CHI AMA SI FIDA DI CHI AMA
AMDG et DVM
"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
Sia Lodato Gesù Cristo,
sia lodata Maria Santissima
che è Divina
Perfetta, Vergine, Santa
Maria di Guadalupe.
NIENTE HA PIU' VALORE
DELLA PERLA PREZIOSA
Gesù:
Il Regno dei Cieli
è simile a un mercante che va in cerca di
perle preziose;
trovata una perla di grande valore,
va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Santo Vangelo secondo San Matteo capitolo
13, 45-46
AMDG et DVM
San Roberto Bellarmino ci porta con la memoria al tempo della dolorosa scissione della cristianità occidentale, quando una grave crisi politica e religiosa provocò il distacco di intere Nazioni dalla Sede Apostolica.
Si era concluso da poco il Concilio di Trento e per la Chiesa Cattolica era necessario rinsaldare e confermare la propria identità anche rispetto alla Riforma protestante. L’azione del Bellarmino si inserì in questo contesto.
San Roberto Bellarmino svolse un ruolo importante nella Chiesa degli ultimi decenni del secolo XVI e dei primi del secolo successivo. Le sue Controversiae costituirono un punto di riferimento, ancora valido, per l’ecclesiologia cattolica sulle questioni circa la Rivelazione, la natura della Chiesa, i Sacramenti e l’antropologia teologica. In esse appare accentuato l’aspetto istituzionale della Chiesa, a motivo degli errori che allora circolavano su tali questioni. Tuttavia Bellarmino chiarì anche gli aspetti invisibili della Chiesa come Corpo Mistico e li illustrò con l’analogia del corpo e dell’anima, al fine di descrivere il rapporto tra le ricchezze interiori della Chiesa e gli aspetti esteriori che la rendono percepibile. In questa monumentale opera, che tenta di sistematizzare le varie controversie teologiche dell’epoca, egli evita ogni taglio polemico e aggressivo nei confronti delle idee della Riforma, ma utilizzando gli argomenti della ragione e della Tradizione della Chiesa, illustra in modo chiaro ed efficace la dottrina cattolica.
Nel libro De gemitu columbae – Il gemito della colomba, dove la colomba rappresenta la Chiesa – richiama con forza clero e fedeli tutti ad una riforma personale e concreta della propria vita seguendo quello che insegnano la Scrittura e i Santi. Il Bellarmino insegna con grande chiarezza e con l’esempio della propria vita che non può esserci vera riforma della Chiesa se prima non c’è la nostra personale riforma e la conversione del nostro cuore.
Agli Esercizi spirituali di sant’Ignazio, il Bellarmino attingeva consigli per comunicare in modo profondo, anche ai più semplici, le bellezze dei misteri della fede.
Estratto da: Papa Benedetto XVI (Udienza Generale 23.02.2011)
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Il miele è un vero e proprio tesoro della natura, è ricco di vitamine, sali minerali e sostanze protettive per l’organismo che, agendo in sinergia fanno del miele un alimento salutare ed utile, purché venga assunto in piccole quantità.
Questo alimento è composto per lo più da zuccheri semplici, come: maltosio, glucosio e fruttosio che vengono assimilati rapidamente, dando subito una sensazione di benessere, inoltre contenendo il 20% di acqua risulta meno calorico del saccarosio, ovvero il comune zucchero bianco.
Esistono diverse qualità di miele, a seconda dei fiori dai quali le api estraggono il nettare, variano il colore, la consistenza, il sapore e naturalmente i principi attivi specifici, quindi sono differenti anche le proprietà salutari.
I mieli molto aromatici, ambrati e scuri, stimolano il sistema immunitario, hanno un’azione antinfiammatoria, sono una sorte di antibiotici naturali al 100% e proteggono in maniera particolare le prime vie respiratorie.
