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martedì 5 gennaio 2016

"O immacolato Cuore, Madre del mio Signore, Sorgente di Olio Santo della Perenne Unzione, a Te io domando da grande peccatore: il Tuo segreto mostrami ed oggi a Te consacrami"



Rivelazioni pubbliche (cessate con il 23 ottobre 2005) e rivelazioni private (che ancora oggi la veggente Debora riceve dalla Vergine dell'Eucaristia in date particolari, e che può essere autorizzata a diffondere in particolari casi) costituiscono il fulcro dell'ammaestramento della Mamma Celeste che ci vuole condurre a Suo Figlio Gesù e salvare.  Conoscere, meditare, vivere questi insegnamenti significa non solo rispondere all'appello della Vergine, ma porsi seriamente e coerentemente in un cammino di conversione, come richiedono questi tempi difficili e perigliosi.

I cinque volumi "La Sapienza Rivelata del Dio Vivente" contengono tutti i messaggi e le rivelazioni pubbliche sino ad anni recenti, e un sesto volume più recente (al momento esaurito) comprende  i messaggi dal 23 gennaio 2000 al 23 settembre 2004.

I messaggi dell'ultimo anno di Apparizioni pubbliche non sono stati invece ancora pubblicati. Per tale motivo negli Allegati sono stati inseriti anche i messaggi inediti che la Vergine dell'Eucaristia ha dato alla Sua confidente Debora. Il testo  contiene i messaggi dal 23 gennaio 2000 al 23 ottobre 2005, data dell'ultima Apparizione pubblica della Vergine dell'Eucaristia nella Celeste Verdura o Getsemani Santo, luogo da Lei prescelto e prediletto, ed anche i pochi messaggi personalmente ricevuti da Debora e da lei resi noti (Debora conserva i doni della visione e della locutio cordis).

In realtà è stata promessa un'ulteriore Apparizione futura, in un tempo indeterminato, in cui la Madonna apparirà anche a molti dei presenti: in attesa di tale sublime momento di incontro, predisponiamo i nostri animi e prepariamoci con la preghiera, la devozione, la conversione, la costituzione dei Focolari d'Amore e di riparazione che più volte la Vergine ha chiesto.


Copyright Ó 2009. Ogni riproduzione del testo allegato, anche parziale, è severamente proibita. Ogni uso non strettamente personale per la propria edificazione e formazione religiosa sarà perseguito legalmente.




domenica 11 ottobre 2015

Affìdati totalmente alla Vergine Divina


13 ottobre 1973. 
Anniversario ultima apparizione a Fatima.

Modo di agire diverso dal vostro.

«Non preoccuparti per la diffusione del Movimento Sacerdotale Mariano. 
Lascia fare a Me, fidati di Me. 
Tu offrimi, per questo, la tua preghiera e la tua sofferenza. Non guardare ai risultati: il mio modo di agire e di valutare è tanto diverso dal vostro. 
Non dovete essere tanti, ma dovete essere santi
E Io vi porterò tutti a grande santità, se veramente tutti vi affiderete totalmente a Me».
AVE MARIA!

venerdì 12 giugno 2015

In Cenacolo con Me.


Strasburgo (Francia), 13 settembre 1984. Esercizi Spirituali in forma di Cenacolo coi
Sacerdoti del M.S.M. di lingua francese.

In Cenacolo con Me

«Figli prediletti, come sono contenta del vostro omaggio di preghiera e di fraternità che, in
questi giorni di Cenacolo continuo, voi offrite al mio Cuore Immacolato. Sono questi i tempi in
cui voglio che i Sacerdoti miei prediletti e tutti i figli a Me consacrati si raccolgano in
Cenacoli di preghiera e di vita con Me.

In Cenacolo con Me, vi formo alla preghiera, che ora diventa necessario usare sempre più
come l'arma con cui dovete combattere e vincere la battaglia contro Satana e tutti gli Spiriti
del male che, in questi tempi, si sono scatenati con grande violenza.
È soprattutto una battaglia che si svolge a livello di spiriti e così voi dovete combattere con
l'arma spirituale della preghiera.
Quanta forza voi date alla mia materna opera di intercessione e riparazione quando, insieme,
pregate con la Liturgia delle Ore, con il santo Rosario e soprattutto con l'offrire il Sacrificio
della nuova ed eterna alleanza, per mezzo della vostra giornaliera celebrazione Eucaristica.

In Cenacolo con Me, vi incoraggio a proseguire sulla difficile strada del vostro tempo, per
rispondere, con gioia e con immensa speranza, al dono della vostra vocazione.
In questi tempi, quanti sono i miei figli Sacerdoti che si trovano sempre più soli, circondati da
tanta indifferenza ed incorrispondenza, con grande peso di lavoro da svolgere, e così spesso
vengono sopraffatti dalla stanchezza e dallo scoraggiamento.

Coraggio, miei figli prediletti.
Gesù è sempre accanto a voi e dà vigore e forza alla vostra stanchezza, dona efficacia al
vostro lavoro e feconda di grazie tutto quanto voi fate con l'esercizio del ministero
sacerdotale.
I frutti, copiosi e meravigliosi, li vedrete solo in Paradiso e saranno parte importante della
ricompensa che vi attende.

In Cenacolo con Me, vi insegno a guardare ai mali di oggi con i miei occhi materni e
misericordiosi e vi formo, perché desidero che voi stessi diventiate medicina a questi mali.

Soprattutto nei vostri Paesi, vedete come la Chiesa è violata dal mio Avversario, che cerca di
oscurarla con l'errore accolto ed insegnato, di ferirla con il permissivismo morale che conduce
molti a giustificare tutto ed a vivere nel peccato, di paralizzarla con lo spirito del mondo che è
entrato al suo interno ed ha inaridito anche molte vite sacerdotali e consacrate.

Sono specialmente tre le ferite che, nei vostri Paesi, fanno soffrire il mio Cuore Immacolato.

- La Catechesi che, spesso, non è più conforme alla verità che Gesù vi ha insegnato e che il
Magistero autentico della Chiesa ancora oggi a tutti propone di credere.

- Il secolarismo entrato nella vita di tanti battezzati, soprattutto di tanti Sacerdoti che
nell'anima, nel modo di vivere, di agire ed anche di vestire si comportano non da discepoli di
Cristo, ma secondo lo spirito del mondo in cui vivono. Se vedeste con i miei occhi, come è
grande questa desolazione che ha colpito la Chiesa!

