beato - Gabriele Maria Allegra), a 16 anni decide di farsi salesiano ed entra nel collegio di Gaeta. Nel 1935 arriva in Hong Kong e nel 1939 eccolo a Macao. Nel bell’articolo di Gianni Criveller su Mondo e Missione chiamato L’angelo dei lebbrosi (da cui attingiamo alcune informazioni biografiche) ci viene rivelato il legame che c’era fra quei salesiani e don Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI: “Tra di loro c’era anche don Luigi Montini, l’unico ad avere il coraggio di visitare il villaggio dei lebbrosi abbandonato da tutti. Era cugino di Giovanni Battista Montini (il futuro beato Paolo VI), allora uno dei principali funzionari della Santa Sede. Don Montini ottenne aiuti sostanziosi per edificare una scuola agricola nella remota isola di Coloane, per orfani e rifugiati dalla Cina. Sempre grazie all’aiuto del Papa venne aperto il Collegio don Bosco. Ai salesiani fu affidato anche il Yuet Wah College, fondato nel 1925 a Canton e trasferito a Macao con 300 studenti. Nicosia insegnava catechismo e viveva con i ragazzi. Nello stesso tempo studiò teologia e, il 25 marzo 1946, fu ordinato prete presso la bella chiesa di San Giuseppe, nel seminario diocesano di Macao”.

Già, la bella chiesa dedicata a San Giuseppe nel Seminario di Macao, che ha visto centinaia e centinaia di missionari prendere il largo per evangelizzare i popoli asiatici nel nome di Cristo. Volle andare come missionario in Cina, ma ci rimase solo un anno, espulso dai nuovi padroni comunisti. Tornato a Hong Kong si dedica al lavoro assegnatogli dalla sua comunità, ma sentiva un'ansia, voleva fare e dare qualcosa di più. Ma affidiamoci ancora alle parole del padre Criveller: “Per 11 anni fu assegnato alla scuola di San Luigi di Hong Kong. Ma sentiva una certa insoddisfazione. Sognava una missione con i più poveri e soprattutto con i lebbrosi. Il nuovo superiore era disposto a lasciarlo partire per un lebbrosario della lontana Colombia. Ma prima della partenza arrivò un’inaspettata richiesta: il vescovo di Macao Paulo José Tavares chiese ai salesiani di prendersi cura del lebbrosario di Ka Ho, nell’isola di Coloane. C’erano un centinaio di lebbrosi, in stato di abbandono. Nessuno, neppure i medici assegnati dal governo, osava recarsi nell’isolato villaggio, raggiungibile solo con una barca. Vi andò, entusiasta, Gaetano Nicosia, vivendovi per ben 48 ininterrotti anni, dal 1963 fino al 2011. Già nel 1970 i risultati erano ottimi: tra le 112 persone del villaggio, 40 vennero dimesse. Nicosia si dava da fare per trovare un lavoro e sostenere finanziariamente coloro che lasciavano il villaggio, spesso vittime di stigma sociale. La gente evitava persino i familiari degli ex lebbrosi, che di conseguenza venivano rifiutati anche dalle loro stesse famiglie. Alcuni preferirono perciò tornare al villaggio di Nicosia”.

Non solo, ma portò la fede in modo tale che tutti si convertirono al cattolicesimo. Questo perché il missionario non è colui che va in un’altra terra per "apprezzare la cultura locale", ma per portare Cristo, alla cui luce ogni cultura viene vivificata e rinnovata. A che serve un missionario se tutto va già bene così com’è? Ma oggi la parola “proselitismo” da fastidio, pur se l’invito di Gesù nel Vangelo è chiaro: andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Padre Nicosia questo ha fatto, per decenni e decenni.

Alcuni anni fa in Macao, con la scuola di Nostra Signora di Fatima in cui lavoravo, abbiamo realizzato un Musical sulla vicenda delle apparizioni di Fatima. Io ho composto la musica. Abbiamo pensato di fare un film di questo Musical e come location fu scelta proprio quella di questo ex villaggio per i lebbrosi, poi abbandonato. Ka Ho, questo il nome cinese del villaggio, mi faceva un poco tristezza. Ricordo di essere entrato in quelle casupole in cui c’erano ancora oggetti religiosi e resti dalla quotidianità. C’era ancora la bella Chiesa fatta edificare da un architetto italiano, Oseo Acconci, e con il grande crocifisso che svetta sulla facciata, dono dello scultore Francesco Messina. Ricordo che mi immaginavo in quegli spazi il beato Allegra, padre Nicosia, i tanti lebbrosi che con questi buoni religiosi avevano ritrovato una dignità che sembrava perduta.

