Visualizzazione post con etichetta misteri luminosi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta misteri luminosi. Mostra tutti i post

martedì 12 settembre 2023

PAPA BENEDETTO XVI - MISTERI LUMINOSI DEL ROSARIO, CON SESTO MISTERO PER LE ANIME DEL PURGATORIO




MISTERI LUMINOSI: * BATTESIMO DI GESU' * MIRACOLO ALLA FESTA DEL MATRIMONIO *ANNUNZIO  PROFETICO DEL REGNO DI DIO * PROSSIMA TRASFIGURAZIONE DELL'UOMO * D I V I N A  E U C A R I S T I A


AMDG et D.V.MARIAE

lunedì 31 gennaio 2022

Una precisazione - Santo Rosario

 


 Beato Giovanni Paolo II, nella Lettera Enciclica: "Rosarium Virginis Mariae", ha riaffermato il valore del Rosario per i tempi moderni, anche con la sua personale testimonianza: 

“Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto. 

Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre 1978, ad appena due settimane dall'elezione alla Sede di Pietro, quasi aprendo il mio animo così mi esprimevo: Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità”.

190: “Temporibus enim laetitiae sicut et tristitiae Nos est corona haec precatoria comitata, cui tot commendavimus sollicitudines, in qua magnam semper repperimus consolationem. Viginti quattuor abhinc annos, die XXIX mensis Octobris anno MCMLXXVIII, duabus vix hebdomadis ab electione Petri ad Sedem, aperientes animum fere Nostrum sic sumus elocuti: «Carissima Nobis precatio Rosarium est. Oratio mirabilis! Miranda nempe sua in simplicitate atque etiam altitudine”, 

in: IOANNES PAULUS PAPA II, Litt. Ap. Rosarium Virginis Mariae, 2003 oct. 16, in: Acta Apostolicae Sedis, an. 95 (2003), n.2.


La Rosarium Virginis Mariae, al n. 19, ha lasciato alla “libera valorizzazione” dei fedeli, la possibilità, il giovedì, di sostituire ai Misteri Gaudiosi, i Misteri della Luce, ovvero i Misteri della Vita pubblica di Gesù, che vanno dal Battesimo nel Giordano all’Istituzione dell’Eucaristia. 

"Questa aggiunta, si specifica nella Lettera Apostolica, è un’integrazione, senza, tuttavia, in alcun modo, modificarne la struttura 191 . (Vedi pag. 752 del  primo volume della "Storia del SS. Rosario e Vita del Beato Alano della Rupe o.p." a cura di don Roberto Paola)

----

NB. Ed io voglio aggiungere una mia riflessione sull'argomento: Se il Santo Padre ce li ha regalati questi nuovi cinque misteri un motivo ci sarà, e forse anche grave e urgente. Da 400 anni nessun Papa aveva mai aggiunto  nulla di nuovo e sostanziale al Santo Rosario. 

Perciò questa aggiunta o integrazione acquista  per me un grande valore e risalto, considerando che  questi nuovi 5 misteri,  negli anni che viviamo oggi, vengono come combattuti e/o apertamente trascurati: 1. Battesimo... 2. Santo Matrimonio... e Mediazione di Maria SS.ma che ci da il consiglio/comando più completo che una Madre possa dare ai suoi figli: "Fate tutto quello che Egli vi dirà". C'è poi l'indicazione 3: Il Regno di Dio si sta avvicinando velocemente: "Dominus prope est" (Filip. 4,4): il Signore è vicino. La fine di questi tempi malvagi deve spingerci a prepararci alla seconda Venuta di Gesù nella Gloria, da non confondersi affatto con la fine del mondo che avverrà tra miliardi e miliardi di anni. C'è poi una considerazione notevole all'episodio 4° della Trasfigurazione sul Tabor seguita dal comando di tacere fino alla morte di Gesù. E dulcis in fundo il 5° episodio: l'Istituzione della Santa Eucarestia, cuore di tutto il Santo Vangelo.    

Tutto considerato a me  pare che  il Signore Gesù abbia voluto riservare//sottolineare questi misteri per i nostri tempi avendone  noi particolare bisogno. E facciamoli allora conoscere per meditarli e costantemente viverli. 


AVE MARIA!

martedì 25 febbraio 2020

Misteri della luce. Opportuna integrazione nel Santo Rosario


Una opportuna integrazione

........
19. 

Dei tanti misteri della vita di Cristo, il Rosario, così come si è consolidato nella pratica più comune avvalorata dall'autorità ecclesiale, ne addita solo alcuni. 
Tale selezione è stata imposta dall'ordito originario di questa preghiera, che si venne organizzando sul numero 150 corrispondente a quello dei Salmi.

Ritengo tuttavia che, per potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportuna un'integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità, gli consenta di abbracciare anche i misteri della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e la Passione

È infatti nell'arco di questi misteri che contempliamo aspetti importanti della persona di Cristo qualerivelatore definitivo di Dio. 
Egli è Colui che, dichiarato Figlio diletto del Padre nel Battesimo al Giordano, annuncia la venuta del Regno, la testimonia con le opere, ne proclama le esigenze. 
È negli anni della vita pubblica che il mistero di Cristo si mostra a titolo speciale quale mistero di luce: « Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo » (Gv 9, 5). 

Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno 'compendio del Vangelo', è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l'incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce). 
Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell'assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria.


Misteri della gioia

20. Il primo ciclo, quello dei 'misteri gaudiosi', è effettivamente caratterizzato dalla gioia che irradia dall'evento dell'Incarnazione. Ciò è evidente fin dall'Annunciazione, dove il saluto di Gabriele alla Vergine di Nazareth si riallaccia all'invito alla gioia messianica: « Rallegrati, Maria ». A questo annuncio approda tutta la storia della salvezza, anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo. Se infatti il disegno del Padre è di ricapitolare in Cristo tutte le cose (cfr Ef 1, 10), è l'intero universo che in qualche modo è raggiunto dal divino favore con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio. A sua volta, tutta l'umanità è come racchiusa nel fiat con cui Ella prontamente corrisponde alla volontà di Dio.

All'insegna dell'esultanza è poi la scena dell'incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno « sussultare di gioia » Giovanni (cfr Lc 1, 44). Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli angeli e annunciata ai pastori proprio come « una grande gioia » (Lc 2, 10).

Ma già i due ultimi misteri, pur conservando il sapore della gioia, anticipano i segni del dramma. La presentazione al tempio, infatti, mentre esprime la gioia della consacrazione e immerge nell'estasi il vecchio Simeone, registra anche la profezia del « segno di contraddizione » che il Bimbo sarà per Israele e della spada che trafiggerà l'anima della Madre (cfr Lc 2, 34-35). Gioioso e insieme drammatico è pure l'episodio di Gesù dodicenne al tempio. Egli qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e interroga, e sostanzialmente nella veste di colui che 'insegna'. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i legami più cari dell'uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, « non compresero le sue parole » (Lc 2, 50).

Meditare i misteri 'gaudiosi' significa così entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della gioia cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mistero dell'Incarnazione e sull'oscuro preannuncio del mistero del dolore salvifico. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto euanghelion, 'buona notizia', che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo.

------------------------------------------------------------------------------------------------------

Misteri della luce

21. Passando dall'infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, 'misteri della luce'. 
In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è « la luce del mondo » (Gv 8, 12). 

Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. 

Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativimisteri 'luminosi' – di qesta fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: 

1. nel suo Battesimo al Giordano, 
2. nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, 
3. nell'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione, 
4. nella sua Trasfigurazione e, infine, 
5. nell'istituzione dell'Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù

È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa 'peccato' per noi (cfr 2Cor 5, 21), nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende. 

Mistero di luce è l'inizio dei segni a Cana (cfr Gv 2, 1-12), quando Cristo, cambiando l'acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all'intervento di Maria, la prima dei credenti. 

Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l'avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr Mc 1, 15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr Gv 20, 22-23). 

Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr Lc 9, 35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo. 

Mistero di luce è, infine, l'istituzione dell'Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando « sino alla fine » il suo amore per l'umanità (Gv 13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.

In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell'altro della predicazione di Gesù (cfr Mc 3, 31-35; Gv 2, 12) e nulla dicono di un'eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell'istituzione dell'Eucaristia. 

Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo

La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: « Fate quello che vi dirà » (Gv 2, 5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i 'misteri della luce'. 



Misteri del dolore

22. Ai misteri del dolore di Cristo i Vangeli danno grande rilievo. Da sempre la pietà cristiana, specialmente nella Quaresima, attraverso la pratica della Via Crucis, si è soffermata sui singoli momenti della Passione, intuendo che è qui il culmine della rivelazione dell'amore ed è qui la sorgente della nostra salvezza. 

Il Rosario sceglie alcuni momenti della Passione, inducendo l'orante a fissarvi lo sguardo del cuore e a riviverli. 
Il percorso meditativo si apre col Getsemani, lì dove Cristo vive un momento particolarmente angoscioso di fronte alla volontà del Padre, alla quale la debolezza della carne sarebbe tentata di ribellarsi. 

Lì Cristo si pone nel luogo di tutte le tentazioni dell'umanità, e di fronte a tutti i peccati dell'umanità, per dire al Padre: « Non sia fatta la mia, ma la tua volontà » (Lc 22, 42 e par). Questo suo 'sì' ribalta il 'no' dei progenitori nell'Eden. E quanto questa adesione alla volontà del Padre debba costargli emerge dai misteri seguenti, nei quali, la salita al Calvario, con la flagellazione, la coronazione di spine, la morte in croce, Egli è gettato nella più grande abiezione: Ecce homo!

In questa abiezione è rivelato non soltanto l'amore di Dio, ma il senso stesso dell'uomo. Ecce homo: chi vuol conoscere l'uomo, deve saperne riconoscere il senso, la radice e il compimento in Cristo, Dio che si abbassa per amore « fino alla morte, e alla morte di croce » (Fil 2, 8). I misteri del dolore portano il credente a rivivere la morte di Gesù ponendosi sotto la croce accanto a Maria, per penetrare con Lei nell'abisso dell'amore di Dio per l'uomo e sentirne tutta la forza rigeneratrice.


