mercoledì 4 aprile 2018

"Ma risurrezione - che cosa è?" - OMELIA - VEGLIA PASQUALE: 11.4.2009

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VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Basilica Vaticana
Sabato Santo, 11 aprile 2009

Cari fratelli e sorelle! 
   San Marco ci racconta nel suo Vangelo che i discepoli, scendendo dal monte della Trasfigurazione, discutevano tra di loro su che cosa volesse dire “risorgere dai morti” (cfr Mc 9, 10). Prima il Signore aveva annunciato loro la sua passione e la risurrezione dopo tre giorni. Pietro aveva protestato contro l’annuncio della morte. Ma ora si domandavano che cosa potesse essere inteso con il termine “risurrezione”. Non succede forse la stessa cosa anche a noi? Il Natale, la nascita del Bambino divino ci è in qualche modo immediatamente comprensibile. Possiamo amare il Bambino, possiamo immaginare la notte di Betlemme, la gioia di Maria, la gioia di san Giuseppe e dei pastori e il giubilo degli angeli.  
   Ma risurrezione – che cosa è? Non entra nell’ambito delle nostre esperienze, e così il messaggio spesso rimane in qualche misura incompreso, una cosa del passato. La Chiesa cerca di condurci alla sua comprensione, traducendo questo avvenimento misterioso nel linguaggio dei simboli nei quali possiamo in qualche modo contemplare questo evento sconvolgente. Nella Veglia Pasquale ci indica il significato di questo giorno soprattutto mediante tre simboli: la luce, l’acqua e il canto nuovo – l’alleluia. 

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C’è innanzitutto la luce. La creazione di Dio – ne abbiamo appena ascoltato il racconto biblico – comincia con la parola: “Sia la luce!” (Gen 1, 3). Dove c’è la luce, nasce la vita, il caos può trasformarsi in cosmo. Nel messaggio biblico, la luce è l’immagine più immediata di Dio: Egli è interamente Luminosità, Vita, Verità, Luce. Nella Veglia Pasquale, la Chiesa legge il racconto della creazione come profezia. Nella risurrezione si verifica in modo più sublime ciò che questo testo descrive come l’inizio di tutte le cose. Dio dice nuovamente: “Sia la luce!”. La risurrezione di Gesù è un’eruzione di luce. La morte è superata, il sepolcro spalancato. Il Risorto stesso è Luce, la Luce del mondo. Con la risurrezione, il giorno di Dio entra nelle notti della storia. A partire dalla risurrezione, la luce di Dio si diffonde nel mondo e nella storia. Si fa giorno. Solo questa Luce – Gesù Cristo – è la Luce vera, più del fenomeno fisico di luce. Egli è la Luce pura: Dio stesso, che fa nascere una nuova creazione in mezzo a quella antica, trasforma il caos in cosmo. 

Cerchiamo di comprendere questo ancora un po’ meglio. Perché Cristo è Luce? Nell’Antico Testamento, la Torah era considerata come la luce proveniente da Dio per il mondo e per gli uomini. Essa separa nella creazione la luce dalle tenebre, cioè il bene dal male. Indica all’uomo la via giusta per vivere veramente. Gli indica il bene, gli mostra la verità e lo conduce verso l’amore, che è il suo contenuto più profondo. Essa è “lampada” per i passi e “luce” sul cammino (cfr Sal 119, 105). I cristiani, poi, sapevano: in Cristo è presente la Torah, la Parola di Dio è presente in Lui come Persona. La Parola di Dio è la vera Luce di cui l’uomo ha bisogno. 
Questa Parola è presente in Lui, nel Figlio. Il Salmo 19 aveva paragonato la Torah al sole che, sorgendo, manifesta la gloria di Dio visibilmente in tutto il mondo. I cristiani capiscono: sì, nella risurrezione il Figlio di Dio è sorto come Luce sul mondo. Cristo è la grande Luce dalla quale proviene ogni vita. Egli ci fa riconoscere la gloria di Dio da un confine all’altro della terra. Egli ci indica la strada. Egli è il giorno di Dio che ora, crescendo, si diffonde per tutta la terra. Adesso, vivendo con Lui e per Lui, possiamo vivere nella luce. 

Nella Veglia Pasquale, la Chiesa rappresenta il mistero di luce del Cristo nel segno del cero pasquale, la cui fiamma è insieme luce e calore. Il simbolismo della luce è connesso con quello del fuoco: luminosità e calore, luminosità ed energia di trasformazione contenuta nel fuoco – verità e amore vanno insieme. Il cero pasquale arde e con ciò si consuma: croce e risurrezione sono inseparabili. Dalla croce, dall’autodonazione del Figlio nasce la luce, viene la vera luminosità nel mondo. Al cero pasquale noi tutti accendiamo le nostre candele, soprattutto quelle dei neobattezzati, ai quali in questo Sacramento la luce di Cristo viene calata nel profondo del cuore. 
La Chiesa antica ha qualificato il Battesimo come fotismos, come Sacramento dell’illuminazione, come una comunicazione di luce e l’ha collegato inscindibilmente con la risurrezione di Cristo. Nel Battesimo Dio dice al battezzando: “Sia la luce!”. Il battezzando viene introdotto entro la luce di Cristo. Cristo divide ora la luce dalle tenebre. In Lui riconosciamo che cosa è vero e che cosa è falso, che cosa è la luminosità e che cosa il buio. Con Lui sorge in noi la luce della verità e cominciamo a capire. Quando una volta Cristo vide la gente che era convenuta per ascoltarlo e aspettava da Lui un orientamento, ne sentì compassione, perché erano come pecore senza pastore (cfr Mc 6, 34). 
In mezzo alle correnti contrastanti del loro tempo non sapevano dove rivolgersi. Quanta compassione Egli deve sentire anche del nostro tempo – a causa di tutti i grandi discorsi dietro i quali si nasconde in realtà un grande disorientamento. Dove dobbiamo andare? Quali sono i valori, secondo cui possiamo regolarci? I valori secondo cui possiamo educare i giovani, senza dare loro delle norme che forse non resisteranno o esigere delle cose che forse non devono essere loro imposte? 
Egli è la Luce. La candela battesimale è il simbolo dell’illuminazione che nel Battesimo ci vien donata. Così in quest’ora anche san Paolo ci parla in modo molto immediato. Nella Lettera ai Filippesi dice che, in mezzo a una generazione tortuosa e stravolta, i cristiani dovrebbero risplendere come astri nel mondo (cfr Fil 2, 15). Preghiamo il Signore che il piccolo lume della candela, che Egli ha acceso in noi, la luce delicata della sua parola e del suo amore in mezzo alle confusioni di questo tempo non si spenga in noi, ma diventi sempre più grande e più luminosa. Affinché siamo con Lui persone del giorno, astri per il nostro tempo. 

