Visualizzazione post con etichetta Perfezione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Perfezione. Mostra tutti i post

mercoledì 1 agosto 2012

CAPITOLO VIII Caritas non agit perperam. Chi ama Gesù Cristo fugge la tepidezza ed ama la perfezione, i di cui mezzi sono: 1. Il desiderio. 2. La risoluzione. 3. L'orazione mentale. 4. La comunione. 5. La preghiera.



CAPITOLO VIII
Caritas non agit perperam.
Chi ama Gesù Cristo fugge la tiepidezza
ed ama la perfezione, i di cui mezzi sono:
1. Il desiderio.
2. La risoluzione.
3. L'orazione mentale.
4. La comunione.
5. La preghiera.




1. S. Gregorio spiegando questo passo, non agit perperam (I Cor. XIII, 4), dice che la carità impiegandosi sempre più nel solo amore divino, non sa ammettere quel che non è conforme al retto e santo: Quia caritas quae se in solum Dei amorem dilatat, quidquid a rectitudine discrepat ignorat (San Greg. Mor. l. 10. c. 8). Ciò ben lo scrisse prima l'Apostolo dicendo che la carità è un vincolo che lega insieme nell'anima le virtù più perfette: Caritatem habete, quod est vinculum perfectionis (Coloss. III, 14). E poichè la carità ama la perfezione, per conseguenza abborrisce la tepidezza colla quale servono taluni a Dio con gran pericolo di perdere la carità, la divina grazia, l'anima e tutto.

2. Bisogna non però avvertire che vi sono due sorta di tepidezza, l'una inevitabile e l'altra evitabile. L'inevitabile è quella da cui non sono esenti neppure i santi; e questa comprende tutti i difetti che da noi si commettono senza piena volontà, ma solo per la nostra fragilità naturale. Tali sono le distrazioni nell'orazione, i disturbi interni, le parole inutili, le vane curiosità, i desideri di comparire, i gusti nel mangiare o nel bere, i moti di concupiscenza non subitamente repressi, e simili. Questi difetti dobbiamo noi evitarli quanto possiamo; ma, per cagion della debolezza di nostra natura infettata dal peccato, è impossibile evitarli tutti. Dobbiamo bensì detestarli dopo averli commessi, perchè sono disgusti di Dio; ma, come avvertimmo nel capo antecedente, ci dobbiam guardare di disturbarci per quelli. Scrisse S. Francesco di Sales: «Tutti quei pensieri che ci danno inquietudine non sono da Dio ch'è principe di pace, ma provengono sempre o dal demonio o dall'amor proprio o dalla stima che facciamo di noi stessi».

3. Tali pensieri pertanto che c'inquietano bisogna subito rigettarli e non farne conto. Dice il medesimo santo che i difetti indeliberati siccome involontariamente si fanno così anche involontariamente si cancellano. Un atto di dolore, un atto di amore basta a cancellarli. La Ven. Suor Maria Crocifissa benedettina vide una volta un globo di fuoco, sovra cui essendovi buttate molte pagliuccie osservò che tutte quelle restarono incenerite. Le fu dato ad intendere per tal figura che un atto fervente di amor divino distrugge tutt'i difetti che abbiamo nell'anima. Lo stesso effetto fa la santa comunione, secondo quel che abbiamo nel Concilio di Trento (Sess. XIII, c. 2), ove chiamasi l'Eucaristia antidotum quo liberamur a culpis quotidianis. Sicchè tali difetti sono bensì difetti, ma non impediscono la perfezione, cioè di camminare alla perfezione, poichè in questa vita niuno giunge alla perfezione prima che arrivi al regno beato.


4. La tepidezza poi che impedisce la perfezione è la tepidezza evitabile, quando taluno commette peccati veniali deliberati; poichè tutte queste colpe commesse ad occhi aperti ben possono dalla divina grazia evitarsi anche nello stato presente. Quindi dicea S. Teresa: «Da peccato avvertito, per molto piccolo che sia, Dio vi liberi». Tali sono per esempio le bugie volontarie, le piccole mormorazioni, le imprecazioni, i risentimenti di parole, le derisioni del prossimo, le parole pungitive, i discorsi di stima propria, i rancori d'animo nudriti nel cuore, le affezioni disordinate a persone di diverso sesso. «Questi sono certi vermi, scrisse la stessa S. Teresa, che non si lascian conoscere, finchè non abbian rose le virtù». Onde la santa avvertì in altro luogo: «Per mezzo di cose picciole il demonio va facendo buchi per dove entrano cose grandi».


5. Bisogna dunque tremare di tai difetti deliberati, mentre Dio per quelli restringe la mano a' lumi più chiari ed agli aiuti più forti, e ci priva delle dolcezze spirituali; e quindi ne nasce che l'anima fa le cose spirituali con gran tedio e pena, e così poi comincia a lasciar l'orazione, le comunioni, le visite al Sagramento, le novene; ed in fine facilmente lascerà tutto, com'è avvenuto non di rado a tante anime infelici.

6. Questo importa quella minaccia che fa il Signore a' tepidi: Neque frigidus es, neque calidus: utinam frigidus esses, etc.: sed quia tepidus es... incipiam te evomere (Apoc. III, 15 et 16). Gran cosa! dice: Utinam frigidus esses! Come? è meglio esser freddo, cioè privo della grazia, che tepido? Sì, in certo modo è meglio esser freddo, perchè il freddo può più facilmente emendarsi, scosso dal rimorso della coscienza; ma il tepido fa l'abito a dormire ne' suoi difetti senza pigliarsene pena e senza pensare ad emendarsi, e così rendesi quasi disperata la sua cura. Tepor, scrive S. Gregorio, qui a fervore defecit in desperatione est. Diceva il Ven. P. Luigi da Ponte che egli avea commessi innumerabili difetti in sua vita, ma che non mai avea fatta pace coi difetti. Taluni fan pace co' difetti, e quindi avviene la loro ruina; specialmente quando il difetto è con attacco di qualche passione di stima propria, di voler comparire, di accumular danari, di rancore verso alcun prossimo o di affezione disordinata con persona di diverso sesso. Allora vi è gran pericolo che i capelli diventino per quell'anima, come diceva S. Francesco d'Assisi, catene che la tirino all'inferno. Almeno quell'anima non si farà più santa, e perderà quella gran corona che Dio l'apparecchiava se fosse stata fedele alla grazia. L'uccello quando è sciolto da ogni laccio, subito vola: l'anima quando è sciolta da ogni attacco terreno, subito vola a Dio; ma se sta ligata, ogni filo basterà ad impedirle il camminare a Dio. Oh quante persone spirituali non si fanno sante perchè non si fan forza a sbrigarsi da certi piccioli attacchi!


7. Tutto il danno viene dal poco amore che si porta a Gesù Cristo. Coloro che sono gonfi della stima di se medesimi; quei che spesso si accorano per gli eventi difformi al lor desiderio; che sono molto indulgenti a se stessi per timore della lor sanità; che tengono il cuore aperto agli oggetti esterni e la mente sempre distratta, con avidità di ascoltare e saper tante cose che non tendono al divino servizio, ma solo a contentare il proprio genio; quei che si risentono ad ogni minima disattenzione che apprendono di aver ricevuta da alcuno: dal che poi ne avviene che spesso si turbano, e mancano all'orazione o al lor raccoglimento: ora tutti divoti e giubilanti, ora tutti impazienti e mesti, siccome accadono le cose a seconda o contra del loro umore; questi non amano o molto poco amano Gesù Cristo, e discreditano la vera divozione.


8. Ma chi mai si trovasse caduto in questo miserabile stato di tepidezza che ha da fare? È vero ch'è cosa molto difficile il vedere un'anima intepidita ripigliar l'antico fervore; ma disse il Signore che quel che gli uomini non possono, ben può farlo Iddio: Quae impossibilia sunt apud homines, possibilia sunt apud Deum (Luc. XVIII, 27). Chi prega e prende i mezzi, ben giungerà a tutto quel che desidera. Cinque sono i mezzi per uscir dalla tepidezza ed incamminarsi alla perfezione.
1º Il desiderio di quella.
2º La risoluzione di giungervi.
3º L'orazione mentale.
4º La frequenza della comunione.
5º La preghiera.


9. Il primo mezzo dunque è il desiderio della perfezione.
I desideri santi sono le ali che ci fanno alzare da terra; poichè, siccome dice S. Lorenzo Giustiniani, il santo desiderio vires subministrat, poenam exhibet leviorem: da una parte dà forza di camminare alla perfezione, e dall'altra alleggerisce la pena del cammino. Chi veramente desidera la perfezione non lascia mai di andare avanzandosi in quella; e se non lascia, finalmente vi arriverà. All'incontro chi non la desidera sempre anderà in dietro, e sempre troverassi più imperfetto di prima. Dice S. Agostino che nella via di Dio il non avanzarsi è tornare in dietro: Non progredi reverti est. Chi non si fa forza per andare avanti si troverà sempre in dietro, trasportato dalla corrente della nostra natura corrotta.


10. È un grande errore poi quel che dicono alcuni: Dio non vuol tutti santi. No, dice S. Paolo: Haec est... voluntas Dei, sanctificatio vestra (I Thess. IV, 3). Iddio vuol tutti santi, ed ognuno nello stato suo, il religioso da religioso, il secolare da secolare, il sacerdote da sacerdote, il maritato da maritato, il mercadante da mercadante, il soldato da soldato, e così parlando d'ogni altro stato. Son troppo belli i documenti che su questa materia dà la mia grande avvocata S. Teresa. In un luogo dice: «I nostri pensieri sieno grandi, che di qua verrà il nostro bene». In altro luogo dice: «Non bisogna avvelire i desideri, ma confidare in Dio, che sforzandoci noi, a poco a poco potremo arrivare dove colla divina grazia arrivarono molti santi». Ed in conferma di ciò ella attestava aver la sperienza che le persone animose in poco di tempo avean fatto gran profitto: «Poichè, diceva, il Signore talmente si compiace de' desideri, come se fossero eseguiti». In altro luogo dice: «Iddio non fa molti segnalati favori, se non a chi ha molto desiderato il suo amore». Dice di più in altro luogo: «Dio non lascia di pagare qualunque buon desiderio in questa vita, mentr'egli è amico di anime generose, purchè vadano diffidate di loro stesse». Di tale spirito generoso appunto era dotata la santa; onde giunse una volta a dire al Signore che se in paradiso avesse veduti altri che godessero più di lei, ciò non le importava; ma che poi se avesse avuto a vedere chi più di lei lo amasse, dicea che non sapeva come avesse potuto sopportarlo.