- Il vuoto, l'abbandono e la trascuratezza di cui è circondato Gesù presente nella Eucarestia.
Troppi sacrilegi si compiono da coloro che non credono più nella presenza reale di Gesù nella
Eucarestia, e da coloro che vanno alla santa Comunione in stato di peccato mortale, senza più
confessarsi.

Siate voi, figli prediletti, medicina a questi mali con la più grande adesione al Magistero della
Chiesa e perciò sia sempre più grande la vostra unità di pensiero e di vita con il Papa.

Date a tutti l'esempio di una vita santa, austera, raccolta, mortificata. Portate nel vostro
corpo i segni della Passione di Gesù ed anche esternamente il segno della vostra consacrazione
a Lui, con l'indossare sempre il vostro abito ecclesiastico.

Siate in tutto opposti al secolarismo che vi circonda e non temete se, come Gesù, anche voi
per questo diventate motivo di contraddizione. 

Siate fiamme ardenti di adorazione e di riparazione verso Gesù presente nella Eucarestia.

Celebrate con amore e con intima partecipazione di vita la santa Messa. Confessatevi spesso
ed aiutate i fedeli a fare la Confessione frequente.

Fate frequenti ore di adorazione eucaristica e portate tutte le anime al Cuore di Gesù, che è
la fonte della Grazia e della divina Misericordia.

Allora, in Cenacolo con Me, voi preparate la seconda Pentecoste che ormai sta per giungere
perché, dalla forza irresistibile dello Spirito di Amore, possa essere risanata la Chiesa e
rinnovato tutto il mondo».

< Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria ,
tua amatissima Sposa >
AVE MARIA PURISSIMA!

giovedì 11 giugno 2015

APPUNTI


“Imparate da ME 
che sono dolce ed umile di cuore

“Vacate et videte”  “Sine Me nihil potestis facere”

Svuotatevi di voi stessi.
Carità Fede Speranza Giustizia (in ordine di dignità)
Umiltà “Deus superbis resistit!!!” “L’umiltà precede la gloria”  (in ordine pratico)
MARIA attinge l’infinito! La prima e più alta creatura: Immacolata-Vergine Divina-MATER DEI-Assunta-Perfettissima Corredentrice e Mediatrice, generata e creata da Dio.   
E noi: che cosa, quanto conosciamo dell’Immacolata? Avvertiamo l'esigenza e il  bisogno di conoscerLa sempre più? La conoscenza di Lei Madre di Dio e nostra ci avvicinerà sempre più a Dio.

A  LEI tutto: mente cuore volontà:

*Dare a Maria la mente: Arriviamo a quell’”idea fissache diventa fonte e fondamento del nostro Amore a Maria.

*Dare a Maria il cuore per più conoscerLa e conoscerLa per più amarLa. “Intrattieniti spesso con Lei e ti trasformerai in Lei” dice S. Massimiliano M. Kolbe.
Lotta al rachitismo e alla tisi!  La vita di Xristo è tutta Mariana!!!
“Dolce Cuore di Maria, fa’ che T’ami alla follia”.
“Gesù Maria Amore, venite insieme nel mio cuore!”

*Da a Maria la tua operosità, operatività, volontà.
Per mezzo di Maria, come Maria, in Maria, con Maria porta Gesù ai fratelli con febbrile/folle Attività, Apostolato e Missionarietà: dona i tuoi zeri a MARIA = Immacolata, Corredentrice e Mediatrice.

Credendo  fermamente al trionfo del Cuore Immacolato di Maria ingrana la quarta e la quinta marcia, e no no no la  … retromarcia! L’Immacolata svetterà sul Cremlino sia pure dopo che la bandiera rossa abbia sventolato su San Pietro. 
In verità Dio con Maria ha già VINTO!

Con l’arma del Santo Rosario abbiamo il segreto della VITTORIA.
AVE MARIA!

sabato 30 maggio 2015

Il profondo mistero della mia divina e universale maternità.


.....
"Egli sarà posto come segno di contraddizione, per la salvezza e la rovina di molti. . e una spada trapasserà la tua anima!".

Ecco così svelato anche il profondo mistero della mia divina e universale maternità.


È un mistero di amore.
Il mio Cuore di Madre si apre all'amore in maniera perfetta. Nessun'altra creatura può ormai possedere una così profonda capacità di amore.
Se l'estensione dell'amore materno può essere misurata dal numero dei figli, pensate come deve essere grande l'amore della vostra Mamma Celeste, cui Gesù ha affidato come suoi figli tutti gli uomini.
Quanto grande è il mio amore di Mamma! Esso abbraccia tutti e ciascuno in particolare, segue ognuno sul suo cammino, partecipa alle difficoltà, condivide le vostre sofferenze, vi aiuta in tutte le necessità, vi assiste nei pericoli, vigila nei momenti decisivi, nessuno mai abbandona o dimentica.
Penetrate nel segreto del mio amore materno e sarete sempre consolati.


È anche un mistero di dolore.
Nel momento in cui dal Sacerdote il Bambino Gesù mi è ritornato tra le braccia e, a quaranta giorni di età, lo contemplo così bello e con la freschezza di un fiore appena sbocciato, la voce profetica del vecchio Simeone me lo fa contemplare con la mente già disteso sulla Croce: allora la mia anima viene veramente trafitta da una spada.
Sono la Madre dall'anima trafitta. Perché anche mie sono ormai tutte le vostre ferite, o figli, come mie sono state quelle di mio Figlio Gesù.
Vivete giorni di grandi sofferenze che aumentano sempre di più, specialmente per voi miei prediletti. Il tempo che vivete è segnato da ferite di ogni genere, causate da un persistente e generale rifiuto di Dio, da una grande dimenticanza dei vostri doveri, da un'abitudine diffusa di ignorare e non ubbidire più ai comandamenti della Legge di Dio.


Nella Chiesa la confusione aumenta: troppo pochi sono quelli che accolgono il mio invito a lasciarsi formare e condurre da Me con l'umile docilità del mio Bambino Gesù. Così la tenebra si addensa nelle menti, nei cuori e nelle anime.

