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sabato 28 aprile 2018

CENTO ANNI FA

Madonna del Miracolo

SCRITTI DI 
SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE 

E' il Centenario della sua Consacrazione Sacerdotale realizzata la mattina del 28 aprile 1918 
nella chiesa di Sant'Andrea della Valle.

"Il giorno seguente celebrò la sua prima Messa nella Basilica di Sant'Andrea delle Fratte, all'altare del
miracolo su cui avvenne l'apparizione prodigiosa di Maria Santissima all'ebreo Alfonso Ratisbonne, che si convertì miracolosamente all'istante.  (...)
 Nell'Ordinazione Sacerdotale e nelle sue prime Sante Messe San Massimiliano sintetizzò realmente tutte le radici sante e vitali del suo passato, del suo presente e del suo futuro. L'Eucaristia e l'Immacolata: ecco i tesori di grazia infinita della santità tutta serafica di San Massimiliano Maria Kolbe coronata dal martirio cruento di fede e di carità" (P.S.P.M.Manelli)


O Maria concepita senza peccato…pregate … in particolare per i nemici della Santa Chiesa…” Negli anni precedenti la guerra, nella capitale del cristianesimo, a Roma, la mafia massonica, ripetutamente disapprovata dai Pontefici, spadroneggiava in maniera sempre più sfrontata. 
Non rinunciò neppure a sbandierare per le vie della città, durante le celebrazioni di Giordano Bruno, un vessillo nero con l’effigie di Michele Arcangelo sotto i piedi di Lucifero e tanto meno a sventolare le insegne massoniche sotto le finestre del Vaticano …. un’azione sistematica derivante da un principio della massoneria:” Distruggete qualsiasi religione, soprattutto quella cattolica”. … “noi non vinceremo la religione cattolica con il ragionamento, ma solo pervertendo i costumi”. E affogano le anime in una colluvie di letteratura e di arte volta ad indebolire il senso morale: l’invasione di sudiciume morale scorre ovunque portata da un largo fiume. Le personalità si afflosciano, i focolari domestici vanno a pezzi, e la tristezza cresce assai nel fondo dei cuori insudiciati. Non sentendo in sé stesse la forza di levarsi il giogo che le tiene avvinte, sfuggono la Chiesa, oppure insorgono addirittura contro di essa. (SK 1328) 

Noi siamo testimoni di una febbrile attività diretta contro la Chiesa di Dio, di un’attività che purtroppo non è senza frutti e che ha a disposizione propagatori senza numero… (SK 1254)
 …un fronte di battaglia compatto contro la Chiesa. [non] con l'ausilio di carabine, di mitragliatrici, di cannoni, di aerei, di gas asfissianti; tuttavia è un'autentica guerra. (SK 1075). 

Di fronte agli attacchi tanto duri di nemici della Chiesa di Dio è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito forse lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto. Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo strettamente conto non solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in realtà avremo trascurato. Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico col nostro petto. (SK 1023). 

L’esperienza ci insegna che i nemici della Chiesa hanno mezzi naturali più abbondanti e spesso, secondo le parole di Cristo, sono più scaltri dei figli della luce. E in questo l’aiuto più facile e più sicuro è per volere di Dio la Vergine Maria. A Lei la Chiesa applica le parole della Scrittura: “Ella ti schiaccerà il capo “(Gen. 3,15) e dio Lei canta “tutte le eresie tu sola hai distrutto nel mondo intero”. Tutte dunque senza eccezione: le eresie, non gli eretici perché questi Ella li ama. (SK 1330) 
Tutto ciò che è macchiato di peccato, che non conduce a Dio, che non è amore; è tutto ciò che proviene dal serpente infernale, il quale è la menzogna, e da lui solo: tutti i nostri difetti, quindi tutte le nostre colpe (SK 1331). 

Mi fecero impressione le parole della preghiera di Duns Scoto: Dignare me laudare Te, Virgo sacrata; da mihi virtutem contra hostes tuos. Non pensava qui a pagani od eretici ... però, quando si tratta dell’Immacolata, non domanda lui né prudenza, né amore, ma virtutem e li chiama duramente hostes tuos (SK527). 

L’Immacolata schiaccia il capo del serpente e distrugge il suo enorme corpo composto dalle più svariate eresie dei vari tempi e luoghi. (SK 1330) 

Studiando contemporaneamente i movimenti anti-religiosi del nostro tempo e le loro fonti, i loro metodi, gli effetti etc. (SK 1327) 

CONSACRAZIONE….essere figli, schiavi, proprietà, cosa, tutto 
L’associazione è innanzitutto “I”, vale adire Immaculatae, dell’Immacolata. … Essere Suoi senza alcuna costrizione, irrevocabilmente, per sempre. E divenire suoi sempre più, in modo sempre più perfetto, farsi simili a Lei, unirsi a Lei divenire in certo qual modo Lei stessa, affinché Ella prenda sempre più possesso della nostra anima, si impadronisca totalmente di essa, e in Ella medesima pensi, parli, ami Dio e il prossimo ed agisca. Ecco l’ideale: divenire Suoi, dell’Immacolata. (SK1211) 

Di Lei desideriamo essere figli, servi, schiavi d’amore, cosa e proprietà, strumenti docili a tutto ciò che in ogni tempo l’amore verso di Lei suggerisce al cuore di qualsiasi persona che ama. (SK 1327) 
Amala, quale madre, con tutta la tua dedizione. Ella ti renderà simile a Lei, ti renderà sempre più immacolato, ti aiuterà con tutta la Sua grazia. Lasciati guidare da Lei, lasciati plasmare. (SK1334) 

Sappiamo degli ossessi, indemoniati, per i quali il diavolo pensava, urlava, agiva. Noi vogliamo essere così e più ancora, illimitatamente ossessi di Essa, che Essa stessa pensi, parli, agisca per mezzo di noi. Vogliamo essere fino a quel punto dell’Immacolata che non soltanto non rimanga niente in noi che non sia di Essa, ma che diventiamo quasi annientati in Essa, cambiati in Essa, transustanziati in Essa … Essa è di Dio fino a diventare Sua madre e noi vogliamo diventare la madre che partorisca in tutti i cuori che sono e saranno l’Immacolata. (SK 508) 

Consacrati a Lei illimitatamente … non abbiamo diritto né a pensieri, né ad azioni, né a parole nostre. Ella ci governi dispoticamente. Si degni benevolmente di non rispettare la nostra libera volontà e, qualora noi volessimo in qualsiasi cosa svincolarci dalla sua mano immacolata, ci costringa. (SK 373) 

