martedì 13 ottobre 2015

Il Padre Mio salverà delle anime, se vi dedicate a dirla una volta al giorno, preferibilmente alle 3 del pomeriggio



5 Luglio 2011 –



Per i Miei seguaci che

 denunciano questi messaggi.

Figlia Mia carissima, oggi è un giorno speciale perché Mi piace dirvi che coloro la cui fede è stata rafforzata dai Miei messaggi possono essere sicuri che la loro recita quotidiana della Divina Misericordia sta salvando delle anime. Figli Miei, non dovete mai dimenticare che le preghiere, quando sono dette con sincerità e di cuore, saranno sempre ascoltate. Le preghiere sono sempre ascoltate e le eventuali intenzioni particolari sono soddisfatte secondo la Mia Santissima Volontà.

Figlioli, vi prego di continuare con le vostre preghiere perché contribuirete ad alleggerire il periodo del Grande Castigo. Il Padre Mio è pronto a prendere in consegna il suo Santo Regno e a iniziare a regnare, ancora una volta, quando il nuovo Paradiso sulla Terra emergerà. Il male nel mondo non è mai stato così intenso come ora. A causa dell’elevata popolazione mondiale e delle opere del Maligno, la guerra è ovunque. L’odio mostrato da uomo a uomo è palpabile. Che quest’odio si manifesti come avidità politica o di controllo da parte di un paese sugli altri è lo stesso. Satana ha molti seguaci. Loro, i suoi seguaci, il più delle volte non si rendono neanche conto di come egli influenzi ogni pensiero e azione in ogni momento della giornata.

Se solo i Miei figli potessero vedere la quantità di demoni presenti in simili uomini si ammalerebbero.

Possiedono molti dei Miei figli i cui unici segni visibili sono le loro azioni malvagie. Pregate, pregate ora, Miei discepoli, perché quelle povere anime perdute possano essere salvate durante l’Avvertimento.


Da adesso fino all’Avvertimento tutto ciò che vi chiedo, figlioli, sono le vostre preghiere e in particolare la recita della Divina Misericordia. Il Padre Mio salverà delle anime, se vi dedicate a dirla una volta al giorno, preferibilmente alle 3 del pomeriggio.

In quanto a quei Miei seguaci che denunciano questi messaggi, Io li imploro di pregare lo Spirito Santo per chiedere il dono del discernimento, prima di respingere la Mia Sacra Parola. Quanti tra voi insultano la Mia visionaria e destinataria di questi messaggi, dovrebbero farsi questa domanda. Se fosse Satana ad influenzare questi messaggi, così come voi credete, perché allora dovrebbe chiedervi di pregare? Di chiedere perdono? Di ricevere la Santa Eucaristia? Allora saprete che questo è impossibile.


Il seduttore influenzerà i Miei seguaci soprattutto per incoraggiarli a negare la Mia parola, perché sa che sarà il loro rifiuto delle Mie Santissime Parole d’amore ad addolorarMi maggiormente.

Rifiutate Satana e le sue vie malvagie ora. Venite a Me. Vi imploro: non dovete permettergli di influenzarvi in questo modo. C’è bisogno delle vostre preghiere ora, per salvare quei Miei poveri figli che non sopravvivranno all’Avvertimento.

Il Vostro Salvatore che vi ama
Gesù Cristo


lunedì 12 ottobre 2015

IL DONO DI MARIA

IL SANTO ROSARIO E I SANTI

 (di P. Stefano M. Manelli)
IL DONO DI MARIA

«Qualunque cosa...»

Nella vita di S. Pio X si racconta che un giorno, durante un'udienza, si presentò a lui un ragazzo con la corona del Rosario al collo. San Pio X guardò il ragazzo, lo fissò per qualche istante, e gli disse: «Ragazzo, mi raccomando, qualunque cosa... con il Rosario!».
Queste parole così semplici di S. Pio X ci fanno subito comprendere il valore del S. Rosario nella sua portata più vasta: «qualunque cosa... con il Rosario». Grazie e consolazioni, conversione e santificazione, sostegno e spinta, conforto e letizia..., insomma, «qualunque cosa» bella e santa ci può venire dal Rosario; «qualunque cosa» buona va fatta «con il Rosario».

