sabato 9 maggio 2020

REGINA SACRATISSIMI ROSARII, ORA PRO NOBIS.

Benedic, anima mea, Virgini Mariae:
honor et magnificentia eius in perpetuum.



CIII
Benedic, anima mea, Virgini Mariae:
honor et magnificentia eius in perpetuum.

Formositatem et pulchritudinem induisti:
amicta es, Domina, fulgenti vestimento.

De te procedit peccatorum medela:
et pacis disciplina, ac fervor charitatis.

Imple nos servos tuos virtutibus sanctis:
et ira Dei non appropinquet nobis.

Iucunditatem aeternam da servitoribus tuis:
et noli eos oblivisci in certamine mortis. Gloria Patri, etc.

AVE MARIA!

venerdì 8 maggio 2020

DONNE! LE MADRI E LE MAMME

AUGURI !

Il Trionfo del cuore immacolato di Maria: Io sono la Vergine dell ...
AUGURI
A TUTTE
LE MAMME

PIO XII: "ECCO la minaccia che incombe sulla umanità: un’economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio».

La mano di Dio e la mano degli uomini*

Scritto da Roberto de Mattei on . Postato in Compagni di viaggio, articoli e studi
  
Lo scenario internazionale della primavera del 2020 è nuovo, inaspettato e drammatico. Ciò che domina è la confusione perché nessuno può dire di sapere veramente che cosa è successo: da dove viene il Coronavirus, quando scomparirà e in che modo vada affrontato. È certo però che, sullo sfondo di questo scenario, due città continuano a combattersi nella storia, la Civitas Dei e la Civitas diabuli: il loro fine è di annientarsi a vicenda. Sono le due città di cui parla sant’Agostino: «L’una è la società degli uomini devoti, l’altra dei ribelli, ognuna con gli angeli che le appartengono, in cui da una parte è superiore l’amore a Dio, dall’altra l’amore di sé» (De Civitate Dei, lib. XIV, c. 13,1).
Questa lotta mortale è stata evocata con parole efficaci da Pio XII nel suo discorso agli uomini di Azione Cattolica del 12 ottobre 1952. Il Papa affermava che il mondo era minacciato da un nemico ben peggiore di quello rappresentato nel V secolo da Attila, “flagello di Dio”. «Oh, non chiedeteCi qual è il “nemico”, né quali vesti indossi. Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell’unità nell’organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l’autorità; talvolta l’autorità senza la libertà. È un “nemico” divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il grido empio: Dio è morto; anzi: Dio non è mai stato. Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un’economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio».
A questo terribile nemico, la scuola di pensiero contro-rivoluzionaria, richiamandosi all’insegnamento dei Papi, ha dato il nome di Rivoluzione: un processo storico plurisecolare che ha come meta la distruzione della Chiesa e della Civiltà cristiana. La Rivoluzione ha come suoi agenti tutte le forze segrete che lavorano in maniera pubblica od occulta a questo fine. I contro-rivoluzionari sono coloro che si oppongono a questo processo di dissoluzione e che combattono per l’instaurazione della Civiltà cristiana, l’unica civiltà degna di questo nome, come ricorda san Pio X (Enciclica Il fermo proposito dell’11 giugno 1905).
Lo scontro tra rivoluzionari e contro-rivoluzionari continua nell’epoca del Coronavirus. E’ logico che ognuno di essi cerchi di trarre il massimo vantaggio dalla nuova situazione. L’esistenza di inquietanti manovre rivoluzionarie per profittare degli eventi non significa però che queste forze abbiano creato la situazione in cui ci troviamo, la controllino e la dirigano. I rappresentanti dei governi più diversi, dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna alla Germania, dall’Ungheria all’Italia, hanno imposto nei loro paesi le medesime misure sanitarie, come la quarantena, di cui pure, alcuni di essi all’inizio diffidavano. Questi leader politici sarebbero succubi di una dittatura sanitaria imposta loro dai virologi? Ma i virologi, a loro volta, che all’inizio erano divisi, perché alcuni di essi consideravano il Coronavirus solo come una “brutta influenza”, sono stati aggrediti dalla realtà e oggi concordano sulla necessità di provvedimenti più drastici per contenere il virus. La verità è che la scienza medica si è rivelata incapace di debellare il virus. La scelta della quarantena, la stessa che viene fatta da millenni di fronte a una grave epidemia, nasce dal buon senso, non dalla loro specifica competenza medica.