Sono la vostra Madre dall'anima trafitta: sono accanto a voi per chiudere le vostre ferite.

Non perdetevi d'animo. Pregate, fate penitenza, siate piccoli e docili, lasciatevi formare da Me, lasciatevi portare nel mio Cuore sulle acque tempestose. Coraggio. Soprattutto oggi la mia
anima trafitta vuole riversare su di voi la pienezza della sua luce e della sua grazia.

Vi racchiudo nel mio Cuore; ogni giorno vi porto al Tempio del Signore e dalle mie braccia materne vi depongo sul suo altare come vittime da Me preparate e a Lui gradite, per la salvezza del mondo».
2 febb. 1984.
AVE MARIA PURISSIMA!


martedì 26 maggio 2015

Il mio trionfo d'amore

Vi porto sulle mie braccia.

«Ecco il mistero d'amore della mia divina maternità: affido, da Mamma, nelle mani del
Sacerdote il mio Bambino, e in Lui adoro il mio Dio che entra nella gloria della sua Casa.

Ogni cosa della Legge si compie: l'offerta, il sacrificio, il riscatto. 
Al Sacerdote viene affidato un Bambino: per lui è solo uno dei tanti.
Ma a chi ha cuore di bimbo viene svelato il mistero del Padre. Lo Spirito Santo si posa su un
povero vecchio, confuso nella folla. Le braccia del vecchio si aprono a stringere d'amore il Messia promesso, l'atteso Salvatore d'Israele.

Il mio sposo Giuseppe ed io ci guardiamo stupiti.
Per la prima volta il mistero si fa manifesto e da voce umana è dato l'annuncio.

Non viene svelato ai Dottori e ai Sacerdoti.
Viene detto a un vecchio, a una donna, alla gente che è umile, povera di spirito. Viene così
anticipato il disegno:
questo Bimbo sarà posto quale segno di contraddizione, per la salvezza e la rovina di molti. 
Me, la Madre, una spada trapasserà l'anima.

Quando, fatto grande, incomincerà la sua missione, si ripeterà l'identico fatto.
È cacciato fuori dalla Sinagoga e obbligato a fuggire
la sua voce è respinta dai grandi: dai Dottori della Legge, dagli Scribi, dai Sacerdoti.
Questo ufficiale rifiuto, come spada, trafigge il mio cuore di Mamma.
Ma Gesù è accolto dai poveri, dagli ammalati, dai peccatori. La sua voce scende nel cuore dei
semplici. E il mio materno dolore è placato dalla risposta che a mio Figlio sanno dare i più piccoli.
I piccoli sono per Lui il dono del Padre. I piccoli sono il suo grazie che al Padre ridona. I piccoli
che, soli, comprendono i misteri del Regno dei cieli.
Siate oggi, figli miei prediletti, i miei piccoli bimbi. 
La mia Chiesa deve aprirsi all'azione dello Spirito Santo.
Questo edificio è costruito su colonne che sfidano i secoli e contro cui l'Inferno non può prevalere: il collegio degli Apostoli fondato su Pietro, che si perpetua fino alla fine del mondo nei Vescovi in unione col Papa.

Ma oggi tanta tenebra sembra pervadere questo edificio:
occorre che lo Spirito lo faccia tutto risplendere di nuovissima luce. 
Per questo Io raduno da ogni parte del mondo la schiera dei miei figli prediletti: perché lo Spirito Santo li trasformi e li prepari a compiere oggi il grande disegno del Padre.
Ancora questo disegno è affidato al dolore e all'amore del mio Cuore Immacolato; per questo
vi chiedo di consacrarvi al mio Cuore. Vi domando di diventare bambini, così che vi possa
portare tutti sulle mie braccia.

Come ho fatto col mio Bambino Gesù, anche con voi mi presento nel Tempio santo di Dio e vi
offro in olocausto al Padre per placare la sua divina giustizia.
Non turbatevi se ancora oggi ricevo un rifiuto dai grandi.
La mia voce però, sempre più, viene accolta dai piccoli. Sarà solo con questi miei figli che otterrò il mio trionfo d'amore».


AVE MARIA!

venerdì 8 maggio 2015

Ecco un Mistero celeste !





LA VITA DI UNIONE CON MARIA. 
PER IPSAM, ET CUM  IPSA ET IN IPSA

Ecco un Mistero celeste! ecco la vera vita del Sacerdote, la sua luce, la sua forza, la sua consolazione, il tratto più dolce di somiglianza con Gesù. 
La vita di unione con Maria consiste nel riprodurre fedelmente in noi le disposizioni del Sacro Cuore di Gesù. Fin dall'eternità, il Verbo ebbe per la sua futura Madre le inclinazioni più tenere e le più commoventi preferenze. Coelo Redemptor praetulit - Felicis alvum Virginis, - ubi futura Victima - mortale corpus induit! (677). 
Quando venne al mondo, volle aver bisogno di Maria, della sua tenerezza, delle sue cure, del suo latte, delle sue mani e, del suo lavoro. 
Fattosi grande, volle dipendere da lei, obbedirla e servirla (678). Non incominciò la sua vita pubblica che sul desiderio di lei; la volle associata ai suoi viaggi apostolici; benché Maria si sia nascosta in una profonda oscurità, chi potrebbe dubitare che non sia stata, con le sue preghiere, i suoi esempi e tutta la sua vita, il perfetto aiuto della missione del Redentore?
 Sul Calvario, mentre Gesù offriva al Padre il prezzo della nostra Redenzione, Maria fu Corredentrice immolandosi con Gesù (679). 
Dopo che il Sacrificio fu compiuto con la morte, la lancia trasse dal Sacro Cuore le ultime gocce di sangue; Gesù volle così, perché quest'ultimo sangue prezioso del suo Cuore esausto ed esanime, da Maria sempre in piedi come il Sacerdote che offre il Sacrificio, venisse presentato alla Santità ed alla Misericordia di Dio. 
Quando poi l'adorabile Vittima lasciò l'altare della Croce, venne deposta nelle mani e sulle ginocchia di sua Madre, come sopra un altare più venerabile e più santo di quello della Croce.
Gesù e Maria non sono che una cosa sola. Così Giovanni e Maria sono una cosa sola: Ex illa hora accepit eam discipulus in sua

