DOMENICA DELL’ OTTAVA DI PASQUA
Temi del sermone (preparato da sant'Antonio di Padova)
– Vangelo dell’Ottava di Pasqua: “La sera di quello stesso giorno”; vangelo che si divide in cinque parti.
– Anzitutto sermone sul predicatore e a chi deve predicare: “Mi trovavo nella città di Joppe (Giaffa)”.
– Parte I: Sermone contro la prosperità del mondo: “Non bramai il giorno dell’uomo”.
– Sermone ai peccatori convertiti: “La sera di quello stesso giorno”, e “Tutto il monte Sinai fumava”.
– Sermone sulle porte, che sono i cinque sensi dell’uomo: “E le porte erano chiuse”.
– Parte II: Sermone sulla triplice pace, sulla carità e sulla natura degli elefanti: “Venne Gesù...”
– Parte III: Sermone sull’assoluzione di Dio e del sacerdote, con quale procedimento uno venga risuscitato dalla morte dell’anima alla penitenza: “Ricevete lo Spirito Santo”, e “Non possiedo né oro né argento”.
– Parte IV: Sermone per la risurrezione del Signore: “In quel giorno rialzerò la tenda di Davide”.
– Parte V: Sermone sul latte della misericordia divina: “Come bambini appena nati”, e sulla castità degli elefanti.
esordio - il predicatore, e a chi deve predicare
1. In quel tempo: “Venuta la sera di quel giorno, il primo dopo il sabato, ed essendo chiuse le porte [della casa] dove i discepoli si erano radunati per paura dei giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a Voi!” (Gv 20,19).
Negli Atti degli Apostoli, Pietro racconta: “Io mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa, ed ebbi in estasi una visione: una specie di involto, simile a una grande tovaglia, scendeva come calato dal cielo, sorretto per i quattro capi, e giunse fino a me. Guardandolo lo esaminavo attentamente, e vidi in esso quadrupedi, fiere e rettili della terra e uccelli del cielo. Quindi sentii una voce che mi diceva: Àlzati, Pietro, uccidi e mangia!” (At 11,5-7).
In Pietro è raffigurato il predicatore, che deve sostare in preghiera nella città di Joppe, che s’interpreta “bellezza", cioè in unione con la chiesa, nella quale c’è la bellezza delle virtù e fuori della quale c’è solo la lebbra dell’infedeltà [mancanza della fede]. Il predicatore deve fare prima di tutto questa cosa: attendere alla preghiera. Alla preghiera segue l’estasi, cioè l’elevazione sopra le cose della terra; e nell’estasi vede “un involto, come una grande tovaglia...”, ecc. Nel grande involto di lino è indicata la grazia della predicazione, che giustamente è detta “vaso”, perché inebria le menti dei fedeli con il vino della compunzione; è detta anche “grande tovaglia di lino” perché deterge i sudori delle fatiche e ridona vigore per affrontare gli attacchi delle passioni. I “quattro capi” sono gli insegnamenti dei quattro evangelisti; “scendeva calata dal cielo”, perché “ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto” (Gc 1,17). “E giunse fino a me”. In questo fatto è indicato in modo particolare il privilegio del predicatore, al quale proprio dal cielo viene affidato il compito della predicazione. E in questo vaso, in questo involto misterioso, ci sono “i quadrupedi della terra”, cioè i golosi e i lussuriosi, e “le bestie”, nome che suona come vastiae (devastatrici), cioè i traditori e gli omicidi; e “i rettili”, cioè gli avari e gli usurai; e “i volatili del cielo”, cioè i superbi e tutti coloro che s’innalzano con le penne della vanagloria.
Questo vaso è come la rete calata nel mare, che cattura ogni genere di pesci (cf. Mt 13,47); e al predicatore viene detto: “Àlzati, uccidi e mangia”. Àlzati ad evangelizzare; uccidi al mondo; mortifica e immola, per offrire sacrifici a Dio, affinché spogliati della vecchiezza arrivino alla novità; e mangia, vale a dire accogli nell’unità e nella comunità del corpo della chiesa. Di questa unità e comunità è detto appunto nel vangelo di oggi: “Giunta la sera di quel giorno, il primo dopo il sabato, ... i discepoli erano radunati”, ecc.
2. In questo vangelo sono posti in evidenza cinque momenti: Primo: la riunione dei discepoli, quando incomincia con le parole “Venuta la sera”, ecc. Secondo: il triplice saluto di pace, quando aggiunge: “Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a voi”. Terzo: il potere concesso agli apostoli di legare e di sciogliere: “E dicendo questo, alitò su di loro”, ecc. Quarto: l’incredulità di Tommaso: “Tommaso, uno dei dodici, non era con loro”, ecc. Quinto: la professione di fede di Tommaso e la conferma della nostra fede: “Otto giorni dopo”, ecc.
Osserva ancora che in questa domenica si legge l’epistola del beato Giovanni: “Tutto ciò che è nato da Dio, vince il mondo” (1Gv 5,4). Nella notte, secondo l’uso della chiesa romana, si leggono gli Atti degli Apostoli. Vogliamo accennare brevemente a cinque episodi narrati dagli Atti e metterli a confronto con le cinque parti del vangelo sopra riportate.
I cinque episodi sono: Primo, la riunione degli apostoli a Gerusalemme: “Quindi dal monte degli Ulivi fecero ritorno a Gerusalemme”. Secondo, dove dice: “In quei giorni Pietro, alzatosi in mezzo ai fratelli”, ecc. Terzo, lo storpio dal seno della madre, al quale Pietro disse: “Non possiedo né oro né argento”, ecc. Quarto, la conversione di Saulo. Quinto, l’eunuco e il centurione Cornelio.
CREDO, DOMINE, SED CREDAM FIRMIUS