martedì 17 agosto 2021

VANGELO DI TOMMASO “Coloro che cercano cerchino finché troveranno...




VANGELO DI TOMMASO (testo integrale)

Il Vangelo di Tommaso fu ritrovato nel 1945 fra i famosi manoscritti di Nag Hammadi. La maggioranza degli studiosi ritiene che sia stato scritto prima dei 4 Vangeli Canonici e che abbia direttamente attinto alla cosidetta “Fonte Q”, raccolta di detti di Gesù che circolava in forma orale.
Il Vangelo mostra una caratterizzazione decisamente Gnostica e non è [ma... gatta ci cova] riconosciuto dalla Chiesa.


Ecco la versione integrale:

Queste sono le parole segrete che Gesù il Vivente ha detto e Didimo Giuda Tommaso ha trascritto.

1. Gesù disse: “Chiunque trova la spiegazione di queste parole non gusterà la morte”.
2. Gesù disse: “Coloro che cercano cerchino finché troveranno. Quando troveranno, resteranno commossi. Quando saranno turbati si stupiranno, e regneranno su tutto.”
3. Gesù disse, “Se i vostri capi vi diranno, ‘Vedete, il Regno è nei cieli’, allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, ‘È nei mari’, allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi.
Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa.”
4. Gesù disse, “L’uomo di età avanzata non esiterà a chiedere a un bambino di sette giorni dov’è il luogo della vita, e quell’uomo vivrà.
Perché molti dei primi saranno ultimi, e diventeranno tutt’uno.”
5. Gesù disse, “Sappiate cosa vi sta davanti agli occhi, e quello che vi è nascosto vi sarà rivelato.
Perché nulla di quanto è nascosto non sarà rivelato.”



6. I suoi discepoli gli chiesero e dissero, “Vuoi che digiuniamo? Come dobbiamo pregare? Dobbiamo fare elemosine? Quale dieta dobbiamo osservare?”
Gesù disse, “Non mentite, e non fate ciò che odiate, perché ogni cosa è manifesta in cielo. Alla fine, nulla di quanto è nascosto non sarà rivelato, e nulla di quanto è celato resterà nascosto.”
7. Gesù disse, “Fortunato è il leone che verrà mangiato dall’umano, perché il leone diventerà umano. E disgraziato è l’umano che verrà mangiato dal leone, poiché il leone diventerà comunque umano.”
8. Gesù disse, “L’uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!”
9. Gesù disse, “Vedete, il seminatore uscì, prese una manciata e seminò. Alcuni semi caddero sulla strada, e gli uccelli vennero a raccoglierli. Altri caddero sulla pietra, e non misero radici e non produssero spighe. Altri caddero sulle spine, e i semi soffocarono e furono mangiati dai vermi. E altri caddero sulla terra buona, e produssero un buon raccolto, che diede il sessanta per uno e il centoventi per uno.”
10. Gesù disse, “Ho appiccato fuoco al mondo, e guardate, lo curo finché attecchisce.”


11. Gesù disse, “Questo cielo scomparirà, e quello sopra pure scomparirà.
I morti non sono vivi, e i vivi non morranno. Nei giorni in cui mangiaste ciò che era morto lo rendeste vivo. Quando sarete nella luce, cosa farete? Un giorno eravate uno, e diventaste due. Ma quando diventerete due, cosa farete?”
12. I discepoli dissero a Gesù, “Sappiamo che tu ci lascerai. Chi sarà la nostra guida?”
Gesù disse loro, “Dovunque siate dovete andare da Giacomo il Giusto, per amore del quale nacquero cielo e terra.”
13. Gesù disse ai suoi discepoli, “Paragonatemi a qualcuno e ditemi come sono.”
Simon Pietro gli disse, “Sei come un onesto messaggero.”
Matteo gli disse, “Sei come un filosofo sapiente.”
Tommaso gli disse, “Maestro, la mia bocca è totalmente incapace di esprimere a cosa somigli.”
Gesù disse, “Non sono il tuo maestro. Hai bevuto, e ti sei ubriacato dell’acqua viva che ti ho offerto.”
E lo prese con sé, e gli disse tre cose. Quando Tommaso tornò dai suoi amici questi gli chiesero, “Cosa ti ha detto Gesù?”
Tommaso disse loro, “Se vi dicessi una sola delle cose che mi ha detto voi raccogliereste delle pietre e mi lapidereste, e del fuoco verrebbe fuori dalle rocce e vi divorerebbe.”
14. Gesù disse loro, “Se digiunate attirerete il peccato su di voi, se pregate sarete condannati, e se farete elemosine metterete in pericolo il vostro spirito.
Quando arrivate in una regione e vi aggirate per la campagna, se la gente vi accoglie mangiate quello che vi offrono e prendetevi cura dei loro ammalati.
Dopo tutto, quello che entra nella vostra bocca non può rendervi impuri, è quello che viene fuori dalla vostra bocca che può rendervi impuri.”
15. Gesù disse, “Quando vedrete uno che non è nato da una donna, prostratevi e adoratelo. Quello è il vostro Padre.”

16. Gesù disse, “Forse la gente pensa che io sia venuto a portare la pace nel mondo. Non sanno che sono venuto a portare il conflitto nel mondo: fuoco, ferro, guerra.
Perché saranno in cinque in una casa: ce ne saranno tre contro due e due contro tre, padre contro figlio e figlio contro padre, e saranno soli.”
17. Gesù disse, “Vi offrirò quello che nessun occhio ha visto, nessun orecchio ha udito, nessuna mano ha toccato, quello che non è apparso nel cuore degli uomini.”
18. I discepoli dissero a Gesù, “Dicci, come verrà la nostra fine?”
Gesù disse, “Avete dunque trovato il principio, che cercate la fine? Vedete, la fine sarà dove è il principio.
Beato colui che si situa al principio: perché conoscerà la fine e non sperimenterà la morte.”
19. Gesù disse, “Beato colui che nacque prima di nascere.
Se diventate miei discepoli e prestate attenzione alle mie parole, queste pietre vi obbediranno.
Perché vi sono cinque alberi per voi in Paradiso: non mutano, inverno ed estate, e le loro foglie non cadono. Chiunque li conoscerà non sperimenterà la morte.”
20. I discepoli dissero a Gesù, “Dicci com’è il Regno dei Cieli.”
E lui disse loro, “È come un seme di mostarda, il più piccolo dei semi, ma quando cade sul terreno coltivato produce una grande pianta e diventa un riparo per gli uccelli del cielo.”


21. Maria chiese a Gesù, “Come sono i tuoi discepoli?”
Lui disse, “Sono come bambini in un terreno che non gli appartiene. Quando i padroni del terreno arrivano, dicono, ‘Restituiteci il terreno.’ E quelli si spogliano dei loro abiti per renderglieli, e gli restituiscono il terreno.
Per questo motivo dico, se i proprietari di una casa sanno che sta arrivando un ladro staranno in guardia prima che quello arrivi e non gli permetteranno di entrare nella loro proprietà e rubargli i loro averi.
Anche voi, quindi, state in guardia nei confronti del mondo. Preparatevi con grande energia, così i ladri non avranno occasione di sopraffarvi, perché la disgrazia che attendete verrà.
Che fra voi ci sia qualcuno che comprenda.
Quando il raccolto fu maturo, lui arrivò subito con un sacco e lo mieté. Chiunque abbia due buone orecchie ascolti!”
22. Gesù vide alcuni neonati che poppavano. Disse ai suoi discepoli, “Questi neonati che poppano sono come quelli che entrano nel Regno.”
E loro gli dissero, “Dunque entreremo nel regno come neonati?”
Gesù disse loro, “Quando farete dei due uno, e quando farete l’interno come l’esterno e l’esterno come l’interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l’uomo non sia uomo e la donna non sia donna, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, e figure al posto delle figure allora entrerete nel Regno.”
23. Gesù disse, “Sceglierò fra voi, uno fra mille e due fra diecimila, e quelli saranno come un uomo solo.”
24. Dissero i suoi discepoli, “Mostraci il luogo dove sei, perché ci occorre cercarlo.”
Lui disse loro, “Chiunque qui abbia orecchie ascolti! C’è luce in un uomo di luce, e risplende sul mondo intero. Se non risplende, è buio.”
25. Gesù disse, “Amate il vostro amico come voi stessi, proteggetelo come la pupilla del vostro occhio.”

