“LA PASSIONE” DI GIBSON, OVVERO “LA SANTA MESSA”
[31]Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
[32]Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me>>.
Gv. 12,31
“Cari figli! Oggi vi invito in un modo speciale a prendere la croce nelle mani e a meditare sulle piaghe di Gesù. Chiedete a Gesù di guarire le vostre ferite, che voi, cari figli, avete ricevuto durante la vostra vita a causa dei vostri peccati o a causa dei peccati dei vostri genitori. Solo cosi capirete, cari figli, che al mondo è necessaria la guarigione della fede in Dio creatore. Attraverso la passione e la morte di Gesù in croce, capirete che solo con la preghiera potete diventare anche voi veri apostoli della fede, vivendo nella semplicità e nella preghiera la fede che è un dono. Grazie per avere risposto alla mia chiamata!”
Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 25 marzo 1997
Mentre assistevo al film capolavoro del regista cattolico Gibson (una rarità di questi tempi, soprattutto se teniamo conto del coraggio di proclamarsi cristiano in un “ambientino” in cui è facile vendere l’anima al diavolo per carriere, popolarità e prebende) riflettevo, tra una commozione e l’altra, sulla eterna riproposizione degli avvenimenti che hanno riguardato nostro Signore.
Quanti, dimostrando ignoranza evangelica, hanno gridato all’antisemitismo del film, senza magari averlo visto, non si sono accorti o hanno finto di non vedere che il film, come del resto il Vangelo, evidenziano l’avversione nei confronti di Gesù da parte di tutto il mondo, cominciando dagli ebrei per espandersi, mediante i romani, a tutti i popoli della terra. Il film di Gibson, magistralmente interpretato dal Medjugorjno James Caviezel[1], mostra infatti le persecuzioni, le violenze, le derisioni, gli oltraggi sia delle autorità civili e religiose, sia del popolo, sia dei romani; simboli del mondo intero.
Se esaminiamo con attenzione i personaggi notiamo che la passione di Gesù perdura anche ai nostri giorni. Infatti pure oggi Gesù, che con una sola Parola avrebbe potuto distruggere il mondo oppure con una sola Parola avrebbe potuto convincere gli accusatori della sua innocenza, subisce avversioni, tradimenti, insulti, derisioni ed oltraggi; anche oggi la Sua Parola (cioè Lui stesso! Gv. 1,1 seg.) viene costantemente crocifissa. Se al posto dei protagonisti dell’epoca inseriamo certi sacerdoti (e anche certe gerarchie!) dei nostri tempi, certi cristiani, gli atei, i dissacratori, gli empi, quanti difendono o giustificano i nemici della Croce ecc., constatiamo che la passione di Gesù continua senza sosta. E non si tratta solo di una persecuzione spirituale, ma anche fisica; pensiamo, infatti, alle dissacrazioni eucaristiche che avvengono in occasione delle messe nere o di altri riti diabolici, oppure alle persecuzioni fisiche e morali che i discepoli di Cristo patiscono anche ai nostri giorni. La Madonna da Medjugorje nel suo messaggio del 5 aprile 1984 ha affermato “Cari figli, questa sera vi chiedo in particolare di onorare il Cuore del mio Figlio Gesù. Pensate alle ferite inferte al Cuore di mio Figlio, quel Cuore offeso con tanti peccati. Questo Cuore viene ferito da ogni peccato grave.” Quindi ogni volta che Gesù riceve delle percosse non dobbiamo pensare soltanto ai peccati commessi da altri nel lontano passato, ma dobbiamo essere convinti d’essere anche noi molte volte causa di sofferenze provocate al Signore mediante i nostri tradimenti, il nostro disinteresse, le nostre idolatrie ed i nostri peccati in generale.
Gibson ha poi messo bene in risalto la figura di satana quale tentatore ed ispiratore dell’odio più spietato nei confronti del Salvatore. La presenza del demonio (che a tratti evidenzia la crudeltà e la mostruosità della sua natura ormai corrotta) nei momenti salienti del film sottolinea l’opera continua e perversa dell’imperatore della morte, sconfitto dalla Crocifissione e dalla Resurrezione del Signore. L’urlo lancinante di satana alla fine del film ne evidenzia magistralmente la definitiva sconfitta, anche se perdura fino alla fine del mondo la sua opera perversa tesa a condurre quante più anime all’inferno.
