lunedì 3 settembre 2012

«La mia ora arriverà quando Io, in modo sorprendente, detronizzerò l’orgoglioso e maledetto Satana, schiacciandolo sotto il mio piede e incatenandolo negli abissi infernali».


Nostra Signora del Buon Successo
- 400° anniversario -
di Franco Adessa

Il 400° anniversario dell’approvazione della devozione a Nostra Signora del Buon Successo, da parte della Chiesa, sarà celebrato a Quito (Ecuador), il 2 febbraio 2010, con una grande cerimonia. Questo giorno di festa di Nostra Signora del Buon Successo cade in un giorno festivo, riconosciuto dalla Chiesa Cattolica: la Festa della Purificazione o giorno della Candelora.


Perché è così importante questa devozione per i nostri tempi?
Tra il 1582 e il 1634, la Madonna apparve, a Quito (Ecuador), ad una Suora di clausura delle Concezioniste, Madre Mariana de Jesús Torres, chiedendo di essere conosciuta e invocata sotto il titolo di “Nostra Signora del Buon Successo”.
Ella parlava a Madre Mariana dei tempi futuri della Chiesa cattolica, in particolare nel periodo “dalla metà del secolo XX in poi”. La Madonna le descrisse la grave crisi che avrebbe subìto la Chiesa Cattolica e la società in generale, condannando, in diverse occasioni, l’opera satanica, demolitrice e devastatrice della Massoneria, sia nei confronti della Chiesa Cattolica che della società.
Nell’Apparizione del 1582, con la SS. Trinità, la Madonna chiese e ottenne da Madre Mariana il suo consenso di offrirsi come vittima sacrificale non solo per il suo Convento e il suo Paese, ma, soprattutto, per la Chiesa Cattolica Universale e la società che, nel periodo profetizzato del secolo XX, sarebbero precipitati in una crisi drammatica e profonda.

La Madonna insistette sulla necessità della preghiera, della mortificazione, della penitenza e della sofferenza, non solo come dono gradito a Dio, ma come unico strumento col quale Madre Mariana e il suo Convento sarebbero state in grado di aiutare la Chiesa Cattolica e il mondo.
Le Apparizioni di Nostra Signora del Buon Successo a Madre Mariana contengono molte profezie, inerenti alla società, al Governo e alla Chiesa dell’Ecuador, ma offrono anche una visione dello stato disastroso in cui la Chiesa Cattolica Universale e il mondo intero sarebbero precipitati nel secolo XX ed oltre. Nel corso di questi ultimi 400 anni, la maggior parte di queste profezie si sono avverate, ed anche questo dimostra l'autenticità di queste Apparizioni. Ma ve ne sono altre che si devono ancora realizzare, in particolare quella della “Restaurazione completa della Chiesa Cattolica”.

Sin dall’approvazione del Vescovo di Quito, avvenuta nel 1610, tutti i Vescovi che si sono succeduti nella diocesi hanno sempre promosso ufficialmente e pubblicamente questa devozione. Ora, ci si domanda: perché dopo 400 anni i fedeli della Chiesa Cattolica Universale dovrebbero coltivare questa devozione e rivolgersi alla Madonna sotto l’invocazione di Nostra Signora del Buon Successo?

In queste sue profezie, la Madonna chiese a Madre Mariana di adoperarsi perché i popoli, che sarebbero stati colpiti dall’ira di Dio, si potessero rivolgere al Padre Celeste “supplicandolo con insistenza” di accorciare i tempi di questo “castigo divino”, promettendo che Lei stessa, un giorno, avrebbe, in modo meraviglioso, operato la “Restaurazione completa della Chiesa Cattolica”.
Per promuovere questa devozione, più volte la Madonna aveva ordinato a Madre Mariana di far scolpire una statua a sua immagine, fino a quando, il 21 gennaio 1610, le disse:
«... Ora ti comando di far costruire la mia statua per la consolazione e la preservazione del mio Convento e per le anime di quel tempo, che vivranno in un’epoca in cui vi sarà una grande devozione per Me, perché Io sono la Regina del Cielo sotto molte invocazioni. Questa devozione sarà lo scudo tra la Giustizia Divina e il mondo prevaricatore, per impedire l’attuazione della terribile punizione di Dio, che questa terra colpevole si merita».

Questa Sacra Statua fu completata nel corso di un anno e fu consacrata dal Vescovo di Quito, il 2 febbraio del 1611. Questa è la Sacra Statua di Nostra Signora del Buon Successo, miracolosamente completata dai tre Arcangeli Gabriele, Raffaele e Michele, e che risiede tuttora nel Convento del’Immacolata Concezione di Quito.

