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martedì 25 aprile 2017

La nona opera

Lavabo inter innocentes manus meas

9. – La nona opera, realizzata dal Signore e Salvatore Nostro Gesù Cristo, fu che dopo aver accudito e servito sua Madre, per quel che si legge in san Matteo e san Marco (cf. Mt. 13,55; Mc. 6, 3), il nostro Salvatore nella sua umiltà affiancò suo padre putativo Giuseppe nell’ufficio (professione) di carpentiere [nel manoscritto: fuster], dal momento che nella sua anzianità non poteva più maneggiare la sega, e pertanto l’aiutava a maneggiarla. 
Perciò riferendosi a questo passo evangelico il Maestro Nicolàs di Lyra dice che Gesù esercitò questa professione. A ragione i giudei, vedi in san Matteo (cf. Mt. 13, 55) e san Marco (cf. Mc. 6, 3), dicevano: Non è questi il figlio del carpentiere? Perché nostro Signore Gesù Cristo aiutava Giuseppe per poter vivere, e perciò credevano i giudei che fosse suo figlio. [Nel manoscritto a continuazione si legge: Qué estùpidos!].(!)
Dopo di ciò il benedetto Signore arrivò all’età di trent’anni e fu a battezzarsi per quanto Egli non ne avesse necessità. Ma lo fece per santificare le acque per nostra salvezza.
      Questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote lava le sue mani. 
Adesso vi domando: Perché il sacerdote si lava le mani? Forse non lavò la sua coscienza con la confessione sacramentale nonché le mani prima della Messa? Certo che sì, giacché non facendolo direbbe la Messa per la condanna della sua anima. Pertanto buona gente, il sacerdote lava le sue mani non perché sia bisognoso di pulizia, bensì per ripresentare il Salvatore e nostro Signore Gesù Cristo che ha la pienezza d’ogni santità e non necessitava di battesimo, però per umiltà e per nostra utilità Egli stesso volle battezzarsi e darci la virtù dell’acqua per lavarci.
A tal fine il sacerdote pur sacramentalmente confessato, benché sia santo e senza alcuna macchia di peccato, deve lavarsi le mani. Perciò il sacerdote dice: Lavo le mie mani nell’innocenza e mi muovo attorno al tuo altare, o Signore,  come dice il Salmo (Sal. 25, 6) che è supplica di un giusto nella persecuzione. 
   In sintesi voglio dire: Che io sia puro e senza alcuna macchia di peccato, per essere annoverato tra gli innocenti; ma tu, Signore, che sei pienezza di santità, per ripresentare quel salutare bagno del nostro battesimo volesti esser lavato, e per questo io mi laverò adesso.  
[nel manoscrittoQuaix que vulla dir: jatseia que yo sia pur, et net de màcula de peccat, per lo qual sia computat entre los innocents, emperò, Senyor, per representar aquell llavament del nostre baptisme, que jatseia que vós fósseu plenitudo de santedat, emperò volgués ésser llavat, perço yo·m llavaré ara].
AMDG et BVM