Ella è lo strumento più perfetto nelle mani di Dio, mentre noi, da parte nostra, dobbiamo essere degli strumenti nelle sue mani immacolate. Quando perciò debelleremo nel modo più rapido e più perfetto il male nel mondo intero? Ciò avverrà allorché ci lasceremo guidare da Lei nella maniera più perfetta. E questo il problema più importante ed unico. (SK 1160) 

… permettiamo a lei di fare in noi e per mezzo nostro qualunque cosa desidera. …Ella compirà sicuramente miracoli di grazia. Un’anima che è effettivamente consacrata all’Immacolata fino a questo punto non può non esercitare un influsso sull’ambiente che la circonda, anche senza esserne consapevole. Essa tuttavia non si accontenta di questo, ma compie ogni sforzo possibile per guadagnare anche altri all’Immacolata, affinché anche altri divengano come Lei. Noi viviamo, lavoriamo, soffriamo e bramiamo morire per Lei e con tutta l’anima, in tutti i modi, con tutte le invenzioni. Desideriamo innestare questa idea fissa in tutti i cuori. (SK326) 

Quando il fuoco dell’amore si accende, non può trovare posto nei limiti del cuore, ma divampa al di fuori ed incendia, divora, assorbe altri cuori. Conquista anime sempre più numerose al proprio ideale, all’Immacolata. La M.I. pone l’accento su questo amore che si spinge sino a conquistare i cuori di tutti coloro che vivono al presente e che vivranno in avvenire; e ciò al più presto possibile, al più presto possibile, al più presto possibile. (SK1325) 

…prega per noi che a te ricorriamo, e per tutti coloro che a te non ricorrono, in special modo per i massoni Negli anni precedenti la guerra, nella capitale del cristianesimo, a Roma, la mafia massonica, ripetutamente disapprovata dai pontefici, spadroneggiava in maniera sempre più sfrontata. Non rinunciò neppure a sbandierare per le vie della città, durante le celebrazioni in onore di Giordano Bruno, un vessillo nero con l’effigie di San Michele Arcangelo sotto i piedi di Lucifero e tanto meno a sventolare le insegne massoniche di fronte alle finestre del Vaticano … Tale odio mortale verso la Chiesa di Cristo e verso il suo vicario in terra non era soltanto una ragazzata di individui traviati, ma un’azione sistematica derivante da un principio della massoneria: ”Distruggete qualsiasi religione, soprattutto quella cattolica”. Disseminate nei modi più diversi e in maniera più o meno evidente in tutto il mondo, le cellule di questa mafia mirano proprio a questo scopo. Si servono inoltre di tutta una congerie di associazioni dai nomi e dagli scopi più svariati, che però, sotto il loro influsso, diffondono l’indifferenza religiosa indeboliscono la moralità. (SK 1328) 

Dalla loro officina è uscita la rivoluzione francese, tutta la serie delle rivoluzioni dal 1789 al 1815, ed anche la guerra mondiale. Secondo le loro indicazioni lavorarono Voltaire, D’Alambert, Rousseau, Diderot, Choiseul, Pomba, Aralda, Tanucci, Hangwitz, Byron, Mazzini, Palmerston, Garibaldi ed altri …La massoneria mette sul piedistallo le persone che vuole e butta giù, quando esse hanno voglia di agire di testa propria. Lo sperimentò di persona in modo assai evidente lo stesso Napoleone. (SK 1254) 

Noi siamo testimoni di una febbrile attività diretta contro la Chiesa di Dio, di un’attività che purtroppo non è senza frutti e che ha a disposizione propagatori senza numero …solo dopo queste avanguardie viene il grosso dell’armata del nemico. E chi è costui? Di primo acchito potrà sembrare esagerata l’affermazione che il principale, il più grande ed il più potente nemico della Chiesa è la massoneria. (SK 1254) 

Tutte le eresie ed ogni peccaminosa tendenza: ecco il corpo di lui; e la massoneria, la quale dirige tutto questo: ecco la testa. (SK 206) 

Volgendo lo sguardo attorno a noi, notiamo la scomparsa, spaventosa, della moralità, soprattutto in mezzo alla gioventù; anzi, stanno sorgendo delle associazioni, veramente infernali, che hanno inserito nel loro programma il delitto e la dissolutezza ... Il cinema, il teatro, la letteratura, l’arte, diretti in gran parte dalla mano invisibile della Massoneria, lavorano febbrilmente, in conformità alla risoluzione dei massoni: «Noi vinceremo la Chiesa cattolica non con il ragionamento, ma pervertendo i costumi!». (articolo del 1925) 
I massoni ... hanno cominciato a seminare l’immoralità attraverso il teatro, il cinema, i libri, le riviste, i quadri, le sculture, ecc., e attraverso una moda – mi si scusi l’espressione - sempre più da porci! (articolo “L’ultima moda” del 1926) Un’anima compenetrata dall’amore verso di Lei opporrà certamente una resistenza all’opera di depravazione, l’arma principale in mano alla massoneria. (SK 1254) 
L’Immacolata -della quale è stato detto “Ella schiaccerà il tuo capo”, vale a dire del serpente infernaleschiaccerà pure questo capo, la massoneria, la qual dirige tutto questo movimento antireligioso e immorale e mette a disposizione grosse somme di denaro per la formazione di nuove sette. (conferenza 06.03.1927)

Io sostengo che noi siamo in grado di farvi crollare e vi faremo crollare. ...Ebbene noi siamo un esercito, il cui Condottiero vi conosce ad uno ad uno, ha osservato e osserva ogni vostra azione, ascolta ogni vostra parola, anzi...nemmeno uno dei vostri pensieri sfugge alla sua attenzione. ... È l’Immacolata, il rifugio dei peccatori, ma anche la debellatrice del serpente infernale. ... Ma ecco, il nostro Condottiero, l’Immacolata, chiede per voi misericordia, il prolungamento della vostra vita, affinché abbiate ancora la possibilità di rientrare in voi stessi» (SK 1133) 

…questi nostri poveri infelici fratelli massoni, tanto più infelici per il fatto che non si accorgono di correre verso la propria perdizione; tuttavia essi sono fratelli perché Gesù non li ha affatto esclusi dalla partecipazione ai meriti della sua passione. …l’intenzione migliore sia che quanto prima essi si convertano, anzi addirittura si arruolino nella Milizia dell’Immacolata … (SK 1133)

