* L’atmosfera che voi respirate, che inavvertitamente vi penetra, non è questo soprattutto che ossigena il vostro sangue e condiziona il vostro funzionamento fisico?
* Un clima di fiducia facilita la serenità, il progresso, lo sforzo. Il fanciullo si sente allora moralmente obbligato a fare meglio che può.
* La diffidenza restringe, crea inibizioni, rende inetti e, peggio ancora, suscita a volte il desiderio di agire male.
* La famiglia non deve diventare, per principio, il luogo dei rimproveri.
* La gioia di vivere, frutto della certezza di essere compreso e amato, ha un posto importante nella vita del bambino. Una madre nervosa, seccante, piagnucolona; un padre burbero, che rientra la sera stanco, non trova nessun piatto di suo gusto, sgrida continuamente, distribuendo senza sufficienti ragioni scapaccioni e punizioni è un ottimo modo per far ripiegare il fanciullo su sé stesso nell’attesa dell’”evasione”. Bisogna che la sera il ritorno di papa sia una festa e non un avvenimento spiacevole, atteso o accettato con filosofia.
* Si può vivere spalla a spalla, amandosi molto, ma restando ugualmente estranei.
* Un clima di fiducia, dove il bambino possa esprimersi liberamente, è molto importante in quanto sono i primi conflitti affettivi che determinano i primi urti di carattere nell’adulto.
* Per far comprendere l’importanza di questi fenomeni di sensibilità, che ci sfuggono perché il più delle volte sono inconsci, basta richiamare l’immagine classica della forza causata dalla pressione. Il nostro sistema nervoso è come una macchina che emette continuamente forza nervosa, che spesso non si può esteriorizzare liberamente. Interdizioni, inibizioni, impotenza ad esprimersi, sin dall’infanzia accumulano nell’individuo una certa pressione, perché l’energia nervosa non esteriorizzata non è affatto soppressa. Proprio come l’eccesso di pressione causa la rottura della caldaia, così l’energia nervosa, non scaricata per le vie normali, cerca altre uscite, impreviste e a volte nocive, ma che fanno abbassare la tensione, divenuta insopportabile per l’organismo. Questa è l’origine di numerosi turbamenti della sensibilità e del carattere. Ora, questi fenomeni sono particolarmente importanti nei fanciulli, molto più di quanto non lo saranno più tardi nell’adulto. Contrariamente a quanto si crede, l’età delle grandi passioni e delle forti tensioni affettive non è l’età adulta. Senza dubbio l’adulto dispone d’una potenza nervosa superiore. Ma ha un ” io “, una personalità cosciente e sufficientemente forte e una intelligenza formata che gli permettono di ragionare e di attutire le scosse. Possiede attività e interessi vari che gli permettono di dirigere altrove o di rimuovere la sua affettività. Il bimbo, invece, è debole e senza mezzi intellettuali per allontanare le sue emozioni. Esse rimangono in uno stato di incoscienza e spesso le subisce senza dominarle. I suoi interessi sono limitati: il padre, la madre, a volte i fratelli, le sorelle, o un educatore. Anche i suoi primi sentimenti sono assoluti, interi e occupano tutto il suo essere con una potenza che non ha eguali.
* Gli adulti credono spesso che i sentimenti dei fanciulli non abbiano grande importanza; ” è troppo piccolo per comprendere “, si dice. Infatti, non comprende sempre chiaramente, ma egli ” sente ” ogni cosa con una acutezza straordinaria, e a volte anche ciò che non è espresso apertamente.
* Le discussioni dei genitori dinanzi a un fanciullo possono talora avere forti ripercussioni sopra lo sviluppo affettivo della sua personalità. In analisi psichiche di adulti si sono trovate tracce di scene avvenute quando gli interessati non avevano che diciotto mesi, a volte anche meno. Non avevano conservato alcun ricordo cosciente, e ci volle la conferma dei genitori ancora viventi per verificare l’esattezza dei fatti così registrati dal cervello del fanciullo.
* Tra genitori e bambini è necessario un vivo contatto affettivo. Una passeggera mancanza di padronanza è meno nefasta di una costante inibizione dell’affettività naturale, il cui calore è indispensabile allo sviluppo della sensibilità del fanciullo. Non è male che le giuste collere del padre si traducano a volte con qualche violenza quando il bambino è cresciuto. E, pur non giustificando l’uso delle percosse, diciamo che quando il padre percuote il figlio vi è almeno tra essi una comunicazione vivente, appassionata.