11. Bisogna dunque farsi animo grande: Bonus est Dominus... animae quaerenti illum (Thren. III, 25). Dio è troppo buono e liberale con chi lo cerca di cuore. Nè i peccati commessi ci possono impedire di farci santi, se veramente desideriamo di farci santi. Avverte S. Teresa: «Il demonio procura che paia superbia l'aver desideri grandi e voler imitare i santi; ma giova molto il farsi animo a cose grandi, chè quantunque l'anima non abbia subito forza, dà nondimeno un generoso volo, ed arriva molto avanti». Scrive l'Apostolo: Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum (Rom. VIII, 28). Aggiunge la glosa: etiam peccata. Anche i peccati commessi possono cooperare alla nostra santificazione, in quanto la loro memoria ci rende più umili e più grati, vedendo i favori che Dio ci dispensa dopo che l'abbiamo tanto offeso. Io non posso niente, dee dire il peccatore, nè merito niente, altro non merito che l'inferno; ma ho che fare con un Dio di bontà infinita che ha promesso di esaudire ognun che lo prega; ora, giacch'egli mi ha cacciato dallo stato di dannazione e vuole ch'io mi faccia santo, e già mi offerisce il suo aiuto, ben posso farmi santo, non colle forze mie, ma colla grazia del mio Dio che mi conforta: Omnia possum in eo qui me confortat (Phil. IV, 13). Allorchè abbiamo dunque buoni desideri, bisogna che ci facciamo animo e, fidati in Dio, procuriamo di metterli in esecuzione; ma se poi troviamo impedimento in qualche impresa spirituale, quietiamoci nella divina volontà. Il voler di Dio dee preferirsi ad ogni nostro buon desiderio. S. Maria Maddalena de' Pazzi si contentava più presto di restar priva d'ogni perfezione, che averla senza il volere di Dio.


12. Il secondo mezzo per la perfezione è la risoluzione di darsi tutto a Dio.
Molti sono chiamati alla perfezione, sono spinti a quella dalla grazia, acquistano desiderio di quella; ma, perchè poi non si risolvono, vivono e muoiono nel lezzo della lor vita tepida ed imperfetta. Non basta il desiderio della perfezione, se non vi è ancora una ferma risoluzione di conseguirla. Quante anime si pascono di soli desideri, ma non danno mai un passo nella via di Dio! Questi son que' desideri di cui parla il Savio: Desideria occidunt pigrum (Prov. XXI, 25). Il pigro sempre desidera, e non si risolve mai di prendere i mezzi propri del suo stato per farsi santo. Dice: Oh se stessi in un deserto e non in questa casa! Oh se potessi andare a vivere in un altro monastero, vorrei darmi tutto a Dio! E frattanto non può soffrire quel compagno, non può sentire una parola di contraddizione, si dissipa in molte cure inutili, commette mille difetti, di gola, di curiosità e di superbia: e poi sospira al vento: Oh se avessi, oh se potessi, ecc. Tali desideri fan più danno che utile; perchè taluno si pasce di quelli, e frattanto vive e seguita a vivere imperfetto. Dicea S. Francesco di Sales: «Io non approvo che una persona attaccata a qualche obbligo o vocazione si fermi a desiderare un'altra sorta di vita, fuori di quella ch'è convenevole all'officio suo, nè altri esercizi incompatibili al suo stato presente; perchè ciò dissipa il suo cuore e lo fa languire negli esercizi necessari».
13. Bisogna dunque desiderar la perfezione, e risolutamente prendere i mezzi per quella. Scrive S. Teresa: «Dio non vuole da noi che una risoluzione, per poi far egli tutto dal canto suo. Di anime irresolute non ha paura il demonio». A ciò serve l'orazione mentale, per pigliare quei mezzi che ci conducono alla perfezione. Alcuni fanno molta orazione, ma in quella non concludono mai niente. Diceva la stessa santa: «Io vorrei orazione di poco tempo che produce grandi effetti, più presto che quella di molti anni in cui l'anima non finisce di risolversi a far qualche cosa di valore per Dio». Ed altrove dice: «Io ho sperimentato che chi al principio si aiuta a risolversi di fare alcuna cosa, per difficile che sia, se si fa per dar gusto a Dio, non vi è che temere».


14. La prima risoluzione ha da essere di fare ogni forza e morir prima che di commettere qualunque peccato deliberato, per minimo che sia. È vero che tutti i nostri sforzi senza l'aiuto divino non possono bastarci a superar le tentazioni; ma Dio vuole che spesso noi ci facciamo dalla parte nostra questa violenza, poichè supplirà egli poi colla sua grazia e soccorrerà la nostra debolezza con farci ottener la vittoria. Questa risoluzione ci libera dall'impedimento di camminare avanti, e ci dà insieme un gran coraggio, poichè ella ci assicura di stare in grazia di Dio. Scrisse S. Francesco di Sales: «La maggior sicurezza che noi possiamo avere in questo mondo di esser in grazia di Dio non consiste già ne' sentimenti che abbiamo del suo amore, ma nel puro ed irrevocabile abbandonamento di tutto il nostro essere nelle sue mani, e nella risoluzione ferma di non mai consentire ad alcun peccato, nè grande nè piccolo». Ciò viene a dire l'esser delicato di coscienza. — Avvertasi, altro è l'esser delicato di coscienza, altro l'essere scrupoloso. L'esser delicato è necessario per farsi santo, ma l'essere scrupoloso è difetto e fa danno; e perciò bisogna ubbidire a' padri spirituali, e vincere gli scrupoli che altro non sono che vane ed irragionevoli apprensioni.


15. Indi fa d'uopo risolversi a scegliere il meglio, non solo ciò ch'è di gusto di Dio, ma ciò ch'è di maggior gusto di Dio, senza riserba. Dice S. Francesco di Sales: «Bisogna cominciare con una forte e costante risoluzione di darsi tutto a Dio, protestandogli che per l'avvenire vogliamo esser suoi senza alcuna riserva, e poi andare spesso rinnovando questa medesima risoluzione». S. Andrea di Avellino fe' voto di avanzarsi ogni giorno nella perfezione. Chi vuol farsi santo non è necessario che ne faccia voto; ma bisogna che ogni giorno procuri di dar qualche passo nella perfezione. Scrisse S. Lorenzo Giustiniani: «Quando uno cammina bene davvero, sente in sè una brama continua di avanzarsi; e quanto più cresce nella perfezione tanto più gli cresce la stessa brama; poichè, crescendogli ogni dì più il lume, gli pare sempre di non avere alcuna virtù e di non fare alcun bene; e se pur vede di far qualche bene, sempre gli pare molto imperfetto, e ne fa poco conto. Quindi è che egli sta di continuo faticando per l'acquisto della perfezione senza mai stancarsi».


16. E bisogna far presto, e non aspettare il domani. Chi sa se appresso non avremo più tempo di farlo? Avverte l'Ecclesiaste: Quodcumque facere potest manus tua, instanter operare (Eccl. IX, 10): quel che puoi fare, fallo presto nè differirlo. E ne adduce la ragione: Quia nec opus, nec ratio, nec sapientia, nec scientia erunt apud inferos, quo tu properas (Ibid.): perchè nell'altra vita non vi è più tempo di operare, nè ragione di merito, nè sapienza a ben fare, nè scienza o sia sperienza a ben consigliarti, poichè dopo la morte quel ch'è fatto è fatto. Una religiosa del monastero di Torre de' Specchi in Roma, chiamata Suor Bonaventura, costei menava una vita molto tepida. Venne un religioso, il P. Lancizio, a dar gli esercizi spirituali alle monache, e Suor Bonaventura, perchè niente desiderava di uscir dalla sua tepidezza, di mala voglia cominciò a sentire gli esercizi. Ma la grazia divina alla prima predica la guadagnò, ond'ella andò subito a' piedi del padre che predicava, e gli disse con vera risoluzione: «Padre, voglio farmi santa, e presto santa». E col divino aiuto così fece, poichè non visse dopo tal tempo che otto mesi in circa, e fra quel poco tempo visse e morì da santa.


17. Dicea Davide: Et dixi, nunc coepi (Ps. LXXVI, 11). Così replicava ancora S. Carlo Borromeo: «Oggi comincio a servire Dio». E così bisogna fare, come per lo passato non avessimo fatto alcun bene. Siccome in fatti tutto quel che facciamo per Dio tutto è niente, perchè tutto siam tenuti a farlo: ogni giorno dunque risolviamoci di cominciare ad esser tutti di Dio, nè stiamo a vedere quel che fanno o come fanno gli altri. Pochi son quelli che da vero si fanno santi. Dice S. Bernardo: Perfectum non potest esse nisi singulare. Se vogliamo imitare il comune degli uomini, saremo sempre imperfetti, com'essi comunemente sono. Bisogna vincer tutto, rinunziare a tutto, per ottenere il tutto. Dicea S. Teresa: «Perchè noi non finiamo di dar tutto a Dio il nostro affetto, nè anche a noi vien dato tutto l'amor suo». Oh Dio, che tutto è poco quel che si fa per Gesù Cristo, il quale per noi ha dato il sangue e la vita. «Tutto è schifezza, scrive la stessa santa, quanto possiamo fare, in comparazione di una sola goccia di sangue sparso dal Signore per noi». I santi non sanno risparmiarsi quanto si tratta di piacere a un Dio che si è dato tutto a noi senza riserva appunto per obbligarci a non negargli niente. Scrisse il Grisostomo: Totum tibi dedit, nihil sibi reliquit. Iddio ti ha dato tutto se stesso, non è ragione che tu vai riservato con Dio. Egli è giunto a morire per tutti noi, dice l'Apostolo, acciocchè ognuno di noi non viva che per colui il quale per noi è morto: Pro nobis omnibus mortuus est Christus, ut et qui vivunt iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est (II Cor. V, 15).


18. Il terzo mezzo per farsi santo è l'orazione mentale.
Scrive Giovanni Gersone (De medit. cons. 7) che chi non medita le verità eterne, senza miracolo non può vivere da cristiano. La ragione si è perchè senza l'orazione mentale manca la luce e si cammina all'oscuro. Le verità della fede non si vedono cogli occhi del corpo, ma cogli occhi dell'anima, quando ella le medita; chi non le medita non le vede e perciò cammina all'oscuro, e facilmente, stando nelle tenebre, si attacca agli oggetti sensibili, per li quali disprezza poi gli eterni. Scrisse Santa Teresa (Lettera 8) al vescovo di Osma: «Sebbene ci pare che non si trovino in noi imperfezioni, quando però apre Iddio gli occhi dell'anima, come suol farlo nell'orazione, ben elle compariscono». E prima scrisse S. Bernardo che quegli il quale non medita seipsum non exhorret quia non sentit: non abborrisce se stesso perchè non si conosce. L'orazione, dice il santo, regit affectus, dirigit actus, regola gli affetti dell'anima e dirige le nostre azioni a Dio; ma senza orazione gli affetti si attaccano alla terra, le azioni si conformano agli affetti, e così il tutto va in disordine.