DEVO ESSERE SANTO; QUANTO PIU' SANTO POSSIBILE ! 
La santità è l'imitazione di Gesù. L'uomo desidera divenire sempre più grande, sempre più santo, sempre più perfetto, desidera divenire in certo qual modo Dio. Ciò gli è difficile, ma nella persona di Gesù Cristo, Uomo-Dio, ha l'esempio più perfetto. I santi, per divenire tali, non hanno fatto altro che riprodurre in sé i lineamenti di Cristo, l'Uomo-Dio; quanto più un uomo lo ricopia tanto più diviene perfetto, santo. L'imitazione di Gesù è il nostro scopo.... (Conferenza del 28 8 1933) 

Questa è tutta l'essenza della santità: conformare tutta la nostra volontà alla volontà di Dio. L'anima che si è proposta come fine di conformare la propria volontà con la volontà di Dio, si sente indicibilmente felice. Vi è in lei pace e serenità, possiede un fondamento incrollabile: Iddio. Nessuna cosa è in grado di turbarla. Si approfondisce sempre più in questa pace e in questa felicità.

(Conferenza del 2 4 1938) Non perdiamo la pace se il sentimento si raffredda. Qui si tratta di volontà e soltanto di volontà. Anzi quanto più la natura si ribellerà, tanto maggiori saranno i meriti che ne raccoglieremo”. (SK 579) 

L'essenza dell'amore di Dio sarà sempre non il provare la dolcezza, non il ricordare, non il pensare, l'immaginare, ma esclusivamente l'adempiere la volontà di Dio in ogni istante della vita ed il sottomettersi completamente a tale volontà. (SK 643) 

Ora il rilassamento morale dipende dall'indebolimento della volontà. E allora si chiede: “chi è capace di irrobustire la debole volontà umana, se non Colei che è l'Immacolata fin dal primo istante della propria esistenza, la madre della grazia divina?” (SK 1222) 

Offriti interamente a Lei che è la nostra ottima Mammina celeste, ed in tal modo potrai superare facilmente tutte le difficoltà e... diventerai santo, un grande santo: questa è la sola cosa che ti auguro di tutto cuore. Si può dire che tutti i santi sono opera della Vergine santissima e la devozione particolare a Lei è una loro caratteristica comune. (SK 21) 

Ricordiamoci che l'amore vive, si nutre di sacrifici. Ringraziamo l'Immacolata per la pace interiore, per le estasi d'amore; tuttavia non dimentichiamo che tutto questo, benché buono e bello, non è affatto l'essenza dell'amore; anzi l'amore perfetto può esistere anche senza tutto questo. Il vertice dell'amore è lo stato in cui si è venuto a trovare Gesù sulla croce, quando disse: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”(SK 503) 

La santità è l'amore fino all'eroismo. (SK 1001) 

Lavorare, soffrire e morire da cavaliere, ma non di una morte comune: ecco, ricevere una pallottola in testa per sigillare il proprio amore verso l'Immacolata, spargere il proprio sangue fino all'ultima goccia, per accelerare la conquista di tutto il mondo a Lei. Questo auguro a me stesso e a voi … Gesù stesso ha detto “non c'è amore più grande che dare la vita per il proprio amico”. "Colui che è santo si santifichi ancora " [Ap 22, 11]; ma quanto più uno avanza su questa via, tanto più chiaramente vede quanto sia lungo il cammino che gli rimane ancora da percorrere e quanto breve è il tratto che ha già percorso in confronto al tutto da percorrere. Quanto più svelto corre, tanto più comprende la lentezza del suo cammino attuale. E così senza sosta, come se dovesse sempre cominciare da capo; anche il nostro Padre s. Francesco, sul letto di morte, affermò: " Cominciamo ad operare il bene". (SK 48) 

EUCARISTIA 

Preparazione all'Eucaristia 
Non c'è migliore preparazione alla s. Comunione che offrirla tutta all'Immacolata (facendo ovviamente, da parte nostra, tutto quel che possiamo). Ella preparerà il nostro cuore nel migliore dei modi e potremo esser certi di procurare in tal modo a Gesù la gioia più grande, di manifestarGli il più grande amore. (SK 643) 

Scopo dell'Eucaristia Tu, DIO infinito ed eterno, mi hai amato da secoli, mi hai chiamato dal nulla all'esistenza. Per mostrarmi da vicino che mi ami, sei sceso dalle più pure delizie del paradiso su questa terra...hai condotto una vita in mezzo alla povertà; ed infine hai voluto essere sospeso tra i tormenti su un turpe patibolo in mezzo a due canaglie. O DIO d'amore, mi hai redento in questo modo terribile ma generoso! Tu, però, non ti sei accontentato di questo, ma vedendo che sarebbero trascorsi ben 19 secoli dal momento in cui sono state effuse queste dimostrazioni del Tuo amore ed io sarei apparso soltanto ora su questa terra, hai voluto provvedere anche a questo! Il Tuo Cuore non ha acconsentito a far sì che io mi dovessi nutrire unicamente dei ricordi del Tuo smisurato amore. Sei rimasto su questa misera terra nel santissimo ed oltremodo mirabile Sacramento dell'altare ed ora vieni a me e ti unisci strettamente a me sotto forma di nutrimento... Già ora il Tuo sangue scorre nel sangue mio, la Tua anima, o DIO incarnato, compenetra la mia anima, le dà la forza e la nutre. (SK 1145) 

Eucaristia e Beata Vergine di Lourdes 
È giunto di nuovo il benedetto mese di febbraio. Benedetto, poiché il giorno 11 noi festeggiamo ogni anno il ricordo dell'apparizione della Vergine Immacolata a LOURDES. Come fare per celebrare in modo degno questo ricordo? Tutti noi purificheremo in quel giorno le nostre anime e riceveremo nel cuore DIO, che dimora in mezzo a noi nel SS. Sacramento dell'altare. Se poi il giorno 11 febbraio qualcuno non potrà accostarsi alla S. comunione sacramentale, non tralasci la comunione spirituale e, alla prima occasione, procuri di comunicarsi anche sacramentalmente. (SK 1088) 

