mercoledì 14 ottobre 2020

DIO è sopra di te!

INNO RUSSO - MERAVIGLIOSO



TESTO INNO RUSSO DAL 2000 - 
NOTARE L'AGGIUNTA TRA LE ALTRE, PRIMA MANCANTE IN EPOCA SOVIETICA, "DIO E' SOPRA DI TE".

Russia, nostra terra santa e amata!
Negli anni ci ha abbagliato il sole della libertà.
Una grande volontà, una grande fama
sono da sempre le tue eredità!

Aprendo le possenti ali su di noi
l'aquila russa compie il suo volo,
e il simbolo della patria, la bandiera tricolore,
guida il nostro popolo nell'eternità!

Gloria alla nostra patria immortal.
Unione di un gran popolo!
La saggezza eterna trasmessa dagli avi.
Gloria alla patria! Dio è sopra di te.
Gloria alla patria! Siamo orgogliosi di te.
Gloria a te, grande Russia Immortal.

Nessuno ti metterà in ginocchio,
cara, grande patria nostra!
Dimostreremo fino all'abnegazione
alla bandiera tricolore la nostra fedeltà!

Dai mari del Sud al circolo polare
si estendono i nostri boschi e i campi.
Tu sei l'unica al mondo, immortale.
Niente mai e poi mai ti eguaglierà!

Gloria alla nostra patria immortal.
Unione di un gran popolo!
La saggezza eterna trasmessa dagli avi.
Gloria alla patria! Dio è sopra di te.
Gloria alla patria! Siamo orgogliosi di te.
Gloria a te, grande Russia Immortal.

Con speranza e fede, avanti, russi!
Il signore la nostra strada proteggerà.
Evviva la grande potente Russia
creata dalla nostra grande volontà!

Ampi spazi per i sogni e per la vita
nel futuro si aprono davanti a noi.
La nostra forza è la fedeltà alla patria.
Così è stato, cosi è e per sempre così sarà.

Gloria alla nostra patria immortal.
Unione di un gran popolo!
La saggezza eterna trasmessa dagli avi.
Gloria alla patria! Dio è sopra di te.
Gloria alla patria! Siamo orgogliosi di te.
Gloria a te, grande Russia Immortal.

IN PURGATORIO



Dall'Evangelo
  • Satana, si presenta sempre con veste benevola, con aspetto comune. Se le anime sono attente e soprattutto in spirituale contatto con Dio, avvertono quell’avviso che le rende guardinghe e pronte a combattere le insidie demoniache. Ma se le anime sono disattente al divino, separate da una carnalità che soverchia e assorda, non aiutate dalla preghiera che congiunge a Dio e riversa la sua forza come da un canale nel cuore dell’uomo, allora difficilmente esse si avvedono del tranello nascosto, sotto l’apparenza innocua e vi cadono. Liberarsene poi, è molto difficile.
    Le due vie più comuni prese da Satana per giungere alle anime sono il senso e la gola. Comincia sempre dalla materia. Smantellata e asservita questa, dà l’attacco alla parte superiore.
    Prima il morale: il pensiero con le sue superbie e cupidigie; poi  lo spirito, levandogli non solo l’amore – quello non esiste già più quando l’uomo ha sostituito l’amore divino con altri amori umani – ma anche il timore di Dio. E’ allora che l’uomo si abbandona in anima e corpo a Satana, pur di arrivare a godere ciò che vuole, godere sempre più.

  • Come Io mi sia comportato, lo hai visto. Silenzio e orazione. Silenzio. Perché se Satana fa la sua opera di seduttore e ci viene intorno, lo si deve subire senza stolte impazienze e vili paure, ma reagire con la sostenutezza alla sua presenza e con la preghiera alla sua seduzione. 

  • E’ inutile discutere con Satana. Vincerebbe lui, perché è forte nella dialettica. Non c’è che Dio che lo vinca; e allora ricorrere a Dio che parli per noi, attraverso noi. Mostrare a Satana quel Nome e quel Segno, non tanto scritti su una carta o incisi su un legno, quanto scritti e incisi nel cuore. Il mio Nome, il mio Segno. Ribattere a Satana unicamente quando insinua che egli è come Dio, usando la parola di Dio. Egli non la sopporta. (…)
    Occorre avere volontà di vincere Satana e fede in Dio e nel suo aiuto. Fede nella potenza della preghiera e nella bontà del Signore. Allora Satana non può fare del male. 46.12

  • In Purgatorio il tempo è moltiplicato da uno a mille. 83.2

"Tu pure fiorirai!"