26. Gesù disse, “Voi guardate alla pagliuzza nell’occhio del vostro amico, ma non vedete la trave nel vostro occhio. Quando rimuoverete la trave dal vostro occhio, allora ci vedrete abbastanza bene da rimuovere la pagliuzza dall’occhio dell’amico.”
27. “Se non digiunate dal mondo, non troverete il Regno. Se non osservate il Sabato come Sabato non vedrete il Padre.”
28. Gesù disse, “Ho preso il mio posto nel mondo, e sono apparso loro in carne ed ossa. Li ho trovati tutti ubriachi, e nessuno assetato. Il mio animo ha sofferto per i figli dell’umanità, perché sono ciechi di cuore e non vedono, poiché sono venuti al mondo vuoti, e cercano di andarsene dal mondo pure vuoti.
Ma nel frattempo sono ubriachi. Quando si libereranno dal vino, cambieranno condotta.”
29. Gesù disse, “Se la carne fosse nata a causa dello spirito sarebbe una meraviglia, ma se lo spirito fosse nato a causa del corpo sarebbe una meraviglia delle meraviglie.
Eppure mi stupisco di come questa grande ricchezza si sia ridotta in tale miseria.”
30. Gesù disse, “Dove ci sono tre divinità, esse sono divine. Dove ce ne sono due o una, io sono con lei.”


31. Gesù disse, “Nessun profeta è benvenuto nel proprio circondario; i dottori non curano i loro conoscenti.”
32. Gesù disse, “Una città costruita su un’alta collina e fortificata non può essere presa, né nascosta.”
33. Gesù disse, “Quanto ascolterete con le vostre orecchie, proclamatelo dai vostri tetti ad altre orecchie.
Dopo tutto, nessuno accende una lampada per metterla in un baule, né per metterla in un posto nascosto. Piuttosto, la mette su un lampadario così che chiunque passi veda la sua luce.”
34. Gesù disse, “Se un cieco guida un cieco, entrambi cadranno in un fosso.”
35. Gesù disse, “Nessuno può entrare nella casa di un uomo robusto e prenderla con la forza se prima non gli lega le mani. A quel punto uno può sottrargli la casa.”

36. Gesù disse, “Non vi tormentate, dalla mattina alla sera, al pensiero di cosa indossare.”
37. I suoi discepoli dissero, “Quando ci apparirai, e quando tornerai a visitarci?”
Gesù disse, “Quando vi spoglierete senza vergognarvi, e metterete i vostri abiti sotto i piedi come bambini e li distruggerete, allora vedrete il figlio di colui che vive e non avrete timore.”
38. Gesù disse, “Spesso avete desiderato ascoltare queste parole che vi dico, e non avevate nessuno da cui ascoltarle. Vi saranno giorni in cui mi cercherete e non mi troverete.”
39. Gesù disse, “I Farisei e gli accademici hanno preso le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Non sono entrati, e non hanno permesso a quelli che volevano entrare di farlo.
Quanto a voi, siate furbi come serpenti e semplici come colombe.”
40. Gesù disse, “Una vite è stata piantata lontano dal Padre. Poiché non è robusta, sarà sradicata a morrà.”


41. Gesù disse, “Chiunque ha qualcosa in mano riceverà di più, e chiunque non ha nulla sarà privato anche del poco che ha.”
42. Gesù disse, “Siate come passanti.”
43. I suoi discepoli gli dissero, “Chi sei tu per dirci queste cose?”
“Non comprendete chi sono da quello che dico.
Invece, siete diventati come i Giudei, che amano l’albero ma odiano i frutti, o amano i frutti ma odiano l’albero.”
44. Gesù disse, “Chiunque bestemmia contro il Padre sarà perdonato, e chiunque bestemmia contro il figlio sarà perdonato, ma chiunque bestemmia contro lo spirito santo non sarà perdonato, né sulla terra né in cielo.”
45. Gesù disse, “L’uva non si coglie dai rovi, né i fichi dai cardi, poiché essi non danno frutti.
I buoni producono bene da quanto hanno accumulato; i cattivi producono male dalla degenerazione che hanno accumulato nei loro cuori, e dicono cose malvagie. Poiché dal traboccare del cuore producono il male.”

46. Gesù disse, “Da Adamo a Giovanni il Battista, fra quanti nacquero da donna nessuno è tanto più grande di Giovanni il Battista da non dover abbassare lo sguardo.
Ma vi dico che chiunque fra voi diventerà un bambino riconoscerà il regno e diventerà più grande di Giovanni.”
47. Gesù disse, “Un uomo non può stare in sella a due cavalli o piegare due archi.
E uno schiavo non può servire due padroni, altrimenti lo schiavo onorerà l’uno e offenderà l’altro.
Nessuno beve vino stagionato e subito dopo vuole bere vino giovane. Il vino giovane non viene versato in otri nuovi, altrimenti si guasta.
Non si cuce un panno vecchio su un abito nuovo, perché si strapperebbe.”
48. Gesù disse, “Se due persone fanno pace in una stessa casa diranno alla montagna ‘Spostati!’ e quella si sposterà.”
49. Gesù disse, “Beati coloro che sono soli e scelti, perché troveranno il regno. Poiché da lì venite, e lì ritornerete.”
50. Gesù disse, “Se vi diranno ‘Da dove venite?’ dite loro, ‘Veniamo dalla luce, dal luogo dove la luce è apparsa da sé, si è stabilita, ed è apparsa nella loro immagine.’
Se vi diranno, ‘Siete voi?’ dite, ‘Siamo i suoi figli, e siamo i prescelti del Padre vivente.’
Se vi chiederanno, ‘Qual è la prova che il Padre è in voi?’ dite loro, ‘È il movimento e la quiete.’ “


51. I suoi discepoli gli dissero, “Quando riposeranno i morti, e quando verrà il nuovo mondo?”
Lui disse loro, “Quello che aspettate è venuto, ma non lo sapete.”
52. I discepoli gli dissero, “è utile o no la circoncisione?”
Lui disse loro, “Se fosse utile, il loro padre genererebbe figli già circoncisi dalla loro madre. Invece, la vera circoncisione nello spirito è diventata vantaggiosa da ogni punto di vista.”
54. Gesù disse, “Beato il povero, perché suo è il regno dei cieli.”
55. Gesù disse, “Chi non odierà suo padre e sua madre non potrà essere mio discepolo, e chi non odierà fratelli e sorelle, e porterà la croce come faccio io, non sarà degno di me.”