Ho tentato di incontrare padre Nicosia in passato, ma non ci sono mai riuscito visto che era molto anziano e non riuscivo mai ad andare negli orari giusti. Ricordo la mia ultima visita al Cardinale Joseph Zen, che è suo confratello e molto legato al padre Nicosia; gli chiedevo a volte di poter visitare il missionario italiano oramai a riposo, ma accadeva che per un motivo o per l'altro questo non era mai possibile. Ma poi, perché volevo incontrarlo? Sinceramente, volevo incontrare un santo. Qualcuno l’ho incontrato in passato, persone che la Chiesa ha anche ufficialmente riconosciuto come modelli per la cristianità. Ma ci tenevo ad incontrare questo italiano che ci fa sentire orgogliosi della nostra patria e della nostra fede, un cattolico che non è arretrato di fronte ai drammi umani, ma li ha abbracciati mostrandoci come Dio, dall’oscurità più nera, sa far strabordare il chiarore più luminoso.

https://lanuovabq.it/it/pdf/torna-in-cielo-don-gaetano-nicosia-angelo-del-lebbrosi


AMDG et DVM

  • E13-11-2017

L'ANGELO DEI LEBBROSI

 

p. Gaetano Nicosia, l’angelo dei lebbrosi

di Gianni Criveller

Il sacerdote salesiano è morto il 6 novembre a Hong Kong, a 102 anni. Ha vissuto per 48 anni in un villaggio di Coloane con un centinaio di lebbrosi. Ad essi ha offerto cure, dignità e la fede cristiana. Amico di p. Allegra e di altri missionari, ha ispirato l’impegno per i lebbrosi in Cina. Una vita donata al Signore per i poveri.



Hong Kong (AsiaNews) - Padre Gaetano Nicosia, amatissimo missionario salesiano è morto lo scorso 6 novembre 2017 a Hong Kong. Aveva 102 anni. Nella tarda mattinata di quel giorno p. Gaetano, che era lucido, ha chiesto ad una Piccola Sorella dei Poveri, di cui era ospite, di cercare un sacerdote per l’unzione degli infermi. Aveva capito che era giunto la sua ora. I confratelli sono accorsi al suo capezzale e il cardinale Joseph Zen ha celebrato la santa Messa, permettendo a p. Gaetano di ricevere l’ultima eucarestia poco prima della morte. Egli verrà sepolto presso il cimitero di san Michele a Macao il 14 novembre, dopo i funerali celebrati in cattedrale.

Nicosia era conosciuto come l’angelo dei lebbrosi, e la sua storia sembra una pagina evangelica di altruismo, bontà e imitazione di Gesù. Chiunque lo incontrava, anche per pochi istanti, rimaneva colpito dalla sua bontà, gioia e sincero entusiasmo.

In un angolo remoto dell’isola di Coloane (Macau), esisteva un lebbrosario abbandonato da tutti. La disperazione era tale che alcuni, tra il centinaio di lebbrosi lì presenti, si uccidevano. Nell’agosto del 1963, il p. Gaetano Nicosia ha chiesto di trasferirsi proprio lì, trasformandolo in brevissimo tempo. Le case sono state ristrutturate, si è portata l’acqua potabile, la corrente elettrica e l’assistenza medica. E’ stata costruita anche una fattoria e officine per i vari mestieri. Il lavoro era retribuito. Il villaggio si è dato un Consiglio per le decisioni comuni. P. Gaetano viveva con loro, portando dignità, benessere e salute. E la fede cristiana. «Era un inferno - ha detto un lebbroso - ora è un paradiso; p. Gaetano è il nostro angelo”.

Nel 2012 e 2013, in vista di un libro e docufilm, ho intervistato a lungo p. Gaetano. Le citazioni che seguono si riferiscono a quella intervista. La sua storia mi ha commosso, e per questo desidero tributargli questo omaggio. Egli ha attraversato i drammi del ventesimo secolo, vivendoli da protagonista. Gaetano Nicosia era nato a San Giovanni La Punta (Catania), il 3 aprile 1915. Ha perso il padre, in guerra, quando aveva tre anni. «Mia mamma aveva 27 anni e non si risposò. Andava a Messa tutte le mattine e si dedicò a noi due piccoli». Il fratello Salvatore è morto pochi mesi fa all’età di 105 anni!

