lunedì 22 dicembre 2014

PREGHIERA DELL’ATTO D’AMOR . Justine Klotz, mistica di Baviera 1888-1984.

"Gesù, Maria, Vi amo!
Salvate le anime dei sacerdoti,
salvate anime,

Ve lo chiediamo supplichevoli,

e concedeteci di poter ripetere

quest’ATTO D’AMORE MILLE VOLTE
ad ogni respiro,
ad ogni palpito del cuore".

"Jésus, Marie, Joseph je vous aime.
Sauvez les âmes des prêtres; sauvez les âmes.
Nous vous en supplions ardemment:
que nous puissions répéter cet Acte d'Amour
mille fois à chaque respiration,
à chaque battement de cœur".



"Jesús, María ¡Os amo! 
¡Salvad las almas de los sacerdotes,

salvad las almas!

Os lo pedimos suplicantes, 

y concedednos poder repetir

este Acto de Amor MIL VECES  
a cada respiro,
a cada latido del corazón".

"Jesus, Maria, eu Vos amo
Salvai as almas dos sacerdotes,
salvai as almas,
Vo-lo pedimos suplicantes,
e concedei-nos poder repetir
este ATO DE AMOR MIL VEZES
a cada respiração,
a cada batida do coração".

"Jesus, Mary, I love You!
Save priestly souls, save souls.
We beseech you:
Grant us to repeat this Act of Love a THOUSAND times,
with our every breath, with our every heartbeat".
(Imprimatur e Vicariatu Urbis, die 29.11.13)


Dal Diario di santa Faustina K.



17.XII.1936. Ho offerto la giornata odierna per i sacerdoti. Oggi ho
sofferto più di qualunque altro giorno, sia interiormente che
esteriormente. Non pensavo che si potesse soffrire tanto in un giorno
solo. Ho cercato di fare l'ora santa, durante la quale il mio spirito ha
assaporato l'amarezza dell'Orto degli Ulivi. Lotto da sola sostenuta dal
Suo braccio contro ogni genere di difficoltà, che mi si posano davanti
come muri incrollabili; tuttavia ho fiducia nella potenza del Suo Nome e
non ho paura di nulla. In questa solitudine Gesù stesso è il mio Maestro.
Egli stesso mi educa e mi ammaestra, sento che mi trovo sotto l'influsso
di una Sua attività particolare. Per i Suoi inesplicabili disegni ed
insondabili decreti, mi unisce a sé in modo speciale e mi permette di
penetrare in segreti impensabili. C'è un segreto che mi unisce al Signore,
di cui nessuno deve essere messo a conoscenza, nemmeno gli angeli. E
benché io volessi rivelarlo, non saprei come esprimermi; e tuttavia vivo
di questo e vivrò in eterno. Questo segreto mi differenzia dalle altre
anime qui in terra e nell'eternità.
O giorno luminoso e bello, nel quale si adempiranno tutti i miei desideri!
O giorno agognato, che sarai l'ultimo della mia vita! Sono lieta per
l'ultimo tocco che il mio Artista divino darà alla mia anima, che conferirà
alla mia anima una bellezza particolare, che mi distinguerà dalla bellezza
delle altre anime. O gran giorno, nel quale si confermerà l'amore di Dio
in me! In quel giorno per la prima volta canterò davanti al cielo ed alla
terra l'inno della Misericordia infinita del Signore. Questa è la mia opera
e la missione assegnatami dal Signore fin dalla fondazione del mondo.
Affinché il canto della mia anima sia gradito alla Santissima Trinità,
guida e plasma la mia anima Tu stesso, o Spirito di Dio. Mi armo di
pazienza ed attendo la Tua venuta, o Dio Misericordioso; ed in quanto ai
tremendi dolori ed ai timori dell'agonia in quei momento, più che in ogni
altro, confiderò nell'abisso della Tua Misericordia e Ti ricorderò, o
Misericordioso Gesù e dolce Salvatore, tutte le promesse che mi hai fatto.
Questa mattina ho avuto una specie di avventura; mi si era fermato
l'orologio e non sapevo quando dovevo alzarmi e mi dispiaceva
tralasciare la santa Comunione. Era sempre buio, perciò non potevo
orientarmi per sapere quand'era l'ora di alzarmi. Mi sono vestita, ho fatto
la meditazione e sono andata in cappella, ma era ancora chiusa e c'era
ovunque un gran silenzio. Mi sono immersa in preghiera, specialmente
per gli ammalati. Adesso vedo che gli ammalati hanno bisogno di tante
preghiere. Finalmente la piccola cappella venne aperta. Ho fatto fatica a
pregare, poiché mi sentivo fortemente esausta e, dopo la santa
Comunione, tornai subito nella mia stanzetta d'isolamento.
Improvvisamente vidi il Signore che mi disse: « Sappi, figlia Mia, che
Mi è gradito l'ardore del tuo cuore, e come tu desideri
ardentemente unirti a Me nella santa Comunione, così anch'io
desidero donarMi tutto a te. E come ricompensa per il tuo zelo
ardente, riposa accanto al Mio Cuore ». In quel momento il mio
spirito sprofondò nel Suo Essere, come una goccia in un oceano
sconfinato annegò in Lui, come nell'unico suo tesoro. Fu allora che
conobbi che il Signore permetteva certe difficoltà per la Sua maggior
gloria. 

