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lunedì 28 luglio 2025

LA BELLEZZA CHE HA SALVATO E SALVERA' IL MONDO

 La Santa Messa e la bellezza


Il silenzio e la solitudine che abbiamo prima evocato sono come la soglia che apre a un’altra dimensione, la porta invisibile da varcare per veder irrompere la bellezza segreta della Santa Messa; perché la Messa in rito antico è anche ed essenzialmente bella; è bella in ogni sua parte e nella sua totalità; è bella nei suoi canti e nei suoi silenzi; è bella nelle sue parole e nelle sue pause; è bella come un tutto, dove ogni parte è perfetta in sé, ma anche nei legami che la uniscono alle altre.

Questa bellezza della Messa di sempre non è paragonabile, in un certo senso, a quella di nessuna altra realtà, ovvero è superiore  e qualitativamente altra rispetto alla bellezza artistica, ad esempio, o alla bellezza di un panorama naturale. Infatti non ci troviamo semplicemente  di fronte a qualcosa che è bello, ma siamo immersi nella bellezza di una actio liturgica che è divino-umana, e rispetto alla quale non siamo semplici spettatori inerti e passivi, ma alla quale ci è concesso di prendere parte spiritualmente, adorando e pregando, unendoci infine al Sacrificio di Cristo e offrendoci con Lui al Padre: ecco la vera actuosa partecipatio.

Dunque la Santa Messa di sempre è bella di una bellezza che trascende quella di ogni altra realtà perché colui che la  contempla, ne è al contempo parte: soggetto e oggetto tendono qui a collassare in una luminosa unità. Sappiamo inoltre che la bellezza è legata all’ordine e all’armonia, ma anche che l’armonia può essere generata solo da un centro verso il quale tutte le parti convergono: ebbene nella Messa di san Pio V questo centro brilla di una luce originaria e irriducibile ed è rappresentato sul piano spaziale e fenomenico dall’altare; sul piano più profondo della realtà dal Santo Sacrificio  della croce, che sull’altare si ripresenta in modo mistico e incruento. Vi è dunque un centro verso il quale converge non solo lo sguardo del fedele, ma il suo cuore, la sua anima, la totalità della sua persona.


La bellezza della Santa Messa, in tal modo, non è più semplicemente  qualcosa di contemplato, ma diviene qualcosa di vissuto, entra nel cuore del fedele e ne invade l’anima, fino a divenire più reale della realtà fisica stessa, più intensa di ogni altra esperienza o sentimento possibili nel mondo, segno e, realtà al tempo stesso, della dolcezza infinita con la quale Cristo abbraccia  noi poveri peccatori, indegni di essere alla sua presenza, eppure mendicanti del Suo amore.


La bellezza della Santa Messa dunque non dipende, in ultima istanza, dall’edificio in cui si svolge, dalla decorazione delle pareti, dal fasto dell’altare, dalla preziosità e ricercatezza degli arredi o dei paramenti liturgici, perché si tratta di una bellezza  non delle cose, non di ciò che appare e si vede, ma di ciò che accade; si tratta della bellezza, straziante e dolcissima nello stesso tempo, di Cristo, Sacerdote e Vittima, che si immola per noi.  Qui dunque la bellezza è punto di accesso metafisico alla pienezza dell’essere, è il manifestarsi dell’Assoluto, il rilucere  della Verità stessa.

Quale differenza con la Messa 'cosìdetta' di Paolo VI, dove tutto sembra tendere al disordine e al caos, dove le parti sembrano giustapposte approssimativamente, slegate fra loro, incapaci di convergere verso un punto prospettico unitario; manca infatti qui il centro che dovrebbe essere rappresentato dal Santo Sacrificio dell’altare. I riti e le parole sembrano studiati per ridurre tutto a rimando simbolico, senza più essere in se stessi capaci di significare  e rendere manifesta la realtà del grande mistero che viene celebrato.  

In questi tempi di tenebra, nei quali sempre più spesso siamo inclini a ripetere la profonda domanda del grande scrittore russo : ” Quale bellezza salverà il mondo? ”, ogni cattolico di buona volontà può dire di avere la risposta: la bellezza che salverà il mondo, l’unica che può toccare il  cuore di un’umanità che sembra sprofondata nel deliquio di una follia irredimibile, è la bellezza della Santa Messa di sempre, la Santa Messa di San Pio V. 


Questa e solo questa è la Messa che ha permesso di santificarsi a generazioni di cattolici, che ha consolato gli ammalati e gli afflitti, gli abbandonati e gli sconfitti, i peccatori e i consacrati;  questa e solo questa è la Messa che rende possibile la vita contemplativa e sacerdotale, la castità degli sposi e dei fidanzati, l’eroismo dei martiri e dei confessori. 


E’ la Santa Messa di sempre che ci porta sul Golgota e ci insegna che, di fronte a Cristo crocifisso per noi, non possiamo porre alcun limite al dono che dobbiamo fargli della nostra anima, della nostra persona, della nostra vita stessa, arsi dall’incendio della sua Carità, consumati dalla stessa divorante sete di santità e di sacrificio.
Articolo di Matteo D'Amico

Ave Maria Purissima!