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martedì 11 ottobre 2016

MATERNITATIS BEATAE MARIAE VIRGINIS

Die 11 Octobris

MATERNITATIS

BEATAE MARIAE VIRGINIS

Duplex II classis


Introitus Isai. 7, 14

ECCE Virgo concípiet, et páriet Fílium, et vocábitur nomen ejus Emmánuel. Ps. 97, 1 Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit. V/. Glória Patri.


Oratio

DEUS, qui de beátae Maríae Vírginis útero Verbum tuum, Angelo nuntiánte, carnem suscípere voluísti: praesta supplícibus tuis ; ut, qui vere eam Genitrícem Dei crédimus, ejus apud te intercessiónibus adjuvémur. Per eúmdem Dóminum.


Léctio libri Sapiéntiae.


Eccli. 24, 23-31

EGO quasi vitis fructificávi suavitátem odóris: et flores mei, fructus honóris et honestátis. Ego mater pulchrae dilectiónis, et timóris, et agnitiónis, et sanctae spei. In me grátia omnis viae et veritátis: in me omnis spes vitae et virtútis. Transíte ad me omnes qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis implémini. Spíritus enim meus super mel dulcis, et heréditas mea super mel et favum. Memória mea in generatiónes saeculórum. Qui edunt me, adhuc esúrient: et qui bibunt me, adhuc sítient. Qui audit me, non confundétur: et qui operántur in me, non peccábunt. Qui elúcidant me, vitam aetérnam habébunt.



Graduale Isai. 11, 1-2 Egrediétur virga Jesse, et flos de radíce ejus ascéndet. V/. Et requiéscet super eum Spíritus Dómini.
Allelúja, allelúja. V/. Virgo Dei Génitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo. Allelúja.

+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.


Luc. 2, 43-51

IN illo témpore: Cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem, et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos, et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos, et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant super prudéntia, et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit mater ejus ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic ? ecce pater tuus, et ego doléntes quaerebámus te. Et ait ad illos: Quid est quod me quaerebátis ? nesciebátis quia in his quae Patris mei sunt, opórtet me esse ? Et ipsi non intellexérunt verbum quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis.


Credo.


Offertorium Matth. 1, 18 Cum esset desponsáta mater ejus María Joseph, invénta est in útero habens de Spíritu Sancto.

Secreta

TUA, Dómine, propitiatióne, et beátae Maríae semper Vírginis Unigéniti tui Matris intercessióne, ad perpétuam atque praeséntem haec oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem. Per eúmdem Dóminum.


Praefatio de beata Maria Virgine Et te in Festivitáte.


Communio Beáta víscera Maríae Vírginis, quae portavérunt aetérni Patris Fílium.

Postcommunio

HAEC nos commúnio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genitríce María, caeléstis remédii fáciat esse consórtes. Per eúmdem Dóminum nostrum.

*
Dagli Atti del papa Pio XI

Nell'armo 1931, con plauso di tutto il mondo cattolico, si celebrarono le feste solenni del XV centenario da quando nel concilio di Efeso, contro l'eresia di Nestorio, la beata vergine Maria, da cui è nato Gesù, fu, dai padri conciliari, con a capo papa Celestino I, proclamata Madre di Dio. 


Il sommo pontefice Pio XI volle, a testimonianza imperitura della sua pietà, che di tale fatto restasse perenne memoria. 
Pertanto curò con sua munificenza che l'insigne monumento della proclamazione efesina che già esisteva nell'urbe, cioè l'arco trionfale della basilica di santa Maria Maggiore sull'Esquilino, ornato dal suo predecessore Sisto III con meraviglioso mosaico, guastato dal tempo, fosse restaurato insieme con l'ala trasversale della basilica. 

Descritti poi con lettera enciclica i lineamenti genuini del concilio ecumenico efesino, spiegò piamente e ampiamente il privilegio ineffabile della divina maternità della beata vergine Maria, affinché la dottrina di un mistero così grande s'imprimesse profondamente nell'anima dei fedeli. 

Inoltre propose la benedetta fra tutte le donne, Maria madre di Dio e la famiglia di Nazaret quale unico nobilissimo esempio da imitare sia per la dignità e santità del casto matrimonio, sia per la educazione santa da darsi alla gioventù. 
Infine, affinché non mancasse neppure il ricordo liturgico, ordinò che la festa della divina maternità della beata vergine Maria con messa e ufficio proprio fosse celebrata ogni anno con rito di seconda classe il giorno 11 ottobre.
*
Omelia di s. Bernardo abate
Omelia 1 sulla Lode della Vergine e Madre
Maria chiamò «figlio» Iddio che è Signore degli angeli. Ella dice: «Figlio, perché ti sei comportato in questo modo?». Quale angelo oserebbe parlare così? Per gli angeli è già molto essere stati fatti e nominati angeli per dono, mentre erano soltanto spiriti per natura. Così dice David: «Egli trasforma gli spiriti in suoi angeli». Maria invece ha la coscienza di esser madre e perciò con molta tranquillità chiama «figlio» quel Dio che gli angeli servono con grande rispetto. Dio stesso non rifiuta di esser chiamato ciò che non rifiutò di diventare. Poco dopo l'evangelista soggiunge: «Era sottomesso a loro». Chi? A chi? Dio, a uomini; ripeto: Dio al quale sono sottomessi gli angeli, al quale obbediscono principati e potestà, lui era sottomesso a Maria.


Ammira tutte e due le cose e scegli quel che ti sembra più ammirabile: la benignissima condiscendenza del Figlio, o la gloriosissima dignità della Madre. Da ogni parte stupore, da ogni parte miracolo: che un Dio obbedisca a una donna, è umiltà senza esempio; e che una donna comandi a un Dio, è una sublimità senza pari. Uomo, impara ad obbedire; terra, impara a sottostare; polvere, impara a sottometterti, L'Evangelista, parlando del tuo Creatore, dice: «Ed era loro sottomesso»; cioè senza dubbio a Maria e a Giuseppe. Vergognati, cenere orgogliosa! Un Dio si abbassa, e tu ti esalti? Un Dio si assoggetta agli uomini e, tu, cercando di dominare gli uomini, ti metti al di sopra del tuo Creatore?

Te felice, o Maria, cui non mancò né l'umiltà  né la verginità. Verginità davvero singolare quella che non fu macchiata ma anzi fu onorata dalla fecondità. E ancor più singolare umiltà che non fu tolta, ma anzi sublimata dalla feconda verginità. Incomparabile fecondità che s'accompagna alla verginità e all'umiltà. Che cosa trovi in esse che non sia degno di ammirazione? A che cosa puoi paragonarle? Che cosa in esse non è singolare? Sarebbe davvero strano che tu non ti trovassi imbarazzato nel decidere, dopo aver a lungo riflettuto, se è più degna della tua ammirazione la meravigliosa fecondità nella Vergine, o l'integrità nella Madre; la nobiltà nel generare o l'umiltà in un onore così alto. Senza alcun dubbio alle singole virtù occorre preferire l'insieme di esse, ed è, senza confronto, molto meglio averle colte tutte insieme piuttosto che alcune separatamente. Ma c'è forse da meravigliarsi se Dio, che si manifesta e si riconosce mirabile nei suoi santi, più stupendamente si sia manifestato in sua madre? Venerate, dunque, o sposi, l'integrità della carne in un corpo corruttibile; e voi, o vergini sacre, la fecondità nella Vergine. E voi tutti, imitate l'umiltà della Madre di Dio.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
AVE MARIA PURISSIMA!
COR MARIAE IMMACULATUM
INTERCEDE PRO NOBIS