mercoledì 19 giugno 2019

E' lezione grande

QUADERNETTI  di Maria Valtorta

CAPITOLO 711



18 novembre 1947

   Ore 9 ant.
   Dice Gesù

   «Ascolta bene, perché è lezione grande. 
   Il nome più giusto della Messa come voi ormai la dite, o Sacrificio dell'Altare, è "Frazione del Pane". Perché la Messa si è iniziata la sera del Giovedì. Perché la Messa è il perpetuo ricordo dell'amore mio che supera l'ora e il momento. La Passione, la Crocifissione, la Morte furono l'ora e il momento storico del mio amore: l'Eucarestia è il sempre del mio amore per voi. Perché la Messa è l'immolazione del Cristo, non solo come contemplata solo in rapporto alla consumazione materiale del sacrificio con le sofferenze, le ferite, le battiture, la crocifissione, la morte, date dagli uomini, patite da Me rassegnatamente, in ubbidienza al volere del Padre per la salute del mondo, ma l'immolazione amorosa e volontaria di un Dio, del Verbo che si frange a darsi Pane, Cibo agli uomini, umiliandosi più ancora che perla morte di Croce. 

   E non paia parola ingiusta. Pensate a chi talora mi riceve, in chi scendo, Io Dio, Io Puro, Io Santo. Ho iniziato le fusioni di Me con sacrileghi, peccatori, ribelli ai Dieci Comandi del Sinai e ai miei Due Comandi d'amore, al tavolo della Cena, scendendo in Giuda, e da allora labbra impure, calde ancor di lussuria, labbra bestemmiatrici del Padre mio, cuori omicidi, esseri in cui è negazione, eresia, commerci infernali, febbri di concupiscenze, tutto il marciume dell'uomo decaduto, tutta la falsità dei falsi sentimenti e delle calcolanti esibizioni di una fede,che non è vera in loro, accolgono il Santo dei Santi, il Puro dei puri, il Perfettissimo. Gli orrori che si consumano all'altare solo Dio, e chi è con Lui nel Cielo, li conoscono, e sono ben più grandi, immensamente più grandi delle onde sacrileghe del Venerdì Santo... 

   La Messa è la Frazione del Pane. È il sacrificio eucaristico. Sì. Ricorda anche il Sacrificio del Calvario. Perché Io al tavolo della Cena ho detto, contemplando già il mio Corpo immolato e il mio Sangue sparso per gli uomini: "Questo è il mio Corpo e questo è il mio Sangue, il Sangue del nuovo Testamento eterno che per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati"1. Ma la Messa è soprattutto il sacrificio del mioamore, il ricordo e la perpetuazione del mio divinamente, e perciò infinitamente, folle amore per gli uomini. 

   E la Frazione del Pane, o se più vi piace chiamarla: Messa, è quella che avete avuta nella visione della Pasqua supplementare, quando Io, Io stesso insegnai al Vescovo della Chiesa di Cristo e al Vescovo di Gerusalemme: Pietro e Giacomo d'Alfeo, a celebrarla. 
   Dopo la cena dei fratelli la consumazione del mio Corpo e del mio Sangue, lasciati, per infinito amore, in Cibo e Bevanda di salute; quel Corpo e quel Sangue che per grazia del Signore i miei sacerdoti possono invocare dal Cielo; né Corpo e Sangue si ricusano all'invocazione sacerdotale, per transustanziare il pane e il vino in Corpo e Sangue di Gesù Cristo; in Gesù Cristo perciò, vivo, vero, completo, presente nelle Specie consacrate, transustanziate in Santo Corpo e Sangue, Anima di Gesù, e Divinità di Verbo di Dio, Uno col Padre e con l'Amore. 
   Dopo l'agape fraterna, coi fratelli della Terra, coi santi fratelli, tra santi fratelli che l'amore faceva uguali, benché vi fossero i maggiori: i sacerdoti, e i piccoli: i fedeli, l'unione col Fratello Divino, con Colui che non sa che amare e che chiede amore e unione coi suoi amati. 

   Necessità di istruzione occorre tenere presente che gli Apostoli, i diaconi, i sacerdoti dei primi secoli dell'era cristiana, erano nella condizione di istruire i pagani, ossia dei veri analfabeti nella Religione Santa necessità di istruzione fece aggiungere alla Frazione del Pane, così semplice e breve, le istruzioni per coloro che aspiravano al Cristianesimo, onde entrassero nell'Ovile di Cristo conoscendo il Pastore e la Sapienza, conoscendo la Legge antica ed eterna e la Parola del Maestro. Ed ecco l'introduzione della lettura delle epistole apostoliche e del Vangelo. Nei primi tempi, proprio agli inizi, in luogo della lettura era la predicazione diretta, ossia il racconto dei tempi antichi, o i consigli verbali apostolici, o l'istruzione verbale dei libri sapienziali, e così pure la verbale narrazione delle mie opere nei tre anni di vita pubblica, della mia nascita, morte e risurrezione. 