Il secondo simbolo della Veglia Pasquale – la notte del Battesimo – è l’acqua. Essa appare nella Sacra Scrittura, e quindi anche nella struttura interiore del Sacramento del Battesimo, in due significati opposti. C’è da una parte il mare che appare come il potere antagonista della vita sulla terra, come la sua continua  minaccia, alla quale Dio, però, ha posto un limite. Per questo l’Apocalissedice del mondo nuovo di Dio che lì il mare non ci sarà più (cfr 21, 1). È l’elemento della morte. E così diventa la rappresentazione simbolica della morte in croce di Gesù: Cristo è disceso nel mare, nelle acque della morte come Israele nel Mar Rosso. Risorto dalla morte, Egli ci dona la vita. Ciò significa che il Battesimo non è solo un lavacro, ma una nuova nascita: con Cristo quasi discendiamo nel mare della morte, per risalire come creature nuove.  

L’altro modo in cui incontriamo l’acqua è come sorgente fresca, che dona la vita, o anche come il grande fiume da cui proviene la vita. Secondo l’ordinamento primitivo della Chiesa, il Battesimo doveva essere amministrato con acqua sorgiva fresca. Senza acqua non c’è vita. Colpisce quale importanza abbiano nella Sacra Scrittura i pozzi. Essi sono luoghi dove scaturisce la vita. Presso il pozzo di Giacobbe, Cristo annuncia alla Samaritana il pozzo nuovo, l’acqua della vita vera. Egli si manifesta a lei come il nuovo Giacobbe, quello definitivo, che apre all’umanità il pozzo che essa attende: quell’acqua che dona la vita che non s’esaurisce mai (cfr Gv 4, 5–15). San Giovanni ci racconta che un soldato con una lancia colpì il fianco di Gesù e che dal fianco aperto – dal suo cuore trafitto – uscì sangue e acqua (cfr Gv 19, 34). La Chiesa antica ne ha visto un simbolo per il Battesimo e l’Eucaristia che derivano dal cuore trafitto di Gesù. Nella morte Gesù è divenuto Egli stesso la sorgente. Il profeta Ezechiele in una visione aveva visto il Tempio nuovo dal quale scaturisce una sorgente che diventa un grande fiume che dona la vita (cfr Ez 47, 1–12) – in una Terra che sempre soffriva la siccità e la mancanza d’acqua, questa era una grande visione di speranza. La cristianità degli inizi capì: in Cristo questa visione si è realizzata. Egli è il vero, il vivente Tempio di Dio. E Lui è la sorgente di acqua viva. Da Lui sgorga il grande fiume che nel Battesimo fruttifica e rinnova  il mondo; il grande fiume di acqua viva, il suo Vangelo che rende feconda la terra. Gesù ha però profetizzato una cosa ancora più grande. Dice: “Chi crede in me … dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva” (Gv 7, 38). Nel Battesimo il Signore fa di noi non solo persone di luce, ma anche sorgenti dalle quali scaturisce acqua viva. Noi tutti conosciamo persone simili che ci lasciano in qualche modo rinfrescati e rinnovati; persone che sono come una fonte di fresca acqua sorgiva. Non dobbiamo necessariamente pensare ai grandi come Agostino, Francesco d’Assisi, Teresa d’Avila, Madre Teresa di Calcutta e così via, persone attraverso le quali veramente fiumi di acqua viva sono entrati nella storia. Grazie a Dio, le troviamo continuamente anche nel nostro quotidiano: persone che sono una sorgente. Certo, conosciamo anche il contrario: persone dalle quali promana un’atmosfera come da uno stagno con acqua stantia o addirittura avvelenata. Chiediamo al Signore, che ci ha donato la grazia del Battesimo, di poter essere sempre sorgenti di acqua pura, fresca, zampillante dalla fonte della sua verità e del suo amore! 

Il terzo grande simbolo della Veglia Pasquale è di natura tutta particolare; esso coinvolge l’uomo stesso. È il cantare il canto nuovo – l’alleluia. Quando un uomo sperimenta una grande gioia, non può tenerla per sé. Deve esprimerla, trasmetterla. Ma che cosa succede quando l’uomo viene toccato dalla luce della risurrezione e in questo modo viene a contatto con la Vita stessa, con la Verità e con l’Amore? Di ciò egli non può semplicemente parlare soltanto. 
Il parlare non basta più. Egli deve cantare. La prima menzione del cantare nella Bibbia, la troviamo dopo la traversata del Mar Rosso. Israele si è sollevato dalla schiavitù. È salito dalle profondità minacciose del mare. È come rinato. Vive ed è libero. La Bibbia descrive la reazione del popolo a questo grande evento del salvamento con la frase: “Il popolo credette nel Signore e in Mosè suo servo” (cfr Ex 14, 31). 
Ne segue poi la seconda reazione che, con una specie di necessità interiore, emerge dalla prima: “Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore…”. Nella Veglia Pasquale, anno per anno, noi cristiani intoniamo dopo la terza lettura questo canto, lo cantiamo come il nostro canto, perché anche noi mediante la potenza di Dio siamo stati tirati fuori dall’acqua e liberati alla vita vera. 