56. Gesù disse, “Chi è arrivato a conoscere il mondo ha scoperto una carcassa, e di chiunque ha scoperto una carcassa il mondo non è degno.”
57. Gesù disse, Il regno del Padre è come un uomo che ha dei semi. Il suo nemico di notte gli ha piantato erbacce fra i semi. L’uomo non ha voluto che i braccianti gli strappassero le erbacce, ma ha detto loro, ‘No, altrimenti per strappare le erbacce potreste finire per strappare anche il grano.’ Poiché il giorno del raccolto le erbacce saranno molte, e saranno strappate e bruciate.”
58. Gesù disse, “Beato l’uomo che si è impegnato e ha trovato la vita.”
59. Gesù disse, “Guardate colui che vive finché vivete, altrimenti potreste morire e poi cercare di scorgere colui che vive, e non ne sareste capaci.”
60. Vide un samaritano che portava un capretto e andava in Giudea. Disse ai suoi discepoli, “Quell’uomo […] del capretto.” Loro gli dissero, “Così che possa ucciderlo e mangiarlo.” Lui disse loro, “Non lo mangerà finché è vivo, ma solo dopo averlo ucciso e ridotto a cadavere.”
Loro risposero, “Non potrebbe fare altrimenti.”
Lui disse loro, “E così pure voi, cercatevi un posto per riposare, o potreste diventare cadaveri e venire mangiati.”


61. Gesù disse, “In due si adageranno su un divano; uno morirà, l’altro vivrà.”
Disse Salomè, “Chi sei tu signore? Sei salito sul mio divano e hai mangiato dalla mia tavola come se qualcuno ti avesse inviato.”
Gesù le disse, “Sono quello che viene da ciò che è integro. Mi sono state donate delle cose di mio Padre.”
“Sono tua discepola.”
“Per questa ragione io ti dico, se uno è integro verrà colmato di luce, ma se è diviso, sarà riempito di oscurità.”
62. Gesù disse, “Io rivelo i miei misteri a coloro che ne sono degni.
Che la vostra mano sinistra non sappia cosa fa la destra.”
63. Gesù disse, “C’era un ricco che aveva molto denaro. Disse, ‘Investirò questo denaro così che io possa seminare, mietere e riempire i miei magazzini con il raccolto, e che non mi manchi nulla.’ Queste erano le cose che pensava in cuor suo, ma quella stessa notte morì. Chi fra voi ha orecchie ascolti!”
64. Gesù disse, “Un uomo organizzò un ricevimento. Quando ebbe preparato la cena, mandò il suo servo a invitare gli ospiti. Il servo andò dal primo e gli disse, ‘Il padrone ti invita.’ E quegli disse, ‘Ci sono dei mercanti che mi devono dei soldi, e vengono da me stasera. Devo andare a dargli istruzioni. Lo prego di scusarmi ma non posso venire a cena.’ Il servo andò da un altro e disse, ‘Il padrone ti ha invitato.’ Quegli disse al servo, ‘Ho comprato una casa, e devo assentarmi per un giorno. Non avrò tempo per la cena.’ Il servo andò da un altro e gli disse, ‘Il padrone ti invita.’ Quegli disse al servo, ‘Un mio amico si sposa, e devo preparargli il banchetto. Non potrò venire. Lo prego di scusarmi se non posso venire.’ Il servo andò da un altro e gli disse, ‘Il padrone ti invita.’ Quegli disse al servo, ‘Ho comprato una proprietà, e sto andando a riscuotere l’affitto. Non potrò venire, Lo prego di scusarmi.’ Il servo ritornò e disse al padrone, ‘Quelli che avevi invitato a cena chiedono scusa ma non possono venire.’ Il padrone disse al servo, ‘Vai per la strada e porta a cena chiunque trovi.’
Acquirenti e mercanti non entreranno nei luoghi del Padre mio.”
65. Lui disse, Un […] uomo possedeva una vigna e l’aveva affittata a dei contadini, così che la lavorassero e gli cedessero il raccolto. Mandò il suo servo dai contadini per farsi consegnare il raccolto. Quelli lo afferrarono, lo picchiarono, e quasi l’uccisero. Poi il servo ritornò dal padrone. Il padrone disse, ‘Forse non li conosceva.’ Mandò un altro servo, e i contadini picchiarono anche quello. Quindi il padrone mandò suo figlio e disse, ‘Forse verso mio figlio mostreranno un qualche rispetto.’ Poiché i contadini sapevano che lui era l’erede della vigna, lo afferrarono e lo uccisero. Chi ha orecchie ascolti!”

66. Gesù disse, “Mostratemi la pietra scartata dai costruttori; quella è la chiave di volta.”
67. Gesù disse, “Quelli che sanno tutto, ma sono carenti dentro, mancano di tutto.”
68. Gesù disse, “Beati voi, quando sarete odiati e perseguitati;
e non resterà alcun luogo, dove sarete stati perseguitati.”
69. Gesù disse, “Beati quelli che sono stati perseguitati nei cuori: sono loro quelli che sono arrivati a conoscere veramente il Padre.
Beati coloro che sopportano la fame, così che lo stomaco del bisognoso possa essere riempito.”
70. Gesù disse, “Se esprimerete quanto avete dentro di voi, quello che avete vi salverà. Se non lo avete dentro di voi, quello che non avete vi perderà.”


71. Gesù disse, “Distruggerò questa casa, e nessuno sarà in grado di ricostruirla […].”
72. Un uomo gli disse, “Dì ai miei fratelli di dividere con me i loro averi.”
Lui disse all’uomo, “Signore, e chi mi ha nominato spartitore?”
Si girò verso i discepoli e disse, “Non sono uno spartitore, vero?”
73. Gesù disse, “Il raccolto è enorme ma i braccianti sono pochi, perciò pregate il mietitore di mandare i braccianti nei campi.”
74. Lui disse, “Signore, sono in molti attorno all’abbeveratoio, ma non c’è nulla nel pozzo.”
75. Gesù disse, “In molti si affollano davanti alla porta, ma sarà il solitario ad entrare nella camera nuziale.”


76. Gesù disse, “Il regno del Padre è come un mercante che ricevette un carico di mercanzia e vi trovò una perla. Il mercante fu accorto; vendette la mercanzia e si tenne solo la perla.
Così anche voi, cercate il tesoro che è eterno, che resta, dove nessuna tarma viene a rodere e nessun verme guasta.”
77. Gesù disse, “Io sono la luce che è su tutte le cose. Io sono tutto: da me tutto proviene, e in me tutto si compie.
Tagliate un ciocco di legno; io sono lì.
Sollevate la pietra, e mi troverete.”
78. Gesù disse, “Perché siete venuti nella campagna? Per vedere una canna scossa dal vento? E per vedere un uomo vestito in abiti raffinati, come i capi e i potenti? Quelli sono vestiti in panni raffinati, e non sanno cogliere la verità.”
79. Una donna nella folla gli disse, “Fortunato il grembo che ti generò e il seno che ti nutrì.”
Lui le disse, “Fortunati coloro che hanno ascoltato la parola del Padre e l’hanno veramente conservata. Poiché vi saranno giorni in cui direte, ‘Fortunato il grembo che non ha concepito, e il seno che non ha allattato.”
80. Gesù disse, “Chi è arrivato a conoscere il mondo ha scoperto un cadavere, e chi ha scoperto un cadavere è al di sopra del mondo.”


81. Gesù disse, “Lasciate che chi è diventato ricco regni, e che chi ha il potere vi rinunci.”
82. Gesù disse, “Chi è vicino a me è vicino al fuoco, e chi è lontano da me è lontano dal regno.”
83. Gesù disse, “Le immagini sono visibili alla gente, ma la loro luce è nascosta nell’immagine della luce del Padre. Lui si rivelerà, ma la sua immagine è nascosta dalla sua luce.”
84. Gesù disse, “Quando vedete ciò che vi somiglia siete contenti. Ma quando vedrete le immagini che nacquero prima di voi e che non muoiono né diventano visibili, quanto dovrete sopportare!”
85. Gesù disse, “Adamo è partito da un grande potere e una grande ricchezza, ma non era degno di voi. Perché se fosse stato degno, non avrebbe conosciuto la morte.”

