L’Incoronazione della Vergine di Velázquez, un dipinto che tocca il cuore
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Ignasi de Bofarull - pubblicato il 24/11/20
I grandi amori di un cristiano rappresentati dal grande genio della pittura spagnola Diego Velázquez
Quali sono i nostri amori, le persone che amiamo di più, il centro della vita di un cristiano?: Dio, Uno e Trino, e Maria. E quando possiamo trovarli uniti in una delle innumerevoli opere d’arte a tema cristiano? Nell’Incoronazione della Vergine del pittore spagnolo Diego Velázquez.
“L’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti, il vincitore del peccato e della morte” (CCC, 966).
Un prodigio di sensibilità
Diego Velázquez (Siviglia 1599-Madrid 1660) ci ha lasciato un quadro che è un prodigio di sensibilità e che sprona davvero alla devozione. L’olio su tela (176 cm x 124 cm) è stato realizzato tra il 1635 e il 1648. Non è solo una grande opera d’arte, oggi ospitata al Museo del Prado, ma il suo equilibrio e la sua bellezza riempiono di meraviglia e pietà.
Il dipinto si trovava inizialmente nell’oratorio della stanza della regina Isabella di Borbone, moglie di Filippo IV. Il suo obiettivo era probabilmente quello di alimentare la preghiera della regina per accendere il suo cuore d’amore di fronte alla Santissima Trinità che incoronava Maria con una ghirlanda di fiori come Regina e Signora del creato.
Due cuori, un cuore solo
Se doveva accendere il cuore della regina, forse può infiammare anche il nostro, perché si elevi verso la Trinità unita a Maria. Il quadro si muove tra due cuori: il primo lo offre la struttura del dipinto nella configurazione triangolare dei suoi protagonisti, mentre un secondo cuore, che potremmo definire il Cuore Immacolato di Maria, diventa il centro quasi geometrico del dipinto.
Il primo cuore è disegnato dal contorno delle quattro figure: inizia nello Spirito Santo e continua fino alla testa e alla schiena, alle braccia e alle spalle di Dio Padre e Dio Figlio, per terminare all’estremità inferiore del manto della Vergine. Il secondo Cuore, già con la maiuscola, si annuncia con il delicato gesto della mano e delle dita di Maria che indicano il suo Cuore.
Mi piacerebbe pensare che il Sacro Cuore di Gesù presieda implicitamente tutta l’opera insieme al Cuore Immacolato di Maria. Avanziamo altre ipotesi: e se i colori del cuore, rosso, granata, che presiedono il dipinto, uniti al blu lapislazzulo della Vergine, simboleggiassero anche il Cuore di Gesù e Maria? In quegli stessi anni, un coetaneo di Diego Velázquez, San Giovanni Eudes (1601-1680) – sulla linea di Santa Brigida (1303-1337) e di San Francesco di Sales (1567-1622) –, parla di un cuore solo, del Sacro Cuore di Gesù e di Maria.
I Sacri Cuori e la Trinità
In questo modo, in questo capolavoro barocco potrebbero essere rappresentati i Sacri Cuori di Gesù e di Maria in unione perfetta con la Santissima Trinità.
Quella che propongo, però, non è un’iconografia sicura, bisogna ricordarlo, ma solo un movimento dell’anima per adorare i nostri grandi amori. È questo che credo favorisca questo quadro.
È un’opera d’arte ammirevole nella sua bellezza, ma anche una splendida immagine per pregare e contemplare i misteri della vita trinitaria nel suo rapporto con la Vergine, e in questo modo considerare in modo lento e soave le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo così unite a Maria.
Recuperiamo questa preghiera che ci può servire da guida per ammirare l’opera d’arte, la Vergine dipinta da Velázquez: “Ave, Maria, Madre di Dio Figlio. Ave, Maria, Figlia di Dio Padre. Ave, Maria, Sposa dello Spirito Santo. Ave, Maria, Tempio e Tabernacolo della Santissima Trinità”.
Il Tabernacolo può essere un buon luogo per consolare i Sacri Cuori
Andiamo oltre. E se immaginassimo che una riproduzione di questo quadro presiedesse un oratorio, una cappella, una chiesa? Di fronte a questo quadro avremmo davanti a noi il Cuore Eucaristico di Gesù esposto nell’ostensorio. Contempleremmo Gesù in un’Ora Santa con le parole di Catalina Ribas.
Sentiremmo dire a questo strumento del Signore che Gesù nel tabernacolo è accompagnato da Maria, e gli sentiremmo indicare che moltitudini di angeli adorano il Signore. Ancor di più, che il Signore è presente nell’ostensorio come Dio, Uno e Trino, perché sono tre Persone, ma una stessa Sostanza.
E allora, in queste devozioni il quadro della Vergine di Velázquez ci aiuterebbe, e molto. Non sarebbe più solo un’opera d’arte eccelsa contemplata al Prado in modo profano, che pure è un compito rilevante e nobile.
Sarebbe trattare come credenti una riproduzione del dipinto della Vergine di Velázquez situato in un luogo simile a quello a cui la regina Isabella di Borbone lo ha destinato nella sua prima ubicazione: il suo oratorio privato.
Preghiera di riparazione e consolazione
Cibo per la nostra adorazione che potrebbe essere anche, se ce lo proponiamo, preghiera di riparazione e consolazione come il Signore ha chiesto a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), a sua volta messaggera del Sacro Cuore di Gesù in quella che fu l’istituzione dell’Ora Santa in un’apparizione del 1674:
“Tutte le notti dal giovedì al venerdì, ti renderò partecipe di quella mortale tristezza che ho voluto sentire nell’orto degli ulivi… E, per accompagnarmi in quest’umile preghiera che feci allora a mio Padre con tutta la mia angoscia, tu ti alzerai tra le undici e mezzanotte per prostrarti un’ora con me”.