Per la storia del canto di Mosè dopo la liberazione di Israele dall’Egitto e dopo la risalita dal Mar Rosso, c’è un parallelismo sorprendente nell’Apocalisse di san Giovanni. Prima dell’inizio degli ultimi sette flagelli imposti alla terra, appare al veggente qualcosa “come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello…” (Ap 15, 2s). 

Con questa immagine è descritta la situazione dei discepoli di Gesù Cristo in tutti i tempi, la situazione della Chiesa nella storia di questo mondo. Considerata umanamente, essa è in se stessa contraddittoria. Da una parte, la comunità si trova nell’Esodo, in mezzo al Mar Rosso. In un mare che, paradossalmente, è insieme ghiaccio e fuoco. 

E non deve forse la Chiesa, per così dire, camminare sempre sul mare, attraverso il fuoco e il freddo? Umanamente parlando, essa dovrebbe affondare. Ma, mentre cammina ancora in mezzo a questo Mar Rosso, essa canta – intona il canto di lode dei giusti: il canto di Mosè e dell’Agnello, in cui s’accordano l’Antica e la Nuova Alleanza. Mentre, tutto sommato, dovrebbe affondare, la Chiesa canta il canto di ringraziamento dei salvati. Essa sta sulle acque di morte della storia e tuttavia è già risorta. Cantando essa si aggrappa alla mano del Signore, che la tiene al di sopra delle acque. Ed essa sa che con ciò è sollevata fuori dalla forza di gravità della morte e del male – una forza dalla quale altrimenti non ci sarebbe via di scampo – sollevata e attirata dentro la nuova forza di gravità di Dio, della verità e dell’amore. 

Al momento, la Chiesa e noi tutti ci troviamo ancora tra i due campi gravitazionali. Ma da quando Cristo è risorto, la gravitazione dell’amore è più forte di quella dell’odio; la forza di gravità della vita è più forte di quella della morte. Non è forse questa veramente la situazione della Chiesa di tutti i tempi, la situazione nostra? Sempre c’è l’impressione che essa debba affondare, e sempre è già salvata. San Paolo ha illustrato questa situazione con le parole: “Siamo … come moribondi, e invece viviamo”, (2 Cor 6, 9). La mano salvifica del Signore ci sorregge, e così possiamo cantare già ora il canto dei salvati, il canto nuovo dei risorti: alleluia! Amen.

AMDG et DVM

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AMDG et DVM

Una Super Arma pronta per la Terza Guerra Mondiale

?
Gli UFO sono Dischi Volanti Tesla: 
una Super Arma pronta 
per la Terza Guerra Mondiale

Werner von Braun era a Los Alamos, Nuovo Messico intorno al 1937 per testare la tecnologia “dischi volanti” di Tesla, che poi si sviluppò diventando un programma “super-arma” della Germania nazista.

di Christian Soderberg 
(per henrymakow.com)
traduzionehttp://nwo-truthresearch.blogspot.com
The Daily Mail ha recentemente parlato dei progetti di “dischi volanti” nella Germania Nazista, e dei piani di Hitler intesi ad impiegare queste "super armi" per attaccare l'Inghilterra e gli USA.
L'articolo parla solo di "dischi volanti" a propulsione jet, ma i Tedeschi costruirono anche veri dischi volanti 'anti-gravità' basati sulle invenzioni di Nikola Tesla (1856-1943).
Gli UFO, o “dischi volanti”, sono costruiti dall'uomo, non “astronavi aliene”
Seguendo l'ondata di avvistamenti di “UFO” nei primi anni '50, il Professor Giuseppe Belluzzo (1875-1952), uno scienziato-ingegnere ed ex Ministro di Gabinetto italiano, che a quanto sembra lavorò personalmente ad uno di questi progetti di “disco volante” Germania-Italia negli anni '40, fu citato nei quotidiani italiani ed americani, e disse:
Non c'è nulla di soprannaturale o di marziano a proposito dei dischi volanti; essi sono semplicemente un'applicazione razionale di una tecnica recente... una grande potenza sta ora lanciando i dischi per studiarli”.
Potete leggere altre informazioni sul progetto dischi del Professor Belluzzo qui e qui.
Ne "Il Giornale d'Italia" del 24-25 marzo 1950 apparve un lungo articolo ove il Belluzzo parlava per la prima volta degli UFO di Hitler e del suo ruolo nella storia