Dall'ultima Cena all'Eucaristia 
Il 19 di questo mese le officine rimarranno chiuse, tacerà il lavoro materiale e folle di fedeli e molti curiosi, benché non cattolici, prenderanno parte alla processione annuale del "Corpus Domini". Perché a quale scopo tutto questo? Accadde a Cafarnao, dove le folle si erano raccolte attorno a Gesù ed Egli aveva detto loro: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane , vivrà in eterno; ed il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". I giudei chiesero: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Cristo sottolineò solennemente il senso letterale delle sue parole : "In verità, in verità vi dico: Come il Padre che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo ... Chi mangia questo pane vivrà in eterno". Questa promessa del Salvatore la udì pure con le proprie orecchie l'apostolo Giovanni e la scrisse nel suo vangelo (Gv 6,51- 60). Sei mesi più tardi, a Gerusalemme nel cenacolo, gli apostoli si radunarono attorno al Salvatore per mangiare l'agnello pasquale. Fu quella l'ultima cena, il momento della separazione, nella quale appunto il Salvatore aveva deciso di attuare la promessa fatta mezzo anno prima... E da quel momento il sacrificio della S. Messa prese dimora sulla terra. Inizialmente nei sotterranei delle catacombe e poi in un numero sempre maggiore di chiese. E il 19 giugno il sacerdote, successore degli apostoli, obbediente al comando dell'Uomo - Dio, ripeterà in sua memoria la commovente scena dell'ultima cena. Il pane diverrà Corpo vivo di Cristo e il vino il suo Sangue santissimo.(SK 1059) 

L'Eucaristia ci fa santi 
Una sola S. Comunione è sufficiente per farsi santi. Tutto dipende dalle disposizioni interiori, dalla preparazione. Metà della giornata dedicata alla preparazione, l'altra metà al ringraziamento. Talvolta una Comunione spirituale porta con sé le medesime grazie di quella sacramentale. Nelle difficoltà (ripeti) spesso: "Mio DIO e mio tutto". (SK 968) 

Ricevi l'Eucaristia con le disposizoni di Maria 
Ricevi GESÙ nella S. Comunione e accogli tutto dalle Sue mani, con l'umile disposizione che la SS. Vergine Maria ebbe nel momento dell'Annunciazione: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo quello che mi hai detto" (Lc1, 38). (SK 987/24) 

Preparare il cuore ad accogliere l'Eucaristia nel giorno dedicato a Lei 
Si sta avvicinando una festa che è nostra in modo tutto speciale, la festa dell'Immacolata. Come ci dobbiamo preparare ad essa? Come fare per trascorrerla nel modo migliore? Innanzi tutto laveremo la nostra anima nel sacramento della penitenza, per togliere le macchie del peccato: così facendo essa diventerà, almeno un poco, simile all'Immacolata. Inoltre, supplicheremo l'Immacolata affinché prepari il nostro cuore ad accogliere in modo degno il Suo Divin Figlio Gesù, presente, nel santissimo sacramento dell'altare: accostiamoci alla santa comunione in questo giorno dell'Immacolata Concezione, dedicato a Lei. Dopo la Santa Comunione pregheremo nuovamente L'Immacolata affinché voglia Lei stessa accogliere Gesù nella nostra anima e renderlo così felice come nessuno, mai è riuscito a fare finora. (SK 1234) 

L'amore di Gesù per noi l'ha spinto fino alla Croce e al Tabernacolo 
L'Immacolata ha suscitato nei nostri cuori l'amore verso se stessa, un amore tale che ci ha spinto a consacrarci totalmente alla Sua causa, cioè, la conquista di un numero sempre maggiore di anime al Suo amore, o più precisamente l'aiuto a tutte le anime per conoscere e amare Lei e avvicinarle, attraverso Lei al Cuore Divino di Gesù, il cui Amore verso di noi lo ha spinto fino alla Croce e al Tabernacolo. (SK 908) 

LA MILIZIA … non può permettersi di riposare! (SK 327) 
La M.I. si chiama dell’Immacolata poiché i suoi componenti si donano all’Immacolata senza alcuna riserva e sotto ogni aspetto, senza alcuna eccezione … In una parola desiderano appartenere a Lei secondo tutta l’estensione di questa espressione … Si chiama pure Milizia poiché coloro che si consacrano all’ Immacolata … in qualità di cavalieri desiderano conquistare all’Immacolata, al più presto possibile, il mondo intero e ogni singola anima, senza alcuna eccezione. (SK 1327) 

L’essenza della M.I. consiste nel fatto che essa appartiene all’Immacolata in modo incondizionato, irrevocabile, illimitato: che è dell’Immacolata sotto ogni aspetto. Di conseguenza colui che entra a far parte della M.I. diviene totale proprietà dell’Immacolata. Per ciò stesso egli diviene proprietà di Gesù, e quanto più perfettamente appartiene a Lei, tanto più perfettamente appartiene a Gesù; ma sempre in Lei ed attraverso di Lei, ossia nel modo più facile e più sicuro. Attraverso Gesù poi. Egli diviene proprietà di Dio. Essere dell’Immacolata, quindi è l’essenza della M.I.. (SK1226). 

Essa conduce più oltre l’educazione dell’uomo, fino a fargli raggiungere la piena realizzazione di sé stesso, delle sue possibilità morali. La M.I. … mira a far sì che tutti diventino santi. (SK1220) 

Attraverso l’Immacolata al Cuore Divino di Gesù: è la nostra parola d’ordine. …non è sufficiente che noi ci preoccupiamo di essere sempre più dell’Immacolata sotto ogni aspetto, entro confini ben determinati, ma desideriamo irradiare l’Immacolata fino al punto tale da essere capaci di attrarre a Lei anche le anime degli altri, anzi di tutti coloro che esistono ora, che esisteranno e potranno esistere in futuro, senza alcuna limitazione. In una parola desideriamo appartenere sempre più a Lei fino all’ultima goccia di sangue nell’opera volta a conquistare a Lei il mondo intero e ogni singola anima, e ciò al più presto possibile: ecco la M.I.. (SK1231) 

Io penso che la M.I. debba fondarsi sulla via della contraddizione, nello sforzo di conoscere gli sbagli, le superstizioni antireligiose, così generosamente seminate oggi. … Iddio non permetta che un iscritto alla M.I., trovandosi con gli altri in società o in treno, risponda ad un’osservazione contro la religione in modo superficiale e così indebolisca con la sua ignoranza la fede degli uditori. (Lettera al fratello, P. Alfonso) La M.I. ha come scopo immediato la sollecitudine per la conversione di tutti gli acattolici, in particolar modo di quei poveretti, i massoni, che, accecati dal loro fanatismo, sollevano la mano scellerata contro il loro ottimo Padre; e tutto ciò sotto la protezione e per la mediazione della Beata Vergine Maria Immacolata. (SK 1248) 

