martedì 12 febbraio 2013

Il monaco Basilio fu un profeta russo .......

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Il monaco in questione, poco o nulla nominato all' attenzione della gente comune e curiosa, in questo periodo, collegato a profezie che si stanno avverando e avverate, sta riscuotendo un buon successo e quindi...parliamo di quest' uomo, della sua vita e delle profezie che riguardano tutti noi: Il monaco Basilio fu un profeta russo vissuto all’epoca di Pietro I° il Grande. Nato a Mosca nel 1660, Basilio rinunciò a famiglia e carriera per rinchiudersi nel convento ortodosso di Kalnin. Era solito offrire pane e consolazione ai poveri e recarsi a pregare nella cattedrale del Beato Basilio, appena fuori il Cremlino. Durante queste "estasi divine" iniziò ad avere delle visioni del futuro, che scrisse in prosa. Molte si sono già avverate:
"Quando il Mille si aggiungerà al Mille, gli uomini voleranno e le immagini di quello che succede a Mosca si potranno vedere allo stesso tempo a Kiev e a Costantinopoli".



Il sant’uomo predisse anche l’incendio che nel 1737 distrusse parte di San Pietroburgo, la caduta degli zar ("con il sangue dei ricchi si laveranno le scale dei poveri") e l’avvento del comunismo in Russia ("vi verrà promessa la terra dei lavoratori, ma vi verrà data la terra degli schiavi...").
Basilio morì nel 1722, ma ancora oggi vengono studiate le sue profezie, dette di San Pietroburgo. Eccone alcuni stralci:
"Quando il secondo millennio del cristianesimo sarà prossimo alla fine, ogni casa vorrà accendere la sua candela, ma il buio dominerà. Sangue e lacrime bagneranno la terra dei popoli slavi".
Come poteva sapere Basilio che negli anni ‘90 sarebbe avvenuta una guerra fratricida tra Serbi e Croati? "Breve sarà il tempo dello zar che zar non è". Si tratta forse di un riferimento ad Elzin, che i cronisti di tutto il mondo hanno ribattezzato "Zar"? Speriamo che altre profezie del monaco rimangano disattese, come quella che parla della conquista di Mosca e di gran parte dell’Occidente ad opera mussulmana ("Scomparirà la stella e la falce della Luna si poserà sul Cremlino"), o l’altra che recita "sarà ancora guerra, tutto avverrà quando il mondo intero festeggerà la pace". Di notevole interesse, comunque, le previsioni inerenti la fine dei tempi e il mondo a venire. Quando la misura sarà colma - afferma il monaco - giungerà un personaggio chiamato enigmaticamente l’uomo di Colosse.
"Sarà un uomo inviato da Dio per unire i frammenti del mondo e aprire le porte d’un tempo nuovo... Egli sarà l’avanguardia del Governo Universale".
Chi è l’uomo di Colosse? Il Governo Universale in questione è forse il "New World Order"?
Incredibilmente precise le profezie sull’inquinamento e il degrado ambientale:
"Alla fine del millennio un prato verde non lordato dall’uomo e una pianta non avvelenata saranno una rarità... l’uomo sarà attorniato da cibo e da acque, ma morirà di fame e sete, perché l’erba che vedrà crescere e il frutto che vedrà maturare saranno veleno, come pure l’aria che respira...".
Basilio inoltre rimprovera il genere umano, accusandolo di aver bruciato il "sangue della Terra", ovvio riferimento al petrolio.
"All’uomo era stata affidata la Terra affinché la custodisse come un tesoro del creato: invece, quando le macchine voleranno come uccelli e l’uomo ucciderà l’uomo con i raggi del Sole, essa sarà uno straccio sporco e lacero".


A parte i precisi riferimenti ad aerei e laser, colpiscono le accuse di Basilio, dure ma motivate.
"Il Sole cambierà strada e la Luna si perderà fra i monti, le stelle pioveranno sulla Terra... Montagne invisibili passeranno nel cielo, e quando una di queste si vedrà, mancherà il tempo della preghiera. Sentirete allora il pianto di mille madri, perché mille uomini saranno schiacciati dalla montagna".
Non v’è dubbio che il santo uomo si riferisca alla caduta di un enorme meteorite, mentre il cambio di "percorso" del Sole e della Luna sarebbe da addebitarsi ad una alterazione del piano orbitale terrestre, in seguito confermata:
"Arriverà un giorno nel quale troverete il mar Nero sugli Urali e il mar Caspio sulle alture del Volga, perché tutto verrà mutato... All’uomo verrà consegnata una Terra arata pronta per la semina, in cui sarebbe follia cercare Mosca, San Pietroburgo o Kiev... Dove un tempo regnava il ghiaccio ora brucerà il Sole, e gli agrumi più gustosi verranno raccolti sulla terra della Santa Madre Russia, mentre sulle coste settentrionali dell’Africa regnerà il ghiaccio".
Basilio quindi scrive che quando tutto sarà passato, "i popoli della Terra saranno veramente fratelli, i superstiti scenderanno dai monti e si abbracceranno, perché il nuovo alito di vita non verrà dai mari, ma dai monti".
Molti addotti hanno riferito che gli alieni consigliavano loro di andare a vivere in campagna o in montagna: è solo un caso? È interessante sottolineare che, a differenza dell’Apocalisse di Giovanni, qui i disastri non sono mandati dall’Eterno per punire l’uomo, ma per "ridisegnare la Terra distrutta dall’uomo."
Un Dio ecologista e decisamente meno vendicativo di quello biblico, che infine sulla fronte dell’uomo scriverà la parola umiltà, perché "deve ricordarsi che non è una creatura superiore, ma creatura tra le creature della Terra. A lui verrà dato il compito di lavorare la Terra, e il cibo gli sarà dato dalle erbe e dai frutti. La carne non potrà mangiare la carne...".
Il vegetarianismo entrerà dunque nel novero dei comandamenti? Tornano alla mente le analisi dei laboratori militari di Wright-Patterson, in cui le EBE venivano catalogate come vegetariane.
Infine, Basilio annuncia: "Piccolo uomo del duemila, non sforzarti di capire che cosa sarà il tempo nuovo: il tuo sforzo è inutile, perché la tua mente è chiusa ai disegni dell’Eterno. Sappi solo che l’uomo del Tempo dei Giusti non nascerà piangendo, verrà deposto nella culla della felicità, camminerà sul sentiero della pace, parlerà con lo spirito e non avrà bara".

