giovedì 29 giugno 2017

C'E' FORSE UN AMORE PIU' GRANDE?

San Padre Pio vi parla
[... di cose e fatti che non avete mai udito]
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20 ottobre 2004

JNSR: “Signore, scriverò solo se Tu me lo chiedi, anche se desidero più di tutto sentirTi e scrivere quello che mi detti. Ma, anche se Ti sento e se Tu mi vieti di scrivere, io Ti obbedirò. È da Te che mi viene questo dono che Tu mi hai dato. Tutto viene da Te, dalla Tua Santa Volontà. Solo rispondimi ed io comunque Ti obbedirò. Amen”.

GESÙ: Io sono inchiodato sulla Mia Croce, il Santo Padre Pio Mi guarda, ed Io guardo lui. Questa sera egli ti parlerà per Me.

Santo Padre Pio: “Figlia di Dio, tu rifletti troppo sulle cose che sono così chiare e cosi limpide quando si conosce Dio. Egli ti ha parlato tante volte, e tante volte tu hai dubitato che quella voce non fosse forse la Sua. Involontariamente, sei tu che ti allontani ogni volta da Lui. Respira il Suo Profumo quando Egli è in te, così non t’ingannerai e non dubiterai più, perché l’Amore ha un Profumo unico e molto speciale: l’Amore Puro, che è Dio.

Io sono qui, vicino a te per dirti AmaLo senza porti altre domande. Ci sono tanti che lottano per separarti da Lui, perché tu dubiti fino a lasciare cadere tutto questo Amore di cui Egli ti circonda.

Egli è l’Amore che purifica tutto. Anche il Male si purifica al Suo contatto. Come puoi non gettarti tra le Sue braccia per chiederGli Perdono per tutti quei minuti che passano, avvolti dal tuo dubbio? Egli è vicino a te e non vuole vederti in questo stato. Te lo chiedo nel Nome Suo Santissimo: Prendi la Sua Croce e guardaLo, inchiodato per te, per me, per ognuno di noi. C’è forse un Amore più grande di quello del tuo Salvatore, il tuo Dio d’Amore?

Niente può far deviare un’anima di Dio dalla via d’Amore dove GESÙ poggia i Suoi piedi nudi e sanguinanti. Tu lo sai che io sono con Lui e che noi tutti siamo addolorati nel vedere le anime che il Maligno guadagna per mezzo di questa incertezza che egli inocula nei cervelli che rende malati al fine di catturarli per la sua causa demoniaca.

Ascoltami bene e fa’ pervenire subito questo scritto affinché Dio trionfi negli spiriti. Satana sta rendendo malati tutti gli spiriti per far cadere tutta l’Umanità mediante le guerre e soprattutto con le malattie mentali. La Chiesa dovrebbe occuparsi rapidamente di questo fatto, così evidente per il vostro tempo. Avvertitela! Dove sono i vostri Preti esorcisti?

Gli ospedali psichiatrici si riempiono fino alla saturazione. Vi si trovano dei veri malati mentali, ed altri che voi dovete salvare ad ogni costo, perché subiscono la più grande disperazione che l’essere umano possa sopportare: sono i folli di Dio, quelli che credono che Dio ESISTE, che continua a fare miracoli e che ritornerà a salvare il Mondo dalla sua crudeltà e dalla sua ingiustizia. Rinchiusi per impedire loro di diffondere la Parola di Dio, sequestrati e traditi dalla loro stessa famiglia, l’Ospedale diventa la prigione per sbarazzarsi di questi disturbatori, trattati da squilibrati capaci di uccidere per difendere la loro causa. Li si vuole fermare, e perché non ci sia più confusione, li si rende malati sconvolgendo tutte le loro facoltà mentali. Ed essi diventano così dei veri pazzi.

