giovedì 14 settembre 2017

Quanti misteri ha ancora l'Universo per noi!


Oltre la grande barriera. 

Maria Valtorta e gli altri mondi



A proposito di altra vita oltre il pianeta Terra, c'è un illustre precedente nell'opera di Maria Valtorta.

Dai Quaderni del '43:

22 agosto 1943: 
"Sarei un ben piccolo e limitato Iddio Creatore se non avessi creato che la Terra come mondo abitato! Con un palpito del mio volere ho suscitato mondi e mondi dal nulla e li ho proiettati, pulviscolo luminoso, nell'immensità del firmamento. La Terra, di cui siete tanto orgogliosi e tanto feroci, non è che uno dei pulviscoli rotanti nell'infinito, e non il più grande. Certo però è il più corrotto. Vite e vite pullulano nei milioni di mondi che sono la gioia del vostro sguardo nelle notti serene, e la perfezione di Dio vi apparirà quando potrete vedere, con la vista intellettuale dello spirito ricongiunto a Dio, le meraviglie di quei mondi."

28 agosto 1943: 
Dice Gesù: "Nulla è ignoto al Dio Uno e Trino. Tutti gli avvenimenti dell’Universo: nascite e morti di pianeti, formarsi e disgregarsi di nebulose, vita o morte sugli astri lanciati nello spazio, cataclismi, deflagrazioni, sono conosciuti, in eterno, dall’Eterno. E ugualmente in eterno sono conosciuti tutti gli avvenimenti della Terra: uno dei milioni di mondi creati da Dio, quello che a voi è noto perché ne siete abitatori…
Spingi lo sguardo, o Maria, nell’eternità nostra. Immergiti in questo segno di Dio. È come se tu affissi lo sguardo verso un cielo tersissimo e pensi che oltre quell’azzurro, che ti pare limite, è altro, altro, altro spazio sconfinato, sempre più alto... Il suo azzurro è fatto di milioni incalcolabili di chilometri di etere nel quale danzano i mondi creati dal Padre mio
Quanti misteri ha ancora l’Universo per voi! Siete immersi nel mistero. Mistero di Dio. Mistero dei perché di Dio. Mistero della seconda vita. Mistero di leggi cosmiche. Mistero di rapporti fra questo vostro pianeta e gli altri mondi. Mistero dei rapporti fra i viventi sulla terra e i già passati alla seconda vita."

24 novembre 1943: 
"Davanti a un Dio che incarna parte di Sé stesso per farne salvezza delle sue creature colpevoli, l‘Universo trasecola di stupore e si prostra in un silenzio adorante prima di esplodere nel cantico delle sfere e dei mondi, giubilanti per la Perfezione che scende a portare l‘Amore al pianeta coperto di peccato."

9 dicembre 1943: "Allora verrò, non più Maestro ma Re, a prendere possesso della mia Chiesa militante, ormai fatta Una e Universale come la mia Volontà la fece. Cessato per essa il secolare travaglio. Vinto per sempre il Nemico. Mondata la Terra dai fiumi della Grazia scesa per un’ultima volta su di essa a farla come era al principio, quando il peccato non aveva corrotto questo altare planetario destinato a cantare con gli altri pianeti le lodi di Dio, e per la colpa dell’uomo divenuto base al patibolo del suo Signore fatto Carne per salvare la Terra. Vinti tutti i seduttori, tutti i persecutori che con ritmo incalzante hanno turbato la Chiesa mia sposa, Essa conoscerà la tranquillità e la gloria."