E del famoso introvabile libro... date ancora uno sguardo sfuggevole....

LA DEVASTAZIONE DELLA TERRA E LE GRANDI PESTILENZE
"L'uomo diventerà predone e la terra sarà saccheggiata. Alla fine del millennio un prato verde, non lordato dall'uomo, e una pianta non avvelenata saranno una rarità. Vedrete campi di grano brillare sotto i raggi del sole, ma quel grano, nato da terra avvelenata sarà veleno e darà una lenta morte e quel sole aprirà sulla pelle dell'uomo e sulla crosta della terra ferite infette. L'umanità irresponsabile e suicida ha eretto un tempio a Mara: quel tempio devasterà la terra e gli uomini. L'uomo sarà attorniato da cibi e da acque, ma morirà di fame e sete, perché l'erba che vedrà crescere e il frutto che vedrà maturare saranno veleno, come pure l'aria che respira perché in essa sarà l'alito di Satana. Depravata generazione di predoni! Tramanderai ai tuoi figli un'eredità di dolore e morte, perché hai bruciato il sangue della terra. All'uomo era stata affidata la terra, affinché la custodisse come un tesoro del creato: invece, quando le macchine voleranno come uccelli l'uomo ucciderà l'uomo con i raggi del sole, essa sarà uno straccio sporco e lacero. L'uomo che poteva saziarsi di piante e di frutti, ha preferito saziarsi di veleni, dolci come il miele, pur sempre mortali. Ecco perché la terra dovrà essere lavata, ma con acqua diversa dall'acqua della terra, un'acqua capace di penetrare fino alla settima piaga della putrefazione, che toglierà l'ultima pestilenza, perché al veleno della terra si aggiungerà la pestilenza dell'uomo".

TUTTO ROVINERÀ, PERCHÉ MANCHERANNO L'AMORE E LA FEDE


"L'amore si consuma nel tempo e quando il Millennio sarà finito, l'amore tra gli uomini non sarà più che una parola priva di significato sulla quale si faranno mille ricami, nel tentativo di scoprire l'antico valore. Chi possederà ancora il dono dell'amore sarà visto come un diverso, un sopravvissuto a una guerra combattuta da un popolo dalla vista corta, contro il sentimento dell'amore. L'uomo non sarà più capace di sopportare niente, per questo diverrà sempre più fragile e dimenticherà la gioia di vivere. Mancheranno l'amore evangelico e la fede: per questo il mondo andrà in rovina. Ci sarà la fede delle parole, ma mancherà quella del cuore: e ci sarà una grande confusione tra quello che fiorisce sulle le labbra e quello che muore nel cuore. Nelle chiese voleranno parole e tra gli uomini germoglieranno promesse, ma parole e promesse rimarranno tali. Tra le pieghe della terra ci sarà un dolore nascosto che uomini di chiesa e di scienza copriranno diligentemente, perché i signori della terra, al servizio delle potenze infernali, vogliono confondere le idee facendo credere ai pochi puri di spirito che questo è il nuovo paradiso terrestre che deve ancora giungere sulla terra. E scenderà sulla Santa Madre Russia, nella terra tra i due fiumi.
Solo allora l'uomo nuovo scenderà dalle montagne per vivere nell'amore e nella fede. L'amore sarà il pane della vita e la fede la strada maestra che condurrà nell'unico porto sicuro".


Quando il Papa porterà sulla schiena due apostoli: ossia
"Quando il vescovo di Roma assumerà due nomi un impero sarà prossimo a crollare: quello della bestemmia. Ma sarebbe follia esultare di gioia, perché non sarà la fine ma l'inizio dei dolori: lo spettro cupo della miseria volteggerà nel cielo come nube impazzita e getterà ombra su molti popoli. Mancherà il pane anche nei paesi ricchi, le guerre strisceranno sulla terra come serpenti velenosi: tutto rovinerà perché tutti parleranno d'amore, ma nessuno conoscerà più l'amore per il prossimo.


I cristiani saranno numerosi, ma avranno dimenticato la legge cristiana e la loro fede sarà di parole. Ai patriarchi, al vescovo di Roma che bagnerà la terra con il suo sangue, il cielo affiderà il compito di riportare la chiesa alle origini.


 Sarà questo il momento di abbandonare i palazzi per ritornare nell'umiltà, nella pace delle catacombe, di rivivere la chiesa dei martiri della fede. La salvezza verrà da pochi, ma santi. Se non germoglierà l'amore, cadrà un secondo impero e con lui Roma".