86. Gesù disse, “Le volpi hanno tane e gli uccelli hanno nidi, ma gli esseri umani non hanno un posto dove stendersi e riposare.”
87. Gesù disse, “Quanto è misero il corpo che dipende da un corpo, e quanto è misera l’anima che dipende da entrambi.”
88. Gesù disse, “I messaggeri e i profeti verranno da voi e vi daranno ciò che vi appartiene. Voi, da parte vostra, date loro quello che avete, e dite a voi stessi, ‘Quando verranno a prendere quello che gli appartiene?'”
89. Gesù disse, “Perché sciacquate l’esterno della coppa? Non capite che quello che ha creato l’interno è anche quello che ha creato l’esterno?”
90. Gesù disse, “Venite a me, perché il mio giogo è confortevole e il mio dominio è gentile, e troverete la vostra pace.”


91. Gli dissero, “Dicci chi sei così che possiamo credere in te.”
Lui disse loro, “Voi esaminate l’aspetto di cielo e terra, ma non siete arrivati a comprendere colui che è di fronte a voi, e non sapete come interpretare il momento attuale.”
92. Gesù disse, “Cercate e troverete.
Nel passato, comunque, non vi ho rivelato le cose che allora mi chiedeste. Ora vorrei dirvele, ma voi non le chiedete più.”
93. “Non date le cose sacre ai cani, perché potrebbero gettarle sullo sterco. Non gettate perle ai porci, o potrebbero […].”
94. Gesù disse, “Colui che cerca troverà, e chi bussa entrerà.”
95. Gesù disse, “Se avete denaro, non prestatelo a interesse. Piuttosto, datelo a qualcuno da cui non lo riavrete.”
96. Gesù disse, “Il regno del Padre è come una donna. Prese un po’ di lievito, lo nascose nell’impasto, e ne fece grandi forme di pane. Chi ha orecchie ascolti!”
97. Gesù disse, “Il regno è come una donna che portava una giara piena di farina. Mentre camminava per una lunga strada, il manico della giara si ruppe e la farina le si sparse dietro sulla strada. Lei non lo sapeva; non si era accorta di nulla. Quando raggiunse la sua casa, posò la giara e scoprì che era vuota.”
98. Gesù disse, “Il regno del Padre è come una persona che voleva uccidere un potente. Prima di uscire di casa sfoderò la spada e la infilò nel muro per provare se il suo braccio riusciva a trapassarlo. Poi uccise il potente.”
99. I discepoli gli dissero, “I tuoi fratelli e tua madre sono qui fuori.”
Lui disse loro, “Quelli che fanno il volere del Padre mio sono i miei fratelli e mia madre. Sono quelli che entreranno nel regno di mio Padre.”
100. Mostrarono a Gesù una moneta d’oro e gli dissero, “Gli uomini dell’imperatore romano ci chiedono le tasse.”
Lui disse loro, “Date all’imperatore quello che è dell’imperatore, date a Dio quello che è di Dio, e date a me quel che è mio.”


101. “Chiunque non odia padre e madre come me non può essere mio discepolo, e chiunque non ama padre e madre come me non può essere mio discepolo. Poiché mia madre […], ma la mia vera madre mi ha dato la vita.”
102. Gesù disse, “Maledetti i Farisei! Sono come un cane che dorme nella mangiatoia: il cane non mangia, e non fa mangiare il bestiame.”
103. Gesù disse, “Beati quelli che sanno da dove attaccheranno i ribelli. Possono organizzarsi, raccogliere le risorse imperiali, ed essere preparati prima che i ribelli arrivino.”
104. Dissero a Gesù, “Vieni, oggi preghiamo, e digiuniamo.”
Gesù disse, “Quale peccato ho commesso, o di quale impurità mi sono macchiato? Piuttosto, quando lo sposo lascia la camera nuziale, allora lasciate che la gente digiuni e preghi.”
105. Gesù disse, “Quando farete dei due uno diventerete figli di Adamo, e quando direte ‘Montagna, spostati!’ si sposterà.”

107. Gesù disse, “Il regno è come un pastore che aveva cento pecore. Una di loro, la più grande, si smarrì. Lui lasciò le altre novantanove e la cercò fino a trovarla. Dopo aver faticato tanto le disse, ‘Mi sei più cara tu di tutte le altre novantanove.'”
108. Gesù disse, “Chi berrà dalla mia bocca diventerà come me; io stesso diventerò quella persona, e tutte le cose nascoste gli si riveleranno.”
109. Gesù disse, “Il regno del Padre è come una persona che aveva un tesoro nascosto nel suo campo ma non lo sapeva. E quando morì lo lasciò a suo figlio. Il figlio non ne sapeva nulla neanche lui. Diventò proprietario del campo e lo vendette. L’acquirente andò ad arare, scoprì il tesoro, e cominciò a prestare denaro a interesse a chi gli pareva.”
110. Gesù disse, “Lasciate che chi ha trovato il mondo, ed è diventato ricco, rinunci al mondo.”


111. Gesù disse, “I cieli e la terra si apriranno al vostro cospetto, e chiunque è vivo per colui che vive non vedrà la morte.”
Non dice Gesù, “Di quelli che hanno trovato se stessi, il mondo non è degno?”
112. Gesù disse, “Maledetta la carne che dipende dall’anima. Maledetta l’anima che dipende dalla carne.”
113. I suoi discepoli gli chiesero, “Quando verrà il regno?”

“Non verrà cercandolo. Non si dirà ‘Guarda, è qui!’, oppure ‘Guarda, è lì!’ Piuttosto, il regno del Padre è sulla terra, e nessuno lo vede.” 

"VIENI PRESTO SIGNORE GESU'!"

§ 4. - Maria è madre anche de' peccatori pentiti.

 


§ 4. - Maria è madre anche de' peccatori pentiti.

Si protestò Maria con S. Brigida (Lib. 4, Rev., c. 138) ch'ella è madre non solo de' giusti e degl'innocenti, ma ancora de' peccatori, purché si vogliano emendare: Ego sum quasi mater omnium peccatorum volentium se emendare.1 Oh come, quando


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ricorre a' suoi piedi un peccatore che vuole emendarsi, ritrova questa buona madre di misericordia pronta ad abbracciarlo ed aiutarlo più che nol farebbe ogni madre di carne! Ciò appunto scrisse S. Gregorio alla principessa Metilde: Pone finem in voluntate peccandi, et invenies Mariam (indubitanter promitto) promptiorem carnali matre in tui dilectione (Lib. 1, ep. 47).2 Ma chi aspira ad esser figlio di questa gran Madre, bisogna che prima lasci il peccato, e poi speri di essere accettato per figlio. Sulle parole, Surrexerunt filii eius (Prov. XXXI, 28), riflette Riccardo, e nota che vi si dice surrexerunt, e poi filii: perché, soggiunge, non può esser figlio di Maria chi non cerca prima di alzarsi dalla colpa dov'è caduto: Nec dignus est, qui in mortali peccato est, vocari filius tantae matris.3 Avvertendo S. Pier Grisologo: Qui genitricis non facit opera, negat genus:4 Chi fa opere contrarie a quelle di Maria, nega coi fatti di voler esser suo figlio. Maria umile, ed egli vuol esser superbo? Maria pura, ed egli disonesto? Maria piena di amore, ed egli vuole odiare il prossimo? Dà segno che non è, né vuol esser figlio di questa santa madre. Filii Mariae, ripiglia Riccardo, imitatores eius in castitate, humilitate, mansuetudine, misericordia.5 E come mai avrà l'ardire di voler esser figlio di Maria chi tanto la disgusta colla sua vita? Un


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certo peccatore un giorno disse a Maria: Monstra te esse matrem; ma la Vergine gli rispose: Monstra te esse filium (Ap. Aur.).6 Un altro invocava un giorno questa divina Madre, e la chiamava madre di misericordia. Maria gli disse: Voi peccatori, quando volete ch'io vi aiuti, mi chiamate madre di misericordia; e poi non cessate coi vostri peccati di farmi madre di miseria e di dolori (Ap. Pelb.).7 Maledictus a Deo qui exasperat matrem suam (Eccli. III, 18). Matrem suam, idest Mariam, commenta Riccardo.8 Dio maledice chi affligge colla sua mala vita, o al più colla sua ostinazione, questa sua buona madre.