«La mia ora arriverà quando Io,
in modo sorprendente,
detronizzerò l’orgoglioso e maledetto Satana,
schiacciandolo sotto il mio piede
e incatenandolo negli abissi infernali».
(Nostra Signora del Buon Successo, 2 febbraio 1634)

NB.
Per saperne di più sulla devozione a Nostra Signora del Buon Successo, leggete il file PDF del Numero Speciale di “Chiesa viva” n. 413, allegato,




...Alla fine del secolo scorso [XIX], tutto ciò si è puntualmente realizzato. Nel 1873, infatti il valoroso Presidente dell’Equador, Gabriel Garcia Moreno, fece consacrare solennemente la sua nazione al Sacro Cuore di Gesù, dopo aver combattuto energicamente l’influenza della Massoneria nella vita pubblica del suo Paese con il suo santo esempio, col governo e con le leggi. Pochi anni dopo la setta anticristiana si vendicò facendo assassinare il Presidente mentre usciva da una chiesa, proprio di fronte al monastero dell’Immacolata Concezione, come la Madonna aveva profetizzato. Più tardi si scatenò ferocemente la persecuzione delle congregazioni religiose.

Ma la parte più impressionante, e più interessante per noi, del messaggio profetico, è quella che riguarda la situazione del mondo e della Chiesa. 
La notte del 2 febbraio 1634, mentre madre Mariana pregava nel coro della cappella, notò che la lampada del Tabernacolo si era spenta, lasciandola al buio quasi completo. Stava per andare a riaccenderla, quando si sentì come bloccata da una forza sconosciuta e restò quindi in attesa. Improvvisamente apparve per la terza volta la Madonna, vincendo le tenebre col suo splendore e illuminando la chiesa come se fosse giorno pieno. 
Confidando alla veggente un suo segreto, la Beatissima Vergine le spiegò il significato di questa apparizione.
“Lo spegnersi della lampada che arde davanti all’Amore prigioniero ha molti significati. Il primo è questo: alla fine del XIX secolo e per grande parte del XX, si diffonderanno varie eresie, e, sotto il loro potere, la luce preziosa della Fede si spegnerà nelle anime per opera della quasi totale corruzione dei costumi. In quel tempo vi saranno grandi calamità fisiche e morali, pubbliche e private. Le poche anime rimaste fedeli alla grazia soffriranno un martirio tanto crudele e indicibile quanto prolungato; molte di esse scenderanno nella tomba per la violenza delle loro sofferenze e verranno considerate come martiri sacrificatisi per la Chiesa e per la Patria. (…)

“Il terzo significato dello spegnimento della lampada è dovuto allo spirito avvelenato di impurità che in quel tempo dominerà, percorrendo le strade, le piazze e i luoghi pubblici come un mare immondo e godendo di una libertà talmente sorprendente che quasi non resteranno più nel mondo anime vergini.

“Il quarto significato è il riconoscimento del potere delle sette, che abilmente si introdurrà nelle famiglie estinguendo l’innocenza nei cuori dei piccoli, soffocando in tal modo anche le vocazioni sacerdotali. (...) Disgraziatamente, la Chiesa passerà allora attraverso una notte oscura in cui mancherà un prelato e un padre che vegli con amore, con dolcezza e forza, perspicacia e prudenza, e molte anime si perderanno mettendo in pericolo la loro stessa salvezza eterna.

“Il quinto motivo dell’estinzione della lampada sta nell’insensibilità e nel disinteresse di quella gente che, pur possedendo abbondanti ricchezze, resterà indifferente all’oppressione della Chiesa, alla persecuzione della virtù e al trionfo dei malvagi, trascurando di impiegare santamente le loro ricchezze per ottenere la distruzione del male e la restaurazione della Fede”.!!!! !!!! !!!

Questa epoca di tenebre culminerà con “una guerra terribile e spaventosa, in cui scorrerà sangue di ogni nazione. Questa sarà la più orribile delle notti perché, secondo umane apparenze, la malvagità sarà trionfante. Eppure sarà giunta la mia ora, in cui io, in maniera meravigliosa, detronizzerò il superbo e maledetto Satana, ponendolo sotto il mio piede e incatenandolo nell’abisso infernale, liberando infine la Chiesa e la Patria dalla sua crudele tirannia”.

