"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
lunedì 13 ottobre 2025
CUORE IMMACOLATO DI MARIA... BENEDITECI E ACCOMPAGNATECI SEMPRE
domenica 5 ottobre 2025
MARIA VERGINE DI GUADALUPE! * Il Mantello * Le COSTELLAZIONI
MARIA VERGINE DI GUADALUPE

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Parrocchia SS.Pietro e Paolo - Napoli - Ponticelli 0815962925 fax 5965422
e-mail: parss.pietroepaolo@libero.it
AMDG et D.V.MARIAE
AMATI FIGLI del Mio Cuore Immacolato
3 OTTOBRE 2025
Amati figli del Mio Cuore Immacolato:
IL MIO DIVIN FIGLIO VI HA REDENTI DAL PECCATO (cf. Mt. 20,28; Ef. 1,7; Tit. 2,14) AFFINCHÈ POTESTE OTTENERE LA VITA ETERNA.
Vi invito ad essere costanti, ad andare avanti con fermezza senza passi incerti e per farlo, è necessario l'adempimento dei Comandamenti e dei Sacramenti, pregare ogni giorno il Santo Rosario, meditando ciascuno dei Misteri e fare altre preghiere, digiunare e partecipare alla Celebrazione Eucaristica.
Amati figli:
VI INVITO AD APRIRE LA VISTA SPIRITUALE (Cf. Ef. 1, 18; 2 Cor. 4,18), solo così riuscirete a guardare oltre, in profondità, dove il Mio Divin Figlio desidera che guardiate, cosicché approfondiate i segni e i segnali di questo momento e non vi passino davanti come qualcosa senza importanza.
VI TROVATE NELLA GRANDE PURIFICAZIONE e vi state addentrando in essa, a causa della disobbedienza dei Miei figli, quelli che cadono ogni giorno nella grave mancanza di smentire di essere figli del Mio Divin Figlio (cf. Gv. 1, 11-12; 1 Gv. 3, 1-3).
Amati figli, gli elementi diventeranno preponderanti sotto i vostri occhi, la terra, l'acqua, il fuoco e l'aria sono carichi di elettricità e la natura vi sorprenderà. Soffrirete a causa del sole e delle sue costanti emanazioni di vento solare in direzione della Terra, che stanno aumentando e si arriverà al punto in cui l'umanità si troverà priva dei progressi che ha raggiunto e l'oscurità sopraggiungerà con poco preavviso per potervi preparare.
Figli, dovete comprendere che la terra verrà colpita da queste emanazioni solari: i terremoti aumenteranno, in alcuni paesi il suolo tremerà fortemente e in altri con minor forza.
Pregate figli, pregate per tutto ciò che incombe sull'umanità affinché voi rimaniate fedeli.
Pregate figli, pregate per ogni paese della terra, tutto sarà purificato.
Pregate figli, pregate, la malattia si diffonderà rapidamente sulla terra e il silenzio tornerà a prevalere.
Pregate figli, pregate, sulla terra ci sarà l'oscurità.
Figli, invocate il Mio Divin Figlio, non dovete temere perché la salvezza è davanti a voi, davanti ai Miei figli che cercheranno il Mio Divin Figlio in mezzo a tutto ciò che accadrà.
NON ABBIATE PAURA!
IO, MADRE DELL'UMANITÀ, VI TENGO PER MANO.
Vi bene+dico,
Mamma Maria
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
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3 DE OCTUBRE DEL 2025

Amados de Nuestro Rey y Señor Jesucristo:
Vengo a ustedes en obediencia a la Voluntad de la Trinidad Sacrosanta.
Hijos, sin temor continúen seguros en el sendero que les lleva a la Vida Eterna.
NUESTRO REY Y SEÑOR JESUCRISTO LOS LLAMA A TOMAR EL VERDADERO CAMINO HACIA ÉL.
DIRÍJANSE A LA TIERRA DE LA PROMISIÓN, HACIA NUESTRA REINA Y MADRE, HACIA “LA MUJER VESTIDA DE SOL CON LA LUNA BAJO SUS PIES Y UNA CORONA DE DOCE ESTRELLAS SOBRE SU CABEZA” (Ap. 12, 1-9).
