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lunedì 19 marzo 2012

GUSTIAMO LA SAPIENZA DEI SANTI




Un altro giorno, ella (la Beata Maria di Gesù Crocifisso) disse, sempre in estasi: «Ho preso il santo abito qui, ma non vi farò la professione: pronuncerò i miei voti nelle Indie. Resterò a lungo novizia. Padre Elia, tu lo sai, che andrò a piantare laggiù la rosa di Teresa».


Passando in seguito a consigli più pratici, aggiunse, sempre nel rapimento: 
«La mia Madre Teresa era fedele nelle piccole cose. Le anime sbagliano spesso cercan­do di fare delle grandi penitenze. 
Tutto ciò non è niente se non si è fedeli alla Re­gola. La Regola di Madre Teresa è così saggia! è tutta contro natura. La Regola è la nostra madre. 
Ci sembra qualche volta che se non facciamo più della Regola, ag­giungendovi qualche cosa di straordinario, non ci salveremo: è un errore. 

Ecco ciò che mi ha detto la santissima Vergine: Se una suora assolve tutti i punti della Re­gola senza aggiungervi niente, va diritta in cielo. Se un'altra suora, facendo più della Regola, non ha il vero spirito della Regola, non andrà diritta in cielo. 
Prati­chiamo la Regola, tutta la Regola, con il vero spirito della Regola e otterremo tut­to da Dio. Lo Spirito della Regola è tutto lo spirito della Croce.

È bene essere disprezzata, non essere che niente; è bene stare nella tristezza sul­la terra per essere glorificata nel cielo. Ogni anima che cerca il disprezzo sulla ter­ra, avrà la gioia nel cielo. 
Tu, o anima, non sarai sempre disprezzata, non sarai sem­pre sofferente, sempre povera; la prova non è fatta per durare sempre. Cerca dunque le occasioni di umiliarti. 
Se ti si rimprovera di fare ogni sorta di male, ringrazia. Tutto passa sulla terra, non vi resterai sempre. Raccogli meriti ogni giorno. 

Ogni volta che sarai disprezzata, che ti si mortificherà, che si frantumerà la tua volontà, rallegrati: tutto ciò vale per il cielo.

Quando nostro Signore è venuto sulla terra, ha posto san Giuseppe sopra di sé, per poter obbedire; voleva così farci capire il merito dell'ubbidienza. Padre Giu­seppe! Madre Teresa, scoprirete che non avete sofferto abbastanza. Mille anni di sofferenze non sono niente, poiché noi saremo in seguito per sempre in cielo. Feli­ce l'anima che soffre!».

LAUDETUR JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR CUM MARIA!

SEMPER LAUDENTUR!

sabato 7 gennaio 2012

"E' QUESTA LA CROCE DI CRISTO BEATA E DESIDERABILE



DAGLI SCRITTI...
Dalle «Lettere» di san Raimondo di Peñafort
, sacerdote (1175-1275).

"Se il predicatore della verità, senza mentire, ha detto veramente che tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo soffrono persecuzione, nessuno, io penso, viene escluso da questa regola generale se non colui che trascura o non sa vivere «con sobrietà, con giustizia e pietà in questo mondo» (Tt 2, 12).



Ma sia lungi da voi l’appartenere al numero di coloro che hanno case quiete, tranquille e sicure, mentre la verga del Signore non è su di loro: trascorrono la vita nella prosperità e in un attimo scenderanno all’inferno.



Al contrario, la vostra purezza e pietà meritano ed esigono - perché siete accetti e graditi a Dio - di essere affinate con colpi ripetuti fino alla sincerità più completa. Se la spada talvolta si raddoppia e si triplica su di voi, bisogna stimare anche tutto questo come gioia e segno di amore.



La spada a doppio taglio è formata dalle battaglie all’esterno e dai timori all’interno; questi ultimi sono raddoppiati o triplicati quando lo spirito astuto rende inquiete le fibre più intime del cuore con l’inganno e con le seduzioni. Questi tipi di combattimento finora li avete conosciuti abbastanza, altrimenti sarebbe stato impossibile raggiungere una così ammirevole pace e tranquillità interiore.


Si raddoppia e si triplica esteriormente la spada quando, senza motivo, nasce una persecuzione da parte di uomini di Chiesa nell’ambito spirituale, dove le ferite più gravi sono quelle che vengono dagli amici.


E’ questa la croce di Cristo beata e desiderabile, che il forte Andrea accolse con animo gioioso, nella quale solamente il Vaso di elezione [ossia S. Paolo] dice che dobbiamo gloriarci.
Guardate pertanto all’autore e conservatore della fede, a Gesù che patì nella più grande innocenza e anche da parte dei suoi e fu computato fra i malfattori; e, bevendo il calice così glorioso del Signore Gesù, rendete grazie a Dio che ci dona ogni bene.


Il Dio stesso dell’amore e della pace doni la pace ai vostri cuori e affretti il vostro cammino, per nascondervi lontano dagli intrighi degli uomini al riparo del suo volto, fino a quando non vi avrà introdotti e trapiantati in quella pienezza, dove risiederete per sempre nella bellezza della pace, nelle tende della fiducia, nel riposo dell’abbondanza".

AMDG et B.V.MARIAE!