Molti saranno i fattori che cooperano alla rivincita di Maria e alla restaurazione della Chiesa e della Cristianità, ma uno solo, determinante, viene enunciato dalla Madonna: il ruolo che avrà un uomo privilegiato, un “gran prelato”:

“Prega con insistenza, reclama senza stancarti e piangi con lacrime amare nel segreto del tuo cuore, chiedendo al nostro Padre celeste che, per amore del Cuore Eucaristico del mio santissimo Figlio, ponga fine quanto prima a questi tempi funesti inviando alla Chiesa quel prelato che dovrà restaurare lo spirito dei suoi sacerdoti. 
Questo mio amatissimo figlio verrà dotato di una capacità rara, di umiltà di cuore, di docilità alle divine ispirazioni, di fortezza per difendere i diritti della Chiesa e di un animo tenero e compassionevole, affinché, come un altro Cristo, provveda al grande e al piccolo, senza disprezzare i più infelici. (…) 
In sua mano verrà posta la bilancia del Santuario, affinché tutto venga fatto con peso e misura e affinché Dio venga glorificato. Alla rapida venuta di questo padre e prelato, però, sarà di ostacolo quella timidezza di tutte le anime consacrate a Dio, che è anche causa del dominio di Satana su queste terre”.
                                       ***
Racconta il biografo che la madre Mariana, terribilmente impressionata dallo scenario di tenebre e di apostasia che la Madonna le aveva dipinto, si prostrò a terra tremante e le chiese arditamente di concederle il miracolo di mantenerla in vita fino al XX secolo, affinché potesse combattere sulla terra contro quell’ondata di empietà. La Beatissima Vergine non le concesse questa grazia, ma la rassicurò ripetendole che avrebbe Ella stessa assunto il comando della battaglia decisiva, confermando di essere “Regina delle vittorie”.
***
Volendo lasciare alla veggente e alle suore del monastero un segno tangibile della sua visita e della sua protezione, la Madonna comandò a madre Mariana di far scolpire una statua che la rappresentasse il più fedelmente possibile.

 L’immagine doveva avere nella mano destra un bastone apostolico e le chiavi della clausura, in segno della autorità e della proprietà della Vergine sulla congregazione, sorreggendo invece nella mano sinistra il Bambino Gesù benedicente. Tutto fu fatto com’era stato comandato, e, al momento dell’intronizzazione della statua nella cappella, la mattina del 16 gennaio 1611, mentre le suore si avviavano in chiesa per recitare il Piccolo Officio della Madonna, udirono risuonare armoniose melodie: nell’entrare nella cappella, videro il coro illuminato di luce soprannaturale, mentre alcuni Angeli, cantando il “Salve sancta Parens” al suono di musiche celestiali, ponevano al suo posto la statua appena terminata. Questa immagine può ancor oggi essere venerata nella stessa cappella del monastero, sopravvissuto a molte persecuzioni e rovine.

La Chiesa ha sempre considerato queste apparizioni come attendibili, e quanto al messaggio che annunciano, il fatto stesso che in parte si sia già realizzato da tempo e in parte si stia ormai realizzando sotto i nostri occhi, è da solo una garanzia della sua veridicità. 
E’ facile inoltre mettere in evidenza la piena armonia che esiste tra questa profezia e quella di Fatima: entrambe descrivono il nostro secolo come l’epoca della grande apostasia, della persecuzione dei fedeli e del terribile castigo divino, ma entrambe aprono anche uno spiraglio per farci intravedere l’alba dell’immenso trionfo della Vergine sull’antico Serpente, della restaurazione della Chiesa e della Cristianità sulle rovine della Rivoluzione anticristiana: annunciano insomma il Regno di Maria e del suo Cuore Immacolato. Se la Madonna ha voluto turbare il cuore della sua veggente e di noi tutti facendoci vedere lo spegnersi della lampada che ardeva davanti al Tabernacolo, ossia l’estinzione quasi totale della vera Fede ad opera delle potenze delle tenebre, lo ha fatto non solo per mettere in guardia i fedeli da facili ma fallaci certezze e per spronarli alla vigilanza più rigorosa, ma anche per rassicurarli preavvisandoli dei tempi oscuri che dovranno attraversare e per dare loro in anticipo la certezza dell’imminente trionfo sulle avversità che dovranno affrontare.
Anche se per un certo tempo la lampada del Santuario resterà spenta, sappiamo già che la Madonna stessa avrà cura di riaccenderla, più splendente di prima. Resta allo zelo dei cattolici rimasti fedeli il compito di pregare e di agire per affrettare quel benedetto giorno del trionfo che madre Mariana agognò di vedere.