nb: Nello stesso giorno nasceva JMB

Ecce Ancilla Domini


Dio si serve soltanto quando
si serve
come
Egli vuole. S. Pio.

sabato 20 dicembre 2014

4 dicembre 2014 – La Mia Presenza scuoterà la terra ed il suolo tremerà


4 dicembre 2014 – La Mia Presenza scuoterà la terra ed il suolo tremerà

Mia amatissima figlia, quando verrà il tempo della Mia Seconda Venuta, si udirà un grande suono simile al rombo del tuono ed i cieli si apriranno come se fosse stato sollevato un grande sipario da palcoscenico. Io apparirò in una grande luce candida, più splendente del sole, e molte persone saranno accecate da questa Grande Luce, che Mi circonderà. Quanto più pure saranno le anime, tanto più chiara sarà la loro capacità visiva ed esse esulteranno quando vedranno la Mio Volto.
La Mia Presenza scuoterà la terra ed il suolo tremerà; in seguito ci sarà una grande quiete e la Mia Voce risuonerà, non appena Io dichiarerò di essere Gesù Cristo. Ci sarà una grande allegrezza da parte di coloro che Io chiamerò: coloro che sono stati benedetti con la Mia Grande Misericordia. Ma, oltre all’amore e alla gioia, ci sarà anche grande dolore e paura. Coloro che non hanno nient’altro che odio per Me, alla Mia vista cadranno sulle loro ginocchia, gemendo dal dolore, dimenandosi dalla rabbia e dalla paura.
In quel Giorno, coloro che apriranno un dialogo con Me, supplicandoMi di accoglierli tra le Mie Misericordiose Braccia, saranno salvati. Io soccorrerò gli umili, i perduti e tutti coloro che saranno troppo deboli per cercarMi. Essi hanno solo bisogno di sussurrare queste parole:“Gesù perdona i miei peccati” ed Io li afferrerò per i piedi trascinandoli nel Mio Glorioso Regno.
Tutti voi che temete il Grande Giorno della Mia Seconda Venuta sappiate che, se voi Mi amate totalmente, quel Giorno vi porterà la gioia più grande; anche se non Mi conoscete, quando quel Giorno Mi vedrete, venite a Me ed aprite le vostre braccia per accoglierMi. Solo coloro che Mi odiano rifiuteranno la Mano della Mia Misericordia. Vi chiedo di avere fiducia in Me perché possa portarvi la pace, poiché non sarebbe mai la Mia Intenzione quella di spaventarvi, in quanto Io Sono un Dio d’Amore senza fine. Per quelli di voi che accetteranno il Mio Grande Dono della Vita Eterna, non c’è proprio nulla da temere ed Io li guiderò lungo questo sentiero fino al Grande Giorno.
Le Mie Parole possono sembrare dure e la Verità può essere molto difficile da accettare, ma a causa della bruttura del peccato, lo stato del mondo è tale che se Io non vi avvisassi di questo Giorno, allora voi non sareste preparati. È a causa di Satana, che la pena del peccato provoca così tanta discordia, afflizione e sofferenza nel mondo, ma presto Io porterò ogni peccato al termine.
Il vostro Gesù

Domenica 21 Dicembre 2014, IV Domenica di Avvento - Anno B

Domenica 21 Dicembre 2014, IV Domenica di Avvento - Anno B

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,26-38.
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
Traduzione liturgica della Bibbia

Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" 
di Maria Valtorta : Volume 1 Capitolo 16 pagina 96.