Es la Tierra de la Promisión Nuestra Reina y Madre (Cf. Lc. 1, 2):
El Vaso Puro y Cristalino…
La Puerta del Cielo…
La Estrella de la Mañana…
Salud de los Enfermos…
Auxilio de los Pecadores…
Concebida sin mancha de pecado original…
Es la Tierra de la Promisión, la tierra virgen, la tierra que “mana leche y miel” (Ex. 3,8) en la que ninguno de Sus hijos es abandonado.
Esta Tierra de Promisión se encuentra esperándoles hasta en los últimos momentos para presentarles ante Nuestro Rey y Señor Jesucristo.
No teman, Mis Legiones Celestiales les protegen, amparan y defienden si ustedes lo permiten.
CUANDO SE ENCUENTREN SIN PAZ, RECURRAN A LA TIERRA DE PROMISIÓN, A NUESTRA REINA Y MADRE.
CUANDO SE CONFUNDAN, DIRÍJANSE A LA TIERRA DE PROMISIÓN.
CUANTO LES FALTA LO ENCUENTRAN DIRIGIÉNDOSE A LA TIERRA DE PROMISIÓN, NUESTRA REINA Y MADRE EN QUIEN ENCONTRARÁN CUANTO NECESITEN.
Les bendigo.
San Miguel Arcángel
AVE MARÍA PURÍSIMA, SIN PECADO CONCEBIDA
AVE MARÍA PURÍSIMA, SIN PECADO CONCEBIDA
AVE MARÍA PURÍSIMA, SIN PECADO CONCEBIDA
sabato 4 ottobre 2025
La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro (Lc 16,19-31). Da "Gesù di Nazaret" di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI
La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro (Lc 16,19-31). Da "Gesù di Nazaret" di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI
"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI
La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro (Lc 16,19-31)
In questa storia ci troviamo un’altra volta di fronte a due figure contrastanti: il ricco che gozzoviglia nella sua agiatezza e il povero che non può nemmeno afferrare i bocconi che i ricchi crapuloni buttano dal tavolo, i pezzetti di pane con cui i commensali, secondo il costume del tempo, si pulivano le mani e che poi buttavano via. I Padri, in parte, hanno inquadrato anche questa parabola nello schema dei due fratelli applicandola al rapporto tra Israele (il ricco) e la Chiesa (il povero Lazzaro), perdendo però in questo modo la tipologia completamente diversa che qui è in gioco.
Lo si vede già nella differente conclusione. Mentre i testi sui due fratelli restano aperti, terminando come domanda e invito, qui viene descritta la fine irrevocabile di entrambi i protagonisti.
Come sfondo che schiude a noi la comprensione di questo racconto dobbiamo considerare la serie di Salmi nei quali si leva a Dio il lamento del povero che vive nella fede in Dio e nell’obbedienza ai suoi comandamenti ma conosce solo sventura, mentre i cinici che disprezzano Dio passano da un successo all’altro e godono tutta la felicità della terra. Lazzaro fa parte di quei poveri, la cui voce udiamo per esempio nel Salmo 44: «Ci hai resi la favola dei popoli, su di noi le nazioni scuotono il capo. [...]Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello» (v. 15-23; cfr. Rm 8,36). L’antica sapienza di Israele si fondava sul presupposto che Dio premia il giusto e punisce il peccatore, che cioè al peccato corrisponde l’infelicità e alla giustizia la felicità. Almeno dal tempo dell’esilio, questa sapienza era entrata in crisi.
Non solo Israele come popolo nel suo insieme pativa più dei popoli che lo circondavano, che lo avevano costretto all’esilio e lo opprimevano, anche in ambito privato diventava sempre più evidente che il cinismo è vantaggioso e che, in questo mondo, il giusto è destinato alla sofferenza. Nei Salmi e nella tarda letteratura sapienziale assistiamo alla faticosa ricerca di sciogliere questa contraddizione, a un nuovo tentativo di diventare «saggi», di comprendere la vita in modo corretto, di trovare e intendere in modo nuovo Dio, che sembra ingiusto o del tutto assente.
