CAPITOLO XLVI. - NELLA FESTA DI S. MARIA MADDALENA
Nella festa di S. Maria Maddalena, la grande amante di Cristo apparve a Geltrude durante i primi Vespri adorna di rose d'oro e splendente di tante gemme quanti furono i suoi peccati. Ritta alla destra del Figlio di Dio, diffondeva su tutta la Corte celeste il meraviglioso splendore della sua gloria, e il Salvatore Gesù, prodigandole familiari carezze, le diceva tenerissime parole. Geltrude comprese che i fiori d'oro rappresentavano la divina clemenza che aveva rimessi i peccati di S. Maria Maddalena, le gemme preziose simboleggiavano la penitenza con cui ella, aiutata dalla divina grazia, aveva cancellato tutte le sue colpe.
Durante il Mattutino Geltrude applicò la sua divozione alle parole ed ai neumi che erano cantati in onore di S. Marria Maddalena, e la pregò d'intercedere per lei e per le persone che le erano state raccomandate. La Santa penitente s'avanzò, si prostrò ai piedi del Signore, li baciò con amore e li offerse, in virtù dei suoi meriti, a tutti coloro che desideravano avvicinarsi ad essi con sincera penitenza. Geltrude venne a baciare teneramente quei sacratissimi piedi, dicendo: Ecco, o amatissimo Gesù, che ti offro le pene di tutte le persone che mi sono affidate e in loro compagnia, lavo i tuoi santissimi piedi. Rispose il Signore: < Con ragione mi hai lavato i piedi in nome loro, adesso di' a coloro per i quali tu preghi che me li asciughino coi loro capelli, che li bacino e li profumino con preziosi aromi >. Geltrude comprese che quelle persone dovevano fare tre cose: per asciugare i piedi di Gesù era necessario che si esaminassero accuratamente se nei dolori da loro sofferti, nulla vi fosse di opposto a Dio, o che impedisse la loro unione col Signore; in caso affermativo dovevano proporre di vincere ogni ostacolo, a prezzo di qualsiasi sacrificio. Per baciare i piedi di Gesù dovevano confidare ciecamente nella bontà infinita di Dio, sempre pronto a perdonare le colpe dei cuori sinceramente pentiti. Infine per profumare quei santi piedi dovevano proporre di fuggire, per quanto è possibile, la minima offesa di Dio.
Aggiunse il Signore: < Se vuoi offrirmi il profumo che, secondo il Vangelo, quella grande penitente versò sul mio capo, spezzando il vaso che lo conteneva, così che la casa fu tutta piena di quella fragranza: et domus impleta est ex odore unguenti (Giov. XII, 3), devi amare la verità. Infatti colui che, per amore della verità e per difenderla si espone ad avere sofferenze, a perdere amici, a compiere gravi rinunce, colui, dico, spezza realmente il vaso d'alabastro e profuma il mio capo, sì che tutta la casa è fragrante di quest'olezzo. Egli dà realmente buon esempio e mentre si sforza di correggere gli altri, migliora se stesso, cercando di evitare le colpe che biasima nel prossimo. Così il buon odore si diffonde per l'esempio edificante e le opportune correzioni al prossimo. Se mai poi, nel suo amore alla verità, cadesse in qualche difetto, sia correggendo con asprezza e zelo eccessivo, sia mostrandosi negligente o troppo rigido, io lo scuserò davanti al Padre celeste e a tutti gli eletti, come seppi difendere Maria Maddalena; di più soddisferà a tutte le sue colpe.>
Geltrude chiese: < Amorosissimo Gesù, si dice che Maria abbia comperato quell'unguento odoroso, come potrei anch'io, (sia pure a prezzo grande), renderti un omaggio così gradito?> Egli rispose: < Colui che in ogni occasione, mi offre la sua buona volontà, che si sforza di agire per amore, e che accetta i più gravi sacrifici per la mia gloria, compera veramente questo balsamo squisito. Lo acquista purchè, preferendo il mio onore al suo vantaggio, si assoggetta a qualsiasi rinuncia; lo acquisterebbe anche se per gravi ostacoli, non potesse tradurre in opera il suo progetto.>
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V. Iube, Dómine, benedícere. Benedictio. Evangélica léctio sit nobis salus et protéctio. Amen. Lectio 1 Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam Luc 7:36-50 In illo témpore: Rogábat Iesum quidam de pharisǽis, ut manducáret cum illo. Et ingréssus domum pharisǽi discúbuit. Et réliqua. Homilía sancti Gregórii Papæ Homilia 33 in Evangelia Cogitánti mihi de Maríæ Magdalénæ pœniténtia, flere magis libet, quam áliquid dícere. Cuius enim vel sáxeum pectus illæ huius peccatrícis lácrimæ ad exémplum pœniténdi non emólliant? Considerávit namque quid fecit, et nóluit moderári quid fáceret. Super convivántes ingréssa est, non iussa venit, inter épulas lácrimas óbtulit. Díscite, quo dolóre ardet, quæ flére et inter épulas non erubéscit. V. Tu autem, Dómine, miserére nobis. R. Deo grátias. R. Deus meus, éripe me de manu peccatóris: et de manu contra legem agéntis, et iníqui: * Quóniam tu es patiéntia mea. V. Deus meus, ne elongéris a me: Deus meus, in auxílium meum réspice. R. Quóniam tu es patiéntia mea. | 17 