Andrea Avellino, chiamato prima Lancellotto, nacque a Castronuovo, borgo della Lucania.
Si laureò a Napoli in giurisprudenza e, ordinato sacerdote, prese a difendere cause, secondo i sacri canoni, solo nel foro ecclesiastico.
Ma un giorno, essendogli sfuggita una leggera bugia nel difendere una causa e poco dopo essendosi imbattuto in queste parole della Scrittura: «La bocca che mente, uccide l'anima» (Sap 1, 11), fu preso da tal dolore per la sua colpa che dette l'addio al foro e sollecitò umilmente d'essere ricevuto fra i Chierici regolari Teatini
Appagato nel suo desiderio, supplicò gli venisse imposto il nome di Andrea per l'immenso amore che portava alla croce.
Si distinse nell'astinenza e nella pazienza, nel disprezzo e nell'odio di sé.
Propagò in modo mirabile l'ordine dei Chierici regolari.
Amò e venerò singolarmente la vergine Madre di Dio.
Infine, dopo aver dato eroici esempi di virtù, carico d'anni e spossato dalle fatiche, mentre stava per celebrare la Messa, dopo aver ripetuto tre volte le parole: «Salirò all'altare di Dio», fu colpito da attacco apoplettico e, munito subito dei sacramenti, serenamente spirò.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
AMDG et BVM