Il problema naturalmente non è solo sanitario e nella società interconnessa il virus potrebbe avere le sue conseguenze più gravi sul piano economico e sociale. Ma la soluzione di questo genere di problemi, che si aggravano in tutto il mondo, spetta ai politici, non ai medici. E se la classe politica internazionale, per prendere le sue decisioni, si ripara dietro lo schermo delle autorità sanitarie è a causa della inadeguatezza di coloro che oggi governano il mondo. Il fallimento politico è parallelo a quello sanitario. Come dimenticare che la suprema autorità sanitaria internazionale, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, trent’anni fa annunciava «un mondo senza epidemie» grazie al progetto “Salute per tutti entro l’anno 2000”, con la conseguenza che in molti paesi, i fondi dedicati alla sanità sono stati tagliati o dedicati prevalentemente alle malattie rare? Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, politicamente vicino alla Cina comunista, il 28 gennaio 2020 si è recato a Pechino dove, al termine di un incontro con il presidente Xi Jinping, ha comunicato al mondo che a Wuhan tutto era sotto controllo, minimizzando la portata della catastrofe. Solo dopo molte esitazioni l’OMS ha preso atto della realtà continuando a mentire sul numero dei contagi e dei decessi da essa diffusi, che non sono certo sovrastimati, ma piuttosto sottostimati.
Ai problemi economici e sociali si aggiungono quelli, ugualmente gravi, di ordine psicologico e morale, come conseguenza di un prolungato lock-down e di un radicale mutamento di vita imposto dal Coronavirus. Ma qui la parola, più che ai medici e ai politici, spetterebbe ai sacerdoti, ai vescovi, e in ultimo al supremo pastore della Chiesa universale. Però l’immagine che papa Francesco ha dato nel Triduo pasquale è quella di un uomo abbattuto e depresso, incapace anch’egli di far fronte alla catastrofe con le armi spirituali di cui dispone. Lo stesso si può dire della larga maggioranza dei vescovi. La classe ecclesiastica, priva di seri studi teologici e di autentica vita spirituale, si rivela altrettanto inadeguata della classe politica a orientare il suo gregge nell’oscurità del tempo presente.
Che cosa dovrebbero fare in questa situazione, i contro-rivoluzionari, i fedeli della Tradizione, i cattolici zelanti, ripieni di spirito apostolico? Quale dovrebbe essere la loro strategia di fronte alle manovre delle forze delle tenebre?
Dovrebbero prima di tutto mostrare che sta crollando un mondo, quel mondo globalizzato che i progetti deformi di Bill Gates e dei suoi amici non riusciranno a tenere in piedi malgrado ogni sforzo. La fine di questo mondo, figlio della Rivoluzione, è stata annunciata cento anni fa a Fatima e l’orizzonte che abbiamo di fronte non è l’ora della dittatura finale dell’Anticristo, ma quella del trionfo irreversibile del Cuore Immacolato di Maria, preceduto dai castighi annunziati dalla Madonna, se l’umanità non si fosse convertita. Oggi, anche tra i migliori cattolici, c’è una resistenza psicologica a parlare di castighi, ma il conte Joseph de Maistre, ammonisce: «Il castigo governa l’umanità intera; il castigo la custodisce; il castigo veglia mentre gli uomini di guardia dormono. Il saggio considera il castigo come la perfezione della giustizia» (Le serate di San Pietroburgo, tr. it. Rusconi, Milano 1971, p. 31).
San Carlo Borromeo ricorda a sua volta che «tra tutte le altre correzioni che sua divina Maestà manda, suole con un modo più speciale essere attribuito alla sua mano il castigo della pestilenza», e spiega questo principio con l’esempio di David, il re peccatore, a cui Dio diede di scegliere, come castigo, tra la peste, la guerra e la fame. Davide scelse la peste con queste parole: «Melius est ut incidam in manus Domini, quam in manus hominum». Meglio è che io mi metta nelle mani di Dio che nelle mani degli uomini. Perciò, conclude san Carlo, «la peste, tra la guerra e la fame, molto specialmente si attribuisce alla mano di Dio» (Memoriale ai Milanesi di Carlo Borromeo, Giordano Editore, Milano 1965, p. 34).
È l’ora di riconoscere la mano misericordiosa di Dio nei flagelli che cominciano a percuotere l’umanità. 
Pubblicato in "Corrispondenza Romana" del 15 aprile 2020
AMDG et DVM

