Catholic Link | Giu 11, 2020
di Will Wright
Un sacerdote tedesco, padre Pietro da Praga, lottava con la sua fede nella Santissima Eucaristia. Intorno a lui constatava una mancanza di interesse da parte dei laici, un’immoralità generale e pigrizia nel clero, e una mancanza di reverenza nei confronti della liturgia sacra. Trovava difficile credere che nostro Signore Gesù potesse condividere con noi il Suo Corpo e il Suo Sangue nella Santa Eucaristia.
Era il 1263, non molto tempo dopo che la Chiesa aveva dichiarato ufficialmente la dottrina della transustanziazione nel 1215 in occasione del Quarto Concilio Lateranense. In breve, la transustanziazione significa che attraverso l’invocazione dello Spirito e le parole di consacrazione a Messa il pane e il vino cambiano completamente la loro sostanza diventando Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, e restano solo le sembianze.
Questo è stato l’insegnamento coerente e perenne della Chiesa fin dall’epoca di Cristo. La Chiesa sa che Gesù non parlava metaforicamente nella Sala Superiore in occasione dell’Ultima Cena. I Padri della Chiesa, poi, nei primi tempi della Chiesa stessa usavano parole simili a “transustanziazione” per indicare che aveva avuto luogo un vero cambiamento.
Un pellegrinaggio e un miracolo
Su richiesta del suo direttore spirituale, padre Pietro fece un pellegrinaggio a Roma. Nel tragitto si fermò a Bolsena, a nord di Roma, e offrì la Messa sulla tomba di Santa Cristina. Alle parole di consacrazione Hoc est enim Corpus meum (Questo è il mio Corpo), l’Ostia iniziò a sanguinare. Il sangue gli cadde sulle mani e sul telo bianco che copriva l’altare, il corporale.
Scioccato e toccato dall’accaduto, padre Pietro interruppe la Messa e disse ai fedeli presenti cos’era accaduto. Andò poi a Orvieto, dove viveva Papa Urbano IV. Mise l’Ostia nel corporale, avvolgendola con cura, e poi andò a riferire al Santo Padre ciò che era successo. Urbano IV ordinò un’indagine che rivelò che si era verificato un miracolo.
Le reliquie (l’Ostia e il corporale) vennero portate con una processione solenne e gioiosa alla cattedrale di Orvieto, dove si trovano tuttora.
La festa del Corpus Domini
Un anno dopo Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini (il Corpo di Cristo) come giorno per riconoscere e promuovere in modo particolare il dono del Santissimo Sacramento.
Il Papa chiese a San Tommaso d’Aquino e a San Bonaventura di ideare degli inni per questa nuova festa. A San Tommaso venne anche chiesto di comporre delle preghiere per la Messa e la Liturgia delle Ore del Corpus Domini, e il santo compose anche i grandi inni eucaristici che cantiamo ancora oggi: Panis Angelicus, Pange Lingua, O Salutaris Hostia e Tantum Ergo.
AMDG et DVM