È il piano diabolico per distruggere la Verità del nostro Dio d’Amore affinché l’Evangelizzazione si blocchi per sempre. I più grandi evangelizzatori riempiono gli ospedali e asili psichiatrici del mondo intero. Essi pagano con la vita il silenzio che viene loro imposto dai loro carnefici: i governi e i loro parenti.

Se GESÙ questa sera mi chiede di parlartene è perché leggendo questo scritto, alcuni avranno pietà, soprattutto i loro familiari, e li libereranno in Nome di Nostro Signore GESÙ Cristo.

San Padre Pio da Pietrelcina
Amen.


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AMDG et BVM

La forza del silenzio


L'elogio del silenzio di Benedetto XVI

“Troppa verbosità nella Chiesa minaccia la grandezza della Parola”. Pubblichiamo ampi stralci della Prefazione scritta dal Papa emerito all’ultimo libro del cardinale Sarah
L'elogio del silenzio di Benedetto XVI
Papa Benedetto XVI (foto LaPresse)


Da quando, negli anni Cinquanta, lessi per la prima volta le Lettere di sant’Ignazio di Antiochia, mi è rimasto particolarmente impresso un passo della sua Lettera agli Efesini: “E’ meglio rimanere in silenzio ed essere, che dire e non essere. E’ bello insegnare se si fa ciò che si dice. Uno solo è il Maestro che ha detto e ha fatto, e ciò che ha fatto rimanendo in silenzio è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può percepire anche il suo silenzio, così da essere perfetto, così da operare tramite la sua parola ed essere conosciuto per mezzo del suo rimanere in silenzio” (15, 1s.). Che significa percepire il silenzio di Gesù e riconoscerlo per mezzo del suo rimanere in silenzio?

Per approfondire leggi anche: L'inquietudine lancinante dell'uomo postmoderno. Il nuovo libro del card. Sarah
Dai Vangeli sappiamo che Gesù di continuo ha vissuto le notti da solo “sul monte” a pregare, in dialogo con il Padre. Sappiamo che il suo parlare, la sua parola proviene dal rimanere in silenzio e che solo in esso poteva maturare. E’ illuminante perciò il fatto che la sua parola possa essere compresa nel modo giusto solo se si entra anche nel suo silenzio; solo se s’impara ad ascoltarla a partire dal suo rimanere in silenzio. Certo, per interpretare le parole di Gesù è necessaria una competenza storica che ci insegni a capire il tempo e il linguaggio di allora. Ma solo questo, in ogni caso, non basta per cogliere veramente il messaggio del Signore in tutta la sua profondità. Chi oggi legge i commenti ai Vangeli, diventati sempre più voluminosi, alla fine rimane deluso. Apprende molte cose utili sul passato, e molte ipotesi, che però alla fine non favoriscono per nulla la comprensione del testo. Alla fine si ha la sensazione che a quel sovrappiù di parole manchi qualcosa di essenziale: l’entrare nel silenzio di Gesù dal quale nasce la sua parola. Se non riusciremo a entrare in questo silenzio, anche la parola l’ascolteremo sempre solo superficialmente e così non la comprenderemo veramente.

Tutti questi pensieri mi hanno di nuovo attraversato l’anima leggendo il nuovo libro del cardinale Robert Sarah. Egli ci insegna il silenzio: il rimanere in silenzio insieme a Gesù, il vero silenzio interiore, e proprio così ci aiuta anche a comprendere in modo nuovo la parola del Signore. (…) Vorrei citare una sola frase che può essere origine di un esame di coscienza per ogni vescovo: “Può accadere che un sacerdote buono e pio, una volta elevato alla dignità episcopale, cada presto nella mediocrità e nella preoccupazione per le cose temporali. Gravato in tal modo dal peso degli uffici a lui affidati, mosso dall’ansia di piacere, preoccupato per il suo potere, la sua autorità e le necessità materiali del suo ufficio, a poco a poco si sfinisce” (risposta n. 15, p. 19). Il cardinale Sarah è un maestro dello spirito che parla a partire dal profondo rimanere in silenzio insieme al Signore, a partire dalla profonda unità con lui, e così ha veramente qualcosa da dire a ognuno di noi. Dobbiamo essere grati a PF di avere posto un tale maestro dello spirito alla testa della Congregazione che è responsabile della celebrazione della Liturgia nella Chiesa. Anche per la Liturgia, come per l’interpretazione della Sacra Scrittura, è necessaria una competenza specifica. E tuttavia vale anche per la Liturgia che la conoscenza specialistica alla fine può ignorare l’essenziale, se non si fonda sul profondo e interiore essere una cosa sola con la Chiesa orante, che impara sempre di nuovo dal Signore stesso cosa sia il culto. Con il cardinale Sarah, un maestro del silenzio e della preghiera interiore, la Liturgia è in buone mani.