 Con una delle sue frasi folgoranti, sant’Agostino ci consola affermando che, se avremo l’animo di sperare in ciò che non possiamo ancora vedere, otterremo forse da Dio la grazia di vedere con i nostri occhi ciò che abbiamo eroicamente sperato.


AVE MARIA! 
Magna es Domina, 
et laudabilis nimis, 
in civitate Dei nostri, 
et universa Ecclesia electorum eius!

La Vita di San Pio X



Papa Benedetto XVI - La Vita di San Pio X


In questo video il Papa Benedetto XVI ci racconta 
la vita di San Pio X (Giuseppe Sarto).

UDIENZA GENERALE

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo

Mercoledì, 18 agosto 2010


Papa Benedetto XVI - La Vita di San Pio X
<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>

domenica 2 settembre 2012

La statua della Vergine esce in processione, e molti di questi ulivi si coprono inspiegabilmente di fiori.


Il Santuario della Madonna di Roverano e la sua fioritura straordinaria degli olivi

In Italia possiamo annoverare, ma sono sempre gradite eventuali ulteriori segnalazioni, tre "fioriture miracolose" che si rinnovano ogni anno da secoli. 
Curiosamente si riferiscono tutte ad eventi straordinari iniziati nel XIV secolo. 
Sembra quasi, che, con questi fenomeni, il Cielo ci voglia ammonire a non liquidare troppo facilmente, come fanno purtroppo anche molti studiosi sedicenti "cattolici", gli episodi e i racconti relativi a fatti remoti. 
Quante volte del resto ci siamo imbattuti in libri o pubblicazioni che classificano senza esitazione come "leggende" gli avvenimenti trasmessici esclusivamente per via orale? 
Certo lo storico ha il dovere di indagare con rigore ed onestà intellettuale. 
Ciò non lo autorizza tuttavia a scartare aprioristicamente ogni fenomeno di tipo soprannaturale solo perchè mancano magari relazioni scritte od atti notarili. 
La Chiesa, sul punto, si è sempre espressa con prudenza e circospezione. In molti casi però ha avallato, a volte esplicitamente, altre volte "de facto", molti miracoli antichi e tali pronunciamenti rappresentano, in fin dei conti, la guida e la garanzia più sicura per il fedele. Tornando dunque alle "fioriture miracolose" possiamo ricordare quella di Bra, di cui ci siamo già occupati in un altro articolo, e quella di Gualdo Tadino, in Umbria, legata alla straordinaria figura del Beato Angelo da Casale. 
Il 15 gennaio di ogni anno, dal 1324, tutti i cespugli di biancospino posti lungo il percorso compiuto dal corteo funebre che accompagnava alla sepoltura quell'uomo di Dio, continuano inspiegabilmente a fiorire abbondantemente mentre transita la processione con la statua del beato. 
*
Oggi tratteremo però di un santuario mariano ligure meno noto, quello della Madonna di Roverano. 
Quì a fiorire misteriosamente, ogni 7 settembre alla sera, sono alcuni ulivi che si trovano esattamente di fronte all'ingresso dell'edificio sacro. 
Al termine della S. Messa votiva, quando la statua della Vergine esce in processione, molti di questi ulivi si coprono inspiegabilmente di fiori. 
Ricordiamo che tale pianta perviene normalmente alla fioritura, a seconda dei luoghi e delle altitudini, tra i mesi di maggio e giugno. Il fenomeno si verifica dalla metà del '300 e testimonia l'autenticità di un'apparizione avvenuta in quel luogo. 