Chiesa e post concilio: Appello per la Chiesa e per il mondo ai fedeli cat...

Chiesa e post concilio: Appello per la Chiesa e per il mondo ai fedeli cat...: È il grido di allarme lanciato da cardinali, vescovi, e sacerdoti e sottoscritto da nomi noti dell’informazione e della politica, da profes...

DAVVERO MOMENTO DI GRAVISSIMA CRISI --- APPELLO...


Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, riportiamo un grido di allarme – che peraltro condividiamo – lanciato da cardinali, vescovi, e sacerdoti e sottoscritto da nomi noti dell’informazione e della politica, da professionisti e da fedeli e anche da persone che non appartengono alla Chiesa cattolica, per la situazione che stiamo vivendo, per le prospettive che apre e per le legittime questioni che pone. È un appello in sei lingue, e il cui incipit sicuramente basta a trasmettere la drammaticità della preoccupazione di chi l’ha pensato:
“In un momento di gravissima crisi, noi Pastori della Chiesa Cattolica, in virtù del nostro mandato, riteniamo nostro sacro dovere rivolgere un Appello ai nostri Confratelli nell’Episcopato, al Clero, ai Religiosi, al Popolo santo di Dio e a tutti gli uomini di buona volontà. Questo Appello è sottoscritto anche da intellettuali, medici, avvocati, giornalisti e professionisti che ne condividono il contenuto, ed è aperto alla sottoscrizione di quanti lo vogliono fare proprio.
I fatti hanno dimostrato che, con il pretesto dell’epidemia del Covid-19, si è giunti in molti casi a ledere i diritti inalienabili dei cittadini, limitando in modo sproporzionato e ingiustificato le loro libertà fondamentali, tra cui l’esercizio della libertà di culto, di espressione e di movimento. La salute pubblica non deve e non può diventare un alibi per conculcare i diritti di milioni di persone in tutto il mondo, e tantomeno per sottrarre l’Autorità civile al proprio dovere di agire con saggezza per il bene comune; questo è tanto più vero, quanto più crescenti sono i dubbi da più parti avanzati circa la effettiva contagiosità, pericolosità e resistenza del virus: molte voci autorevoli del mondo della scienza e della medicina confermano che l’allarmismo sul Covid-19 da parte dei media non pare assolutamente giustificato.
Abbiamo ragione di credere, sulla base dei dati ufficiali relativi all’incidenza dell’epidemia sul numero di decessi, che vi siano poteri interessati a creare il panico tra la popolazione con il solo scopo di imporre permanentemente forme di inaccettabile limitazione delle libertà, di controllo delle persone, di tracciamento dei loro spostamenti. Queste modalità di imposizione illiberali preludono in modo inquietante alla realizzazione di un Governo Mondiale fuori da ogni controllo”.
Di seguito trovate il testo, nelle diverse lingue, e la lista dei firmatari. Buona lettura.

