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giovedì 22 settembre 2022

Interessantissima Lettera



21 settembre 1948

   [Riportiamo qui il testo di una lettera non autografa ma dattilo scritta. Quasi certamente l'ha battuta a macchina Marta Diciotti sotto dettatura di Maria Valtorta, che alla fine vi ha apposto la data e la firma autografe, dopo aver fatto lo schizzo a penna (nello spazio rimasto vuoto al punto 4), aver corretto qualche errore e messo delle virgole. Il destinatario non può essere altri che P. Corrado M. Berti osm]. 

   Molto Reverendo Padre. 

   Per accontentarla il meglio possibile ho seguito il consiglio di copiare su carta oleata la parte di Roma che la interessa, segnando nella zona i punti che ho visti io. Lei non ha che da sovrapporre la carta oleata alla pianta di Roma che mi ha mandato e vedrà che: 
   1°) Le modifiche apportate da venti secoli nel perimetro di Roma e nelle vie Consolari. Io ho visto la Tiburtina quasi rettilinea (direzione nord-est) nelle immediate vicinanze della città. Nella sua pianta vedo che fa una curva sensibile. Ma forse io ne osservavo il tratto più vicino a Roma, che è rettilineo. 
   2°) La stessa via aveva nelle sue vicinanze un acquedotto. Qualche resto dello stesso ci dovrebbe essere ancora, almeno ridotto allo stato di rudere. 
   3°) Quella che sulla sua pianta ha nome di Porta Pia a mio modo di vedere segnava allora, nel primo secolo dell'era Cristiana, il limite della città in quel punto. Da lì usciva la Nomentana che per una plaga deserta, e in direzione nord-est, andava verso Monte Rotondo. 
   4°) Non avrei potuto vedere il Sepolcro di Cecilia Metella (punto di orientamento concessomi perché capissi in quale lato cardinale di Roma mi trovavo) se gli edifici della città di allora si fossero estesi dove sono ora. Invece io vedevo molto bene quel sepolcro e il nastro bianco dell'Appia dilungarsi per l'Agro verso sud-est, quasi costeggiato da altre vie che però facevano una specie di raggio come le stecche di un ventaglio 
   5°) Osservando la pianta vedo segnato presso la Salaria una via che ha nome Ostriana. Forse la chiamano così perché vi si suppone vicino l'Ostriano? In tal caso devo dire che quel prato in discesa, dove vidi andare S. Pietro e il suo compagno e che intuisco conducesse all'Ostriano, è molto più vicino a Via Nomentana che a Via Salaria, che io non vedevo affatto, presso S. Agnese, ma più a nord-est e lontano dall'Amene che non vedevo. 
   6°) Come Lei può notare si direbbe che S. Pietro batté col bastone e con la mano nella zona compresa fra Villa Torlonia e Villa Massimo. Forse che lì sotto ci sono diramazioni dell'Ostriano? Se sì, si potrebbe pensare che S. Pietro fu deposto lì sotto, in origine. 
   7°) Infine vedrà che, confrontando lo schizzo topografico che le ho dato l'ultima volta che ci siamo veduti, e che spero lei abbia conservato,anche se fatto male, corrisponde a quanto risulta da una pianta fatta bene nella sistemazione delle vie consolari. 
   Ma faccio notare, e raccomando quindi di tenere ben presente, perché accendendosi di eccessive speranze non si cada poi in delusioni e in conseguenti... anatemi su me che non c'entro, che io: 