 LA STORIA 
 Il colle di Roverano si trova in provincia di La Spezia, vicino al confine fra i comuni di Borghetto Vara e Carrodano. 
L'ambiente è tutt'ora, e ovviamente ancor di più nel Medio Evo, verde, relativamente lontano dai centri abitati, votato prevalentemente alla coltura degli ulivi e alla pastorizia. 
Per raggiungere il Santuario si deve percorrere una breve strada in salita, contrassegnata da una piccola cappella, che si diparte dalla via Aurelia in località detta Termine. 
I fatti che hanno dato origine alla devozione popolare risalgono, come detto, al XIV secolo. 
La tradizione locale narra di una apparizione di Maria a due pastorelle, di cui una sordomuta, della guarigione miracolosa di costei e del ritrovamento di un quadretto votivo, raffigurante la Madonna, su un ramo d'ulivo. 
La giovane, su invito della bella Signora, si reca subito ad avvisare il parroco del vicino paese di L'Ago e il buon prete, convinto dall'evidente guarigione, raduna tosto un gruppo di fedeli e giunge rapidamente sul colle in processione. 
Provvede quindi a condurre l'icona in chiesa. 
Il dipinto però si volatilizza nottetempo dalla parrocchia per comparire, la mattina seguente, appeso al medesimo ramo d'ulivo. 
La Sacra Effige, di stile bizantineggiante, raffigura, su una tavola di cm. 70 x 80 circa, la Madre di Dio che tiene in braccio il Bambino benedicente. 
Erano i giorni 7 ed otto settembre, vigilia e festa della Natività di Maria, di un anno imprecisato che comunque le fonti più accreditate collocano fra il 1350 e il 1352. "Trattasi di racconti che seguono un clichè consolidato e diffuso" - commentano compassati i soliti dotti che la sanno lunga - "Ci troviamo evidentemente di fronte alla 'cristianizzazione' di credenze ancestrali, di origine pagana: l'uso di decorare gli alberi..., di identificarli come manifestazioni della divinità..., il mese di settembre rappresenta un periodo di riti propiziatori per la fine dei raccolti...", e via di questo passo. 
 Rispondiamo: 
E' vero che lo schema narrativo del ritrovamento di immagini, e della loro traslazione miracolosa, è presente in numerose vicende legate alla nascita di santuari mariani, specialmente nel Medio Evo. 
Solo per rimanere nella zona pensiamo alla Madonna dell'Orto di Chiavari, a quella di Montallegro presso Rapallo, a Nostra Signora dell'Agostina a Riccò del Golfo, alla Madonna del Soccorso a Vezzano Ligure.
Detto ciò però, cosa autorizza a classificare sbrigativamente questi episodi come miti, leggende o favole? 
Esistono forse documenti storici che accreditano tali posizioni? 
No. Esistono tradizioni orali che contraddicono la versione tramandataci? 
Tanto meno. 
Esistono altre fonti autorevoli di segno opposto? 
Assolutamente no. 
Ed allora? 
Di fatto esiste solo il pregiudizio anticristiano e materialista della cosiddetta cultura contemporanea. 
E dunque mi chiedo: questa è scienza od oscurantismo? 
Qualcuno forse vorrebbe insegnare a Dio il modo in cui dovrebbe manifestare la Sua potenza? 
Venendo invece a considerazioni più serie, ci permettiamo di notare come questi episodi miracolosi di traslazione si siano verificati, in maggioranza, fra il basso Medio Evo e l'età rinascimentale. 
Siamo dunque nel periodo di maggiore espansione della potenza turca che certo distrusse moltissime chiese ed almeno altrettante ne trasformò in moschee. 
I mussulmani inoltre hanno sempre fortemente combattuto le immagini sacre tant'è che i loro edifici di culto ne risultano assolutamente privi. 
Ecco allora che, laddove non riuscirono gli uomini a salvare statue e dipinti, non di rado la Divina Provvidenza venne in soccorso dei cristiani spostando in Occidente taluni di questi oggetti. 
L'esempio più eclatante resta certamente quello della S. Casa di Loreto. 

IL SANTUARIO 
Anche le vicende relative all'edificazione del tempio sono assai simili a molti altri luoghi beneficati da una speciale presenza di Maria. 
Dapprima sorge una piccola cappella costruita, per moto spontaneo, dai fedeli borghigiani. 
Col passare del tempo però la devozione, invece di svanire, si amplia sempre più. 
Ecco allora che si rendono necessari ampliamenti e la costruzione di un ricovero per i pellegrini. 
L'edificio attuale venne infine consacrato nel 1875 e la facciata completamente rinnovata negli anni '30 del XX secolo. 
Il giorno 8 settembre 1901 si procedette, fra il giubilo di tutti gli abitanti della zona, alla solenne incoronazione del simulacro col titolo di "Regina di Roverano". 
La Madre di Dio comunque, a conferma della predilezione per questo luogo, non mancò, oltre che attraverso la fioritura costante degli ulivi, di manifestarsi con la concessione di grazie straordinarie. 

Si racconta, ad esempio, che nell'inverno del 1748 il vicerè del Messico si trovasse a passare nelle vicinanze. 
Lui e la sua scorta vennero improvvisamente aggrediti da una banda di malfattori. Il nobile si rivolse dunque alla Vergine di Roverano che, secondo il suo racconto, lo trasportò immediatamente, assieme ai suoi accompagnatori, in un luogo sicuro piuttosto lontano. 