   Poscia, aumentando le Chiese, ed essendo insufficiente il numero di veri testimoni oculari: Apostoli e discepoli, per il numero delle Chiese, e inoltre essendosi, nella ripetizione di discepoli, pieni di buona volontà ma soggetti alle manchevolezze dell'uomo, alle involontarie variazioni di episodi, alle arbitrarie interpretazioni fatte con fine retto, ma... umanamente, i Capi del Sacerdozio vollero testi fissi da leggersi nelle adunanze, e poscia spiegarsi ai catecumeni nella parte di adunanza che precedeva alla Frazione del Pane e alla orazione del Pater, così come Io la intonai alla Prima Frazione, alla presenza dei fedeli, nella seconda Pasqua supplementare2dopo la consumazione delle Specie. 

   Veramente Io allora ho fatto precedere la Comunione all'orazione. Da secoli si fa il contrario. E credete di far bene. Non è peccato farlo. Ma, riflettete. Cosa è il Pater? La preghiera di Gesù al Padre. La preghiera divina che Io ho insegnata agli uomini. La preghiera perfetta. Non ci fosse che quella, e non fosse detta bene altro che quella, tutto avreste, o uomini, per il vostro spirito e la vostra carne, e tutto dareste a Dio, diciò che Dio gradisce, se voi viveste il Pater. 
   Io ho detto: "Padre nostro". Con pieno diritto potevo dire alla Prima Persona: Padre. Voi,... per quanto Dio vi sia Padre, con molto meno diritto lo potete dire perché troppe poche volte riflettete in voi e nelle vostre opere la divina somiglianza col Padre. Peccati e inclinazioni deturpano in voi l'effigie paterna, talora sino ad annullarla affatto. 

   Ed ecco: Io in voi mi trasfondo, in voi vengo, a voi mi assimilo, vi deifico al contatto mio, vengo nelle Specie e sono in voi, e voi potete voce d'uomo fusa alla voce del Figlio di Dio, animo infuocato per l'amore che Io meco porto, santificato (parlo di chi mangia il Pane del Cielo non sacrilegamente) altare che canta e profuma per l'Olocausto che gli splende sopra: il Corpo dell'Agnello di Dio voi potete dire "Padre" al Padre, con pieno diritto, avendo in voi il Figlio del Padre e Fratello vostro; voi potete orare sapendo ciò che dite; voi potete offrire e chiedere con perfetta potenza: vi do la mia Potenza vivendo in voi. 

   Preghiera santa perché detta in momento che la Grazia: il Cristo, così come ha transustanziato le specie in suo Corpo e Sangue, Anima e Divinità, così fa del suo Corpo e Sangue il vostro cibo; si trasformano le specie eucaristiche in voi, in sangue vostro, in carne vostra, voi vivete di Me, anche nella carne mortale... Ecco perché il Viatico ai morenti è sempre Vita, anche se talora non è vita aggiunta alla vita finita, ecco perché in te, anima mia, l'Eucarestia è la vita che ti tiene viva. Io il tuo olio che si riversa nella lampada esausta del tuo corpo e ti tiene viva. Io il tuo Medico. Io il tuo Datore di sangue. Io il tuo Signore che ti voglio: lampada mia, mia eco in questo mondo spento, gelido, tenebroso, muto di voci benedette. 

   Le altre parti della Messa sono assimilazioni, e talora necessità, venute da eresie sorte nei secoli e che andavano combattute. Assimilazioni di palpiti, oh! tutti buoni, di servi miei, i quali, per la tendenza propria dell'uomo di amplificare, appesantire e arruffare le cose, hanno aggiunto, amplificato, appesantito, e anche arruffato, specie per le piccole anime, la così bella, semplice, iniziale Frazione del Pane, e la così divinamente ispirata Adunanza catacombale. Ma lo hanno fatto volendomi onorare, amare e far amare, e perciò hanno fatto opera buona, sebbene non necessaria né utile al Rito. 
   Sono le soprastrutture dei tempi di pace religiosa. Credete di non essere in tempi di pace religiosa solo perché siete calunniati e scherniti e perché qualche sacerdote cade sotto la furia di un figlio di Satana? Oh! non sapete! Quando verranno i tempi profetizzati, coloro che saranno credenti e sapranno dei tempi d'ora, potranno dire: "Ad essi era pace, per noi è guerra atroce". E non saranno più possibili le soprastrutture. Non resisteranno alle catapulte dei satana. Né i fedeli avranno tempo di rifarle quando saranno cadute. 
   Ma resterà l'essenziale, l'immutabile: la Frazione del Pane, l'Adunanza fra i fedeli, perché quelle vengono da Me e dallo Spirito Santo che ispirò gli Apostoli. E ciò che viene da Noi è eterno. 

   Questa la lezione. 

   Darai al novello Isacco
3 questi fogli, così come sono stati scritti sotto mia dettatura, riservandoti di copiarli dopo, nelle direzioni. Dirai a lui di copiarli a macchina e rimandarti la copia da Roma, perché tu la trascriva, o unisca alle direzioni. Così vedrà che gli voglio bene e che quando Io ti detto, e ti do la forza di seguirmi talora non te la do piena per motivi miei imperscrutabili tu non sbagli una parola.         
   E ora riposa nel tuo duplice ardore: di amore per Me e di febbre per te. Sta' in pace, anima mia».


