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L’Annunciazione
“Nel ventre tuo si raccese l’amore”
Dante, par. 33,5
Tutta l’umanità,
specialmente una piccola componente del popolo eletto d’Israele, nel profondo dei suoi desideri, aspettava il
Redentore. Attraverso i profeti, Dio aveva mantenuto viva nel suo popolo l’attesa del Messia preannunciandone il regno di pace e amore universale.
Da tutti si attende
l’inizio di una nuova creazione o nuova era: l’era della salvezza, in cui Dio volge
lo sguardo misericordioso sull’umanità sofferente e apre a tutti la porta del Cuore offrendo luce e medicina
opportuna.
Che
grande amore ha avuto Dio
per noi! Egli può forse avere un amore più grande di quello mostrato nell’Incarnazione del Figlio, tutto Amore fin dal principio?
Accanto al Figlio, Maria rifulse alla mente divina — prima d’ogni altra opera (Pro
8, 22) - e fu concepita, costituita
e generata per la gioia di Dio e dell’universo.
Sono pienamente d’accordo con chi disse che il giorno dell’Incarnazione, e quindi dell’Annunciazione, è il più importante della storia, il suo centro ideale, “centro di luce che corrisponde, in tutti i particolari — come antitesi — alle tenebre del tragico inizio”.
Il sublime ed esatto momento in cui la
Santissima Trinità diede inizio alla
maggiore Opera e meraviglia dell’Onnipotenza è nascosto in Dio stesso. “Questo è il
primo mistero di Gesù, il più nascosto, il più alto, il meno conosciuto”. Se osiamo
soffermarci è perché la Sacra Scrittura
anche su questo punto ci offre indicazioni ben precise.
Sta scritto infatti: “Nel sesto mese, 1’angelo Gabriele fu mandato
da Dio in una
città della Galilea,
chiamata Nazareth ...” (Lc 1, 26).
1.
Per sesto mese non dobbiamo intendere il sesto mese
dell’anno, bensì sesto mese dal concepimento di San
Giovanni Battista. Difatti l’angelo dopo
dirà: “Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei ...” (Lc 1, 36).
Non ci viene segnalato né il giorno
né 1’anno.
Però da altre fonti, extra bibliche e tradizionali, si è potuto stabilire che l’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno purissimo della Vergine Maria sia avvenuta il 25 marzo dell’anno 748 di Roma (come ammette
Sant’Agostino e con lui
molti altri Padri). “L’importante è che quel sesto mese segna il punto di partenza dei nuovi tempi, il
tratto di unione tra l’età antica e l’età nuova del mondo”.
2.
Dalla Sacra Scrittura,
dalla tradizione e da recentissime valide prove archeologiche sappiamo che l’angelico annuncio avvenne nella
città natale della Vergine. Nazareth
attualmente è una bella cittadina posta sul
fianco di un pendio tra i monti della
Galilea e che guarda verso la pianura di Esdrelòn;
nel passàto però è stata sempre un’umilissima
cittadina-villaggio fuori
dalle grandi vie di comunicazione, e quindi
solitaria e priva di ogni attrattiva, e
per di più disprezzata e mai nominata dalla Bibbia.
Disprezzando le vanità del mondo, Dio
scelse proprio Nazareth e ne fece un fiore per profumare
tutta la terra.
In un’umile dignitosa
casetta c’è una vergine fanciulla che ignora la gloria e
la dignità che 1’aspettano. Con pietosi gemiti sta supplicando la Misericordia divina. Il suo Cuore è tutto un’ardente
impetrazione del Redentore, quando 1’angelo Gabriele,
che significa fortezza o il forte di Dio,
sotto forma sensibile entrando da Lei, disse: “AVE, O PIENA DI GRAZIA, IL SIGNORE
È CON TE!” (Lc 1, 28).
“A-ve!” è la prima
espressione delle angeliche labbra, e può tradursi anche “Ti saluto”,
“Rallegrati”, “Salve”,.