Il Beato Grignon di Montfort traduce: «Giovanni prese Maria con sé perché essa fosse per lui ogni sorta di beni, Accepit eam in sua omnia» (680). 
L'unione di Giovanni con Maria! Quale delizioso soggetto di contemplazione, di ammirazione e di amore! 
Ascoltiamo san Bernardo: «Allora (sul Calvario), questi due Prediletti (Maria e Giovanni) mescolarono le loro lacrime; allora queste due anime Vergini furono assieme Martiri: l'anima di Maria e l'anima di san Giovanni furono, con immenso dolore, ugualmente trapassate dalla spada della morte di Gesù» (681). 
Il Mistero di una tale unione così santa e ammirabile ebbe origine da quelle parole di Gesù: «Donna, ecco il vostro Figlio, - Figliuolo, ecco la tua madre»; e venne compiuto dalla spada di un comune Sacrificio. Maria e Giovanni se n'andarono quindi nel mondo, da Gerusalemme a Efeso, da Efeso a Gerusalemme portando dappertutto, nella preghiera, nelle fatiche apostoliche, in tutti i sacrifizi, questo suggello divino, questa grazia celeste derivata dal Calvario, quella vita di unione così forte e così tenera, felice per Giovanni e consolante per Maria, gloriosa per il Signore, santificante e feconda per la Chiesa. 
O meraviglia di grazia, d'innocenza e di amore! O Unione senza nome possibile quaggiù! O Vita unica di Giovanni e della Madre sua! Santuario augusto, al quale non possiamo avvicinarci senza profondo rispetto, ma con l'anima tutta commossa e compresa da un desiderio inesprimibile di stabilirvi, ad onta della nostra indegnità, la nostra dimora perpetua sino al cielo (682).
La Vita di unione con Maria consiste nelle tre pratiche seguenti: Vivere e fare ogni cosa per mezzo di Maria - con Maria - e nel suo Spirito: Per Ipsam, - et cum Ipsa - et in Ipsa.
Argomento: Spiritualità

martedì 12 agosto 2014

Come vivere la consacrazione alla Madonna nei nostri giorni

Come vivere la consacrazione alla Madonna nei nostri giorni


di Plinio Corrêa de Oliveira

[Conferenza tenuta nel 1959 dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira per i membri del Terz’Ordine Carmelitano di San Paolo del Brasile, e pubblicato successivamente sulla rivista «O Mensageiro Carmelitano» (15-05-59). Fervido devoto di Elia profeta, fondatore remoto del Carmelo, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira è stato per lunghi anni Priore del Terz’Ordine col nome di Isaia della Madonna del Perpetuo Soccorso.]

Andare oltre le esteriorità

Come Terziari Carmelitani, dobbiamo evitare di restare appena nelle esteriorità. Lo scapolare è un oggetto materiale che simboleggia in modo sensibile il nostro vincolo spirituale con la Madonna. Ma, proprio perché tale simbolo rappresenta bene questa situazione, alcuni spiriti potrebbero facilmente cedere all’idea che il suo mero uso è sufficiente per mantenerli uniti alla Madonna.

La stessa imposizione dello scapolare, fatta abitualmente in modo solenne e festoso, parla molto ai sensi e all’immaginazione. Perciò alcune persone potrebbero figurarsi che il semplice fatto di riceverlo stabilirebbe tra loro e la Madonna un vincolo così profondo che, anche senza nessun onere da parte loro, le manterrebbe ipso facto unite alla Madonna come perfetti Terziari.

La condizione dell’uomo sulla terra è tale che perfino le cose più lodevoli sono suscettibili di abusi, non perché in esse vi sia qualcosa di male, ma perché il male risiede nell’uomo decaduto col peccato originale.

Possiamo quindi dire che le esteriorità sono oltremodo utili, opportune, necessarie alla natura umana. Ma non vanno prese nel modo sbagliato, rimanendo appena nella realtà materiale del simbolo e dimenticando tutto ciò che esso significa.

L’apostolato laico nei nostri tempi

Dobbiamo compenetrarci dell’idea che il semplice possesso dello scapolare e la professione come membri del Terz’Ordine non costituiscono l’essenza del nostro vincolo con la Madonna. Queste esteriorità sarebbero vuote senza una speciale consacrazione interiore alla Vergine del Carmelo. È questo l’elemento fondamentale della nostra condizione di Terziari Carmelitani.

L’uso dello scapolare e la professione religiosa non sono che un oggetto materiale e un atto giuridico — tutte e due di grande significato ed importanza, intendiamoci — che esprimono questa consacrazione. Ma il punto principale è che il Terziario sia interiormente consacrato alla Madonna e viva questa consacrazione tutta la vita con crescente intensità.

In cosa consiste concretamente questa consacrazione interiore? Come possiamo vivere questa consacrazione nei nostri tempi? Ecco il tema della mia conferenza.

Il Terziario Carmelitano vive nel mondo. Egli è un laico e svolge il suo apostolato nel mondo. Questo apostolato consiste nel agire nella società civile per promuovere la salvezza delle anime per tutti i mezzi leciti, compresso quello di permeare con lo spirito della Chiesa tutti i valori dell’ordine temporale.

Non si tratta quindi di evitare le cose del mondo, di fuggire al deserto a fare l’eremita, di rinchiudersi nel silenzio sacrale di un monastero contemplativo. Non si tratta nemmeno di entrare a far parte d’un ordine religioso dedicato all’apostolato esterno. Si tratta, nel nostro caso, di vivere pienamente nel mondo, orientando a Dio i valori della società civile, creata pure da Lui e della quale si può esigere che Gli dia gloria. Si tratta di comunicare a questi valori un vero carattere cristiano.

In queste condizioni, dobbiamo avere un’idea esatta di come la consacrazione alla Madonna si realizzi nel mondo. Ma parlare di "mondo" è troppo generico. Noi dobbiamo considerare la società civile come essa è concretamente nei giorni nostri, con le peculiarità cioè dei nostri tempi.

Per vivere i nostri tempi dobbiamo, sì, conoscerne gli aspetti positivi. Ma non possiamo dimenticare gli aspetti negativi. Chi è il principe di questo mondo? Chi è il nemico al quale noi non possiamo servire? Chi è quell’altro "signore" che ci chiede pure di consacrarci a lui, con una consacrazione del tutto opposta ed escludente riguardo alla consacrazione alla Madonna? Senza un deciso rigetto di questo "signore" e di ogni forma di servitù e di vassallaggio a lui, la nostra consacrazione alla Madonna non sarà veramente piena.