Pubblichiamo ampi stralci della Prefazione scritta dal Papa emerito all’ultimo libro del cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, “La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore”, nelle librerie italiane dal 29 giugno. Il testo è stato anticipato dal sito americano First Things. 
AMDG et BVM

mercoledì 28 giugno 2017

San Pietro Apostolo

CCCXLIII.  Il lievito dei farisei. Le opinioni sul Figlio dell’uomo. Il primato a Simon Pietro.

Mt 16,5-20; Mc 8,14-21.27-30; Lc 9,18-22




.... Gesù, che era di nuovo avanti tutto solo, torna a voltarsi.
«Perché avete paura di rimanere senza pane per la vostra fame? Anche se tutti qui fossero sadducei e farisei, non rimarreste senza cibo per il mio consiglio. Non è di quel lievito che è nel pane che Io parlo. Perciò potrete comperare dove vi pare il pane per i vostri ventri. E se nessuno ve lo volesse vendere, non rimarreste senza pane lo stesso. Non vi ricordate dei cinque pani con cui si sfamarono cinquemila persone? Non vi ricordate che ne coglieste dodici panieri colmi di avanzi? Potrei fare per voi, che siete dodici e avete un pane, ciò che feci per cinquemila con cinque pani. Non capite a quale lievito alludo? A quello che gonfia nel cuore dei farisei, sadducei e dottori, contro di Me. È odio, quello. Ed è eresia. Ora voi state andando verso l’odio come fosse entrato in voi parte del lievito farisaico. Non si deve odiare neppure chi ci è nemico. Non aprite neppure uno spiraglio a ciò che non è Dio. Dietro al primo entrerebbero altri elementi contrari a Dio. Talora, per troppo volere combattere con armi uguali i nemici, si finisce a perire o a essere vinti. E, vinti che siate, potreste per contatto assorbire le loro dottrine. No. Abbiate carità e riservatezza. Voi non avete ancora in voi ancora tanto da poterle combattere, queste dottrine, senza esserne infettati. Perché alcuni elementi di esse li avete pure voi. E l’astio per loro ne è uno. Ancora vi dico che essi potrebbero cambiare metodo per sedurvi e levarvi a Me, usandovi mille gentilezze, mostrandosi pentiti, desiderosi di fare pace. Non dovete sfuggirli. Ma quando essi cercheranno darvi le loro dottrine, sappiate non accoglierle. Ecco quale è il lievito di cui parlo. Il malanimo, che è contro l’amore, e le false dottrine. Vi dico: siate prudenti ».
«Quel segno che i farisei chiedevano ieri era “lievito”, Maestro? », chiede Tommaso.
«Era lievito e veleno ».
«Hai fatto bene a non darglielo ».
«Ma glielo darò un giorno ».
«Quando? Quando? », chiedono curiosi.
«Un giorno… ».
«E che segno è? Non lo dici neppure a noi, i tuoi apostoli? Perché lo si possa riconoscere subito », chiede voglioso Pietro.
«Voi non dovreste avere bisogno di un segno ».
«Oh! non per poter credere in Te! Non siamo la gente che ha molti pensieri, noi. Noi ne abbiamo uno solo: amare Te », dice veementemente Giacomo di Zebedeo.
«Ma la gente, voi che l’avvicinate, così alla buona, più di Me, e senza la soggezione che Io posso incutere, che dice che Io sia? E come definisce il Figlio dell’uomo? ».
«Chi dice che tu sei Gesù, ossia il Cristo, e sono i migliori. Gli altri ti dicono Profeta, altri solo Rabbi, e altri, Tu lo sai, ti dicono pazzo e indemoniato ».
«Qualcuno usa per Te il nome stesso che Tu ti dai, e ti dice: “Figlio dell’uomo” ».
«E alcuni anche dicono che ciò non può essere, perché il Figlio dell’uomo è ben altra cosa. Né è sempre negazione questa. Perché in fondo essi ammettono che Tu sei da più del Figlio dell’uomo: sei il Figlio di Dio. Altri invece dicono che Tu non sei neppure il Figlio dell’uomo, ma un povero uomo che satana agita o che sconvolge la demenza. Tu vedi che i pareri sono molti e tutti diversi », dice Bartolomeo.
«Ma per la gente chi è dunque il Figlio dell’uomo? ».
«E’ un uomo nel quale siano tutte le virtù più belle dell’uomo, un uomo che raduni in sé tutti i requisiti di intelligenza, sapienza, grazia che pensiamo fossero in Adamo, e taluni a questi requisiti aggiungono quello del non morire. 

