"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
giovedì 28 luglio 2022
JOSEPH RATZINGER : B16 e G.GÄNSWEIN
…Uno spettacolo che abbisogni di registi geniali e di attori di talento. La liturgia non vive di sorprese " simpatiche ", di trovate " accattivanti ", ma di ripetizioni solenni. Non deve esprimere l'attualità e il suo effimero ma il mistero del Sacro. Molti hanno pensato e detto che la liturgia debba essere "fatta" da tutta la comunità, per essere davvero sua. È una visione che ha condotto a misurarne il " successo " in termini di efficacia spettacolare, di intrattenimento. In questo modo è andato però disperso il proprium liturgico che non deriva da ciò che noi facciamo, ma dal fatto che qui accade Qualcosa che noi tutti insieme non possiamo proprio fare. Nella liturgia opera una forza, un potere che nemmeno la Chiesa tutta intera può conferirsi: ciò che vi si manifesta è lo assolutamente Altro che, attraverso la comunità (che non ne è dunque padrona ma serva, mero strumento) giunge sino a noi….Per il cattolico, la liturgia è la Patria comune, è la fonte stessa della sua identità: anche per questo deve essere " predeterminata ", " imperturbabile ", perché attraverso il rito si manifesta la Santità di Dio. Invece, la rivolta contro quella che è stata chiamata " la vecchia rigidità rubricistica ", accusata di togliere " creatività ", ha coinvolto anche la liturgia nel vortice del " fai-da-te ", banalizzandola perché l'ha resa conforme alla nostra mediocre misura…. da "Rapporto sulla fede", Joseph Ratzinger, 1985 AMDG et DVM |
martedì 26 luglio 2022
SERMONE SU SANTA MARIA MADDALENA
Alcuni estratti dal Sermo de sancta Maria Magdalena del Serafico Dottore San Bonaventura, commento al Vangelo della festa di questa grande santa (Luc. 7, 36-50)
Maria Maddalena, gloriosa peccatrice penitente, è lodata come sovraeccellente per tre ragioni: prima l’umiltà della disciplina; seconda l’asprezza della penitenza; terza l’ubertà della devozione interiore.
La prima si nota quando il Vangelo dice: “stava dietro, ai piedi del Signore“; la seconda quando dice “cominciò a bagnarli di lacrime e li asciugava con i suoi capelli“; la terza quando dice: “e baciava i piedi di lui“. Questa peccatrice fu esempio di ogni disciplina, di ogni penitenza e di ogni devozione interiore. Guardiamo a questo esempio e non disprezziamolo. Dio lo ha proposto ai giusti e ai peccatori, agli innocenti e ai penitenti.
In primo luogo vediamo in che modo fu esempio di disciplina, il che si nota quando dice il Vangelo: “stava dietro, ai piedi del Signore“. In questo dire “dietro” il Vangelo mostra quanto fosse vereconda; nel dire “ai piedi“, quanto si fosse umiliata. Gran cosa è osservare di cosa costei abbia avuto vergogna: ha avuto vergogna di stare in faccia a Cristo, ma tuttavia non ne ebbe nel fare penitenza e nel confessare i suoi peccati. E in virtù di ciò essa stava dietro, ai piedi del Signore, per mostrarsi vereconda e umiliata. Non andò al capo, o alle ginocchia, o alle braccia, ma ai piedi; nel che ci si fa intendere che venne a mostrare riverenza, a impetrare misericordia e ad apprendere la sapienza. Così anche noi dobbiamo stara dietro, ai piedi del Signore.
In secondo luogo è onorata questa gloriosa penitente a ragione dell’asprezza della penitenza, nel dire il Vangelo: “cominciò a bagnare di lacrime i piedi di lui e li asciugava con i suoi capelli“. La penitenza infatti deve essere amara e satisfattoria. L’amarezza appare nelle lacrime, la soddisfazione nella tersione dei capelli, onde san Gregorio dice: “Fece olocausto di tutto ciò che le era diletto“.
In terzo luogo s’aggiunge l’ubertà della devozione interiore, quando dice il Vangelo: “e baciava i piedi di lui“. La devozione infatti deve essere un riconoscimento di sudditanza, un rendimento di grazie e una donazione d’amore. A mezzo del bacio dei piedi è significata la devozione come riconoscimento di sudditanza; a mezzo del bacio della mano la devozione come rendimento di grazie; a mezzo della bacio della bocca la devozione come donazione d’amore. Quando unicamente si ama e adora Cristo, allora l’anima può dire: “La sua sinistra è sotto il mio capo” ossia nella vita presente, “e la destra di lui mi abbraccerà” nell’eterna gloria.