Misteri della gloria

23.« La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all'immagine di Lui crocifisso. Egli è il Risorto! ».(29) Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo nella Risurrezione e nell'Ascensione. Contemplando il Risorto il cristiano riscopre le ragioni della propria fede (cfr 1 Cor 15, 14), e rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali Cristo si manifestò – gli Apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus –, ma anche la gioia di Maria, che dovette fare un'esperienza non meno intensa della nuova esistenza del Figlio glorificato. A questa gloria che, con l'Ascensione, pone il Cristo alla destra del Padre, Ella stessa sarà sollevata con l'Assunzione, giungendo, per specialissimo privilegio, ad anticipare il destino riservato a tutti i giusti con la risurrezione della carne. Coronata infine di gloria – come appare nell'ultimo mistero glorioso – Ella rifulge quale Regina degli Angeli e dei Santi, anticipazione e vertice della condizione escatologica della Chiesa.
Al centro di questo percorso di gloria del Figlio e della Madre, il Rosario pone, nel terzo mistero glorioso, la Pentecoste, che mostra il volto della Chiesa quale famiglia riunita con Maria, ravvivata dall'effusione potente dello Spirito, pronta per la missione evangelizzatrice. La contemplazione di questo, come degli altri misteri gloriosi, deve portare i credenti a prendere coscienza sempre più viva della loro esistenza nuova in Cristo, all'interno della realtà della Chiesa, un'esistenza di cui la scena della Pentecoste costituisce la grande 'icona'. I misteri gloriosi alimentano così nei credenti la speranza della meta escatologica verso cui sono incamminati come membri del Popolo di Dio pellegrinante nella storia. Ciò non può non spingerli ad una coraggiosa testimonianza di quel « lieto annunzio » che dà senso a tutta la loro esistenza. 

*************************

Dai 'misteri' al 'Mistero': la via di Maria

24. Questi cicli meditativi proposti nel Santo Rosario non sono certo esaustivi, ma richiamano l'essenziale, introducendo l'animo al gusto di una conoscenza di Cristo che continuamente attinge alla fonte pura del testo evangelico. Ogni singolo tratto della vita di Cristo, com'è narrato dagli Evangelisti, rifulge di quel Mistero che supera ogni conoscenza (cfr Ef 3, 19). È il Mistero del Verbo fatto carne, nel quale « abita corporalmente tutta la pienezza della divinità » (Col 2, 9). Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica insiste tanto sui misteri di Cristo, ricordando che « tutto nella vita di Gesù è segno del suo Mistero ».(30) Il « duc in altum » della Chiesa nel terzo Millennio si misura sulla capacità dei cristiani di « penetrare nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza » (Col 2, 2-3). A ciascun battezzato è rivolto l'ardente auspicio della Lettera agli Efesini: « Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di [...] conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio » (3, 17-19). 
Il Rosario si pone a servizio di questo ideale, offrendo il 'segreto' per aprirsi più facilmente a una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo. Potremmo dirlo la via di Maria. È la via dell'esempio della Vergine di Nazareth, donna di fede, di silenzio e di ascolto. È insieme la via di una devozione mariana animata dalla consapevolezza dell'inscindibile rapporto che lega Cristo alla sua Madre Santissima: i misteri di Cristo sono anche, in certo senso, i misteri della Madre, persino quando non vi è direttamente coinvolta, per il fatto stesso che Ella vive di Lui e per Lui. Facendo nostre nell'Ave Maria le parole dell'angelo Gabriele e di sant'Elisabetta, ci sentiamo spinti a cercare sempre nuovamente in Maria, tra le sue braccia e nel suo cuore, il « frutto benedetto del suo grembo » (cfr Lc 1, 42).


Mistero di Cristo, 'mistero' dell'uomo

25. Nella già ricordata testimonianza del 1978 sul Rosario quale mia preghiera prediletta, espressi un concetto sul quale desidero ritornare.

Dissi allora che « la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana ».(31)

Alla luce delle riflessioni finora svolte sui misteri di Cristo, non è difficile approfondire questa implicazione antropologica del Rosario. Un'implicazione più radicale di quanto non appaia a prima vista. 

Chi si pone in contemplazione di Cristo ripercorrendo le tappe della sua vita, non può non cogliere in Lui anche la verità sull'uomo. 

È la grande affermazione del Concilio Vaticano II, che fin dalla Lettera enciclica Redemptor hominis ho fatto tante volte oggetto del mio magistero: « In realtà, il mistero dell'uomo si illumina veramente soltanto nel mistero del Verbo incarnato ».(32

Il Rosario aiuta ad aprirsi a questa luce. Seguendo il cammino di Cristo, nel quale il cammino dell'uomo è « ricapitolato »,(33) svelato e redento, il credente si pone davanti all'immagine dell'uomo vero. 

Contemplando la sua nascita impara la sacralità della vita, guardando alla casa di Nazareth apprende la verità originaria sulla famiglia secondo il disegno di Dio, 
ascoltando il Maestro nei misteri della vita pubblica attinge la luce per entrare nel Regno di Dio e, 
seguendolo sulla via del Calvario, impara il senso del dolore salvifico. 
Infine, contemplando Cristo e sua Madre nella gloria, vede il traguardo a cui ciascuno di noi è chiamato, se si lascia sanare e trasfigurare dallo Spirito Santo. Si può dire così che ciascun mistero del Rosario, ben meditato, getta luce sul mistero dell'uomo. 