Il “fornello volante” di Nikola Tesla
...'Non dovrete sorprendervi affatto se un giorno mi vedrete volare da New York a Colorado Springs in un apparecchio che somiglierà ad un fornello a gas e peserà tanto uguale… e, se necessario, sarà in grado di entrare e partire attraverso una finestra’.
Nikola Tesla scrisse questo ad un manager della Westinghouse Electric Company nel 1912.
In alcuni libri su Tesla e le sue invenzioni viene detto che questa descrizione della sua macchina volante “simile ad una scatola” riguardano il suo ‘flivver’ simile ad un elicottero.
In realtà, il “fornello volante” di Tesla usava un sistema di elettropropulsione, che doveva essere alimentato da alimentatori esterni e dal ‘sistema wireless di trasmissione dell'energia’ o con un generatore di potenza interno al mezzo.
In un articolo del 1911 su The Sun Tesla descrive la sua macchina volante:
Il Dr. Nikola Tesla la notte scorsa si poggiò comodamente alla sua poltrona a Waldorf, e parlò con calma di aeromobili senza ali, propellenti o altri meccanismi degli aeroplani ora familiari che si muovevano nello spazio a incredibili velocità, o più lentamente portando pesanti carichi, e in ogni caso sempre con sicurezza, come il più prosaico dei veicoli a ruote”.
“…E la navigazione aerea?” fu chiesto al Dr. Tesla. Egli rifletté brevemente e rispose con grande convinzione:
L'applicazione di questo principio darà al mondo una macchina volante diversa da qualsiasi cosa sia mai stata suggerita in precedenza. Non avrà ali, reattori o strumenti del genere usato fino adesso. Sarà piccola e compatta, straordinariamente veloce e, soprattutto, perfettamente sicura nella più grande tempesta. Può essere costruita di qualsiasi misura e portare qualsiasi peso si desideri” – The Sun, New York – ‘Tesla Promette Grandi cose’
In un articolo del 1911 sul New York Herald Tesla spiega specificamente che la sua macchina volante non è un aeroplano convenzionale né un veicolo ‘più leggero dell'aria’ (del tipo Zeppelin). Ci dice anche che la sua macchina volante non risente dei venti o dei “vuoti d'aria”, e che può essere mantenuta “..assolutamente immobile nell'aria, perfino nel vento, per un tempo molto lungo” ..iniziando dalla sezione: Ten Horse Power to the Pound
Chi abbia familiarità con i principi operativi del cosiddetto “aeroplano convenzionale” comprende che la macchina volante di Nikola Tesla descritta in questi passi del 1911 deve essere un veicolo 'anti-gravità' quindi un vero “disco volante”.
Secondo William Lyne, l'autore dei libri ‘Pentagon Aliens e ‘Occult Ether Physics: Tesla’s Hidden Space Propulsion System and the Conspiracy to Conceal It, Werner von Braun si trovava a Los Alamos, nel Nuovo Messico, intorno al 1937, per testare la tecnologia “disco volante” di Tesla che poi si sviluppò, diventando un programma “super-arma” della Germania Nazista.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale questo programma segreto “disco di Tesla” ritornò negli USA insieme a Von Braun, il quale iniziò anch'egli a lavorare ai programmi statunitensi su razzi e spazio.
La Pistola Fumante: Un Resoconto dell'FBI su un “disco di Tesla”
Una prova dell'esistenza di un disco volante tedesco a elettropropulsione (anti-gravità) deriva dai rapporti dell'FBI.
Nel 1957 un immigrato polacco offrì il suo aiuto all'FBI per spiegare “gli avvistamenti di UFO che fermavano i motori delle automobili” degli anni '50, e condivise la propria esperienza di prigioniero di guerra della Seconda Guerra Mondiale, in un campo di prigionia a Gut Alt Golssen, vicino a Berlino.
Nel rapporto, egli racconta che, nel 1944, mentre andavano al lavoro in un'area vicina, iniziarono a udire un rumore acuto simile a quello di un generatore elettrico, e il motore del loro trattore si fermò, e non riuscirono a farlo ripartire. Non videro alcun macchinario nelle vicinanze, ma quando il rumore cessò poterono riavviare il trattore.
Alcune ore dopo, lavorando nella stessa zona, egli vide un veicolo che si alzava verticalmente, lentamente, da dietro un muro di cinta alto circa 50 piedi, che circondava un'area circolare di 100-150 iarde di diametro..
..Questo veicolo[...] di forma circolare, del diametro tra le 75 e le 100 iarde e alto circa 14 piedi, era composto da una parte fissa grigia scura, superiore e inferiore… La sezione intermedia, di circa tre pedi, sembrava muoversi rapidamente [...] producendo un getto continuo simile a quello di un reattore di aeroplano, ma che si estendeva alla circonferenza del veicolo. Il rumore che proveniva dal veicolo era simile a quello udito in precedenza. Il motore del trattore si fermò nuovamente [...] il rumore si fermò, dopo di che il motore partì normalmente.
furono osservati cavi di metallo non isolato, forse rame, del diametro tra il pollice e mezzo e i due pollici, sopra e sotto la superficie del terreno, [...]”
Una fotocopia di questo rapporto dell'FBI si può trovare in Hitler’s Flying Saucers: A Guide to German Flying Discs of the Second World War’ (su questo capitolo), un libro di Henry Stevens.
..anche i cinesi hanno la tecnologia "a propulsione antigravità" di Tesla.
Poiché il 'complesso globale industriale della guerra' (cartello bancario-industriale) desidera che l'invenzione di Tesla rimanga un segreto, ha prodotto una propaganda per decenni, facendo credere alla gente che i “dischi volanti” hanno origine extraterrestre, ma non è vero.
Pare anche che la maggior parte delle superpotenze del nostro pianeta siano a conoscenza di questa tecnologia.
Poco tempo fa è uscito un articolo sul China Daily, riguardo all'UFO di Hangzhou, che ha fatto chiudere un aeroporto per un po' di tempo. La fonte del China Daily disse che l'UFO era legato all'esercito cinese.
L'informazione che l'UFO di Hangzhou era legato all'esercito cinese fu riportata anche da ABC News.


