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lunedì 10 febbraio 2020

LA MISSIONE PROFETICA DI FATIMA

DE  - EN  - ES  - FR  - IT  - PT ]
SANTA MESSA
OMELIA DEL 
SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Spianata del Santuario di Fátima
Giovedì, 13 maggio 2010

Cari pellegrini,

«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, […] essi sono la stirpe benedetta dal Signore » (Is 61, 9). Così iniziava la prima lettura di questa Eucaristia, le cui parole trovano mirabile compimento in questa assemblea devotamente raccolta ai piedi della Madonna di Fatima. Sorelle e fratelli tanto amati, anch’io sono venuto come pellegrino a Fatima, a questa «casa» che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni. 

Sono venuto a Fatima per gioire della presenza di Maria e della sua materna protezione. Sono venuto a Fatima, perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa pellegrinante, voluta dal Figlio suo quale strumento di evangelizzazione e sacramento di salvezza. Sono venuto a Fatima per pregare, con Maria e con tanti pellegrini, per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze. Infine, sono venuto a Fatima, con gli stessi sentimenti dei Beati Francesco e Giacinta e della Serva di Dio Lucia, per affidare alla Madonna l’intima confessione che «amo», che la Chiesa, che i sacerdoti «amano» Gesù e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude quest’Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene che rendono accogliente e benefica la Casa di Dio.

Essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto… Stirpe che il Signore ha benedetto sei tu, amata diocesi di Leiria-Fatima, con il tuo Pastore Mons. Antonio Marto, che ringrazio per il saluto rivoltomi all’inizio e per ogni premura di cui mi ha colmato, anche mediante i suoi collaboratori, in questo santuario. Saluto il Signor Presidente della Repubblica e le altre autorità al servizio di questa gloriosa Nazione. 

Idealmente abbraccio tutte le diocesi del Portogallo, qui rappresentate dai loro Vescovi, e affido al Cielo tutti i popoli e le nazioni della terra. In Dio, stringo al cuore tutti i loro figli e figlie, in particolare quanti di loro vivono nella tribolazione o abbandonati, nel desiderio di trasmettere loro quella speranza grande che arde nel mio cuore e che qui, a Fatima, si fa trovare in maniera più palpabile. La nostra grande speranza getti radici nella vita di ognuno di voi, cari pellegrini qui presenti, e di quanti sono uniti con noi attraverso i mezzi di comunicazione sociale.

Sì! Il Signore, la nostra grande speranza, è con noi; nel suo amore misericordioso, offre un futuro al suo popolo: un futuro di comunione con sé. Avendo sperimentato la misericordia e la consolazione di Dio che non lo aveva abbandonato lungo il faticoso cammino di ritorno dall’esilio di Babilonia, il popolo di Dio esclama: «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio» (Is 61,10). Figlia eccelsa di questo popolo è la Vergine Madre di Nazaret, la quale, rivestita di grazia e dolcemente sorpresa per la gestazione di Dio che si veniva compiendo nel suo grembo, fa ugualmente propria questa gioia e questa speranza nel cantico del Magnificat: «Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore». 

Nel frattempo Ella non si vede come una privilegiata in mezzo a un popolo sterile, anzi profetizza per loro le dolci gioie di una prodigiosa maternità di Dio, perché «di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono» (Lc 1, 47.50).

Ne è prova questo luogo benedetto. Tra sette anni ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora «venuta dal Cielo», come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana. Un’esperienza di grazia che li ha fatti diventare innamorati di Dio in Gesù, al punto che Giacinta esclamava: «Mi piace tanto dire a Gesù che Lo amo! Quando Glielo dico molte volte, mi sembra di avere un fuoco nel petto, ma non mi brucio». E Francesco diceva: «Quel che m’è piaciuto più di tutto, fu di vedere Nostro Signore in quella luce che la Nostra Madre ci mise nel petto. Voglio tanto bene a Dio!» (Memorie di Suor Lucia, I, 42 e 126).

Fratelli, nell’udire queste innocenti e profonde confidenze mistiche dei Pastorelli, qualcuno potrebbe guardarli con un po’ d’invidia perché essi hanno visto, oppure con la delusa rassegnazione di chi non ha avuto la stessa fortuna, ma insiste nel voler vedere. A tali persone, il Papa dice come Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?» (Mc 12,24). Le Scritture ci invitano a credere: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20, 29), ma Dio – più intimo a me di quanto lo sia io stesso (cfr S. Agostino, Confessioni, III, 6, 11) – ha il potere di arrivare fino a noi, in particolare mediante i sensi interiori, così che l’anima riceve il tocco soave di una realtà che si trova oltre il sensibile e che la rende capace di raggiungere il non sensibile, il non visibile ai sensi. A tale scopo si richiede una vigilanza interiore del cuore che, per la maggior parte del tempo, non abbiamo a causa della forte pressione delle realtà esterne e delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima (cfr Commento teologico del Messaggio di Fatima, anno 2000). Sì! Dio può raggiungerci, offrendosi alla nostra visione interiore.

Di più, quella Luce nell’intimo dei Pastorelli, che proviene dal futuro di Dio, è la stessa che si è manifestata nella pienezza dei tempi ed è venuta per tutti: il Figlio di Dio fatto uomo. Che Egli abbia il potere di infiammare i cuori più freddi e tristi, lo vediamo nei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,32). Perciò la nostra speranza ha fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazaret. 