Il film di Gibson, nel quale sono inseriti degli effetti musicali coinvolgenti, mostra poi i frutti della “Passione” che converte vari peccatori sia ebrei sia romani; anche in questo caso simboli del mondo intero.
L’inserimento nel film degli episodi evangelici e delle amorevoli predicazioni di Colui che ha dato liberamente ed incomparabilmente la sua vita per amore di ciascuno di noi, in contrapposizione con la sofferenza provocata dall’odio umano ispirato da satana, fanno del film uno strumento eletto di evangelizzazione. Le scene di indicibile sofferenza (in contrasto con quelle riservate ai due malfattori che non hanno subito le violenze fisiche e gli oltraggi riservati all’innocente ed amorevole Gesù) rese magistralmente dal medjugorjno protagonista devono far riflettere sul significato del Crocifisso; ma soprattutto devono far meditare quanti lo avversano e quanti agevolano le istanze di rigetto del Crocifisso (compresi certi avvocati che si proclamano cattolici!). Se si allontana l’emblema dell’amore di Dio per l’umanità, il suo posto viene prontamente occupato da satana il quale, spesso strisciante come un serpente oppure nascosto, lo sostituisce prontamente con tutto quanto ne consegue: violenze, soprusi, angherie, provocazioni, insulti ecc.
Il film di Gibson non rappresenta soltanto la “Passione” di nostro Signore, ma può essere considerato la rappresentazione della Santa Messa. Non mi sarei stupito, infatti, se alla fine del film una voce fuori campo avesse pronunciato le seguenti parole “la messa è finita, andate in pace”. In quella pace che soltanto Gesù può dare “Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dá il mondo, io la dò a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv. 14,27); non certo “la pace” che possono donare altri personaggi religiosi come Maometto, Budda ecc.! Chi ha visto o vedrà questo film potrà capire i motivi per cui padre Pio si fermava spesso in visione durante la celebrazione Eucaristica e molte volte piangeva assistendo in visione alle sofferenze del nostro caro Gesù. A Gibson va poi riconosciuto il merito d’aver evidenziato anche la passione corredentrice di Maria (invecchiata di circa dieci anni a causa della Passione del Figlio!), “toccata con mano” a Medjugorje. Senza l’intervento della Regina dell’universo e sposa dello Spirito Santo sia il protagonista del film sia il regista sia gli altri bravi attori non avrebbero potuto rendere la Passione di nostro Signore viva, attuale e coinvolgente!
Il film sottolinea inoltre la presenza trinitaria (la lacrima di Dio Padre, la figura di Gesù e l’effusione dello Spirito Santo con il particolare respiro-effusione finale di Gesù), che contraddistingue la nostra religione rivelata da tutte le altre e fa giustizia della serpeggiante teoria del “Giuda si è salvato”. Qualcuno potrebbe contestare la lacrima di Dio Padre (soprattutto quanti diffondono l’idea di un Dio crudele!). Se però leggiamo con attenzione le parole del profeta Ezechiele (31,15 seg.) riferite alla caduta di Lucifero “Così dice il Signore Dio: - Quando scese negli inferi io feci far lutto: coprii per lui l'abisso, arrestai i suoi fiumi e le grandi acque si fermarono ; per lui feci vestire il Libano a lutto e tutti gli alberi del campo si seccarono per lui. Al rumore della sua caduta feci tremare le nazioni, quando lo feci scendere negli inferi con quelli che scendono nella fossa. Si consolarono nella regione sotterranea tutti gli alberi dell'Eden, la parte più scelta e più bella del Libano, tutti quelli abbeverati dalle acque. Anch'essi con lui erano scesi negli inferi fra i trafitti di spada, quelli che in mezzo alle nazioni erano il suo braccio e dimoravano alla sua ombra. A chi credi di essere simile per gloria e per grandezza fra gli alberi dell'Eden? Anche tu sarai precipitato insieme con gli alberi dell'Eden nella regione sotterranea; giacerai fra i non circoncisi insieme con i trafitti di spada. Tale sarà il faraone e tutta la sua moltitudine -. Parola del Signore Dio” le quali dimostrano la tristezza di Dio per la rovina dell’Angelo portatore di luce, a maggior ragione possiamo capire il dolore di Dio Padre per la Passione del Figlio. L’oscurità che avvolge la scena del deicidio simboleggia da un lato l’apparente sconfitta di Gesù (distrutta dalla Resurrezione) e dall’altro lato il lutto di Dio Padre.