Nella stagione fredda nella nostra dispensa è bene avere un “angolo di farmacia naturale”: il miele d’abete è molto adatto per le affezioni respiratorie, quello di eucalipto con funzioni espettoranti è indicato per raffreddori e tossi, mentre quello di castagno è un ottimo antinfiammatorio specifico contro i dolori muscolari ed articolari.
E’ sempre consigliabile scegliere il miele prodotto in Italia, perché è qualitativamente migliore, visto che è severamente vietata alcuna aggiunta e tanto meno farmaci.
Secondo i consigli della nonna, ai primi sintomi di influenza o mal di gola, una buona tazza di latte caldo e miele è il rimedio migliore per alleviare o ridurre i malanni di stagione.
Dai "QUADERNETTI"
48.31
[Riportiamo qui il testo di una lettera non autografa ma dattiloscritta. Quasi certamente l'ha
battuta a macchina Marta Diciotti sotto dettatura di Maria Valtorta, che alla fine vi ha apposto la
data e la firma autografe, dopo aver fatto lo schizzo a penna (nello spazio rimasta vuoto al punto 4),
aver corretto qualche errore e messo delle virgole. Il destinatario non può essere altri che P. Corrado
M. Berti osml.]
Molto Reverendo Padre,
Per accontentarla il meglio possibile ho seguito il consiglio di copiare su carta oleata la parte
di Roma che la interessa, segnando nella zona i punti che ho visti io. Lei non ha che da sovrapporre
la carta oleata alla pianta di Roma che mi ha mandato a vedrà che:
1°) Le modifiche apportate da venti secoli nel perimetro di Roma e nelle vie Consolari. lo ho visto
la Tiburtina quasi rettilinea (direzione nord-est) nelle immediate vicinanze della città. Nella sua
pianta vedo che fa una curva sensibile. Ma forse io ne osservavo il tratto più vicino a Roma, che è
rettilineo.
2°) La stessa via aveva nelle sue vicinanze un acquedotto. Qualche resto dello stesso ci dovrebbe
essere ancora, almeno ridotto allo stato di rudere.
3°) Quella che sulla sua pianta ha nome di Porta Pia a mio modo di vedere segnava allora, nel primo
secolo dell'era Cristiana, il limite della città in quel punto. Da lì usciva la Nomentana che per una
plaga deserta, e in direzione nord-est, andava verso Monte Rotondo.
4°) Non avrei potuto vedere il Sepolcro di Cecilia Metella (punto di orientamento concessomi
perché capissi in quale lato cardinale di Roma mi trovavo) se gli edifici della città di allora si
fossero estesi dove sono ora. Invece io vedevo molto bene quel sepolcro e il nastro bianco de1l'Appia
dilungarsi per l'Agro verso sud-est, quasi costeggiato
142
da altre vie che però facevano una specie di raggio come le 48.31
stecche di un ventaglio.
5°) Osservando la pianta vedo segnato presso la Salaria una via che ha nome Ostriana. Forse la
chiamano cosi perché vi si suppone vicino l'Ostriano? In tal caso devo dire che quel prato in
discesa, dove vidi andare S. Pietro e il suo compagno e che intuisco conducesse all' Ostriano, è
molto più vicino a Via Nomentana che a Via Salaria, che io non vedevo affatto, presso S. Agnese,
ma più a nord-est e lontano dall' Aniene che non vedevo.
6°) Come Lei può notare si direbbe che S. Pietro batté col bastone e con la mano nella zona
compresa fra Villa Torlonia e Villa Massimo. Forse che lì sotto ci sono diramazioni dell' Ostriano?
Se sì, si potrebbe pensare che S. Pietro fu deposto li sotto, in origine.
7°) Infine vedrà che, confrontando lo schizzo topografico che le ho dato l'ultima volta che ci siamo
veduti, e che spero lei abbia conservato, anche se fatto male, corrisponde a quanto risulta da una
pianta fatta bene nella sistemazione delle vie consolari.