E l’entusiasmo suscitato dalla sua saggezza e dalla sua potenza salvifica nella gente di allora era tale che una donna in mezzo alla moltitudine – come abbiamo ascoltato nel Vangelo – esclama: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato». Tuttavia Gesù rispose: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27.28). Ma chi ha tempo per ascoltare la sua parola e lasciarsi affascinare dal suo amore? Chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l’alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede? La fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo.

«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, […] essi sono la stirpe benedetta dal Signore» (Is 61,9) con una speranza incrollabile e che fruttifica in un amore che si sacrifica per gli altri ma non sacrifica gli altri; anzi – come abbiamo ascoltato nella seconda lettura – «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,7). Di ciò sono esempio e stimolo i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio. La Madonna li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore. In particolare, la beata Giacinta si mostrava instancabile nella condivisione con i poveri e nel sacrificio per la conversione dei peccatori. Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace.

Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).

Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.


Saluto ai malati

Cari Fratelli e Sorelle malati,

Prima di avvicinarmi a voi qui presenti, portando nelle mani l’ostensorio con Gesù Eucaristia, vorrei rivolgervi una parola di incoraggiamento e di speranza, che estendo a tutti i malati che ci accompagnano mediante la radio e la televisione e a quanti non hanno neppure questa possibilità, ma sono uniti a noi tramite i vincoli più profondi dello spirito, ossia, nella fede e nella preghiera:

Fratello mio e Sorella mia, agli occhi di Dio hai «un valore così grande da essersi Egli stesso fatto uomo per poter com-patire con l’uomo, in modo molto reale, in carne e sangue, come ci viene dimostrato nel racconto della Passione di Gesù. Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la con-solatio, la consolazione dell’amore partecipe di Dio e così sorge la stella della speranza» (Benedetto XVI, Enc. Spe salvi, 39). Con questa speranza nel cuore, potrai uscire dalle sabbie mobili della malattia e della morte e rimanere in piedi sulla salda roccia dell’amore divino. In altre parole: potrai superare la sensazione di inutilità della sofferenza che consuma la persona nell’intimo di se stessa e la fa sentire un peso per gli altri, quando, in verità, la sofferenza, vissuta con Gesù, serve per la salvezza dei fratelli.

Come è possibile? Le sorgenti della potenza divina sgorgano proprio in mezzo alla debolezza umana. E’ il paradosso del Vangelo. Perciò il divino Maestro, più che dilungarsi a spiegare le ragioni della sofferenza, ha preferito chiamare ciascuno a seguirlo, dicendo: «Prendi la tua croce e seguimi» (cfr Mc 8, 34). Vieni con me. Prendi parte, con la tua sofferenza, a quest’opera di salvezza del mondo, che si realizza mediante la mia sofferenza, per mezzo della mia Croce. Man mano che abbracci la tua croce, unendoti spiritualmente alla mia Croce, si svelerà ai tuoi occhi il significato salvifico della sofferenza. Troverai nella sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale.

Cari malati, accogliete questa chiamata di Gesù che passerà accanto a voi nel Santissimo Sacramento e affidategli ogni contrarietà e pena che affrontate, affinché diventino – secondo i suoi disegni – mezzo di redenzione per il mondo intero. Voi sarete redentori nel Redentore, come siete figli nel Figlio. Presso la croce… si trova la Madre di Gesù, la nostra Madre.


* * *
Fonte: VATICAN.VA


Il Santo Padre rivolge un saluto alla moltitudine dei pellegrini, in diverse lingue:
Chers pèlerins francophones, venus chercher ici, à Fatima, auprès du cœur de Marie, la Mère de Jésus, un supplément d’espérance afin d’être autour de vous source de consolation et d’encouragement sur les routes humaines: que Notre-Dame vous protège et intercède pour tous ceux que vous aimez! Ma Bénédiction vous accompagne!

I welcome the English-speaking pilgrims present today who have come from near and far. As we offer our fervent prayers to our Lady of Fátima, I encourage you to ask her to intercede for the needs of the Church throughout the world. I cordially invoke God’s blessing upon all of you, and in a particular way upon the young and those who are sick.

Ganz herzlich grüße ich alle deutschsprachigen Pilger. Auch heute ruft uns die Muttergottes hier in Fatima zum Gebet für die Bekehrung der Sünder und den Frieden in der Welt auf. Gerne vertraue ich euch und eure Familien ihrem unbefleckten Herzen an. Maria führe euch zu ihrem Sohn Jesus Christus.

Queridos peregrinos de lengua española, que habéis acudido con entusiasmo a este encuentro ante la Virgen de Fátima para compartir con tantos otros devotos vuestra confianza y fervor a nuestra Madre del cielo, la Santísima Virgen María. Que ella os lleve con ternura y mano segura hacia Cristo, su Hijo, y sea así fuente de gozosa esperanza y de firmeza en la fe. Muchas gracias.

Con affetto mi rivolgo ora ai pellegrini italiani e a quanti dall’Italia sono spiritualmente uniti a noi. Cari fratelli e sorelle, da Fatima, dove la Vergine Maria ha lasciato un segno indelebile del suo amore materno, invoco la sua protezione su di voi, sulle vostre famiglie, specialmente su quanti sono nella prova. Vi benedico di cuore!