Nella M.I. è necessario distinguere chiaramente due cose: l’essenza e le cose accidentali. All’essenza non appartiene una forma o l’altra di organizzazione, ma la consacrazione di sé all’Immacolata, una consacrazione incondizionata ed illimitata. Una forma di organizzazione è certamente buona ed utile, tuttavia uno può essere un fervente milite anche senza nessuna forma di organizzazione. (SK 836) 

L’Immacolata: ecco il nostro ideale. Avvicinarci a Lei per renderci simili a Lei. (SK 1210) 

Il vertice dell’amore della creazione che torna a Dio è l’Immacolata, l’essere senza macchia di peccato, tutta bella, tutta di Dio. Neppure per un istante la Sua volontà si è allontanata dalla volontà di Dio. Ella è appartenuta sempre ed liberamente a Dio. E in lei avviene il miracolo dell’unione di Dio con la creazione. A Lei, come alla propria sposa il Padre affida il Figlio, il Figlio discende nel Suo grembo verginale, divenendo Figlio di Lei, mentre lo Spirito Santo forma in Lei in modo prodigioso il corpo di Gesù e prende dimora nella Sua anima, la compenetra in modo così ineffabile che la definizione di “Sposa dello Spirito Santo” è una somiglianza assai lontana della vita dello Spirito Santo in lei e attraverso di Lei. In Gesù vi sono 2 nature (la divina e l’umana) e un’unica persona (quella divina), mentre qui vi sono due nature e due sono pure le persone, lo Spirito Santo e l’Immacolata, tuttavia l’unione della divinità con l’umanità supera qualsiasi comprensione. (SK 1310)

 …Maria, per il fatto di essere la madre di Gesù Salvatore, è divenuta la corredentrice del genere umano, mentre per il fatto di essere la Sposa dello Spirito Santo, prende parte alla distribuzione di tutte le grazie. (SK 1229)

 … non abbiano affatto paura di amare troppo l’Immacolata, dato che (…) non l’ameremo mai nel modo come l’ha amata Gesù. Ebbene tutta la nostra santità consiste nell’imitare Gesù. Chi si avvicina a Le, per ciò stesso si avvicina a Dio, solo che lo fa percorrendo una strada più breve, più sicura, più facile. (SK 542) 

In pratica le anime si rivolgeranno sempre direttamente e con piena libertà sia all’Immacolata, sia al divin Spirito, sia a Gesù-Verbo eterno, sia al Padre celeste, ma quanto più esattamente un’anima comprenderà che tutti gli atti d’amore vengono indirizzati al Padre, per il fatto che è il fine ultimo, e che nell’Immacolata essi acquistano una purezza immacolata, mentre in Gesù acquistano un valore infinito, degno della maestà santissima del Padre, tanto più essa si infiammerà di amore verso Gesù e Maria. (SK 1310)

 Chi non è capace di piegare le ginocchia e di implorare da Lei in un’umile preghiera la grazia di conoscere chi Ella sia realmente, non speri di apprendere qualcosa di più sudi Lei. (SK1210) 
…l’essenza dell’amore verso l’Immacolata è un atto della volontà; perciò tanto più l’amore è perfetto quanto più è perfetta l’unificazione della nostra volontà con la volontà di Lei. Questo è sufficiente. Tutto il resto è soltanto mezzo o effetto. (SK 1354) 

Nasceranno delle persone molto sante. Esse giungeranno alla santità per mezzo di una singolare devozione verso la SS. Vergine, che terranno nella loro mente e nel loro cuore come il più perfetto modello di santità e come ricca sorgente di grazie divine. Questi santi soprattutto verso la fine del mondo Dio li susciterà per mezzo di Maria, sua madre, affinché tali anime, piene di grazia e di zelo, oppongano resistenza ai nemici di Dio che sorgeranno da ogni parte con accanimento. Queste anime avranno una particolare devozione alla SS. Vergine. Ella le illuminerà con la Sua luce, le nutrirà con il suo latte, le guiderà con il suo spirito, le sosterrà con la sua mano, le custodirà con la sua protezione…Inoltre sproneranno tutti, con la parola e con l’esempio alla vera devozione verso la Madre di Dio. Avranno molti nemici, ma riporteranno anche molte vittorie e renderanno molta gloria a Dio. Poiché come attraverso Maria ha avuto inizio la salvezza, così attraverso di Lei la salvezza giungerà a compimento. (SK 1129) 

Concedimi di lodarti, o Vergine Santissima. Ti adoro o Padre nostro celeste, poiché hai deposto nel grembo purissimo di Lei il tuo figlio unigenito. Ti adoro o figlio di Dio, perché ti sei degnato di entrare nel grembo di Lei e sei diventato vero, reale Figlio suo. Ti adoro o Spirito Santo, poiché ti sei degnato di formare nel grembo immacolato di Lei il corpo del Figlio di Dio. Ti adoro o Santissima Trinità per avere elevato l’Immacolata in un modo così divino. E io non cesserò mai, ogni giorno, appena svegliato dal sonno di adorarti umilissimamente, o Dio Trinità, con la faccia a terra, ripetendo tre volte: Gloria… (SK1305) 

O Immacolata, regina del cielo e della terra, io so di non essere degno di avvicinarmi a Te, di cadere in ginocchio dinnanzi a Te con la faccia a terra, ma poiché ti amo tanto oso supplicarti di essere tanto buona da volermi dire chi sei Tu. Desidero infatti conoscere sempre di più, sconfinatamene di più, e amarti in modo sempre più ardente…cosicché Tu divenga la Regina di tutti i cuori che battono sulla terra e batteranno in qualsiasi tempo, e ciò quanto prima, al più presto possibile. (SK1307) 

Senza la lotta sarebbe impossibile la vittoria e senza la vittoria non ci può essere la corona, non ci può essere la ricompensa (cfr 1 Cor. 9,25)” (SK 149) 

Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della Chiesa di Dio è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito forse lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto. Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in realtà avremo trascurato. Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto. (SK.1023) 

Difendere la religione è per noi troppo poco, ma si esce dalla fortezza e fiduciosi nella nostra Duce andiamo fra i nemici e facciamo la caccia ai cuori per conquistarli all’Immacolata. (lettera a fr. Ottone Caputo) Il nostro compito qui è molto semplice: sgobbare tutto il giorno, ammazzarsi di lavoro, essere ritenuto poco meno di un pazzo da parte dei nostri e, distrutto, morire per l’Immacolata. E dato che noi non viviamo due volte su questa terra, ma una volta soltanto, di conseguenza è necessario approfondire al massimo con grande parsimonia ognuna delle espressioni suddette, per dimostrare quanto più è possibile il proprio amore per l’Immacolata. Non è forse bello questo ideale di vita? La guerra per conquistare il mondo intero, i cuori di tutti gli uomini e di ognuno singolarmente, cominciando da noi stessi.(SK 301) 

