Chi sarebbe l'Anticristo della tradizione cristiana?
Un identikit nel libro di Armando Savini
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È stato da poco pubblicato “L’ultimo anticristo. Identikit dell’uomo più diabolico della storia secondo le profezie antiche e moderne” (QUI), un libro che probabilmente farà discutere. Abbiamo posto alcune domande l’autore Armando Savini, economista e saggista, già docente di economia e metodi di ricerca per il business, nonché studioso di esegesi biblica e mistica ebraica.
D. Professore, ci spieghi: chi sarebbe l’anticristo per la tradizione cristiana?
R. L’anticristo è colui che si oppone a Cristo ma, anche, colui che gli si pone davanti anziché porsi alla sua sequela. L’anticristo è un seduttore che misconosce le verità di fede, come l’incarnazione del Messia, che nega il Padre e il Figlio, come anche che Gesù sia il Messia. È un seduttore, cioè, uno che ammalia con discorsi melliflui e ambigui, che rende la verità un’opinione e che si mostra addirittura più misericordioso di Dio stesso. Come ci ricorda l’apostolo Giovanni nelle sue lettere, molti sono stati gli anticristi che «sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri» (1Gv 2,19). Alla fine dei tempi, ecco l’ultimo anticristo, colui che tocca l’apice della malvagità e della menzogna.
D. L’ultimo anticristo, sarebbe un uomo o un ente collettivo?
R. Direi entrambi. L’ultimo anticristo è l’immagine della bestia che sale dall’abisso, potremmo dire il suo vicario. Sul fatto che l’ultimo anticristo sia un uomo, non ci sono dubbi: Paolo, nella lettera ai Tessalonicesi parla chiaramente. Tuttavia c’è un’osmosi tra l’uomo e l’ente collettivo, cioè, tra l’anticristo personale e l’anticristo collettivo. Quest’ultimo è simboleggiato dalla bestia che sale dall’abisso, cioè, un popolo malvagio, la cui espressione visibile è l’anticristo personale. Nell’Apocalisse, infatti, si legge che viene eretta un’immagine della bestia, un’immagine in grado di comminare sentenze di morte. Dunque, è una persona in carne ed ossa.
D. Che tipo è? Dovessimo incontrarlo, come ci apparirebbe?
R. Mons. Fulton Sheen, parlando dell’ultimo anticristo, diceva che «non sarà chiamato così, altrimenti non avrebbe seguaci. Non indosserà calzamaglie rosse né vomiterà zolfo, né impugnerà una lancia né agiterà una coda con la punta a forma di freccia come il Mefistofele nel Faust». L’ultimo anticristo si nasconde nella normalità di ogni giorno. Forse neanche sa di essere quello che è. Per fare ciò che deve fare, è necessario che sia investito di una particolare autorità.
D. Che tipo di autorità?
R. Nell’Apocalisse si legge di una stella che cade dal cielo sulla terra e che apre il pozzo dell’abisso, facendo salire il re dell’abisso, cioè, il diavolo. Al capitolo 20, Giovanni racconta di aver visto un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’abisso e una catena in mano. I Padri della Chiesa insegnano che questo angelo rappresenta il Signore Gesù Cristo alla sua prima venuta, quando sconfigge il regno di Satana e lo incatena per mille anni, cioè, per tutto il tempo della Chiesa, fino all’avvento dell’anticristo. La chiave e la catena indicano il potere di contenere le forze del male. La chiave, inoltre, è il simbolo dell’autorità conferita da Cristo. Nell’Apocalisse, i vescovi sono chiamati stelle e il cielo designa la Chiesa. Quindi, l’anticristo non può che essere un vescovo apostata, che sparge errori dottrinali nella Chiesa, trascinando nell’abisso quanti lo seguono. A differenza degli altri anticristi, raggiunge il massimo della perversione. La sua azione è subdola e la sua tirannide universale di estende senza alcuna azione militare. L’ultimo anticristo è un grande umanitario, un pacifista, europeista, ecologista, salutista, ecumenista, sincretista, idolatra, spiritista e demonolatra, amico dei potenti della terra con una particolare predilezione per i poveri e i diseredati. È un falso pastore a capo di una chiesa eretica, controllata da una setta segreta. Le profezie rivelano che la sede del suo regno è Roma e che vi giunge negli anni del Duemila. Secondo l’abate e teologo Augustin Lèmann, «Roma, ridivenuta pagana, sarebbe la tappa preparatoria al regno romano dell’Anticristo» che sarà legato alle sette massoniche, all’interno delle quali si potrebbe, addirittura, comprendere il valore del numero 666.
D. Quindi, secondo lei si tratterebbe di un vescovo apostata e, per giunta, massone?
R. L’Apocalisse ci rivela che l’ultimo anticristo è l’immagine della bestia, e potrebbe significare che è lo specchio della massoneria. Il profeta Daniele ci dice che con la frode si insedia nel Tempio di Dio - che è la Chiesa - e impone le dottrine di Belial, grazie alla bestia che sale dalla terra, cioè, la massoneria ecclesiastica. Secondo alcune profezie, l’ultimo anticristo è un falso pastore a capo di una chiesa eretica, controllata da una setta segreta, e agisce sotto il pieno controllo di Satana, cui si è dato.
[11]Gli esempi da citare possono essere innumerevoli, in special modo per il periodo medioevale.
Valga per tutti quanto accadde nel terremoto che colpì la città di Antiochia in Siria nel 528 dove, oltre alle processioni e alle preghiere per far cessare la serie di terremoti, il vescovo Eufremio fece scrivere su ogni casa la frase +Christus Nobiscum State+ (+Cristo è con noi. Fermatevi+).