Pozdrawiam polskich pielgrzymów. Gromadzi nas tu Niepokalana Matka Boga, która w tym miejscu zechciała pozostawić ludzkości przesłanie pokoju. Wiąże się ono z wezwaniem do zawierzenia i pełnej nadziei modlitwy, abyśmy mogli przyjąć łaskę miłosierdzia, którą Ona nieustannie wyprasza u swego Syna dla kolejnych pokoleń. W tym duchu polecam Jej opiece Was, wasze rodziny i wspólnoty, i z serca Wam błogosławię.
[Saluto i pellegrini polacchi. Ci raduna qui l’Immacolata Madre di Dio, che in questo luogo ha voluto lasciare all’umanità il messaggio della pace. Esso è legato alla chiamata, all’affidamento e alla preghiera piena di speranza, affinché possiamo accogliere la grazia della misericordia che Lei ininterrottamente implora dal suo Figlio per le generazioni che si susseguono. In questo spirito raccomando alla sua protezione tutti voi, le vostre famiglie e comunità, e vi benedico di cuore.]

Queridos peregrinos de língua portuguesa, sob o olhar materno de Nossa Senhora de Fátima, saúdo a todos vós que aqui viestes dos vários países lusófonos à procura de conforto e de esperança. Dando-nos Jesus, Maria é a verdadeira fonte da esperança. A Ela vos entrego e acompanho com a minha Bênção.

COR MARIAE IMMACULATUM
INTERCEDE PRO NOBIS

venerdì 19 luglio 2019

Questa è una grande battaglia, che si combatte soprattutto a livello di spiriti.


Fatima, 13 ottobre 1985. 
Anniversario ultima apparizione.
Le due schiere.


«Da qui, ove sono apparsa come la Donna vestita di sole, vi chiamo tutti a raccogliervi attorno
alla vostra Celeste Condottiera.

Questi sono i tempi della grande battaglia fra Me e la schiera potente agli ordini del Dragone
rosso e della bestia nera.

L'ateismo marxista e la massoneria guidano questo esercito radunato per condurre tutta
l'umanità alla negazione ed alla ribellione a Dio.

A capo di essa vi è lo stesso Lucifero, che ripete oggi la sua sfida di mettersi contro Dio per
farsi adorare lui stesso come Dio.

Con lui combattono tutti i demoni che, in questi tempi, dall'Inferno si sono riversati sulla
terra, per condurre alla perdizione il maggior numero possibile di anime.

Con essi sono uniti tutti gli spiriti dei dannati e coloro che, in questa vita, camminano nel
rifiuto di Dio, che lo offendono e lo bestemmiano e percorrono la strada dell'egoismo e
dell'odio, del male e della impurità.

Essi fanno loro unico scopo la ricerca dei piaceri, soddisfano tutte le passioni, combattono per
il trionfo dell'odio, del male e della empietà.

La schiera, che Io stessa conduco, è formata da tutti gli Angeli e i Santi del Paradiso, guidati
da San Michele Arcangelo, che è a capo di tutta la milizia celeste.

Questa è una grande battaglia, che si combatte soprattutto a livello di spiriti.

Su questa terra la mia schiera è formata da tutti quelli che vivono amando e glorificando Dio,
secondo la grazia ricevuta nel santo Battesimo, e che camminano sulla strada sicura della
perfetta osservanza dei Comandamenti del Signore.

Sono umili, docili, piccoli, caritatevoli; sfuggono alle insidie del demonio ed alle facili seduzioni
del piacere, percorrono la strada dell'amore, della purezza e della santità.


Questa mia schiera è formata da tutti i miei piccoli bambini che, in ogni parte del mondo, oggi
mi rispondono di sì, e mi seguono sulla via che Io in questi anni vi ho tracciato.

È con la mia schiera che, in questi tempi, Io porto avanti la mia vittoria.

È con la mia schiera che Io costruisco ogni giorno il trionfo del mio Cuore Immacolato.

È con la mia schiera che preparo la via su cui verrà a voi il Regno glorioso di Gesù e sarà un
regno di amore e di Grazia, di santità, di giustizia e di pace.


Da questo luogo, ove sono apparsa, oggi vi ripeto il mio materno appello: radunatevi tutti al più presto in questa mia schiera!
L'ora della grande battaglia è ormai giunta.

Combattete con l'arma del santo Rosario e camminate sulla via dell'amore a Gesù, del
disprezzo del mondo e di voi stessi, della umiltà, della carità, della semplicità, della purezza.

Allora sarete pronti a sopportare le grandi prove che presto incominceranno per la Chiesa e
per l'umanità.

Da questo luogo benedetto, col mio Papa, con i miei prediletti e figli a Me consacrati, tutti vi
benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

AVE...MARIA!...

giovedì 13 settembre 2018

13 settembre 1917 + Il cambiamento



Per la quinta apparizione alla Cova de Iria v'era una folla grande proveniente da ogni parte, forse in numero di dodicimila persone. 

E' il 13 settembre e stanno per scoccare le 12… ecco il sole velarsi e il globo di luce giungere da oriente ad occidente…. Maria prende a parlare ai suoi piccoli cari….

"CONTINUATE A RECITARE LA CORONA PER OTTENERE LA FINE DELLA GUERRA. IN OTTOBRE VERRA' ANCHE IL SIGNORE, LA MADONNA ADDOLORATA, LA MADONNA DEL CARMINE, S. GIUSEPPE COL BAMBINO GESU', PER BENEDIRE IL MONDO. DIO E' CONTENTO DEI VOSTRI SACRIFICI, MA NON VUOLE CHE DORMIATE CON LA CORDA. PORTATELA SOLTANTO IL GIORNO."

"Mi hanno pregato di chiederLe molte cose: la guarigione di alcuni malati, di un sordomuto".
"SI, QUALCUNO LO CURERO'... ALTRI, NO. IN OTTOBRE FARO' IL MIRACOLO, AFFINCHE' TUTTI CREDANO."