§§§

Italiano

 
APPELLO PER LA CHIESA E PER IL MONDO
ai fedeli Cattolici e agli uomini di buona volontà
Veritas liberabit vos.
Gv 8,32
In un momento di gravissima crisi, noi Pastori della Chiesa Cattolica, in virtù del nostro mandato, riteniamo nostro sacro dovere rivolgere un Appello ai nostri Confratelli nell’Episcopato, al Clero, ai Religiosi, al Popolo santo di Dio e a tutti gli uomini di buona volontà. Questo Appello è sottoscritto anche da intellettuali, medici, avvocati, giornalisti e professionisti che ne condividono il contenuto, ed è aperto alla sottoscrizione di quanti lo vogliono fare proprio.
I fatti hanno dimostrato che, con il pretesto dell’epidemia del Covid-19, si è giunti in molti casi a ledere i diritti inalienabili dei cittadini, limitando in modo sproporzionato e ingiustificato le loro libertà fondamentali, tra cui l’esercizio della libertà di culto, di espressione e di movimento. La salute pubblica non deve e non può diventare un alibi per conculcare i diritti di milioni di persone in tutto il mondo, e tantomeno per sottrarre l’Autorità civile al proprio dovere di agire con saggezza per il bene comune; questo è tanto più vero, quanto più crescenti sono i dubbi da più parti avanzati circa la effettiva contagiosità, pericolosità e resistenza del virus: molte voci autorevoli del mondo della scienza e della medicina confermano che l’allarmismo sul Covid-19 da parte dei media non pare assolutamente giustificato.
Abbiamo ragione di credere, sulla base dei dati ufficiali relativi all’incidenza dell’epidemia sul numero di decessi, che vi siano poteri interessati a creare il panico tra la popolazione con il solo scopo di imporre permanentemente forme di inaccettabile limitazione delle libertà, di controllo delle persone, di tracciamento dei loro spostamenti. Queste modalità di imposizione illiberali preludono in modo inquietante alla realizzazione di un Governo Mondiale fuori da ogni controllo.
Crediamo anche che in alcune situazioni le misure di contenimento adottate, ivi compresa la chiusura delle attività commerciali, abbiano determinato una crisi che ha prostrato interi settori dell’economia, favorendo interferenze di poteri esteri, con gravi ripercussioni sociali e politiche. Queste forme di ingegneria sociale devono esser impedite da chi ha responsabilità di governo, adottando le misure volte alla tutela dei propri cittadini, di cui essi sono rappresentanti e nel cui interesse hanno il grave obbligo di operare. Si aiuti parimenti la famiglia, cellula della società, evitando di penalizzare irragionevolmente le persone deboli e gli anziani, costringendoli a dolorose separazioni dai propri cari. La criminalizzazione dei rapporti personali e sociali deve
essere inoltre giudicata come inaccettabile parte del progetto di chi promuove l’isolamento dei singoli per poterli meglio manipolare e controllare.
Chiediamo alla comunità scientifica di vigilare, affinché le cure per il Covid-19 siano promosse con onestà per il bene comune, evitando scrupolosamente che interessi iniqui influenzino le scelte dei governanti e degli organismi internazionali. Non è ragionevole penalizzare rimedi rivelatisi efficaci, spesso poco costosi, solo perché si vogliono privilegiare cure o vaccini non altrettanto validi ma che garantiscono alle case farmaceutiche guadagni ben maggiori, aggravando le spese della sanità pubblica. Ricordiamo parimenti, come Pastori, che per i Cattolici è moralmente inaccettabile farsi inoculare vaccini nei quali sia impiegato materiale proveniente da feti abortiti.
Chiediamo parimenti ai Governanti di vigilare perché siano evitate nella maniera più rigorosa forme di controllo delle persone, sia attraverso sistemi di tracciamento sia con qualsiasi altra forma di localizzazione: la lotta al Covid-19, per quanto grave, non deve essere il pretesto per assecondare intenti poco chiari di entità sovranazionali che hanno fortissimi interessi commerciali e politici in questo progetto. In particolare, deve essere data la possibilità ai cittadini di rifiutare queste limitazioni della libertà personale, senza imporre alcuna forma di penalizzazione per chi non intende avvalersi dei vaccini, dei metodi di tracciamento e di qualsiasi altro strumento analogo. Si consideri anche la palese contraddizione in cui si trova chi persegue politiche di riduzione drastica della popolazione e allo stesso tempo si presenta come salvatore dell’umanità senza avere alcuna legittimazione né politica né sociale. Infine, la responsabilità politica di chi rappresenta il popolo non può assolutamente esser demandata a tecnici che addirittura rivendicano per se stessi forme di immunità penale a dir poco inquietanti.