IL VITELLO D'ORO VERRÀ DISTRUTTO E LE STELLE CADRANNO

"Sul vitello d'oro cadranno le stelle, ed egli diventerà cenere. Un impero cadrà e una piramide verrà scrollata dal terremoto, perché dell'Eterno è stato fatto uso blasfemo. L'oro diventerà polvere e la polvere oro: il paese nei cui fiumi scorre il miele diventerà il paese della fame, ove troveranno casa Caino e Abele. Delle stelle non rimarrà niente. Nel tempo in cui verrà demolito il vitello d'oro (sarà questo il tempo della bestia marina) vedrete segni in cielo e in terra. Il sole cambierà strada e la luna si perderà tra i monti, le stelle pioveranno sulla terra e da Oriente uscirà una voce che si udrà sino a Occidente. Montagne invisibili passeranno nel cielo e, quando una di queste si vedrà , mancherà il tempo della preghiera. Sentirete allora il pianto di mille madri, perché mille uomini saranno schiacciati dalla montagna. Nel tempo della bestia marina il cielo invierà i suoi messaggi affinché nessun uomo giunga impreparato all'appuntamento finale. Legioni di Santi appariranno tra le nubi del cielo, quando la terra sarà assediata da Satana. Gli angeli parleranno agli uomini, ma pochi saranno capaci di udire la loro voce, e pochi di vedere le visioni angeliche. Milioni di spiriti celesti popoleranno il cielo e milioni di spiriti infernali la terra: i primi vestiti di luce, i secondi di egoismo e cattiveria. Nel giorno dei tre Santi, gli spiriti luminosi scenderanno sulla terra per portare la corona della giustizia e si udrà un pianto disperato nella valle del vitello d'oro".

Il veggente profetizzava anche una nuova "guerra santa" condotta dall'Islam a fianco di alcuni paesi ex-socialisti.
Alla fine, "la terra verrà ridisegnata dall'Eterno."

Tratto da: "Il mistero di San Pietroburgo" - il futuro della Russia e del mondo nelle profezie del monaco Basilio - di Renzo Baschera, Oscar Arcana, Arnoldo Mondadori Editore, aprile 1992, pag. 158







QUANDO LE MONTAGNE DIVENTERANNO PORTI DI MARE

“Arriverà un giorno nel quale troverete il mar Nero sugli Urali e il mar Caspio sulle alture del Volga, perché tutto verra mutato. E necessario sia così, perché nel tempo in cui cambieranno tutti i numeri, la terra sarà marcia e lo sarà anche l'uomo. All'uomo nuovo verra consegnata una terra arata, pronta per la semina, in cui sarebbe follia cercare Mosca o San Pietroburgo o Kiev: tutto sarà passato. Nuove saranno le montagne e nuovi i fiumi. Nuove le piante e le pietre. Su tutto passera l'angelo del Signore per infondere l'alito della vita. La terra verra sbucciata come un frutto. Molti fiumi e molti mari verranno inghiottiti dalla terra e nuovi fiumi e nuovi mari dalla terra sorgeranno. Le reliquie della Santa Madre le ritroverete sulle spiagge del mar Nero e quelle di Kiev tra i monti. Quando tutto sarà cambiato i popoli della terra saranno veramente fratelli, i pochi superstiti scenderanno dai monti e si abbracceranno, perché il nuovo alito della vita non verra dai mari, ma dai monti. Quando le tre civiltà saranno finite, l'uomo ritornerà alla civiltà della grotta e imparerà a vivere.”



Paragrafo b Totale 26°
STORIA DELL'OTTAVO GIORNO

“E all'ottavo giorno l'Eterno ritornerà a disegnare la terra, perfettamente lavata, perché la vecchia era stata distrutta dall'uomo. Saranno create per prime erbe e piante, che daranno frutti particolari, assegnandole in posti nuovi, perché per la nuova terra ci sarà un nuovo sole. sarà così che dove un tempo regnava il ghiaccio ora brucerà il sole, e dove bruciava il sole regnerà il ghiaccio. Gli agrumi più gustosi verranno raccolti sulla terra della Santa Madre Russia, mentre sulle coste settentrionali dell'Africa regnerà il ghiaccio. Poi verranno creati gli animali, che saranno liberi, si ciberanno di erbe e frutti e saranno scaldati dal sole e lavati dall'acqua piovana. Infine sarà creato l'uomo, sulla cui fronte verra scritta la parola “ umiltà ”, perché nel tempo deve ricordarsi che non e una creatura superiore, ma creatura tra le creature della terra. A lui verra affidato il compito di lavorare la terra, e il cibo gli sarà dato dalle erbe e dai frutti. La carne non potrà mangiare la carne. Le sue gioie saranno quelle dello spirito, perché nella nuova terra la carne sarà solamente un vestito di poco valore. Non si ripeterà più l'evento di Caino e Abele, perché gli uomini della nuova terra si chiameranno solamente Abele. LEterno non si pentirà di avere creato l'uomo, perché egli sarà l'ombra dell'Eterno. Il governo mondiale non sarà più nelle mani dell'uomo, ma nelle mani della Giustizia Divina, la cui bilancia avrà pesi sinora sconosciuti agli uomini. La santa legge verra da levante e si estenderà fino a oriente e lo spirito dominerà su ogni cosa.”



Paragrafo c Totale 27°
UN CANTICO NUOVO


“Nel tempo degli uomini giusti, quando i confini tra Stato e Stato saranno bruciati e il mondo sarà una sola nazione e l'uomo avrà sotterrato la presunzione di essere superiore e senza tempo, il sole illuminerà cose nuove. Dal monte sul quale l'angelo mi ha portato ha visto scendere tre fiumi che attraversavano tutte le terre. Il primo, mi disse l'angelo, e di latte: e la saggezza. Il secondo e di miele: e la dolcezza. Il terzo fiume e di sangue: e l'amore. Su queste tre leggi si reggerà il Mondo dei Giusti. In questo mondo, ovunque cresceranno piante, la pianta del Bene e del Male darà frutto soltanto a San Pietroburgo, dove l'angelo accoglierà l'uomo di Roma e dove verra benedetto il Padre della nuova legge. In questo tempo il sole spunterà a ponente e tramonterà a levante, i frutti matureranno nel tempo delle nevi e la luna non sarà più sola nel cielo. Tutte le leggi della natura saranno cambiate, poiché il cantico sarà nuovo... Piccolo uomo del Duemila non sforzarti di capire che cosa sarà il tempo nuovo: il tuo sforzo sarà inutile, perché la tua mente e chiusa ai disegni dell'Eterno. Sappi solo che l'uomo del Tempo dei Giusti non nascerà piangendo, verra deposto nella culla della felicita, camminerà sul sentiero della pace, parlerà con lo spirito e non avrà bara. Nulla conoscerà dell'uomo vecchio, perché la misericordia di Dio cancellerà l'infamia di un tempo degradato e corrotto.”