Eccoci passati dall’enunziazione generica del problema alla domanda concreta: come possiamo realizzare la nostra consacrazione alla Madonna come figli della Chiesa Militante del secolo XX?

Questo implica un’altra domanda: quale sono i valori genuini della società civile? Per rispondere a questa domanda prendo spunto da alcune considerazioni teoriche.

Dio, causa finale e causa esemplare dell’universo

Dio è il fine di tutte le cose. È quindi naturale che tutte le cose siano ordinate a Lui. E ciò si realizza quando tutto è ordinato al compimento della Legge di Dio, alla salvezza delle anime e all’esaltazione della Chiesa.

Questi principi sono così veri, chiari e conosciuti che non credo di dover trattenermi sull’argomento. Vi è però un’altro principio, raramente proposto all’attenzione della massa dei fedeli. Ed è su questo che vorrei parlare più a lungo.

Dio ha creato l’universo e poi ha concesso all’uomo la facoltà di poter completare diversi aspetti dell’ordine e della bellezza dell’universo, per mezzo della sua azione. Il Dante rende molto bene l’idea quando dice che, se le creature sono figlie di Dio, le opere del genio umano sono le Sue nipoti. Nel creare l’universo, Dio aveva in mente un meraviglioso piano di armonia e di bellezza. Ma Egli realizzò appena una parte di quel piano, lasciandone il resto al genio e all’arbitrio dell’uomo.

Qual’è questo piano?

Insisto sull’idea della bellezza nel universo. La tendenza oggi è di considerare l’universo soprattutto come un’immensa macchina di funzionamento perfetto.

Per esempio, quando si parla della saggezza del Creatore, si risalta come le cose sono concatenate fra di loro in modo tale che non si distruggono, non si scontrano, bensì coesistono in armonia appoggiandosi a vicenda. È una visione funzionale del universo, interamente valida, che però ne svela appena un aspetto, proprio quello più gradito al nostro secolo meccanicista ed ultra-tecnicista.

C’è però un’altro aspetto dell’universo che riguarda Dio in quanto causa esemplare, cioè in quanto Essere increato e infinitamente bello, la cui bellezza si rispecchia in mille modi nelle creature, di modo tale che non c’è nessuna creatura che, d’un modo o d’altro, non rifletta la bellezza increata di Dio.

La bellezza di Dio si rispecchia soprattutto nel insieme, gerarchico e armonico, di tutte le creature. Sicché, in un certo senso, possiamo dire che non c’è mezzo migliore per conoscere la bellezza infinita e increata di Dio che contemplare la bellezza finita e creata dell’universo, considerato non tanto in ogni essere isolato, ma nel suo insieme.

La Santa Chiesa Cattolica: immagine perfetta di Dio

Dio si rispecchia ancora, in modo eminente, in un’opera più nobile e più perfetta dell’universo stesso: il Corpo Mistico di Cristo, la società soprannaturale che noi veneriamo col nome di Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana. La Chiesa da se costituisce un universo di elementi, variegati ed armonici, che cantano e rispecchiano, ognuno a modo suo, la santa ed ineffabile bellezza del Verbo Incarnato.

Nel contemplare sia l’universo che la Santa Chiesa Cattolica, noi possiamo elevarci alla considerazione della bellezza santa, infinita, increata di Dio.

Vi sono alcune regole di estetica che possono aiutarci a comprendere la bellezza nell’universo, come ponto di partenza per elevarci alla considerazione della bellezza increata di Dio. La più fondamentale è la coesistenza armonica dell’unita nella varietà. In cosa consiste questa regola? Anziché darne una definizione astratta, forse conviene considerarla concretamente in una creatura: il mare.


Il mare rispecchia la bellezza infinita di Dio

Il primo elemento che salta agli occhi è proprio l’unità. Tutti i mari comunicano fra di loro, costituendo un’immensa massa d’acqua che cinge la terra intera. Contemplando un pezzo di mare in qualunque posto del mondo, una delle più deliziose riflessioni che possiamo fare è considerare che quella massa liquida che ci sta davanti non si esaurisce nell’orizzonte, ma ha dietro di se immensità che susseguono ad altre immensità, fino a formare un’unica immensità che è il mare, che si muove, gioca, ruzza su tutta la superficie della terra.

Ma allo stesso tempo che mostra quella splendida unità, il mare impressiona anche per la grande varietà di aspetti.

Una prima varietà è quella dei movimenti. Ora il mare si presenta manso e sereno, sembrando voler soddisfare tutti i desideri di pace, di tranquillità e di riposo della nostra anima. Ora egli si muove discretamente, soavemente, formando sulla superficie piccole onde che sembrano voler giocare con noi per farci sorridere e rilassare il nostro spirito, presentandoci le realtà amene e piacevoli della vita. Ora egli si mostra maestosamente impetuoso, alzandosi in sublimi movimenti, scagliandosi con furia contro i faraglioni, dislocando dagli abissi masse d’acqua colossali che sommergono le isole e invadono i continenti. Egli sembra in preda ad una furia inarrestabile, che canta col fragore delle acque scatenate una grandezza imprigionata nelle sue profondità, e che nessuno avrebbe intuito nei momenti di dolcezza.

Vi è nel mare una seconda varietà, quella della estetica. A volte egli è così diafano che possiamo attraversarlo con lo sguardo come se fosse un cristallo, scorgendone perfino il fondo. A volte egli si presenta invece cupo, impenetrabile, profondo, misterioso. A volte egli ostenta immense superfici aperte, che si perdono in panorami sconfinati. A volte invece egli è circoscritto dagli accidenti geografici e forma piccoli golfi chiusi nei quali, per così dire, egli ci si mostra nell’intimità, facendosi piccolo per farsi gustare meglio.

Un’altra varietà sta nei rumori del mare. Ora il suo mormorio sembra una carezza che ninna e addormenta. Ora il suo rumore, in sottofondo, è come la conversazione d’un vecchio amico mille volte sentito. Ora invece egli parla col ruggito dominatore d’un re che vuole imporsi sugli elementi.