Al tempo stesso, diventa naturale portare a questo incontro con la santa umanità del Redentore i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti che segnano la nostra vita. « Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti darà sostegno » (Sal 55, 23)

Meditare col Rosario significa consegnare i nostri affanni ai cuori misericordiosi di Cristo e della Madre sua. 

A distanza di venticinque anni, ripensando alle prove che non sono mancate nemmeno nell'esercizio del ministero petrino, mi sento di ribadire, quasi come un caldo invito rivolto a tutti perché ne facciano personale esperienza: sì, davvero il Rosario « batte il ritmo della vita umana », per armonizzarla col ritmo della vita divina, nella gioiosa comunione della Santa Trinità, destino e anelito della nostra esistenza.




SANCTA MARIA, 
SPLENDOR SANCTAE ECCLESIAE, 
FLUMEN SAPIENTIAE
ORA PRO NOBIS!

venerdì 15 giugno 2018

I MISTERI LUMINOSI, suggeriti dal Cielo, sono esattamente per il nostro tempo, periodo finale dei tempi malvagi


Una opportuna integrazione

19. Dei tanti misteri della vita di Cristo, il Rosario, così come si è consolidato nella pratica più comune avvalorata dall'autorità ecclesiale, ne addita solo alcuni. Tale selezione è stata imposta dall'ordito originario di questa preghiera, che si venne organizzando sul numero 150 corrispondente a quello dei Salmi.

Ritengo tuttavia che, per potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportuna un'integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità, gli consenta di abbracciare anche i misteri della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e la Passione. È infatti nell'arco di questi misteri che contempliamo aspetti importanti della persona di Cristo qualerivelatore definitivo di Dio. Egli è Colui che, dichiarato Figlio diletto del Padre nel Battesimo al Giordano, annuncia la venuta del Regno, la testimonia con le opere, ne proclama le esigenze. È negli anni della vita pubblica che il mistero di Cristo si mostra a titolo speciale quale mistero di luce: « Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo » (Gv 9, 5). 

Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno 'compendio del Vangelo', è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l'incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce). Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell'assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria.
.......................

Misteri della luce

21. Passando dall'infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, 'misteri della luce'. In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è « la luce del mondo » (Gv 8, 12). Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – misteri 'luminosi' – di qesta fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: 1. nel suo Battesimo al Giordano, 2. nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, 3. nell'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione, 4. nella sua Trasfigurazione e, infine, 5. nell'istituzione dell'Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa 'peccato' per noi (cfr 2Cor 5, 21), nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende. Mistero di luce è l'inizio dei segni a Cana (cfr Gv 2, 1-12), quando Cristo, cambiando l'acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all'intervento di Maria, la prima dei credenti. Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l'avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr Mc 1, 15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr Gv 20, 22-23). Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr Lc 9, 35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo. Mistero di luce è, infine, l'istituzione dell'Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando « sino alla fine » il suo amore per l'umanità (Gv 13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.

In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell'altro della predicazione di Gesù (cfr Mc 3, 31-35; Gv 2, 12) e nulla dicono di un'eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell'istituzione dell'Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo. La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: « Fate quello che vi dirà » (Gv 2, 5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i 'misteri della luce'. 


venerdì 1 novembre 2013

Il Santo Rosario ('Corona di rose') è la preghiera più bella, la più gradita alla Madonna e ai suoi devoti.



"La Santissima Vergine in questi ultimi tempi in cui noi viviamo ha dato una nuova efficacia alla recita del Rosario tale che non c'è nessun problema, non importa quanto difficile possa essere, o temporale o soprattutto spirituale, nella vita personale di ciascuno di noi, delle nostre famiglie...che non possa essere risolto col Rosario. Non c'è nessun problema, vi dico, non importa quanto può essere difficile, che noi non possiamo risolvere con la preghiera del Rosario."




(Suor Lucia)








Il Rosario ('Corona di rose') è la preghiera più bella, la più gradita alla Madonna e ai suoi devoti. 

Il Santo Rosario è una preghiera completa perché riporta in sintesi tutta la storia della nostra salvezza. 

Con esso infatti meditiamo i “misteri” della gioia, del dolore e della gloria di Gesù e Maria. 

E’ una preghiera semplice, umile così come Maria: è la strada del Paradiso! E' una preghiera eminentemente contemplativa. I Sommi Pontefici ci ricordano che la recita meccanica senza l'abbandono del cuore, senza meditazione, è come un corpo senz'anima. 