Paragrafo d totale 28°
E LA MORTE VERRA BRUCIATA


“Quando tutte le cose saranno cambiate, la morte non avrà più senso: questo perché l'uomo conoscerà il fatto di essere temporale sin dalla culla e vivrà sapendo di essere tale e così lavorerà e prolificherà. Quando il binario sarà sovrano, un grande evento coinvolgerà l'intera terra e tutti gli uomini. Allora la morte verra spogliata dal suo manto di terrore e sotto questo manto che terrorizzo migliaia di generazioni l'uomo scoprirà il santo velo della felicita. Tutto cambierà nel tempo in cui lAlfa raggiungerà lOmega, si scoprirà allora che le cose sono completamente diverse, perché quella che chiamiamo vita era solo morte e quella che veniva chiamata morte era vita. Questo perché la misura del tempo binario verra fatta con lo spirito: qualcuno ritornerà, perché lEterno vuole una legge nuova, che non avrà più un tempo, ma sarà per i tempi. ...Bruciato il manto di terrore della morte, l'uomo vivrà secondo il tempo della Scrittura. Bruciato l'abito della morte anche quello del dolore e della malattia verra bruciato, perché la malattia non fu creata dall'Eterno, essa e una creatura dell'uomo e morirà con il vecchio uomo. Verra scoperto allora che la medicina, vestita di sola scienza, era il bastone di sostegno della morte. Così mi e stato svelato per i tempi coperti dall'orizzonte e così io sollevo l'orizzonte per far scorgere agli uomini di un lontano tempo, il disegno dell'Eterno...”



Paragrafo e Totale 29°
IL SERMONE SULLE COSE INVISIBILI


“All'uomo era stato donato l'occhio della carne e quello dello spirito, ma, quando il millennio sarà finito, lo spirito sarà cieco e l'uomo vedrà solamente le cose di un mondo destinato a passare. Egli dimenticherà che i mondi sono due: il primo fatto di pietre eterne cementate con l'amore e la spiritualità, il secondo di pietre che si sgretoleranno nel tempo, cementate con l'ansia del successo e l'egoismo.

 Il primo mondo e eterno, il secondo temporaneo. Questo e il grande segreto che l'uomo dimenticherà completamente, vivendo solamente per ciò che vede con l'occhio della carne, per le pietre che si sgretolano, per i muri destinati a crollare. E vivrà male. La pazzia umana preferirà il temporaneo all'eterno e l'uomo che vedrà quel sottile raggio d'amore che unisce sin dalla nascita tutti gli uomini. Non vedrà quel sottile raggio vitale che unisce tutti gli esseri viventi della terra ...l'uomo che usa solamente l'occhio della carne vivrà male e soltanto meta della sua vita, perché vedrà solo le foglie e non i fiori, ne le anime sante che ci sono accanto per consolarci e aiutarci nel momento in cui passeremo dal temporaneo all'eterno. Non vedrà l'eterna pianta che da tre frutti distinti, ma uguali: amore, bontà, felicita, ma quando le pietre saranno rinnovate e i tempi della carne sepolti, l'Eterno riaccenderà nell'uomo l'occhio dello spirito e di esso l'uomo vivrà in una dimensione di felicita angelica.”


Paragrafo f Totale 30°
IL TEMPO BEATO DELLE INCARNAZIONI ANGELICHE

"Quando Aph e Chemah saranno passati e tutto l'esercito di Satana risucchiato nel vortice, come foglie secche, quando ogni traccia del Maligno sarà cancellata, verranno inviate sulla Terra le incarnazioni angeliche, che cammineranno nell'ombra dei quattro custodi. Sergio, Boris, Cirillo ritorneranno sulla terra vestiti di stracci, ma colmi di gemme preziose, passeranno di casa in casa, tracciando sui muri il segno della pace nel cerchio dell'amore. Riconoscerete le sante creature dalla parola che riempirà i cuori di gioia, e dalle azioni rivolte principalmente al bene del prossimo, ma riconoscerete sopratutto le loro mani, che saneranno le ultime piaghe lasciate dal sole e dal loro incedere, perché non solleveranno polvere, pur camminando nel deserto. Nel tempo dei messaggeri di Dio, molte creature sante saranno viste contemporaneamente a Occidente e a Oriente, perché nulla sarà vietato né ai santi seminatori della nuova legge né al raccoglitore delle preghiere. La famiglia dell'Eterno avrà il compito di raccogliere sui monti gli uomini-bambini, che spegneranno l'ultimo incendio, che illuminerà la notte del vecchio tempo. Sarà questa la notte della purificazione. Poi i messaggeri del Signore ripasseranno nelle case e dove sarà rimasto il segno della pace verrà consegnato il pane degli angeli. Ma all'inizio del tempo rinnovato non tutte le bocche avranno ancora i denti per masticare questo pane benedetto, che la terra non conosceva da quando i progenitori furono cacciati dal Paradiso Terrestre, e chi mangerà il pane degli angeli diverrà creatura angelica."