E’ un film che tutti i cristiani, tutti i sacerdoti, tutti i catechisti dovrebbero vedere per meglio comprendere le differenze tra Gesù (vero uomo e vero Dio, fondatore e capo del cristianesimo) ed i vari personaggi religiosi che vanno tanto di moda oggi (anche in certi ambienti cattolici che, invece di Gesù, preferiscono parlare del massone Che Guevara!). Ma è un film che dovrebbero vedere tutti in generale in quanto costituisce sicuramente uno strumento eletto di evangelizzazione. Grazie al film di Gibson possiamo meglio capire il valore della Santa Messa alla luce della profezia di Isaia “Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? E` cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori” (Is. 53,1 seg.)
Riguardo poi a certi falsi moralisti antipassione riporto un illuminante articolo di Carlo Climati.
FALSI MORALISTI ANTI-PASSIONE
di Carlo Climati www.carloclimati.com Il film di Mel Gibson "La Passione di Cristo" sta suscitando molte polemiche. Ciò che colpisce, negli articoli e nei commenti pubblicati sui giornali, è la critica ricorrente che viene fatta alla violenza del film. Si tratta, secondo me, in molti casi, di una critica non sincera e spesso dettata dai pregiudizi. Viene da chiedersi: ma dove erano i moralisti anti-Passione quando certi cantanti di rock satanico venivano a suonare in Italia con i loro show aggressivi e blasfemi? Dove erano, questi signori, quando centinaia di film sanguinari e violenti riempivano gli schermi dei nostri cinema? E perché questi improvvisati difensori della purezza e del buon gusto non dicono nulla quando la pornografia (quella vera!) invade le edicole, perfino sotto gli occhi dei bambini? Mi permetto di manifestare un sospetto. "La Passione" di Mel Gibson suscita tante polemiche, semplicemente, perché è un film che parla di Gesù. E questo dà fastidio. L'ondata di moralismo anti-Passione è, in realtà, solo ipocrisia. Se, davvero, vogliamo preoccuparci della violenza, facciamolo per quella violenza stupida, commerciale e gratuita che viene costantemente proposta ai giovani attraverso i mezzi di comunicazione più disparati: da certi video musicali a certi videogiochi, da alcuni fumetti a certi cartoni animati. Tutto questo è il segnale di un pericoloso rovesciamento culturale. E' una metafora dei nostri tempi. Viviamo, sempre di più, in un mondo "al contrario", dove la morte e la violenza, invece di impaurire, diventano elementi d'attrazione. Pensiamo ai tanti film dell'orrore che hanno per protagonisti mostri, demoni e maniaci assassini. Propongono una serie di omicidi senza fine, nelle forme più orribili e brutali. L'aspetto più inquietante di queste pellicole è che il male non viene mai sconfitto definitivamente. Alla fine di ogni storia, riaffiora sempre. Il maniaco assassino viene puntualmente ucciso in ogni film. Ma poi, alla fine, risorge ed è pronto ad uccidere di nuovo. Tornerà nel film successivo e continuerà a colpire, in una spirale di violenza senza fine. Il messaggio lanciato ai giovani da certi film dell'orrore è profondamente pessimista. Spinge a credere che il male non si possa sconfiggere una volta per tutte. E' un concetto radicalmente anticristiano. L'idea della continua "resurrezione" dell'assassino (e quindi, del male) sembra voler prendere il posto dell'unica e vera resurrezione, che è quella annunciata da Gesù. Sembra voler rappresentare la vittoria del pessimismo sull'ottimismo del Vangelo. Ho citato questo esempio, tra i tanti che si potrebbero fare, per mettere in luce il falso moralismo dei critici anti-Passione, perennemente urlanti contro Mel Gibson e colpevolmente silenziosi di fronte ai vari film sanguinari, dischi di rock satanico e programmi televisivi-spazzatura. Un po' di coerenza in più, a volte, sarebbe utile. Carlo Climati |
[1] JIM CAVIEZEL, PROTAGONISTA DEL FILM DI MEL GIBSON “LA PASSIONE DI CRISTO’ IN VISITA A MEDJUGORJE
Jim Caviezel, protagonista dell´ultimo film di Mel Gibson “La passione di Cristo’ ha promosso una proiezione privata della versione non definitiva di questo film il 6 dicembre a Medjugorje.
