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sabato 3 ottobre 2020

Badate alla Vostra dignità, fratelli Sacerdoti, e siate santi perché Egli è santo. E come il Signore Iddio vi ha onorato sopra tutti gli uomini, con l'affidarvi questo ministero, così voi amatelo, riveritelo e onoratelo più di ogni altro uomo.

 





...carnis ab exilio duc nos ad regna polorum


La festa di san Francesco ormai vicina (4 ottobre), viene celebrata in tutti i conventi francescani già dalla sera del 3 ottobre ricordando la sua morte, il così detto transito.

Come il Poverello di Assisi trascorse le sue ultime ore?

Nudo sulla nuda terra

Dalla “Vita prima” di Tommaso da Celano, scritta tra il 1228 e il 1229 sappiamo che Francesco, percependo la morte imminente, chiese di essere condotto all’amata Porziuncola. Qui si fa spogliare della ruvida veste di sacco e «deporre nudo sulla nuda terra». Volendo essere conforme in tutto a Cristo Crocifisso che, povero e sofferente, era rimasto appeso nudo sulla croce, alzò come sempre il volto al cielo, tutto intento con lo Spirito a quella gloria, disse ai fratelli: “io ho fatto il mio dovere, Cristo vi insegni a fare il vostro“. Verace imitatore di Cristo suo Dio in tutto, amò fino alla fine tutti i fratelli e figli, che aveva amato fin dal principio.

Benedice tutti i frati, presenti e futuri

In quei drammatici istanti Francesco si rivolge ai suoi frati, stretti attorno a lui. Li esorta con affetto di padre all’amore di Dio. Parla a lungo della pazienza, dell’osservanza di Madonna povertà, raccomandando più di altra regola il Santo Vangelo. Mentre tutti i fratelli gli stanno intorno; egli stende sopra di loro le mani intrecciando le braccia a forma di croce, un gesto che egli tanto amava, e li benedice presenti e futuri, nella potenza e nel nome del Crocifisso.

L’ultima cena

Con le ultime energie, Francesco, officia la rievocazione dell’Ultima Cena, si fece poi portare del pane, lo benedisse, lo spezzò ed a ciascuno nè diede un pezzo da mangiare. Volle anche gli portassero il libro dei Vangeli e chiese gli leggessero quel brano di Giovanni che inizia: “Prima della festa di Pasqua“. Lo fece in memoria di quell’ultima e santissima cena che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli e per dimostrare ai fratelli la sua tenerezza d’amore. Passò in inni di lode i giorni successivi, invitando i compagni prediletti a lodare con lui il Cristo. Invitava pure tutte le creature alla lode di Dio e con certi versi poetici, già altra volta composti, le esortava al Divino Amore.

san Francesco ai piedi del Crocifisso
san Francesco ai piedi del Crocifisso

Sorella morte

Perfino la morte, a tutti terribile ed odiosa esortava alla lode. Le correva dietro incontro, invitandola: “Ben venga mia sorella morte!” Diceva ai fratelli: “Quando mi vedrete sul punto di spirare, deponetemi sulla terra nuda come l’altro ieri e morto che sia, lasciatemi giacere così, per il tempo che ci vuole a percorrere comodamente un miglio di strada”. E come gli fù possibile proruppe in quel salmo:”con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce supplico il Signore“. Lo disse fino al versetto finale: “Strappa dal carcere la mia vita, perchè io renda grazia al Tuo nome. I giusti mi fanno corona quando mi concederai la tua grazia“. E ancora canta : ” Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullo omo vivente po’ scampare. Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali! Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li farrà male.”

Giunse infine la sua ora

Essendosi compiuti in lui tutti i misteri di Cristo, se ne volò felicemente a Dio. Le allodole, che sono amiche della luce ed han paura del buio della sera, pure essendo già imminente la notte, vennero a grandi stormi sopra il tetto del luogo e roteando a lungo con insolito giubilo,resero testimonianza alla gloria del Santo che tante volte le aveva invitate a lodare Dio. Era il 3 Ottobre 1226, di Sabato. A laude di Cristo. Amen.

Il Colle del Paradiso

Il Poverello, dopo la sua rapidissima canonizzazione, sarà sepolto nella erigenda basilica appena fuori dalle mura di Assisi sul Colle dell’Inferno, il luogo dove si giustiziavano i malfattori ed immondezzaio della città; come un qualsiasi malfattore, come accadde a Cristo che morì crocifisso tra i due ladroni e venne sepolto fuori da GerusalemmeDa allora quel luogo è chiamato Colle del Paradiso.  E certo, Francesco, da qui, continua a parlare e testimoniare, attirando a sè tante persone, soprattutto i giovani che in lui trovano esempio e forza e amore, per scelte audaci e alternative che profumano di Vangelo.

San Francesco e Gesù
San Francesco e Gesù

Di seguito ecco la lettera che frate Elia scrisse ai frati e a frate Gregorio da Napoli, già vicario di Francesco, assieme con frate Matteo da Nardi, durante la sua assenza per il viaggio missionario in Egitto e Terra Santa (dalla Pentecoste del 1219)...:

Lettera indirizzata ai frati per la morte del Poverello di Assisi da Frate Elia, primo successore alla guida dell’Ordine francescano e designato dallo stesso Serafico Padre.

Al caro fratello in Cristo, frate Gregorio e a tutti i Frati, Frate Elia peccatore invia il suo saluto.
Ancor prima di iniziare a parlare, sospiro e piango perché ciò che temevo mi ha colpito ed ha colpito anche tutti voi… 
Che cioè si è dipartito da noi il nostro consolatore, colui che ci portava quali agnelli sulle sue braccia affettuose, e si è recato quasi pellegrino nelle alte regioni dei cieli, egli che era stato tanto privilegiato da Dio e amato dagli uomini. 
Vera luce era la presenza dei nostro fratello e padre Francesco, non solo a noi, suoi prossimi per la vita e la fede, ma anche ai lontani: luce promanante dalla luce suprema per dissipare le tenebre e “guidare sulla via della pace e dell’eterna salvezza coloro che camminano all’ombra della morte”. 
Come sole raggiante nel cielo risplendeva il suo calore, rischiarando il Regno di Dio. Al fuoco del suo amore si infiammavano gli animi; i cuori dei padri si aprivano alla benevolenza dei figli; gli imprudenti si rivestivano della prudenza dei giusti, e si preparava in tutto il mondo un nuovo popolo per il Signore. 
Fino ai più lontani confini della terra il suo nome è celebrato e le mirabili sue gesta sono ammirate in tutto l’universo. Perciò allontanate da voi ogni tristezza; e se volete piangere, piangete per voi stessi e non per lui: perché noi, più che essere nella vita siamo preda della morte, mentre lui è passato dalla morte alla vita. Ed ora dò notizia di una grande cosa, di un miracolo veramente nuovo. Infatti non si è mai risaputo nei secoli che un simile segno si sia verificato se non in Cristo Figlio di Dio. 
Non molto tempo prima della morte Francesco apparve crocifisso, portando nel suo corpo le cinque piaghe come le vere stimmate di Cristo… 
Dunque, fratelli, benedite il Signore e ringraziatelo perché ci ha manifestato la sua misericordia, e conservate la memoria del nostro fratello e padre Francesco a gloria di Colui che ha voluto magnificare dinanzi agli uomini e agli angeli… 
E pregate Lui stesso perché per sua intercessione il Signore ci renda partecipi della sua santa grazia. Amen.

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confr. Fonti Francescane: 304-314:  per una lettura più completa:
https://www.assisiofm.it/uploads/215-Lettera%20di%20frate%20Elia.pdf

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