“Papa Benedetto XVI risponde
al Vescovo emerito Bettazzi, ad Avvenre e a tutti Vescovi italiani
in merito alla contraccezione”
“Papa Benedetto XVI risponde al Vescovo emerito Bettazzi, ad Avvenire e a tutti Vescovi italiani in merito alla contraccezione”
Abbiamo visto le gravissime dichiarazioni di Mons. Bettazzi, su Avvenire (quotidiano ufficiale della CEI), in merito all’Humanae Vitae e alla contraccezione (https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/10/30/la-deriva-dei-vescovi-italiani-rottamata-lhumanae-vitae-di-fra-cristoforo/) Bettazzi ha detto tra le altre cose:
“Non era facile a quei tempi affermare che nel matrimonio quello che conta è l’amore degli sposi e poi c’è la procreazione. Non che non sia importante. Ma al primo posto c’è l’amore coniugale”.
Bene. Ecco a voi la risposta di Papa Benedetto XVI:
“Gli sposi, infatti, avendo ricevuto il dono dell’amore, sono chiamati a farsi a loro volta dono l’uno per l’altra senza riserve. Solo così gli atti propri ed esclusivi dei coniugi sono veramente atti di amore che, mentre li uniscono in una sola carne, costruiscono una genuina comunione personale. Pertanto, la logica della totalità del dono configura intrinsecamente l’amore coniugale e, grazie all’effusione sacramentale dello Spirito Santo, diventa il mezzo per realizzare nella propria vita un’autentica carità coniugale.
La possibilità di procreare una nuova vita umana è inclusa nell’integrale donazione dei coniugi. Se, infatti, ogni forma d’amore tende a diffondere la pienezza di cui vive, l’amore coniugale ha un modo proprio di comunicarsi: generare dei figli. Così esso non solo assomiglia, ma partecipa all’amore di Dio, che vuole comunicarsi chiamando alla vita le persone umane. Escludere questa dimensione comunicativa mediante un’azione che miri ad impedire la procreazione significa negare la verità intima dell’amore sponsale, con cui si comunica il dono divino: “se non si vuole esporre all’arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limiti invalicabili alla possibilità di dominio dell’uomo sul proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato sia rivestito di autorità, è lecito infrangere” (Humanae vitae, 17). E’ questo il nucleo essenziale dell’insegnamento che il mio venerato predecessore Paolo VI rivolse ai coniugi e che il Servo di Dio Giovanni Paolo II, a sua volta, ha ribadito in molte occasioni, illuminandone il fondamento antropologico e morale”
Questa si che è Teologia. Questa si che è Fede. Questo si che è amore alla Verità.
Avvenire e compagnia, o imparate da Papa Benedetto XVI, altrimenti… è meglio che cambiate mestiere.