Ma faccio notare, e raccomando quindi di tenere ben presente, perché accendendosi di
eccessive speranze non si cada poi in delusioni e in conseguenti... anatemi su me che non c'entro,
che io:
1°) Non ho avuto indicazione di dove S. Pietro è sepolto attualmente, ma da dove fu
trasportato il corpo del Ie Pontefice nella notte seguente al Suo Martirio (“E VENU'I'A CHE FU
LA NOTTE I CRISTIANI TOLSERO IL CORPO DI LA' E LO PORTARONO NEL LUOGO
DOVE PIETRO EVANGELIZZAVA IL SIGNORE, CHE ERA LO OSTRIANUM NEL QUALE
GIA' ERANO DEPOSTI I CORPI Dl QUELLI CHE AVEVANO CONFESSATO COL SANGUE
LA LORO FEDE IN GESU' CRISTO DURANTE LE PRIME PERSECUZIONI'' - Parole
143
48.31 angeliche, e l'angelo pareva che leggesse qualche cronaca cristiana contemporanea
dei tempi di S. Pietro. Questa esiste ancora o si è perduta?).
2°) Che né S. Pietro né il suo compagno, che direi essere stato un Romano di nobile
famiglia, né il mio Angelo hanno aggiunto parola a quanto io ho riferito fedelmente. Né io
aggiungerò parola suggerita da un mio proprio pensiero. Sarebbe certamente errata, riprovata da
Dio e d'inganno agli uomini. La prima delle cose che Dio richiede a quelli che Egli ha voluto suoi
strumenti, senza alcun merito da parte loro, questo è certo, è l'assoluta fedeltà nel ripetere o
trasmettere ciò che vedono ed odono. Molti di essi si fanno nemico Dio col volere aggiungere
qualcosa di loro, per darsi importanza e, secondo loro, per rendere più belle le cose viste a udite...
Quasi che la creatura umana possa far meglio di Dio! E' à la loro rovina, non solo come
strumenti ma anche come semplici Cristiani. Perché è sempre l'antico peccato di superbia,
disubbidienza e gola che ha rovinato Lucifero e Adamo e rovina tutti i superbi, disubbidienti e
avidi. Io, anche a costo di deludere chi spera da me più che io non possa dare, forse attribuendomi
erroneamente poteri extra-naturali che non ho affatto, non mi permetto di aggiungere o levare
neppure una virgola o un dettaglio insignificante a ciò che vedo e sento, e che è tutto quello che E !
posso dare perché mi viene dato.
Perciò torno a dire di non lasciarsi travolgere da sogni propri, suscitati da una non giusta
interpretazione di quanto io ho potuto dire, che è ancora molto parziale. Se Dio vorrà, completerà le
informazioni. Per ora si è degnato di farci sapere dove fu portato dopo il Martirio il corpo di S.
Pietro e la zona dove fu deposto. Preghiamo molto, preghiamo tutti, chiedendo al Signore che dica
dove attualmente è il sepolcro di S. Pietro. Se amorevolmente Dio accederà alla nostra richiesta,
sapremo. Altrimenti... Egli è il Signore e noi i sudditi.
144
Per quanto sta a me, se mi dicesse chiaramente il luogo 48.31
subito lo notificherò, ben lieta di servire il Signore, il Suo Vicario e quanti vogliono onorare
l'Apostolo Pietro.
Ma se non fa Iddio io certo non posso fare.
Pretendere che io possa indicare i metri quadrati è come pretendere da me un miracolo uso
moltiplicazione dei pani e dei pesci!
Mi è sempre stato fatto un appunto per la poca chiarezza dei miei schizzi topografici annessi
all'opera, e con ragione, perché io di topografia e cartografia non so nulla.
Come si può pretendere adesso che io segni il punto matematicamente esatto?
Dovrebbe Nostro Signore prendermi la mano e guidarla a segnare una bella croce sul punto
esatto.