Tu sai che già circola la voce che Giovanni Battista non sia morto. Ma solo trasportato altrove dagli angeli, e che Erode, per non dirsi vinto da Dio, e più ancora Erodiade, abbiano ucciso un servo e, sottratto il capo di lui, abbiano mostrato come cadavere del Battista il corpo mutilato del servo. Tante ne dice la gente! Perciò pensano in molti che il Figlio dell’uomo sia o Geremia, o Elia, o qualcuno dei Profeti e anche lo stesso Battista, nel quale era grazia e sapienza, e si diceva il Precursore del Cristo. 

Cristo: l’Unto di Dio. Il Figlio dell’uomo: un grande uomo nato dall’uomo. Non possono ammettere in molti, o non lo vogliono ammettere, che Dio abbia potuto mandare suo Figlio sulla Terra. Tu lo hai detto ieri: “Crederanno solo coloro che sono convinti della infinita bontà di Dio”. Israele crede nel rigore di Dio più che nella sua bontà… », dice ancora Bartolomeo.

«Già. Si sentono infatti tanto indegni che giudicano impossibile che Dio sia tanto buono da mandare il suo Verbo per salvarli. Fa ostacolo al loro credere in ciò lo stato degradato della loro anima », conferma lo Zelote. E aggiunge: «Tu lo dice che sei il Figlio di Dio e dell’uomo. Infatti i Te è ogni grazia e sapienza come uomo. Ed io credo che realmente chi fosse nato da un Adamo in grazia ti avrebbe somigliato per bellezza e intelligenza ed ogni altra dote. E in Te brilla Dio per la potenza. Ma chi lo può credere fra coloro che si credono dèi e misurano Dio su se stessi, nella loro superbia infinita? Essi, i crudeli, gli odiatori, i rapaci, gli impuri, non possono certo pensare che Dio abbia spinto la sua dolcezza a dare Se stesso per redimerli, il suo amore a salvarli, la sua generosità a darsi in balìa dell’uomo, la sua purezza a sacrificarsi fra noi. Non lo possono, no, essi che sono così inesorabili e cavillosi a cercare e punire le colpe ».

«E voi chi dite che Io sia? Ditelo proprio per vostro giudizio, senza tenere conto delle mie parole o di quelle altrui. Se foste obbligati a giudicarmi, che direste che Io sia? ».