19. È terribile il caso che si legge nella vita della Ven. Suor Maria Crocifissa di Sicilia (lib. 2. cap. 8). Mentre la serva di Dio stava orando, intese un demonio che si vantava di aver fatta lasciare l'orazione comune ad una religiosa; e vide in ispirito che dopo questa mancanza il demonio la tentava a dare il consenso ad una colpa grave, e che quella era già vicina ad acconsentirvi. Ella subito accorse, ed ammonendola la liberò dalla caduta. Dicea S. Teresa che chi lascia l'orazione «tra breve diventa o bestia o demonio».


20. Chi lascia dunque l'orazione lascerà di amare Gesù Cristo. L'orazione è la beata fornace ove si accende e si conserva il fuoco del santo amore: In meditatione mea exardescet ignis (Ps. XXXVIII, 4). S. Caterina di Bologna diceva: «Chi non frequenta l'orazione si priva di quel laccio che stringe l'anima con Dio. Onde non sarà difficile al demonio che trovando la persona fredda nel divino amore, la tiri a cibarsi di qualche pomo avvelenato». All'incontro dicea S. Teresa: «A chi persevera nell'orazione, per quanti peccati opponga il demonio, tengo per certo che finalmente il Signore lo conduca a porto di salvazione». In altro luogo dice: «Chi nel cammino dell'orazione non si ferma, benchè tardi pure arriva». Ed in altro luogo scrive che il demonio perciò si affatica tanto a distogliere l'anime dall'orazione, perchè «sa il demonio che l'anima la quale con perseveranza attende all'orazione egli l'ha perduta». — Oh quanti beni si raccolgono dall'orazione! Nell'orazione si concepiscono i santi pensieri, si esercitano gli affetti divoti, si eccitano i desideri grandi e si fanno le risoluzioni ferme di darsi intieramente a Dio; e così l'anima poi gli sagrifica i piaceri terreni e tutti gli appetiti disordinati. Dicea S. Luigi Gonzaga: «Non vi sarà molta perfezione senza molta orazione». Avverta chi ama la perfezione questo gran detto del santo.


21. Non già dee andarsi all'orazione per sentire le dolcezze dell'amor divino; chi vi va per tal fine, ci perderà il tempo, o poco profitto ne caverà. Dee la persona mettersi ad orare solo per dar gusto a Dio, cioè solo per intender ciò che voglia Dio da lui e per domandargli l'aiuto per eseguirlo. Il Ven. P. D. Antonio Torres diceva: «Il portar la croce senza consolazioni fa volare l'anime alla perfezione». L'orazione senza consolazioni sensibili riesce la più fruttuosa per l'anima. Ma povera quell'anima che la lascia per non sentirvi gusto! Dicea S. Teresa: «L'anima che lascia l'orazione è come se da se stessa si ponesse all'inferno, senza bisogno di demoni».


22. Dall'esercizio poi dell'orazione avviene che la persona sempre pensi a Dio: «Il vero amante, dice S. Teresa, sempre si ricorda dell'amato». E da qui nasce poi che le persone di orazione parlano sempre di Dio, sapendo quanto piace a Dio che gli amanti suoi si dilettino in parlar di lui e dell'amore ch'esso ci porta, e così procurino d'infiammarne anche gli altri. Scrisse la stessa santa: «Ai discorsi de' servi di Dio sempre si trova presente Gesù Cristo, e gli piace molto che si dilettino di lui».


23. Dall'orazione ancora nasce quel desiderio di ritirarsi ne' luoghi solitari per trattare da solo a solo con Dio, e di conservare il raccoglimento interno nel trattare gli affari esterni necessari. Dico necessari, o per ragion del governo della famiglia o degli offici imposti dall'ubbidienza; poichè la persona di orazione dee amar la solitudine e non dissiparsi in faccende ultronee ed inutili; altrimenti perderà lo spirito di raccoglimento ch'è un gran mezzo per mantenere l'unione con Dio. Hortus conclusus soror mea sponsa (Cant. IV, 12). L'anima sposa di Gesù Cristo dee essere un orto chiuso a tutte le creature, e non dee ammettere nel suo cuore altri pensieri ed altri negozi che di Dio o per Dio. Cuori aperti non si fanno santi. I santi che sono operari, in acquistare anime a Dio, anche in mezzo alle loro fatiche di predicare, prender le confessioni, trattar paci, assistere agl'infermi, non perdono il loro raccoglimento. Lo stesso corre per coloro che stanno applicati allo studio. Quanti per istudiare assai e farsi dotti non si fanno nè santi nè dotti, perchè la vera dottrina è la scienza de' santi, cioè il sapere amar Gesù Cristo, mentre all'incontro l'amor divino apporta seco e la scienza e tutti i beni: Venerunt autem mihi omnia bona... cum illa, cioè colla santa carità (Sap. VII, 11). Il Ven. Giovanni Berchmans avea un affetto straordinario per lo studio, ma egli, colla sua virtù, non permise mai che lo studio gl'impedisse il profitto spirituale. Scrisse l'Apostolo: Non plus sapere, quam oportet sapere, sed sapere ad sobrietatem (Rom. XII, 3). Bisogna sapere, specialmente a chi è sacerdote; bisogna che sappia, perchè il sacerdote dee istruire gli altri nella divina legge: Labia enim sacerdotis custodient scientiam et legem requirent ex ore eius (Malac. II, 7); bisogna che sappia, ma usque ad sobrietatem. Chi per lo studio lascia l'orazione dà segno che nello studio non cerca Dio, ma se stesso. Chi cerca Dio lascia lo studio, quando non è attualmente necessario, per non lasciar l'orazione.


24. Inoltre il maggior male si è che senza l'orazione mentale non si prega. — In più luoghi delle mie opere spirituali ho parlato della necessità della preghiera, e specialmente in un libretto a parte intitolato: Del gran mezzo della preghiera, ed in questo capo brevemente anche ne dirò più cose. Basti solamente qui avvertire quel che scrisse il Ven. vescovo di Osma Monsig. Palafox (nell'Annot. alla lettera di S. Teresa 8, n. 10): «Come può durar la carità, se Dio non ci dà la perseveranza? Come ci darà la perseveranza il Signore, se non gliela chiediamo? E come gliela chiederemo senza l'orazione? Senza l'orazione non vi è comunicazione con Dio per conservar le virtù». E così è, poichè chi non fa orazione mentale poco vede i bisogni dell'anima sua, poco conosce i pericoli della sua salute, poco i mezzi che dee usare per vincere le tentazioni, e così, poco conoscendo la necessità che ha di pregare, lascerà di pregare e certamente si perderà.


25. In quanto poi alla materia della meditazione, non vi è cosa più utile che meditare i novissimi, la morte, il giudizio, l'inferno e 'l paradiso; ma specialmente giova il meditar la morte, figurandoci di star moribondi sul letto, abbracciati col Crocifisso e vicini ad entrare nell'eternità. Ma sovra tutto, a chi ama Gesù Cristo e desidera di sempre più crescere nel santo amore, non vi è pensiero più efficace che quello della Passione del Redentore
Dicea S. Francesco di Sales che «il monte Calvario è il monte degli amanti». Tutti gli amanti di Gesù Cristo se la fanno sempre su questo monte, ove non si respira altra aria che del divino amore. A vista d'un Dio che muore per nostro amore, e muore perchè ci ama — dilexit nos et tradidit semetipsum pro nobis (Ephes. V, 2) — non è possibile il non ardentemente amarlo. Dalle piaghe del Crocifisso escono sempre tali saette d'amore che feriscono i cuori anche di pietra. Oh felice chi se la fa continuamente sul monte Calvario in questa vita! O monte beato, monte amabile! O monte caro, e chi più ti lascerà? Monte che mandi fuoco ed infiammi l'anime che in te perseverantemente dimorano!





26. Il quarto mezzo per la perfezione ed anche per la perseveranza in grazia di Dio è la frequenza della santa comunione della quale parlammo già nel capo II, ove dicemmo che un'anima non può far cosa di maggior gusto di Gesù Cristo, che riceverlo spesso nel Sagramento dell'altare.
Dicea S. Teresa: «Non vi è migliore aiuto per la perfezione che la comunione frequente: oh come il Signore mirabilmente la va perfezionando!» E soggiungeva che, ordinariamente parlando, le persone che più spesso si comunicano si trovano più avanzate nella perfezione; e che in quei monasteri ove più frequentasi la santa comunione, ivi regna più spirito. E perciò, come si dice nel decreto d'Innocenzo XI dell'anno 1679, i SS. Padri hanno tanto lodata e promossa la comunione frequente ed anche quotidiana. La comunione, come parla il Concilio di Trento (Sess. 13. c. 2.) ci libera dalle colpe giornali e ci preserva dalle mortali. S. Bernardo dice che la comunione reprime i moti dell'iracondia e dell'incontinenza, che sono le due passioni che più spesso e più fortemente ci assaltano. S. Tommaso (3. p. q. 79. a. 1.) dice che la comunione abbatte le suggestioni del demonio. E S. Giovanni Grisostomo finalmente dice che la comunione c'infonde una grande inclinazione alle virtù ed una prontezza a praticarle, ed insieme ci compartisce una gran pace, e così ci rende facile e dolce il cammino della perfezione. Sovratutto niun sagramento infiamma tanto le anime dell'amor divino, quanto il sagramento dell'Eucaristia, ove Gesù Cristo a questo fine ci dona tutto se stesso, per unirci tutti a lui per mezzo del santo amore. Quindi dicea il Ven. P. Gio. d'Avila: «Chi allontana le anime dalla frequente comunione fa l'officio del demonio». Sì, perchè il demonio molto odia questo Sagramento da cui ricevono le anime gran forza per avanzarsi nel divino amore.


27. Per far bene poi la comunione vi bisogna il conveniente apparecchio. — Il primo apparecchio, o sia l'apparecchio rimoto, per poter frequentare la comunione quotidiana o di più volte la settimana, è l'astenersi 1. da ogni difetto deliberato, cioè commesso ad occhi aperti. 2. È l'esercizio di molta orazione mentale. 3. È la mortificazione de' sensi e delle passioni.
Insegna S. Francesco di Sales nella sua Filotea (al capo 20): «Chi avesse superato la maggior parte delle sue male inclinazioni, e fosse giunto a notabil grado di perfezione, potrebbe comunicarsi ogni giorno». S. Tommaso l'Angelico insegna che ben può far la comunione quotidiana chi ha la sperienza che comunicandosi gli si aumenta il fervore del santo amore (Dist. 2. q. 13. a. 1. fol. 2.). Quindi disse Innocenzo XI nel mentovato decreto che la frequenza maggiore o minore della comunione dee determinarla il confessore che in ciò dovrà regolarsi secondo il profitto che vede ricavarsi dalle anime da lui dirette.
L'apparecchio prossimo poi alla comunione è quello che si fa nella stessa mattina della comunione, per cui vi bisogna almeno una mezz'ora di orazione mentale.