Perciò questo eccesso è meno costrittivo e più vivificante delle punizioni raffinate che infligge la pseudo dolcezza. La disapprovazione rassegnata o dolorosa di certi genitori, le fredde sanzioni intellettuali, i ricatti alla tenerezza sono ugualmente nocivi quanto le naturali collere paterne. L’essenziale è essere franchi coi ragazzi. A che servono con loro i piccoli sotterfugi e la logica? Essi sono ben più perspicaci di molti educatori.
* Se volete conservare la fiducia del vostro bambino, tenete per voi le sue confidenze e anche le questioni che vi pone. Se mancate a questa legge della discrezione, il bambino un giorno o l’altro finirà per accorgersene. Forse non ve lo dirà (e sarebbe tanto meglio che ve lo dicesse!), ma si sentirà come tradito e, in ogni caso, la sua fiducia sarà scossa.
* Bisogna mantenere sempre le promesse che si fanno ai bambini, poiché il bambino prende sul serio tanto le promesse quanto le minacce, e se si accorge che sono solo parole vuote di senso, penserà che non date importanza a ciò che gli dite. Ne rimarrà colpita la sua dignità, e anche la sua fiducia in voi.
* Non bisogna mai imbrogliare i bambini. L’importanza di questo principio merita di essere sottolineata, poiché vi sono mille modi di essere falsi con un fanciullo. Gli si nascondono dietro vari artifici cose sgradite che bisogna pur introdurre nella sua vita: la visita dal dentista è annunciata come un piacere; una pozione amara è, in partenza, eccellente. Meschini sotterfugi che hanno le più amare conseguenze. In primo luogo il bambino non si lascerà ingannare una seconda volta. Si è voluto ottenere la calma, rendere facile la prova dolorosa; ora, questa pedagogia angusta rende il fanciullo ricalcitrante ad ogni ulteriore intervento. Per l’avvenire, resisterà ad ogni raccomandazione rassicurante, nel timore di un possibile inganno. Quel che è peggio ancora, si è che, perduta ormai ogni fiducia in coloro cui era pronto a credere ciecamente, nelle ore difficili nulla potrà ormai rassicurarlo. Non abbiamo dunque fatto altro che istillargli una disposizione di ansia che è tra le più pericolose per il bambino e per il suo sviluppo interiore. I genitori che prodigano così le bugie pietose con lo scopo di attenuare le verità sgradite, arrivano a suscitare nel fanciullo l’impressione che una spada di Damocle penda continuamente sulla sua testa e che da un momento all’altro possa abbattersi su di lui.
* Inoltre, cosa da non trascurarsi, il bambino resta umiliato nel sentirsi trattato come un bebé, incapace di ricevere e sopportare la verità. E conserverà sempre, verso coloro che lo ingannano, qualche risentimento segreto. Al contrario l’omino cui si dice: “Questo non è molto buono, tuttavia lo inghiottirai d’un fiato, da ragazzo ragionevole“, oppure: “Non ti prometto di non farti male, ma se non ti muovi sarà finito presto tutto, e sono sicuro che non ti dovrò legare le mani e i piedi, come a un bimbo che non comprende“, sentendo queste parole franche e forti, si sente subito fiero della fiducia che gli si concede. Ogni richiamo all’eroismo e alla fierezza, fatto con calma e semplicità sotto il segno della verità e della virilità, è quasi sempre compreso dal bambino.
* Guardatevi dall’ingannare i vostri bimbi e anche dall’illuderli con ragioni o spiegazioni infondate e fallaci, date a casaccio per trarvi d’impaccio o sfuggire a inopportune domande. Se credete non dover dire loro le ragioni di un ordine o di un fatto, vi sarà più facile fare semplicemente richiamo alla loro fiducia in voi, al loro amore per voi, ma non falsificate la verità, o almeno non dite nulla: non potete immaginare quali turbamenti e quali crisi possono nascere in quelle animucce il giorno in cui si accorgeranno che si è abusato della loro naturale credulità.
* Un metodo per guadagnarsi la confidenza del fanciullo è di prenderlo sempre seriamente. Egli non comprende l’ironia; rimane profondamente ferito, anche se non lo manifesta, dal disprezzo e dalla derisione.
* È naturale che il fanciullo veda tutte le cose da un punto di vista forzatamente limitato. Dice espressioni infantili, a volte lepide, a volte ridicole: non bisogna né estasiarsi delle une né divertirsi delle altre. Bisogna prendere tutto con garbo, semplicemente, soprattutto senza mai dargli ad intendere che raccogliete le parole buffe o i suoi errori.