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sabato 22 luglio 2023

Il bianco vince in tre mosse:


la coerenza integrale del piano di Benedetto XVI.

Andrea Cionci
Andrea Cionci

La storia dell’uovo di Colombo insegna come le soluzioni più semplici e perfette siano difficilissime da capire. Ancor più arduo resta capire come si possa vincere una sfida, una guerra, attraverso la mitezza, il ritiro, il sacrificio di sé.

Lo spiegava bene il vero papa Benedetto XVI: «Fin dalla nascita, Gesù non appartiene a quell’ambiente che, secondo il mondo, è importante e potente. Ma proprio quest’uomo irrilevante e senza potere si rivela come il veramente Potente, come Colui dal quale, alla fine, dipende tutto. Fa quindi parte del diventare cristiani l’uscire dall’ambito di ciò che tutti pensano e vogliono, dai criteri dominanti, per entrare nella luce della verità sul nostro essere e, con questa luce, raggiungere la via giusta».

In tre anni di inchiesta, con uno studio continuo, abbiamo faticosamente trovato l’uovo di Colombo- Benedetto XVI. La spiegazione semplice per quella inspiegabile, impossibile, misteriosa, problematica dichiarazione di rinuncia al ministerium consiste nel fatto che non si trattava di un’abdicazione, ma dell’annuncio “profetico” di come, dopo due settimane, sarebbe stato posto in sede totalmente impedita dalla convocazione di un conclave illegittimo. Tutto ruota, infatti, sul perno della constatazione mai smentita che il papa può perdere il ministerium, il potere di fare il papa conservando il munus, l'"essere" papa, solo forzatamente, per sede impedita, appunto, e NON in altri casi. E la sede può essere o vacante o impedita, altre possibilità non ci sono.

Questo piano antiusuprazione per difendere la Chiesa, preparato almeno dal 1983, (nuova edizione del Codice di diritto canonico) è di una perfezione abbacinante e si articola in tre mosse.

1. Costretto a togliersi di mezzo, Benedetto, nel 2013, fa una dichiarazione che ai nemici, avidi di potere, sembra un’abdicazione. Questi convocano un conclave abusivo, lo pongono in sede impedita ed eleggono un antipapa. Benedetto resta l’unico pontefice, sebbene prigioniero (emerito = impedito), ma l’avversario si è scismato da solo fin dal giorno della sua elezione. (Cfr. documentario “Dies irae” QUI  ).

2. Negli anni di vita da papa impedito che Dio gli concede, Benedetto XVI parla solo a chi ha orecchie per intendere, fa capire cosa è successo con messaggi sottili, mentre l’antipapa anticattolico si rivela scandalizzando il popolo di Dio. (Cfr. documentario “Intelligenti pauca” QUI  ).

3. Una volta emersa la verità, la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis permetterà ai cardinali di intervenire: inchiesta canonica, espulsione dell’antipapa e di tutti gli eretici massoni dalla Chiesa. Conclave purificato, con veri cardinali pre-2013 ed elezione di un nuovo vero papa. QUI 

Ora, le obiezioni sono state tante e, quasi sempre, pretestuose. Di solito, gli avversari non riescono a concepire la COERENZA INTEGRALE di un tale sistema e pongono domande del genere: perché Ratzinger non ha parlato chiaramente? Perché non ha scomunicato tutti i suoi nemici? Perché non è rimasto eroicamente al comando fino alla fine? Perché non ha lasciato uno scritto dopo la sua morte? E così via. A simili domande abbiamo risposto in questo podcast QUI .

Proveremo ora, piuttosto, a fornire sinteticamente qualche cenno sulla perfetta logica di quanto avvenuto sotto i piani più vari, da quello più materiale e strategico, a quello sovrannaturale-escatologico.

Piano “militare”: questo è uno scontro finale tra due chiese, una cattolica e una gnostica, e la storia delle guerre dimostra che le vittorie più folgoranti sono state ottenute quasi sempre  dopo una ritirata strategica che permette di sottrarsi all’iniziativa dell’avversario, costringendolo a far fronte a una situazione imprevista. Scrive von Clausewitz: “Non è buon stratega chi non ha imparato l'arte della ritirata”. Nell’arte della guerra, è strategicamente fondamentale, all’occorrenza, saper lasciare spazio, illudere l’avversario di aver già vinto e fare in modo che la sua stessa tracotanza segni il suo destino. La Declaratio fu un vero fulmine a ciel sereno che sorprese la Mafia di San Gallo. I nemici di Benedetto dovettero accettare una decisione già presa che, apparentemente, li soddisfaceva.