Il modo nel quale il mare si "comporta" sulla spiaggia è pure incredibilmente variato. Ora egli piomba sulla sabbia risoluto e sbuffante. Ora egli arriva con passo pigro, in onde che procedono languidamente. Ora invece egli sembra fermo, contentandosi appena con bagnare la terra.

Tutte queste varietà del mare, però, non avrebbero nessuna nesso, e quindi nessun incanto, se non si presentassero sul grande sfondo d’una unità fissa, invariabile e grandiosa. Questa è la bellezza dell’unità nella varietà.

La varietà del mare è in questo modo bella perché non è una qualsiasi varietà, bensì una varietà armonica. In cosa consiste?

Varietà armonica nel mare

Un primo elemento è che questa varietà giunge all’opposizione. Cioè, essa è così amplia che i suoi aspetti estremi giungono ad essere opposti e come contraddittori fra di loro. Questa varietà, proprio perché riunisce in una sola gamma estremi così dispari, possiede una suprema armonia, un’indiscutibile bellezza. Noi non riscontreremmo tanta bellezza nel mare se egli non fosse, per esempio, così estremamente furioso, così estremamente maestoso, ma anche così estremamente grazioso. Il mare armonizza l’estremo della mansuetudine e l’estremo della furia.

Un secondo elemento è che questa varietà che giunge all’opposizione deve comportare una certa simmetria. Se il mare, per esempio, fosse estremamente furioso in alcuni momenti ma appena un poco sereno in altri momenti, vi sarebbe uno squilibrio, la sua bellezza non sarebbe perfetta. Affinché l’opposizione sia perfetta, il mare dev’essere tanto furioso in alcuni momenti quanto egli è sereno in altri momenti.

Abbiamo poi le varietà armoniche delle gamme intermedie. Ci sono certe situazioni di transizione fra uno stato e l’altro, nelle quali non possiamo dire che il mare sia di questo o di quel modo. Egli sta passando da un estremo all’altro, con tutt’una ricchissima gamma di situazioni intermedie così splendidamente sfumate ed armoniche che spesso il linguaggio umano non riesce nemmeno a coglierli.

Prendiamo l’esempio d’un mare che comincia a calmarsi dopo la tempesta. Chi ha vissuto la tempesta dirà: ecco che il mare finalmente si calma! Chi lo compara invece col mare sereno dirà: il mare è ancora agitato! È una sorta di contraddizione di aspetti opposti che coesistono in una situazione intermedia.

Un’ultimo elemento è la continuità. Da un estremo all’altro il mare non balza, ma attraversa tutte le gamme intermedie, con maggior o minor velocità, in una sequenza di sfumature successive. Quando questa sequenza è perfetta, a volte può anche sembrare che il mare non cambia, salvo poi, dopo un certo tempo, accorgersi che si ha davanti un panorama nuovo. In questo caso, i cambiamenti sono così delicati ed impercettibili, che eccedono alla nostra capacità sensoriale.

Vi è, finalmente, un elemento non tanto visibile nel mare, ma molto vistoso nel firmamento: la varietà del progresso.

Possiamo scorgere nel firmamento una varietà di aspetti che vanno dall’aurora fino alla notte. Il giorno sorge incantevole, giovanile, fresco. Man mano che avanza, va guadagnando colori, forza e maestà, fino a raggiungere la gloriosa pienezza del mezzo giorno. Poi va declinando lentamente fino a sprofondare nella tristezza del tramonto. Finalmente, prende il suo aspetto notturno, che conserva fino ai primi bagliori dell’aurora.

Possiamo menzionare anche un’altro principio che conferisce al firmamento la sua particolare bellezza: è il principio monarchico, cioè la disposizione delle molteplici forme della varietà attorno a un elemento o punto centrale, in funzione del quale esse si armonizzano e si spiegano a vicenda. È questo, per esempio, il ruolo del sole nel firmamento.

Ecco i vari principi di bellezza esistenti in due splendide creature di Dio: il mare e il firmamento.



La Vergine Santissima: apice della bellezza dell’universo

La dottrina cattolica ci insegna che la bellezza di queste creature è un’immagine di Dio, puro Spirito infinitamente perfetto. Ma, visto che l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, essa è anche un’immagine dell’uomo. I vari aspetti del mare e del firmamento, per esempio, fanno pensare all’anima umana in alcuni suoi atteggiamenti, soprattutto quando essa riflette veramente la santità di Dio Nostro Signore.

Queste regole dell’estetica dell’universo che ho appena spiegato servono quindi anche per considerare la bellezza della santità nell’uomo e, soprattutto, nella più alta delle creature: la Madonna


La Madonna, così spesso paragonata al firmamento od al mare, possiede un’anima d’una immensità insondabile, un’anima nella quale tutte le forme di virtù e di bellezza coesistono in una perfezione super-eminente, e della quale noi non possiamo farci un’idea esatta. La Madonna è proprio quell'oceano, quel firmamento di virtù davanti al quale rimaniamo estasiati, allibiti, e che dobbiamo cercare di amare e di imitare.

Possiamo riscontrare nella Madonna la stessa unità nella varietà nei molteplici doni con i quali Dio l’ha onorata. 

Ella è madre di clemenza e di misericordia, ma è anche "terribile come un esercito schierato a battaglia" 1
Ella è la salute degli infermi, ma è anche la Madonna dei dolori; 
Ella è ausilio dei cristiani e anche rifugio dei peccatori. 
Ella è celebrata per la sua imparagonabile umiltà, e ciononostante tutti i veggenti che hanno avuto la gioia di contemplarLa coincidono nel commentare la Sua sovrana maestà.

Nella Madonna si armonizzano perfettamente gli aspetti più contrastanti e perfino apparentemente inconciliabili. Per esempio, vi può essere un contrasto più radicale di quello d’essere la Vergine Madre? Ella è Vergine delle vergini. Ma potrebbe benissimo essere chiamata pure Madre delle madri

Nessuna è più pienamente Vergine di Lei. Nessuna è più pienamente Madre di Lei.


La consacrazione alla Madonna nei giorni nostri

La consacrazione alla Madonna consiste nel darsi a Lei. E, giacché noi possiamo realizzare in noi stessi, in qualche modo, le virtù che in Lei rifulgono in modo eccelso, darsi a Lei significa servirLa e cercare di imitarLa. La conoscenza della Madonna, l’ammirazione per la Madonna, il servizio alla Madonna e il desiderio di imitarLa sono quindi gli elementi della perfetta consacrazione.