V. Dègnati, o padre, di benedirmi. Benedizione. Con una benedizione perpetua ci benedica l'eterno Padre. Amen. Lettura 1 Lettura del santo Vangelo secondo Luca Luca 7:36-50 In quell'occasione: Uno dei farisei pregò Gesù d'andare a desinare da lui. Ed entrato in casa del fariseo si pose a mensa. Eccetera. Omelia di san Gregorio Papa Omelia 33 sul Vangelo Quando rifletto alla penitenza di Maria Maddalena, mi sento più voglia di piangere che di parlare. E chi, pur avendo un cuore di pietra non si commuoverà alle lacrime di questa peccatrice fino a imitarne il pentimento? Ella considerò ciò che aveva fatto, e non volle ritardare ciò che le rimaneva a fare. Entrò tra i commensali, andò senz'essere invitata, e durante il pasto offrì lo spettacolo delle sue lacrime. Osservate qual dolore la consuma, mentre non arrossisce di piangere e ciò in mezzo a un festino. V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi. R. Grazie a Dio. R. Dio mio, salvami dalla mano del peccatore: e dalla mano del violator della legge, e dell'iniquo : * Perché tu sei la mia aspettazione. V. Dio mio, non allontanarti da me: Dio mio, volgiti in mio aiuto. R. Perché tu sei la mia aspettazione. |
V. Iube, Dómine, benedícere. Benedictio. Divínum auxílium máneat semper nobíscum. Amen. Lectio 2 Hanc vero, quam Lucas peccatrícem mulíerem, Ioánnes Maríam nóminat, illam esse Maríam crédimus, de qua Marcus septem dæmónia eiécta fuísse testátur. Et quid per septem dæmónia, nisi univérsa vítia designántur? Quia enim septem diébus omne tempus comprehénditur, recte septenário número univérsitas figurátur. Septem ergo dæmónia María hábuit, quæ univérsis vítiis plena fuit. V. Tu autem, Dómine, miserére nobis. R. Deo grátias. R. Multiplicáti sunt qui tríbulant me, et dicunt: Non est salus illi in Deo eius: * Exsúrge, Dómine, salvum me fac, Deus meus. V. Nequándo dicat inimícus meus: Præválui advérsus eum. R. Exsúrge, Dómine, salvum me fac, Deus meus. | 18 V. Dègnati, o padre, di benedirmi.Benedizione. L'unigenito Figlio di Dio si degni di benedirci e di aiutarci. Amen. Lettura 2 Questa donna, che Luca chiama peccatrice e Giovanni chiama Maria, noi crediamo essere quella Maria da cui, per testimonianza di Marco, furono scacciati sette demoni. E che indicano questi sette demoni, se non tutti i vizi? Come i sette giorni della settimana designano tutto il corso del tempo, così il numero sette figura assai bene l'universalità. Maria ebbe dunque in sé sette demoni, perciò fu ripiena di tutti i vizi. V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi. R. Grazie a Dio. R. Si sono moltiplicati i miei nemici, e dicono: Non c'è salvezza per lui nel suo Dio: * Sorgi, Signore, salvami, o mio Dio. V. Affinché il mio nemico non dica: L'ho sopraffatto. R. Sorgi, Signore, salvami, o mio Dio. |
V. Iube, Dómine, benedícere. Benedictio. Ad societátem cívium supernórum perdúcat nos Rex Angelórum. Amen. Lectio 3 Sed ecce quia turpitúdinis suæ máculas aspéxit, lavánda ad fontem misericórdiæ cucúrrit, convivántes non erúbuit. Nam quia semetípsam gráviter erubescébat intus, nihil esse crédidit, quod verecundarétur foris. Quid ergo mirámur, fratres? Maríam veniéntem, an Dóminum suscipiéntem? Suscipiéntem dicam, an trahéntem? Sed mélius trahéntem dicam, et suscipiéntem: quia nimírum ipse eam per misericórdiam traxit intus, qui per mansuetúdinem suscépit foris. V. Tu autem, Dómine, miserére nobis. R. Deo grátias. R. Usquequo exaltábitur inimícus meus super me? * Réspice, et exáudi me, Dómine, Deus meus. V. Qui tríbulant me, exsultábunt si motus fúero: ego autem in misericórdia tua sperábo. R. Réspice, et exáudi me, Dómine, Deus meus. Gloria omittitur R. Usquequo exaltábitur inimícus meus super me? * Réspice, et exáudi me, Dómine, Deus meus. | 19 V. Dègnati, o padre, di benedirmi.Benedizione. La grazia dello Spirito Santo illumini i nostri sensi e i nostri cuori. Amen. Lettura 3 Ma perché vide d'un colpo le macchie della sua turpitudine, ella corse subito a purificarsi al fonte della misericordia, senza arrossire davanti agli invitati. E siccome si vergognava grandissimamente dentro di sé, così non curò per nulla la confusione esterna. Che ammiriamo noi dunque, o fratelli? Maria che va, o il Signore che la riceve? Dirò, ch'egli la riceve o che l'attira? Ma dirò meglio che l'attira e riceve insieme: perché è certo lui che l'attira internamente colla sua misericordia, e che l'accoglie esternamente colla sua dolcezza. V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi. R. Grazie a Dio. R. Fino a quando trionferà il mio nemico su di me? * Guarda, ed esaudiscimi, o Signore, Dio mio. V. Quelli che mi perseguitano, esulteranno se vacillerò; ma io spero nella tua misericordia. R. Guarda, ed esaudiscimi, o Signore, Dio mio. si omette il Gloria R. Fino a quando trionferà il mio nemico su di me? * Guarda, ed esaudiscimi, o Signore, Dio mio. |
AMDG et DVM