Piano atletico: pensando a papa Benedetto, viene spesso in mente un judoka. Egli ha utilizzato la cinetica aggressiva dell’avversario per atterrarlo. Ha agito più tacendo che non facendo attivamente. Dum tacet clamat, (mentre tace parla) spiegava su di lui Mons. Gaenswein e lo stesso Seewald in “Ultime conversazioni” conferma il concetto con questa considerazione non casuale: “Non sono importanti solo le cose che si fanno, a volte le cose che non si fanno hanno ancor più significato”. Il peso dell’assenza di papa Benedetto, i suoi silenzi assordanti, i dettagli non specificati nei suoi Codici Ratzinger (“il papa è uno solo”, ma quale?), tutto parlava. Quando Gaenswein diceva, in un discorso clamorosamente esplicativo QUI che papa Benedetto aveva fatto “un passo di lato” (e non un passo indietro) visualizziamo in modo plastico la Mafia di San Gallo come un energumeno che si slancia contro il piccolo, fragile papa Ratzinger il quale si scosta appena: l’avversario si schianta per terra da solo. Un modus del tutto cristiano: doverosamente difendersi, ma senza violenza.

Piano canonico: questo progetto, infatti, si è svolto in modo incruento e del tutto coerente col diritto canonico. Benedetto ha potuto annunciare che avrebbe rinunciato (causa forza maggiore) al ministerium e che sarebbe stato detronizzato. Lo dice chiaramente Seewald in Ein Leben: “Il papa era vivo. MA NON SEDEVA PIÙ SUL TRONO DI PIETRO. Mai prima d’allora era accaduto qualcosa di simile nella storia della Chiesa. Era come un cambio di paradigma che segnava l’alba di una nuova epoca, forse anche di una nuova era”. Ovviamente, dato che nella storia della Chiesa figurano dieci papi abdicatari, con la frase “mai prima di allora era accaduto qualcosa del genere”, il giornalista fa capire, per l’ennesima volta, che Benedetto non ha abdicato. Per la prima volta nella storia, infatti, un papa ha accettato liberamente di farsi detronizzare per vincere definitivamente sugli avversari. Da qui “la nuova era”, altrimenti inspiegabile per la narrativa mainstream di un papa che abdica solo perché “soffriva di insonnia”.

Piano culturale: i secoli a venire parleranno di questo pontefice gigantesco che è riuscito a dire sempre la verità grazie alla perfezione della lingua latina e a un uso perfetto delle lingue volgari. La sua superiorità culturale rispetto all’avversario, che non ha nemmeno un dottorato, è di una proporzione di 1000:1. Grazie a questa sapienza è riuscito nell’impresa sovrumana di dire sempre la verità, di NON MENTIRE MAI, e allo stesso tempo di parlare a chi avesse orecchie per intendere.

Piano biblico: i paragoni con personaggi della Bibbia sono tantissimi. Lui stesso indicava che la risposta per gli increduli si trova nel libro di Geremia o di Isaia: nel primo si parla di un profeta impeditoQUI e nel secondo di un prigioniero liberato che incarcera i suoi persecutori. Ma c’è anche il profeta Daniele che uccide il famelico drago adorato dal re babilonese. Questi gli impone di adorarlo e Daniele lo sfida: “Se tu me lo permetti, o re, io, senza spada e senza bastone, ucciderò il drago».  Soggiunse il re: «Te lo permetto». Daniele prese allora pece, grasso e peli e li fece cuocere insieme, poi ne preparò focacce e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò; quindi soggiunse: «Ecco che cosa adoravate!»”. Papa Benedetto ha sfruttato proprio l’avidità dei suoi nemici di impadronirsi della Chiesa, ha gettato loro una “polpetta”, le dimissioni dal ministerium, questi ci si sono ingozzati e sono scoppiati. In tal modo, i cattolici hanno capito e capiranno in sempre maggior numero in che trappola sono caduti.

Piano magisteriale: qui veniamo al piano che spetta proprio al papa, cioè quello di insegnare e trasmettere il deposito della fede. Papa Benedetto lo ha fatto attraverso il codice Ratzinger, in un modo non urlato, ma squisitamente cristico, cioè parlando a chi avesse “orecchie per intendere”. Questo era del tutto giustificato dalla sua situazione canonica di impedimento, dato che un prigioniero non può parlare liberamente.  La Parabola del buon seminatore ricorda che i semi della Parola cadono un po’ ovunque, come semi gettati a spaglio, ma attecchiscono solo nel terreno favorevole. Era questo che voleva il papa: selezionare, con un sistema di “autoarruolamento” una nuova élite di cattolici che si potessero riprendere la Chiesa, purificandola, QUI .“Sale della Terra” e “Luce del Mondo” non erano dei titoli a caso per i primi libri intervista con Seewald, ma l’indicazione programmatica del ruolo dei credenti voluto da Benedetto per questo XXI secolo.