S. Luigi Maria Grignion de Montfort ci esorta con queste parole: "Fa pietà vedere come i più recitano il Rosario. Lo dicono con una precipitazione incredibile, perfino ne mangiano le parole. Non si vorrebbe fare un complimento in questo modo ridicolo all'ultimo degli uomini e si crede che Gesù e Maria ne saranno onorati!... E allora, perché meravigliarsi se le più sante preghiere della religione cristiana restano quasi senza frutto e se, dopo aver recitato mille o diecimila Rosari, non si è più santi?
Frena, caro confratello, la tua precipitazione naturale nel dire il Rosario. Fai qualche pausa a metà del Padre nostro e dell'Ave Maria e una più breve dopo le parole che qui contrassegno con una crocetta:

Padre nostro, che se nei cieli + sia santificato il tuo nome + venga il tuo regno + sia fatta la tua volontà + come in cielo così in terra +. Dacci oggi + il nostro pane quotidiano + e rimetti a noi i nostri debiti + come noi li rimettiamo ai nostri debitori + e non ci indurre in tentazione + ma liberaci dal male. Amen +.

Ave Maria, piena di grazia + il Signore è con te + tu sei benedetta fra le donne + e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. + Santa Maria, Madre di Dio, + prega per noi peccatori, adesso + e nell'ora della nostra morte. Amen +.

A causa della cattiva abitudine di pregare in fretta, da principio proverai difficoltà a seguire queste pause, ma una decina recitata così con calma, ti sarà più meritoria di migliaia di Rosari detti in fretta senza riflessione e senza pause” (Il Segreto meraviglioso del Santo Rosario, 127).

Come recitare il Rosario? Questa preghiera è adatta sia per la recita individuale che per quella in comune. Leggiamo ancora S. Luigi Maria:"Fra tanti metodi di recitare il Rosario il più glorioso per Dio, il più salutare per l'anima ed il più temuto dal demonio è quello di salmodiarlo, ossia di recitarlo in pubblico a due cori. (...) La preghiera in comune è più salutare per l'anima:

1) perché d'ordinario la mente è più attenta nella preghiera pubblica che in quella privata;

2) perché quando sono in comune le preghiere dei singoli diventano preghiera collettiva dell'intera assemblea, cioè formano tutte insieme una medesima preghiera. Perciò se uno non prega abbastanza bene, un altro della comunità che prega meglio, supplisce alla sua manchevolezza. Il forte sostiene il debole, il fervoroso infiamma il tiepido, il ricco dona al povero, il cattivo rientra fra i buoni. Come si vende una misura di loglio? Basta mescolarlo con quattro o cinque staia di buon grano e tutto è venduto!;

3) chi recita il Rosario da solo ha il merito di un Rosario, ma se lo dice con trenta persone, avrà il merito di trenta rosari. tali sono le leggi della preghiera in comune. Grande vantaggio! e che guadagno!;

4) Urbano VIII, soddisfatto della devozione del Rosario recitato a due cori in molti luoghi di Roma, specialmente nel Convento della Minerva accordò cento giorni di indulgenza ogni volta che si dice il Rosario in coro, toties quoties (Breve Ad perpetuam rei memoriam del 1626);


5) la preghiera pubblica è più efficace di quella individuale per placare la collera di Dio e attirare la sua misericordia; la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, l'ha sempre promossa nei tempi di calamità e di generale disagio. Papa Gregorio XIII in una Bolla dichiara doversi piamente ritenere che le preghiere pubbliche e le processioni dei confratelli del Rosario contribuirono assai ad ottenere da Dio la grande vittoria riportata dai cristiani nel golfo di Lepanto sulla flotta turca, la prima domenica di ottobre 1571." (Il Segreto meraviglioso del Santo Rosario, 131-132).


Riassumiamo a scanso di equivoci: non è essenziale recitare il Rosario in comune, sebbene, per le ragioni esposte sia raccomandabile e preferibile. Chi fosse impossibilitato a recitarlo in comune farebbe cosa cattiva ad astenersi dalla preghiera o ad abbandonarlo!

Il Rosario è formato da 150 Ave, suddivise in decine (o 'poste'), raggruppate in 3 'Corone' di 5 'Misteri' ciascuna. Ogni corona del S. Rosario è formata da 5 decine. Le 150 Ave richiamano i 150 Salmi del Salterio; per questo motivo è detto anche "Salterio Angelico" o "Salterio della Beata Vergine Maria".

Evidente è pure il riferimento cristologico e trinitario. "La prima cosa da notare" - scrive Giovanni Paolo II - "è come la corona converga verso il Crocifisso, che apre così e chiude il cammino stesso dell'orazione. In Cristo è centrata la vita e la preghiera dei credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui,tutto, mediante Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre. (...) Il beato Bartolo Longo la vedeva anche come una 'catena' che ci lega a Dio. Catena, sì, ma catena dolce; tale sempre si rivela il rapporto con un Dio che è Padre. Catena 'filiale', che ci pone in sintonia con Maria, la 'serva del Signore' (Lc 1, 38), e, in definitiva, con Cristo stesso, che, pur essendo Dio, si fece 'servo' per amore nostro (Fil 2, 7). (Lett. Ap. Rosarium Virginis Mariae).

Le decine possono essere separate, purchè la Corona sia completata nello stesso giorno.

Quando non si dice il Rosario intero (3 Corone) si può recitare una sola Corona con un gruppo di 5 misteri.