Per tutti i presenti, durante questo colloquio, era stato visibilmente permesso dalla Madonna di poter vedere una parte di cielo colorarsi di giallo-oro e un nembo bianco attorniare il leccio avvolgendo nel suo alone anche i veggenti.

Così come tutti poterono assistere al momento del congedo della visione ascendere il globo luminoso verso il cielo e scorgere una pioggia di petali bianchi infiniti che giunti a poco da terra scomparivano.


*

El cambio hacia el Nuevo Orden Mundial

... 




AMDG et DVM

venerdì 27 aprile 2018

MISSIONE PROFETICA






Ecco il testo del Segreto di Fatima in italiano
Il testo comincia con le sigle JMJ, e la data: “Tuy, 1/4/1944”.
E continua così:
Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo.

Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male.

Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio.

Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960.

Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima.

Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.

La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima.

Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.
Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”.

giovedì 22 marzo 2018

LA VERITA' VI FARA' LIBERI! - "QUEL SEGRETO DI FATIMA" ASCOLTIAMOLO DALLE STESSE LABBRA MATERNE

Foto:

Fatima (Portogallo), 13 maggio 1990. 
Anniversario della prima apparizione.
Io discendo dal cielo.

«Sono discesa dal cielo, settantatré anni fa, in questa Cova da Iria, per indicarvi il cammino da
percorrere nel corso di questo vostro difficile secolo.

Le vicende così dolorose, che si sono succedute, si sono svolte dando piena attuazione alle
parole della mia profezia.

- L'umanità non ha accolto il mio materno invito a ritornare al Signore, sulla strada della
conversione del cuore e della vita, della preghiera e della penitenza. Così ha conosciuto gli anni
terribili della seconda guerra mondiale, che ha portato decine di milioni di morti, vaste
distruzioni di popoli e di nazioni.

- Non mi è stata consacrata la Russia dal Papa con tutti i Vescovi e così essa non ha avuto la
grazia della conversione ed ha diffuso i suoi errori in tutte le parti del mondo, provocando
guerre, violenze, rivoluzioni sanguinose, persecuzioni alla Chiesa ed al Santo Padre.

- Satana è stato il dominatore incontrastato sulle vicende di questo vostro secolo, portando
l'umanità intera al rifiuto di Dio e della sua Legge di amore, diffondendo in ogni parte
divisione e odio, immoralità e cattiveria e facendo legittimare ovunque il divorzio, l'aborto,
l'oscenità e l'omosessualità, il ricorso a tutti i mezzi per impedire la vita.

Ora iniziate l'ultimo decennio di questo vostro secolo.
Io discendo dal cielo, perché gli ultimi segreti vi siano svelati e vi possa così preparare a
quanto ormai dovete vivere per la purificazione della terra.

Il mio terzo segreto, che Io qui ho rivelato ai tre bambini a cui sono apparsa e che fin'ora non
vi è stato ancora svelato, sarà reso palese a tutti dallo stesso svolgersi degli avvenimenti.

La Chiesa conoscerà l'ora della sua più grande apostasia, l'uomo iniquo si introdurrà al suo
interno e siederà nel Tempio stesso di Dio, mentre il piccolo resto che rimarrà fedele sarà
sottoposto alle più grandi prove e persecuzioni.

L'umanità vivrà il momento del suo grande castigo e sarà così preparata a ricevere il Signore
Gesù che tornerà a voi nella gloria.

Per questo, soprattutto oggi, Io discendo ancora dal cielo, con le mie numerose apparizioni,
con i messaggi che dono, con questa straordinaria Opera del mio Movimento Sacerdotale
Mariano, per disporvi a vivere gli avvenimenti che ormai si stanno per compiere, per condurvi
per mano a percorrere il tratto più difficile e doloroso di questo vostro secondo avvento e per
preparare le menti e il cuore di tutti a ricevere Gesù nel vicino momento del suo glorioso
ritorno».

Foto:

Fatima (Portogallo), 15 marzo 1993.
Ti ho voluto qui.

«Oggi vi invito a venire spiritualmente qui, miei figli prediletti, nella povera Cova da Iria in
Fatima, dove Io sono apparsa per essere luce sul vostro cammino, in questo periodo di tempo
che voi state vivendo.

Per questo ancora ti ho voluto qui, mio piccolo bambino; ai miei piedi, nello stesso luogo ove Io
ho fatto sorgere questa grande Opera di amore del mio Movimento Sacerdotale Mariano.

Ti ho voluto qui, per accogliere, dalle tue mani, questa mia Opera, che ormai si è diffusa in
tutto il mondo e, per mezzo di essa, mi giunge da ogni parte l'omaggio dei Sacerdoti prediletti
e dei miei figli che si consacrano al mio Cuore Immacolato.

Questa risposta generosa che Io ricevo, specialmente dai piccoli, dai poveri, dai semplici, dagli
umili, dona tanta gioia al mio Cuore materno e consola il mio grande dolore.

Ti ho voluto qui, per dirti che ora dovete entrare tutti al più presto nel rifugio sicuro del mio
Cuore Immacolato.
Come Noè, in nome del Signore, invitava ad entrare nell'arca coloro che dovevano essere
salvati dal diluvio, così ora tu, mio più piccolo bambino, in nome della tua Mamma Celeste, devi
invitare ad entrare nel rifugio del mio Cuore Immacolato coloro che devono essere protetti,
difesi e salvati dalla grande prova che è ormai giunta per la Chiesa e per tutta l'umanità.

Ti ho voluto qui, perché devi comunicare a tutti che ormai, da questo anno, siete entrati negli
avvenimenti che vi sono stati da Me predetti e che sono contenuti nella terza parte del
segreto, che non vi è stato ancora svelato.