29 gennaio 1944: 
"Quando il tempo sarà finito e la vita dovrà essere unicamente Vita nei cieli, il mondo universo tornerà, come hai pensato, ad essere quale era all’inizio, prima d’esser dissolto completamente. Il che avverrà quando io avrò giudicato.
Molti pensano che dal momento della fine al Giudizio universale vi sarà un attimo solo. Ma Dio sarà buono sino alla fine, o figlia. Buono e giusto.
Non tutti i viventi dell’ora estrema saranno santi e non tutti dannati. Vi saranno fra quei primi coloro che sono destinati al Cielo ma che hanno un che da espiare. Ingiusto sarei se annullassi ad essi l’espiazione che pure ho comminata a tutti coloro che li hanno preceduti trovandosi nelle loro medesime condizioni alla loro morte.
Perciò, mentre la giustizia e la fine verranno per altri pianeti, e come faci su cui uno soffia si spegneranno uno ad uno gli astri del cielo, e oscurità e gelo andranno aumentando, nelle mie ore che sono i vostri secoli – e già si è iniziata l’ora dell’oscurità, nei firmamenti come nei cuori – i viventi dell’ultima ora, morti nell’ultima ora, meritevoli di Cielo ma bisognosi di mondarsi ancora, andranno nel fuoco purificatore. Aumenterò gli ardori di quel fuoco perché più sollecita sia la purificazione e non troppo attendano i beati di portare alla glorificazione la loro carne santa e di far gioire anche la stessa vedendo il suo Dio, il suo Gesù nella sua perfezione e nel suo trionfo."

(l'opera di Maria Valtorta e affermazione di autenticità da parte della Madonna a Medjugorje)
AMDG et BVM

Esaltazione della Santa Croce


In Exaltatione Sanctæ Crucis 
Lettura 
Sulla fine del regno di Foca, Cosroa, re dei Persiani occupato l'Egitto e l'Africa e presa Gerusalemme e massacrativi molte migliaia di Cristiani, trasportò in Persia la Croce di Cristo Signore, che Elena aveva riposto sul monte Calvario. Pertanto Eraclio, successore di Foca, stanco dalle molte molestie e calamità della guerra, domandò la pace; ma Cosroa, inorgoglito delle vittorie, non volle concederla a nessun patto. In questa estremità ricorse a continui digiuni e preghiere, implorando con gran fervore l'aiuto di Dio; per cui ispirazione radunato un esercito, ingaggiò battaglia col nemico, e sconfisse tre generali di Cosroa coi loro tre eserciti.


Cosroa, abbattuto da queste sconfitte, prese la fuga, designando, mentre si disponeva a passare il Tigri, suo socio nel regno il figlio Medarse. Ma Siroe, figlio maggiore di Cosroa, sdegnato crudelmente per quest'affronto, decise di sopprimere il padre e il fratello; cosa che fece poco dopo al ritorno dei due fuggitivi, e ottenne da Eraclio il diritto di regnare a certe condizioni, la prima delle quali fu la restituzione della Croce del Signore. Così la Croce fu ricuperata dopo quattordici anni, ch'era caduta in potere dei Persiani. Di ritorno a Gerusalemme, Eraclio la riportò sulle proprie spalle con gran pompa sul monte in cui l'aveva portata il Salvatore.

Questo fatto fu segnalato da un gran miracolo. Perché Eraclio, carico di oro e di gemme, fu costretto di fermarsi alla porta che conduceva al monte Calvario. E più si sforzava d'andare avanti, e più si sentiva trattenere. Stupiti della cosa e lo stesso Eraclio e tutti gli altri, Zaccaria, vescovo di Gerusalemme: Vedi, imperatore, disse, che con questi ornamenti di trionfo imiti poco la povertà e l'umiltà di Gesù Cristo con cui egli portò la Croce. Allora Eraclio, gettate le splendide vesti e toltesi le scarpe e indossato un abito volgare, fece facilmente il resto del viaggio, e rimise la Croce nello stesso posto del Calvario, donde l'avevano asportata i Persiani. Quindi la festa dell'Esaltazione della santa Croce, che si celebrava ogni anno in questo stesso giorno, cominciò ad avere maggior importanza in memoria del fatto ch'era stata riposta da Eraclio nel luogo stesso, dove fu innalzata la prima volta per il Salvatore.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
Orazione
V. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te. 
Preghiamo
O Dio, che in questo giorno ci rallegri ogni anno colla solennità dell'Esaltazione della santa Croce: concedi, che, come ne abbiamo conosciuto il mistero sulla terra, così meritiamo di riceverne i frutti della redenzione nel cielo. 
Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

"Per signum Crucis 
de inimícis nostris 
líbera nos, Deus noster"

martedì 12 settembre 2017

SANCTISSIMI NOMINIS MARIAE

AUGURI A TUTTE LE
sorelle 
M A R I A

*

Die 12 Septembris

SANCTISSIMI NOMINIS MARIAE

Duplex majus



Introitus Ps. 44, 13, 15 et 16
VULTUM tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducéntur Regi vírgines post eam: próximae ejus adducéntur tibi in laetítia et exsultatióne. Ps. ibid., 2 Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. V/. Glória Patri.