28. Inoltre per ritrarre gran frutto dalla comunione è necessario un lungo ringraziamento. Dicea San Giov. d'Avila che il tempo dopo la comunione è «tempo di guadagnar tesori di grazie». S. Maria Maddalena de' Pazzi dicea che non vi è tempo più atto ad infiammarci di amor divino che il tempo dopo che ci siamo comunicati. E S. Teresa scrisse: «Dopo la comunione non perdiamo così buona occasione di negoziare con Dio. Non suole Sua Divina Maestà mal pagare l'alloggio se gli vien fatta buona accoglienza».


29. Certe anime pusillanimi, esortate dal confessore a comunicarsi più spesso, rispondono: Ma io non ne son degna. Ma non sapete, sorella, che quanto più state a comunicarvi più ve ne rendete indegna? perchè senza la comunione avrete meno forza, e commetterete più difetti. Eh via, ubbidite al vostro direttore e lasciatevi da lui guidare: i difetti non impediscono la comunione quando non sono pienamente volontari: oltrechè tra' vostri difetti il maggiore è questo, il non ubbidire a quel che vi dice il padre spirituale.


30. Ma io per lo passato ho fatta una mala vita. E non sapete, vi rispondo, che chi sta più infermo ha più bisogno del medico e della medicina? Gesù nel Sagramento è medico e medicina. Dicea S. Ambrogio: Quia semper pecco, debeo semper habere medicinam (De sacr. c. 6). — Dirà: Ma il confessore non mi dice ch'io mi comunichi più spesso. E se esso non ve lo dice, cercategli voi la licenza di comunicarvi più spesso. Se egli poi ve la nega, ubbidite; ma frattanto fategli la richiesta. — Pare superbia. Sarebbe superbia se voleste comunicarvi contra il suo parere, ma non quando voi con umiltà glielo domandate. Questo pane celeste desidera fame. Gesù vuol essere desiderato, sitit sitiri, dice un divoto scrittore. Eh che il pensare, oggi mi son comunicato o domani mi ho da comunicare, oh come tiene l'anima attenta questo pensiero a fuggire i difetti e far la divina volontà! — Ma io non ho fervore. Se parlate del fervore sensibile, questo non è necessario, nè Dio lo dà sempre anche all'anime sue dilette; basta che abbiate il fervore di una volontà risoluta di esser tutta di Dio e di avanzarvi nel divino amore. Dice Gio. Gersone che chi si astiene dalla comunione per non sentire quella divozione che vorrebbe sentire, fa come colui che non si accosta al fuoco per non sentirsi caldo.


31. Ah Dio mio, che molte anime per non impegnarsi a vivere con più raccoglimento e maggior distacco dalle cose terrene, lasciano di chiedere la comunione; e questa è la vera ragione di non voler comunicarsi più spesso. Conoscono che colla comunione frequente non conviene quel voler comparire, quella vanità di vestire, quello stare attaccati alla gola, alle comodità ed alle conversazioni di spasso: conoscono che vi vorrebbe più orazione, più mortificazione interna ed esterna, più ritiratezza: e perciò si vergognano di accostarsi più spesso all'altare. Non ha dubbio che a tali anime sta bene l'astenersi dalla frequente comunione ritrovandosi in questo misero stato di tepidezza; ma da questa tepidezza dee in ogni conto uscirne chi, essendo chiamato a vita più perfetta, non vuol mettere in gran pericolo la sua eterna salute.


32. Giova ancor molto, per conservare l'anima in fervore, il fare spesso la comunione spirituale, tanto lodata dal Concilio di Trento (Sess. 13, c. 8), ove si esortano tutti i fedeli a praticarla. — La comunione spirituale, come dice S. Tommaso (3. p. q. 80. a. 1. ad 3) consiste in un ardente desiderio di ricever Gesù Cristo nel Sagramento; e perciò i santi han soluto farla più volte il giorno. Il modo di farla è questo: Gesù mio, io vi credo nel SS. Sagramento. Vi amo e vi desidero; venite all'anima mia. Io v'abbraccio, e vi prego a non permettere ch'io m'abbia a separar mai da voi. Più breve: Gesù mio venite a me, io vi desidero, vi abbraccio, stiamoci sempre uniti. — Questa comunione spirituale si può praticare più volte il giorno, quando si fa l'orazione, quando si fa la visita al SS. Sagramento, e specialmente quando si assiste alla Messa nel punto che si comunica il sacerdote. Dicea la B. Agata della Croce domenicana: «Se il confessore non mi avesse insegnato questo modo di così comunicarmi più volte il giorno, io non mi sarei fidata di vivere».


33. Il quinto mezzo, e 'l più necessario per la vita spirituale e per acquistar l'amore di Gesù Cristo, è il mezzo della preghiera.
Io dico primieramente che in questo mezzo Iddio ci fa conoscere il grande amor che ci porta. Qual prova maggiore d'affetto può dare una persona ad un amico, che dirgli: «Amico mio, cercami tutto quello che vuoi, e da me l'avrai»? Or questo appunto ci dice il Signore: Petite, et dabitur vobis: quaerite, et invenietis (Luc. XI, 9). Quindi la preghiera si chiama onnipotente appresso Dio per impetrar ogni bene: Oratio cum sit una omnia potest, scrisse Teodoreto. Chi prega ottiene da Dio quanto vuole. Son belle le parole di Davide: Benedictus Deus qui non amovit orationem meam et misericordiam suam a me (Ps. LXV, 20). Chiosando S. Agostino questo passo dice: «Quando vedi che non manca in te la preghiera, sta sicuro che non ti mancherà la divina misericordia». E S. Gio. Grisostomo aggiunge: Semper obtinetur, etiam dum adhuc oramus: Quando noi preghiamo il Signore, prima che terminiamo di pregare egli ci dona la grazia che cerchiamo. Se dunque siamo poveri, non ci lamentiamo che di noi, mentre siamo poveri perchè vogliamo esser poveri, e perciò non meritiamo compassione. Qual compassione può meritare un mendico che avendo un signor molto ricco il quale vuol provvederlo di tutto purchè glielo domandi, esso vuol restarsi nella sua povertà per non chiedere ciò che gli bisogna? Ecco, dice l'Apostolo, il nostro Dio che sta pronto ad arricchire ognun che lo chiama: Dives in omnes qui invocant illum (Rom. X, 12).


34. Sicchè l'umile preghiera ottiene tutto da Dio; ma bisogna insiem sapere che quanto ella ci è utile, altrettanto ci è necessaria per salvarci. 
È certo che per vincer le tentazioni de' nemici abbiamo assoluto bisogno del divino aiuto; e talvolta in certi insulti più veementi, la grazia sufficiente che Iddio dona a tutti potrebbe bastarci a resistere, ma per la nostra mala inclinazione non basterà, e vi bisognerà una grazia speciale. Chi prega l'ottiene, ma chi non prega non l'ottiene e si perde. E parlando singolarmente della grazia della perseveranza finale, di morire in grazia di Dio, ch'è la grazia assolutamente necessaria alla nostra salute, senza la quale saremo perduti in eterno, dice S. Agostino che questa grazia Iddio non la dona se non a chi prega. E questa è la ragione per cui tanti pochi si salvano; perchè pochi son quelli che attendono a cercare a Dio questa grazia della perseveranza.


35. In somma dicono i SS. Padri che a noi la preghiera è necessaria non solo di necessità di precetto — per cui dicono i dottori che chi trascura per un mese di raccomandare a Dio la sua salute eterna non è scusato da peccato mortale — ma anche di necessità di mezzo; viene a dire che chi non prega è impossibile che si salvi. E la ragione in breve si è perchè non possiamo ottener la salute senza l'aiuto delle divine grazie, e queste grazie non le concede Iddio se non a chi prega. E perchè in noi le tentazioni ed i pericoli di cadere in disgrazia di Dio sono continui, continue ancora hanno da essere le nostre preghiere. 
Onde scrisse S. Tommaso che all'uomo per salvarsi è necessario un continuo pregare: Necessaria est homini iugis oratio, ad hoc quod caelum introeat (3. p. q. 39. a. 5). E prima lo disse Gesù Cristo: Oportet semper orare et non deficere (Luc. XVIII, 1); ed indi l'Apostolo: Sine intermissione orate (I Thess. V, 17). In quello spazio che intermetteremo di raccomandarci a Dio, il demonio ci vincerà. La grazia della perseveranza, sebbene da noi non può meritarsi, come insegna il Concilio di Trento (Sess. 6, cap. 13), nulladimeno dice S. Agostino che, col pregare, in certo modo ella può meritarsi: Hoc Dei donum perseverantiae suppliciter emereri potest, id est supplicando impetrari (De dono persev. c. 6). Il Signore vuol dispensarci le sue grazie, ma vuol essere pregato, anzi, come scrive S. Gregorio, vuol esser importunato e quasi costretto colle nostre preghiere: Vult Deus orari, vult cogi, vult quodam modo importunitate vinci. 

E dicea S. Maria Maddalena de' Pazzi che quando noi cerchiamo grazie a Dio, non solo egli ci esaudisce, ma in certo modo ci ringrazia. Sì, perchè essendo Dio una bontà infinita che brama di diffondersi agli altri, ha per così dire un infinito desiderio di dispensarci i suoi beni; ma vuol essere pregato: onde quando si vede pregato da una anima, è tanto il compiacimento che ne riceve, che in certo modo esso ne la ringrazia.


36. Dunque se vogliamo conservarci sempre in grazia di Dio sino alla morte, bisogna che sempre facciamo i pezzenti e teniamo la bocca aperta a pregare Dio che ci aiuti, replicando sempre: Gesù mio, misericordia: non permettete ch'io mi abbia a separare da voi: Signore, assistetemi: Dio mio, aiutatemi. Questa era la continua orazione che praticavano i padri antichi nel deserto: Deus, in adiutorium meum intende: Domine, ad adiuvandum me festina (Ps. LXIX, 2): Signore, aiutami ed aiutami presto, perchè se trattieni ad aiutarmi, io cadrò e mi perderò. E ciò bisogna farlo specialmente in tempo di tentazioni: chi non fa così, è perduto.



37. Ed abbiamoci gran fede alla preghiera. È promessa di Dio d'esaudir chi lo prega: Petite et accipietis (Io. XVI, 24). Che dubitiamo, dice S. Agostino, giacchè il Signore colla promessa fatta si è obbligato e non può mancare di farci le grazie che gli cerchiamo? Promittendo debitorem se fecit (De verb. Dom. serm. 2). Quando ci raccomandiamo a Dio, bisogna che allora abbiamo una confidenza certa che Dio ci esaudisce, ed otterremo quanto vogliamo. Ecco quel che dice Gesù Cristo: Omnia quaecumque orantes petitis, credite quia accipietis, et evenient vobis (Marc. XI, 24).