Ora esso verrà reso palese dagli stessi avvenimenti che stanno per accadere nella Chiesa e nel
mondo.
La mia Chiesa sarà scossa dal vento impetuoso dell'apostasia e della incredulità, mentre colui
che si oppone a Cristo entrerà nel suo interno, portando così a compimento l'abominio della
desolazione, che vi è stata predetta dalla Divina Scrittura.

L'umanità conoscerà l'ora sanguinosa del suo castigo: sarà colpita dal flagello dell'epidemie,
della fame e del fuoco; molto sangue verrà sparso sulle vostre strade; la guerra si estenderà
ovunque, portando sul mondo una incommensurabile devastazione.

Tutti voi miei poveri figli dovrete portare il peso di grandi sofferenze e di indicibili dolori,
perché si farà a tutti manifesto il grande miracolo della Divina Giustizia e della Misericordia.

Per questo oggi, dal mio Santuario di Fatima, rinnovo il pressante invito a rifugiarvi in Me, con
la vostra consacrazione al mio Cuore Immacolato, ed a moltiplicare ovunque i Cenacoli di
preghiera, che Io vi ho domandato, fra i sacerdoti, i piccoli, i giovani e nelle famiglie.

Non abbiate paura.
Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento.
Io sono sempre con voi.

Ti ho voluto qui, perché a tutti devi annunciare che è giunto il tempo in cui Io mi renderò
manifesta, in maniera straordinaria, a tutti coloro che si sono a Me consacrati e fanno parte
della mia schiera vittoriosa.

Da questo luogo, ove Io sono apparsa come la Donna vestita di sole, per essere la vostra Luce
in questi tenebrosi anni della grande tribolazione, tutti vi benedico nel Nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo».


Foto:

Santuario di Caravaggio, 13 maggio 1993. 
Anniversario della prima apparizione a Fatima.
Gli anni sanguinosi della battaglia.

«In questo venerato Santuario, con una intera giornata di Cenacolo, voi sacerdoti e fedeli del
mio Movimento della regione di Lombardia, oggi ricordate l'anniversario della mia prima
apparizione, avvenuta in Fatima nella povera Cova da Iria.

Siete ancora dentro il tempo di questa mia apparizione.
Siete sopratutto nel cuore di questo mio messaggio.

La lotta fra la Donna vestita di sole ed il Dragone rosso, in questi anni, ha raggiunto il suo
vertice più alto.

Satana ha instaurato il suo regno nel mondo. Ora vi domina da vincitore sicuro.

Le potenze che ordinano e dispongono gli avvenimenti umani, secondo i loro perversi disegni,
sono quelle tenebrose e diaboliche del Male.

Sono riuscite a portare l'umanità tutta a vivere senza Dio; hanno ovunque diffuso l'errore
dell'ateismo teorico e pratico; hanno costruito i nuovi idoli, di fronte a cui l'umanità si prostra
in adorazione: il piacere, il denaro, l'orgoglio, la impurità, il predominio, e l'empietà.
Così, in questi vostri anni, la violenza si è sempre più diffusa; l'egoismo ha reso duri ed
insensibili i cuori degli uomini; l'odio è divampato come fuoco bruciante; le guerre si sono
moltiplicate in ogni parte del mondo e vivete ormai dentro il pericolo di una nuova, terribile
guerra mondiale, che porterà alla distruzione di popoli e nazioni e da cui nessuno uscirà
vincitore.

Satana è riuscito ad entrare nella Chiesa, nuovo Israele di Dio.
Vi è entrato con il fumo dell'errore e del peccato, della perdita della fede e dell'apostasia,
del compromesso con il mondo e della ricerca dei piaceri.

In questi anni è riuscito a sedurre vescovi e sacerdoti, religiosi e fedeli.

Le forze massoniche sono entrate nella Chiesa, in maniera subdola e nascosta, ed hanno posto
la loro roccaforte nello stesso luogo ove vive ed opera il Vicario di mio Figlio Gesù.

Vivete gli anni sanguinosi della battaglia, perché la grande prova è ormai giunta per tutti.

Si sta realizzando quanto è contenuto nella terza parte del mio messaggio, che ancora non vi è
stato svelato, ma che ormai è reso palese dagli stessi avvenimenti che state vivendo. Per
prepararvi ad essi, Io ho fatto sorgere, in ogni parte del mondo, la mia Opera del Movimento
Sacerdotale Mariano.

E così ho scelto questo mio più piccolo e povero bambino e l'ho portato ovunque, come
strumento del mio materno disegno di salvezza e di misericordia.

Per mezzo di lui vi ho chiamato da ogni parte a consacrarvi al mio Cuore Immacolato; ad
entrare tutti nel sicuro rifugio che la Mamma Celeste ha preparato per voi; a moltiplicare i
Cenacoli di preghiera come parafulmini che vi proteggono dal fuoco del castigo.

Quanti di voi mi hanno risposto con filiale amore e con grande generosità.

Ormai il mio disegno sta per attuarsi ed il compito, che ho affidato a questo mio piccolo figlio,
sta per essere compiuto.

Per questo oggi vi guardo con la particolare compiacenza di una Mamma che viene da voi
consolata e glorificata.

Vi invito a vivere senza paura, ma con grande fiducia e speranza, questi anni sanguinosi della
battaglia.

Dal calice di sofferenze mai provate fin'ora, uscirà il sole divino di una nuova era, dall'umanità
mai conosciuta, di grazia e di santità, di amore e di giustizia, di gioia e di pace».