Benedicite illam in toto corde vestro: * 
misericordia enim illius plena est terra.

Confessati bene. Sapessi quanto è buono il Signore!



Confessati bene. Sapessi quanto è buono il Signore!


Pigliò quella voce come rivelazione del Cielo, si fece coraggio, decisa, confessò quel peccato che tanto le faceva vergogna e per cui tanto aveva già pianto. Da quell' istante, provò tale sollievo e tanta consolazione, che andava raccontando a tutti la cosa, e ripeteva a sua volta: "Provate e vedrete quanto è buono Gesù! "



Il confessore le disse: " Ebbene, ringraziane di tutto cuore Dio e continua a confessarti bene. Guai a chi si incammina per la via dei sacrilegi. Sarebbe questa la più grande disgrazia: si continuerà così, forse fino alla morte, e si finirà per andare eternamente perduti ". È dunque gran male la confessione mal fatta? Si, è la principale causa di dannazione! 



Dite davvero,Padre? 
 È così, purtroppo! Le confessioni mal fatte sono il motivo per cui tanti perdono l' anima e vanno all' inferno.



Ma voi esagerate! 

Non esagero affatto, nè sono io che lo dico; lo affermano i santi più esperti di anime; lo ha veduto in una visione S. Teresa (dottore della Chiesa).

Stava questa Santa pregando, ed ecco ad un tratto spalancarsi davanti ai suoi occhi una voragine profondissima tutta ripiena di fuoco e di fiamme , e laggiù cadere abbondantissime, come la neve d' inverno, le povere anime. Spaventata la Santa alza gli occhi al cielo ed esclama: " Mio Dio, mio Dio! Che cosa vedo mai? Chi sono tutte quelle anime che vanno perdute? Saran certamente anime di poveri infedeli, di nemici della S. Chiesa, di grandi delinquenti, di sacrileghi....



No, o Teresa, - rispose Iddio -, no! Sappi: quelle anime che vedi in questo momento andare nell' inferno per mia permissione, sono tutte anime di cristiani come te.



...Ma dunque, saranno anime di gente che non credeva, che non praticava la Religione, che non frequentava i Sacramenti.
No, o Teresa, no! Sappi che sono anime di cristiani battezzati come te, che come te credevano e praticavano... 

 Ma dunque, non si saranno confessati mai, neppure in punto di morte...
No, sono anime che si confessavano e si sono confessate anche in punto di morte....

Come dunque, o mio Dio, vanno dannate? 
 Vanno dannate perchè si confessarono male!... 
Va, o Teresa, racconta a tutti questa visione e scongiura Vescovi e Sacerdoti a non stancarsi mai di predicare sull' importanza della Confessione e contro le Confessioni mal fatte, onde i miei cari cristiani non abbiano a convertire la medicina in veleno e servirsi in male di questo Sacramento, che è il Sacramento della misericordia e del perdono.



Dunque, sono proprio molte le Confessioni mal fatte?



S. Alfonso, S. Filippo Neri, S. Leonardo da Porto Maurizio, S.Pio da Pietrelcina sono d' accordo nel dire che, purtroppo, le Confessioni mal fatte sono senza numero. Essi che passarono la vita al confessionale e al letto dei moribondi, sapevano di dire la pura verità.




UN EPISODIO RACCONTATO DA S.PAOLINO DA NOLA !!!!!!



Un giorno mentre il santo Vescovo stava nel confessionale, si presentarono due uomini insieme. Naturalmente il Vescovo fece presente che era consentito ad uno solo di stare nel confessionale, poichè la Confessione deve essere individuale. Il secondo però insistette dicendo che era suo diritto essere presente durante la confessione del primo. Il Vescovo ribatte che un tale diritto non esiste e invitò il secondo ad allontanarsi, ma costui, con ferma insistenza ribadì il suo diritto. Il santo insospettito chiese chi fosse lui, per vantare un tale diritto. La risposta fu: "sono il demonio". E tu che ci fai qui? Sono venuto a restituire la vergogna che gli avevo tolto al momento di fare il peccato, gliela restituisco adesso al momento di confessarlo, per questo ti ho detto che era mio diritto, perchè era un atto di giustizia restituire ciò che era stato tolto.



S. AGOSTINO:
Se tu ti accusi, Dio ti scusa. Se tu ti scusi Dio ti accusa.

S. FRANCESCO DI SALES

È una regola quasi generale che quando noi facciamo sovente una stessa mancanza è segno che non abbiamo desiderio e volontà di emendazione.


Scrive P. Gabriele di S.M. Maddalena o.c.d.:

La confessione prevede l' accusa dei propri peccati. Ma più ancora che l' accusa, l' anima deve preoccuparsi del dolore dei propri peccati in quanto sono offesa a Dio, Bontà infinita; che sia un dolore proveniente dall' amore, ossia il pentimento del figlio il quale, più che pensare alla sua vergogna e ai castighi meritati, si affligge per il dispiacere arrecato ad un Padre che tanto lo ama e di cui deve ricambiare l' amore.



Il dolore è talmente necessario per la validità del sacramento che, se mancasse, l' assoluzione sarebbe nulla e, d'altra parte, quanto più è perfetto il dolore, tanto più l' assoluzione distrugge non solo il peccato, ma anche la pena temporale da esso contratta. Quanto più il penitente porta alla confessione un cuore contrito, tanto più il Sangue di Gesù lo purifica, lo rinnova, lo arricchisce di forza, di carità, di grazia.