38. Ma io son peccatore, dirà taluno, non merito di essere esaudito. Ma Gesù Cristo dice: Omnis... qui petit accipit (Luc. XI, 10): Ognuno che cerca ottiene: ognuno, o sia giusto o peccatore. Insegna S. Tommaso che la forza della preghiera ad ottenerci le grazie non consiste ne' meriti nostri, ma nella misericordia di Dio che ha promesso di esaudir chi lo prega: Oratio in impetrando non innititur nostris meritis; sed soli divinae misericordiae (2. 2. q. 178. a. 2 ad 1). E 'l nostro Salvatore, per toglierci ogni timore quando preghiamo, ci disse: Amen, amen dico vobis, si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis (Io. XVI, 23); come dicesse: Peccatori, voi non avete meriti da ottener le grazie, onde fate così: quando volete le grazie, chiedetele a mio Padre in nome mio, cioè per li meriti miei e per amor mio, e poi cercate quanto volete e vi sarà dato. Ma notiamo quella parola, in nomine meo, viene a dire, come spiega S. Tommaso, in nomine Salvatoris, cioè che le grazie che domandiamo hanno da essere grazie spettanti alla salute eterna; e perciò bisogna avvertire che la promessa non è per le grazie temporali: queste, quando sono utili alla salute eterna, il Signore ce le concede, e quando no, ce le nega. Onde le grazie temporali bisogna che le cerchiamo sempre colla condizione, se hanno da giovare all'anima. Ma quando sono grazie spirituali, allora non ci vuol condizione, ma confidenza e confidenza certa, dicendo: Padre eterno, in nome di Gesù Cristo liberatemi da questa tentazione, datemi la santa perseveranza, datemi l'amor vostro, datemi il paradiso. Queste grazie possiamo cercarle anche a Gesù Cristo in nome suo, cioè per li meriti suoi, perchè anche di ciò vi è la promessa di Gesù Cristo: Si quid petieritis me in nomine meo, hoc faciam (Io. XIV, 14). E quando preghiamo Dio, ricordiamoci di raccomandarci ancora alla dispensiera delle grazie Maria. Dice S. Bernardo che Iddio è quegli che fa le grazie, ma le fa per mano di Maria: Quaeramus gratiam et per Mariam quaeramus, quia quod quaerit invenit, et frustrari non potest (Serm. de aquaeduct.). Se Maria prega ancora per noi, siam sicuri, perchè le preghiere di Maria son tutte esaudite, nè hanno mai ripulsa.


Affetti e preghiere.
Gesù amor mio, io risolutamente voglio amarvi quanto posso, e voglio farmi santo; e perciò voglio farmi santo, per darvi gusto ed amarvi assai in questa e nell'altra vita. Io non posso niente, ma voi potete tutto, e so che mi volete santo. Vedo già che per grazia vostra l'anima mia per voi sospira e non va cercando altro che voi. Io non voglio vivere più a me stesso; voi mi desiderate tutto vostro, ed io tutto vostro voglio essere. Venite, ed unite me a voi e voi a me. Voi siete una bontà infinita, voi siete quello che tanto mi avete amato; siete per tanto troppo amante e troppo amabile; come dunque potrò io amare altra cosa che voi? Io preferisco il vostro amore a tutte le cose del mondo; voi siete l'unico oggetto, l'unico segno di tutti gli affetti miei. Io lascio tutto per impiegarmi nell'amar solo voi, mio Creatore, mio Redentore, mio consolatore, mia speranza, mio amore e mio tutto.
Non voglio diffidarmi di farmi santo per l'offese che negli anni passati vi ho fatte; so che voi, Gesù mio, siete morto per perdonare chi si pente. Io v'amo ora con tutta l'anima mia, v'amo con tutto il cuore, v'amo più di me stesso, e mi pento più d'ogni male di aver disprezzato voi, sommo bene.
Ora non sono più mio, son vostro: o Dio del mio cuore, disponete di me come vi piace. Accetto, per darvi gusto, tutte le tribulazioni che volete mandarmi, infermità, dolori, angustie, ignominie, povertà, persecuzioni, desolazioni, tutte l'accetto per darvi gusto: come anche accetto quella morte che mi avete preparata, con tutte le angoscie e croci che l'accompagneranno: basta che mi concediate la grazia di amarvi assai. Datemi aiuto, datemi forza di compensare in questa vita che mi resta, col mio amore, le amarezze che vi ho date per lo passato, o unico amore dell'anima mia.
O regina del cielo, o Madre di Dio, o grande avvocata dei peccatori, in voi confido.

AVE AVE AVE GRATIA PLENA!

lunedì 12 marzo 2012

LOS SIETE PASOS DE PERFECCION - I SETTE PASSI DELLA PERFEZIONE


Christina Gallagher:
alcuni messaggi di Gesù e di Maria e la testimonianza della veggente
(y Los siete pasos de Perfecciòn)

"L’amore di Gesù è più grande di quello della Madonna anche se qualche volta può sembrare brusco nel modo in cui ci ammonisce. Quando si sperimenta l’amore di Gesù questo diventa la tua vita. E’ come amare qualcuno che non vorresti mai perdere, qualcuno a cui vorresti essere sempre unito.
L’amore di Gesù per ogni anima è enorme. Egli non smette mai di amare tutte le anime finché c’è vita nei loro corpi. Egli non smette mai di tentare di raggiungere ciascuna persona, perché Egli è amore e conosce solo l’amore.
Milioni di persone correrebbero in qualsiasi posto del mondo per incontrare e toccare Gesù se avessero notizia che Egli è tornato sulla terra. E allora perché queste persone non desiderano correre alla chiesa più vicina per parlargli e per tenergli compagnia? Non solo per chiedergli dei favori e delle grazie ma per offrirsi di tenergli compagnia.
Dio è amore oltre tutto ciò che è umanamente possibile esprimere". (La veggente Christina Gallagher)

"Il più alto grado di grazia lo otteniamo ricevendo la Santa Eucarestia nel Sacrificio della Santa Messa (per le persone che sono in stato di grazia). Per essere in stato di grazia è importante non trascurare il sacramento della Penitenza.
Proprio attraverso il sacramento della Penitenza otteniamo il secondo più alto grado di grazia che è possibile ricevere.
Il terzo più alto grado di grazia proviene dalla preghiera e dalle buone azioni". (La veggente Christina Gallagher)

La Madonna in un messaggio a Christina ha detto: "Figlia Mia, di' ai Miei figli di ritornare da Me e da Mio Figlio. Noi aspettiamo e amiamo tutti i nostri figli". (28 febbraio 1988, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"Le anime redente che sono in Paradiso e le anime del Purgatorio hanno una grande importanza per le anime che sono ancora sulla terra (gli uomini) perché possono intercedere in loro favore attraverso lo Spirito di Dio". (La veggente Christina Gallagher)

"Poiché essi sono stati chiamati in Paradiso grazie alla loro risposta al Suo Spirito durante la loro vita terrena, Dio permette con gioia al Suo Spirito di rispondere alle anime terrene che cercano aiuto attraverso di loro". (La veggente Christina Gallagher)

"Se ci accorgiamo che un nostro fratello o una nostra sorella hanno smarrito la giusta strada, abbiamo il dovere di pregare per loro, così come abbiamo il dovere di pregare per i sacerdoti, i vescovi, i cardinali, le suore e per il Santo Padre. Christina precisa che quella di Nostra Signora non è solo una richiesta, è un nostro preciso dovere". (La veggente Christina Gallagher)

"Molti si preoccupano quando pregando la loro mente viene distratta da altri pensieri, per esempio qualcosa che è successo quel giorno. Questo è normale, ma è ben diverso da quando il diavolo cerca costantemente di allontanarci dalla preghiera. Se stiamo pregando il Rosario possiamo avere in questo caso molte difficoltà. Rabbia e fastidio possono nascere in famiglia fra chi vuole pregare il Rosario e chi no. Tutto ciò dipende dal diavolo che cerca di fermarci.
Tutte queste tentazioni del Maligno possono essere sconfitte dai sacramenti, dalla preghiera del cuore, dal digiuno, dai sacrifici e dall’amore. Tutte queste sono cose che Satana non sopporta". (La veggente Christina Gallagher)

"Dobbiamo accettare e non negare l’esistenza di Satana. Se neghiamo l’esistenza di Satana neghiamo anche il peccato. Se neghiamo il peccato neghiamo Cristo e il Suo Sacrificio di Redenzione sul Calvario, un sacrificio offerto per la nostra salvezza". (La veggente Christina Gallagher)

"Il valore della meditazione dei Misteri è la chiave del grande potere contenuto nel Rosario". (La veggente Christina Gallagher)

In un messaggio a Christina, la Madonna, parlando della recita del Rosario fatta col cuore, ha detto: "Offrite ogni Ave Maria come una bellissima rosa bianca o come un prezioso gioiello e il Padre Nostro come una rosa rossa molto delicata o un gioiello speciale, coi quali ricoprirmi. Ma dovete sapere che non potete avere gioielli preziosi che non brillano o bellissime rose che sono solo buone per essere gettate via. Figlia Mia se non pregate il Rosario col cuore, con amore e gioia, le rose e i gioielli che offrite per ricoprirmi saranno persi per sempre. Pregate il Rosario con amore e con gioia ed esso durerà per tutta l’eternità. Ti prego, figlia Mia, non deludermi. Fai che sia un indumento che risplende, …prega il Mio bellissimo Rosario". (22 maggio 1988, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"...Il Santo Rosario, quando pregato col cuore, può sconfiggere il Maligno". (Da un messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

La Madonna ha detto a Christina: "Figli Miei, la calamità è iniziata. L’influenza del principe delle tenebre è attorno a voi. Armatevi del Mio Rosario. La Mia Chiesa sarà scossa fin dalle sue fondamenta". (Messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"Bisogna pregare il Rosario per la conversione dei peccatori". (Messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

La Madonna promette a coloro che pregano il Rosario di proteggerli durante il tempo della prova e della sofferenza. (da un messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

Il Rosario, se recitato col cuore e in conversazione con Dio e con Nostra Signora, meditando tutti i Misteri, agisce come uno scudo capace di proteggerci. Si può ricevere una grande protezione dal Cielo recitando il Rosario. (da un messaggio di Gesù a Christina Gallagher)

"Quando capiranno i Miei figli quanta preghiera, digiuno e sacrifici sono necessari per vincere le tenebre che oscurano il mondo…". (30 maggio 1989, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"Non andate alla Santa Messa per abitudine. Amate Mio Figlio quando siete alla Santa Messa…". (14 luglio 1988, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

La Madonna dice che molti dei Suoi figli hanno abbandonato il sacramento della Confessione. Essi non comprendono che non possono essere liberi dalle influenze e dall’opera di Satana se non chiedono perdono. In un messaggio a Christina Gallagher ha detto: "Pentitevi. Andate a confessarvi, liberatevi dal peso di tutti i peccati e ricevete degnamente il Corpo e il Sangue di Mio Figlio". (28 febbraio 1988 e 15 agosto 1988, messaggi della Madonna a Christina Gallagher)

La Madonna dice che molte anime consacrate (religiosi), non credono più che il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo siano presenti nella consacrazione della Messa. Essi non credono che il pane e il vino vengono trasformati nel Suo Corpo e nel Suo Sangue. (da un messaggio della Madonna a Christina Gallagher del 1 luglio 1988)