Dissi colla sua ostinazione; perché quando poi questo peccatore, benché non ancora uscito, si sforza però di uscire dal peccato, e cerca perciò l'aiuto di Maria, questa madre non lascerà di soccorrerlo e farlo tornare in grazia di Dio. Come appunto un giorno intese S. Brigida dalla bocca di Gesù Cristo, che parlando colla Madre, le disse: Conanti surgere ad Deum tribuis auxilium, et neminem relinquis vacuum a tua consolatione.9 Mentre dunque il peccatore è ostinato, Maria non può amarlo: ma se egli trovandosi forse incatenato da qualche passione, che lo tiene schiavo dell'inferno, almeno si raccomanderà alla Vergine, e la pregherà con confidenza e perseveranza a cacciarlo dal peccato, senza dubbio questa buona madre stenderà la sua potente mano, ella lo scioglierà dalle catene e lo condurrà a stato di salute. - Fu già eresia


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condannata dal sacro Concilio di Trento, il dire che tutte le preghiere ed opere che si fanno da chi sta in peccato, sieno peccati.10 Dice S. Bernardo che la preghiera in bocca del peccatore, sebbene non è bella, perché non accompagnata dalla carità, nulladimeno è ella utile e fruttuosa per uscir dal peccato;11 poiché, come insegna S. Tommaso (2. 2., qu. 178, a. 2, ad 1), la preghiera del peccatore è già senza merito, ma è ben atta ad impetrare la grazia del perdono; mentre la virtù d'impetrare è fondata non già sul merito di chi prega, ma sulla divina bontà, e sui meriti e promessa di Gesù Cristo, il quale ha detto: Omnis... qui petit, accipit (Luc. XI, [10]).12 Lo stesso dee dirsi delle preghiere che si porgono alla divina Madre.

Se quegli che prega, dice S. Anselmo, non merita di essere esaudito, i meriti di Maria, a cui egli si raccomanda, faranno che sia esaudito: Si merita invocantis non merentur ut exaudiatur, merita tamen Matris intercedunt, ut exaudiatur.13 Onde S. Bernardo esorta ogni peccatore a pregar Maria, e a concepir gran confidenza nel pregarla; perché se il peccatore non merita quel che domanda, è conceduto non però a Maria per li meriti suoi, che si donino al peccatore quelle grazie ch'ella domanda per esso a Dio: Quia indignus eras, cui donaretur,


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datum est Mariae, ut per illam acciperes quidquid haberes (Serm. 3, in vig. Nat.).14 Questo è l'officio d'una buona madre, dice lo stesso santo: una madre, che sapesse due figli suoi esser nemici a morte, e che l'uno insidiasse la vita all'altro, che altro mai farebbe, che procurare in tutti i modi pacificarli? Così, dice il santo, Maria è madre di Gesù e madre dell'uomo: quando vede alcun peccatore nemico di Gesù Cristo, non può sopportarlo, e tutta si adopera per farli stare in pace: O felix Maria, tu mater rei, tu mater iudicis, cum sis mater utriusque, discordias inter tuos filios nequis sustinere (In Depr. ad V.).15 Altro non vuole la benignissima Signora dal peccatore, che se le raccomandi ed abbia intenzione d'emendarsi. Quando Maria vede a' piedi suoi un peccatore che viene a cercarle misericordia, non guarda ella i peccati che porta, ma guarda l'intenzione colla quale viene; se viene con buona intenzione, avesse quegli commessi tutti i peccati del mondo, ella l'abbraccia, e non isdegna l'amantissima madre di sanargli tutte le piaghe che porta nell'anima; poich'ella non solamente è da noi chiamata la madre della misericordia, ma veramente è tale, e tale si fa conoscere con l'amore e tenerezza con cui ci sovviene. Tutto ciò appunto espresse la B. Vergine a S. Brigida, dicendo: Quantumcumque homo peccet, statim parata sum recipere revertentem; nec attendo quantum peccaverit, sed cum quali intentione redit: nam non dedignor eius plagas


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ungere et sanare, quia vocor et vere sum mater misericordiae (Rev., l. 2, c. 23).16

Maria è madre de' peccatori che vogliono convertirsi, e come madre non può non compatirli, anzi par che senta come propri i mali de' poveri figli. La Cananea, allorché pregò Gesù Cristo a liberar la sua figlia dal demonio, che la travagliava, disse: Miserere mei, Domine, fili David; filia mea male a daemonio vexatur (Matth. XV, 22). Ma se la figlia, non la madre, era tormentata dal demonio, par che avess'ella dovuto dire: Signore, abbi pietà di mia figlia, non già, abbi pietà di me. Ma no; ella disse: Miserere mei: con ragione, perché tutte le miserie de' figli si sentono come proprie dalle loro madri. Or così appunto dice Riccardo di S. Lorenzo che Maria prega Dio, quando le raccomanda qualche peccatore che a lei si raccomanda: Maria clamat pro anima peccatrice: Miserere mei (De laud. V., c. 6).17 Mio Signore, par che gli dica, questa povera anima, che sta in peccato, è mia figlia, e perciò abbi pietà non tanto di lei, quanto di me che le son madre.

Oh volesse Dio che tutti i peccatori ricorressero a questa dolce Madre, che tutti certamente sarebbero da Dio perdonati! O Maria, esclama per maraviglia S. Bonaventura, peccatorem toti mundo despectum materno affectu complecteris; nec deseris, quousque miserum iudici reconcilies (In Spec., c. 5).18 E


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vuol dire il santo che il peccatore, stando in peccato, è odiato e cacciato da tutti; anche le creature insensate, il fuoco, l'aria, la terra vorrebbero castigarlo, e far la vendetta per risarcire l'onore del loro Signor disprezzato. Ma se questo miserabile ricorre a Maria, Maria lo discaccia? No, se egli viene con intenzione d'essere aiutato ad emendarsi, ella se l'abbraccia con affetto di madre; né lo lascia, se prima colla sua potente intercessione non lo riconcilia con Dio e lo rimette in sua grazia.