   1 16 Mt 26, 26-28

   2 seconda Pasqua supplementare dovrebbe intendersi: seconda Pasqua, quella supplementare. È descritta nel capitolo
 636 dell'opera "L'Evangelo come mi è stato rivelato".

   3 Isacco, che nell'opera sull'Evangelo è uno dei pastori della Natività, divenuto poi discepolo, era il nome dato a Padre
 Berti, così come 'Lazzaro, fratello di Marta e Maria di Betania, era stato la figura attribuita a Padre Migliorini.





AMDG et DVM

Santa Giuliana Falconieri


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Santa Giuliana apparteneva ai nobili Falconieri. Nella culla, tra i vagiti, pronunciò spontaneamente il nome di Gesù e di Maria. 

A quattordici anni, rifiutò le nozze e una sostanziosa eredità. 

Fece voto solenne di verginità nelle mani di san Filippo Benizi, e ricevette da lui, per prima, l'abito religioso delle Mantellate. 

Vedendo che molte altre giovani nobili la stavano seguendo e che la stessa sua madre le chiedeva di essere educata da lei. 

Giuliana fondò l'ordine delle Mantellate. 
Si distinse per la sua umiltà, per il desiderio di preghiera e per la sua mortificazione. 

Ammalata, non riusciva a deglutire nulla, e perciò non le era possibile ricevere la Comunione che tanto desiderava. Allora pregò un sacerdote di posarle l'Ostia sul petto. Quando il sacerdote gliela accostò, subito l'Ostia scomparve e Giuliana spirò sorridente.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Bello ciò ch'è scritto in q.link:
http://servidimaria.net/sitoosm/it/testi-osm/Igf.pdf

AMDG et DVM

martedì 18 giugno 2019

UNA LETTERA . Consegnata nelle mani di don A. Bea. Forse mai giunta nelle mani di papa PIO XII.

QUADERNETTI di Maria Valtorta 

CAPITOLO 753

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23 dicembre 1948

   Ore 11 ant.ne 

   Per S. Santità. Dice l'Eterno Padre

   «Invoca il mio Spirito e leggi. Leggi ciò che ti può illuminare. Leggi le parole di quelli che videro un tempo, un altro tempo, e un altro ancora. Il tempo prossimo a loro. Il tempo del mio Verbo fra gli uomini. Il tempo vostro. Questo. Leggi e vedi. 
   L'inferno avanza. E nella Chiesa (per Chiesa intende la società di tutti i cristiani cattolici) del mio Cristo non c'è più quella santità che spronerebbe il Dio delle Vittorie a mandare i suoi angeli a sconfiggere i demoni. 
   La Chiesa del mio Cristo, male interpretando la parola del suo Divino Fondatore, si crede tanto forte, tanto invulnerabile da non curare più, nella maggioranza dei suoi membri, e anche nei membri più eletti, la pratica di quelle azioni che le farebbero amico Iddio. Presume. Si sente superiore a tutto e tutti. Dice: "Io sono stabilita. Nulla prevarrà su me"
   No. Sappiate comprendere le parole di Dio. Non ricadete negli errori voluti degli antichi scribi, i quali vollero interpretare le profezie e promesse di Dio secondo che piaceva al loro stolto orgoglio di Popolo eletto, che si credeva stabilito in tale elezione sino alla fine dei tempi, quale che fosse la sua maniera di vivere. Il suo errore lo fece decadere, trarre allo sterminio, alla dispersione, alla persecuzione. E da 20 secoli espia l'errore che volle volere. 
   L'inferno non prevarrà qualora la Chiesa sia santa come il suo Eterno Pontefice le impose d'essere. 

   Guardate indietro nei secoli. A tempi di decadenza spirituale del corpo mistico, specie nelle sue membra docenti, corrispondono separazioni di parti, morti di membra discenti. 
   L'inferno prevale in parte più grande, o meno grande, a seconda che la Chiesa si spoglia della santità, e quindi dell'aiuto di Dio. È sempre prevalere, anche se non è distruggere. E nella sua vita secolare la Chiesa mai conobbe un momento simile a questo di languore là dove non è di corruzione, di triplice corruzione e mai un simile assalto infernale. 
   Leggi Giovanni nella sua Apocalisse1E che sono le stelle che per una terza parte Satana riesce a far precipitare dal loro Cielo, dal Cielo della Chiesa? 
   Chi se non coloro che, per avermi testimoniato fedelmente, vengono uccisi dalla Bestia uscente dall'abisso? E chi se non coloro che, eletti a luminari nella Chiesa, si sono fatti luci spente? Chi se non i pastori tramutati in idoli per il loro presumere? Chi se non il sale corrottosi in veleno per i piccoli che vedono e si allontanano con disgusto e languiscono o periscono? 
   Troppi pastori sono idoli quali li descrive Baruc nel suo c. VI. Molte, troppe sono travolte, delle stelle della Chiesa2Alcune, le prime, dall'ira degli anticristi, e sono i migliori, e sono gloriosi martiri nel mio Regno. Ma più ancora sono le seconde dalle blandizie di Satana. E la nuova Gerusalemme diventa Babilonia, e di Babilonia avrà la sorte. 