Uno dei testi più penetranti di questa ricerca, il Salmo 73, sotto certi aspetti può essere considerato come lo sfondo culturale della nostra parabola. Vediamo quasi stagliarsi innanzi a noi la figura del ricco epulone, del quale l’orante – Lazzaro – si lamenta: «Ho invidiato i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi. Non c’è sofferenza per essi, sano e pasciuto è il loro corpo. Non conoscono l’affanno dei mortali [...]. Dell’orgoglio si fanno una collana [...]. Esce l’iniquità dal loro grasso [...]. Levano la loro bocca fino al cielo [...]. Perciò seggono in alto, non li raggiunge la piena delle acque. Dicono: "Come può saperlo Dio? C’è forse conoscenza nell’Altissimo?"» (Sal 73,3-11).
Il giusto sofferente guarda Dio
Il giusto che soffre e vede tutto ciò corre il pericolo di smarrirsi nella sua fede. Davvero Dio non vede? Non sente? Non lo preoccupa la sorte degli uomini? «Invano dunque ho conservato puro il mio cuore [...]poiché sono colpito tutto il giorno, e la mia pena si rinnova ogni mattina. [...]Si agitava il mio cuore» (Sal 73,13s.21). Il cambiamento improvviso sopraggiunge quando il giusto sofferente nel santuario volge lo sguardo verso Dio e, guardandolo, allarga la sua prospettiva. Adesso vede che l’apparente intelligenza dei cinici ricchi di successo, osservata alla luce, è stupidità: questo genere di sapienza significa essere «stolti e non capire», essere «come una bestia» (cfr. Sal 73,22). Essi rimangono nella prospettiva delle bestie e hanno perduto la prospettiva dell’uomo che va oltre l’aspetto materiale: verso Dio e la vita eterna.
A questo punto ci tornerà alla memoria un altro Salmo, in cui un perseguitato dice alla fine: «Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, se ne sazino anche i figli [...]. Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza» (Sal 17,14s). Qui si contrappongono due generi di sazietà: la sazietà dei beni materiali e il saziarsi «della tua presenza», la sazietà del cuore mediante l’incontro con l’amore infinito. «Al risveglio», ciò rimanda, in definitiva, al risveglio alla vita nuova, eterna, ma si riferisce anche a un «risveglio» più profondo già in questo mondo: il destarsi alla verità, che già fin d’ora dona all’uomo una nuova sazietà.
Di questo destarsi nella preghiera parla il Salmo 73. Ora, infatti, l’orante vede che la tanto invidiata felicità dei cinici è solo «come un sogno al risveglio»; vede che il Signore, quando sorge, fa «svanire la loro immagine» (Sal 73,20). E adesso l’orante riconosce la vera felicità: «Ma io sono con te sempre: tu mi hai preso per la mano destra. [...] Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra. [...] Il mio bene è stare vicino a Dio» (Sal 73,23.25.28).
Queste non sono soltanto belle parole per far sperare nell’aldilà, bensì è il destarsi alla percezione della vera grandezza dell’essere uomo, della quale naturalmente fa parte anche la vocazione alla vita eterna.
Ogni invidia è superata
Con ciò solo apparentemente ci siamo allontanati dalla nostra parabola. In realtà, con questa storia il Signore ci vuole introdurre proprio nel processo del «risveglio» che ha trovato la sua espressione nei Salmi. Non si tratta di una condanna meschina della ricchezza e dei ricchi, generata dall’invidia. Nei Salmi su cui abbiamo brevemente riflettuto ogni invidia è superata: anzi, all’orante si rende ovvio che l’invidia per questo genere di ricchezza è stolta, perché egli ha conosciuto il vero bene.