Si legge nel secondo libro de' Re (Cap. XIV, num. 2) che quella sapiente donna Tecuite disse a Davide: «Signore, io avea due figli, per mia disgrazia l'uno ha ucciso l'altro: sicché già ho perduto un figlio; or la giustizia vuol togliermi l'altro figlio unico che mi è rimasto: abbiate pietà di me povera madre, fate ch'io non resti priva di tutti due questi miei figli.» Allora Davide, avendo compassione di questa madre, liberò il delinquente, e a lei lo donò. Lo stesso appunto par che dica Maria, allorché vede Dio sdegnato contro d'un peccatore, che a lei si raccomanda: «Mio Dio, gli dice, io avea due figli, Gesù e l'uomo; l'uomo ha ucciso il mio Gesù sulla croce; ora la vostra giustizia vuol condannar l'uomo: Signore, il mio Gesù è già morto, abbiate compassione di me, e se ho perduto l'uno, non mi fate perdere l'altro figlio ancora.» - Ah che certamente Dio non condanna quei peccatori che ricorrono a Maria, e per cui ella prega; mentre Dio stesso ha raccomandati per figli questi peccatori a Maria. Il divoto Lanspergio così fa parlare il Signore: Mariae peccatores in filios commendavi. Propterea adeo est sedula, ut officio suo satisfaciens, neminem eorum qui sibi commissi sunt, praecipue illam invocantium, perire sinat, sed quantum valet, omnes mihi reducat (V. l. 4, Min. Op.).19


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E chi mai può spiegare, dice Blosio, la bontà, la misericordia, la fedeltà e la carità, con cui questa nostra Madre cerca di salvarci quando noi l'invochiamo in aiuto? Huius matris bonitas, misericordia, fidelitas, caritas erga homines tanta est, ut nullis verbis explicari possit.20 Prostriamoci dunque, dice S. Bernardo, avanti a questa buona Madre, stringiamoci a' suoi santi piedi, e non la lasciamo se non ci benedice, e con ciò ci accetti per suoi figli: Beatis illius pedibus provolvamur; teneamus eam, nec dimittamus, donec benedixerit nobis. (In Sig. Magn.).21 E chi mai può sconfidare della pietà di questa Madre? Dicea S. Bonaventura: Etiamsi occiderit me, sperabo in eam; et totus confidens iuxta eius imaginem mori desidero, et salvus ero.22 E così dee dire ciascun peccatore che ricorre


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a questa pietosa madre: Signora e madre mia, io per le mie colpe merito che mi discacciate, e voi stessa mi castighiate secondo i demeriti miei; ma ancorché voi mi ributtiate e mi uccidiate, io non perderò mai la confidenza in voi, che voi mi abbiate a salvare. In voi tutto confido, e sol che io mi abbia la sorte di morire avanti a qualche vostra immagine, raccomandandomi alla vostra misericordia, io spero certamente di non perdermi, ma di venire a lodarvi in cielo in compagnia di tanti vostri servi, che morendo e chiamando voi in aiuto, tutti per la vostra potente intercessione son salvi.

Leggasi il seguente esempio e veggasi se mai alcun peccatore possi sconfidare della misericordia e dell'amore di questa buona madre, se a lei ricorre.

Esempio.

Si narra appresso il Belluacense (In Spec. histor.) che nella città di Ridolfo in Inghilterra nell'anno 1430 vi era un giovine nobile chiamato Arnesto, il quale, avendo dato a' poveri tutto il suo patrimonio, si fe' monaco in un monastero, dove menava una vita così perfetta, che i superiori assai lo stimavano, singolarmente per la divozione speciale che aveva alla SS. Vergine. Occorse che in quella città si attaccò la peste; i cittadini ricorsero al monastero per aiuto d'orazioni. L'abbate impose ad Arnesto che se ne andasse a pregare avanti l'altare di Maria, e non se ne partisse, finche la Madonna non li desse risposta. E il giovine, durando ivi tre giorni, finalmente ebbe la risposta da Maria di alcune preci che dovevano dirsi; e così si fece, e cessò la peste.

Or avvenne poi, che questo giovine si raffreddò nella divozione di Maria: il demonio lo assalì con molte tentazioni, specialmente d'impurità e di fuggirsene dal monastero; e il miserabile, per non essersi raccomandato a Maria, già risolvè di fuggirsene con buttarsi da una muraglia del monastero; ma passando avanti l'immagine di Maria che stava nel corridore, la Madre di Dio gli parlò e gli disse: «Figlio mio, perché mi lasci?» Allora Arnesto stordito e compunto cadde in terra e rispose: «Ma, Signora, non vedete che non posso resistere più? voi perché non mi aiutate?» E la Madonna replicò: «E tu perché non mi hai invocata? che se ti raccomandavi a


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me, non ti saresti ridotto a questo: da oggi avanti, gli disse, raccomandati a me e non dubitare».

Se ne tornò in cella Arnesto. Ma ritornarono le tentazioni; esso neppure attese a raccomandarsi a Maria: onde finalmente se ne fuggì dal monastero, e dandosi ad una pessima vita, passando da peccato in peccato, in fine si ridusse a far l'assassino, poiché prese ad affitto un'osteria, dove la notte uccideva i poveri passaggieri e li spogliava. Fra questi uccise una notte il cugino del governatore di quel luogo, il quale dagl'indizi avuti facendo il processo, lo condannò alla forca.

Ma frattanto che si faceva il processo, capitò all'osteria un cavaliere giovine: l'oste ribaldo, facendo il solito disegno sopra di lui, la notte entra nella stanza per assassinarlo: ma ecco sul letto non vede il cavaliere, ma un Crocifisso impiagato, che, guardandolo pietosamente, gli dice: «Non ti basta, ingrato, ch'io sia morto una volta per te? Vuoi tornare ad uccidermi? Via su presto, stendi la mano e torna ad uccidermi». Allora il povero Arnesto confuso cominciò a piangere, e piangendo disse: «Signore, eccomi, giacché mi usate tante misericordie, io voglio tornare a voi». E subito si partì dall'osteria per tornare al monastero a far penitenza; ma ritrovato per via da' ministri della giustizia, fu portato al giudice, e avanti di lui confessò tutti gli assassini fatti. Onde fu condannato a morir di capestro, senza dargli neppure tempo di confessarsi. Allora egli si raccomandò a Maria. Fu buttato dalla forca; ma la Vergine fece che non morisse. Ella stessa poi lo sciolse e gli disse: «Torna al monastero, fa penitenza, e quando vedrai in mia mano una carta del perdono de' tuoi peccati, allora apparecchiati alla morte». Arnesto tornò, e raccontato tutto all'abbate fece gran penitenza. Dopo molti anni, ecco vide in mano di Maria la carta del perdono; e subito si apparecchiò alla morte, e santamente morì.23

Preghiera.

O mia sovrana regina, e degna Madre del mio Dio, Maria SS., io vedendomi così vile e così lordo di peccati, non dovrei


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aver ardire di accostarmi a voi e di chiamarvi madre. Ma non voglio che le miserie mie mi privino della consolazione e della confidenza ch'io sento in chiamarvi madre. Merito, già lo so, che voi mi discacciate; ma vi prego a guardare quel che ha fatto e patito il vostro figlio Gesù per me, e poi discacciatemi se potete: io sono un povero peccatore, che più degli altri ho disprezzata la divina Maestà; ma il male è già fatto.

A voi ricorro, voi mi potete aiutare; Madre mia, aiutatemi. Non mi dite che non mi potete aiutare; perché io so che siete onnipotente ed ottenete quanto desiderate dal vostro Dio. Se poi dite che non mi volete aiutare, ditemi almeno a chi ho da ricorrere per essere sollevato in tanta mia disgrazia? Aut miseremini misero, dirò a voi e al vostro Figlio con S. Anselmo, tu parcendo, tu interveniendo: aut ostendite, ad quos tutius fugiam misericordiores; aut monstrate, in quibus certius confidam.24 O abbiate pietà di me, voi, mio Redentore, con perdonarmi, e voi, Madre mia, con raccomandarmi: oppure insegnatemi a quali persone io ho a ricorrere, che sieno di voi più pietose, e in cui io possa più confidare. No che né in terra né in cielo posso trovare chi abbia de' miseri maggior pietà di voi, e chi meglio possa aiutarmi.