   Oh! spirito del mio Cristo, spirito perfetto di Perfettissimo Pastore, vita vera della sua Chiesa, come l'ha disperso e soffocato il volere degli uomini in cui più forte è la legge della carne di quella dello spirito, invano da Dio infuso con la pienezza dei Suoi doni! 
   Prendi e leggi, invocando questo mio Spirito. Leggi i profeti. Leggi Ezechiele nel c. 8°, nel 9°, nel 16°3E leggi Isaia il c. 19°. Egitto diviene chi più non sa essere Gerusalemme, Chiesa, Santità. E leggi, leggi, rileggi, medita il c. 22° di Isaia. 
   Troppi Sebna prefetti indegni del Tempio (per Tempio vuol dire il Clero addetto alle chiese) sono oggi nel Tempio, perché Dio possa dimorare col suo Spirito in esso, ponendo con la sua Presenza lo scudo invincibile, la corazza intangibile, la difesa che non crolla. Anzi Dio lascerà che il Male avanzi e purifichi, sotto i suoi orrendi strali, coloro che dèi si fanno, adorandosi nel loro potere, nel loro intelletto, nel loro giudizio. 
   Oh! miseri! Che sono senza di Me? Come giudicano Me e i miei Voleri perfetti se non sanno giudicare se stessi, e pentirsi e rinascere nello spirito di Dio? 
   Leggi, leggi, rileggi, medita, trema, piangi. Il tempo di Sebna sovrasta. Molta parte della Chiesa vi è già travolta, lanciata come palla in mezzo alle turbe scatenate. 

   Questo da anni avevo già detto al portavoce, perché ti fosse detto. Questo dico oggi a Te, Vicario del mio Cristo e servo mio. Sì. Perché Io sono Iddio. E niuno è più grande di Me. Tutti servi rispetto a Me: il Signore. Tutti un nulla davanti al mio Divino Tutto. 
   Tu, tu almeno, non essere come troppi. Separa il tuo volere dal loro, onde non farti complice loro.Tu, mio servo; ma essi servi tuoi, e Tu Capo Supremo. E la tua parola scioglie e lega, seconda soltanto alla Mia che, poiché Tu mi servi in santità e amore, alla tua si unisce, perché sia Dio che parla sulle tue labbra di Pontefice. 
   Hai nelle mani le verghe e nello spirito la Sapienza. Io te le ho date quando ti ho eletto. Usa il potere e il sapere come ti conviene, e non disgustare il tuo Signore che ha voluto contrassegnare il tuo Papato di un dono straordinario: la Buona Novella nuovamente evangelizzata, a conferma dell'antica di secoli, a tuo aiuto, o Padre della Cristianità, e ad aiuto di tutta la cristianità contro la quale avanza il Dragone maledetto. 
   Non crollare Tu pure il capo. Non dire: "Non c'è proporzione fra il dono e l'insidia", come dicono alcuni e ti tentano a dirlo. Non offendere Me che ho generato il Verbo. Me che sono il Potente, e tutto posso se voglio. E Padre sono, e se un figlio mi ubbidisce Io lo soccorro. Quale che sia la misura dell'insidia che lo assale. 
   Non guardare al mezzo per cui ti venne il dono della Parola che viene in soccorso di chi crede, di chi dubita, ed anche di chi non crede. Il mezzo ha ubbidito nel servire la Parola e agli ordini ricevuti da Dio. E per questo a Te si è rivolto. Perché Tu faccia ciò che Dio vuole. Ma se Tu respingi il mezzo, non tanto lui colpisci e contro lui, innocente, pecchi; quanto Me colpisci, Noi, che siamo Un solo Dio nella Nostra mirabile Trinità, e pecchi contro l'Amore. 
   Perché l'Amore, il nostro Trino Amore, volle dare al tuo Ponteficato questo: la Parola di Dio. E se Tu resisti al mio Volere d'amore ripeti il gesto dei Principi dei Sacerdoti, dei Sinedristi, dei Farisei, Sadducei e Scribi, che non si piegavano alla Carità evangelizzante e la perseguitavano e condannarono prima dell'ora segnata per il Suo Martirio 


   Io ti dico: leggi ancora Giovanni, c. 11°49. È detto là che quando il Sinedrio stabilì la condanna di Gesù, Gesù si ritirò ad Efraim. Dio si allontana quando l'Umanità lo respinge. Però anche da quel momento fu segnata la sorte del Tempio e della Città, la loro distruzione e la persecuzione di coloro che avevano perseguitato la Parola. Ad atto di giustizia e amore, risponde amore e giustizia. 
   Ed Io, che sono il Signore, dico a Te: "Tu, voi tutti, della mia difesa avete bisogno più ancora di quanto in 20 secoli non ne abbiano avuto i vostri predecessori, e di quanto non ne abbiano gli agnelli del gregge. Perché prima saranno percossi i Pastori per disperdere poi il gregge". 
   Propiziati il Signore Iddio tuo. Tu puoi. Sei il Pontefice. Non hai scuse al tuo non fare. 
   Non imitare Pilato, o avrai la sorte di Pilato, che non fu giustificato dalla simbolica lavata di mani4. Egli alla giustizia come e più che se avesse condannato senza chiedere che altri condannasse. Più, perché essendo colui che poteva, doveva saper far tacere le lingue peccatrici. 
   Non disconoscere Colui che parla nell'opera. Sarebbe un giudizio per Te. E conoscendolo, servilo col farlo conoscere. Sarà una gloria per Te. 
 Non sprezzare questo avviso, anche se ti viene col mezzo di una creatura. Altri tuoi predecessori ascoltarono i miei mezzi. E se la Chiesa è ancora Romana è perché un Pontefice si arrese a Caterina
   Sii giusto, onde avere alleato il tuo Signore contro l'Anticristo che avanza»