Ogni mistero si compone di: Enunciazione del Mistero, un Pater, dieci Ave, un Gloria. Dopo l'enunciazione si può leggere un brano biblico, esprimere l'intenzione di preghiera o fare una pausa di meditazione. Dopo ogni Mistero si può aggiungere la Preghiera di Fatima o altre giaculatorie. Dopo il quinto Mistero si recita la Salve Regina e le Litanie

Alla fine del Santo Rosario si può aggiungere l'Orazione a San Giuseppe A te, o Beato Giuseppe (la cui recita è richiesta specialmente nel mese di ottobre dall'Enciclica Quamquam pluries di Leone XIII) o altre preghiere (A S. Michele Arcangelo, Al Cuore Immacolato di Maria, ecc.). Si può anche recitare un PaterAveGloria per le intenzioni del Santo Padre. Se il Rosario è recitato per un defunto o per le Anime Purganti si sostituisce il Gloria con la recita del Requiem (L'Eterno riposo). Si termina con il segno della croce.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16/10/2002 ha introdotto facoltativamente 5 nuovi Misteri chiamati "Misteri Luminosi":

"(...) Ritengo tuttavia che, per potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportuna un'integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità, gli consenta di abbracciare anche i misteri della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e la Passione. (...) Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno 'compendio del Vangelo', è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l'incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce). Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell'assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria". (Lett. Ap. Rosarium Virginis Mariae).


Tra i molti modi di recitare il Rosario, ne indichiamo quello più semplice:

Segno della Croce

V. Deus, in adiutorium meum intende:
R. Domine, ad adiuvandum me festina.
Gloria..

Oppure, in lingua italiana:

V. O Dio, vieni a salvarmi:
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria...

"O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia". (Preghiera di Fatima)


Lunedì e Giovedì (e nel giorno del SS. Natale. dell'Annunciazione, Visitazione e Purificazione della Beata Vergine): MISTERI GAUDIOSI


Nel primo Mistero gaudioso si contempla come alla Vergine Immacolata fu annunziato dall'Arcangelo Gabriele che, restando sempre Vergine, doveva diventar Madre di Nostro Signor Gesù Cristo.



un Pater, dieci Ave, poi il Gloria. Quindi la Preghiera di Fatima ed eventualmente altre giaculatorie, ad es.:

V. Lodato sempre sia il Santissimo Nome di Gesú, di Giuseppe e di Maria.
R. E sempre sia lodato il Santissimo Nome di Gesú Verbo incarnato.

Nel secondo Mistero gaudioso si contempla come la Vergine Immacolata andò a visitare Santa Elisabetta e stette in casa sua tre mesi servendola quale umile ancella.

Nel terzo Mistero gaudioso si contempla come il nostro divin Redentore nacque nella città di Betlemme, in una stalla, e fu posto nel presepio.

Nel quarto Mistero gaudioso si contempla come la Vergine Santa presentò Gesù Cristo Nostro Signore al tempio, nelle braccia del santo vecchio Simeone.

Nel quinto Mistero gaudioso si contempla come la Vergine Immacolata, dopo avere smarrito il suo divin Figlio, passati tre giorni la ritrovò nel tempio in mezzo ai Dottori, essendo egli in età di dodici anni.


Martedì e Venerdì (e nel mercoledì e giovedì della Settimana Santa):MISTERI DOLOROSI


Nel primo Mistero doloroso si contempla come Nostro Signor Gesù Cristo, facendo orazione nell'orto di Getsèmani, per l'orror della vicina Passione sudò sangue.



Nel secondo Mistero doloroso si contempla come Gesù Cristo, per i nostri peccati, fu sottoposto in casa di Pilato a crudelissima flagellazione.

Nel terzo Mistero doloroso si contempla come Gesù Cristo fu coronato di pungentissime spine.

Nel quarto Mistero doloroso si contempla come Gesù Cristo, condannato a morte, per sua maggior ignominia e dolore fu obbligato a portare sopra le spalle il pesante legno della croce sino al monte Calvario.

Nel quinto Mistero doloroso si contempla come Gesù Cristo, giunto sul monte Calvario, fu spogliato e confitto in croce con durissimi chiodi, e dopo tre ore di penosissima agonia, in presenza dell'afflittissima sua Madre, morì per chiuderci l'inferno e per acquistarci la vita eterna.


Domenica, Mercoledì e Sabato (nel lunedì e martedì di pasqua e di Pentecoste, e nel giorno dell'Ascensione del Signore): MISTERI GLORIOSI


Nel primo Mistero glorioso si contempla come Nostro Signor Gesù Cristo, il terzo giorno dopo la sua Passione e morte, risuscitò glorioso e trionfante per non mai più morire.



Nel secondo Mistero glorioso si contempla come Gesù Cristo, 40 giorni dopo la sua risurrezione, ascese al Cielo con mirabile festa e trionfo, vedendolo la sua Madre Santissima è tutti i suoi discepoli.

Nel terzo Mistero glorioso si contempla come Gesù Cristo, sedendo alla destra del Padre, mandò lo Spirito Santo nel cenacolo, dove erano gli Apostoli con Maria Vergine congregati in orazione.

Nel quarto Mistero glorioso si contempla come la Vergine Immacolata, circa dodici anni dopo la Risurrezione di Nostro Signore, fu assunta al Cielo.