L'UFO Cinese
 ..Produrre energia "sovra-unità"
Un motivo in più perché il cartello bancario-industriale tenga nascosta all'opinione pubblica la ‘macchina volante’ di Tesla è che questa a quanto pare, usava (usa) una tecnologica 'sovra-unità' per alimentarsi. ..e naturalmente “il cartello” non vuole che la gente abbia energia pulita e GRATUITA perché in questo modo essi guadagnerebbero pochissimo denaro.
Tesla parlò abbastanza spesso di come estrarre l'energia dall'Etere (etere conduttore di luce dinamica), ma poiché la maggior parte delle note e degli scritti di Tesla sono stati confiscati dalle autorità USA dopo la sua morte, avvenuta nel 1943, questi generatori sovra-unità sono per la maggior parte considerati un “mito” o fantascienza, perché “...C'è un indiscusso consenso scientifico sul fatto che il moto perpetuo violerebbe la prima legge della termodinamica, la seconda legge della termodinamica o entrambe” (Wikipedia).
..Ma naturalmente possono esserci degli errori in queste leggi opera dell'uomo.
Uno di questi generatori sovra-unità è menzionato da Tesla che lo chiama il suo apparecchio 'particle beam'. Egli ci dice che questo ‘generatore elettrostatico ad alto potenziale’ " ..può essere reso autonomo con opportuni collegamenti.” ‘Autonomo’ significa che questo generatore ha prodotto TUTTA l'energia di cui aveva bisogno per mettere in funzione se stesso (... e anche più). 
Questo generatore era alimentato ad aria (...forse aria liquida) ed era sigillato ermeticamente, così lo stesso gas era riutilizzato (... e l'aria era probabilmente di nuovo liquefatta dopo il processo di combustione).
William Lyne spiega il funzionamento di questo tipo di generatore a pagina X. (prefazione) del suo libro Pentagon Aliens.
Tutto ciò di cui il generatore aveva bisogno era una fonte esterna di energia che lo avviasse, dopo di che poteva funzionare finché qualcuno non lo fermava o fino a un guasto meccanico. Tesla dice questo nella suacorrispondenza con Sava Kosanovic, 1 Marzo 1941 ...”Aggiungo che nella postazione si deve avere un piccolo generatore, o una batteria a 30 volt per l'attivazione
Credo anche che questa invenzione ‘particle beam’ di Nikola Tesla sia l'apparecchio dal quale hanno sviluppato il dispositivo che usano per fare 'i cerchi nel grano'.

NIKOLA TESLA, con film






di
Marco Pizzuti
Mi chiamarono pazzo nel 1896 quando annunciai la scoperta dei raggi cosmici. Ripetutamente si presero gioco di me e poi, anni dopo, hanno visto che avevo ragione. Ora presumo che la storia si ripeterà quando affermo che ho scoperto una fonte di energia finora sconosciuta, un’ energia senza limiti, che può essere incanalata [1]“.
Nikola Tesla