Piano teologico: Papa Benedetto si è “offerto liberamente alla sua passione” come Colui di cui era Vicario. Quanto da lui fatto rispecchia in modo totale quanto affermava il teologo romano Ticonio, secondo Ratzinger perfezionato da S. Agostino. Ticonio diceva che nella chiesa di Cristo alligna una chiesa del diavolo, portata avanti da vescovi traditori QUI . Tale realtà malefica si sarebbe svelata solo dopo un ritiro della chiesa di Cristo. Specifica Agostino, però, che Gesù non abbandona la Sua Chiesa. Infatti è proprio quello che è avvenuto, tanto che in tedesco, Ratzinger parla delle sue dimissioni proprio come ritiro “Rücktritt”. Papa Ratzinger ha portato con sé il munus e la vera Chiesa, alcuni hanno capito e sono rimasti fedeli, sempre più fedeli si aggiungono. Quello che gli è successo, dirà per il 65° di sacerdozio, si può riassumere nella parola Eucharistomen, le parole con cui Cristo rese grazie prima di distribuire il pane ai Suoi discepoli. Ovvero, Gesù trasforma tutto il male e la sofferenza in benedizione. QUI 

Piano profetico: dai tempi del profeta Daniele, cinquecento anni prima di Cristo, passando per San Giovanni, San Paolo, padri della Chiesa, San Francesco, la beata Emmerick, San Pio da Pietrelcina, mistici, santi, veggenti, papi, apparizioni mariane, da Fatima, a Garabandal, a La Salette, al Buon successo, in tantissimi hanno parlato di un’usurpazione del trono petrino, di un pastore idolo, di un falso profeta, di un falso papa, della riduzione della Chiesa a un piccolo resto, di un mistero d’iniquità, con una potenza d’inganno che non permetteva ai giusti di comprendere la verità, e così via. In un certo senso, quanto sta oggi accadendo è un film già visto e stravisto che si sta applicando in modo pedissequo.

Piano simbolico-coincidenziale: Più si entra nella dimensione reale di quanto avvenuto, più si rimane stupiti dalla confluenza di elementi che vanno oltre la stessa possibilità di pianificazione di papa Ratzinger. Spiega il prof. Luca Brunoni, docente di storia della Chiesa: “Papa Benedetto stesso ne sottolinea alcuni in “Ultime conversazioni”, come i mille anni esatti di distanza dall’unico altro “papa dimissionario dal ministerium”, che abbiamo scoperto essere Benedetto VIII, QUI , la cui corrispondenza storica, finanche numerica, con il nome pontificale ha dell’incredibile. E così, i vari significati che assume la data dell’11 febbraio 2013, quell’anno coincidente con il lunedì di carnevale, il Rosenmontag, tradizionale giorno di scherzi in Germania. Ma soprattutto, la ricorrenza della Madonna di Lourdes, festa particolarmente cara a Benedetto, essendo egli nato il giorno di Santa Bernadette”.

Piano cosmologico: “Da osservatori esterni - prosegue Brunoni - non si può tuttavia non sottolineare come anche il cosmo sembri aver dato dei segnali che sono sotto gli occhi di tutti: la fitta e insolita nebbia al funerale di Benedetto, (interrotta da uno squarcio di luce a forma di croce n.d.r.), ha lasciato pochi indifferenti, così come l’immagine del fulmine che colpisce la cupola di San Pietro il giorno dell’annuncio delle dimissioni fa ormai parte della coscienza collettiva. Il fatto stesso di aver avuto il fotografo professionale intento a scattare immagini della cupola, riuscendo così a cogliere un evento assolutamente imprevedibile come la scarica di un fulmine, la dice lunga su quanto anche l’imponderabile si metta al servizio del “Piano” di Benedetto e di quanto invece siano goffi i tentativi di scattare foto inattese - e presuntamente casuali - come quella al negozio di dischi da parte di Bergoglio” QUI  .

Piano escatologico: L’articolo 675 del Catechismo, descrive in modo perfetto quanto sta avvenendo con la falsa Chiesa bergogliana, almeno stando allo sdegno dei più autorevoli commentatori cattolici. “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne”.

In ogni caso, papa Benedetto non ha inteso fare tutto da solo, ma ha voluto affidarsi a Cristo, di cui era Vicario, sia per la riuscita del suo piano, che per i tempi e i modi.  Scrisse nella Declaratio: “Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo…”.

E il disegno è quasi giunto a compimento.

8 maggio 2023