Voi, Gesù, siete il padre mio, e voi, Maria, siete la madre mia. Voi amate i più miserabili e gli andate cercando per salvarli. Io sono un reo dell'inferno il più miserabile di tutti; ma non avete bisogno d'andarmi cercando, né io pretendo che mi cerchiate; io mi presento a voi con certa speranza che non resterò abbandonato da voi. Eccomi a' piedi vostri, Gesù mio, perdonatemi: Maria mia, soccorretemi.




1 «Ego sum Mater Dei... Ego etiam sum Mater omnium qui sunt in superno gaudio... Sum etiam mater omnium qui sunt in purgatorio... Ego sum Mater totius iustitiae quae est in mundo... Ego etiam sum quasi Mater omnium peccatorum se volentium emendare.» S. BIRGITTAE Revelationes, lib. 4, cap. 138. Coloniae Agrippinae, 1628, pag. 298, col. 1.

2 «De Matre vero Domini, cui te principaliter commisi et committo, et numquam committere... omittam, quid tibi dicam, quam caelum et terra laudare, licet ut meretur nequeant, non cessant? Hoc tamen procul dubio teneas, quia, quanto altior et melior ac sanctior est omni matre, tanto clementior et dulcior circa conversos peccatores et peccatrices. Pone itaque finem in voluntate peccandi, et prostrata coram illa ex corde contrito et humiliato lacrimas effunde. Invenios illam, indubitanter promitto, promptiorem carnali matre ac mitiorem in tui dilectione.» S. GREGORIUS PP. VII, Registrum, lib. 1, Epistola 47, ad Comitissam Mathildem (in fine). ML 148-328.

3 «Ideo dicitur prius: Surrexerunt (Prov. XXXI, 28), nec dignus est, qui in mortali peccato est, vocari filius tantae matris.» RICHARDUS A S. LAURENTIO, De laudibus B. M. V., lib. 2, cap. 5, n. 8. Inter Opera S. Alberti Magni, Lugduni, 1651, XX, 74: Paris., XXXVI, 115.

4 «Qui genitoris opera non facit, negat genus, Domino sic docente: Si filii Abrahae essetis, opera Abrahae faceretis. (Io. VIII).» S. PETRUS CHRYSOLOGUS, Sermo 123, De divite et Lazaro. ML 52-537. - Si filii Abrahae estis, opera Abrahae facite... Vos facitis, opera patris vestri... Vos ex patre diabolo estis. Io. VIII, 39, 41, 44. - La stessa ragione vale per la madre, come per il padre.

5 «Filii eius, id est, imitatores, maxime in tribus, castitate, largitate humilitate... Si filii Abrahae estis, opera Abrahae facite (Io. VIII, 39). Filii ergo Mariae imitatores eius in benignitate, mansuetudine, misericordia, et huiusmodi.» RICHARDUS A S. LAURENTIO, op. cit., l. c. - Vedi la precedente nota 3.

6 AURIEMMA, Affetti scambievoli: dopo i 16 capitoli della Parte seconda: Motivo per amar Maria, cap. 12. Bologna, 1681, pag. 413.

7 «Quidam peccator, volens ire ad peccandum, ad altare Virginis gloriosae stans, salutavit eam angelica salutatione, quia modus eius erat., quandocumque praeterivit altare vel imaginem Virginis Mariae, quod eam salutavit. (Prodigiosamente la Madonna gli eccitò nel cuore il rimorso dei suoi peccati.) Et peccator ille, conversus ad Virginem, dixit: «O Mater misericordiae, intercede pro me.» Et illa: «Vos peccatores vocatis me matrem misericordiae, qui tamen non cessatis me facere matrem miseriae et tristitiae.» Sermones Discipuli (i. e. Io. HEROLT, O. P.), de tempore et de sanctis, Sermo 161, de B. V. Maria (verso la fine). Venetiis, 1598, pag. 607. - PELBARTUS DE THEMESWAR, Ord. Min., Stellarium coronae gloriosissimae Virginis, lib. 12, pars 3 (ultima), cap. 7, Miraculum I. Venetiis, 1586, fol. 224, col. 3.

8 RICHARDUS A S. LAURENTIO, De laudibus B. M. V., lib. II, cap. 1, n. 8. Inter Opera S. Alberti Magni, Lugd., 1651, XX, pag. 35 (operis, non integri voluminis); Paris., XXXVI, 62.

9 «Deinde ait Filius Dei ad Matrem: «O benedicta Mater, tu es similis aurifabro, qui praeparat opus pulchrum... Sic tu, dilecta Mater, omni conanti surgere ad Deum tribuis auxilium, et neminem relinquis vacuum a consolatione tua.» S. BIRGITTAE Revelationes, lib. 3, cap. 19 (verso la fine).

10 «Si quis dixerit, opera omnia, quae ante iustificationem fiunt, quacumque ratione facta sint, vere esse peccata, vel odium Dei mereri, aut, quanto vehementius quis nititur se disponere ad gratiam, tanto eum gravius peccare: anathema sit.» CONCILIUM TRIDENTINUM, Sessio 6, canon 7.

11 «Non est speciosa laus in ore peccatoris (Eccli. XV, 9). Etiam quae est in ore peccatoris poenitentis, non videtur speciosa; quia adhuc de peccati recordatione et memoria confusionem patitur, et frequenter inde compungitur. Sed tamen in eo est utilis et fructuosa confessio, etsi non speciosa decoraque laudatio.» S. BERNARDUS, Sermones de diversis, Sermo 81. ML 183-699.

12 «Sicut supra dictum est (qu. 83, art. 16)... oratio in impetrando non innititur merito, sed divinae misericordiae, quae etiam ad malos se extendit.» S. THOMAS, Sum. Theol., II-II, qu. 178, art. 2, ad 1. - «Oratio... habet... virtutem merendi et virtutem impetrandi. Oratio autem, dicut et quilibet alius actus virtutis, habet efficaciam merendi, in quantum procedit ex radice caritatis... Efficaciam autem impetrandi habet ex gratia Dei, quem oramus; qui etiam nos ad orandum inducit. Unde Augustinus...: «Non nos hortaretur ut peteremus, nisi dare vellet.» II-II, qu. 83, art. 15, C. - «Quamvis eius (peccatoris) oratio non sit meritoria, potest tamen esse impetrativa, quia meritum innititur iustitiae, sed impetratio innititur gratiae.» Ibid., ad 2.

13 «Invocatio autem nomine Matris suae (Domini Iesu), etsi merita invocantis non merentur, merita tamen Matris intercedunt ut exaudiatur.» EADMERUS monachus Cantuariensis, Liber de excellentia B. Mariae, cap. 6. Inter Opera S. Anselmi, ML 159-570.

14 «Ex Deo et homine cataplasma confectum est, quod sanaret omnes infirmitates tuas. Contusae sunt autem et commixtae hae duae species in utero Virginis, tamquam in mortariolo; sancto Spiritu, tamquam pistillo, illas suaviter commiscente. Sed quia indignus eras cui donaretur, datum est Mariae, ut per illam acciperes quidquid haberes... Nihil nos Deus habere voluit, quod per Mariae manus non transiret.» S. BERNARDUS, In Vigilia Nativitatis Domini, sermo 3, n. 10. ML 183-100.