Non vorremmo inoltre dimenticare il fatto attestato, nel 1780, dal maggiordomo dell'allora Arcivescovo di Genova mons. Giovanni Lercari. 
Egli ricevette, dal parroco di L'Ago, un ramoscello fiorito proveniente da Roverano. 
L'alto prelato aveva infatti espresso il desiderio di poterne avere uno nella sua residenza. 
L'arcivescovo si trovava però, in quei giorni lontano dalla città e, quando fece ritorno, il maggiordomo si dimenticò di consegnargli la scatola. 
La medesima venne ritrovata, quasi per caso, soltanto dopo parecchi mesi e, una volta apertala, il servitore si rese conto, con stupore, che i fiori erano ancora aperti e freschi come se fossero stati appena colti.
Un ulteriore episodio è attestato in data 30 agosto 1823. 
Un gruppo di umili operai lavorava, sotto il sole caliente, alla costruzione della strada carrozzabile che conduce dall'Aurelia al Santuario. 
Al momento della pausa per il pranzo si accorsero che il vino era terminato. 
Ma, come nell'episodio evangelico delle Nozze di Cana, 
La loro Mamma Celeste si impietosì ed i cronisti ci raccontano che le pinte si riempirono repentinamente di ottimo vino. 
Gli operai poterono così ristorarsi e ringraziare la Beata Vergine per la grazia concessa. 

RICONOSCIMENTI ECCLESIASTICI 
Molte furono, come riferiscono i cronisti, anche le guarigioni ottenute per intercessione della Beata Vergine di Roverano. 
Alcune di esse, rimaste a lungo ignote per l'umiltà e la modestia dei beneficiati, sono raccontate nell'interessante volumetto, dedicato al Santuario, scritto da Gian Emanuele Cavallo nel 1990. 
L' autore, tra l'altro, ricorda anche due significativi episodi della Seconda Guerra Mondiale nei quali, secondo il popolo fedele, la celeste protezione di Maria avrebbe preservato i paesi di L'Ago e Carrodano da possibili feroci rappresaglie progettate dai tedeschi in ritirata. 
Ciò che vorremmo comunque sottolineare, al termine di questo breve articolo, è la lunga serie di riconoscimenti e benefici concessi dalla Chiesa nel corso dei secoli. 
Sono, in fin dei conti, queste le garanzie più importanti che i cattolici debbono ricercare, non certo le "benedizioni" degli storici laicisti o degli studiosi agnostici. 
 Già Pio VI infatti, il 27 agosto 1781, concedeva 200 giorni di indulgenza a chi avesse devotamente recitato in questo luogo le Litanie della Beata Vergine. Papa Gregorio XVI, nel 1845, aggiunse altre indulgenze e il suo successore, Pio IX, nel maggio 1847, dichiarò privilegiato l'altare maggiore del tempio per quei sacerdoti che vi avessero celebrato la S.Messa e per i secolari che avessero assistito devotamente ad essa. 
Si giunse quindi, come già ricordato, alla solenne incoronazione del 1901. 
Ma in questa lunga serie di riconoscimenti ufficiali uno mi sembra quanto mai adatto ai cristiani tiepidi e "conciliari" dei nostri giorni. Pio VII, il 7 luglio 1815, accordò infatti il Giubileo Perpetuo, cioè l'indulgenza plenaria a chi si fosse confessato e comunicato una volta nei giorni 7 8 e 9 settembre e avesse pregato "per la concordia sempre più salda dei Principi Cristiani, per la soppressione e distruzione completa delle eresie, e per lo sviluppo maggiormente trionfante della S. Romana Chiesa". 
Mi chiedo: in epoca di ecumenismo, libertà religiosa e "dialogo" con il mondo..., questa indulgenza può essere ancora lucrata? 
La mia risposta è ovviamente positiva ma..., allora..., per citare mons. Brunero Gherardini, forse c'è davvero un "discorso da fare". 
Marco Bongi

Per vedere alcune immagini del Santuario cliccare QUI .

AVE MARIA PURISSIMA!

Le iene non amano gigli e rose, gelsomini e canfore, cinnamomi e garofani.





XXII Domenica Tempo Ordinario: Anno B: 2 settembre 2012

Prima lettura Deuteronomio 4,1-2.6-8 /Salmo responsoriale Salmo 14

Seconda lettura Giacomo 1,17-18.21-22.27

Vangelo Marco 7,1-8.14-15.21-23 [da L’Evangelo come mi è stato rivelato, 300.6-9; 301.5-6]
[A Naim, Gesù è ospite in casa di Daniele, il giovane risuscitato. Nella stessa sono convenuti anche i notabili del paese che tempestano di domande il giovane].