Nel quinto Mistero glorioso si contempla come la Vergine Santa fu coronata dal suo divin Figliuolo Regina del Cielo e della terra; e si contempla anche la gloria di tutti i Santi.

---------------------------------------------------------------------------------------------------


I   5   Misteri Luminosi 

(facoltativi ma esattamente e perfettamente annunciati a noi 

che ne abbiamo un particolare bisogno perché viviamo la fine dei Tempi malvagi)




Primo Mistero Luminoso. Il Battesimo di Gesù.



Secondo Mistero Luminoso. Le Nozze di Cana.

Terzo Mistero Luminoso. L'Annuncio del Regno di Dio.

Quarto Mistero Luminoso. La Trasfigurazione.

Quinto Mistero Luminoso. L'Istituzione dell'Eucaristia.

Chi recita anche questi Misteri deve tener presente la variazione nella scansione temporale, secondo il suggerimento del Papa:

"Il Rosario può essere recitato integralmente ogni giorno, e non manca chi lodevolmente lo fa. Esso viene così a riempire di orazione le giornate di tanti contemplativi, o a tener compagnia ad ammalati ed anziani che dispongono di tempo abbondante. Ma è ovvio – e ciò vale a maggior ragione, se si aggiunge il nuovo ciclo dei mysteria lucis – che molti non potranno recitarne cheuna parte, secondo un certo ordine settimanale. Questa distribuzione settimanale finisce per dare alle varie giornate della settimana un certo 'colore' spirituale, analogamente a quanto la Liturgia fa con le varie fasi dell'anno liturgico.

Secondo la prassi corrente, il lunedì e il giovedì sono dedicati ai « misteri della gioia », il martedì e il venerdì ai « misteri del dolore », il mercoledì, il sabato e la domenica ai « misteri della gloria ». Dove inserire i « misteri della luce »? Considerando che i misteri gloriosi sono riproposti di seguito il sabato e la domenica e che il sabato è tradizionalmente un giorno a forte carattere mariano, sembra consigliabile spostare al sabato la seconda meditazione settimanale dei misteri gaudiosi, nei quali la presenza di Maria è più pronunciata. Il giovedì resta così libero proprio per la meditazione dei misteri della luce".

Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti. Ciò che è veramente importante è che il Rosario sia sempre più concepito e sperimentato come itinerario contemplativo. Attraverso di esso, in modo complementare a quanto si compie nella Liturgia, la settimana del cristiano, incardinata sulla domenica, giorno della risurrezione, diventa un cammino attraverso i misteri della vita di Cristo, e questi si afferma, nella vita dei suoi discepoli, come Signore del tempo e della storia". (Lett. Ap. Rosarium Virginis Mariae).

Pertanto:

Lunedì - Sabato: Misteri Gaudiosi.
Giovedì: Misteri Luminosi.
Martedì - Venerdì: Misteri Dolorosi.
Mercoledì - Domenica: Misteri Gloriosi.

---------------------------------------------------------------------------------------------------




Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison. 


Christe, eléison.
Christe, eléison.

Kyrie, eléison.
Kyrie, eléison.

Christe audi nos.
Christe audi nos. 

Christe exaudi nos.
Christe exáudi nos.

Pater de coelis, Deus, miserére nobis.

Fili, Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.

Spiritus Sancte Deus, miserére nobis.

Sancta Trinitas, unus Deus, miserére nobis.

Sancta Maria, ora pro nobis.

Sancta Dei Génetrix, ora pro nobis.

Sancta Virgo Virginum, ora pro nobis.

Mater Christi, ora pro nobis.

Mater Ecclésiae, ora pro nobis.

Mater divinae gratiae, ora pro nobis.

Mater purissima, ora pro nobis.

Mater castissima, ora pro nobis.

Mater invioláta, ora pro nobis.

Mater intemeráta, ora pro nobis.

Mater amábilis, ora pro nobis.

Mater admirábilis, ora pro nobis.

Mater boni consilii, ora pro nobis.

Mater Creatoris, ora pro nobis.

Mater Salvatoris, ora pro nobis.

Virgo prudentissima, ora pro nobis.

Virgo veneránda, ora pro nobis.

Virgo praedicánda, ora pro nobis.

Virgo potens, ora pro nobis.

Virgo clemens, ora pro nobis.

Vfrgo fidélis, ora pro nobis.

Spéculum iustitiae, ora pro nobis.

Sedes sapiéntiae, ora pro nobis.

Causa nostrae laetitiae, ora pro nobis.

Vas spirituale, ora pro nobis.

Vas honorabile, ora pro nobis.

Vas insigne devotionis, ora pro nobis.

Rosa mystica, ora pro nobis.

Turris Davidica, ora pro nobis.

Turris eburnea, ora pro nobis.

Domus aurea, ora pro nobis.

Foéderis arca, ora pro nobis.

Ianua caeli, ora pro nobis.

Stella matutina, ora pro nobis.

Salus infirmorum, ora pro nobis.

Refugium peccatorum, ora pro nobis.

Consolátrix afflictorum, ora pro nobis.

Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

Regina Angelorum, ora pro nobis.

Regina Patriarchárum, ora pro nobis.

