Il colombo riconoscente (India)
All'estremità del villaggio abitava in una misera capanna un buon contadino di nome Kizavan. Non aveva né amici né parenti, ma in compenso era benvoluto da tutti gli animali della foresta perché conosceva la loro lingua.
Un giorno, mentre stava raccogliendo dei fuscelli, udì un gemito.
Subito scorse, non lontano, un colombo con un'ala spezzata. Lo raccolse delicatamente e se lo portò a casa.
- Starai con me finché non sarai guarito - gli disse - mi spiace soltanto che oggi dovremo digiunare insieme: non ho nulla da darti da mangiare.
- Non ti preoccupare - rispose il colombo - nella foresta c'è un grosso mango: nella sua cavità troverai del riso. lo l'ho raccolto e conservato, pensando al vicino inverno.
Kizavan andò nella foresta, individuò il mango e in effetti trovò nel cavo dell'albero un bel pugno di riso e insieme notò, con stupore, dei brillanti. Ma non li toccò.
"Gradisco il riso - disse fra sé e sé - ma non ho bisogno dei brillanti. Là dove si possiedono o si scambiano queste pietre preziose c'è sempre invidia e c'è cattiveria".
Portò il riso al colombo e rimase a guardarlo mentre mangiava.
- Perché non ne mangi pure tu? - chiese il colombo.
- E' sufficiente appena per te. Non ti preoccupare per me, sono abituato a saltare i pasti.
Il colombo mangiò di gusto un po' per giorno il suo riso finché guarì, e allora, tubando un saluto, volò via. Ma ritornò dopo qualche ora, recando nel becco un anello.
- Mettilo al dito - disse a Kizavan - ed esprimi un desiderio. Qualunque sia verrà soddisfatto.
- Oh, come vorrei avere un po' di pane e una buona tazza di latte! - sospirò il buon uomo.
Non aveva finito di parlare che sulla tavola comparve una fumante tazza colma di latte e un bel pane appena sfornato. Kizavan mangiò con evidente piacere e lasciò le briciole al colombo.
E fu felice per lunghissimi anni: non soltanto perché, grazie al dono del colombo, ebbe sempre cibo, ma soprattutto perché aveva trovato un amico.