Durante quello stesso fine settimana, il film è stato visto in Vaticano anche dai membri della Segreteria di Stato, dai componenti del consiglio papale, dai mezzi di comunicazione e dai membri della congregazione per la dottrina della fede. Tutti hanno espresso il loro unanime appoggio al film.
Nell´intervista con fra Mario Knezovic per a stazione radio “Mir’ Medjugorje, Jim e sua moglie Kerri Caviezel hanno parlato della loro esperienza a Medjugorje e di quelle durante la realizzazione del film.
Qui di seguito una parte dell´intervista:
Jim Caviezel: “Ho sentito parlare per la prima volta di Medjugorje quando facevo la quinta o la prima media. Prima si diceva che era come le apparizioni di Fatima, Guadalupe, Lourdes, ma subito dopo si disse che il vescovo aveva dichiarato che non fossero vere. Come cattolico devoto, ho accettato quello che lui diceva. Molti anni dopo ho conosciuto mia moglie, ci siamo sposati e dopo alcuni anni lei si recò a Medjugorje. Mentre lei era lì, io ero in Irlanda a girare il film «Il conte di Monte Cristo». Mi telefonò in Irlanda; sentii la sua voce diversa, ma subito pensai: Chi sono io per interferire nella tua esperienza spirituale? Mi disse che Ivan Dragicevic sarebbe venuto in Irlanda…. Sono andato con lei varie volte e una volta, durante un´apparizione, ho sentito una presenza fisica. Ivan mi ha detto due cose che mi hanno colpito molto: «Jim, l´uomo trova il tempo per quello che ama», e «l´uomo non trova il tempo per Dio perché non lo ama». Poi mi ha parlato di come pregare col cuore. Per me è stato come l´inizio di una missione: pregare sempre col cuore.
Kerri Caviezel: «Io facevo la seconda media quando il nostro sacerdote ci fece vedere un film nel quale comparivano i ragazzi durante le loro apparizioni. Ci fu detto che era tutto vero. Eravamo in una comunità cattolica mista nella quale c´erano soprattutto croati ed italiani. Mia nonna è al cento per cento croata. Non mi sembrava difficile credere. Dovevo avere quindici anni quando venni qui. Appena arrivata, mi accorsi subito che era tutto vero, per quello che provavo nel cuore. Non ho visto segni, né nulla di simile; sebbene sia stata sempre cattolica, nella confessione non ho mai provato nulla di simile a quello che ho avvertito qui. E´ stata un´incredibile guarigione!’
A proposito dell´esperienza del ruolo di Gesù Cristo nel film hanno detto:
Jim Caviezel: «Sono arrivato a questa parte attraverso Medjugorje, attraverso la Madonna. Durante la preparazione ho utilizzato tutto quello che Medjugorje mi ha insegnato. Mel Gibson ed io siamo andati a Messa insieme tutti i giorni. I giorni nei quali non potevo andare a Messa, facevo la comunione. All´epoca sentii dire che il Papa si confessava tutti i giorni e pensai che anch´io dovevo confessarmi più spesso. Non volevo che Lucifero potesse esercitare un controllo su quello che facevo. Pecchiamo con le opere, ma anche con le omissioni. Il mio peccato di omissione continuo è quello di non amare a sufficienza. Così la confessione era la preparazione all´eucarestia. Ivan Dragicevic e sua moglie Laureen mi hanno dato un pezzettino di Croce. La porto sempre con me. Proprio per questo sui miei vestiti è stata realizzata una speciale tasca. Porto con me anche le reliquie di Padre Pio, S. Antonio di Padova, S. Maria Goretti e S. Denis, santo protettore degli attori. Ho anche digiunato. Leggo sempre i messaggi. Ogni giorno mi vedevano col rosario in mano.»
Kerri Caviezel: «Quando ho visto per la prima volta la croce su di lui, quando era truccato, non sembrava mio marito, ma Cristo. Hanno adattato il trucco all´immagine della Sacra Sindone di Torino, per ottenere proprio quel volto. Era così realistico che sembrava davvero di vedere il Cristo: alcuni erano pieni di rispetto, altri indifferenti ed altri ancora lo prendevano in giro. E´ accaduto ad entrambi: abbiamo capito nel nostro piccolo come poteva essere. Tutto questo ha influenzato la nostra vita; penso che Jim abbia compreso il peso del suo ruolo. Non farà mai nulla di più importante di questo nella sua vita.»
AMDG et DVM