***
   A me: «Lo Spirito parla là dove deve: allo spirito. Ma l'uomo non è solo spirito. E troppe sono le cose che aggravano il suo spirito. Onde darai al suo consigliere queste parole e se ciò ancor non bastasse piangerebbe il Cielo tutto». 

   Chiedo: «Come dare? Ho paura e impossibilità di farlo»

   Risponde: «Verrà chi prenderà queste parole e le porterà senza indugio, per Volere mio, al Confessore e Consigliere di Papa Pio». 

   «E io passerò dei guai», penso [piango?] io

   E l'Eterno: «E mi servirai e ti amerò in proporzione della sofferenza che provi nell'eseguire. Sei Daniele fra i leoni5. Ma Dio trasse Daniele incolume di là e fu esaltato il Signore anche da quelli fino allora a Lui nemici, perché venne riconosciuto per il Vero Dio. Non temere. Tutto passa ma il mio amore è eterno per chi mi ama e serve».

   1 Ap 12, 4
   2 Bar 6
   3 Ez 8, 9, 16 Is 19, 22
   4 Gv 11, 54
   5 Mt 27, 24
Dn 6, 11-24


AMDG et DVM

Pagine di fuoco. Pagine per lo più ancora sconosciute.

QUADERNETTI : CAPITOLO 724

di Maria Valtorta

25 aprile 1948

   Ho nella notte pregato e sofferto e offerto il soffrire perché Gesù mi dettasse le cose dette i giorni scorsi. Temo di non saperle ripetere bene, e più ancora temo che dette da me, a voce, non siano credute come avvisi soprannaturali. Gesù mi esaudisce e detta

   «I nemici sono nell'ombra. Non vinti, anzi più attivi che mai per vendicarsi e nuocere. Può dirsi ora parte del significato della profezia di Isaia1 a Sobna, e dire che si faccia ciò che voglio, o ciò che è nella profezia avverrà senza fallo, un giorno più o meno prossimo, a seconda che i membri della mia Chiesa docente e militante, dal mio Vicario al laico di A. C., e al laico cattolico soltanto appartenente alla Chiesa,senza essere membro di alcuna Congregazione, Associazione e terz'Ordine, ma animato dalle tre teologali virtù e dalla "vita" che è nei Comandamenti e nel Vangelo, faranno secondo che Io voglio. 

   Gridare: "Gesù, salvaci che noi periamo2", quando la bufera già prende di traverso la barca di Pietro, può ottenere il miracolo una volta. Ma non si deve abusare della misericordia mia e attendere solo da Me soccorso, e nel momento che può esservi naufragio. Armate naviglio e naviganti mentre ne avete tempo e modo. 

   Tornate ai metodi catacombali, così come avevo detto al piccolo Giovanni dal 20 novembre 1943. Uscite dalla nicchia nella pietra. Uscitene per umilmente, faticosamente, caritativamente operare. Se non lo farete non vi servirà nicchia elevata, torre di diaspro, porfido e acciaio, a salvarvi, quando l'Anticristo, non combattuto con le armi di vittoria da voi e [non] vinto nel cuore di molti, soffierà il suo nemico vento, e coloro che meditano nel loro cuore di "lanciarti, o Pietro, come una palla in piazza larga e spaziosa e là farti morire3" la piazza: quella di S. Pietro, dall'alto della quale Tu, Vicario mio (perpetuo Vicario da Pietro all'ultimo dei Papi) parli e benedici, o sempre solo buono, solo Pastore d'amore anche in queste epoche di lupi d'orrore si muoveranno a farlo, capitanando i traviati, gli illusi, gli ignoranti, coloro che le demagogie, ma non esse soltanto, bensì e più ancora l'inerzia, l'indifferenza, lo stolto sdegno, l'inutile orgoglio, la viltà di un clero che non è più lucerna sul monte e sale atto a dar sapore agli animi, hanno scristianizzato. Lo faranno se voi dormirete. 