Risultati immagini per Fatima (Portogallo), 11 marzo 1995. Cenacolo coi sacerdoti e fedeli del M.S.M. del Portogallo. Il mio segreto.

Fatima (Portogallo), 11 marzo 1995. 
Cenacolo coi sacerdoti e fedeli del M.S.M. del
Portogallo.
Il mio segreto.

«In questo mio venerato Santuario tutti vi accolgo, miei prediletti e figli a Me consacrati, per
racchiudervi nel sicuro rifugio del mio Cuore Immacolato.

- Qui Io sono apparsa come la Donna vestita di sole, per indicarvi il cammino da percorrere, in
questo vostro secolo, così insidiato e posseduto dallo Spirito del male.

- Qui Io sono venuta dal cielo per offrirvi il rifugio, in cui ripararvi, nel momento della grande
lotta fra Me ed il mio Avversario e nelle ore dolorose della grande tribolazione e del castigo.

- Qui Io ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e, per mezzo di questo piccolo
figlio, che ho portato in ogni parte del mondo, in questi anni, mi sono formata la schiera,
pronta ormai alla battaglia ed alla mia più grande vittoria.

- Qui vi voglio spiritualmente uniti a questo mio figlio, oggi in cui viene fatto un grande
Cenacolo del mio Movimento, davanti alla Immagine della vostra Mamma Celeste, posta nello
stesso luogo in cui sono apparsa ai tre bambini Giacinta, Francesco e Lucia.

- Qui vi raccolgo tutti attorno a Me e vi manifesto la mia compiacenza, per il modo con cui
avete accolto l'invito ad aderire al Movimento Sacerdotale Mariano, a consacrarvi al mio
Cuore Immacolato ed a diffondere ovunque i Cenacoli di preghiera fra i sacerdoti, i bambini, i
giovani e nelle famiglie.

Vi voglio spiritualmente Qui con Me, perché ormai entrate nell'ultimo periodo di tempo di
questo vostro secolo, in cui gli avvenimenti che vi ho predetto avranno il loro pieno
compimento.

Per questo oggi, nello stesso luogo dove sono apparsa, voglio manifestare a voi il mio segreto.

Il mio segreto riguarda la Chiesa.

Nella Chiesa sarà portata a termine la grande apostasia, che si diffonderà in tutto il mondo; lo
scisma verrà compiuto nel generale allontanamento dal Vangelo e dalla vera fede.

In essa entrerà l'uomo iniquo, che si oppone a Cristo, e che porterà al suo interno l'abominio
della desolazione, dando così compimento all'orribile sacrilegio, di cui ha parlato il profeta
Daniele (Mt. 24,15).
Foto:

Il mio segreto riguarda l'umanità.

L'umanità giungerà al culmine della corruzione e della empietà, della ribellione a Dio e della
aperta opposizione alla sua Legge di amore. Essa conoscerà l'ora del suo più grande castigo,
che vi è già stato predetto dal profeta Zaccaria (Zc. 13, 7-9).

Allora questo luogo apparirà a tutti come segno luminoso della mia presenza materna, nell'ora
suprema della vostra grande tribolazione.

Da Qui la mia luce si diffonderà in ogni parte del mondo e da questa fonte sgorgherà l'acqua
della divina misericordia, che scenderà ad irrorare l'aridità di un mondo, ridotto ormai ad un
immenso deserto.

Ed in questa mia straordinaria opera di amore e di salvezza, apparirà a tutti il trionfo del
Cuore Immacolato di Colei, che viene invocata come la Madre della misericordia».

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Zaccaria 13,7-9

7 Insorgi, spada, contro il mio pastore,
contro colui che è mio compagno.
Oracolo del Signore degli eserciti.
Percuoti il pastore e sia disperso il gregge,
allora volgerò la mano sopra i deboli.
8 In tutto il paese,
- oracolo del Signore -
due terzi saranno sterminati e periranno;
un terzo sarà conservato.
9 Farò passare questo terzo per il fuoco
e lo purificherò come si purifica l'argento;
lo proverò come si prova l'oro.
Invocherà il mio nome e io l'ascolterò;
dirò: «Questo è il mio popolo».
Esso dirà: «Il Signore è il mio Dio».

Ciò ch'è scritto è scritto

Foto:
"Oh... Mamma del Cielo,
aiutami a superare ogni difficoltà
con la speranza e la certezza
che presto tutto cambierà
in grande gioia e immensa felicità"
Amen.
23 agosto 2002 - Maria Santissima a Conchiglia
AVE MARIA PURISSIMA!


lunedì 2 ottobre 2017

SUA SANTITA' PAPA BENEDETTO XVI -

DE  - EN  - ES  - FR  - IT  - PT ]
SANTA MESSA
OMELIA DEL 
SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Spianata del Santuario di Fátima
Giovedì, 13 maggio 2010

Cari pellegrini,

«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, […] essi sono la stirpe benedetta dal Signore » (Is 61, 9). Così iniziava la prima lettura di questa Eucaristia, le cui parole trovano mirabile compimento in questa assemblea devotamente raccolta ai piedi della Madonna di Fatima. Sorelle e fratelli tanto amati, anch’io sono venuto come pellegrino a Fatima, a questa «casa» che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni. 