Scrive S. CATERINA da SIENA:

" Gesù dolce, l' anima mia desidera ardentemente di vedersi tutta bagnata e annegata nel Sangue tuo.....Perchè nel tuo Sangue trovo la fonte della misericordia; nel Sangue la clemenza; nel Sangue il fuoco; nel Sangue la pietà; nel Sangue è fatta giustizia delle nostre colpe; nel Sangue è saziata la misericordia; nel Sangue si dissolve la durezza nostra; nel Sangue le cose amare diventano dolci e i grandi pesi leggeri. E poichè, o Cristo, nel Sangue tuo maturano le virtù, inebria e annega nel Sangue l' anima mia, affinché si vesta delle vere e reali virtù "

P.Pio a Don Nello C. nella settimana di Pasqua 1959:



Padre, nei giorni scorsi della settimana santa, ho confessato parecchio, ed io, Padre ho assolto tutti i penitenti. Considerando come fate voi, Padre, vorrei un consiglio, come devo comportarmi con queste anime.... che tornano sempre con le medesime colpe gravi? 
P.Pio risponde: Figlio mio, tu non puoi fare come faccio io. Però al penitente, che si presenta con lo stesso peccato, potrai dare l' assoluzione, una prima volta.... una seconda volta, ma la terza, vuoi tu profanare un sacramento, che costa il sangue di Cristo ?

P.Pio a Don Domenico Labellarte:



Io tremo, ogniqualvolta , devo scendere al confessionale, perché lì devo amministrare il sangue di Cristo.


Che tristezza, vedere che oggi la Confessione è diventata la 
"confusione", si va a fare una chiacchierata nel confessionale, magari riportando i peccati degli altri, giustificando se stessi, senza essersi accusati di nessun nostro peccato, e poi si riceve anche l' assoluzione. Come fa il penitente a pentirsi e dolersi dei peccati che non ha confessati e di fuggire le occasioni prossime degli stessi? Il Sacerdote è come un medico che deve aiutare il paziente a scoprire le proprie malattie e non dirgli va in pace che stai benissimo. 

S. Veronica Giuliani riferisce che nel terzo piano profondo dell' inferno ha visto le anime dei confessori che hanno ingannato i propri penitenti.

Virgo Maria, Mater Boni Consilii:
Nos benedicat et custodiat.

venerdì 8 febbraio 2013

LA PESCA MILAGROSA - Domingo 5, T.Ordinario, C: 10/2/2013



LA PESCA MILAGROSA






La visión continúa con las palabras de Jesús:

DE LA PRIMAVERA AL OTOÑO, ...¡CUÁNTOS DÍAS, CUÁNTOS 
VIENTOS, LLUVIAS Y SOLES  Y TEMPESTADES TIENEN QUE PASAR

"Cuando en primavera todo florece, el hombre de campo dice contento: "Tendré buena cosecha" y su corazón se regocija ante esta esperanza. Pero de la primavera al otoño, del mes de las flores al de la cosecha, ¡cuántos días, cuántos vientos,  lluvias y soles y tempestades tienen que pasar! ¡Tal vez hasta guerra o crueldad de los poderosos! ¡o enfermedades de las plantas y aún del mismo campesino para quien esas plantas regadas, podadas, sostenidas y limpiadas, de las que espera el fruto, se secan y mueren antes de la cosecha o en la misma cosecha!... 

TODOS MIS ENEMIGOS Y VUESTROS VENDRÁN PARA HACER 
ESTÉRIL LO QUE TENDRÍA QUE BROTAR DE ESTE VUESTRO 
FLORECER EN DIOS.

Vosotros me seguís, me amáis y como plantas en primavera os adornáis con propósitos y con amor. En realidad, Israel es este amanecer de mi apostolado, es como nuestras dulces campiñas en el radiante mes de Nisán. Pero escuchad, como un fuego seco vendrá Satanás a quemaros con su aliento que respira envidia de Mí. El mundo vendrá con su helado viento a helar vuestro florecer. Vendrán las pasiones como borrascas. Vendrá el tedio como lluvia persistente. Todos mis enemigos y vuestros vendrán para hacer estéril lo que tendría que brotar de este vuestro florecer en Dios.
Os lo advierto porque lo sé. ¿Pero acaso todo quedará perdido cuando Yo, como agricultor enfermo, más que enfermo: muerto, no podré hablaros más y haceros algún milagro? ¡No! Siembro y cultivo mientras es mi tiempo. Después crecerá y madurará en vosotros, si tenéis cuidado.

HIJOS DE DIOS, HIJOS DEL HOMBRE, 
¿SERÉIS MENOS QUE UNA PLANTA?

Ved aquella higuera de la casa de Simón de Jonás. Quien la plantó no encontró el lugar justo y exacto. Plantada junto al muro que da al norte, habría ya muerto, si ella mismo no se hubiera defendido para sobrevivir y buscó sol y luz. Miradla allá: está doblada, pero fuerte y orgullosa. Cuando amanece disfruta de sol y se provee de savia para sus centenares y centenares de dulces frutos. Por sí misma se ha defendido. Dijo: "El Creador ha querido que lleve alegría y alimento al hombre. ¡Quiero que su querer sea también el mío!" ¡Una higuera! ¡Una planta que no habla! ¡Que no tiene alma! Y vosotros... Hijos de Dios, hijos del hombre, ¿seréis menos que una planta?

TENED CUIDADO DE PRODUCIR FRUTOS DE VIDA ETERNA

AMAD A DIOS Y AL PRÓJIMO. ES LA CONDICIÓN PRIMERA PARA 
PODER REALIZAR CUALQUIER OTRO BIEN.

QUIENES AMEN A DIOS EN DIOS Y POR EL SEÑOR DIOS, 
TENDRÁN EN LA TIERRA Y EN EL CIELO LA PAZ POR 
HABITACIÓN Y POR CORONA.