   E se lasciate che sia levato Cristo dal cuor degli uomini, chi vi subentrerà? L'Anticristo. Ciò è legge. E guai a voi per questo. 
   La valanga, una volta che si è formata e mossa, nulla la trattiene nella sua corsa fatale. Solo una potenza che la penetra e disgrega in piccole parti ne rende nullo Tessersi formata e messa in moto per distruggere. Siate, voi Sacerdoti, la potenza che penetra e rompe la valanga che si è formata e che, se inizia la sua marcia, vi stritolerà. Siatelo, voi cattolici al servizio della Chiesa e in cooperazione del Sacerdozio. Ma non siatelo come sin qui

   Siatelo, lo ripeto, come al tempo catacombale. Allora i Sacerdoti, gli stessi Papi, vivevano fra il popolo. E non solo fra il popolo cristiano. Anche fra i pagani vivevano, mescolati ad essi, guadagnandosi il pane nelle diverse occupazioni manuali o civiche, coronate, la sera, dalla Frazione del Pane, dall'Adunanza fra i fedeli. Erano nei palazzi imperiali, nelle dimore patrizie, come fra i tagliapietre, scaricatori, tessitori, gualchierai, follatori, coltivatori del popolo minuto, o fra i medici e i pedagoghi. E quelli che per nascita e censo non avevano necessità di lavoro, andavano ogni giorno in umili vesti a compiere le opere di misericordia nei quartieri più poveri. 
   
E tutti predicavano con la parola, e più ancora con l'esempio, la mia dottrina. Né già predicavano   su un testo fisso, secondo le regole oratorie. Ma parlando semplicemente ad uno o più viandanti o compagni di lavoro, e tutto serviva a parlare di Me, insinuando dolcemente la conoscenza di Gesù Cristo e del Vangelo, con pazienza, con amore, con costanza. 

   Non li spaventava il disagio e non il pericolo. Persino nelle cavee dei Circhi, persino nelle carceri e tribunali, ossia nei luoghi dove potevano essere sbranati, come agnelli da lupi, dalla folla inferocita, penetravano a portare la Parola, i Sacramenti, le benedizioni ai cristiani prossimi al martirio, e a conquistare spiriti pagani al Cristo. 
   Non facevano della demagogia politica. E soprattutto non la facevano in momenti delicati di malcontenti popolari o di mutamenti di imperatori. Facevano della vita cristiana. Questa sola. E vera. E trascinavano sulla loro via, ossia sulla mia via. 
   In verità si può dire, come la sposa del Cantico, che i pagani correvano dietro a Me attirati dal buon odore di Cristo che i miei discepoli: veri altri Cristi, lasciavano dietro di essi, passando fra la corruzione e l'errore per scacciarli ed instaurare il Cristo. 

   Papi, Vescovi, preti, diaconi, suddiaconi, coadiuvati da cristiani, non consacrati, militi, matrone, senatori, operai, fanciulli, vergini, così cristianizzavano e cristianizzarono. 
   Per ricristianizzare l'Italia e il mondo di ora, dove vive e si afferma sempre più una dottrina che è peggiore delle false religioni pagane di allora e di quelle ancora più false di ora - perché è dottrina che fa dell'uomo un dio, abolendo ogni ossequio alla Divinità, sentita informemente ma sentita e venerata da pagani e idolatri di ogni tempo e luogo - bisogna vivere quella vita, la vera vita cristiana, così come si legge che era vissuta nei primi tempi cristiani. (Vedere negli Atti degli Apostoli e. 2° 
v. 42-45-46-47, e. 4° v. 32, e. 6° v. 2-3-4-7; e come appare dalle lettere apostoliche nelle quali risulta manifesto l'aiuto dei cristiani coadiutori agli Apostoli e discepoli evangelizzatori, e della vita condotta dal clero sparso fra il popolo: 2a ai Corinti c. 11 v. 27; S. Pietro 1a c. 4 v. 7-8-9, e. 5° v. 23; S. Giuda Taddeo v. 20-21-22-23, tanto per citare qualche punto. E leggete ancora gli atti dei martiri e santi...). 

   Prendete dunque nella milizia della Chiesa, nel Sacerdozio, in quel Sacerdozio che dovrebbe essere tutto santo, ossia eroico, disinteressato, umile, mortificato, puro, tutto pazienza e amore, onde impedire che la parola insidiosa dei nemici della Chiesa trovi conferma nel vostro modo di vivere e se ne scandalizzino i minimi del gregge e si separino dall'Ovile santo per seguire pastori infernali, prendete i più santi, volonterosi, eroici, disposti a tutte le rinunce, a tutti i sacrifici, e sinanche al martirio, e spargeteli, ignoti come gli elementi vitali che sono nell'aria - e l'occhio non li vede, ma se ne giovano le zolle, le piante, gli animali e l'uomo - spargeteli in questa terra d'Italia, a bonificare, poscia a colonizzare, ultimo a seminare a piene mani verità e giustizia. 
   A che cercate lontane terre di missione, se la vostra terra lo è? È detto: "Nessuno è profeta in patria". In verità vi dico che voi lo siete meno di tutti. Pastori orbi siete, perché non vedete ciò che vi circonda e il modo per circoscrivere il male. 
   Vi sembrano piagati dalla gran ferita solo gli idolatri, i pagani, e persino coloro che sono cristiani ma non cattolici, e correte a loro cercando di guarirli e farli "vivi" innestandoli al Corpo mistico. Ma qui, nella vostra patria, non ci sono soltanto dei membri recisi, dei pagani, degli idolatri. Ci sono i senza-Dio, gli anticristi, i satana. Non meditate che se essi aumentassero ancora colpirebbero duramente la Chiesa, il Papato, reciderebbero i nervi motori del gran Corpo Mistico coll'abbattere le Gerarchie, per disorganizzare, gettare paura e scompiglio, provocando una paralisi lunga, pericolosa, della quale ne risentirebbero tutte le membra viventi nel Corpo Mistico, o che attendono da esso vita? 
   Quanto ritardo alla redenzione dei pagani! E quante perdite fra i membri vivi, se ciò avvenisse! Io vedo... 