Oratio

CONCÉDE, quaésumus, omnípotens Deus: ut fidéles tui, qui sub sanctíssimae Vírginis Maríae Nómine et protectióne laetántur ; ejus pia intercessióne, a cunctis malis liberémur in terris, et ad gáudia aetérna perveníre mereántur in caelis. Per Dóminum.


Léctio libri Sapiéntiae.


Eccli. 24, 23-31

EGO quasi vitis fructificávi suavitátem odóris: et flores mei, fructus honóris et honestátis. Ego mater pulchrae dilectiónis, et timóris, et agnitiónis, et sanctae spei. In me grátia omnis viae et veritátis: in me omnis spes vitae et virtútis. Transíte ad me, omnes qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis implémini. Spíritus enim meus super mel dulcis, et heréditas mea super mel et favum. Memória mea in generatiónes saeculórum. Qui edunt me, adhuc esúrient: et qui bibunt me, adhuc sítient. Qui audit me, non confundétur: et qui operántur in me, non peccábunt. Qui elúcidant me, vitam aetérnam habébunt.


Graduale Benedícta et venerábilis es, Virgo María: quae sine tactu pudóris invénta es mater Salvatóris. V/. Virgo Dei Génitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo.
Allelúja , allelúja. V/. Post partum, Virgo, invioláta permansísti: Dei Génitrix, intercéde pro nobis. Allelúja.


+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.


Luc. 1, 26-38

IN illo témpore: Missus est Angelus Gábriel a Deo in civitátem Galilaéae, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Vírginis María. Et ingréssus Angelus ad eam, dixit: Ave, grátia plena: Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus. Quae cum audísset, turbáta est in sermóne ejus: et cogitábat qualis esset ista salutátio. Et ait Angelus ei: Ne tímeas, María, invenísti enim grátiam apud Deum: ecce concípies in útero, et páries fílium, et vocábis nomen ejus Jesum. Hic erit magnus, et Fílius Altíssimi vocábitur, et dabit illi Dóminus Deus sedem David patris ejus: et regnábit in domo Jacob in aetérnum, et regni ejus non erit finis. Dixit autem María ad Angelum: Quómodo fiet istud, quóniam virum non cognósco ? Et respóndens Angelus, dixit ei: Spíritus Sanctus supervéniet in te, et virtus Altíssimi obumbrábit tibi. Ideóque et quod nascétur ex te Sanctum, vocábitur Fílius Dei. Et ecce Elísabeth cognáta tua, et ipsa concépit fílium in senectúte sua: et hic mensis sextus est illi, quae vocátur stérilis: quia non erit impossíbile apud Deum omne verbum. Dixit autem María: Ecce ancílla Dómini, fiat mihi secúndum verbum tuum.


Credo.


Offertorium Luc. 1, 28 et 42 Ave, María, grátia plena: Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui.


Secreta

TUA, Dómine, propitiatióne, et beátae Maríae semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque praeséntem haec oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem. Per Dóminum.


Praefatio de beata Maria Virgine Et te in Festivitáte.


Communio Beáta víscera Maríae Vírginis, quae portavérunt aetérni Patris Fílium.


Postcommunio

SUMPTIS, Dómine, salútis nostrae subsídiis: da, quaésumus, beátae Maríae semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi ; in cujus veneratióne haec tuae obtúlimus majestáti. Per Dóminum.


Ave, grátia plena


[FILM COMPLETO HD] THRIVE in Italiano: Censurato da Tutte le TV

Santa Messa Tridentina


“Ciò che per le
generazioni anteriori
era sacro,
anche per noi
resta sacro e grande”

(Benedetto XVI, 7.7.2007)

AMDG et BVM