A San Giovanni La Punta era nato anche Gabriele Maria Allegra, il famoso francescano, ora beato, che ha tradotto la Bibbia in cinese. Gaetano e Gabriele Maria erano amici d’infanzia. Si sono ritrovati missionari a Hong Kong e a Macao. Amici fraterni per tutta la vita.

P. Nicosia è giunto a Hong Kong nel 1935: alcuni dei suoi compagni di noviziato, pochi anni dopo, hanno dato la vita nelle carceri comuniste cinesi. La costituzione fisica di Gaetano era gracile e il maestro dei novizi lo voleva rimpatriare. Gaetano si affidò al superiore, il valtellinese Carlo Braga: «Mi recai da lui in lacrime per impedire il rimpatrio. Mi guardò, mi ascoltò, e ebbe fiducia in me». Braga, il “don Bosco della Cina”, di cui è in corso la causa di beatificazione, è stato il padre di generazioni di salesiani.

Nel 1939 Nicosia è stato destinato all’orfanotrofio di Macao. Erano anni di guerra. A Macao arrivavano migliaia di rifugiati dalla Cina e da Hong Kong. La gente moriva di fame. «Nella nostra scuola avevamo 800 studenti. Il governatore ci concedeva una parte del riso che ogni venerdì arrivava dalla Thailandia. E così salvammo la vita dei i ragazzi».

Nicosia fu ordinato prete nel 1946 nella bella chiesa di san Giuseppe, a Macao. Seguì in Cina il vescovo Michele Arduino, il vescovo di Shaozhou (ora Shaoguan, nella provincia di Guangdong). Quella comunità cristiana risaliva a Matteo Ricci, che lì visse dal 1589 al 1595.

Erano anni di guerra civile, di disordini e di pericoli. Nicosia è stato espulso nel 1950, dopo la presa di potere comunista. Al “ponte della libertà” di Hong Kong è stato accolto da Ambrogio Poletti del Pime, il “portinaio della Cina”.

Dopo aver servito per 11 anni presso la scuola di San Luigi a Hong Kong, Nicosia era insoddisfatto. Voleva una missione con i più poveri, anzi con i lebbrosi, come aveva promesso a Gesù fin da ragazzo. Il superiore lo stava inviando presso un lebbrosario in Colombia, quando il vescovo di Macao chiese ai salesiani di fare qualcosa per il lebbrosario di Coloane.

Per Gaetano è stato un segno della Provvidenza. Per 48 anni, dal 1963 al 2011, ha vissuto con i lebbrosi. Nel 1970 furono dimesse 40 persone. Nicosia aveva trovato loro un lavoro, ma la gente evitava persino i familiari degli ex lebbrosi. E così, rifiutati dalle loro stesse famiglie, molti sono tornati al villaggio.

Al momento dell’arrivo di Nicosia solo una quindicina erano cattolici. Nicosia li ha portati tutti alla fede, attraverso le devozioni salesiane proposte con entusiasmo e amore. Ma soprattutto con la vita condivisa con loro. “La città della gioia” di Coloane ha commosso chiunque l’abbia visitata. Molte persone importanti, tra cui il p. Allegra, hanno sostato a lungo nel lebbrosario. Il gesuita Luis Ruiz e Lancelot Rodrigues, due famosi preti di Macao amici del lebbrosario, ispirati da Nicosia, hanno iniziato un’intensa opera a favore dei lebbrosi in Cina.

L’architetto Oseo Acconci vi ha costruito una bella chiesa intitolata a Nostra Signora dei Dolori. Il grande scultore Francesco Messina fece uno splendido crocifisso bronzeo che giganteggia ancora sul frontale dell’edificio sacro. Per la sua opera, Nicosia ha ricevuto onorificenze dal governo di Macau e dal presidente della Repubblica italiana.

Nel 2011 gli abitanti erano tutti guariti e molti reinseriti nella società come insegnanti, impiegati e professionisti. Il lebbrosario fu chiuso e il loro “angelo”, a 96 anni, dovette ritirarsi a Hong Kong.

Nel 2015, in una memorabile evento, è stato presentato il docufilm Father Nicosia, the Angel of Lepers, a cura di Angelo Paratico e Ciriaco Offedu, per far conoscere questo uomo straordinario. Il docufilm è stato poi presentato a Toronto e in diverse città italiane. L’anno precedente, presso la PIME House di Hong Kong, alla presenza del console italiano Alessandra Schiavo e del card. John Tong, p. Nicosia è stato celebrato con grande affetto da numerosi amici. Il suo emozionante intervento, ispirato da una fede e simpatia davvero fuori del comune, rimane nella memoria dei presenti come un evento unico e indimenticabile.

AMDG et DVM