   Ho detto: bonificare, colonizzare, seminare. Chi bonifica non sta tranquillo in zone dove già la terra è pronta al seme, ma va dove le pietre, le piante, le acque hanno reso sterile, intricata, malsana la terra; e incanala, e sbarba, e brucia, e monda. Poi colonizza, ossia inizia la vita civile dove era zona selvaggia. Per ultimo sparge il seme, pianta, alleva, rende fertile, bella, sana, ricca la plaga prima deserta e pericolosa e il deserto si muta in regione abitata e civile.                       
   In verità molta parte di popolazione è simile a zona selvaggia. Cattiva, ma non sempre per tendenza d'animo. Odiatrice, ma non sempre per tendenza d'animo. Nemica, ma non sempre per tendenza d'animo. Novanta volte su cento lo è per ignoranza. Cattiva perché non conosce la Verità. Odiatrice perché non conosce la Carità. Nemica perché non conosce la Chiesa. 
   E non dico "Chiesa" per dire ciò che essa appare, nei suoi ministri, a troppi e in troppi casi. Sarebbe meglio allora che molte volte non la conoscesse. Dico che non conosce la Chiesa così come Io l'ho fondata, animata dal mio spirito: l'amore, la fratellanza, la paternità. 
   Oh! quella confessione dei pagani dei primi secoli, che non si ode più, o rarissimamente: "Vedete come si amano e come sono virtuosi! Vedete come ci amano!". Per questa constatazione di ciò che erano il clero e i cristiani dei primi secoli il mondo di allora divenne cristiano. Per una constatazione opposta il mondo di ora ritorna pagano, ateo o insatanassato. 
   Prendete i più santi fra voi e spargeteli: briciola di lievito in masse di farina; spargeteli: verità fra la menzogna; spargeteli: luce nelle tenebre create ad arte dai servi di Satana per ordine del loro re; spargeteli: amore là dove l'odio impera. 

   In tempi di eccezione mezzi di eccezione. Li avevo indicati al piccolo Giovanni dal 1943. Ho accennato ad essi, e nell'opera e in altri dettati anche recenti. Lo ripeto ora, non più consiglio ma comando. Molto vi è da innovare se volete salvare. 
   Non state ancorati, incrostati sulle consuetudini che si sono formate nei secoli, ma che non sono quelle che Io ho date ai miei Apostoli e discepoli, e che il Paraclito ha continuato a consigliare alla Chiesa nascente per aiutarne lo sviluppo. 
   Il mondo si evolve. Non in bene. Ma si evolve. Non può la Chiesa stare statica, ma deve, non già adattarsi alla mala evoluzione del mondo, trasformarsi per essere atta a fronteggiare la mala evoluzione del mondo e porvi riparo. Solo nel dogma e nella dottrina deve rimanere immutabile. Nei mezzi di esercitare il suoministero deve adeguarsi alle esigenze del tempo in cui si trova. 
   In tempi di turbamento e di azione anticristiana non è sufficiente più ciò che era sufficiente in tempi di fede, di pace, di reverenziale amore a Dio e alla sua Chiesa. 
Per questo Io dico a voi ciò che David disse a Achimelec4"I vasi dei miei servi sono puri; se il viaggio è profano, sarà santificato nei vasi" ossia: "Prendete dei miei servi santi, e anche se li irradierete in zone profane ciò che è sacro non sarà profanato, ma anzi verrà santificato ciò che verrà in contatto con ciò che è sacro, ossia col mio servo santo". 
   L'essenziale è che il popolo torni a Me. 

   È inutile cantare che Cristo regni, in adunate saltuarie che possono essere giudicate provocatorie. Cantate con la vostra vita e le vostre opere questo regno di Cristo, instauratelo, con paziente opera di maestri d'amore e di medici spirituali, fra gli ignoranti, i folli, i malati di spirito. Siate medici e maestri non solo per i buoni, ma per tutti. Così come Io lo fui. 
   Essere sacerdoti non deve costituire una singolarità che da onori e risparmia da ciò che è castigo dell'uomo: lavoro, fatica, povertà, fame. Io ebbi fame, ed ero Dio. Io ebbi fatica, povertà, lavoro, ed ero Dio. Io vissi nel pericolo, non lo schivai, ed ero Dio. 

   Prendete i più santi fra voi e spargeteli. E contemporaneamente, nel silenzio e nascondimento, una mistica armata li aiuti con la preghiera, la penitenza, il dolore: quella delle anime vittime: i Mosè5 sul monte mentre i Giosuè lottano al piano e vincono con la sola arma del Vangelo e di una vita veramente evangelica, lottano e vincono col e per il Vangelo. E fatelo senza indugio. Non sapete se lo potreste fare ancora fra qualche tempo. 

