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giovedì 31 marzo 2016

Gesù è l’Unigenito del Padre di cui è anche il Primogenito.


Primogenito di fra i morti. 

Quando si legge questa frase una certa confusione si forma nel pensiero del lettore poco formato, una specie di dubbio vi sorge, e una domanda vi nasce di conseguenza: «Ma qui non vi è errore o controsenso, dato che il Primogenito è Adamo, primogenito nella vita della Grazia, tanto che il Cristo viene detto “novello Adamo o secondo Adamo”, e dato che, se anche si esclude il primo uomo, perché decaduto dalla vita soprannaturale, e rimasto tale sino al 33° anno di Cristo, Primogenita, e per parola della Sapienza, ed essendo stata concepita e nata prima del Cristo suo Figlio con pienezza di Grazia, è detta sua Madre, Maria?». 

Non vi è errore né controsenso. 

Adamo è il primo uomo, ma non il primogenito, non essendo stato generato da alcun padre, né da alcuna madre, ma creato direttamente da Dio. 

Gesù è l’Unigenito del Padre di cui è anche il Primogenito. Dal Pensiero divino, che non ha avuto principio, è stato generato il Verbo, anche Egli senza mai aver avuto un principio. 

Egli è quindi, come Dio, il Primogenito assoluto. 

Ed è il Primogenito anche come Uomo, benché nato da Maria - a sua volta detta “Primogenita” dalla Sapienza e dalla Chiesa - perché, per la sua paternità dal Padre Iddio, è il Primogenito vero dei figli di Dio, non per partecipazione, ma per generazione diretta: “Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà, perciò il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio” (Luca c.1 v.35). 

Primogenito dunque, anche se prima di Lui la Madre fu cantata “Primogenita Figlia dell’Altissimo” (Ecclesiatico XXIV v.5) e se la Sapienza, di cui Ella è la Sede, di Lei dice: “il Signore mi ha posseduta dal principio, da prima che facesse le cose. Dall’eternità fui stabilita” (Prov. VIII v.22-23). E ancora: “Colui che mi creò riposò nel mio tabernacolo” (Ecclesias.co XXIV v.12). 

Primogenito perché, se santissima è la Madre e purissima per singolar privilegio, infinitamente santo e infinitamente purissimo è il Figlio, e superiore, infinitamente superiore alla Madre perché Dio. Ella, Figlia primogenita per elezione del Padre, che l’ha posseduta, sua Arca santa, da quando il suo Pensiero l’ha pensata ed ha stabilito che per Lei venisse la Grazia a render grazia agli uomini, e da quando, creatala piena di Grazia, riposò in Lei sempre, avanti, durante e dopo la sua Maternità. 

Veramente Ella fu piena di Grazia perché immacolata, sempre piena di Grazia, e dalla Grazia fu resa feconda, e la Grazia incarnata ed infinita prese in Lei e da Lei carne e sangue d’Uomo, formandosi nel suo seno verginale, col sangue di Lei, unicamente fatto per opera di Lei e per opera di Spirito Santo. 

Egli, Figlio Primogenito per generazione eterna. In Lui il Padre ha visto tutte le cose future, non ancora fatte, quelle materiali e quelle spirituali, perché nel suo Verbo il Padre vedeva la creazione e la redenzione, ambedue operate dal Verbo e per il Verbo. Mirabile mistero di Dio! L’immenso si ama, non di un amore egoista ma di un amore attivo, potentissimo, anzi infinito, e per quest’atto solo, che è perfettissimo, genera il suo Verbo, in tutto uguale a Lui Padre fuorché nella distinzione di Persona. 
Perché se Dio è Uno e Trino, ossia una mirabile Unità, diremo così, dalle tre facce, 8 onde rendere chiara la spiegazione agli indotti, è anche verità di fede che le singole facce sono ben distinte, ossia, teologicamente vi è Un sol Dio e vi sono Tre Persone in tutto uguali per Divinità, Eternità, immensità, Onnipotenza, ma non confuse tra loro, anzi ben distinte, e Una non è l’Altra, eppure non vi sono tre dèi ma un sol Dio il Quale da Sé solo ha dato l’essere alle singole divine Persone, generando il Figlio e, per ciò stesso, dando origine alla processione dello Spirito Santo. 

La Potenza tutto vede e fa per la Sapienza, e per la Carità, che è lo Spirito Santo, compie le sue opere più grandi: la Generazione e incarnazione del Verbo, la creazione e deificazione dell’uomo, la preservazione di Maria dalla Macchia d’origine, la sua divina Maternità, la Redenzione dell’Umanità decaduta. 