Per mio conto, se Gesù, Luce e Sapere, non mi guida, sono tenebra e ignoranza.
Io non ho nessuna pretesa a premio delle mie fatiche e ma vorrei che quanto dico sopra fosse
riferito, magari mostrando questa lettera a Sua Santità o a qualche personaggio bene orientato e
molto intimo del S. padre. E ciò allo scopo che il detto a voce da lei e passato di bocca in bocca non
giunga svisato a Sua Santità, causandogli poscia dele delusioni.
Non avendo altro da dire, ossequio profondamente.
21-9-48 Maria Valtorta
Reazione di Gesù Ss. alle conclusioni [di] Pende. 48.32
2-10-48
“Gesù è Luce per i retti di cuore, è tenebre per quelli che hanno fini umani nel pensiero e nel
cuore.
A questi il soprannaturale o l'extranaturale come il preternaturale, che in anime elette si
fondono al naturale e che dovrebbe illuminarli a comprendere con intelletto soprannaturale, si muta
in tenebre.
145
48.32 Si muta in tenebre il segno della Luce.
Perché anche le vessazioni demoniache, che accrescono il segno del dito di Dio nella sua
asprezza di dolore presente che sarà gaudio futuro, sono testimonianza che Dio è nel tempio di un
corpo-ostia, ed essendovi tutto si spiega: e la resistenza alle consumanti malattie, e l'aspetto, e il
dono di veggenza, e la mia Parola. j
A chi è puro di cuore è dato vedere Dio ovunque è, se- Mt 5,8
condo quanto ho detto sul monte alla sesta beatitudine. Gv 1, 5
Agli altri non Matteo, ma Giovanni risponde: La Luce splende fra le tenebre, ma le tenebre
non l'accolgono''. Almeno però dovrebbero, poiché sono “tenebre”, ammettere l'esistenza e il
potere della Tenebra.
Ma non credono a Satana e alle sue azioni di odio sui miei strumenti, e le membra legate
anche da esso - dico anche perché in verità qui è Satana ad aggravare ciò che un uomo-satana
provocò per primo, e lo si considerò bene - e le membra legate dal Torturatore di chi mi ama
scambiano per pazzia. No, che in verità non è!
Come possono credere in Me, in Dio, se negano Lucifero che fu il più bello degli spiriti da
Dio creati?
Chi dunque è il Male?
Costui dice di credere in Dio, ma in verità non crede, perché levando Satana dalla sua fede
mutila per metà la fede, la verità, la sapienza.
Egli, che si affanna - oh! lo scienziato umano che vuol aprire le ali ai voli nel regno della
Sapienza soprannaturale! - egli si affanna a voler comprendere e spiegare la Colpa e le conseguenze
e le tare degli individui, frutto ancora della colpa, Ma come può, se nega che Satana possa vessare?
E non legò le perfezioni di Eva per farla schiava? Il perfetto volere, intelligere, amare di Eva
non furono legati, vessati da esso per farla colpevole? E se lo poté sui senza colpa, e nelle
immediate vicinanze di Dio - ché Dio amava passeggiare nell' Eden presso i due Innocenti - non
potrà
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opprimere, aggravando, servendosi delle malattie create 48.32
da un malvagio, una mia amata, in odio speciale a Satana perché amata mia?
Ma per costui, non puro di cuore, cosi è. Quello che doveva illuminarlo gli si è mutato in
tenebra perché vuole giudicare con superbo giudizio umano ciò ehe è soprumano.
A costui, e a tutti coloro che, medici dei corpi o degli spiriti, giudicano come lui e
profanamente penetrano in un mio tempio vivo, ha già dato anticipata risposta il Padre mio
Divinissimo nel novembre del passato anno. Rileggi a Padre Corrado quel dettato, perché veda e
creda che Noi, i Tre che sono Uno, non attendiamo a preavvisare il portavoce mentre la subdola
azione si compie, ma molto, molto prima, perché non ci è ignoto ogni pensiero d'uomo, anche se
pensiero ancora lontano nel futuro”.