   Perché in questa terra di Martiri e Santi, dove è il cuore della Chiesa, non si fa ciò che in altre Nazioni già si fa, e con frutto, per amore di Dio e in difesa della Chiesa, della morale, della civiltà cristiana, che è sempre libertà e pace? 
   Volete tutto da Me? Tutto da Maria? Anche voi dovete volere il vostro bene e il bene del mondo tutto. Non vi facciano ebbri le temporanee vittorie. Preghino, soffrano ed offrano i Mosè sul monte per il Clero-missionario in Italia e per i cattolici coadiutori. Lavorino i Sacerdoti missionari in patria       propria e i cattolici coadiutori dei Sacerdoti missionari in patria propria, perché il Vangelo, la Chiesa, i Sacramenti siano antiveleno, vita, luce, verità, diffusi là dove non vanno, a quelli che a voi non vengono, o, se vengono, non capiscono, a quelli che sono peccatori, e anche anticristi, perché "non sanno". 

   Al giorno del giudizio Io, più che a costoro, a voi domanderò: "Perché mi avete lasciato perseguitare?". 
   Perché, in verità, permettere, per tiepidezza o paura o superbia, che l'ignoranza di Me e della mia Verità viva, e si radichi l'errore, è perseguitarmi. Né più né meno di chi lo fa senza malizia, o perché incitato a farlo, o perché incapace di reagire all'incitamento perché privo della capacità di distinguere la verità dalla menzogna, essendo privo della conoscenza della Verità, tenuto nella ignoranza dai servi di Satana per averne delle armate di schiavi, delle masse supine, deliranti di odio, ebbre di false illusioni, ingannate da astute menzogne, da usare contro Cristo e la Chiesa docente e militante. 
   Non permettete oltre che questo avvenga. Andate, scendete, spargetevi fra queste turbe che muoiono, spiritualmente, di fame, e sbriciolate loro il pane della Verità. La mia Parola è verità e vita. Andate. Insegnate. Amate. 
   Ho detto che istruire gli ignoranti, ammonire i peccatori, perdonare le offese, sono opere di misericordia. Fatelo dove più ve ne è bisogno, dove più c'è da faticare, e da vincersi e vincere. 

   Ognuno prenda la sua croce e la porti e la innalzi, dopo aver lavorato e sofferto, sulle nuove posizioni riconquistate al Cristo, così come fanno i soldati per la gloria della propria patria. Il sacerdote è soldato di Cristo e la gloria del mio Regno nel mondo deve essere il suo scopo supremo. 
   Innalzate il mio segno nel cuore degli uomini e Satana fuggirà da loro. Questo e non altro vi salverà. Perché questo è arma spirituale e valida. Satana e i suoi servi sono vinti non dai partiti e dalle parole e atti umani, ma da ciò che è soprannaturale. 
   Fate ciò che Io dico ed Io sarò con voi. 
   Ma dirò con Paolo6"Badate di non resistere a Colui che parla, perché se non scamparono coloro che ricusarono di ascoltare chi parlava loro dalla Terra, molto meno scamperete voi se voltate le spalle a Chi parla dal Cielo"
   Questo, tutto questo era stato detto al mio strumento da molto tempo. Ma per la durezza di cuore di molti Io avevo ordinato la distruzione del dettato da darvi a tempo e luogo. Non tutto di quel dettato è ripetuto in questo. Molta parte resta nel cuore del mio strumento, perché non giungiate ad odiarlo. Altri, più atti di lui a reagire ai vostri giudizi, avranno le parti non dette. Ciò che ho detto basta. E l'ho detto ora che gli avvenimenti e le meditazioni su ciò che poteva accadervi vi hanno fatti più inclini ad ascoltare un consiglio di sapienza e carità divine». 
   A me dice altre cose, che non mi ordina di scrivere, e che ben volentieri non scrivo... 
   Già mi pesa non poco dover eseguire il comando di dare questo dettato a chi Gesù mi indica... e lo ringrazio con tutto il cuore di essersi limitato a ripetere, del tremendo dettato sulla profezia di Isaia a Sobna, solo il v. 18 «per il tempo attuale», dice Gesù, lasciando nel segreto del mio spirito le altre parti «per tempi più lontani ma che verranno», sempre come dice Gesù. 
   Portare in noi una dolorosissima conoscenza è un grande peso doloroso. Poterla dire darebbe forse un sollievo personale. Ma dico «forse». Perché, come ha giudicato il Signore, «sarebbe certo più facile che me ne venisse una corona di tribolazione, non volendo gli uomini accettare che ben difficilmente la verità su cose che non sono di gloria per loro». Perciò: sia benedetto il Signore per aver scelto altre voci (viventi o da venire?) per dire le altre parti.

   1 Is 22, 15-25
   2 Mt  8,25
   3 Is 22, 18
   4 1 Sam 21, 6 (volg. 1 Re 21,5)
   5 Es 17, 9-13
   6 Eb 12, 25

AMDG et DVM