“E allora perché i tuoi discepoli lo fanno?”.
La voce arrogante di un fariseo, che punto sul vivo alza il tono della stessa, richiama l’attenzione degli apostoli che sono nella stanza di fronte, separati da un corridoio largo poco più di un metro, non isolati da porte o tende pesanti. Sentendosi chiamati in causa, si alzano e vengono senza far rumore nel corridoio, in ascolto.
“In che lo fanno? Spiegati, e se la tua accusa è vera Io li avviserò di non fare più cosa contraria alla Legge”.
“In cosa lo so io, e con me molti altri. Ma Tu che risusciti i morti e ti dici più che profeta, scoprila da Te. Noi non te la diremo certo. Hai occhi, del resto, per vedere anche molte altre cose, fatte quando non si devono fare, o non fatte quando si devono fare, commesse dai tuoi discepoli. E Tu non te ne curi”.

“Vogliate indicarmene alcune”.

“Perché i tuoi discepoli trasgrediscono le tradizioni degli antichi? Oggi li abbiamo osservati. Anche oggi! Non più tardi di un’ora fa! Essi sono entrati nella loro sala per mangiare e non si sono purificate, avanti, le mani!”. Se i farisei avessero detto: “e prima hanno sgozzato dei cittadini”, non avrebbero avuto un tono simile di profondo orrore.
“Li avete osservati, sì. Ci sono tante cose da vedere. E belle, e buone. Cose che fanno benedire il Signore di averci dato la vita perché avessimo modo di vederle e perché ha creato o permesso quelle cose. Eppure voi non le osservate. E con voi molti altri. Ma perdete tempo e pace coll’inseguire le cose non buone.

Sembrate sciacalli, meglio, iene correnti sulla scia di un fetore, trascurando le ondate di profumi che vengono nel vento da giardini pieni di aromi. Le iene non amano gigli e rose, gelsomini e canfore, cinnamomi e garofani. Per loro sono sgradevoli odori. Ma il lezzo di un corpo putrefacente in fondo ad un burrone, o su una carraia, sepolto sotto i rovi dove l’ha gettato l’assassino, o gettato dalla tempesta sulla spiaggia deserta, gonfio, violaceo, crepato, orrendo, oh! quello è profumo gradevole alle iene! 
E fiutano il vento della sera, che condensa e trasporta con sé tutti gli odori che il sole ha distillato dalle cose che ha scaldato, per sentire questo vago, invitante odore, e scopertolo, e afferratane la direzione, eccole partire di corsa, col muso all’aria, i denti già scoperti nel fremito delle mascelle simile ad un isterico riso, per andare là dove è putrefazione. 
E, sia cadavere d’uomo o di quadrupede, o di biscia spezzata dal contadino, o di faina uccisa dalla massaia, fosse anche un semplice topo, oh! ecco che piace, piace, piace! E in quel fetore ribollente si affondano le zanne, e si pasteggia, e ci si lecca le labbra…

Degli uomini si santificano giorno per giorno? Non è cosa che interessi! Ma se uno solo fa del male, o in più d’uno lasciano, non un comando divino, ma una pratica umana — chiamatela pure tradizione, precetto, come volete, è sempre cosa umana — ecco che allora si va, si nota. Si va anche dietro a un sospetto… tanto per godere, vedendo che il sospetto è realtà.

Ma allora, rispondete, rispondete voi che siete venuti non per amore, non per fede, non per onestà, ma per malvagio scopo, rispondete: perché voi trasgredite il comando di Dio per una vostra tradizione? Non vorrete già dirmi che una tradizione è da più di un comandamento? 
Eppure Dio ha detto: “Onora il padre e la madre, e chi maledirà il padre e la madre è reo di morte”! E voi invece dite: “Chiunque abbia detto al padre e alla madre: ‘Quello che dovresti avere da me è corban’, non è più obbligato ad usarlo per padre e madre”. Dunque voi con la vostra tradizione avete annullato il comando di Dio.
Ipocriti! Ben disse di voi Isaia profetando: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da Me, perciò mi onorano invano insegnando dottrine e comandamenti d’uomo”.
Voi, mentre trascurate i precetti di Dio, state alle tradizioni degli uomini, alle lavature di anfore e calici, di piatti e di mani e simili altre cose. Mentre giustificate l’ingratitudine e l’avarizia di un figlio coll’offrirgli la scappatoia dell’offerta di sacrificio per non dare un pane a chi lo ha generato ed ha bisogno di aiuto, ed egli ha l’obbligo di onorarlo perché gli è genitore, avete scandalo perché uno non si lava le mani. 
Voi alterate e violate la parola di Dio per ubbidire a parole da voi fatte e da voi elevate a precetto. Voi vi proclamate perciò più giusti di Dio. Voi vi arrogate diritto di legislatori mentre Dio solo è Legislatore nel suo popolo. Voi…”.
E continuerebbe, ma il gruppo nemico esce, sotto la grandine delle accuse, urtando gli apostoli e quanti erano nella casa, ospiti o aiutanti della padrona, e che si erano raccolti nel corridoio, attirati dallo squillo della voce di Gesù.