Con la sua solita grazia, anche S. Teresina ci assicura che «col Rosario si può ottenere tutto», e aggiunge la più bella spiegazione: «Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine... Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori».

Da S. Domenico ai nostri giorni, infatti, tutta la storia della santità ci dimostra che la corona benedetta del S. Rosario è un eccellente strumento di grazia, un mezzo efficacissimo di elevazione spirituale, un alimento prezioso della vita interiore, è la «scala di Giacobbe», diceva il Beato Annibale Di Francia, «per la quale salgono le nostre preghiere, e discendono le grazie». E tutti possiamo salire questa «scala» di grazie.

Il Rosario è stato un dono di Maria. È stato il suo Vangelo, la sua Eucaristia, il suo Breviario, messo fra le mani di tutti, grandi e piccoli, dotti e non dotti. S. Carlo Borromeo chiamava il Rosario: «devozione divinissima» inculcata a tutti; San Vincenzo de' Paoli lo chiamava il «Breviario dei laici», il BEATO Card. Schuster il «Salterio del popolo».

Nel Rosario la Madonna ci ha donato tutta se stessa. La sua vita, le sue opere, i suoi privilegi, tutta la sua grazia e i suoi meriti sono contenuti in quei quindici quadri evangelici offerti alla nostra contemplazione e svolti armoniosamente sul ritmo soave delle Ave Maria.

I Pontefici e i Santuari

Molti sono stati i Pontefici che hanno amato il S. Rosario come dono di Maria, lo hanno esaltato e raccomandato a tutta la Chiesa, arricchendolo di preziose indulgenze. Uno di essi, il grande Papa Leone XIII, meritò di essere chiamato il «Pontefice del Rosario». S. Pio X definì il S. Rosario «orazione per eccellenza». Il Servo di Dio Pio XII scolpì in espressioni stupende il valore e la bellezza del S. Rosario, chiamandolo «sintesi di sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, compendio di vita cristiana, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l'attesa salvezza».

Le Encicliche, le Bolle, i Decreti e i Documenti pontifici, in genere, che hanno trattato del Rosario sono stati già alcune centinaia. Davvero il S. Rosario, dice il Papa Paolo VI, «è ormai una devozione della Chiesa». E lo stesso Sommo Pontefice, in occasione del quarto centenario della Enciclica di S. Pio V sul Rosario (Consueverunt romani Pontifices), celebrando quel centenario con la sua Esortazione Apostolica del 7 ottobre 1969, raccomandò con parole vibranti al popolo cristiano di riprendere in mano la corona benedetta - tanto spesso, purtroppo, messa oggi da parte - per supplicare la Madre di tutte le grazie a soccorrere la Chiesa e l'umanità nelle loro ansie turbolente.

Il Papa Giovanni Paolo II, da parte sua, ha dato un magnifico esempio di devozione al Rosario. Egli stesso, infatti, ha definito il Rosario la sua «preghiera preferita».
Il popolo di Dio, lungo i secoli, non è stato insensibile a questo «dono di Maria». E noi oggi possiamo ammirare nel mondo, ai primi posti fra i Santuari più celebri, le tre splendide Basiliche del SS. Rosario di Lourdes, Fatima e Pompei, a cui accorrono folle pressoché senza numero, oranti con la corona benedetta fra le mani.

E che dire del Sacro Monte di Varese, di questa montagna interamente dedicata al Rosario con le Cappelle dei misteri che, lungo la via, portano al Santuario? La fede e l'amore al Rosario hanno creato meraviglie come queste che rapiscono e commuovono.

Preghiera evangelica



Il S. Rosario è «il compendio di tutto il Vangelo», diceva il Papa Pio XII; è il più bel riassunto della storia della salvezza. Chi conosce il Rosario conosce il Vangelo, conosce la vita di Gesù e di Maria, conosce il proprio cammino e destino eterno.