La commovente fiaba del fiore della passione

Nei giorni lontani, quando il mondo era tutto nuovo, la primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della Terra, e tutte fiorirono come per incanto. Solo una pianta non udì il richiamo della primavera, e quando finalmente riuscì a rompere la dura zolla la primavera era già lontana… “Fa’ che anch’io fiorisca, o Signore! ” Pregò la piantina. “Tu pure fiorirai ” rispose il Signore. “Quando? ” chiese con ansia la piccola pianta senza nome. “Un giorno… ” e l’occhio di Dio si velò di tristezza. Era ormai passato molto tempo, la primavera anche quell’anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori. Tutte le piante, fuorché la piantina senza nome. Il vento portò l’eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue… “Vorrei piangere anch’io come piangono gli uomini” pensò la piantina con un fremito… Gesù in quel momento le passava accanto, e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina pietosa. Subito sbocciò un fiore bizzarro, che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello, dei chiodi… era la passiflora, il fiore della passione.

OGGI e DOMANI



ISAIA 56, 8 - 12:

8Oracolo del Signore Dio,
che raduna i dispersi d’Israele:
«Io ne radunerò ancora altri,
oltre quelli già radunati».
9Voi tutte, bestie dei campi, venite a mangiare;
voi tutte, bestie della foresta, venite.
10I suoi guardiani sono tutti ciechi,
non capiscono nulla.
Sono tutti cani muti,
incapaci di abbaiare;
sonnecchiano accovacciati,
amano appisolarsi.
11Ma questi cani avidi,
che non sanno saziarsi,
sono i pastori che non capiscono nulla.
Ognuno segue la sua via,
ognuno bada al proprio interesse, senza eccezione.
12«Venite, io prenderò del vino
e ci ubriacheremo di bevande inebrianti.
Domani sarà come oggi,
e molto più ancora».





VENI SANCTE SPIRITU

INTANTO ... FORTUNATAMENTE



Estratto dalla Prefazione di S.S. Benedetto XVI all’XI volume della sua Opera omniaVerlag Herder, 2008

Purtroppo, quasi tutte le recensioni si sono gettate su un unico capitolo: "L’altare e l’orientamento della preghiera nella liturgia". I lettori delle recensioni hanno dovuto dedurne che l’intera opera abbia trattato solo dell’orientamento della celebrazione e che il suo contenuto si riduca a quello di voler reintrodurre la celebrazione della messa "con le spalle rivolte al popolo". In considerazione di questo travisamento ho pensato per un momento di sopprimere questo capitolo (di appena nove pagine su duecento) per poter ricondurre la discussione sul vero argomento che mi interessava e continua ad interessarmi nel libro. 
Questo sarebbe stato tanto più facilmente possibile per il fatto che nel frattempo sono apparsi due eccellenti lavori nei quali la questione dell’orientamento della preghiera nella Chiesa del primo millennio è stata chiarita in modo persuasivo. Penso innanzitutto all’importante piccolo libro di Uwe Michael Lang, "Rivolti al SignoreL'orientamento nella preghiera liturgica" (traduzione italiana: Cantagalli, Siena, 2006), ed in modo del tutto particolare al grosso contributo di Stefan Heid, "Atteggiamento ed orientamento della preghiera nella prima epoca cristiana" (in "Rivista d’Archeologia Cristiana" 72, 2006), in cui fonti e bibliografia su tale questione risultano ampiamente illustrate e aggiornate.

Il risultato è del tutto chiaro: l’idea che sacerdote e popolo nella preghiera dovrebbero guardarsi reciprocamente è nata solo nella cristianità moderna ed è completamente estranea in quella antica. Sacerdote e popolo certamente non pregano uno verso l’altro, ma verso l’unico Signore. Quindi guardano nella preghiera nella stessa direzione: o verso Oriente come simbolo cosmico per il Signore che viene, o, dove questo non fosse possibile, verso una immagine di Cristo nell’abside, verso una croce, o semplicemente verso il cielo, come il Signore ha fatto nella preghiera sacerdotale la sera prima della sua Passione (Giovanni 17, 1). 

Intanto si sta facendo strada sempre di più, fortunatamente, la proposta da me fatta alla fine del capitolo in questione nella mia opera: non procedere a nuove trasformazioni, ma porre semplicemente la croce al centro dell’altare, verso la quale possano guardare insieme sacerdote e fedeli, per lasciarsi guidare in tal modo verso il Signore, che tutti insieme preghiamo.





AMDG et DVM