L'ex premier incaricato, Carlo Cottarelli. Foto Agf
Carlo Cottarelli è sbarcato a Trento, al Festival dell’Economia, sorridente e rilassato: “Per fare politica ci vuole uno stomaco più forte del mio. Sono contento che ci sia un governo politico. E’ quello che serve all’Italia” ha detto a margine della presentazione del suo libro “I sette peccati capitali dell’economia italiana”.


L’ex premier incaricato, ma soprattutto ex commissario alla spending review, è poi tornato sulle vicissitudini che hanno portato alla formazione del governo Conte mettendo in guardia l’esecutivo da facili soluzioni: “Sono fermamente convinto che sarebbe un errore per l’Italia uscire dall’euro e che sarebbe difficile il processo di uscita. Una volta fuori dalla moneta unica non potremo stampare quanto vogliamo, diventando tutti ricchi e risolvendo ogni problema”.

Giuseppe Conte. Imagoeconomica
Cottarelli, però non ha negato che l’Unione europea stia attraversando un periodo delicato anche perché la Germania continua a mostrarsi egoista: “La legge di bilancio per il 2019 fa male all’Italia e fa male all’Europa, perché per il quarto anno consecutivo continuano ad avere un surplus in paese dove debito è già sceso, stanno esagerando. I Paesi Ue hanno il diritto di criticare, ma con i dovuti toni, quando ci sono i peccati capitali come quelli di cui si parla”.

Angela Merkel
Basti pensare l’economia tedesca va a pieni giri, il Pil cresce del 3%, la disoccupazione al 3,6% è ai minimi da 40 anni e il surplus commerciale sfiora i 300 miliardi di euro. Eppure, in Germania i salari restano bassi e gli investimenti in Europa sono quasi nulli: insomma i tedeschi che chiedono ai partner del Vecchio continente di fare i compiti a casa, sono i primi a non rispettare le regole che aiuterebbe l’Ue ad uscire dalla sua stagnazione.
“E’ l’ennesimo anno consecutivo che vede un surplus con un debito che continua a scendere e questo – spiega Cottarelli – non fa bene perché un forte avanzo significa che i tedeschi stanno producendo ma non consumano e sarebbe meglio la Germania se stimolasse di più l’economia”.
Secondo Goldman Sachs, in un livello di piena occupazione gli stipendi tedeschi avrebbero dovuto crescere del 9%, invece sono fermi nell’ordine del 2%: “Senza una ripresa dei salari in Germania – scrive la banca d’affari – difficilmente l’inflazione core dell’Eurozona tornerà a crescere”. D’altra parte, come spiegano gli addetti ai lavori, la dinamica dei prezzi del Vecchio continente dipende dai tedeschi: a cominciare da quanto spendono nel resto dell’area. In assenza di tassi di cambio, il peso del riequilibrio economico è caduto tutto sull’aggiustamento dei salari e dei prezzi obbligando così i paesi periferici a mantenere gli stipendi e l’inflazione sotto il livello della Germania.
Anche per questo Cottarelli ha ribadito di non aver nulla in contrario “che si vada a dire che dobbiamo difendere meglio i nostri interessi. Spesso non l’abbiamo fatto anche perché ci muoviamo in ritardo rispetto ad altri paesi. La nostra difesa deve avvenire sempre all’interno della nostra partecipazione all’Europa e all’area euro”.

La sede della Bce. iStock
Per l’ex premier incaricato, tuttavia, ci sono segnali positivi: “Innanzitutto stiamo recuperando competitività rispetto alla Germania dove stanno aumentando i costi di produzione e quel divario di competitività si sta riducendo anno dopo anno. Ma se facciamo alcune riforme riusciamo a ridurre i costi di produzione e diventiamo più competitivi. Qualche esempio? Le stime ufficiali ci dicono che il costo di compilazione dei moduli per le Pmi è di 31 miliardi all’anno, quasi il 2% del Pil. Allora io dico: lavoriamo su queste cose. Snelliamo la burocrazia, riduciamo la corruzione, l’evasione fiscale, risparmiamo sul lato della spesa, creiamo una giustizia civile più veloce. Lavoriamo su queste cose e diventiamo più competitivi nell’area euro, non c’è bisogno di uscire”.
L’ultima stoccata è dedicata al Commissario Ue Gunther Oettinger: “Di fronte ad una stupidaggine tale (“I mercati insegneranno agli italiani a votare” ndr) scusarsi non era sufficiente, se ne sarebbe dovuto andare, forse doveva essere mandato via prima”.

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