Tened cuidado de producir frutos de vida eterna. Yo os cultivo y por último os daré un jugo que como él, de potente no existe. No permitáis, no permitáis que Satanás se ría sobre las ruinas de mi trabajo, de mi sacrifico y de vuestra alma. Buscad la luz. Buscad el sol. Buscad la fuerza. Buscad la vida. Yo soy vida, fuerza, sol y luz para quien me ama. Estoy aquí para llevaros al lugar de donde vine. Os hablo para llamaros a todos e indicaros la Ley de los Diez Mandamientos que dan la vida eterna y como consejo, ahora os digo: "Amad a Dios y al prójimo". Es la condición primera para poder realizar cualquier otro bien. Es el más santo de los Diez Santos Mandamientos. Amad. Quienes amen a Dios en Dios y por el Señor Dios, tendrán en la tierra y en el Cielo la paz por habitación y por corona."
La gente difícilmente quiere separarse de Jesús después de que la bendijo. No hay enfermos ni pobres.

VAMOS AL LAGO A ECHAR LA RED

HAZ LO QUE TE DIGO, PEDRO, 
Y ESCUCHA SIEMPRE AL QUE TE AMA.

HARÉ LO QUE DICES POR RESPETO A TU PALABRA

Jesús dice a Simón: "Llama también a los otros dos. Vamos al lago a echar la red."
"Maestro, no puedo mover los brazos porque toda la noche he estado arrojando y sacando la red y para nada. Los peces están en lo profundo o quién sabe en dónde."
"Haz lo que te digo, Pedro, y escucha siempre al que te ama."
"Haré lo que dices por respeto a tu palabra" y llama en voz alta a los trabajadores y también a Santiago y a Juan. "Vamos a pescar, el Maestro quiere." Mientras se alejan dice a Jesús: "Pero, Maestro, te aseguro que no es esta la hora. Porque a esta hora ¡quién sabe en dónde estarán los peces descansando!..."
Jesús sentado en la proa, sonríe y calla. 
Hacen un arco de círculo sobre el lago y después echan la red. Pocos minutos de espera y luego la barca se siente mover extrañamente, porque el lago está terso como si fuese un vidrio fundido bajo el sol que está ya sobre el horizonte.
"Pero... si estos son peces, ¡Maestro!" dice Pedro con los ojos fuera de órbita.
Jesús sonríe y calla.
"¡Jalad, jalad!" ordena Pedro a los trabajadores. Pero la barca se va del lado de la red. "¡Ey! ¡Santiago... Juan! Pronto, ¡venid con los remos! ¡Pronto!"
Veloces vienen y con los esfuerzos de los remeros de ambas embarcaciones logran levantar la red sin perder la pesca.
Las barcas se juntan. Un cesto, dos, cinco, diez, están llenos de una pesca sin igual, y todavía hay multitud de peces que se mueven en la red: plata y bronce vivo que se mueven para escapar de la muerte. Entonces no queda otro remedio que echar el resto en le suelo de las barcas. Lo hacen y ese suelo es un todo agitarse de vidas en agonía. Los remeros están más arriba de donde se mete el remo y hasta ahí llegan los montones de pescado y las barcas se hunden más arriba de la línea de inmersión por el peso excesivo.
"¡A tierra! ¡Vira! ¡Fuerzas! ¡Las velas! ¡Cuidado con el fondo! prontas las varas para evitar el choque,¡es mucho peso!"

¡MAESTRO, SEÑOR! ¡APÁRTATE DE MÍ! SOY UN POBRE PECADOR. 
¡NO SOY DIGNO DE ESTAR CERCA DE TI!

¡LEVÁNTATE, SÍGUEME! ¡NO TE DEJO MÁS! DE AHORA EN 
ADELANTE SERÁS PESCADOR DE HOMBRES Y CONTIGO ESTOS 
TUS COMPAÑEROS. NO TENGÁIS MIEDO. OS LLAMO. ¡VENID!

Mientras duran las maniobras, Pedro no cae en la cuenta. Pero llegados a tierra, se detiene a pensar. Comprende. Se llena de pavor. "¡Maestro, Señor! ¡Apártate de mí! Soy un pobre pecador. ¡No soy digno de estar cerca de Ti!" y se arrodilla sobre la húmeda arena.
Jesús lo mira y sonríe. "¡Levántate, sígueme! ¡No te dejo más! De ahora en adelante serás pescador de hombre y contigo estos, tus compañeros. No tengáis más miedo. Os llamo. ¡Venid!"

¡JESÚS! BENDITO SEA EL ETERNO POR ESTA ELECCIÓN.

"Al punto, Señor. Ocupaos vosotros de las barcas. Llevad todo esto a Zebedeo y a mi cuñado. Vamos, todos por Ti, ¡Jesús! Bendito sea el Eterno por esta elección."
I. 385-397
A. M. D. G.

Vangelo della Domenica V SETTIMANA Tempo Ordinario Anno C, 10 febbraio 2013 : <<... Portate tutto a Zebedeo e a mio cognato. Andiamo. Tutti per Te, Gesù! Sia benedetto l'Eterno per questa elezione!>>




65. 
La pesca miracolosa e l'elezione dei primi quattro apostoli. Mt 4, 18-22; Mc 1, 16-20; Lc 5, 1-11
E [la visione] riprende sulle parole di Gesù:

«Quando a primavera tutto fiorisce, l'uomo del campo dice, contento: "Avrò molto frutto ". E giubila in cuor
suo per questa speranza. Ma dalla primavera all'autunno, dal mese dei fiori a quello delle frutta, quanti
giorni, quanti venti, e piogge, e sole, e burrasche hanno da passare, e talora guerra o crudeltà di potenti, e
malattie delle piante, e talora malattia dell'uomo del campo, per cui - non più scalzate e rincalzate, irrigate,
potate, sorrette, pulite - le piante, promettenti gran frutto, intristiscono e muoiono o totalmente o nel loro
raccolto!
Voi mi seguite. Voi mi amate. Voi, come piante a primavera, vi ornate di propositi e di amore. Veramente
Israele in quest'alba del mio apostolato è come le nostre dolci campagne nel luminoso mese di nisam. Ma
udite. Come arsione di siccità, verrà Satana a bruciarvi col suo alito che mi invidia. Verrà il mondo col suo
vento gelato a ghiacciare il vostro fiorire. Verranno le passioni come burrasche. Verrà il tedio come pioggia
ostinata. Tutti i nemici miei e vostri verranno per isterilire ciò che dovrebbe venire da questa santa vostra
tendenza a fiorire in Dio. Io ve ne avverto, perché so.