   1°) Non ho avuto indicazione di dove S. Pietro è sepolto attualmente, ma di dove fu trasportato il corpo del 1° Pontefice nella notte seguente al Suo Martirio ("E VENUTA CHE FU LA NOTTE I CRISTIANI TOLSERO ILCORPO DI LÁ E LO PORTARONO NEL LUOGO DOVE PIETRO EVANGELIZZAVA IL SIGNORE, CHE ERA LO OSTRIANUM, NEL QUALE GIÀ ERANO DEPOSTI I CORPI DI QUELLI CHE AVEVANO CONFESSATO COL SANGUE LA LORO FEDE IN GESÙ CRISTO DURANTE LE PRIME PERSECUZIONI" - Parole angeliche, e l'angelo pareva che leggesse qualche cronaca cristiana contemporanea dei tempi di S. Pietro. Questa esiste ancora o si è perduta?). 
   2°) Che né S. Pietro né il suo compagno, che direi essere stato un Romano di nobile famiglia, né il mio Angelo hanno aggiunto parola a quanto io ho riferito fedelmente. 
   Né io aggiungerò parola suggerita da un mio proprio pensiero. Sarebbe certamente errata, riprovata da Dio e d'inganno agli uomini. La prima delle cose che Dio richiede a quelli che Egli ha voluto suoi strumenti, senza alcun merito da parte loro, questo è certo, è l'assoluta fedeltà nel ripetere o trasmettere ciò che vedono ed odono. Molti di essi si fanno nemico Dio col volere aggiungere qualcosa di loro, per darsi importanza e, secondo loro, per rendere più belle le cose viste o udite... Quasi che la creatura umana possa far meglio di Dio! 
   È la loro rovina, non solo come strumenti ma anche come semplici Cristiani. Perché è sempre l'antico peccato di superbia, disubbidienza e gola che ha rovinato Lucifero e Adamo e rovina tutti i superbi, disubbidienti e avidi. 
   Io, anche a costo di deludere chi spera da me più che io non possa dare, forse attribuendomi erroneamente poteri extra-naturali che non ho affatto, non mi permetto di aggiungere o levare neppure una virgola o un dettaglio insignificante a ciò che vedo e sento, e che è tutto quello che posso dare perché mi viene dato. 
   Perciò torno a dire di non lasciarsi travolgere da sogni propri, suscitati da una non giusta interpretazione di quanto io ho potuto dire, che è ancora molto parziale. Se Dio vorrà, completerà le informazioni. Per ora si è degnato di farci sapere dove fu portato dopo il Martirio il corpo di S. Pietro e la zona dove fu deposto. 
   Preghiamo molto, preghiamo tutti, chiedendo al Signore che dica dove attualmente è il sepolcro di S. Pietro. Se amorevolmente Dio accederà alla nostra richiesta, sapremo. Altrimenti... Egli è il Signore e noi i sudditi. 
   Per quanto sta a me, se mi dicesse chiaramente il luogo subito lo notificherò, ben lieta di servire il Signore, il Suo Vicario e quanti vogliono onorare l'Apostolo Pietro. 
   Ma se non fa Iddio io certo non posso fare. 
   Pretendere che io possa indicare i metri quadrati è come pretendere da me un miracolo uso moltiplicazione dei pani e dei pesci!    
   Mi è sempre stato fatto un appunto per la poca chiarezza dei miei schizzi topografici annessi all'opera, e con ragione, perché io di topografia e cartografia non so nulla. Come si può pretendere adesso che io segni il punto matematicamente esatto? 
   Dovrebbe Nostro Signore prendermi la mano e guidarla a segnare una bella croce sul punto esatto. 
   Per mio conto, se Gesù, Luce e Sapere, non mi guida, sono tenebra e ignoranza. 
   Io non ho nessuna pretesa a premio delle mie fatiche e pene, ma vorrei che quanto dico sopra fosse riferito, magari mostrando questa lettera a Sua Santità o a qualche personaggio bene orientato e molto intimo del S. Padre. E ciò allo scopo che il detto a voce da Lei e passato di bocca in bocca non giunga svisato a Sua Santità, causandogli poscia delle delusioni. 
   Non avendo altro da dire, ossequio profondamente. 