******************
3-10-48 48.33
* Dice Gesù in merito ai capitoli 24° di S. Matteo, e specie nel 13 di S. Marco (v 30), nel
21 di S. Luca (v 32), tema ampiamente ripreso e trattato nelle epistole degli Apostoli Pietro, Paolo,
Giovanni:
“Non ho errato Io nel dire: “Questa generazione non Mt 24, 34; Mc 13, 30; Lc 21, 32
passerà prima che tutto ciò si compia (anticristo, segni nel cielo, segni nei tempi, fine del mondo,
ritorno del Cristo e giudizio finale), perché Io non posso errare. Ma hanno errato coloro che mi
udivano (gli Apostoli e discepoli) nell'interpretare quelle mie parole, e misurando e giudicando con
misura e giudizio umano hanno interpretato che la generazione di cui lo parlavo fosse la comune
generazione umana, dai pochi anni di vita; quindi credettero che entro pochi anni dalla mia morte e
risurrezione
* Abbiamo messo in corsivo alcune parole inserite successivamente dalla scrittrice, che ha voluto
aggiungere una precisazione trascurando di adattare ad essa la forma grammaticale.
147
48,33 tutto avesse a compirsi.
E cosi insegnarono, creando involontariamente un argomento a coloro che non credono in
Me, o che più non sono membra vive del Corpo Mistico, per dimostrare che: I, il Vangelo è opera di
uomini', II, che quegli uomini non ricevettero mai l'insegnamento di un Maestro Divino', III che è
menzogna la duplice infusione dello Spirito Santo; IV (e suprema bestemmia), che il Cristo Dio
Uomo non è esistito, che il Verbo non si fece carne e non insegnò mai; V, che tutto è fola creata da
un gruppo d'uomini; VI, che la Chiesa come fondata da Cristo è menzogna, una congrega e nulla
più, un partito, un' associazione, ma non la Chiesa di Cristo, non il suo mistico Corpo, non la
depositaria e Maestra della verità; VlI, che il primato di Pietro e l'assistenza dello S. S. al Vicario di
Cristo in cose di fede e morale non esiste; VlII, che i Sacramenti sono figure, il Sacrificio
dell'Altare e ogni rito sono semplice coreografia.
Apostoli erano uomini. . Come uomini sono tutti i dottori che da 20 secoli leggono il
Vangelo senza capire certe frasi-chiave.
Uomini erano gli Apostoli. Uomini anche dopo la duplice infusione dello Spirito Santo,
come uomini sono coloro che, pur avendo ricevuta la pienezza dello Spirito Santo, per il loro
ministero di Pastori, ancora non comprendono il senso vero delle mie parole.
La creatura è sempre imperfetta, e anche se avvolta e penetrata dai fulgori della Luce
Sapienziale seco porta le nebbie e pesantezza della sua natura, umana e limitata, e uscita che sia
dalla comunicazione diretta con Dio la sua umanità di pensiero e di giudizio si stende come un
fumo o stringe come un lacciuolo la verità udita, senza volontà e capacità di distruggerla o
nasconderla, ché anzi il mio servo vuole che sia viva e disvelata, ma rendendola storpia e offuscata
per debolezza congenita alla natura sua d'uomo. Essi, gli apostoli, non hanno compreso lo spirito
della mia frase, ma l'hanno accolta alla lettera, e quindi hanno
148
creduto che Io parlassi della generazione del loro tempo, e 48.33
quindi anche hanno giudicato sollecito il mio ritorno.