Il Papa Paolo VI nel documento «Per il culto della Beata Vergine», ha rilevato espressamente «l'indole evangelica del Rosario», che mette l'anima a diretto contatto con la fonte genuina della fede e della salvezza. Ha rilevato anche «l'orientamento nettamente cristologico» del Rosario, che fa rivivere i misteri dell'Incarnazione e della Redenzione operate da Gesù con Maria, a salvezza dell'uomo.

Giustamente, il Papa Paolo VI rinnova anch'egli la raccomandazione di non far mancare mai, nella recita del Rosario, la contemplazione dei misteri: «senza di essa il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule...».

Al contrario, il Rosario riempie di vitalità le anime che sanno fare proprio, nella recita, «il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gloria del risorto che inonda la Chiesa» (Marialis cultus, 44-49).
Se la vita dell'uomo è un intreccio continuo di speranze, di dolori e di gioie, nel Rosario essa trova la sua più perfetta collocazione di grazia: la Madonna aiuta ad assimilare la nostra vita a quella di Gesù, così come fece Lei che condivise ogni offerta, ogni sofferenza, ogni gloria del Figlio.

Se l'uomo ha tanto bisogno di misericordia, il Rosario gliela ottiene con la supplica sempre ripetuta ad ogni Ave Maria: «Santa Maria... prega per noi peccatori...»; gliela ottiene anche con il dono della santa indulgenza, che una volta al giorno può essere plenaria, se si recita il Rosario davanti al SS. Sacramento o in comune (in famiglia, a scuola, in gruppo...), purché si sia confessati e comunicati.
Il Rosario è un tesoro di misericordia messo dalla Chiesa fra le mani di ogni fedele. Non sia sciupato!

Giovanni Paolo II… un uomo venuto da molto lontano…

domenica 11 ottobre 2015

Affìdati totalmente alla Vergine Divina


13 ottobre 1973. 
Anniversario ultima apparizione a Fatima.

Modo di agire diverso dal vostro.

«Non preoccuparti per la diffusione del Movimento Sacerdotale Mariano. 
Lascia fare a Me, fidati di Me. 
Tu offrimi, per questo, la tua preghiera e la tua sofferenza. Non guardare ai risultati: il mio modo di agire e di valutare è tanto diverso dal vostro. 
Non dovete essere tanti, ma dovete essere santi
E Io vi porterò tutti a grande santità, se veramente tutti vi affiderete totalmente a Me».
AVE MARIA!

La paternità responsabile


10. Perciò l’amore coniugale richiede dagli sposi che essi conoscano convenientemente la loro missione di paternità responsabile, sulla quale oggi a buon diritto tanto si insiste e che va anch’essa esattamente compresa. Essa deve considerarsi sotto diversi aspetti legittimi e tra loro collegati. In rapporto ai processi biologici, paternità responsabile significa conoscenza e rispetto delle loro funzioni: l’intelligenza scopre, nel potere di dare la vita, leggi biologiche che riguardano la persona umana. 

In rapporto alle tendenze dell’istinto e delle passioni, la paternità responsabile significa il necessario dominio che la ragione e la volontà devono esercitare su di esse. In rapporto alle condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali, la paternità responsabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente od anche a tempo indeterminato, una nuova nascita. 

Paternità responsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all’ordine morale chiamato oggettivo, stabilito da Dio e di cui la retta coscienza è vera interprete. L’esercizio responsabile della paternità implica dunque che i coniugi riconoscano i propri doveri verso Dio, verso se stessi, verso la famiglia e verso la società, in una giusta gerarchia dei valori. 

Nel compito di trasmettere la vita, essi non sono quindi liberi di procedere a proprio arbitrio, come se potessero determinare in modo del tutto autonomo le vie oneste da seguire, ma, al contrario, devono conformare il loro agire all’intenzione creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti, e manifestata dall’insegnamento costante della chiesa.