(033)
I due figli del padrone (407.6)
Un uomo aveva due figli. Avvicinatosi al primo disse: "Figlio mio, vieni a lavorare oggi nella vigna del padre tuo".
Un grande segno d'onore era quello del padre! Egli giudicava il figlio capace di lavorare là dove fino allora il padre aveva lavorato. Segno che vedeva nel figlio buona volontà, costanza, capacità, esperienza, e amore per il padre. Ma il figlio, un poco distratto da cose del mondo, timoroso di apparire in veste di servo - Satana fa uso di questi miraggi per allontanare dal Bene - temendo beffe e forse anche rappresaglie da nemici del padre, che su di lui non osavano alzare la mano ma meno riguardi avrebbero avuto col figlio, rispose: "Non ci vado. Non ne ho voglia".
Il padre andò allora dall'altro figlio, dicendogli ciò che aveva detto al primo. E il secondo figlio rispose subito: "Sì, padre. Vado subito."
Però che avvenne? Che il primo figlio, essendo di animo retto, dopo un primo momento di debolezza nella tentazione, di ribellione, pentitosi di aver disgustato il padre, senza parlare se ne andò alla vigna, e lavorò tutto il giorno fino alla più tarda sera, tornando poi soddisfatto alla sua casa con la pace nel cuore per il dovere compiuto.
Il secondo invece, menzognero e debole, uscì di casa, è vero, ma poi si perse a vagabondare per il paese in inutili visite ad amici influenti dai quali sperava avere utili. E diceva in cuor suo: "Il padre è vecchio e non esce di casa. Dirò che gli ho ubbidito ed egli lo crederà."
Ma venuta la sera anche per lui, e tornato a casa, il suo aspetto stanco e di ozioso, le vesti senza sgualciture, e l'insicuro saluto dato al padre che l'osservava e lo confrontava col primo, tornato stanco, sporco, scarmigliato, ma gioviale e sincero nello sguardo umile, buono, che, senza volere vantarsi del dovere compiuto, voleva però dire al padre: "Ti amo. E con verità. Tanto che per farti contento ho vinto la tentazione", parlarono chiaramente all'intelletto del padre. Il quale, abbracciato il figlio stanco disse: "Te benedetto perchè hai compreso l'amore".
Un grande segno d'onore era quello del padre! Egli giudicava il figlio capace di lavorare là dove fino allora il padre aveva lavorato. Segno che vedeva nel figlio buona volontà, costanza, capacità, esperienza, e amore per il padre. Ma il figlio, un poco distratto da cose del mondo, timoroso di apparire in veste di servo - Satana fa uso di questi miraggi per allontanare dal Bene - temendo beffe e forse anche rappresaglie da nemici del padre, che su di lui non osavano alzare la mano ma meno riguardi avrebbero avuto col figlio, rispose: "Non ci vado. Non ne ho voglia".
Il padre andò allora dall'altro figlio, dicendogli ciò che aveva detto al primo. E il secondo figlio rispose subito: "Sì, padre. Vado subito."
Però che avvenne? Che il primo figlio, essendo di animo retto, dopo un primo momento di debolezza nella tentazione, di ribellione, pentitosi di aver disgustato il padre, senza parlare se ne andò alla vigna, e lavorò tutto il giorno fino alla più tarda sera, tornando poi soddisfatto alla sua casa con la pace nel cuore per il dovere compiuto.
Il secondo invece, menzognero e debole, uscì di casa, è vero, ma poi si perse a vagabondare per il paese in inutili visite ad amici influenti dai quali sperava avere utili. E diceva in cuor suo: "Il padre è vecchio e non esce di casa. Dirò che gli ho ubbidito ed egli lo crederà."
Ma venuta la sera anche per lui, e tornato a casa, il suo aspetto stanco e di ozioso, le vesti senza sgualciture, e l'insicuro saluto dato al padre che l'osservava e lo confrontava col primo, tornato stanco, sporco, scarmigliato, ma gioviale e sincero nello sguardo umile, buono, che, senza volere vantarsi del dovere compiuto, voleva però dire al padre: "Ti amo. E con verità. Tanto che per farti contento ho vinto la tentazione", parlarono chiaramente all'intelletto del padre. Il quale, abbracciato il figlio stanco disse: "Te benedetto perchè hai compreso l'amore".