«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente », grida Pietro inginocchiandosi a braccia tese verso l’alto, verso Gesù, che lo guarda con un volto tutto luce e che si curva a rialzarlo per abbracciarlo dicendo:

«Te beato, o Simone, figlio di Giona! Perché non la carne né il sangue te lo ha rivelato, ma il Padre mio che è nei Cieli. 
Dal primo giorno che venisti a Me ti sei fatto questa domanda, e poiché eri semplice e onesto hai saputo comprendere e accettare la risposta che ti veniva dai Cieli. Tu non vedesti manifestazioni soprannaturali come tuo fratello e Giovanni e Giacomo. 
Tu non conoscevi la mia santità di figlio, di operaio, di cittadino come Giuda e Giacomo, miei fratelli. 
Tu non ricevesti miracolo né vedesti farne, né ti diedi segno di potenza come feci e come videro Filippo, Natanaele, Simon Cananeo, Tommaso, Giuda. 
Tu non fosti soggiogato dal mio volere come Levi il pubblicano. 
Eppure tu hai esclamato: “Egli è il Cristo!”. Dalla prima ora che mi hai visto, hai creduto, né mai la tua fede fu scossa. Per questo io ti ho chiamato Cefa. 
E per questo su te, Pietra, Io edificherò la mia Chiesa, e la porte dell’inferno non prevarranno contro di lei. 
A te darò le chiavi del Regno dei Cieli. 
E qualunque cosa avrai legato sulla Terra sarà legata anche nei Cieli. 
E qualunque cosa avrai sciolta sulla Terra sarà sciolta anche nei Cieli, o uomo fedele e prudente di cui ho potuto provare il cuore. 
E qui, da questo momento, tu sei il capo, al quale va data ubbidienza e rispetto come ad un altro Me stesso. E tale lo proclamo davanti a tutti voi ».

Se Gesù avesse schiacciato Pietro sotto una grandine di rimproveri, il pianto di Pietro non sarebbe stato così alto. Piange tutto scosso dai singhiozzi, col volto sul petto di Gesù. Un pianto che avrà solo riscontro in quello in frenabile del suo dolore di rinnegatore di Gesù. Ora è pianto fatto di mille sentimenti umili e buoni… Un altro poco dell’antico Simone – il pescatore di Betsaida che al primo annuncio del fratello aveva riso dicendo: «Il Messia appare a te!… Proprio! », incredulo e ridanciano – un poco tanto dell’antico Simone si sgretola sotto quel pianto per fare apparire, sotto la crosta assottigliata della sua umanità, sempre più nettamente il Pietro, pontefice della Chiesa di Cristo.

Quando alza il viso, timido, confuso, non sa che fare un atto per dire tutto, per promettere tutto, per rinforzarsi tutto al nuovo ministero: quello di gettare le sue braccia corte e muscolose al collo di Gesù e obbligarlo a chinarsi per baciarlo, mescolando i suoi capelli, la sua barba, un poco ispidi e brizzolati, ai capelli e alla barba morbidi e dorati di Gesù, guardandolo poi con uno sguardo adorante, amoroso, supplichevole, degli occhi un poco bovini, lucidi e rossi delle lacrime sparse, tenendo nelle sue mani callose, larghe, tozze, il viso ascetico del Maestro curvo sul suo, come fosse un vaso da cui fluisse liquore vitale… e beve, beve, beve con dolcezza e grazia, sicurezza e forza, da quel viso, da quegli occhi, da quel sorriso…

Si sciolgono infine, tornando ad andare verso Cesarea di Filippo, e Gesù dice a tutti: «Pietro ha detto la verità. Molti l’intuiscono, voi la sapete. Ma voi, per ora, non dite ad alcuno ciò che è il Cristo nella verità completa di ciò che sapete 
(è una raccomandazione di Gesù che si ritrova anche in altre occasioni e la cui ragione è quasi sempre nei rispettivi contesti come qui, o in una nota come in Cap 349. Maria Ss. Ne darà una spiegazione più profonda nel Cap 642 Vol 10). 