Il milite dell’Immacolata è in una parola uno che combatte per conquistare tutti i cuori a Lei. (SK 1325) 

Per Lei siamo disposti a tutto, ad ogni fatica, sofferenza, umiliazione, anzi alla morte per fame o per qualunque altra causa. La nostra potenza consiste nel riconoscere la nostra stupidità, debolezza e miseria e nella illimitata fiducia nella bontà e nella potenza dell’Immacolata. La natura può inorridire, guardare con occhio nostalgico un’altra forma di vita più tranquilla e confortevole in situazioni già ben determinate, ma il sacrificio consiste proprio nell’andare oltre le attrazioni della nostra natura corporale. Tutta la speranza è nell’Immacolata. Coraggio, dunque, caro fratello, vieni a morire di fame, di fatica, di umiliazioni e di sofferenze per l’Immacolata. (SK509) 

L’essenza dell’amore di Dio sarà sempre non il provare la dolcezza, non il ricordare, non il pensare, l’immaginare, ma esclusivamente l’adempiere la volontà di Dio in ogni istante della vita ed il sottomettersi completamente a tale volontà. (SK 643) 

Guardandoci attorno e vedendo dappertutto tanto male, noi vorremmo sinceramente porre un riparo a questo male, condurre gli uomini al sacratissimo Cuore di Gesù attraverso l’Immacolata e così rendere eternamente felici fin da questa vita i nostri fratelli che vivono in questo mondo. Guerra al male dunque, una guerra implacabile, incessante, vittoriosa. (SK 1160) 

La lotta contro Satana non può affrontarla l’uomo, anche il più geniale; solo l’Immacolata ha ottenuto la promessa di schiacciare la testa del serpente: Ma essa è in cielo e ha bisogno della nostra cooperazione: ed è per questo che va in cerca di anime che le si abbandonino interamente, e diventino tra le sue mani uno strumento per paralizzare Satana e per diffondere il regno di Dio”. (Positio super virtutibus p.123) 

Il serpente solleva la sua testa in tutto il mondo, ma l’Immacolata gliela schiaccerà nel corso di strepitose vittorie. Egli però non cesserà di stare in agguato per porre insidie al suo piede. La mancanza di elasticità nell’adattarsi alle condizioni e alle circostanze che mutano continuamente, provocano un indebolimento di vita e di vitalità. (SK 637)


AMDG et DVM

domenica 7 gennaio 2018

Il Cavaliere dell'Immacolata, immagine luminosa per la nostra generazione

A.D. 18 - Terzo Millennio d. C.









Le due corone

Raimondo Kolbe, il futuro San Massimiliano Maria (canonizzato dal Papa Beato Giovanni Paolo II, il 10 ottobre 1982), è figlio della nevosa ma ardente Polonia nato a Sudunzska-Wola (Lodz) all'una di notte dell'8 gennaio 1894, da modesti tessitori. Suo padre Giulio è molto dolce, un laborioso taciturno, ma praticante molto fervente. La mamma, Maria, è energica e molto religiosa. La famiglia conta tre ragazzi, Francesco, Raimondo e Giuseppe, seguiti da Valentino e Antonio che morirono bambini. 

Il nostro Raimondo è indipendente, intraprendente e un po’ testardo. Di indole vivace e impulsiva, mette spesso a dura prova la pazienza di sua madre, che un giorno gli grida: «Che ne sarà di te?». Il rimprovero provoca nel piccolo una vera e propria conversione. Diventa bravo ed ubbidiente. La mamma si accorge che scompare spesso dietro l’armadio, dove c’è un altarino di Nostra Signora di Czestochowa. Lì, egli prega e piange. «Andiamo, Raimondo, gli dice sua madre, perché piangi? – Quando tu mi hai detto: “Raimondo, che ne sarà di te?” ho provato un grosso dispiacere e sono andato a domandare alla Santa Vergine che fine avrei fatto… La Santa Vergine mi è apparsa, tenendo due corone, una bianca e l’altra rossa. Mi ha guardato con amore e mi ha chiesto quale scegliessi; quella bianca significa che sarò sempre puro e quella rossa che morirò martire. Ho risposto: “Le scelgo tutte e due!”».
A partire da quell’incontro, l’anima del fanciullo conserverà un amore indefettibile per la Santa Vergine. Attirato da Maria, Raimondo Kolbe abbraccia la vita religiosa. Il 4 settembre 1910, indossa l’abito francescano, e assume il nome di “fra Massimiliano Maria”. Nell’autunno del 1912, i superiori lo mandano all’Università Gregoriana di Roma. 

Gli studi non lo distolgono dal suo ideale di santità: vuol procurare a Dio la più grande gloria possibile. «La gloria di Dio consiste nella salvezza delle anime. La salvezza delle anime e la santificazione perfetta di esse, già riscattate ad un prezzo molto elevato dalla morte in croce di Gesù, cominciando naturalmente dalla propria anima, è dunque il nostro nobile ideale». Ma la via della salvezza si trova nel compimento della volontà di Dio. Così il giovane frate scrive a sua madre: «Non ti augurerò né la salute, né la prosperità. Perché? Perché vorrei augurarti qualcosa di meglio, qualcosa di talmente buono che Dio stesso non saprebbe augurarti di più: che in tutte le cose sia fatta in te, mamma, la volontà di questo ottimo Padre, che tu sappia in tutte le cose compiere la volontà di Dio! È tutto quel che posso augurarti di meglio».

Sotto i piedi di Lucifero

È a Roma che la Santa Vergine gli ispira di fondare la Milizia dell’Immacolata. All’epoca, la massoneria spadroneggiava nella città eterna. «Quando i massoni cominciarono a darsi da fare sempre più sfrontatamente, spiega fra Massimiliano, ed ebbero spiegato il blasfemo stendardo sotto le finestre del Vaticano, quello stendardo in cui, su sfondo nero, Lucifero calpestava l’arcangelo San Michele, quando si misero a distribuire manifestini che inveivano contro il Santo Padre, nacque in me l’idea di fondare un’associazione che avesse come scopo quello di combattere i massoni e gli altri tizzoni d’inferno». 