La parola greca kàire rivela il senso dell’augurio e della gioia per gli
eventi che avrebbero caratterizzato
l’esistenza non solo di
Maria ma anche di tutti gli uomini. Questo saluto servì a
sintonizzare ancor più Maria col cielo: inondandoLa di nuova
grazia e predicendoLe l’Amore che, con Lei e per mezzo di Lei, Dio (Jahvèh) voleva riversare sull’umanità.
“Piena di grazia”: il
corrispondente termine greco kecaritoméne contiene l’idea
della pienezza sovrabbondante. Vi può essere però pienezza e pienezza.
In
Maria era tanta questa
pienezza o ricchezza naturale e soprannaturale di grazia che già dal primo istante della sua esistenza superava
quella di tutti i santi e gli angeli insieme.
Nell’encielica Mystici Corporis Christi di
Pio XII sta scritto: “L’anima
Santissima di Maria fu ripiena del divino Spirito di Gesù Cristo più che tutte le altre anime insieme”. E questo perché — come già osservava l’angelico dottore San Tommaso — “Dio dà a ciascuno la
grazia proporzionata a quell’opera a cui viene
eletto: a Cristo Gesù - Uomo fu data grazia eccellentissima, essendo stato eletto a che la sua
natura venisse assunta nell’unità della divina persona. Insieme a Lui ebbe massima
pienezza di grazia la Beata Maria che fu eletta ad essere Sua Madre”.
In Maria Santissima dunque
mai vi fu ombra, poiché se ci fosse stata sarebbe indizio di non pienezza di
grazia e quindi false sarebbero le parole della Sacra Scrittura,
il che è assurdo e blasfemo. Maria invece,
prima ancora di essere Madre di Dio, è già la pienezza della grazia, e cioè
l’Immacolata, e quindi la Tesoriera e la
Dispensatrice d’ogni grazia ai suoi poveri
figli.
“IL SIGNORE
È CON TE!” Sono parole che prolungano le precedenti.
Esprimono sia la gioia completa
di Dio nello stare
con la creatura suo capolavoro, e sia la perfetta unione dell’anima di Maria con il Signore.
“Il Signore è con
te!” non è un augurio, ma essendo formula affermativa dice possesso di Dio e
partecipazione ai suoi doni.
Maria è proclamata e
glorificata come Tabernacolo della Trinità: Dio Uno e Trino abita pienamente e da sempre in Lei, non solo dal momento
in cui l’angelo Le apparve; l’uso dell’indicativo presente dice esattamente
la perfezione dell’unione di Dio con Maria e di Maria con Dio.
Le due perfezioni, quella
infinita di Dio e quella umana di Maria, con un incessante moto di affetti si attiravano a vicenda e ne scaturivano gloria per Dio e pace per Maria.
Giustamente l’angelo, in
profondo ossequio alla sua Regina, la esalta: “Il Signore è con Te!”
“A queste parole — prosegue San Luca — Ella
rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto” (Lc 1, 29).
Come spiegare
quest’improvviso, pur momentaneo, turbamento
della Beata Vergine? A che cosa è dovuto?
Facendo attenzione a tutto il contesto biblico, a noi sembra che Maria non
si turba per l’angelo, ma per il saluto e per quelle parole che, per
quanto chiare, Le dovevano risuonare
molto misteriose. Intuì la grandiosa portata del saluto angelico; perciò si domandava
a quale missione L’avrebbe chiamata
il Signore.
Il suo turbamento derivò
quindi non da un sentimento indistinto ma da una certa conoscenza essenziale del messaggio divino. È la
grandezza del saluto angelico che La turba e commuove profondamente.
Tutto ciò non sfuggì
all’angelo, che perciò si affrettò a rassicurarLa: “NON TEMERE, MARIA,
PERCHÈ HAI TROVATO
GRAZIA PRESSO DIO”.
Parallele alle precedenti,
queste parole non solo tendono a rassicurare la Beata
Vergine, ma anche La preparano alla piena manifestazione del messaggio, che viene introdotto dal profetico avverbio ‘ecco’
: “Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo
chiamerai Gesù. Sarà grande e
chiamato Figlio dell’Altissimo. Il
Signore Dio gli darà il trono di David suo padre, e regnerà per
sempre sulla casa di
Giacobbe, e il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 31-33).