Così Nikola Tesla apre il primo capitolo della propria autobiografia, un piccolo volume così scarsamente conosciuto da sembrare scritto da qualcuno senza grandi meriti per la collettività. Pochi sanno infatti che questo “qualcuno non così importante” è il vero padre di molte invenzioni che ognuno di noi usa tutti i giorni nella sua vita quotidiana. Quasi tutte le più grandi conquiste tecnologiche del XX secolo come ad esempio la prima grande centrale idroelettrica del mondo (cascate del Niagara), i sistemi elettrici polifase a corrente alternata della nostra rete elettrica, i motori a campo magnetico rotante dei nostri elettrodomestici, il tubo catodico dei vecchi televisori, il tachimetro/contachilometri delle automobili, le lampade a vuoto luminescenti (neon) degli uffici, le porte logiche dei pc, il radar per il controllo del traffico aereo o indispensabili strumenti di comunicazione moderna come la radio [2]. Ed infatti anche se i libri di scuola, le istituzioni e i mass-media celebrano ancora solennemente il nostro Guglielmo Marconi come l’inventore del telegrafo senza fili (il nome della radio di allora) esiste una sentenza della Corte Suprema USA che ha riconosciuto la vera paternità della radio a Nikola Tesla [3].Ciononostante, tutte le più grandi enciclopedie continuano a liquidare la sua vita e le sue opere nelle poche righe di un trafiletto dove troviamo citato il suo nome esclusivamente come unità di misura dell’induzione elettromagnetica. Una volta conosciute la sua storia però non si può non provare un grande senso di gratitudine nei suoi confronti e non ci si può non interrogare sul come un genio così eccelso possa essere stato completamente dimenticato. Di tanto in tanto però, lo scomodo nome di Tesla riemerge dall’oblio come ha fatto nel 2007 quando i ricercatori del MIT (Massachussets Institute of Tecnology) hanno annunciato al mondo di essere riusciti a trasmettere energia elettrica senza fili utilizzando i principi di risonanza scoperti dallo scienziato serbo più di un secolo prima!
Dall’anonimato al sodalizio con Edison
Nikola Tesla era di nazionalità serba ma nacque nella cittadina croata di Smilijan nella notte fra il 9 e il 10 luglio del 1856. Suo padre Milutin era un sacerdote ortodosso mentre sua madre, Duka Mandic, pur non essendo una donna istruita (non aveva frequentato la scuola per accudire i propri fratelli e le proprie sorelle minori dopo la malattia che aveva reso cieca la madre) era dotata di una memoria e di una capacità d’inventiva davvero prodigiosa. Tesla per sua fortuna ereditò entrambe le qualità dei suoi genitori, il rigore morale del padre e le eccezionali doti intellettuali della madre, una donna che come lui stesso amava ricordare aveva brevettato un modo per estrarre dalle fibre vegetali il filo che poi utilizzava nei lavori di ricamo [4]. Tesla dal canto suo, venne attratto dalla scienza e dalla tecnica già all’età di 4 anni, quando strofinando la mano sul pelo del suo gatto domestico vide il formarsi di alcune scintille, un comune effetto elettrostatico che lo incuriosì a tal punto da lanciarlo alla scoperta dei fenomeni elettrici per il resto della vita. Così dopo aver terminato gli studi di fisica e di matematica al Politecnico austriaco di Graz [5] (contemporaneamente aveva iniziato a studiare filosofia all’Università di Praga), continuò a studiare e a lavorare tra le 20 e le 22 ore al giorno per dedicarsi alla sperimentazione. All’età di diciassette anni si accorse di possedere una  capacità di concentrazione mentale così straordinaria da riuscire a vedere “materialmente” davanti a sé tutto ciò che immaginava senza poter più distinguere il mondo reale da quello virtuale. Appena divenne ingegnere utilizzò questa facoltà per passare dall’intuizione all’invenzione perfetta in ogni minimo dettaglio direttamente nella sua mente matematica senza avere alcun bisogno di prototipi reali. Alcune fonti affermano inoltre che Nikola Tesla, per sua stessa ammissione, era un ingegnere ed un fisico visionario che riceveva le intuizioni da un profondo stato di astrazione mentale [6]. Molti anni dopo, nel 1899, mentre stava conducendo esperimenti nel suo laboratorio di Colorado Springs, ricevette un segnale radio che si ripeté continuamente. In tale occasione affermò pubblicamente di avere captato un messaggio radio proveniente dallo spazio ma venne ridicolizzato dal mondo accademico. Oggi però sappiamo che esistono effettivamente dei “rumori di fondo” che vagano all’interno della nostra galassia e che alcuni di essi possono essere realmente scambiati (vista la loro ripetitività) per messaggi intelligenti. E nonostante lo scetticismo dell’epoca è sempre a Tesla che dobbiamo la prima scoperta delle onde radio provenienti dal cosmo [7].
Nikola Tesla si dedicò anima e corpo allo sviluppo di motori elettrici e di impianti di illuminazione che potessero sfruttare i principi della corrente alternata. E così, nel 1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all’Engineering Department del Central Telegraph Office, iniziò ad elaborare il concetto della rotazione del campo elettromagnetico che in seguito rese utilizzabile la corrente elettrica alternata. L’anno successivo si trasferì a Parigi per lavorare alla Continental Edison Company e nel 1883 realizzò il primo motore a induzione di corrente alternata della storia [8]. E fu proprio durante la fase di progettazione e di costruzione di quest’ultimo che lasciò senza fiato tutti i colleghi e gli operai che ebbero modo di assistere in prima persona al suo straordinario, quanto inusuale metodo di lavoro. Un modus-operandi che è risultato semplicemente impossibile per qualunque altro scienziato a lui precedente, postumo o contemporaneo. E ciò in quanto, come anzidetto, non gli era necessario passare attraverso la fase dei prototipi [9], le invenzioni venivano rielaborate esclusivamente nella sua mente fino a quando non raggiungevano la perfezione. Così una volta terminata la fase della ideazione disegnava il progetto che poi passava direttamente alle catene di montaggio [10]. Nel 1884, il giovane Tesla si imbarcò alla volta degli Stati Uniti per entrare a lavorare nel team dell’inventore più ricco e celebrato di allora, Thomas Alva Edison. La sua speranza era quella di ricevere i mezzi finanziari e le strutture per continuare la sperimentazione e realizzare così tutte le sue invenzioni. Aveva con se solo una lettera di presentazione che sbalordì persino Edison. A scriverla fu il migliore ingegnere di Edison alla Continental Edison Company di Parigi e recitava quanto segue:
“Nella mia vita ho conosciuto solo due grandi uomini, uno è lei Mr Edison e l’altro ce lo ha di fronte.”
Edison allora, incuriosito ma allo stesso tempo irritato per essere stato messo sullo stesso piano di uno sconosciuto e squattrinato ingegnere appena immigrato, concesse immediatamente udienza a Tesla affinché gli esponesse i concetti della sua scoperta relativa alla corrente alternata. Ma quando comprese meglio di cosa si trattava affermò che una simile tecnologia non avrebbe mai potuto funzionare. In questo modo cercò di proteggere il futuro del suo giro d’affari legato ai diritti sui brevetti a corrente continua [11], ovvero il tipo di elettricità che oggi utilizziamo quasi esclusivamente per le batterie. Lo scienziato serbo tuttavia non si perse d’animo e accettò comunque di lavorare duramente per Edison nell’esecuzione di altri progetti poiché  aveva un assoluto bisogno di danaro. A fronte degli impegni lavorativi assunti  per la modifica dei generatori di corrente continua, Edison promise a Tesla un compenso di ben 50,000 $ con una semplice stretta di mano tra “gentiluomini”. Ma non appena quest’ultimo terminò il compito affidatogli si vide rifiutare il credito maturato sulla base del fatto che non aveva stipulato alcun contratto scritto.  Edison infatti liquidò Tesla con la celebre frase: “Mr. Tesla, voi non capite il nostro humour americano!”.
La guerra delle correnti