Ciò che vedo. Maria, fanciulla giovanissima, quindici anni al massimo all’aspetto, è in una piccola stanza rettangolare. Una vera stanza di fanciulla. Contro una delle due pareti più lunghe è il giaciglio: un basso lettuccio senza sponde, coperto di alte stuoie o tappeti. Si direbbe che sono stesi su una tavola o su un traliccio di canne, perché stanno molto rigidi e senza curve come avviene nei nostri letti. Contro l’altra parete, una scansia con una lucerna ad olio, dei rotoli di pergamena, un lavoro di cucito piegato con cura, pare un ricamo. 

Di fianco a questa, verso la porta che è aperta sull’orto ma velata da una tenda che palpita ad un leggero vento, è seduta su uno sgabello basso la Vergine. 

Fila del lino candidissimo e morbido come una seta. Le sue piccole mani, solo di poco più scure del lino, prillano sveltamente il fuso. Il visetto giovanile, e tanto tanto bello, è lievemente curvo e lievemente sorridente, come se accarezzasse o seguisse qualche dolce pensiero.

Vi è molto silenzio nella casetta e nell’orto. Vi è molta pace tanto sul viso di Maria quanto nell’ambiente che la circonda. Pace e ordine. Tutto è lindo e ordinato, e l’ambiente, umilissimo nel suo aspetto e nelle suppellettili, quasi nudo come una cella, ha un che di austero e regale per il grande nitore e la cura con cui sono disposte le stoffe sul lettuccio, i rotoli, il lume, la piccola brocca di rame presso al lume, con entro un fascio di rami fioriti, rami di pesco o di pero. Non so. Sono certo di alberi da frutto di un bianco lievemente rosato. Maria si mette a cantare sottovoce e poi alza lievemente la voce. Non va al gran canto. Ma è già una voce che vibra nella stanzetta e nella quale si sente una vibrazione d’anima. Non capisco le parole, dette certo in ebraico. Ma dato che ripete ogni tanto: ‘Jehovà’, intuisco che sia qualche canto sacro, forse un salmo. 


Forse Maria ricorda i canti del Tempio. E deve essere un dolce ricordo, perché posa sul grembo le mani sorreggenti il filo e il fuso e alza il capo appoggiandolo indietro alla parete, accesa da un bel rossore nel viso, con gli occhi persi dietro a chissà quale soave pensiero, fatti lucidi da un’onda di pianto che non trabocca ma che li fa più grandi. Eppure quegli occhi ridono, sorridono al pensiero che vedono e che l’astrae dal sensibile.



Il viso di Maria, emergente dalla veste bianca e semplicissima, così rosato e cinto dalle trecce che porta avvolte come corona intorno al capo, pare un bel fiore.

Il canto si muta in preghiera: “Signore Iddio Altissimo, non tardare oltre a mandare il tuo Servo per portare la pace sulla terra. Suscita il tempo propizio e la vergine pura e feconda per l’avvento del tuo Cristo. Padre, Padre santo, concedi alla tua serva di offrire la sua vita a questo scopo. Concedimi di morire dopo aver visto la tua Luce e la tua Giustizia sulla terra e di aver conosciuto che la Redenzione è compiuta. O Padre santo, manda sulla terra il Sospiro dei Profeti. Manda alla tua serva il Redentore. Che nell’ora in cui cessi il mio giorno, si apra per me la tua Dimora, perché le sue porte sono state già aperte dal tuo Cristo per tutti coloro che hanno sperato in Te. Vieni, vieni, o Spirito del Signore. Vieni ai tuoi fedeli che ti attendono. Vieni, Principe della Pace!...” Maria resta assorta così.... 