Gesù, che si era alzato in piedi, si torna a sedere, facendo cenno ai presenti di entrare tutti dove Egli è, e dice loro: “Ascoltatemi tutti e intendete questa verità. Non vi è nulla fuori dell’uomo che entrando in esso possa contaminarlo. Ma quello che esce dall’uomo, questo è quello che contamina. Chi ha orecchie da intendere intenda e usi ragione per comprendere e volontà per attuare. E ora andiamo. Voi di Naim perseverate nel bene e sia sempre con voi la mia pace”.

[Gesù, allontanatosi da Naim, è di nuovo solo con gli apostoli che lo interrogano sul significato di una parabola]
“Questo che dici ora si riattacca con quanto hai detto in casa di Daniele, non è vero? Che non è ciò che entra nell’uomo ciò che contamina, ma ciò che da lui esce”, chiede pensoso Simone lo Zelote.
“Sì”, dice brevemente Gesù.

Pietro, dopo un silenzio, perché la serietà di Gesù congela anche i caratteri più esuberanti, chiede: “Maestro, io, e non io solo, non ho capito bene la parabola. Spiegacela un poco. Come è che ciò che entra non contamina e ciò che esce contamina? Io, se prendo un’anfora monda e vi metto acqua sporca, la contamino. Perciò, ciò che entra nell’anfora contamina la stessa. Ma, se da un’anfora colma di acqua pura io verso al suolo dell’acqua, non contamino l’anfora, perché dall’anfora esce acqua pura. E allora?”.

E Gesù: “Noi non siamo anfore, Simone. Non siamo anfore, amici. E non è tutto puro nell’uomo! Ma ora anche voi siete senza intelletto? Riflettete al caso che i farisei portavano a vostra accusa. Voi, dicevano, vi contaminavate perché portavate cibo alla bocca con mani polverose, sudate, impure insomma.

Ma quel cibo dove andava? Dalla bocca allo stomaco, da questo al ventre, dal ventre alla cloaca. Ma può dunque portare impurità a tutto il corpo e a ciò che nel corpo è contenuto, se passa solo dal canale a ciò destinato, compiendo il suo uffizio di nutrire la carne, questa sola, e finendo, come è giusto che finisca, in una fogna? Non è questo che contamina l’uomo! Quello che contamina l’uomo è ciò che è suo, unicamente suo, generato e partorito dal suo io.

Ossia ciò che egli ha nel cuore e dal cuore sale alle labbra e alla testa e corrompe il pensiero e la parola e contamina tutto l’uomo. È dal cuore che vengono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze e le bestemmie. È dal cuore che vengono le avarizie, le libidini, le superbie, le invidie, le ire, gli appetiti smodati, gli ozi peccaminosi.

È dal cuore che vengono i fomiti a tutte le azioni. E se il cuore è malvagio saranno malvagie come il cuore. Tutte le azioni: dalle idolatrie alle mormorazioni insincere… Tutte queste cose malvagie, che procedono dall’interno all’esterno, contaminano l’uomo, non il mangiare senza lavarsi le mani. La scienza di Dio non è cosa terra a terra, fanghiglia che ogni piede calpesta. Ma è sublime cosa che vive nelle plaghe delle stelle e di là scende con raggi di luce ad informare di sé i giusti. Non vogliate, voi almeno, strapparla dai cieli per avvilirla nel fango… Andate al riposo, ora. Io esco a pregare”.



a cura di Claudia Vecchiarelli © Centro Editoriale Valtortiano


AVE MARIA! 
COR NOBILISSIMUM, 
ORA PRO NOBIS.

sabato 1 settembre 2012

Cor Matris Jesu dignissimum,





Cor Sanctissimum Mariae,
Cor amantissimum,
Cor mitissimum,
Ora pro nobis.


Opus Excelsi,

Echo Verbi Incarnati,

Apotheca Spiritus Sancti,

Triclinium Sanctissimae Trinitatis,

Cor Matris Jesu dignissimum,

ORA PRO NOBIS!

*

AVE MARIA!
IMMACOLATA MIA E MIO TUTTO!