“L’orrore in chat non ha confini”
A In Terris il Colonnello Stefano Di Pace racconta i risvolti investigativi e umani di “Shoah party”
GIACOMO GALEAZZI
Chat
I
n tutta Italia sono circolate foto "di una violenza inaudita, con scene di brutalità inenarrabile". Alcuni ragazzini italiani si scambiavano video a luci rosse, immagini pedopornografiche, scritte inneggianti a Adolf Hitler, Benito Mussolini, all'Isis e postavano frasi choc contro migranti ed ebrei. Nella chat "The Shoah Party", disattivata dopo l'inchiesta dei carabinieri di Siena, sono stati trovati centinaia di filmati definiti "orribili" dagli investigatori che li hanno visionati "con ribrezzo". Numerosi i video che mostravano gli sgozzamenti dei terroristi dell'Isis. Tante anche le immagini di abusi sessuali su bambini e bambine: gli utenti minorenni del gruppo si sono scambiati anche un filmato in cui un uomo seviziava una neonata di nemmeno un anno. In un altro video una bambina di 11 anni viene costretta brutalmente a fare sesso con due ragazzini, forse di poco più grandi di lei. La piccola, come mostrano le inquadrature, in quel momento ride. I commenti dei baby utenti della chat si sprecano e sono insultanti: "Sei solo una p…". Giravano pure video di sevizie su galline e altri animali, con l'invito "a provarci anche noi". Numerose anche le foto di ragazzine nude e le scritte inneggianti al sesso tra minorenni, magari consumando droghe, e non solo gli spinelli. Il più “anziano” del gruppo ha compiuto da poco 19 anni, il più giovane ne ha 15. A