Regina Prophetárum, ora pro nobis.

Regina Apostolorum, ora pro nobis.

Regina Mártyrum, ora pro nobis.

Regina Confessorum, ora pro nobis.

Regina Virginum, ora pro nobis.

Regina Sanctorum omnium, ora pro nobis.

Regina sine labe originali concépta, ora pro nobis.

Regina in Coelum assumpta, ora pro nobis.

Regina sacratissimi Rosárii, ora pro nobis.

Regina familiae, ora pro nobis.

Regina pacis, ora pro nobis.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
parce nobis, Domine.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
exaudi nos, Domine.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
miserére nobis.

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Génitrix: nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo gloriosa et benedicta.

V. Ora pro nobis, sancta Dei Génitrix.

R. Ut digni efficiámur promissionibus Christi.

Oremus.

Concéde nos famulos tuos, quaésumus, Domine Deus, perpétua mentis et corporis sanitate gaudére: et, gloriosa Beatae Mariae semper Virginis intercessione, a praesénti liberári tristitia et aetérna pérfrui laetitia. Per Christum Dominum nostrum. Amen.


***

Esempio pratico si trova nel 



Santo Rosario in latino guidato da Giovanni Paolo II





1. A tutti coloro che reciteranno il mio Rosario prometto la mia specialissima protezione.

2. Chi persevererà nella recita del mio Rosario, riceverà grazie potentissime.

3. Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato e abbatterà le eresie.
4. Il Rosario farà rifiorire le virtù, le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio.
5. Chi confiderà in me, col Rosario, non sarà oppresso dalle avversità.
6. Chiunque reciterà devotamente il S. Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se giusto e sarà fatto degno della vita eterna.
7. I devoti del mio Rosario nell'ora della morte, non moriranno senza Sacramenti.
8. Coloro che recitano il mio Rosario troveranno, durante la loro vita e nell'ora della morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno ai meriti dei beati in Paradiso.
9. Io libero ogni giorno dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.
10. I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gioia in cielo.
11. Ciò che chiederai col Rosario, l'otterrai.
12. Coloro che propagano il mio Rosario saranno da me soccorsi in ogni loro necessità.
13. Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli nella vita e nell'ora della morte i Santi del Cielo.
14. Coloro che reciteranno il mio Rosario fedelmente sono tutti figli miei amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù.
15. La devozione del Santo Rosario è un grande segno di predestinazione.






P. I peccatori ottengono il perdono.



S. Le anime assetate sono saziate.

A. Coloro che sono legati vedono infrante le loro catene.

L. Coloro che piangono trovano gioia.

T. Coloro che sono tentati trovano pace.

E. I bisognosi ricevono aiuto.

R. I religiosi sono riformati.

I. Gli ignoranti sono istruiti.

V. I vivi vincono il declino spirituale.

M. I morti hanno le loro pene alleviate per via dei suffragi.






A conferma dell'importanza della preghiera del Santo Rosario nella Chiesa Cattolica, quale Corpo mistico e orante di Nostro Signore Gesù,sono riconosciute indulgenze per i fedeli, che nelle condizione descritte qui di seguito recitino devotamente il Santo Rosario della Beata Vergine Maria.




Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che:




recita devotamente il Rosario mariano in chiesa od oratorio, oppure in famiglia, in una Comunità religiosa, in una associazione di fedeli e in modo generale quando più fedeli si riuniscono per un fine onesto;

si unisce devotamente alla recita di questa preghiera, mentre viene fatta dal Sommo Pontefice, e trasmessa per mezzo della televisione o della radio.
Nelle altre circostanze invece l'indulgenza è parziale.




Per l'indulgenza plenaria annessa alla recita del Rosario mariano si stabiliscono queste norme:




1) è sufficiente la recita di cinque decadi; ma devono recitarsi senza interruzione;

2) alla preghiera vocale si deve aggiungere la pia meditazione dei misteri;
3) nella recita pubblica i misteri devono essere enunziati secondo l'approvata consuetudine vigente nel luogo; invece in quella privata è sufficiente che il fedele aggiunga alla preghiera vocale la meditazione dei misteri.




Condizioni generali per l'ottenimento delle indulgenze




1. Per ottenere l'indulgenza plenaria, oltre l'esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale, è necessario eseguire l'opera indulgenziata e adempiere le tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.

2. Con una sola confessione sacramentale si possono acquistare più indulgenze plenarie; invece, con una sola comunione eucaristica e una sola preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice si può acquistare una sola indulgenza plenaria.
3. Le tre condizioni possono essere adempiute parecchi giorni prima o dopo di aver compiuto l'opera prescritta; tuttavia è conveniente che la comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice siano fatte nello stesso giorno, in cui si compie l'opera.
4. Se manca la piena disposizione o non viene eseguita totalmente l'opera richiesta e non sono poste le tre condizioni, l'indulgenza sarà solamente parziale, salvo quanto è prescritto per coloro che sono "impediti".
5. Si adempie pienamente la condizione della preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, recitando secondo le sue intenzioni un Padre nostro ed un'Ave, Maria; è lasciata tuttavia libertà ai singoli fedeli di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno.

AVE MARIA PURISSIMA