Un giorno del 1915, a Roma, un uomo maturo vocifera davanti a fra Massimiliano Kolbe, contro il Papa e la Chiesa. Il giovane francescano intavola la discussione. «Me ne intendo, giovincello! Sono dottore in filosofia», esclama lo sconosciuto. «E anch’io», replica il fraticello di ventuno anni, che ne dimostra sedici. Stupefatto, l’uomo cambia tono. Allora, pazientemente, con una logica inesorabile, il frate riprende uno per uno gli argomenti del suo interlocutore e li ritorce contro di lui. «Verso la fine della discussione, racconta un testimone, il miscredente tacque. Sembrava riflettere profondamente». 

Chi è mai questo apostolo ardente, descritto da Papa Paolo VI come un «tipo d’uomo cui possiamo conformare la nostra arte di vivere, riconoscendogli il privilegio dell’apostolo Paolo, quello cioè di poter dire al popolo cristiano: Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo (1 Cor. 11, 1)»? La massoneria è una società segreta dalle mille ramificazioni, che si sforza di dirigere il mondo secondo principi che escludono l’autorità di Dio e la Rivelazione. Ma la massoneria distrugge pure la società civile, poiché i suoi principi contraddicono la legge naturale e minano «i fondamenti della giustizia e dell’onestà»

Minacce programmate scientificamente

In presenza delle stesse forze del male, già operanti alla sua epoca, San Massimiliano Maria offre alla nostra vista un bell’esempio di zelo apostolico. Come San Paolo, si applica a vincere il male con il bene (Rom. 12, 21). Forte della sua fede e di una teologia molto sicura, si rivolge alla Vergine Maria ed al Suo Divin Figlio. Per venire a salvarci, il Verbo di Dio ubbidendo al Padre si è fatto uomo, e ha scelto per Madre una vergine promessa ad un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide, e il nome della vergine era Maria (Luca 1, 26-27). 
La Madre del Salvatore, Maria della stirpe regale di Davide, fu ab initio creata da Dio e dotata  di doni all’altezza di una tanto infinita responsabilità per cooperare con il Figlio Suo Divino alla Redenzione dell'Umanità. L’arcangelo Gabriele, all’atto dell’Annunciazione, la saluta "Piena di Grazia" (Luca 1, 28). Esplicitando quest’espressione, il santo Papa Pio IX proclamò finalmente -dopo quasi 18 secoli di nostra Redenzione-, l'8 dicembre 1854, il dogma dell’Immacolata Concezione: «La beata Vergine Maria, nel primo istante della sua Concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia di peccato originale». Essendo finalmente MARIA 'Divina Concezione Immacolata' ha un potere immenso contro qualsiasi male per il trionfo totale del Bene. Maria è quindi La Madre della Grazia : "Mater Divinae Gratiae", prima di essere  «Madre di tutte le Grazie», ed è altresì la nostra Misericordiosa Divina Redentrice insieme al Divino Redentore Gesù. [Un saggio dell'altezza teologica del Kolbe alla pagina 70 del link: - http://inox.altervista.org/larivelazione/conchiglia/pdf/09.193_MARIA_E_DIVINA_08.12.09.pdf ]

Salvare tutte le anime

Potente contro il male, Nostra Signora trionfa sul demonio. Così, fra Massimiliano fonda la Milizia dell’Immacolata - M.I. -, sulla base della parola di Dio al serpente (il diavolo): Ella (la Santa Vergine) ti schiaccerà il capo (Gen. 3, 15). Il santo collega la divina profezia con l’affermazione  liturgica: «Da te sola, o Maria, sono state vinte tutte le eresie». E lo scopo della sua opera è quello di ottenere «la conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici, ecc., ed, in particolare, dei massoni; e la santificazione di tutti gli uomini sotto la direzione e per il tramite della Beata Vergine Maria Immacolata». Nel suo ardore, egli desidera la conversione di tutti i peccatori, poiché il santo non dirà mai «salvare anime», ma «tutte le anime». La schiera apostolica della “Milizia” farà l’offerta totale di se stessi alla Beata Vergine Maria Immacolata, come docili strumenti nelle sue mani materne, e quale scudo avranno la Medaglia Miracolosa. Reciteranno, almeno una volta al giorno, la seguente giaculatoria: «O Maria, Concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te e per tutti coloro che non ricorrono a Te, in particolare per i massoni e per quanti Ti sono raccomandati».

Cristianizzare la cultura

La salute di fra Massimiliano non è vigorosa. Malgrado ciò, egli si applica con coraggio allo studio, supera brillantemente gli esami, e diventa, nel 1915, dottore in filosofia. Quattro anni più tardi, ottiene, con pari successo, un dottorato di teologia. Nel frattempo, è stato ordinato sacerdote, il 28 aprile 1918. Progetta la propria formazione intellettuale con lo scopo di istruire il prossimo e di contribuire in questo modo alla salvezza delle anime. Il suo desiderio è quello di «far servire qualsiasi progresso per la gloria di Dio», vale a dire cristianizzare la cultura moderna. Ma il santo deve sperimentare che il bene non si fa senza la croce. Infatti, come ricorda Santa Teresa di Gesù Bambino, «solo la sofferenza genera le anime». Verso la fine del 1919, viene inviato a Zakopane (Polonia), in sanatorio, in cui mancano i soccorsi religiosi. Benché ammalato, intraprende un difficile apostolato presso gli altri degenti, aiutandosi con medaglie miracolose. Conquista i cuori e le menti ad uno ad uno, e il suo successo è tale, che lo si invita a tenere conferenze. L’apostolo di Maria non aspettava che quello. Molti increduli si convertono.

Il veleno dell’indifferenza

Poi, Padre Massimiliano inaugura una serie di “incontri apologetici”, sull’esistenza di Dio e la divinità di Cristo. L’amore che manifesta per la verità traspare in una lettera scritta al fratello Giuseppe: «Ai giorni nostri, il veleno peggiore è l’indifferenza, che trova le sue vittime non solo fra la borghesia, ma anche fra i monaci, a gradi diversi, naturalmente». Nel 1927, Padre Massimiliano fonda la città mariano/francescana di Niepokalanow (letteralmente: la città dell’Immacolata). Tutto ivi è dedicato a Maria. Numerosi sono coloro che chiedono di essere ammessi al noviziato, a tal punto che il convento conterà fino a mille frati. «A Niepokalanow, dice Padre Massimiliano, viviamo con un’idea fissa, se ci si può esprimere così, scelta volontariamente ed amata: l’Immacolata!» La stampa, la cui influenza non cessa di crescere, gli sembra un terreno di apostolato privilegiato. Lancia, in vista dell’evangelizzazione, la rivista “Il Cavaliere dell’Immacolata”, che diventerà ben presto la più importante pubblicazione della Polonia. Nel 1939, la tiratura raggiungerà il milione di esemplari.
Gaude, Maria Virgo:
cunctas haereses sola interemisti in universo mundo. Alleluia.