Errore di irreparabili e dannose conseguenze? No. Esso anzi servì, e serve per secoli e
servirà sino alla fine, a tenere desti gli spiriti che possono paragonarsi alle vergini Mt 25,1-13
savie. Gli altri, anche senza questo errore, che serve a loro di pretesto per combattere la Verità,
sarebbero stati, sono, saranno sempre contro la Verità e Dio e la Chiesa. Ognuno dal fondo del suo
cuore trae ciò che in esso rinserra, e non è ciò che entra che uccide, ma ciò che alligna trovando terreno propizio.
Ma ascoltate. La mia frase va intesa cosi: “Non passerà questa generazione (ero circondato
da Apostoli e discepoli, ossia da credenti in Me), questa generazione dei miei figli, dei 'figli di Dio -
perché chi crede in Me e mi accoglie, nasce in Dio e da Dio e acquista il diritto di essere figlio di
Dio, come è detto da Giovanni al principio del suo Vangelo e nella prima sua epistola (c° 4 e c° 5) -
prima che venga la fine del mondo con tutti i suoi segni precursori e finali''. Perché se è vero che
alla fine dei tempi poca sarà la fede perché pochi avranno saputo perseverare sino alla fine
resistendo alle dottrine dei falsi profeti, degli anticristi o figli di Satana se più vi piace, è anche vero
che la fede in Me non sarà morta e si crederà in Me in tutti i continenti. Perciò ''questa generazione'' la mia, quella dei “figli di Dio'', non sarà passata, morta, distrutta, prima che Io ritorni.
Così andava, e va, interpretata la mia frase per essere capita nella sua verità. E si compatisca
chi male intende, anche se Apostolo e Dottore, pensando che anche l'Apostolo e Dottore è ancora e
sempre un uomo”.
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Aggiunge: “Di', non dare, ma di' di S. Pietro sin dove sai, aggiungendo questo: che con
l'andare dei secoli il nome di Marcelliano si mutò in quello di Marcellino, per un errore di colui che
scalfì la seconda pietra tombale al martire
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48.33 Marcellianop (che è quello che era con S. Pietro sulla viottola... nota mia. Lo so
perché Gesù me lo fa rivedere).
Chiedo: “Ma dove?”
Risponde: “Dove ti fu detto”.
“E poi? E' 1à?”
Risponde: “Anche le polveri dei capi sono fiamma ai seguaci, e odio ai nemici che cercano
disperderle perché non resti ciò che tiene viva la fiamma nei fedeli. Quindi la necessità di
confondere le tracce e occultare le reliquie... Necessità di tutti i tempi...”
“Signore, parla, te ne prego. Dove è?”.
Gesù sorride e se ne va.
Se non avesse sorriso alzando la mano a benedirmi, penserei che si è sdegnato del mio
insistere. Ma era cosi dolcemente luminoso nel volto e benedicente che penso che il suo andarsene
non sia provocato da sdegno ma perché non è l'ora di sapere tutto.
Più tardi... vedo. Nelle catacombe e fuori all'aperto sopra le stesse viste sotto. Le gallerie
catacombali dell' Ostriano passando sotto via Nomentana e venendo verso la cinta di Roma antica
fra via Nomentana e Tiburtina conducono alla chiesa catacombale vista da me oggi, che è, se
giudico bene e se ricordo bene la pianta topografica di R Berti, in vicinanza delle mura di... presso
la ferrovia. Calcolo male perché sulla carta c'erano le cose e vie di ora e io vedo parti vuote.
Dice il Signore: ”Di' al Padre che sappia tacere. Dica solo che tu hai visto ma che per ora
non puoi dire. Impari ad ubbidirmi, perché se ordino è che so quando è utile dire per impedire che,
spremuto il frutto che ha nome Maria piccolo Giovanni, lo si calpesti come spazzatura. Io so”.
Da quanto ho visto deduco:
I) che S. Pietro dopo morto fu portato all' Ostriano in un primo loculo presso la tomba di
Tito e Marcelliano o Marcellino.
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II ) che questa chiesa sotterranea corrispondeva al pun- 48.33
to su cui picchiò S. Pietro.