Dopo la crocifissione di Gesù incontriamo due uomini benestanti – Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea – che hanno trovato il Signore e sono persone che stanno «risvegliandosi». Il Signore ci vuole condurre da un’intelligenza stolta alla vera sapienza, ci vuole insegnare a riconoscere il vero bene. E così, anche se ciò non si trova nel testo, possiamo in base ai Salmi dire che il ricco epulone già in questo mondo era un uomo dal cuore vuoto, che nei suoi stravizi voleva solo soffocare il vuoto che era in lui: nell’aldilà viene solo alla luce la verità che era ormai presente anche nell’aldiqua. Naturalmente questa parabola, risvegliandoci, è al contempo anche un’esortazione all’amore che dobbiamo donare ora ai nostri fratelli poveri e alla responsabilità nei loro confronti – su ampia scala, nella società mondiale – così come nell’ambito ridotto della nostra vita di tutti i giorni.
La richiesta di segni
Nella descrizione dell’aldilà, che segue poi nella parabola, Gesù si attiene ai concetti correnti nel giudaismo del suo tempo. Pertanto non è lecito forzare questa parte del testo: Gesù adotta gli elementi immaginifici preesistenti senza con questo elevarli formalmente a suo insegnamento sull’aldilà. Approva, tuttavia, chiaramente la sostanza delle immagini. Pertanto non è privo d’importanza il fatto che Gesù riprenda qui le idee dello stato intermedio tra morte e risurrezione, che ormai erano diventate patrimonio comune del giudaismo. Il ricco si trova nell’Ade come luogo provvisorio, non nella «geenna» (l’inferno), che è il termine per lo stato definitivo.
Gesù non conosce una «risurrezione nella morte». Ma, come detto, non è questo il vero insegnamento che il Signore ci vuole trasmettere con questa parabola. Come ha illustrato in modo convincente Jeremias, si tratta piuttosto, in un secondo vertice della parabola, della richiesta di segni.
L’uomo ricco dice dall’Ade ad Abramo quello che, allora come oggi, tanti uomini dicono o vorrebbero dire a Dio: se vuoi che ti crediamo e che conformiamo la nostra esistenza alla parola di rivelazione della Bibbia, allora devi essere più chiaro. Mandaci qualcuno dall’aldilà che ci possa dire che è davvero così. Il problema della richiesta di segni – la pretesa di una maggiore evidenza della rivelazione – pervade l’intero Vangelo. La risposta di Abramo, come, al di fuori della parabola, quella di Gesù alla richiesta di segni da parte dei suoi contemporanei, è chiara: chi non crede alla parola della Scrittura, non crederà nemmeno a uno che venga dall’aldilà. Le verità più sublimi non possono essere costrette alla stessa evidenza empirica che, appunto, è propria solo della dimensione materiale.
Abramo non può mandare Lazzaro nella casa paterna dell’uomo ricco. Ma ora ci viene in mente una cosa che ci colpisce. Pensiamo alla risurrezione di Lazzaro di Betania, narrata nel Vangelo di Giovanni. Che cosa succede? «Molti dei Giudei [...]credettero in lui», ci racconta l’evangelista. Vanno dai farisei e riferiscono l’accaduto. Il Sinedrio si riunisce per discuterne. La faccenda, in quella sede, viene considerata sotto l’aspetto politico: un movimento del popolo, che può risultarne, potrebbe chiamare in causa i romani e generare una situazione pericolosa. Così si decide di uccidere Gesù: il miracolo non porta alla fede bensì all’indurimento (Gv 11,45-53).
© Copyright Famiglia Cristiana, n. 15/2007
Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, "Gesù di Nazaret", Rizzoli 2007
lunedì 29 settembre 2025
"O uomini, cercate la pace ma non la volete! Perché? "
http://www.madonnadelpino.altervista.org/msgb/messaggi1999.html
https://www.youtube.com/watch?v=HGz2-fRoQ70
"O uomini, cercate la pace ma non la volete! Perché? "
Mammanelli, domenica 25 Aprile 1999, ore 12 – Messaggio pubblico della Madonna del Pino
"Cari figli, sono ancora la Madre vostra qui, in questa collina. Le condizioni del Mondo Mi hanno riempito il Cuore di dolore ma spesso viene rallegrato dall’Ave Maria che da questa collina vola in Cielo.