Due cose annuncia l’angelo
a Maria: che l’atteso Messia nascerà da Lei; e
che il bambino sarà di una
grandezza unica perché Figlio di Dio, Re eterno e perciò universale.
Nei pochi versi citati c’è
tutta un’antologia di testi ed espressioni messianiche sparse nei libri sacri (cf Dn, 7, 14; Is 7, 14; 9, 1).
Notiamo che è Maria colei
che per prima ascolta quel Nome in
cui solo v’è Salvezza: il nome di Gesù, più dolce
del miele e più prezioso dell’oro,
come il nome di Maria.
Ascoltato il messaggio, Maria prudentissima e umile è profondamente meravigliata e nell’intimo del cuore si volge a chiedere luce e assistenza al Signore cui si era totalmente consacrata.
Quindi rivolta all’angelo
disse: “Com’è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1, 34). Quasi a dire ‘Sono vergine
consacrata, e se pur fidanzata a Giuseppe vivrò in castità, decisa a non
conoscere uomo; per assicurarmi esattamente sulla volontà divina chiedo:
come ciò sarà possibile?’.
Per dire consapevolmente un definitivo “Si” per
qualcosa che bisogna
fare, si deve sapere prima ‘il da farsi’ ,
osserva il Landucci, e Maria è solo questo che
chiede di sapere.
“Ella non dubita dell’effetto ma domanda del modo di esso” dice sant’Ambrogio. Chi poi si informa
sullo svolgimento di un fatto già lo ammette.
Non c’è quindi mancanza di fede nella Virgo fidelis. Maria presenta un fatto
e chiede solamente
una spiegazione.
E l’angelo a Maria: “LO
SPIRITO SANTO SCENDERA’ SU DI TE, su te stenderà la sua ombra la potenza
dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque
Santo e chiamato
Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese
per lei, che tutti dicevano sterile. NULLA È IMPOSSIBILE A DIO!” (Lc 1, 35-37).
Maria Santissima chinò il
capo e con sapienza e santità pensò la risposta. In piena libertà
ponderò le molteplici conseguenze di una tale risposta.
Pensando precisamente a
questo momento decisivo della storia di Maria e nostra, San Bernardo di Chiaravalle amorosamente dice: “Udisti,
o Vergine, il fatto e udisti anche il modo; l’uno e
l’altro mirabili ... E poiché al tuo
orecchio risuonò tale gaudio e letizia, magari
anche noi udissimo da Te il responso di gioia
che desideriamo, perché esultino le ossa umiliate!”. E così continua: “O Vergine, l’angelo aspetta la risposta, perché è ora che
torni a Dio che l’ha mandato.
Anche noi aspettiamo, o Signora, la parola di misericordia, noi miseramente
colpiti da sentenza di
condanna. Nelle tue mani è il prezzo della nostra salvezza. All’istante saremo liberati se Tu acconsenti. Noi moriamo,
e dalla breve Tua risposta possiamo essere richiamati alla vita!”
Il momento è solennissimo.
I cieli e la terra trattengono il respiro, pregando supplichevoli: “Accogli nel tuo grembo o Vergine Maria, il Verbo
di Dio Padre. Su te il divino Spirito distenda la
sua ombra, o Madre del Signore. Porta santa
del
tempio, intatta ed inviolabile, apriti al Re della gloria”.
La Vergine possedeva già lo Spirito Santo, ma ora
sta per esserne invasa totalmente. La luce dello Spirito e la forza divina
hanno vinto. Maria, in profonda umiltà
e raccoglimento, dice: “ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO” (Lc 1, 38).
“E IL VERBO SI FECE CARNE!”
(Gv 1, 14). Cioè prese un’anima e con essa scese nel grembo senza macchia e
assunse una carne che si nutriva e formava col
sangue della Vergine.
O felice Anima creata dal Padre per essere1’Anima del suo
Verbo incarnato!
O felice seno che portò la
perfezione della sua immacolatezza alla perfezione della Maternità divina e
si riempì di luce!