Tutto vede e fa per la Sapienza, ossia per Colui che è da prima che ogni cosa fosse, e che perciò, a pieno diritto, può dirsi “Primogenito”. Quando il Creato, che da millenni è, e vive la sua vita, nelle singole forme e nature che Dio volle mettere nel Creato, non era, Egli, la Parola del Padre, già era. E per mezzo di Lui tutte le cose che non erano, e che dunque, non avendo vita, erano come morte, furono fatte ed ebbero così “vita”. 
La divina Parola le trasse all’essere dal caos in cui disordinatamente e inutilmente si agitavano tutti gli elementi. 
La divina Parola ordinò tutte le cose, e tutte divennero utili e vitali, e così il Creato visibile e sensibile fu, e fu con leggi di perfetta sapienza e con fine d’amore. 

Perché nulla fu fatto senza scopo d’amore e senza legge di sapienza. Dalle stille delle acque raccolte nei bacini, alle molecole raccolte a formare gli astri che dànno luce e calore, dalle vite vegetali preordinate a nutrire quelle animali, e queste a servire e rallegrare l’uomo, capolavoro della creazione, che per la sua perfezione animale e razionale, e soprattutto per la parte immortale chiusa in lui, soffio stesso dell’Eterno, è predestinato a tornare alla sua Origine per giubilare di Dio ed essergli causa di giubilo - perché Dio giubila alla vista dei suoi figli - tutto fu fatto per amore. 
Un amore che, se fosse stato sempre fedelmente corrisposto, non avrebbe permesso che la morte e il dolore facessero dubitare l’uomo sull’amore di Dio per lui. 

La morte. 
Essa, nelle molte cose fatte da Dio, non era stata fatta. 

E non era stato fatto il dolore, e non il peccato, causa di morte e dolore. 

L’Avversario ve li mise, nel Creato stupendo. E per l’uomo, perfezione del Creato, che s’era lasciato corrompere dal Nemico, dall’Odio, venne la morte, prima della Grazia e poi della carne; e vennero tutti i dolori e le fatiche conseguenti alla morte della Grazia in Adamo e nella sua compagna; e in tutti i discendenti dai progenitori. 

Come è dunque detto che Gesù è “il Primogenito di tra i morti”, se è nato da donna discendente da Adamo? Anche se per opera di fecondazione divina la Madre lo generò, e la Madre era ben nata da due, giusti sì, ma macchiati dalla macchia ereditaria venuta da Adamo ad ogni uomo, macchia che priva della Vita soprannaturale? 
Ecco le obbiezioni di molti.

Doppiamente “primogenito” è il Cristo, dal suo nascere. Perché nato come ancor uomo non era nato, essendo che quando nacque ad Adamo il primogenito, Adamo già più non poteva generare figli soprannaturalmente vivi. Concepiti quando già i progenitori erano corrotti e caduti nella triplice concupiscenza, nacquero morti nella 9 vita soprannaturale. E ogni padre e ogni madre, da Adamo ed Eva in poi, così procreò. 
Anche Gioacchino ed Anna avrebbero così procreato, benché giustissimi entrambi, sia perché essi pure lesi dalla colpa ereditaria, sia perché il concepimento di Maria avvenne in modo semplicemente umano e comune. Di straordinario nella nascita di Maria, la predestinata Madre di Dio, vi fu solo l’infusione, per singolare privilegio divino, dato in vista della futura missione della Vergine, di un’anima preservata dalla Macchia d’origine, anima unica, tra quelle di tutti i nati da uomo e donna, che fosse immacolata. 
Invece il Cristo, nato da Maria, è primogenito da seno inviolato spiritualmente, essendoché Maria, fedele alla Grazia come nessuna donna seppe esserlo da Eva in poi, non conobbe neppure, non dico la più piccola colpa veniale, ma neppure la più piccola tempesta atta a turbare il suo stato di perfetta innocenza e il suo perfetto equilibrio, per cui l’intelletto signoreggiò sempre sulla parte inferiore, e l’anima sull’intelletto, così come accadeva in Adamo ed Eva sinché non si lasciarono sedurre dal Tentatore; e primogenito da seno inviolato materialmente, perché, essendo Dio sia Colui che la rendeva Madre come Colui che da Lei nasceva, e quindi dotato del dono proprio degli spiriti di penetrare ed uscire senza aprir porta o smuover pietra, Dio entrò in Lei per prendervi natura umana e vi usci per iniziare la sua missione di Salvatore senza ledere organi e fibre. 
Primogenito e unico nacque così, dalla Piena di Grazia, il Vivente per eccellenza, Colui che avrebbe ridato la Vita a tutti i morti alla Grazia. Nacque non da fame di due carni, ma nel modo come avrebbero avuto vita i figli degli uomini, se si fossero mantenuti vivi nella Grazia. Non appetito di sensi, ma amore santo a Dio, al quale consacrare i nati in Grazia, e amore scevro di malizia alla compagna, doveva regolare il crescere e moltiplicarsi comandato da Dio; solo l’amore, non corrotto da animalità. 
Avendolo infranto quest’ordine, Dio, per ricreare il novello Adamo, dovette da Donna immacolata formarlo, non più col fango che, salito in superbia, aveva voluto esser simile a Dio, ma con gli elementi indispensabili a formare un nuovo uomo, forniti unicamente dalla Purissima ed Umilissima, umile tanto che per questo solo avrebbe già meritato di divenire Madre del Verbo. E il Primogenito di fra i morti venne alla luce per portare la luce ai giacenti nelle tenebre, la Vita ai morti alla Grazia, sia che fossero ancora sulla Terra o già raccolti negl’inferi, in attesa della Redenzione che aprisse loro le porte dei Cieli. 