Ma dobbiamo procedere ad un’altra domanda: come possiamo vivere questa consacrazione nelle condizioni concrete dei nostri giorni?

La società dev’essere tale che gli stessi principi di bellezza universale che abbiamo appena spiegato, e che poi si traducono in principi di moralità e di santità, si riflettano non solo nelle anime ma in tutto ciò che circonda l’uomo.

Per una misteriosa affinità, le forme, i suoni, i colori, gli aromi possono esprimere stati di spirito dell’uomo. Bisogna quindi che esprimano stati di spirito virtuosi, affinché l’uomo possa trarre dagli ambienti nei quali vive risorse per la sua santificazione. Gli ambienti devono contenere immagini di Dio che parlino ai sensi, devono essere tali da stimolare nell’uomo la pratica della virtù, devono suscitare in lui l’appetenza della bellezza increata di Dio, che lui poi vedrà faccia a faccia nella gloria dei Cieli.

Ecco la grande missione dei laici che vivono nel mondo: organizzare l’ordine temporale in modo tale che formi le anime attirandole verso il Cielo. È chiaro che questo ordine temporale avrebbe una consonanza profonda con la Rivelazione, con gli insegnamenti e leggi della Chiesa, così come con i dettami della vera scienza. Sarebbe perciò il Regno di Cristo, il Regno di Maria sulla terra.

Torno dunque alla domanda: nel nostro secolo, in cosa consiste il servizio alla Madonna? Consiste nel salvare le anime per tutti i mezzi leciti, fra i quali voglio accentuare questo: ordinare tutte le cose secondo lo spirito che ho appena descritto, costruendo in questo modo la cultura e la civiltà cristiane. Sia una che l’altra, in fondo, non sono che la disposizione delle cose affinché siano in questa vita un riflesso di Dio, orientando quindi le anime per la vita eterna.

Essere consacrato alla Madonna e servirLa significa sostentare, promuovere e difendere contro eventuali nemici la cultura e la civiltà cristiane, che costituiscono quella pace in terra promessa agli uomini di buona volontà dagli angeli a Betlemme. L’unica pace che gli uomini di buona volontà possono avere sulla terra è la pace di Cristo nel Regno di Maria.

Possiamo dunque dire che il vero Terziario Carmelitano, consapevole di cosa implichi la sua consacrazione, è non solo una persona di spiccata vita interiore, ma anche un soldato genuino della cultura e della civiltà cristiane.

Problemi dell’apostolato nel secolo XX

Per comprendere ancor meglio come dobbiamo servire la Madonna nel nostro secolo, dobbiamo considerare certe circostanze ad esso peculiari.

Noi viviamo in un processo rivoluzionario che, iniziatosi col Protestantesimo e l’Umanesimo nel secolo XVI, ha ottenuto un grande trionfo con la Rivoluzione francese nel secolo XVIII. Questo processo giunge adesso al suo culmine con l’affermarsi del comunismo. Siamo quindi nel vortice di una lunga serie di apostasie. E in questo consiste il marchio dominante degli avvenimenti nei giorni nostri, delle circostanze nelle quali la Chiesa vive, agisce e lotta attualmente.2

In tutti i tempi la Chiesa si è trovata davanti avversari da contrastare. Ma forse mai essa ha dovuto subire un attacco così furibondo che la colpisce in ogni punto della sua dottrina, delle sue costumi, delle sue istituzioni e delle sue leggi. M
ai i suoi nemici avevano ostentato una tale coerenza, una tale unità di intenzione e un tale rancore quanto nei giorni nostri. I testi pontifici in questo senso sono talmente numerosi che io mi esimo dal menzionarli.

Dunque, da qualsiasi angolazione noi consideriamo il panorama odierno, dobbiamo collocare al centro questo fenomeno, cioè l’offensiva plurisecolare delle forze del male contro la Chiesa che oggi giunge al suo parossismo. Viviamo, come ho detto poc’anzi, in un processo rivoluzionario che corrode una realtà gloriosa, luminosa ma ormai agonizzante: la Civiltà cristiana.

Abbiamo quindi un nemico da contrastare e un patrimonio da difendere. Questo patrimonio è l’immenso e inapprezzabile tesoro delle tradizioni tramandateci da venti secoli di Civiltà cristiana. Un patrimonio che non va considerato come un valore estatico ma, al contrario, come qualcosa che i successivi secoli hanno man mano costruito. Anche noi, per la nostra fedeltà e la nostra lotta, accresciamo questo tesoro della tradizione. Davanti a noi c’è la Rivoluzione, che rappresenta esattamente il contrario di tutto ciò che amiamo. Noi dobbiamo confrontarla in tutte le sue manifestazioni.

Ecco un aspetto essenziale del apostolato cattolico nei giorni nostri. Questo aspetto merita un’ulteriore spiegazione.

Il cattolico deve’essere un uomo del suo tempo?


Dicono che il cattolico dev’essere un uomo del suo tempo, con lo sguardo aperto ad ogni forma di progresso, adattandosi in tutta la misura del possibile al mondo nel quale vive.

Nessuno oserebbe dire che queste affermazioni siano in se false. Ma dobbiamo saper distinguere un’accettazione intelligente e piena di discernimento, da un’accettazione sprovveduta, spensierata, debole che assume non solo gli aspetti buoni dell’epoca ma anche tutto ciò che lo spirito della Rivoluzione vi ha instillato, a volte velatamente.

Se vogliamo essere pienamente uomini del nostro tempo dobbiamo saper tracciare questa linea divisoria con molta chiarezza.

Ogni epoca dice di voler distanziarsi da quella precedente correggendone i difetti. Ma capita spesso che voglia anche distanziarsene perché dissente dai suoi valori. E qui ci vuole discernimento. Riguardo all’epoca immediatamente anteriore alla nostra, noi non vogliamo, non possiamo e non dobbiamo né accettare tutto né rigettare tutto. Dobbiamo analizzare con attenzione i diversi elementi.