Dopo il “divorzio” da Edison Tesla fu costretto a lavorare per circa un anno come manovale in una ditta di scavatori. Nel maggio del 1885 però, il magnate di Pittsburgh George Westinghouse acquistò tutti i suoi brevetti sui motori a corrente alternata fondando la Westinghouse Electric Company ed iniziò la famosa guerra delle correnti contro Edison. Il confronto commerciale terminò con la vittoria di Westinghouse ma i costi economici che quest’ultimo dovette sopportare furono enormi. Inoltre Westinghouse doveva dei compensi altissimi proprio a Tesla e se li avesse pagati sarebbe finito in bancarotta. Tesla allora si recò in soccorso di Westingouse affermando: “I benefici che deriveranno alla società dal mio sistema di corrente alternata polifase è per me più importante dei soldi che entreranno nelle mie tasche. Mr. Westinghouse, voi salverete la vostra azienda così potrete sviluppare le mie invenzioni. Qui c’è il vostro contratto e qui c’è il mio, li strappo a pezzetti e non avrete più problemi con le mie royalties” [13]. Un episodio da cui traspare quanto Tesla sia sempre stato coerente con sé stesso. Egli infatti aveva sempre affermato che lo scopo ultimo della scienza fosse il miglioramento delle condizioni dell’umanità e quindi non esitò a sacrificare se stesso per il bene comune. Grazie a questo gesto, Westinghouse rimase nel mondo del business e poté continuare a produrre i dispositivi a corrente alternata inventati da Tesla. Schivo dal successo personale ed egoistico, egli era felice di trasmettere il proprio successo agli altri. E fu proprio la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica alternata a condurre  poi l’umanità nella c.d. epoca moderna. Ciò in quanto la corrente continua di Edison oltre ad offrire prestazioni minori a costi molto più elevati non poteva essere distribuita oltre i 3 km di distanza a causa della forte resistenza elettrica che sviluppa sui cavi conduttori (Legge di Ohm). Tesla impiegò ogni centesimo guadagnato per reinvestire in sperimentazione e ricerca inventando tra le molte cose, la bobina a  circuito risonante, ovvero un trasformatore ad alto voltaggio che divenne poi uno strumento indispensabile per la fornitura della corrente alternata sulle lunghe distanze [12]. Per Tesla insomma il vero successo personale era poter condividere le proprie scoperte con gli altri, ovvero contribuire attivamente al progresso dell’umanità intera. Sugli scopi che il vero uomo di scienza dovrebbe conseguire, egli affermò infatti: “L’uomo di scienza non mira ad un risultato immediato. Egli non si aspetta che idee avanzate siano immediatamente accettate. (…) Il suo dovere è fissare i principi fondamentali per quelli destinati a venire dopo e indicare loro la strada” [14]. Tesla inoltre sosteneva di avere scoperto come imbrigliare l’etere, ovvero una fonte inesauribile e gratuita di energia che permea tutte le cose compreso lo spazio vuoto [15]. Per tali affermazioni venne definito folle dal resto del mondo accademico ma in epoca moderna tale forma di energia è stata riscoperta sotto il nome di energia del vuoto quantistico [16] e misurata sperimentalmente con l’effetto Casimir [17].
La trasmissione di energia senza fili
Nel maggio del 1899, Tesla si recò a Colorado Springs dove istallò un nuovo laboratorio per effettuare una serie di esperimenti tra cui valutare la possibilità di trasmettere energia attraverso i media naturali come la terra, l’acqua e l’atmosfera. Egli riteneva infatti praticabile trasmettere energia elettrica a località lontane senza la necessità di ricorrere ai fili conduttori. Aveva cioè scoperto che la Terra a determinati voltaggi e frequenze si comporta come un ottimo conduttore di energia elettrica. Inoltre, dall’osservazione diretta dei rovesci temporaleschi aveva notato un fenomeno insolito, i suoi sensibili oscillatori, non captavano tutte le scariche elettriche dei fulmini. Indagando sulle ragioni di un tale comportamento anomalo dei suoi ricevitori scoprì le proprietà nascoste delle onde stazionarie [18], le quali, a suo parere potevano essere utilizzate per trasportare energia elettrica senza alcuna apprezzabile dispersione su tutto il globo [19]. Sfruttando queste conoscenze, riprodusse artificialmente le scosse delle folgori con la sua bobina da cento milioni di volts [20] per creare onde stazionarie nel terreno riuscendo a trasmettere 10.000 watts di potenza a circa 40 km di distanza [21]. Tesla però sapeva che tale tecnologia non sarebbe mai stata accetata dai suoi finanziatori che lucravano anche sulla costruzione dei tradizionali elettrodotti poichè ne avrebbe ridotto i costi di distribuzione dell’energia elettrica a zero! A ciò va aggiunto il fatto che chiunque avrebbe potuto ricevere energia gratuitamente semplicemente piantando un’ antenna nel giardino senza che fosse possibile misurare e far pagare l’elettricità così assorbita. Per queste ragioni in seguito Tesla cercò di mantenere l’assoluto riserbo sui veri scopi che intendeva realizzare. Egli sosteneva inoltre che la zona dell’atmosfera terrestre posta a 80 Km dal suolo, detta ionosfera, era fortemente conduttrice e che quindi anch’essa poteva essere sfruttata per trasportare energia elettrica su tutto il globo. Rimaneva però il problema tecnico di come inviare energia elettrica ad una tale altitudine e quindi tale sistema si rivelò essere la via più costosa e meno praticabile rispetto a quello di terra [22].
L’interno del laboratorio a Pikes Peak, Colorado. I lampi che si vedono sono generati dalla bobina Tesla.
Ritornato a New York, Tesla scrisse un articolo dal tono futuristico sul Century Magazine in cui affermò di poter costruire un “sistema mondiale di trasmissioni senza fili ” utile per comunicare telefonicamente, inviare notizie, musica, andamento dei titoli azionari, informazioni di carattere militare o privato. L’articolo catturò l’attenzione di J. P. Morgan, un grande banchiere d’affari  che gli  offrì un finanziamento iniziale di 150,000 $, in cambio del 51% delle azioni sul progetto.
Nel 1901 Tesla si mise alla costruzione del suo nuovo sistema di trasmissione mondiale vicino alle scogliere di Wanderclyffe, nel Long Island dello stato di New York. Si trattava dello sviluppo e del perfezionamento dell’impianto di trasmissione già da lui utilizzato a Colorado Springs ed era caratterizzato da una struttura portante interamente in legno con una enorme cupola metallica toroidale sul vertice.  Ma per quanto la Wanderclyffe Tower fosse perfettamente idonea a svolgere molte funzioni, lo scopo che primariamente Tesla voleva raggiungere con la sua costruzione era la trasmissione di elettricità senza fili in tutto il globo, un obiettivo che lo scienziato si guardò bene dal rivelare al suo finanziatore [23]. Il 12 dicembre dello stesso anno però il mondo fu sconvolto da una notizia sensazionale: Guglielmo Marconi aveva trasmesso la lettera “S” oltreoceano da una località in Cornovaglia fino a Newfoundland, in America [24]. Pochi infatti sapevano che l’inventore italiano aveva utilizzato ben 17 dei suoi brevetti per ottenere quel risultato e così Tesla fu costretto ad iniziare una battaglia legale controMarconi [25]. Ma quando qualche tempo dopo Tesla dichiarò ai giornali di potere illuminare tutta la città di Parigi con il suo trasmettitore di Warderclyffe, Morgan scoprì che il vero scopo di Tesla era quello di trasmettere gratuitamente energia elettrica senza fili e quindi ritirò immediatamente il suo appoggio finanziario al progetto dicendo allo scienziato che avrebbe fatto molto meglio a realizzare un impianto come quello di Marconi.
La Wanderclyffe Tower
Il super banchiere infatti aveva chiesto a Tesla solo di sviluppare un sistema di comunicazione avanzato su cui poter lucrare e non certo una tecnologia che andasse contro i suoi stessi interessi di profitto. Di conseguenza, dietro la pressione dei poteri forti, Tesla venne prima fermato ad un passo dal completamento del sistema mondiale, poi isolato da tutto il resto del ghota finanziario (non trovò più nessuno disposto a fargli credito) e infine dimenticato da media e istituzioni insieme alle sue scoperte scomode. Dal momento della storica rottura con Morgan,  Guglielmo Marconi fu elevato a nuova “star” internazionale delle radiocomunicazioni.
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Tesla invece sprofondò in un mare di debiti mentre i mass-media si accanirono contro di lui dipingendolo come un folle agli occhi del pubblico.  Ciononostante una sentenza della Corte Suprema americana del giugno 1943 (caso 369, 21 Giugno 1943) sta ancora aspettando che il premio Nobel della radio venga restituito al suo vero ideatore, Nikola Tesla  (U.S. patents #645,76 e #649,621) [26]. Tesla diede il proprio contributo anche  all’invenzione del radar e di tutte le altre tecnologie moderne che sfruttano i principi di risonanza come gli strumenti medici diagnostici più avanzati (ad es. la T.A.C. e la risonanza magnetico nucleare).
Il rifiuto dei Nobel
Ancora nel 1912, Tesla godeva ancora di una discreta fama mondiale e venne persino candidato al Premio Nobel per la Fisica ma lo rifiutò per non averlo ricevuto nel 1909 al posto dell’italiano [27]. Nel 1915, Tesla rifiutò di nuovo il premio Nobel per essere venuto a conoscenza del fatto che avrebbe dovuto condividerlo con Edison. Entrambi quindi non ricevettero tale onorificenza [28]. E per Ironia della sorte nel 1917 gli venne attribuita una onorificenza intitolata, guarda caso, a Edison, la Edison Medal, che questa volta accettò suo malgrado come ultimo disperato tentativo per evitare l’oblio.
Un modello per gli uomini di scienza
Tesla si mostrò sempre schivo e distaccato sia dalle ricchezze materiali che dal successo personale ponendosi così come modello ideale per tutti i veri uomini di scienza. Fino agli ultimi anni di vita rimase convinto di poter ancora offrire il suo contributo al progresso e sperava ancora nell’aiuto di un finanziatore che non arrivò mai. Non ci sono notizie precise relative alla data della sua scomparsa ma si suppone che sia morto il 7 gennaio 1943, all’età di 86 anni. Tesla viveva solo, in una stanza d’albergo e quindi il suo corpo senza vita venne trovato circa 24 ore dopo il decesso.  Più di 2000 persone presenziarono al suo funerale a Manhattan, comprese personalità politiche eccellenti e personaggi noti dell’alta società.
“La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’ umanità”.
Nikola Tesla