Richiamiamo con forza i mezzi di comunicazione ad impegnarsi attivamente per una corretta informazione che non penalizzi il dissenso ricorrendo a forme di censura, come sta ampiamente avvenendo sui social, sulla stampa e in televisione. La correttezza dell’informazione impone che si dia spazio alle voci non allineate al pensiero unico, consentendo ai cittadini di valutare consapevolmente la realtà, senza esser pesantemente influenzati da interventi di parte. Un confronto democratico e onesto è il migliore antidoto al rischio di imporre subdole forme di dittatura, presumibilmente peggiori di quelle che la nostra società ha visto nascere e morire nel recente passato.
Ricordiamo infine, come Pastori cui incombe la responsabilità del Gregge di Cristo, che la Chiesa rivendica fermamente la propria autonomia nel governo, nel culto, nella predicazione. Questa autonomia e libertà è un diritto nativo che il Signore Gesù Cristo le ha dato per il perseguimento delle finalità che le sono proprie. Per questo motivo, come Pastori rivendichiamo con fermezza il diritto di decidere autonomamente in merito alla celebrazione della Messa e dei Sacramenti, così come pretendiamo assoluta autonomia nelle materie che ricadono nella nostra immediata giurisdizione, come ad esempio le norme liturgiche e le modalità di amministrazione della Comunione e dei Sacramenti. Lo Stato non ha alcun diritto di interferire, per nessun motivo, nella sovranità della Chiesa. 
La collaborazione dell’Autorità Ecclesiastica, che mai è stata negata, non può implicare da parte dell’Autorità Civile forme di divieto o di limitazione del culto pubblico o del ministero sacerdotale. I diritti di Dio e dei fedeli sono suprema legge della Chiesa cui essa non intende, né può, abdicare derogare. Chiediamo che siano tolte le limitazioni alla celebrazione delle funzioni pubbliche.
Invitiamo le persone di buona volontà a non sottrarsi al loro dovere di cooperare al bene comune, ciascuno secondo il proprio stato e le proprie possibilità e in spirito di fraterna Carità. Questa cooperazione, auspicata dalla Chiesa, non può però prescindere né dal rispetto della Legge naturale, né dalla garanzia delle libertà dei singoli. I doveri civili cui i cittadini sono tenuti implicano il riconoscimento da parte dello Stato dei loro diritti.
Siamo tutti chiamati ad una valutazione dei fatti presenti coerente con l’insegnamento del Vangelo. Questo comporta una scelta di campo: o con Cristo o contro Cristo. Non lasciamoci intimidire né spaventare da chi ci fa credere che siamo una minoranza: il Bene è molto più diffuso e potente di quello che il mondo vuole farci credere. Ci troviamo a combattere contro un nemico invisibile, che separa tra di loro i cittadini, i figli dai genitori, i nipoti dai nonni, i fedeli dai loro pastori, gli allievi dagli insegnanti, i clienti dai venditori. Non permettiamo che con il pretesto di un virus si cancellino secoli di civiltà cristiana, instaurando una odiosa tirannide tecnologica in cui persone senza nome e senza volto possono decidere le sorti del mondo confinandoci ad una realtà virtuale. Se questo è il progetto cui intendono piegarci i potenti della terra, sappiano che Gesù Cristo, Re e Signore della Storia, ha promesso che «le porte degli Inferi non prevarranno» (Mt 16:18).
Affidiamo i Governanti e quanti reggono le sorti delle Nazioni a Dio Onnipotente, affinché li illumini e li guidi in questi momenti di grande crisi. Si ricordino che, come il Signore giudicherà noi Pastori per il gregge che Egli ci ha affidato, così giudicherà anche i Governanti per i popoli che essi hanno il dovere di difendere e governare.
Preghiamo con fede il Signore perché protegga la Chiesa e il mondo. La Vergine Santissima, Aiuto dei Cristiani, possa schiacciare il capo dell’antico Serpente e sconfiggere i piani dei figli delle tenebre.
Il sito sarà attivato l’8 Maggio.
8 Maggio 2020
Madonna del Rosario di Pompei
Per aderire all’appello: www.veritasliberabitvos.com


AMDG et DVM