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venerdì 10 novembre 2017

«La bocca che mente, uccide l'anima» (Sap 1, 11)


Lettura 

Andrea Avellino, chiamato prima Lancellotto, nacque a Castronuovo, borgo della Lucania. 


Si laureò a Napoli in giurisprudenza e, ordinato sacerdote, prese a difendere cause, secondo i sacri canoni, solo nel foro ecclesiastico. 

Ma un giorno, essendogli sfuggita una leggera bugia nel difendere una causa e poco dopo essendosi imbattuto in queste parole della Scrittura: «La bocca che mente, uccide l'anima» (Sap 1, 11), fu preso da tal dolore per la sua colpa che dette l'addio al foro e sollecitò umilmente d'essere ricevuto fra i Chierici regolari Teatini 

Appagato nel suo desiderio, supplicò gli venisse imposto il nome di Andrea per l'immenso amore che portava alla croce. 

Si distinse nell'astinenza e nella pazienza, nel disprezzo e nell'odio di sé.

Propagò in modo mirabile l'ordine dei Chierici regolari. 

Amò e venerò singolarmente la vergine Madre di Dio. 

Infine, dopo aver dato eroici esempi di virtù, carico d'anni e spossato dalle fatiche, mentre stava per celebrare la Messa, dopo aver ripetuto tre volte le parole: «Salirò all'altare di Dio», fu colpito da attacco apoplettico e, munito subito dei sacramenti, serenamente spirò.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
AMDG et BVM