   21-9-48                                                       Maria Valtorta 

giovedì 7 ottobre 2021

«Il discepolo non è da più del Maestro.

 





26 ottobre 1948

   Sempre sul sepolcro di S. Pietro dice Gesù
   «Il discepolo non è da più del Maestro. Se per un impossibile caso il Corpo del Verbo, fattosi Carne per essere Redentore, non fosse risorto, sarebbe avvenuto di Esso ciò che è avvenuto del corpo del mio Cefa. Una peregrinazione senza pace dovuta all'astio dei nemici, e all'amore o fanatismo degli amici che, per difendere la reliquia del mio Corpo dalle sacrileghe mani dei nemici di Cristo e della sua Chiesa, avrebbero dovuto occultare i resti qua e là, sempre più lontano, sempre più nascosti, a disorientare i nemici profanatori, né si saprebbe più quanti luoghi avrebbero accolto le sue ossa. 
   Non ha avuto pace il corpo del mio Simon Pietro neppure dopo la morte. Pace ebbe il suo spirito. La sua spoglia, no. Evangelizzando, percorse tanto mondo di allora. Morto, santificò delle sue spoglie tanto sottosuolo di Roma.       
   Ma per tua pace e di quelli che cercano, dico. 
   Dall'Ostriano presso la Nomentana all'altro cemeterio presso la Tiburtina, e poscia a quello sulla Labicana, quante, quante deposizioni ebbe il mio Pietro! 
   Quella zona, dall'Ostriano all'Appia, da questa verso Preneste, Tibur, Ariccia e Nomento, tutto è una grande catacomba, fatta delle molte iniziate qua e là, e poscia fusesi in un'unica, quando, per la ferocia dei persecutori, il suolo di Roma contenne tanti martiri quanti semi di grano in un vasto campo. 
   Ma coloro che cercano dovrebbero ben sapere, sanno, che vi è un luogo detto cimitero dei S. Pietro e Marcellino.
   S. Pietro. Non meglio identificato per prudenza reverenziale a quelle sante spoglie, dove ebbe requie il corpo del Primo Pontefice. 
   Non insistano oltre. Non insistano mai. Io so se dire, quando dire, con giustizia. 
   Ma vorrei che più dell'affannosa preoccupazione di ricercare delle ossa, sante ma sempre ossa, il cuore della mia Chiesa si sforzasse a ritrovare lo spirito che animava Pietro e a farsene il suo spirito. Questo sarebbe onorare Pietro e Colui che fece di Cefa il Principe degli Apostoli, il Pontefice, la Pietra sulla quale l'incrollabile Chiesa di Cristo si fonda. 
   Incrollabile per mio Potere e Volere, ma vorrei lo fosse anche perché fosse un aureo blocco di perfezione in tutti i suoi membri successori di Pietro e dei Dodici tutti. Sarebbe un amarmi di più, secondando il mio Potere e Volere contro gli elementi disgregatori di Satana e dei satana. 
   Tu sta' in pace come un uccellino implume nel nido. Non ti agitare. Non ti far croce se non puoi dire di più. 
   Quelle ossa sono tanto; ma ancora un nulla rispetto all'essenziale. Per quelli che credono, basta la fede. Per gli increduli, non servirebbe neppure rivedere Pietro vivente condotto al martirio sul colle, e da lì trasportato là dove evangelizzava dalla sua cattedra di maestro della fede cristiana. Per te basti ciò che hai scritto, cooperando con pazienza, sofferenza, fatica a che gli uomini abbiano una nuova, ampia conoscenza di Me che li salvi, li salvi, li salvi. 
   Puoi leggere questo a chi sai. Ma l'importante per tutti è possedere lo spirito di Pietro...». 

  


 [Segue lo schizzo che abbiamo riprodotto sulla pagina a fronte. Aiutiamo a decifrarne le parole: 
Nomentana /I luogo e dove batte S. Pietro / II luogo (Pietro e Marcellino) / Tiburtina / Prenestina / S. Pietro e Marcellino III luogo a 2 miglia circa dall'antico perimetro di Roma / Casilina / Tuscolana / Appia / C. Metella]

   Tutta questa zona e anche a nord-est della Nomentana è una catacomba. Le più semplici sono quelle che vidi la prima e seconda volta (la prima è rudimentale affatto). Poi si fanno sempre più ornate, spaziose ecc. ecc. Ve ne è una che ha sbocco sull'Appia molto bella. 
   Il terzo luogo che, se mi oriente bene ricordando la pianta topografica odierna mostratami dal R. P. Berti, è all'altezza di S. Croce in Gerusalemme e S. Giovanni Laterano. Ma è in aperta campagna, a circa 2 miglia, forse più, dall'antica cerchia di mura romane. A quei tempi aveva prossima una casa di campagna (pastori) che credo fosse stata fabbricata in quella zona deserta per fare un paravento all'entrata della catacomba e forse anche per alloggiare i sacerdoti senza dare nell'occhio. 
   Le ultime catacombe, le più belle, hanno altari chiusi come i nostri. Penso che nell'urna sotto l'altare fossero corpi di martiri. Ma non vedo nulla. 
   Il loculo senza nome, sempre vicino a quello che porta il nome di S. Marcellino, è sempre il terzo nella parete destra, rispetto che [a chi?] guarda l'altare, e presso l'entrata della galleria. 
   Le chiese catacombali erano, rispetto ai 4 punti cardinali, messe così:




AMDG et DVM