Ma tutto allor sarà perso, quando Io, come agricoltore malato - più che malato, morto - più non potrò dare a voi parole e miracoli? No. Io semino e coltivo sinché è il mio tempo. Poi su voi crescerà e maturerà, se voi farete buona guardia.


Guardate quel fico della casa di Simone di Giona. Chi lo piantò non trovò il punto giusto e propizio. Messo a
dimora presso l'umido muro di settentrione, sarebbe morto se, da sé stesso, non avesse voluto tutelarsi per
vivere. Ed ha cercato sole e luce. Eccolo là, tutto piegato, ma forte e fiero, che beve dall'aurora il sole, e se ne
fa succo per i suoi cento e cento e cento dolci frutti. Si è difeso da sé. Ha detto: "Il Creatore m'ha voluto per dar gioia e cibo all'uomo. Io voglio che il suo volere abbia a compagno il mio!". Un fico! Una pianta senza parola! Senza anima! E voi, figli di Dio, figli dell'uomo, sarete da meno della legnosa pianta?

Fate buona guardia per dar frutti di vita eterna. Io vi coltivo, e per ultimo vi darò un succo che più potente non ne esiste. Non fate, non fate che Satana rida sulle rovine del mio lavoro, del mio sacrificio e della vostra anima. 
Cercate la luce. Cercate il sole. Cercate la forza. Cercate la vita. Io sono Vita, Forza, Sole, Luce di chi mi ama. Qui sono per portare voi là da dove Io sono venuto. Qui parlo per chiamarvi tutti e additarvi la Legge dai dieci comandi che danno la vita eterna. E con consiglio d'amore vi dico: "Amate Dio e il prossimo". Condizione prima per compiere tutto ogni altro bene. Il più santo dei dieci comandi santi. Amate.
Coloro che ameranno in Dio, Dio e prossimo, e per il Signore Iddio, avranno in terra e in Cielo la pace per loro tenda e per loro corona».

La gente si allontana a fatica dopo la benedizione di Gesù. Non ci sono malati né poveri.

Gesù dice a Simone: «Chiama anche gli altri due. Andiamo sul lago a gettare la rete».
«Maestro, ho le braccia rotte dall'aver gettato e rialzato la rete per tutta la notte, e per nulla. Il pesce è nel profondo e chissà dove».
«Fa' quel che ti dico, Pietro. Ascolta sempre chi ti ama».
«Farò quel che Tu dici, per rispetto alla tua parola» e chiama forte i garzoni e anche Giacomo e Giovanni.
«Usciamo alla pesca. Il Maestro lo vuole». E mentre si allontanano dice a Gesù: «Però, Maestro, ti assicuro che non è ora propizia. A quest'ora i pesci chissà dove sono a riposo!... »

Gesù, seduto a prora, sorride e tace.
Fanno un arco di cerchio sul lago e poi gettano la rete. Pochi minuti di attesa e poi la barca riceve scosse
strane, dato che il lago è liscio come di vetro fuso sotto il sole ormai alto.
«Ma questo è pesce, Maestro!» dice Pietro ad occhi spalancati.
Gesù sorride e tace.
«Issa! Issa!» ordina Pietro ai garzoni. Ma la barca piega di bordo dal lato della rete. «Ohè! Giacomo! Giovanni! Presto! Venite! Coi remi! Presto!».

Quelli corrono, e gli sforzi delle due ciurme riescono ad issare la rete senza sciupare la preda.
Le barche accostano. Sono proprio unite. Un cesto, due, cinque, dieci. Sono tutti pieni di preda stupenda, e ce
ne sono ancor tanti di pesci guizzanti nella rete: argento e bronzo vivo che si muove per sfuggire alla morte.
Allora non c'è che un rimedio: rovesciare il resto nel fondo delle barche. Lo fanno, e il fondo è tutto un agitarsi di vite in agonia. La ciurma è dentro a questa dovizia sino a oltre il malleolo, e le barche affondano oltre la linea di immersione per il peso eccessivo.
«A terra! Vira! Forza! Di vela! Attenti al fondale! Pertiche pronte per riparare l'urto! È troppo il peso!».
Finché dura la manovra, Pietro non riflette. Ma giunti a terra lo fa. Capisce. Ne ha sgomento. 
«Maestro Signore! Allontanati da me! Io sono uomo peccatore. Non son degno di starti presso!». È in ginocchio sul greto umido.

Gesù lo guarda e sorride. «Alzati! Seguimi! Più non ti lascio! D'ora in poi tu sarai pescatore d'uomini, e con te questi tuoi compagni. Non temete più nulla. Io vi chiamo. Venite!».
«Subito, Signore. Voi occupatevi delle barche. Portate tutto a Zebedeo e a mio cognato. Andiamo. Tutti per Te, Gesù! Sia benedetto l'Eterno per questa elezione».

E la visione ha termine.
Da L'Evang. come mi é stato rivelato, di M. Valtorta



MAGNIFICAT ANIMA MEA DOMINUM!