COLLOQUIO XXI
Che ai Minori conviene una gran... pazienza nelle cose contrarie.
Uno de' compagni dimandando quante e quali cose debbonsi soffrire o tollerare dai Minori, e dicendo il B. Padre provatissimo nella pazienza, egli disse:
"Non mi stimerei Frate Minore, se non che ai Minori conviene una gran... pazienza nelle cose contrarie". Uno de' compagni dimandando quante e quali cose debbonsi soffrire o tollerare dai Minori, e dicendo il B. Padre provatissimo nella pazienza, egli disse:
<< Non mi stimerei Frate Minore, se non in quello stato, che ti dipingerò. Ecco che per ragion del mio officio, e come è costume de' Prelati, vo a Capitolo , trovo i Frati ivi congregati , predico loro la parola di Dio, gli ammonisco di qualunque difetto. Compite le quali cose, i Frati si lèvano su contro di me, e dicono:
"Tu non sei adatto a noi" né idòneo all'officio di Generale o di Superióre. Poiché qual cosa ci potrà comandare rettamente e come ben governare oh uomo illetterato, senza discorso, idiota e semplice? Perciò d' ora innanzi non presumere di nominarti nostro Prelato. Alla fine sono discacciato con obbrobrio, deriso e vilipeso da tutti ".
Io ti dico, che se non ascolterò queste parole col medesimo volto, colla stessa ilarità d'animo e col medesimo proposito di santità, con cui n'udirei qualunque altra che piace, che vien detta in mio onore, non mi giudicherò in verun modo Frate Minore.
Perocché se godo ed esulto, quando mi onorano, a motivo del profitto, della virtù e della divozione loro, dove nondimeno può esservi il pericolo dell'anima mia; molto più devo rallegrarmi e prender diletto del profitto e della salute dell'anima mia, quando mi vituperano; perché in questo è certo per me il guadagno.
Perocché nella prelatura vi è la caduta, nella lode il precipizio, nell' umiltà del suddito il guadagno dell'anima ».
AMDG et DVM