La tenda palpita più forte, come se qualcuno dietro ad essa ventilasse con qualcosa o la scuotesse per scostarla. E una luce bianca di perla fusa ad argento puro fa più chiare le pareti lievemente gialline, più vivi i colori delle stoffe, più spirituale il volto sollevato di Maria. 
Nella luce, e senza che la tenda sia scostata sul mistero che si compie -anzi non palpita più, pende ben rigida contro gli stipiti, come fosse parete che isola l’interno dall’esterno- si prosterna l’Arcangelo.

Deve necessariamente assumere aspetto umano. Ma è un aspetto trasumano. Di quale carne è composta questa figura bellissima e sfolgorante? Di quale sostanza l’ha materializzata Iddio per renderla sensibile ai sensi della Vergine? Solo Dio può possedere queste sostanze e usarle in tal maniera perfetta. E’ un volto, è un corpo, sono occhi, bocca, capelli e mani come le nostre. Ma non sono la nostra opaca materia. E’ una luce che ha preso colore di carne, di occhi, di chioma, di labbra, una luce che si muove e sorride e guarda e parla.“Ave, Maria, piena di Grazia, ave!” La voce è un dolce arpeggio come di perle gettate su un metallo prezioso.


Maria trasale e abbassa lo sguardo. E più trasale quando vede la fulgida creatura inginocchiata ad un metro circa di distanza da Lei e che, con le mani incrociate sul petto, la guarda con una venerazione infinita.Maria balza in piedi e si stringe alla parete. Diviene pallida e rossa alternativamente. Il suo viso esprime stupore e sgomento. Si stringe inconsciamente le mani sul seno nascondendole sotto le larghe maniche, si curva quasi per nascondere il più possibile il suo corpo. Un atto di pudore soave. “No. Non temere. Il Signore è teco! Tu sei benedetta fra tutte le donne.”Ma Maria continua a temere. Da dove è venuto quell’essere straordinario? E’ un messo di Dio o dell’Ingannatore?“Non temere, Maria!” ripete l’Arcangelo. “Io sono Gabriele, l’Angelo di Dio. Il mio Signore mi ha mandato a te. Non temere, perché tu hai trovato grazia presso Dio. Ed ora tu concepirai nel seno e partorirai un Figlio e gli porrai nome ‘Gesù’. Questi sarà grande, sarà chiamato Figlio dell’Altissimo (e tale sarà invero) e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe, 
e il suo Regno non avrà mai fine. Comprendi, o santa Vergine amata dal Signore, Figlia benedetta di Lui, chiamata ad esser Madre del suo Figlio, quale Figlio tu genererai.” “Come può avvenire questo se io non conosco uomo? Forse che il Signore Iddio più non accoglie l’offerta della sua serva e non mi vuole vergine per amor di Lui? ”.“Non per opera di uomo sarai Madre, o Maria. Tu sei l’eterna Vergine, la Santa di Dio. Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà. Perciò Santo si chiamerà Colui che nascerà da te, e Figlio di Dio. 
Tutto può il Signore Iddio nostro. Elisabetta, la sterile, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio che sarà il Profeta del tuo Figlio, colui che ne prepara le vie. Il Signore ha levato a questa il suo obbrobrio, e la sua memoria resterà nelle genti congiunta al nome tuo, come il nome della sua creatura a quello del tuo Santo, e fino alla fine dei secoli le genti vi chiameranno beate per la Grazia del Signore venuta a voi, ed a te specialmente; venuta alle genti per mezzo tuo. Elisabetta è nel suo sesto mese ed il suo peso la solleva al gaudio, e più la solleverà quando conoscerà la tua gioia. Nulla è impossibile a Dio, Maria, piena di Grazia. Che devo dire al mio Signore? Non ti turbi pensiero di sorta. Egli tutelerà gli interessi tuoi se a Lui ti affidi. Il mondo, il Cielo, l’Eterno attendono la tua parola!” 

Maria, incrociando a sua volta le mani sul petto e curvandosi in un profondo inchino, dice: “Ecco l’ancella di Dio. Si faccia di me secondo la sua parola.” 

L’Angelo sfavilla nella gioia. Adora, perché certo egli vede lo Spirito di Dio abbassarsi sulla Vergine curva nell’adesione, e poi scompare senza smuover tenda, ma lasciandola ben tirata sul Mistero santo.

Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/


AVE DIVINA MARIA MADRE NOSTRA DOLCISSIMA