E fu Primogenito anche di coloro che devono anche con la carne tornar vivi nei Cieli. Per Lui, nato da Donna immacolata e fedele alla Grazia ricevuta, è vero, con pienezza, ma non lasciata tesoro inerte, anzi sempre usata attivamente, con un costante aumento di essa per la perfetta corrispondenza di Maria a tutti i movimenti o ispirazioni divine, anche solo per questo, non sarebbe stata applicata la condanna: “Tornerai polvere”, comune a tutti i colpevoli di Adamo e per causa di Adamo e della sua compagna. 

Anche la Madre di Dio non tornò polvere, essendo anch’Ella esente, perché senza macchia, dalla comune condanna, e perché non era conveniente che la carne, che era stata arca e terreno per contenere il Verbo e per dare al Germe divino tutti gli elementi atti a farne l’Uomo-Dio, divenisse putredine e polvere. Ma la Madre passò 10 dalla Terra al Cielo molti anni dopo il Figlio. 

Quindi Primogenito dei risorti, anche con la carne, da morte, è e resta Gesù solo, il Quale, dopo la suprema umiliazione e la totale immolazione per totale ubbidienza ai voleri del Padre, ebbe la suprema glorificazione con la sua risurrezione innegabile. Perché molti, e non tutti suoi amici, videro il suo Corpo glorificato e in più ancora lo videro ascendere tra l’ossequio degli Angeli, rimasti poi a testimoniare queste due verità.

“Perché cercare il Vivente tra i morti? Non è più qui. È risorto” (Luca XXIV v.5-6, e anche Matteo e Marco). Risorto tanto trasfigurato in bellezza che Maria di Magdala non lo riconobbe sinché Egli non le si fece riconoscere. 

E ancora: “Perché state a guardare il Cielo? Gesù, che vi è stato tolto, è asceso al Cielo, e come è asceso così tornerà” (Atti c.1 v.11). 

In tal modo, e la Parola di Verità, e gli angeli che non possono mentire, e la Madre la cui perfezione in tutto era inferiore unicamente a quella di Dio suo Padre, suo Figlio, suo Sposo, e gli Apostoli che lo videro ascendere, e Stefano primo martire, e dopo di lui molti altri, confermarono che Gesù è il Primogenito di tra i morti per essere come Uomo entrato primo con la sua carne nel Cielo. 

Giorno natale è detto quello in cui un giusto sale con lo spirito liberato dalla carne a far parte del popolo degli spiriti beati. 
Gesù, nel suo di natale di Uomo santissimo, vi prese dimora con tutte le sue qualità di Uomo-Dio: in carne, sangue, anima e divinità, perché era il perfetto innocente. 
Ma vi è una seconda morte: quella dello spirito privo di Grazia. Grande numero di giusti attendevano da secoli e millenni che la Redenzione, purificandoli dalla Colpa, permettesse il loro entrare a far parte del Regno di Dio, dove entra solo chi ha in sé la Vita soprannaturale. Ancor più grande numero di uomini, venuti dopo il Cristo, attendono di entrarvi quando sarà compiuta la loro purificazione dalle colpe gravi volontarie, o quando la Giustizia perfettissima aprirà i Cieli a tutti coloro che vissero e agirono con carità e giustizia, secondo la legge della coscienza, per servire ed onorare così l’Ente che sentivano essere, facendo così parte dell’anima della Chiesa. 

Non si può pensare che Dio, Carità perfetta che ha creato tutte le anime, predestinandole alla Grazia, escluda dal suo Regno quelli che, non per propria causa, non hanno ricevuto il Battesimo. Quale colpa hanno commessa? Spontaneamente vollero nascere in luoghi non cattolici? Sono responsabili i neonati, morti nel nascere, di non essere battezzati? Può Dio infierire su tutti questi che non sono “chiesa” nel senso stretto della parola, ma che lo sono avendo ricevuto l’anima da Dio ed essendo morti innocenti perché morti nel nascere, od essendo vissuti da giusti per loro naturale tendenza a praticare il bene per onorare così il Bene supremo che tutto, in loro e intorno a loro, testimoniava essere? No. 