Figli, se Io mettessi davanti ai vostri occhi i giorni del vostro avvenire lascereste le vostre occupazioni per ritirarvi in una preghiera continua.
Pregate, pregate per la pace, pace, pace che vi sia nel mondo.
O uomini che governate, sarete dal cielo e della terra benedetti se voi porterete la pace al mondo ed Io, la Madre di Dio, sarò la vostra Madre, sarò la vostra Regina, sapendo quanto bene vi porterò nel Regno della volontà del Figlio Mio, per far cessare i vostri cuori induriti, non far cessare gli ardenti desideri di Gesù che vi ama, per far cessare le Sue e le Mie lacrime e riamarvi come veri figli.
Io vado in giro per il mondo, in mezzo ai popoli e le nazioni, per prepararli a ricevere il dominio di Dio, a voi uomini, vi avverto ancora, pentitevi dei vostri peccati, riparate i vostri peccati con la preghiera, il digiuno ed il Santo Rosario.
O figlio del Mio cuore, sappi che tutti i Miei richiami sono caduti nelle orecchie di coloro che non li vogliono sentire, né qui, né a Medjugorie, né altrove ma Io, la Madre di Dio preparo i popoli per fare scendere Gesù dal Cielo in Terra e con il Mio amore materno spingo le anime dei popoli a ricevere questo grande dono.
O uomini, fermate il vostro operato selvaggio prima che Dio ve ne chieda conto, tremendo sarà il Suo giudizio.
O uomini, cercate la pace ma non la volete! Perché?
Vivete in una Europa che non ama più Dio, non ha più fede in Dio e dopo 20 secoli è tornata pagana.
E tu Italia, Italia, dove è la sede del Vicario di Mio Figlio Gesù, dove sono le tombe degli apostoli e dei Suoi martiri, tu fai guerra, questo perché chi ti governa non ha Cristo nel cuore.
O mondo iniquo, tu stai facendo di tutto per cacciare Gesù dalla Terra, a bandirlo dalla società, dalle scuole ma sappi, o mondo iniquo, tu stai abbreviando i tempi per abbattere e distruggere la Chiesa e uccidere i Miei Ministri, ma Lui col Suo ritorno sta preparando l’era dell’amore e tu farai fatica a bandirlo, Lui ti seguirà, ti affronterà, e ti diffonderà d’amore, Lui regnerà nel Suo trono più di prima e più splendente di prima e tu, mondo iniquo, cadrai ai piedi del Suo trono con la forza del Suo amore.
Figlio, ti chiedo ancora, si avvicina il mese di maggio, portate Maria nelle vostre case, nelle famiglie, nelle città, dillo ai Miei sacerdoti che portino Maria, pregate Maria, fate pellegrinaggi per la pace nel mondo.
Mio Figlio verrà ancora, vi parlerà l’ultima domenica di maggio. Vi benedico”.
AMDG et D.V.MARIAE

1. Studi oftalmologici realizzati sugli Occhi di Maria hanno scoperto che avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, torna a dilatarsi, esattamente come accade a un occhio vivo.
L'astrofisico Mario Rojas, in un'ora vicina al solstizio d'inverno del 1981, disegnò, con l'aiuto di una lente curva per evitare deformazioni, le costellazioni della volta dei cielo. Le fissò su carta trasparente e, sovrapponendole alla mappa stellare della tilma, le trovò che combaciavano in modo perfetto, come si può vedere nei disegni che riportiamo qui a fianco, traendoli dal volume che stiamo sintetizzando. Gli scienziati che hanno esaminato la tilma hanno trovato straordinaria questa immagine così nitida e precisa. Ma c'è di più. Alcune costellazioni che non appaiono sulla tilma, hanno una coincidenza simbolica con la figura della Vergine. La "Corona Boreale" cade sulla fronte di Maria, la "Vergine" sulle mani, il "Leone" sul ventre gravido. "Orione" sull'angelo che sostiene la Vergine. Tutto questo è eccezionale e pieno di mistero.