"La chiave per poter ricevere le grazie di Dio dallo Spirito Santo è l’umiltà di chi le riceve. Il più grande dono che si può ricevere da Dio è l’amore di Dio. L’umiltà permette all’anima di poter ricevere da Dio e permette all’amore di Dio di crescere. L’umiltà e la piccolezza, come quella di un bimbo, sono le qualità che permettono allo Spirito di Dio di concedere i Suoi doni. Quando Gesù ci ha chiesto di diventare come piccoli bambini, Egli intendeva che tutti, anche gli adulti, possono avere il cuore di un bimbo. Avere il cuore di un bimbo significa avere una fiducia completa e un totale abbandono a Dio proprio come un bambino ha fiducia in quello che i genitori gli dicono di fare anche se egli non è in grado di capirlo.
Il bimbo guarda ai genitori con completa fiducia. Dio desidera che tutti noi guardiamo a Lui nella fede con la stessa completa fiducia.
Molte persone attorno a noi sono in una tale oscurità che sentono di non aver bisogno di Dio. Attraverso l’umiltà tutti possono avvicinarsi a Lui". (La veggente Christina Gallagher)

In molte parti del mondo non c’è considerazione o amore per gli altri. Nostra Signora vuole che riconosciamo i bisogni degli altri. Dovremmo amarli perché Dio desidera che ci amiamo gli uni gli altri come Lui ci ha amato. Il diavolo cerca di distrarci da questo obiettivo. (da vari messaggi della Madonna a Christina Gallagher)

"Pregate e offrite sacrifici. In cambio Io darò pace ai vostri cuori". (28 febbraio 1988, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"Figli Miei, la Legge di Dio non cambia mai. Essa rimane la stessa per sempre. Non cambia come le vostre mode. Io desidero che viviate i comandamenti del vostro Dio". (8 aprile 1992, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"La Madonna, in unione con Suo Figlio, opera nel mondo come co-redentrice, perché Gesù è il solo mediatore fra Dio e l’umanità". (La veggente Christina Gallagher)

"La Madonna chiede in tutto il mondo ai Suoi figli di ritornare da Suo Figlio, fintanto che hanno ancora tempo per poterlo fare, prima che sia troppo tardi. Ecco perché Nostra Signora piange persino lacrime di sangue, perché tante anime sono perse". (La veggente Christina Gallagher)

"Nostra Signora sembra avere circa 19 o 20 anni. I Suoi occhi sono di un azzurro profondo. Il Suo viso è bellissimo oltre ogni immaginazione. La Madonna è più bella di ogni persona che abbia mai visto. Nessuna statua o immagine può rappresentare la Sua bellezza.
E’ raggiante di felicità e porta con se un indescrivibile pace celeste. La gioia di Nostra signora è travolgente fino al punto di essere dolorosa. La normale gioia che si prova per esempio alla nascita di un figlio è niente, dice Christina, a confronto della gioia della Madonna. La gioia della Signora è "dolorosamente bella".
Nostra Signora sorride sempre. Ma quando parla, qualche volta passa dalla gioia alla tristezza fino alle lacrime. A volte piange persino lacrime di sangue.
Quando sei con la Madonna è come che tu sia per Lei l’unica persona che esiste in quel momento. Ti senti tanto amato e tanto innamorato di Lei". (La veggente Christina Gallagher)

In molti dei messaggi consegnati a Christina Gallagher ci viene chiesto di pregare ogni giorno per il Papa, i sacerdoti e i cardinali. Bisogna pregare in modo particolare per il Papa perché è in grande pericolo. Molte delle persone che cerca di condurre a Gesù non seguono le sue disposizioni. In alcuni messaggi Gesù e Maria dicono che Giovanni Paolo II è circondato da persone il cui cuore è pieno di odio e di gelosia. Gesù dice che il Santo Padre inizia a salire il Calvario con Lui e che il Padre aspetta il suo sacrificio. (Anni 1989, 1990, 1992, 1993, vari messaggi di Gesù e della Madonna a Christina Gallagher)

La Madonna dice che Giovanni Paolo II è il Suo prescelto. La Chiesa non ha mai avuto un pontefice che come lui abbia dato tutto e viva in grazia per adempiere all’opera di Cristo sulla terra. (da un messaggio della Madonna a Christina Gallagher - 1992)

Gesù ammonisce di non condannare con tanta facilità i Suoi consacrati (i sacerdoti). Anche loro sono uomini e come tutti gli uomini sono soggetti a sbagliare. Gesù aggiunge che le nostre discussioni devono essere piene di preghiera non di condanna. (da un messaggio del 2 gennaio 1997 di Gesù a Christina Gallagher)

Ciò che trafigge più profondamente il Cuore di Gesù è il comportamento di alcuni religiosi. Gesù dice che questi consacrati vivono nelle tenebre. Essi sposano la via dell’Inferno ma non accettano che questo esiste. Essi non servono Cristo ma il mondo. I loro cuori sono chiusi alla Verità. (da alcuni messaggi di Gesù a Christina Gallagher)

Christina dice che la Madonna ha parlato diverse volte con grande dolore dei Sui figli che sono perduti. Ma Nostra Signora non giudica mai nessuno. Christina confessa di provare una grande sofferenza dentro di se quando la Madonna piange per i Suoi figli perduti: "Darei volentieri la mia vita cento volte per poter asciugare dagli occhi di Nostra Signora anche una sola lacrima " – dice Christina.
La sofferenza della Madonna è universale. Abbraccia gli uomini di tutte le religioni, in tutto il mondo. Christina mette l’accento sul fatto che ognuno di noi prima di dichiararsi cattolico, protestante, ebreo o di qualsivoglia religione, deve prima di tutto amare Dio. La gente, indipendentemente dalla religione che professa, deve avere l’amore per Dio nel suo cuore e deve realmente credere in Lui. Chi crede in Lui deve parlargli nella preghiera. Chi non mette in pratica questo, è contro Dio. (La veggente Christina Gallagher)

La Madonna dice che sono tre i peccati che più di tutti affliggono il Cuore di Suo Figlio: l’aborto, l’assassinio di innocenti; il sacrificio di innocenti a Satana; l’abuso immorale di innocenti.
Christina parlando dell’aborto dice: "Le donne che decidono di abortire dicono: - ‘io ho il diritto di farlo’. No, Dio dà all’uomo il dono di creare la vita ma solo Dio ha il diritto di toglierla".
"La gente dovrebbe decidere secondo la sua libera volontà di fare atti di riparazione per tutti i peccati del mondo e specialmente per il peccato dell’aborto. Dobbiamo essere pronti a pagare le conseguenze del cattivo uso che facciamo del dono della sessualità".
La Madonna ha anche detto a Christina di pregare per tutti questi bimbi non nati. (dai messaggi del 28 dicembre 1992 e del 26 settembre 1992  della Madonna a Christina Gallagher)

Gesù, in un messaggio a Christina, dice che le potenze delle tenebre rendono gli uomini ciechi alla Verità. Gli uomini vogliono potere, denaro, lussuria. Vogliono appagamento attraverso la carne. Tutto ciò è un inganno che è come veleno per le nostre anime. (da un messaggio di Gesù del 29 novembre 1993 a Christina Gallagher)

"Dio ha ci ha creati per amarlo e adorarlo, ma poiché viviamo nel mondo e siamo influenzati dalle tenebre del peccato, iniziamo spesso ad amare e servire il nostro ego. Sono le tentazioni del mondo e della carne che ci conducono nelle tenebre e che ci impediscono di percepire la Luce di Dio. Anche se il mondo è una creazione di Dio è anche il regno del diavolo ed egli tenta la carne degli uomini. Un’anima può scegliere attraverso il suo libero arbitrio: i desideri della carne e del mondo oppure, seguendo Gesù, la casa eterna che Dio ha preparato in Cielo". (La veggente Christina Gallagher)

"A causa del tanto male presente nel mondo la gente a volte accusa Dio o si domanda perché Egli permetta tutto ciò. Ciò accade perché siamo liberi. Dio ci ha fatto a sua immagine e somiglianza e quindi ci ha fatti liberi. Egli non ci priva mai di questa libera volontà che ci ha dato. Egli la rispetta sempre. Perciò può solo esortarci a fare qualcosa ma non imporcelo". (La veggente Christina Gallagher)

"Figli Miei, non avete molto tempo prima che la mano di Mio Figlio venga sulla terra in giustizia. Convertitevi, vi prego, fintanto che avete tempo. Non sapete che cosa Dio sta per mandare sull’umanità. I Miei figli che sono tornati da Me e da Mio Figlio non hanno niente da temere…". (28 febbraio 1988, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

Christina  ha chiesto a Gesù quando ci sarebbe stato il segno promesso per l’umanità, Gesù ha risposto: "Presto, figlia Mia, presto, il mondo riconoscerà il suo Creatore! Presto i Cieli e la terra cambieranno nelle stagioni e le doglie da parto infurieranno nel mondo, si moltiplicheranno calamità dopo calamità, tempeste dopo tempeste". (14 dicembre 1996, messaggio di Gesù a Christina Gallagher)

Christina Gallagher ha ricevuto un messaggio da Dio che parla, tra le altre cose, dell’imminente punizione per il mondo: "Di all’umanità di pregare lo Spirito di Verità, lo Spirito d’Amore…si sta approssimando velocemente il giorno in cui la Mia potente mano distruggerà tutto nel mondo…
Il mondo…deve prepararsi per la Seconda Venuta di Gesù…
Di a tutti di prepararsi. Fai un posto nei loro cuori solo per Me, il loro Signore Dio che desidera salvarli…". (13 novembre 1990, messaggio di Dio a Christina Gallagher)

Secondo quanto Christina Gallagher riferisce, gli eventi che devono accadere si compiranno in tre fasi.
"Nella prima fase la gente nel mondo soffrirà sempre di più. Anche se questo può sembrare terribile, molti saranno purificati attraverso di essa. La sofferenza li purificherà conducendoli a Dio attraverso la croce.
Nella seconda fase Dio permetterà a tutti gli uomini in ogni parte del mondo di essere consapevoli della Sua esistenza. Perfino coloro che negano l’esistenza di Dio sapranno che egli è realtà e non un mito come essi affermano.
Christina, da quanto le è stato detto, arguisce che persino le persone che non hanno mai sentito parlare di Dio diventeranno coscienti della Sua esistenza (Christina sembra alludere all'"avvertimento" o "illuminazione" di cui hanno parlato diversi mistici e veggenti nel mondo).
La terza fase ci sarà se gli uomini non risponderanno agli appelli della Madonna e continueranno nella strada del peccato. Allora Dio manderà sul mondo il Suo Castigo". (La veggente Christina Gallagher)