Ed è cosa probante, che così non sia, il giudizio inesorabile e severissimo dato da Dio a quelli che sopprimono una vita, anche embrionale, o appena venuta alla luce, vietandole di ricevere il Sacramento che leva la Colpa d’origine. Perché questo rigore, se non perché per secoli e millenni quelle anime di innocenti vengono separate da Dio, in uno stato non di pena, ma neppur di gaudio? Può pensarsi che il Buonissimo, che ha predestinato tutti gli uomini alla Grazia, defraudi di essa coloro che non per spontanea elezione non sono cattolici? «Molte sono in Cielo le dimore del Padre mio» ha detto il Cristo. Quando non sarà più questo mondo, ma vi sarà un nuovo mondo, un nuovo cielo, e i nuovi tabernacoli 11 della Gerusalemme eterna, e tutta la creazione razionale avrà la sua glorificazione con l’esaltazione dei Risorti, che furono dei giusti, al possesso del Regno eterno di Dio, anche coloro che furono uniti soltanto all’anima della Chiesa avranno la loro dimora in Cielo, perché solo Cielo ed inferno rimarranno eterni, e non può pensarsi che la Carità danni al supplizio eterno creature immeritevoli di esso. 

Gesù Cristo, reso lo spirito nelle mani del Padre, entrò primo col suo Spirito santissimo nel Regno della Vita, al posto di Adamo, che avrebbe dovuto essere il primo uomo entrato a far parte del popolo celeste, e che, per la sua prevaricazione, dovette attendere millenni per entrarvi con lo spirito, e deve attendere molti più millenni ad entrarvi con la carne ricongiunta allo spirito. 

Gesù no. 

Nell’attimo stesso in cui “con grande grido” rese lo spirito, la sua anima giustissima, che per l’infinita carità della sua natura di Dio-Uomo s’era caricata di tutte le colpe passate, presenti e future dell’Umanità, ma non della Colpa che leva la Grazia che è vita dello spirito, e se ne era caricato per consumarle tutte mediante la sua completa immolazione, fu, come ogni anima d’uomo, giudicata dal Padre. 
Il Quale, come prima della consumazione del Sacrificio “trattò Colui che non conobbe il peccato come fosse lo stesso Peccato” (Paolo, II Corinzi c.V v.21), così, dopo che tutto fu compiuto, “lo esaltò e gli donò un nome che è al di sopra d’ogni altro nome, tale che nel Nome di Gesù si deve piegare ogni ginocchio in Cielo, in Terra e nell’inferno, e ogni lingua deve confessare che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre” (Paolo ai Filippesi c.II v.9-11). 
Ed essendo stata giudicata, la sua anima d’Uomo, anima giunta alla perfezione, subito gioì nel Signore e si riposò in Lui sino al momento che, riunitasi al Corpo, fece del Vivente, ch’era stato fatto morto, il glorioso Risorto, il primo glorioso risorto anche con la carne, il primo Uomo nato al Cielo in corpo ed anima, primizia dei risorti, promessa di risurrezione ai giusti, e pegno del possesso del Regno di cui Egli è il Re ed erede primogenito. 

È sempre al Primogenito che è data l’eredità del Padre, quell’eredità che Egli ha stabilita per i suoi figli. E perché tutti i fratelli del Cristo avessero parte a questa eredità eterna, santa, regale, Egli a loro la lega con santo testamento, scritto col suo stesso sangue; e perché gli uomini prendano la loro parte nel Regno, che il Padre a Lui ha dato e che Egli ha accettato per darlo agli uomini suoi fratelli, si è lasciato dare la morte, perché soltanto la morte del testatore dà valore al testamento (Paolo, Ebrei c.9 v.16-17). 

Gesù, il Primogenito dalle molte primogeniture, così ha preso per primo possesso del Regno dove è Re dei Re e Signore del secolo eterno, secondo il Volere del Padre, di Colui che è l’Onnipotente, l’Alfa e l’Omega, il Principio, la Fine, la Potenza, Sapienza e Carità, di Colui che tutto sa di ciò che fa, e tutto quanto fa, fa con perfezione e con fine buono, e per questo ha generato il suo Verbo, e, venuto il tempo, gli ha dato una Carne, e quindi l’ha immolato, e poscia risorto ed esaltato, e ha messo nelle sue mani trafitte ogni potere di giudizio per cui quanti lo vedranno, di quelli che materialmente, o con l’offesa dei peccati, lo trafissero, si batteranno il petto una e una volta: al giudizio particolare e all’apparizione finale di Cristo Giudice. Perché così è stabilito e così sarà.

AVE MARIA PURISSIMA!
SENZA PECCATO ORIGINALE CONCEPITA!