III) che da lì, con o senza i compagni, venne traslato in altra cripta molto più verso la città
(vedere carta [assente ? p. 154 ?] ). Forse avevano spinto le gallerie dell' Ostriano sin lì.
Certo è che io vedo in questa seconda chiesa una lapide con su scritto Marcellino, ma mi
stupisce vederne un'altra con su i simboli cristiani (Px ecc, ecc) ma senza nome. Prudenza? O
loculo non ancora finito? Non so e nessuno me lo dice.
23-10-48 48.34
Dice Gesù rispondendo ad una mia interna riflessione sulla predestinazione alla grazia e su
quella alla gloria, suscitata da una frase detta da una persona che era venuta a trovarmi:
“Alla grazia sono predestinati tutti gli uomini indistintamente poiché Io per tutti sono morto.
Alla gloria sono predestinati quelli che rimangono fedeli almeno alla legge naturale del
Bene. Alla fine dei secoli, sì, ognuno che sia vissuto da giusto avrà il suo premio.
E Dio ab aeterno conosce coloro che alla gloria sono destinati prima che nascessero alla vita,
ossia “predestinati''. Attenta però che qui sta il punto per capire la giustizia di Dio con giustizia.
Vi sono i predestinati, è certo. E Dio li conosce da prima che il tempo sia per essi. Ma tali
non sono perché Dio, con palese ingiustizia, dia ad essi ogni mezzo per divenire gloriosi e
impedisca con ogni mezzo ogni insidia del demonio, del mondo e della carne a costoro. No. Dio dà
ad essi ciò che dà a tutti. Ma essi usano con giustizia dei doni di Dio, e quindi conquistano la gloria
futura ed eterna, di loro libero volere.
Dio sa che giungeranno a questa gloria eterna. Ma essi
151
48.34 non lo sanno, né Dio in alcun modo lo dice loro. Gli stessi doni straordinari non sono
segno sicuro di gloria: sono un mezzo più severo degli altri per saggiare lo spirito dell'uomo nelle
sue volontà, virtù e fedeltà a Dio e alla sua Legge. Dio sa. Gode in anticipo di sapere che quella
creatura giungerà alla gloria così come soffre in anticipo di sapere che quell'altra creatura giungerà
volontariamente alla dannazione.
Ma in alcun modo non interviene a forzare il libero arbitrio di alcuna creatura perché essa
giunga dove Dio tutti vorrebbe giungessero: al Cielo. Certamente la rispondenza della creatura agli
aiuti divini aumenta la sua capacità di volere. Perché Dio tanto più si effonde quanto più l'uomo lo
ama in verità: ossia di una carità di azioni e non di parole.
E ancora: certamente più l'uomo vive da giusto e più Dio a lui si comunica e si manifesta:
un'anticipazione di quella conoscenza di Dio che fa beati i santi del Cielo, e da questa conoscenza
viene aumento di capacità di volere essere perfetti. Ma ancora e sempre l'uomo è libero del suo
volere e, se dopo aver già raggiunto la perfezione uno rinnegasse il bene sin lì praticato e si
vendesse al Male, Dio lo lascerebbe libero di fare. Non vi sarebbe merito se vi fosse coercizione.
Concludendo: Dio conosce ab aeterno coloro che sono i futuri eterni abitanti del Cielo, ma
l'uomo di sua libera volontà deve volere giungere al Cielo ben usando degli aiuti soprannaturali che
l'Eterno Padre dà ad ogni sua creatura. E cosi sino all'ultimo respiro, quali che siano i doni
straordinari ricevuti e i gradi di perfezione raggiunti.
Ricordare che nessuno è mai veramente arrivato altro che quando il suo cammino è finito.
Ossia: nessuno è certo di aver meritato la gloria altro che quando il suo tempo è
finito e iniziata l'immortalità”
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AMDG et DVM