"I gravi messaggi che ho ricevuto (quelli che riguardano i castighi di Dio), non vengono dati per causare panico o turbare nessuno. Nostra Signora e Gesù hanno promesso che tutti coloro che abbandonano il peccato, ritornano ai veri insegnamenti di Gesù e vivono conformemente con i Dieci Comandamenti di Dio non hanno niente da temere". (La veggente Christina Gallagher)

"Molte persone non si rendono conto che stanno commettendo dei peccati. Il compito dei sacerdoti è proprio quello di far capire a queste persone la realtà del peccato. Tante persone non riconoscono neanche il peccato. Ma grazie alla grande Misericordia di Dio chi non riconosce il peccato può andare incontro a grandi sofferenze che hanno lo scopo di renderlo cosciente della gravità di ciò che sta facendo. Queste sofferenze sono come una purificazione.
Ma ci sono anche quelle persone che sanno di far male eppure non hanno alcuna intenzione di cambiare. Queste persone preferiscono le cose del mondo a Dio, il potere e la lussuria, pur sapendo che ciò è male. Essi sanno che stanno servendo il diavolo. Egli è il sovrano di questo mondo, il mondo è il suo regno.
Quando una persona intenzionalmente volta le spalle a Dio e si rifiuta di riconoscerlo allora deve capire che la strada che si appresta a percorrere è la strada dell’Inferno. L’uomo sceglie quindi l’Inferno attraverso le sue azioni". (La veggente Christina Gallagher)

"Dio vuole che tutte le anime si salvino e Gesù è morto per la salvezza di tutta l’umanità. Ma Dio ha dato ad ogni persona che ha creato una libera volontà. Nostra Signora ha sottolineato in diverse occasioni che l’unica cosa che una persona deve fare per essere salva è quella di smettere di commettere peccati e cambiare strada". (La veggente Christina Gallagher)

"Dico a tutti coloro che trovano difficile accettare i Miei messaggi e quelli di Mio Figlio di pregare il Rosario col cuore, tutti e tre i misteri per nove giorni, offrite queste preghiere al Cuore di Mio Figlio e allo Spirito Santo affinché esso vi illumini. Se farete ciò allora capirete…". (Messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"In molti vanno all’Inferno. La maggioranza va in Purgatorio e quelli che vanno in Paradiso sono coloro che provengono dal Purgatorio". (Ottobre 1992, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"In Paradiso ameremo un estraneo che non abbiamo mai conosciuto sulla terra esattamente come ameremo Dio stesso. Ameremo i nostri genitori esattamente come ameremo chiunque altro, perché Gesù ha detto: «Ama il tuo prossimo come te stesso»". (La veggente Christina Gallagher)

In diverse occasioni a Christina è stato concesso di visitare tre diversi livelli del Purgatorio. Uno di questi livelli, quando gli fu mostrato da Gesù, era così doloroso e ripugnante che Christina era convinta che si trattasse dell’Inferno. Accompagnata da Gesù, Christina entrò in Purgatorio attraversando un grande cancello che alla loro presenza si era aperto automaticamente.
Dappertutto si sentiva un odore ripugnante. Il terreno pareva sudicio e puzzolente. Le persone che vide indossavano un vestito marrone con un cappuccio. La loro testa era piegata come se portassero un peso di sofferenza. Christina pur non conoscendo personalmente queste persone provava per loro sentimenti di profondo amore ma anche molta tristezza. Sembrava quasi che queste persone fossero importanti per lei come suo padre e sua madre.
In altre occasioni Christina ha visto le anime del Purgatorio immerse in un fumo grigio, era come un mare di nubi grigie. Esse la supplicavano di pregare per loro.
L’intera esperienza sconvolse profondamente Christina.
Christina ebbe modo di sperimentare le sofferenze del Purgatorio. Lei le descrive in questi termini: "Era più doloroso di quando il fuoco, sulla terra, ti brucia le carni". (La veggente Christina Gallagher)

"Le anime destinate al Purgatorio cercano un livello appropriato alla loro imperfezione. Ogni anima va in Purgatorio per essere purificata, consapevole di tutti i peccati per i quali non è riuscita ad espiare a sufficienza. Le anime vanno volentieri in qualsiasi livello del Purgatorio sia necessario e sono eternamente grate a Dio per il Purgatorio, sapendo che un giorno saranno in Sua Presenza in Paradiso". (La veggente Christina Gallagher)

Christina in diverse occasioni ha ricevuto preziose informazioni sulla natura dell’Inferno. La veggente afferma che durante la vita se un’anima affonda sempre più nel peccato, nelle tenebre e nello smarrimento, Dio la richiama alla Luce varie volte nel corso della sua vita. Ma se una persona non vuole ascoltare e non vuole vedere e si rifiuta di rispondere, il corpo farà di quell’anima un Inferno vivente, in tutte le facoltà di quella persona, ed essa risponderà solo alle tentazioni del diavolo.
Se una persona muore in questo stato, la sua anima liberata dal corpo mortale, si rende conto che non può presentarsi davanti alla Luce di Dio in quello stato, semplicemente perché non potrebbe tollerarla. Il dolore sarebbe troppo grande, perché se quell’anima è stata preparata per l’Inferno durante la vita corporea vissuta sulla terra e se andasse al cospetto della grandezza di Dio - che è amore totale e bontà -, nell’enormità della Luce Divina quell’anima soffrirebbe atroci agonie.
Perciò non è tanto Dio che condanna le anime e le getta nell’Inferno, ma è l’anima stessa a gettarvisi, incapace com’è di sopportare il dolore dovuto all’enormità della Luce di Dio. (La veggente Christina Gallagher)

Il 29 marzo 1989 Gesù ha mostrato a Christina Gallagher l’Inferno. Durante la visita a l’Inferno Gesù ha detto: "Questo è l’abisso del peccato, l’Inferno, per tutti quelli che non amano Mio Padre".
Christina descrive l’Inferno come uno sterminato mare di fuoco, terrificante oltre ogni parola. In mezzo a questo mare di fuoco nuotavano dei corpi. Questi corpi erano neri e immense fiamme li attraversavano. C’era un’enorme quantità di questi corpi in mezzo alle fiamme. Christina mentre osservava tutto ciò dice di aver provato un grande senso di terrore, non riusciva a far altro che tremare.
"Prego che nessuno debba mai andare all’Inferno" dice Christina. (La veggente Christina Gallagher)

"Sebbene Dio rispetti tutte le chiese, a patto che queste obbediscano ai Suoi Comandamenti, l’unica vera Chiesa prescelta da Gesù è la Chiesa Cattolica di Roma". (La veggente Christina Gallagher)

La Madonna, in varie occasioni, ha messo in guardia Christina Gallagher dai falsi profeti. Nel 1994 le è stato mostrato, per la sua protezione, chi è autentico e chi non lo è fra coloro che affermano di ricevere apparizioni ed esperienze interiori come le locuzioni, non solo in Irlanda ma in tutto il mondo. "Nostra Signora ha detto di fare molta attenzione a tutti quelli che vanno alla ricerca di popolarità e denaro e che affermano verità che sono in disaccordo con quanto è scritto nella Bibbia. Queste persone non sono strumenti di Dio".
Dio ha detto comunque a Christina di non giudicare queste persone e anzi ha chiesto di pregare per loro. (La veggente Christina Gallagher)

Christina dice che i santi sono gli amici più sinceri che possiamo avere. Essi hanno il ruolo di "comunicatori" di Dio che intercedono per noi anche con i Cuori di Gesù e della Beata Vergine Maria. Per via della loro possibilità di ottenere l’aiuto di Dio in nostro favore, Dio vuole che noi siamo consapevoli della loro esistenza. Essi sono veri amici perché, a differenza dei nostri amici terreni, possiamo riporre sempre la nostra fiducia in loro.
Da Santa Filomena, Christina ha saputo che anche se molte volte ci sembra che i santi non vogliano ascoltare le nostre invocazioni non dobbiamo scoraggiarci. Non dobbiamo mai arrivare alla conclusione che a loro non importa niente di noi, perché ciò sarebbe falso. Dobbiamo rammentare che i santi intercedono in favore della nostra protezione spirituale. Questo non vuole dire che non intercedono mai per la protezione materiale. Essi fanno ciò solo quando questo tipo di protezione è necessaria a impedire o ad alleviare le ferite delle nostre anime. (La veggente Christina Gallagher)

Christina Gallagher ha potuto vedere in diverse occasioni alcuni angeli.
Ha visto diverse volte l’Arcangelo Michele. Di lui Christina dice che è imponente. Ha l’aspetto di un enorme uomo, ha le ali e risplende di una intensa luce bianca. E’ molto bello ed ha un viso dai lineamenti forti. Christina ha avuto l’impressione che l’Arcangelo Michele fosse molto più potente del diavolo. Ha una potenza più grande di chiunque altro a parte Dio e la Madonna. In sua presenza si sente il senso straordinario della sua protezione.
Christina ha avuto anche modo di vedere attorno al trono di Dio tanti piccoli angeli senza ali che cantavano "Gloria a Dio nell’Alto" con una tale perfetta armonia che sembrava come musica anche se era in realtà la combinazione di innumerevoli voci. (La veggente Christina Gallagher)

"…Il Mio Cuore Immacolato trionferà e illuminerà i cuori che sono chiusi…". (16 luglio 2000, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"…Il tempo dell’Anticristo è prossimo, la purificazione è vicina…". (16 luglio 2000, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)
Nota: l'anticristo di cui si parla in questo messaggio non è, con tutta probabilità, l'Anticristo escatologico (che arriverà alla fine del mondo) ma un suo precursore.

"…Il mondo presto verrà consegnato al suo travaglio, presto verrà consegnato nelle mani dell’Ingannatore…" (Febbraio 1996, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

Christina ha avuto una visione in cui ha visto tornado, vulcani in attività (le è stato detto che ciò si sarebbe verificato in luoghi dove questi fenomeni sono inconsueti), terremoti e lampi, e ha spiegato d’aver percepito l’odore della morte in molti luoghi. La veggente dice di aver compreso che questo genere di calamità sono destinate a moltiplicarsi in tutto il mondo. (16 luglio 2000, visione di Christina Gallagher durante un’apparizione della Madonna)



Consulta anche:
 Cenni biografici su Christina Gallagher
E per maggiori informazioni visita il sito ufficiale:
Christina Gallagher delivers Heaven's messages to the world


LOS SIETE PASOS DE LA PERFECCIÓN
Ntra . Sra. de la Paz
“En enero de 1994, me fue dado un conocimiento de los medios por los que un alma avanza en santidad. Se refería a ir ascendiendo en los SIETE PASOS DE PERFECCION que ya me habían sido mostrados algún tiempo atrás, pero realmente no entendí entonces. Me fue dado a conocer, que Dios desea que los Siete Grados de Su Espíritu penetren en la persona que está siendo perfeccionada en las siete áreas de nuestro ser de corazón, mente, cuerpo, alma, voluntad, intelecto y memoria.”