Sono venuto a Fatima per gioire della presenza di Maria e della sua materna protezione. Sono venuto a Fatima, perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa pellegrinante, voluta dal Figlio suo quale strumento di evangelizzazione e sacramento di salvezza. Sono venuto a Fatima per pregare, con Maria e con tanti pellegrini, per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze. Infine, sono venuto a Fatima, con gli stessi sentimenti dei Beati Francesco e Giacinta e della Serva di Dio Lucia, per affidare alla Madonna l’intima confessione che «amo», che la Chiesa, che i sacerdoti «amano» Gesù e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude quest’Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene che rendono accogliente e benefica la Casa di Dio.

Essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto… Stirpe che il Signore ha benedetto sei tu, amata diocesi di Leiria-Fatima, con il tuo Pastore Mons. Antonio Marto, che ringrazio per il saluto rivoltomi all’inizio e per ogni premura di cui mi ha colmato, anche mediante i suoi collaboratori, in questo santuario. Saluto il Signor Presidente della Repubblica e le altre autorità al servizio di questa gloriosa Nazione. 

Idealmente abbraccio tutte le diocesi del Portogallo, qui rappresentate dai loro Vescovi, e affido al Cielo tutti i popoli e le nazioni della terra. In Dio, stringo al cuore tutti i loro figli e figlie, in particolare quanti di loro vivono nella tribolazione o abbandonati, nel desiderio di trasmettere loro quella speranza grande che arde nel mio cuore e che qui, a Fatima, si fa trovare in maniera più palpabile. La nostra grande speranza getti radici nella vita di ognuno di voi, cari pellegrini qui presenti, e di quanti sono uniti con noi attraverso i mezzi di comunicazione sociale.

Sì! Il Signore, la nostra grande speranza, è con noi; nel suo amore misericordioso, offre un futuro al suo popolo: un futuro di comunione con sé. Avendo sperimentato la misericordia e la consolazione di Dio che non lo aveva abbandonato lungo il faticoso cammino di ritorno dall’esilio di Babilonia, il popolo di Dio esclama: «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio» (Is 61,10). Figlia eccelsa di questo popolo è la Vergine Madre di Nazaret, la quale, rivestita di grazia e dolcemente sorpresa per la gestazione di Dio che si veniva compiendo nel suo grembo, fa ugualmente propria questa gioia e questa speranza nel cantico del Magnificat: «Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore». 

Nel frattempo Ella non si vede come una privilegiata in mezzo a un popolo sterile, anzi profetizza per loro le dolci gioie di una prodigiosa maternità di Dio, perché «di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono» (Lc 1, 47.50).

Ne è prova questo luogo benedetto. Tra sette anni ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora «venuta dal Cielo», come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana. Un’esperienza di grazia che li ha fatti diventare innamorati di Dio in Gesù, al punto che Giacinta esclamava: «Mi piace tanto dire a Gesù che Lo amo! Quando Glielo dico molte volte, mi sembra di avere un fuoco nel petto, ma non mi brucio». E Francesco diceva: «Quel che m’è piaciuto più di tutto, fu di vedere Nostro Signore in quella luce che la Nostra Madre ci mise nel petto. Voglio tanto bene a Dio!» (Memorie di Suor Lucia, I, 42 e 126).

Fratelli, nell’udire queste innocenti e profonde confidenze mistiche dei Pastorelli, qualcuno potrebbe guardarli con un po’ d’invidia perché essi hanno visto, oppure con la delusa rassegnazione di chi non ha avuto la stessa fortuna, ma insiste nel voler vedere. A tali persone, il Papa dice come Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?» (Mc 12,24). Le Scritture ci invitano a credere: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20, 29), ma Dio – più intimo a me di quanto lo sia io stesso (cfr S. Agostino, Confessioni, III, 6, 11) – ha il potere di arrivare fino a noi, in particolare mediante i sensi interiori, così che l’anima riceve il tocco soave di una realtà che si trova oltre il sensibile e che la rende capace di raggiungere il non sensibile, il non visibile ai sensi. A tale scopo si richiede una vigilanza interiore del cuore che, per la maggior parte del tempo, non abbiamo a causa della forte pressione delle realtà esterne e delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima (cfr Commento teologico del Messaggio di Fatima, anno 2000). Sì! Dio può raggiungerci, offrendosi alla nostra visione interiore.

Di più, quella Luce nell’intimo dei Pastorelli, che proviene dal futuro di Dio, è la stessa che si è manifestata nella pienezza dei tempi ed è venuta per tutti: il Figlio di Dio fatto uomo. Che Egli abbia il potere di infiammare i cuori più freddi e tristi, lo vediamo nei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,32). Perciò la nostra speranza ha fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazaret. 

E l’entusiasmo suscitato dalla sua saggezza e dalla sua potenza salvifica nella gente di allora era tale che una donna in mezzo alla moltitudine – come abbiamo ascoltato nel Vangelo – esclama: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato». Tuttavia Gesù rispose: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27.28). Ma chi ha tempo per ascoltare la sua parola e lasciarsi affascinare dal suo amore? Chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l’alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede? La fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo.

«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, […] essi sono la stirpe benedetta dal Signore» (Is 61,9) con una speranza incrollabile e che fruttifica in un amore che si sacrifica per gli altri ma non sacrifica gli altri; anzi – come abbiamo ascoltato nella seconda lettura – «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,7). Di ciò sono esempio e stimolo i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio. La Madonna li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore. In particolare, la beata Giacinta si mostrava instancabile nella condivisione con i poveri e nel sacrificio per la conversione dei peccatori. Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace.

Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).

Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.