Conosce il giapponese?

Lungi dall’essere l’unico obiettivo di Padre Massimiliano, la Polonia è soltanto un trampolino. Appena tre anni dopo la fondazione di Niepokalanow, incontra, in un treno, degli studenti giapponesi. La conversazione si avvia, e il monaco offre delle medaglie miracolose. In cambio, gli studenti gli danno degli elefantini di legno che servono loro da feticci. Da allora, il santo non cessa di pensare alla grande pena di quelle anime senza Dio. Perciò, un bel giorno, si presenta al suo provinciale e gli chiede il permesso di andare in Giappone per fondarvi una Niepokalanow giapponese.
«Ha denaro?» domanda il Padre Provinciale.
«No» risponde Kolbe.
«Conosce il giapponese?»
«No» disse.
«Ha almeno amici laggiù, qualche appoggio?»
«Non ancora, ma ne troverò, con l’aiuto di Dio e dell’Immacolata».


Una volta ottenute tutte le autorizzazioni, Padre Massimiliano parte per il Giappone, nel 1930, con quattro fratelli. A forza di lavoro, di audacia, di preghiere e di fiducia nell’Immacolata, essi riescono a creare la “Mugenzai no Sono”, testualmente: il giardino dell’Immacolata. Due anni dopo la fondazione in Giappone, Padre Massimiliano s’imbarca, per andare a fondare una città in India. Alle prese con grosse difficoltà, prega Santa Teresa di Lisieux: non aveva convenuto con lei, un tempo, a Roma, che avrebbe pregato tutti i giorni per la sua canonizzazione, ma che, in cambio, essa sarebbe stata la patrona delle sue opere? Santa Teresa onora il contratto. Tutti gli ostacoli spariscono come per incanto. Ma, spossato e consunto dalla febbre, l’apostolo di Maria Immacolata deve rientrare in Polonia, nel 1936.

L’amore o il peccato

Settembre 1939: la guerra si abbatte sul paese. San Massimiliano si dedica all’apostolato con più ardore che mai. «Se il bene consiste nell’amore di Dio ed in tutto ciò che scaturisce dall’amore, il male, nella sua essenza, è una negazione dell’amore», si legge nell’ultimo articolo da lui pubblicato. Ecco il vero conflitto. In fondo ad ogni anima, vi sono questi due avversari: il bene ed il male, l’amore ed il peccato. Il 17 febbraio 1941, poliziotti della Gestapo catturano Padre Massimiliano e quattro altri frati e li conducono, inizialmente, nella prigione di Pawiak, a Varsavia. Padre Massimiliano viene picchiato violentemente, in quanto religioso e prete. Scrive ai suoi discepoli rimasti a Niepokalanow: «L’Immacolata, Madre tanto amante, ci ha sempre circondati di tenerezza e veglierà sempre… Lasciamoci guidare da Lei, in modo sempre più perfetto, dove Essa vorrà portarci, e qualunque sia la sua volontà, affinché, compiendo fino in fondo il nostro dovere, possiamo, per amore, salvare tutte le anime». Qualche giorno più tardi, Padre Kolbe viene trasferito al campo di concentramento di Auschwitz. Ben presto ricoverato all’ospedale, a causa delle sevizie subite, passa tutte le notti a confessare, malgrado il divieto e la minaccia di rappresaglie. Sa convertire in bene il male stesso, e spiega un giorno ad un malato: «L’odio non è una forza creatrice. Solo l’amore è creatore. Questi dolori non ci faranno cedere, ma devono aiutarci, sempre di più, ad esser forti. Sono necessari, con altri sacrifici, perché coloro che rimarranno dopo di noi siano felici». Fa condividere ai suoi compagni l’esperienza del mistero pasquale, in cui la sofferenza vissuta nella fede, si trasforma in gaudio.

Lavorare con tutte e due le mani

Alla fine di luglio del 1941, un prigioniero del blocco 14, quello di Padre Massimiliano, è evaso. Il capo del campo di concentramento aveva avvertito che, per ogni evaso, dieci uomini sarebbero stati condannati a morire di fame e di sete. Uno degli infelici designati per morire, grida: «Oh! povera moglie mia, figli miei, non vi rivedrò più!» Allora, in mezzo ai compagni interdetti, Padre Massimiliano si fa strada ed esce dalle file. «Vorrei morire al posto di uno di questi condannati», e designa quello che si era lamentato. «Chi sei?» chiede il capo. «Un prete cattolico», risponde Padre Massimiliano. Poiché è come prete cattolico che vuol dare la propria vita, l’ufficiale, stupefatto, rimane in silenzio per un istante, poi accetta l’eroica proposta. I carcerieri si rendono subito conto che, nel blocco della morte, succede qualcosa di nuovo. Invece delle grida abituali di disperazione, sentono alzarsi canti. La presenza di Padre Massimiliano ha cambiato l’atmosfera dell’orribile cella. La disperazione ha lasciato il posto ad un’aspirazione verso il cielo, verso la Madre della Misericordia, un’aspirazione piena di speranza, di accettazione e di amore. Alla vigilia dell’Assunzione, solo Padre Massimiliano è pienamente cosciente. Quando le guardie entrano per dargli il colpo di grazia, è in preghiera. Vedendo la siringa, tende da se il braccio scarno all’iniezione mortale. In vita, San Massimiliano Kolbe amava ripetere:

«Su questa terra, non possiamo lavorare che con una sola mano, perché con l’altra dobbiamo aggrapparci, per non cadere. Ma in Cielo, sarà diverso! Nessun pericolo di scivolare, di cadere! Allora, lavoreremo ancora di più, con tutte e due le mani!» E fece sue le due corone di gloria offertegli dalla Mamma Immacolata nella prima fanciullezza. 
"Gioite nel Signore, scrisse Paolo VI, come seppero gioire i santi  Francesco d'Assisi, Teresa di Lisieux e Massimiliano Maria Kolbe, immagine luminosa di pace serenità e gioia per la nostra generazione 

*Un saggio dell'altezza teologica del Kolbe alla pagina 70 - http://inox.altervista.org/larivelazione/conchiglia/pdf/09.193_MARIA_E_DIVINA_08.12.09.pdf

AMDG et DVM