RIFERIMENTI:
1 – Affermazione con cui Nikola Tesla apre la propria autobiografia, reperibile su Internet all’indirizzo http://www.amasci.com/tesla/biog.txt.
2 – Massimo Teodorani (astrofisico del CNR),  Nikola Tesla, Lampo di genio, Macroedizioni, 2005 – Per una rassegna completa dei brevetti e delle scoperte di Tesla, si può consultare il volume di stampo autobiografico  The fantastic Inventions of Nikola Tesla, Adventures Unlimites Press, 1993, Kempton, Illinois, USA.
4 – Autobiografia citata, pp.3-4
5 – http://www.yale.edu/scimag/Archives/Vol71/Tesla.html
6 – Robert Lomas, Nikola Tesla, l’uomo che ha inventato il XX secolo, Newton & Compton, 2000.
7 – http://www.pbs.org/teslla/ll/ll_colspr.html .
8 – Vedi siti biografici http:// www.yale.edu/scimag/Archives/Vol71/Tesla.html , p3, http:// www. frank.germano.com/nikolatesla.htm, p. 1
9 – Robert Lomas, op.cit..
10 – Massimo Teodorani, op cit..
11 – Michael Pupin, From Immigrant to Inventor, Charles Scribner’s Sons, NY, pages 285-286.
12 – http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm, p 3.
13 – Vedi O’ Neill, Prodigal Genius: the Life of Nikola Tesla, Brotherhood of Life Inc,1996, Al buquerque, NM. L’indice dei capitoli di questa biografia è disponibile on line sul sito http://www.geocities.com/Area51/Shadowlands/9654/tesla/prodigal.html. Cliccando sui link che portano ai titoli dei capitoli si possono leggere i singoli capitoli della biografia. L’episodio citato si trova nel paragrafo 5 del I capitolo, reperibile all’indirizzo http://www.brotherhoodoflife.com/ProgenPart1.html
14 – Citazioni da http://www.crystalinks.com/tesla.html, pp 4-6.
16 – http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Casimir
17 – http://www.storiainrete.com/enigmi/tesla/tesla.htm. Vedi anche articolo di Tresoldi, Campo tachionico e radioestesia: ipotesi di identificazione della portante radiestesica, nel libro di Galliani, Campo Tachionico, Tecniche Nuove, 1999 pp 105-106.
19 – Robert Lomas, op. cit..
20 – Ibidem
21 – Massimo Teodorani, op. cit.
22 – http://www.pbs.org7tesla/ll/ll_colspr.html,
23 – http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm , http://www.concentric.net/ Jwwagner/ntes-p2.html , http://members.tripod.com/RandyHiatt/teslapage2.html .
24 – http://www.alpcom.it/hamradio/radio2.html
25 – http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm , p 2, http://www.crystalinks.com/tesla.html .
26 – http://www.members.tripod.com/RandyHiatt/teslapage2.html , p. 3 .
27 – Robert Lomas, op. cit.. – http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm , p 4.
28 –
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