Fu l’inizio e il compendio di tutti i misteri della nostra santa
Religione. Nel1’Incarnazione Gesù operò tutti
gli altri misteri della sua vita,
perché accettò di compierli: “Entrando nel mondo Cristo dice ... Ecco, io vengo per fare,
o Dio, la tua volontà”
(Eb 10, 5-9).
La grandezza e l’eccellenza
del mistero di Gesù che vive e regna in Maria è infinita. “Questo mistero
è il trono della misericordia, della bontà e della gloria di Dio. E' il trono della
sua misericordia a nostro riguardo
... tramite Maria:
perciò accostiamoci con fiducia al
trono della grazia. E il trono della liberalità di Gesù verso
Maria ... magnificenza di Dio. E il trono della gloria resa da Gesù al
Padre. ..”.
Chi può sulla terra comprendere ciò che l’Immacolata abbia provato
nell’atto de1l’Incarnazione del Verbo?
Un abisso di gioia inondò il Cuore Immacolato di Maria. Il suo gaudio fu
molteplice:
1. fu gioia di essere madre di un uomo e gioia
di essere Madre di Dio;
2.
fu gioia di essere
Colei per cui la Pace si rinsaldava tra Cielo e Terra: l’uomo veniva redento e Dio perdonava all’uomo. È la prima
grande allegrezza di Maria;
3. fu soprattutto gioia di chi sa di aver fatto felice Dio che era stato amareggiato dalla disobbedienza e superbia di Adamo.
La stessa gioia riempirà
il nostro cuore se aderiremo
al volere del Padre Onnipotente come la Vergine divina si affidò alla Sua Parola.
Ed ecco in anticipo una sintesi delle
più grandi gioie della Vergine
Maria:
1.
Incarnazione o Annunciazione - Tempo di redenzione e perdono.
2. Visitazione - Inizio di redenzione, santificazione del Battista.
3.
Natale - Madre Vergine, la terra
ha il Salvatore
4.
Epifania - Vede nei Tre Re Magi tutto il mondo.
5.
Ritrovamento di Gesù - Udì echeggiare per la prima volta la “Buona novella”: "Beati i preammaestrati”.
6.
Risurrezione - Sapere i cieli aperti e abitati, e pronti per noi.
7.
Assunzione - Da Regina può occuparsi
di noi: e con supplica
potente parlare , pregare, ottenere
per noi.
*
La nostra adesione filiale
al Padre riceverà potente aiuto se sapremo ridire il saluto angelico, ossia: l’Ave Maria.
Questa è la preghiera più
bella, il complimento più perfetto — e
sempre efficace per le segrete attrattive di cui è pieno —
per guadagnarsi il Cuore della Madonna.
Dice il Montfort: “L’Ave Maria, recitata con attenzione, devozione
e modestia,
è la nemica del diavolo e il martello che lo schiaccia. Essa è la santificazione dell’anima, la gioia
degli angeli, la melodia degli eletti, il cantico del Nuovo Testamento,
il piacere di Maria, la gloria della Santissima Trinità (...). Con l’Ave
offriamo a Maria un bacio affettuoso o una rosa vermiglia, una
perla preziosa o una coppa di ambrosia e di nettare di vino. Grandi santi hanno predicato a tutti che:
*la salvezza del mondo è
iniziata con l’Ave Maria, e così la salvezza di ciascuno dipende da questa preghiera;
*questa preghiera fece
produrre il frutto di vita alla terra arida e sterile; così - se recitata bene - FARA’ GERMOGLIARE ANCHE
IN NOI LA PAROLA DI DIO E IL FRUTTO
DI VITA GESU CRISTO;
*l’Ave Maria è una rugiada
celeste che irrora la terra, cioè l’anima, perché dia frutto
a suo tempo ... Beato perciò chi non si contenterà di dire solo un’Ave Maria, ma reciterà anche il santo Rosario. “Chi semina con
larghezza, con larghezza raccoglierà (2 Cor 9,6)”.
MARIA Nostra Signora di Guadalupe
schiaccia la testa a satana
e salva il tuo popolo
MARIA Nostra Signora di Guadalupe
raduna i tuoi figli
sotto il tuo manto di stelle