Nessun’epoca passata deve rimanere intoccata. È sempre possibile, per mezzo di un vero progresso, abolirne i difetti e migliorarne i valori. Ma questo non basta. Noi non possiamo perdere di vista che molte delle trasformazioni in atto oggidì non rappresentano affatto un lavoro intelligente per depurare e perfezionare le tradizioni che abbiamo ricevuto dai nostri padri ma, al contrario, costituiscono un voluto sforzo di distruzione sistematica o di corrosione surrettizia dei valori della Civiltà cristiana.

In una lettera indirizzata al cardinale Carlos Mota, arcivescovo di San Paolo, mons. Dell’Acqua, allora Sostituto della Segreteria di Stato della Santa Sede, affermava che, per effetto del laicismo, il mondo contemporaneo aveva ormai perso quasi completamente il senso cristiano della vita.

Richiamo l’attenzione di lor signori su queste ultime parole. Noi sappiamo che l’uomo non può rimanere privo di qualsiasi senso. Se egli perde il senso cristiano, è giocoforza che lo rimpiazzi con un senso non cristiano. Dobbiamo quindi concludere che la stragrande maggioranza degli uomini di oggi sono segnati, in grado minore o maggiore, da un senso non cristiano della vita, quando non addirittura da un senso anticristiano. Noi stessi, figli del nostro tempo, siamo esposti al rischio di portare nel nostro spirito, a volte anche velatamente, alcune infiltrazioni di questo senso anticristiano della vita.

Troppo frequentemente ci troviamo attorno persone che pensano di avere il vero spirito cattolico perché ricevono ogni tanto i sacramenti e praticano alcuni atti di pietà. Eppure, il loro modo di pensare, di sentire, e di agire sono segnati da uno spirito opposto a quello della Chiesa. Anche se in grado ovviamente minore, questo succede perfino con persone pietose. In queste condizioni, c’è motivo per essere diffidenti perfino con noi stessi.

Con grande diligenza dobbiamo dedicarci al compito di discernere ciò che in nostra epoca è buono da ciò che è cattivo. Ci spinge il timore di, per sbaglio, spacciare qualcosa di quel deposito di tradizioni cattoliche che abbiamo ricevuto da nostri padri e che dobbiamo trasmettere non solo intatto ma accresciuto.

Dobbiamo, sì, correggere giudiziosamente il passato. Ma cambiarlo senza discernimento, sconsideratamente, in ogni caso, e a volte perfino appena per la smania di cambiare, ecco un atteggiamento che va decisamente respinto. Niente di più estraneo alla vera consacrazione alla Madonna di questa negligenza nel proteggere la tradizione cristiana.

Se un membro del Terzo’Ordine Carmelitano si consegna al mondo senza ritegno, sappia che egli serve due signori, egli non è un vero Carmelitano e la sua consacrazione non è una vera consacrazione.

Ripudiando dunque formalmente l’idea che dobbiamo conservare intatto il passato, affermiamo che mai nella storia della Civiltà cristiana fu così difficile discernere fra i veri valori del passato e quello che nei giorni nostri dev’essere rettificato.

La tradizione nel magistero pontificio


Per illustrare questo punto, niente meglio delle luminose parole di Papa Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana, del 19 gennaio 1944. Il Santo Padre spiega molto bene in cosa consista un rinnovamento fatto secondo lo spirito della Chiesa, animato da un profondo amore alla tradizione:

"Le cose terrene scorrono come un fiume nell’alveo del tempo: necessariamente il passato cede il posto e la via all’avvenire, e il presente non è che un istante fugace che congiunge l’uno con l’altro. È un fatto, è un moto, è una legge; non è in se un male. Il male sarebbe, se questo presente che dovrebbe essere un flutto tranquillo nella continuità della corrente, divenisse una tromba marina, sconvolgendo ogni cosa come tifone o uragano al suo avanzarsi, e scavando con furioso distruggimento e rapimento un abisso tra ciò che fu e ciò ch deve seguire. Tale sbalzi disordinati, che fa la storia nel suo corso, costituiscono allora e segnano ciò che si chiama una crisi, vale a dire un passaggio pericoloso, che può far capo a salvezza o a rovina irreparabile, ma la cui soluzione è tuttora avvolta di mistero entro la caligine delle forze contrastanti. (...)

"Patriziato e Nobiltà, voi rappresentate e continuate la tradizione. (...)

"Molti animi, anche sinceri, s’immaginano e credono che la tradizione non sia altro che il ricordo, il pallido vestigio di un passato che non c’è più, che non può più tornare, che tutt’al più viene con venerazione, con riconoscenza se vi piace, relegato e conservato in un museo. (...)

"Ma la tradizione è cosa molto diversa dal semplice attaccamento ad un passato scomparso; è tutto l’opposto di una reazione che diffida di ogni sano progresso. Il suo stesso vocabolo etimologicamente è sinonimo di cammino e di avanzamento. Sinonimia, non identità. Mentre infatti il progresso indica soltanto il fatto del cammino in avanti passo innanzi passo, cercando con lo sguardo un incerto avvenire; la tradizione dice pure un cammino in avanti, ma un cammino continuo, che si svolge in pari tempo tranquillo e vivace, secondo le leggi della vita. (...)

"In forza della tradizione, la gioventù, illuminata e guidata dall’esperienza degli anziani, si avanza di un passo più sicuro, e la vecchiaia trasmette e consegna fiduciosa l’aratro a mani più vigorose che proseguono il solco cominciato. 


"Come indica col suo nome, la tradizione è il dono che passa di generazione in generazione la fiaccola che il corridore ad ogni cambio pone in mano e affida all’altro corridore, senza che la corsa si arresti o si rallenti. Tradizione e progresso s’integrano a vicenda con tanta armonia, che, come la tradizione senza il progresso contraddirebbe a sé stessa, così il progresso senza la tradizione sarebbe una impresa temeraria, un salto nel buio".


Conclusione


Reverendi sacerdoti, cari confratelli, abbiamo dunque visto che la nostra consacrazione alla Madonna, espressa nel atto affettivo della professione religiosa e ricordata dall'uso dello scapolare, si realizza nei giorni nostri nel ricondurre le anime e tutti i valori della società temporale affinché diano gloria a Dio, sulla scia della Civiltà cristiana, avendo Dio come causa esemplare, e proseguendo nella traiettoria indicata dai magnifici principi della tradizione cristiana.
Grazie!