15 «Beatus Bernardus ait: Tu mater Regis, tu mater exsulis; tu mater Dei (il contesto esige: rei), tu mater Iudicis; et tu mater Dei et hominis: cum mater sis utriusque, discordiam inter filios tuos nequis sustinere.» CONRADUS SAXON, Speculum B. M. V., lectio 3: inter Opera S. Bonaventurae, ed. Rom., Mogunt., Lugdun., VI, 432. - Questo testo però non è di S. Bernardo, ma, parte letteralmente, parte a senso, di ADAMO (+ 1203), Abbate di Persenia (Perseigne), Mariale, Sermo 1, in Annuntiatione B. M. V., ML 211-703: «Tu enim mater exsulis, tu mater Regis. Tu mater rei, tu mater Iudicis. Tu mater Dei, tu mater hominis. Per te ergo factus est reus frater Iudicis, per te facta est una hereditas Regis et exsulis. Cum enim utriusque mater, utrumque habes filium... Tu, misericordiae mater, non rogabis pro filio Filium?... Rogabis plane, quia qui Filium tuum inter Deum et homines posuit Mediatorem, te quoque inter reum et Iudicem posuit Mediatricem.»

16 «Verba Virginis gloriosae... Quantumcumque homo peccat, si ex toto corde et vera emendatione ad me reversus fuerit, statim parata sum recipere revertentem. Nec attendo quantum peccaverit, sed cum quali intentione et voluntate redit. Ego vocor ab omnibus Mater misericordiae: vere, filia, misericordia Filii mei fecit me misericordem, et misericordia eius visa compatientem.» S. BIRGITTAE Revelationes, lib. 2, cap. 23. Coloniae Agrippinae, 1628, pag. 114, col. 1. - «Maria loquitur: Nullus est tantus peccator, nec tam in vili opere positus, quin, si invocaverit me in adiutorium, ego iuvabo eum. Quod enim opus est vilius quam curare caput scabiosum? Si quis invocat me, ministrabo adiutorium ut mundetur. Quid vero vilius instrumento illo, aut sordidius, quo crassitudo terrae eiicitur de stabulo super currum? Si quis invocaverit me, ego iuvabo eum. Quid vero vilius, quam lavare plagas leprosi? Quicumque invocaverit me, ego non dedignor tangere, et ungere, et sanare plagas suas.» Id. op., lib. 6, cap. 117, pag. 438, col. 2.

17 «Haec est mulier Chananaea egressa de finibus Tyri et Sidonis, id est de profundo saecularis conversationis, quae clamat ad Deum pro filia, id est, peccatrice anima, cuius etiam personam misericorditer in se transformat, dicens: Miserere mei... fili David.» RICHARDUS A S. LAURENTIO, De laudibus B. Mariae, lib. 6, cap. 9, n. 11. Inter Opera S. Alberti Magni, Lugduni, 1651, XX, 198; ed. Paris., XXXVI, 349.

18 «Bene beatus Bernardus ait: Maria, tu peccatorem toti mundo despectum, materno affectu complecteris, foves, nec deseris, quousque horrendo Iudici miserum reconcilies.» CONRADUS SAXON, Speculum B. M. V., lectio 5.Inter Opera S. Bonaventurae, ed. Rom., Mogunt., Lugdunen., VI, 437, col. 1. Vedi Appendice, 2. - ECBERTUS, Abbas Schonaugiensis, Sermo panegyricus, alias Ad gloriosam Virginem Mariam deprecatio et laus elegantissima, n. 2, inter Opera S. Bernardi, ML 184-1010: «Tu peccatorem quantumlibet fetidum, non horres, non despicis;... tu illum... foves, nec deseris, quousque horrendo Iudici miserum reconcilies... ac toti mundo despectum materno affectu amplecteris.» Vedi Appendice, 3, B.

19 «Illi (nempe Mariae) omnem gratiae et misericordiae meae thesaurum erogandum commisi, quando filios meos omnes, potissimum autem, pro quibus tunc patiebar, peccatores, in persona Ioannis in filios commendavi. Hoc ipsa non ignorat. Propterea adeo est diligens, adeo sedula, ut officio suo satisfaciens, neminem eorum, quantum in se est, qui sibi commissi sunt, praecipue se invocantium, perire sinat, sed quantum valet, omnes mihi reducat, omnes mihi reconciliandos offerat.» LANSPERGIUS, Cartusianus, Alloquia Christi Iesu ad animam, lib. 1, pars 3 (non già parte 4, come, alla pagina 476, erroneamente vien segnato), Canon 12. Opuscula spiritualia, I, pag. 486: Coloniae Agrippinae, 1693.

20 «Huius Virginis Matris bonitas, misericordia, pietas, amicitia, benignitas, clementia, fidelitas, benevolentia, et caritas erga homines tanta est, ut nullis verbis explicari possit.» Ludovicus BLOSIUS, Abbas Laetiensis, O. S. B., Sacellum animae fidelis, pars 3, cap. 5, n. 2. Opera, Antwerpiae (Moretus), 1632, pag. 264.

21 «Amplectamur Mariae vestigia, fratres mei, et devotissima supplicatione beatis illius pedibus provolvamur. Teneamus eam, nec dimittamus donec benedixerit nobis.» S. BERNARDUS, Dominica infra octavam Assumptionis B. V. M., Sermo de duodecim praerogativis B. V. M., ex verbis Apoc. XIII, 1: Signum magnum..., n. 5. ML 183-432.

22 PACIUCHELLI, O. P., Excitationes dormitantis animae, Excitatio 3 in Ps. 86, n. 12, pag. 17, col. 1, dopo aver detto di Oza, colpito di subitanea morte per la sua temerità nel toccare l'Arca, che da molti si crede esser egli morto penitente, perché mortuus est iuxta Arcam Dei, figura di Maria, soggiunge: «His affectus D. Bonaventurae subnectam: De tua, - inquit, Virginem alloquens, - benignitate et humilitate benigna confido, quod me indignum sustinebis. Et quamvis sis arca veteris testamenti, et ego multo ignobilior, tamen cum te tetigero corde, et salutavero ore, non credo percuti, sed tuo amore infiammari, et tua pietate largissima exaudiri.» Continua il Paciuchelli, a quanto pare, a nome proprio: «Fateor, non eam, ut par est, veneror neque amore et reverentia prosequor, in eius obsequiis sexcentos defectus defleo; valde sum temerarius, et multo magis quam Oza; non mereor beneficia, sed flagella, sed plagas, sed mortem. Verum etiamsi occiderit me, sperabo in eam, et totus in ea considero, iuxta eius Imaginem mori desidero - obstruatur os loquentium iniqua - et salvus ero.» Nella nota marginale, vien segnato S. Bonaventura, Stimulus amoris, pars 3, cap. 12. Ora, né in quel capitolo 12, né altrove, né in tutto, né in parte, troviamo nello Stimulus il testo riferito. Però, osservano gli editori di S. Bonaventura (VIII, ad Claras Aquas, Prolegomena, pag. CXI, col. 1) che lo Stimulus, o manoscritto o stampato, si presenta «mira cum varietate rei et ordine partium». Il Paciuchelli ed anche S. Alfonso, in qualcuna di quelle svariate edizioni, avranno letto quanto ci riportano.

23 Carlo BOVIO, S. I., Esempi e miracoli della SS. Vergine Madre di Dio Maria, detti nella Chiesa del Gesù di Roma. Parte quarta, Venezia, 1749 (la prima edizione è del 1692, Roma), esempio 10. - Vedi Appendice, 4.

24 «Deus, qui factus es filius feminae propter misericordiam; femina, quae facta es Mater Dei propter misericordiam, aut miseremini miseri, tu parcendo, tu interveniendo; aut ostendite ad quos tutius fugiam miericordiores, et monstrate in quibus certius confidam potentiores.» S. ANSELMUS, Cantuariensis Archiepiscopus, Orationes, Oratio 51 (al. 50). ML 158-952.


AMDG et DVM