Lasciate che Dio parli nei cuori come parla nel vostro. In verità vi dico che quelli che alle mie asserzioni o alle vostre aggiungono la fede perfetta e il perfetto amore, giungono a sapere il vero significato delle parole “Gesù, il Cristo, il Verbo, il Figlio dell’uomo e di Dio” ».

AMDG et BVM

LITANIE a Gesù e a Maria

LITANIE
a Gesù e a Maria
secondo la spiritualità di s. Teresa di Gesù Bambino


Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici
Padre Celeste, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio, redentore del mondo abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi

Gesù, Volto dell'amore infinito pietà di noi
Gesù, Volto dell'amore nascosto e annientato pietà di noi
Gesù, Volto dell'Amore che si rivela pietà di noi
Gesù, Volto dell'amore che chiede amore pietà di noi
Gesù, mia sola patria pietà di noi
Gesù, mio reame d’amore pietà di noi
Gesù, mio prato ridente pietà di noi
Gesù, mio dolce sole quotidiano pietà di noi
Gesù, mio riposo pietà di noi
Gesù, mia dolcezza pietà di noi
Gesù, mia lira melodiosa pietà di noi
Gesù, mio dolce Salvatore pietà di noi
Gesù, mia sola ricchezza pietà di noi
Gesù, mio solo Amore pietà di noi
Gesù, il cui profumo respira nel Vangelo pietà di noi
Gesù, incantato dall’amore audace della Maddalena pietà di noi
Gesù, primo e solo amico pietà di noi
Gesù, fratello prediletto pietà di noi
Gesù, maestro per istruire le anime pietà di noi
Gesù, mio Diletto pietà di noi
Gesù, Amato bene pietà di noi
Gesù, Amore misericordioso pietà di noi
Gesù, Amore da far amare pietà di noi
Gesù, dolce Sposo divino pietà di noi
Gesù, mio Signore e Re pietà di noi
Gesù, mia sola pace e felicità pietà di noi

Santa Maria prega per noi
Santa Madre di Dio prega per noi
Amata da Dio più del Paradiso prega per noi
Madre Celeste prega per noi
Madre diletta prega per noi
Madre e Regina prega per noi
Nostra Signora delle Vittorie prega per noi
Tu, specchio del Vangelo prega per noi
Tu, pienezza di gioia prega per noi
Tu che fai trasalire il cuore prega per noi
Tu, latte verginale prega per noi
Tu che sei vissuta di fede prega per noi
Tu, più tenera delle Madri prega per noi
Tu che sorpassi lo splendore di tutti i beati prega per noi
Tu che accresci lo splendore degli eletti prega per noi
Tu, maestra delle virtù nascoste prega per noi
Tu, maestra di carità ardente prega per noi
Tu, perfettamente imitabile prega per noi
Vergine Maria prega per noi
Vergine Immacolata prega per noi
Vergine del sorriso prega per noi
Esente dalla colpa originale prega per noi
Dolce Stella, che doni Gesù e ci unisci a Lui prega per noi
Regina del Cielo prega per noi
Regina dei martiri prega per noi
Regina degli Angeli prega per noi
Regina degli Eletti prega per noi
Madre e bellezza del Carmelo prega per noi
Regina della famiglia prega per noi
Regina della pace prega per noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo esaudiscici Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi.
Prega per noi, Santa Madre di Dio /
Prega per noi, Madre e Decoro del Carmelo affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo

Preghiera finale:
Eterno Padre, tu ci hai dato in eredità il Volto adorabile del divin Figlio: noi te l’offriamo e ti domandiamo, in cambio di questa effige infinitamente preziosa, di immergerci nel tuo amore purificante, di dimenticare le ingratitudini di tutti i tuoi figli e specialmente delle anime a te consacrate, di perdonare ai peccatori, di farci testimoni e apostoli del tuo amore misericordioso e fedele. Per Cristo, nostro Signore.


Elaborate in base a un testo inviato da sr Mariassunta Colombo cmstgb, che si ringrazia.
AMDG et BVM