Saluto ai malati

Cari Fratelli e Sorelle malati,

Prima di avvicinarmi a voi qui presenti, portando nelle mani l’ostensorio con Gesù Eucaristia, vorrei rivolgervi una parola di incoraggiamento e di speranza, che estendo a tutti i malati che ci accompagnano mediante la radio e la televisione e a quanti non hanno neppure questa possibilità, ma sono uniti a noi tramite i vincoli più profondi dello spirito, ossia, nella fede e nella preghiera:

Fratello mio e Sorella mia, agli occhi di Dio hai «un valore così grande da essersi Egli stesso fatto uomo per poter com-patire con l’uomo, in modo molto reale, in carne e sangue, come ci viene dimostrato nel racconto della Passione di Gesù. Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la con-solatio, la consolazione dell’amore partecipe di Dio e così sorge la stella della speranza» (Benedetto XVI, Enc. Spe salvi, 39). Con questa speranza nel cuore, potrai uscire dalle sabbie mobili della malattia e della morte e rimanere in piedi sulla salda roccia dell’amore divino. In altre parole: potrai superare la sensazione di inutilità della sofferenza che consuma la persona nell’intimo di se stessa e la fa sentire un peso per gli altri, quando, in verità, la sofferenza, vissuta con Gesù, serve per la salvezza dei fratelli.

Come è possibile? Le sorgenti della potenza divina sgorgano proprio in mezzo alla debolezza umana. E’ il paradosso del Vangelo. Perciò il divino Maestro, più che dilungarsi a spiegare le ragioni della sofferenza, ha preferito chiamare ciascuno a seguirlo, dicendo: «Prendi la tua croce e seguimi» (cfr Mc 8, 34). Vieni con me. Prendi parte, con la tua sofferenza, a quest’opera di salvezza del mondo, che si realizza mediante la mia sofferenza, per mezzo della mia Croce. Man mano che abbracci la tua croce, unendoti spiritualmente alla mia Croce, si svelerà ai tuoi occhi il significato salvifico della sofferenza. Troverai nella sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale.

Cari malati, accogliete questa chiamata di Gesù che passerà accanto a voi nel Santissimo Sacramento e affidategli ogni contrarietà e pena che affrontate, affinché diventino – secondo i suoi disegni – mezzo di redenzione per il mondo intero. Voi sarete redentori nel Redentore, come siete figli nel Figlio. Presso la croce… si trova la Madre di Gesù, la nostra Madre.


* * *
Fonte: VATICAN.VA


Il Santo Padre rivolge un saluto alla moltitudine dei pellegrini, in diverse lingue:
Chers pèlerins francophones, venus chercher ici, à Fatima, auprès du cœur de Marie, la Mère de Jésus, un supplément d’espérance afin d’être autour de vous source de consolation et d’encouragement sur les routes humaines: que Notre-Dame vous protège et intercède pour tous ceux que vous aimez! Ma Bénédiction vous accompagne!

I welcome the English-speaking pilgrims present today who have come from near and far. As we offer our fervent prayers to our Lady of Fátima, I encourage you to ask her to intercede for the needs of the Church throughout the world. I cordially invoke God’s blessing upon all of you, and in a particular way upon the young and those who are sick.

Ganz herzlich grüße ich alle deutschsprachigen Pilger. Auch heute ruft uns die Muttergottes hier in Fatima zum Gebet für die Bekehrung der Sünder und den Frieden in der Welt auf. Gerne vertraue ich euch und eure Familien ihrem unbefleckten Herzen an. Maria führe euch zu ihrem Sohn Jesus Christus.

Queridos peregrinos de lengua española, que habéis acudido con entusiasmo a este encuentro ante la Virgen de Fátima para compartir con tantos otros devotos vuestra confianza y fervor a nuestra Madre del cielo, la Santísima Virgen María. Que ella os lleve con ternura y mano segura hacia Cristo, su Hijo, y sea así fuente de gozosa esperanza y de firmeza en la fe. Muchas gracias.

Con affetto mi rivolgo ora ai pellegrini italiani e a quanti dall’Italia sono spiritualmente uniti a noi. Cari fratelli e sorelle, da Fatima, dove la Vergine Maria ha lasciato un segno indelebile del suo amore materno, invoco la sua protezione su di voi, sulle vostre famiglie, specialmente su quanti sono nella prova. Vi benedico di cuore!

Pozdrawiam polskich pielgrzymów. Gromadzi nas tu Niepokalana Matka Boga, która w tym miejscu zechciała pozostawić ludzkości przesłanie pokoju. Wiąże się ono z wezwaniem do zawierzenia i pełnej nadziei modlitwy, abyśmy mogli przyjąć łaskę miłosierdzia, którą Ona nieustannie wyprasza u swego Syna dla kolejnych pokoleń. W tym duchu polecam Jej opiece Was, wasze rodziny i wspólnoty, i z serca Wam błogosławię.
[Saluto i pellegrini polacchi. Ci raduna qui l’Immacolata Madre di Dio, che in questo luogo ha voluto lasciare all’umanità il messaggio della pace. Esso è legato alla chiamata, all’affidamento e alla preghiera piena di speranza, affinché possiamo accogliere la grazia della misericordia che Lei ininterrottamente implora dal suo Figlio per le generazioni che si susseguono. In questo spirito raccomando alla sua protezione tutti voi, le vostre famiglie e comunità, e vi benedico di cuore.]

Queridos peregrinos de língua portuguesa, sob o olhar materno de Nossa Senhora de Fátima, saúdo a todos vós que aqui viestes dos vários países lusófonos à procura de conforto e de esperança. Dando-nos Jesus, Maria é a verdadeira fonte da esperança. A Ela vos entrego e acompanho com a minha Bênção.

COR MARIAE IMMACULATUM
INTERCEDE PRO NOBIS