En 5 de octubre de 1992, el Padre Eterno habló a Christina:

“Mi hija, yo soy su Padre. Levántese y ora”. Después el Padre Eterno le dijo a Christina que en una fecha posterior él la despertaría de nuevo y que ella se levantaría y oraría y él le revelaría entonces a ella… lo que estaba oculto para los astutos y sabios.”

A Christina le ha sido dado el regalo de conocimiento de Dios Omnipotente para entender que hay siete pasos, fases o grados en el camino a perfección, o el camino de purificación, “Yo vi los siete pasos, y entre más respondemos, entregándonos a la Cruz por el amor de Cristo, más somos arrastrado a los grados de Su Espíritu, con Dios que levanta el alma a un grado más alto.

“El corazón de la Santísima Trinidad , es la Deidad , y del corazón de la Deidad viene el faro de luz que es el Espíritu Santo. A través de este faro, Dios desea radiar Su Espíritu y atraer el alma a un nivel más alto de unión con él.

“De la unidad y amor del corazón de la Deidad , el deseo de Dios es guiar a cada alma de una manera más profunda a él.

“Cada alma es redimida por Jesús y de esa manera forma parte del Cuerpo Místico de Jesús. “Por la persona disminuyendo en ego y permitiéndole a Dios aumentar en su o su alma, Dios desea atraer cada uno a un nivel de unión mística o matrimonio con Cristo. Muchos, sin embargo, no logran esta unión porque ellos no disminuirán en ego para permitirle a Dios que aumente dentro de ellos.”

“Cuando Nuestra Madre Bendita pide a través de su mensaje la oración, el sacrificio y ayuno, éstos nos enseñan a disminuir en ego con humildad de niños ante Dios, privando la carne y así que abriendo el corazón para permitir al Espíritu fluir libremente en las siete áreas de nuestro ser, es decir, corazón (qué es el cauce principal o entrada que lleva al), voluntad, mente, intelecto, memoria, el cuerpo y por último, el alma.

Estas primeras seis áreas, dependiendo de su contestación, pueden llevar el alma en luz o oscuridad. Todo se desea en primer lugar en el corazón y el corazón exige entonces a la voluntad, la mente, el intelecto, la memoria y al cuerpo para responder en un cauce abierto para permitir a los siete grados del Espíritu purificar y fortalecer las seis áreas de nuestro ser, cuya contestación dejará al alma ya sea en luz o en oscuridad.

“EL CORAZON, porque es el cauce principal que lleva a las otras facultades, y es por sí mismo, la fuente de deseo que deja los otros cauces abiertos o cerrados en voluntad, escogiendo una acción, necesita ser purificado de su debilidad, porque el corazón puede estar abierto o cerrado a Dios.
” LA VOLUNTAD puede ponerse tan inflexible a la voluntad de Dios que se resiste obstinadamente al impulso de Dios y se forma en un modelo de interés – propio y propia – preocupación y puede volverse demasiado débil para decidir por Dios. ” LA MENTE puede ser amoldada cada vez más por el pensamiento del mundo, las expectativas de las personas y las normas de juicio terrenal.
“EL INTELECTO puede perder su realización de la Sabiduría de Dios que es suprema, un tesoro mayor que toda la especialización y grandeza humana. Puede incluso racionalizar que es lo que lo viste, y puede empezar a justificar como correcto lo que está objetivamente equivocado. Una pérdida de humildad ante Dios nos lleva confiar en nosotros y menos en él: más en nuestro potencial personal y menos en él Quién es de hecho es la fuente y dador de cada talento que nosotros poseemos. Dios puede necesitar impedir al orgullo que se forme y que nos tome, para entonces nosotros habremos perdido el más grande regalo, el propio Dios. Pero mientras él quita nuestras seguridades que nosotros nos sentimos vulnerables y desvalido de nosotros mismos.
” LA MEMORIA puede nublarse de la conciencia de los hechos misericordiosos de Dios en nuestro pasado y necesita una purificación y un fortalecimiento del desorden de preocupaciones personales que aumentan y bloquean nuestra dependencia amorosa en el Dios Que nos ama con un amor eterno. Para hacernos comprender esto, él tendrá que llevarnos hacia a una realización de que no somos nada y que todo lo que todo procede de él, Quién es el dador de la vida.
“NUESTRO CUERPO a través de sus debilidades como resultado del pecado original y debido a las tentaciones constantes de los otros espíritus mortales – aparte de orgullo -quienes pueden ganar muchas influencias sobre los apetitos corporales y temperamentos de una persona a través de sus ataques de codicia, lujuria, ira, glotonería, envidia y pereza, necesitará fortalecerse para dominar el ego, que es impartido como regalo del Espíritu de auto dominio. Este refuerzo espiritual de nuestras facultades más altas sobre nuestros apetitos más bajos romperá nuestra calma entre más dependientes a la carne nos permitamos a nosotros mismos volvernos.
“EL ALMA a través del fracaso de las otras facultades para responder a Dios puede experimentar sólo la luz o la oscuridad. Aunque este trabajo de purificación no es la descarga del Espíritu Santo como en el Sacramento de Confirmación, producirá inevitablemente ya una libertad de movimiento del Espíritu recibido a través del Sacramento porque él está impedido y es estorbado por nuestras imperfecciones e impurezas, así como por el residuo de pecados pasados que ya han quedado perdonados.
LA PURIFICACION PUEDE SER DOLOROSA
“Los siete grados del Espíritu de Dios pueden estar en trabajando en cualquier momento dado, o puede haber tres o cuatro, o cualquier número de grados del Espíritu trabajando en cualquier momento.


“Por ejemplo, si el corazón está abierto y la mente es débil y Jesús quiere purificar a la mente, a veces la oscuridad experimentada se siente como el abandono. La mente no puede entender, y piensa que Dios lo ha abandonado hasta Dios pueda, en Su grado, penetrar para purificar esa área en particular de la mente suficientemente, y entonces uno puede recibir la Luz y ganar la comprensión del Espíritu de Dios.

“Si alguien está viviendo con pensamientos malos, y Dios está purificando y fortaleciendo a la mente, tiene entonces la habilidad para superar los pensamientos malos, pero cuando Dios retira ese grado del Espíritu de la mente, la mente está en un estado de conmoción, como estaba. Se siente como una depresión, un sentimiento de dolor, mientras la purificación se está llevando a cabo. “Mientras el Espíritu de Dios progresa y trabaja a través de cada área, es un procedimiento doloroso, y la llave para todo es la entrega; entregar todo para el amor de Dios.

“Antes de que Dios purifique un área en particular, es como estar en oscuridad, dependiendo que tan abierta o bloqueada esté esa área, y dependiendo qué grado del Espíritu de Dios está trabajando. Entre más alto sea el grado del Espíritu, más poderoso será y el mayor será la conmoción causada. “Dios podría traer una persona a un nivel particular y ese nivel puede purificarse y hacerlo bien, pero esa persona puede, por su propia voluntad, caer en la tentación de Satanás en pecado y oscuridad. La memoria, por ejemplo, puede olvidarse de la misericordia de Dios, y de la verdad. Entonces Dios tendrá que repetir, en Su misericordia y bondad, la purificación de la memoria de esa persona de nuevo y despertar de nuevo su facultad.

“Si la voluntad es débil, Dios tendrá que trabajar en la voluntad. Es la tentación de la carne en nuestra libre voluntad para decidir en contra del deseo que Dios ha dado en el corazón. Y si el Dios está trabajando en la voluntad, en cualquier grado de Su Espíritu, la voluntad puede volverse insegura, y puede sentirse frágil, incluso puede parecer estar a punto de derrumbarse.”

LA ENTREGA ES LA LLAVE
“La llave es la rendición. Todo tiene que ser entregado. Cuando nosotros conseguimos el conocernos a nosotros mismos, conseguimos comprender nuestra nada, y que sin Dios no somos nada, y la voluntad, más que cualquier otra facultad es instruida y enseñado por esto. Nosotros comprendemos que dependemos de Dios para todo absolutamente, para Sus regalos de la Luz , Sabiduría y Misericordia y los grados del Espíritu Santo en cada área de nuestras vidas.


“El Espíritu Santo quiere fortalecer todas las áreas de nuestro ser, y como todas estas áreas trabajan juntas, si hay algo bloqueando cualquier otra área, las demás sufren. Entre más rápidamente entregamos todo a Dios, por amor a él, es mejor; y entiende a nosotros mismos y a nuestra nada a la luz de Dios; y viene con corazones totalmente abiertos y doblados al recibir todo de Dios con humildad.”

Cuando las Cosas salen mal
“Es fácil rendirse cuándo todo va bien, pero cuándo las cosas salen mal para nosotros, cuándo una persona puede decir ‘ Dónde está Dios en todos esto? ‘, nosotros encontramos excusas y tenemos pensamientos negativos y se siente como si ya hubiéramos tenido suficiente, entonces podemos caernos a dónde estábamos antes. Pero si nosotros podemos entregarnos al amor de Dios, y no solo estar interesados en cuestionarlo, entonces es como si al corazón se le permitiera abrirse a una magnitud mayor, y el Espíritu puede fluir libremente, a través de este cauce, en el alma.”
“San Miguel Arcángel, defiéndenos en la batalla; sé nuestro amparo contra la perversidad y acechanzas del demonio. Reprímale Dios, pedimos suplicantes, y tú, Príncipe de la Milicia Celestial, arroja al infierno con el divino poder a Satanás y a los demás espíritus malignos que andan dispersos por el mundo para la perdición de las almas. Amén”.
No comulgues nunca en la mano,

hazlo siempre en la boca

y si te es posible de rodillas.
otra versiòn

LOS SIETE PASOS DE PERFECCION

"En enero de 1994, me fue dado un conocimiento de los medios por los que un alma avanza en santidad. 
Se refería a ir ascendiendo en los SIETE PASOS DE PERFECCION que ya me habían sido mostrados algún tiempo atrás, pero realmente no entendí entonces. 
Me fue dado a conocer, que Dios desea que los Siete Grados de Su Espíritu penetren en la persona que está siendo perfeccionada en las siete áreas de nuestro ser de corazón, mente, cuerpo, alma, voluntad, intelecto y memoria." 



En 5 de octubre de 1992, el Padre Eterno habló a Christina: 
"Mi hija, yo soy su Padre. Levántese y ora". Después el Padre Eterno le dijo a Christina que en una fecha posterior él la despertaría de nuevo y que ella se levantaría y oraría y él le revelaría entonces a ella... lo que estaba oculto para los astutos y sabios." 
A Christina le ha sido dado el regalo de conocimiento de Dios Omnipotente para entender que hay siete pasos, fases o grados en el camino a perfección, o el camino de purificación, "Yo vi los siete pasos, y entre más respondemos, entregándonos a la Cruz por el amor de Cristo, más somos arrastrado a los grados de Su Espíritu, con Dios que levanta el alma a un grado más alto.




"El corazón de la Santísima Trinidad, es la Deidad, y del corazón de la Deidad viene el faro de luz que es el Espíritu Santo. A través de este faro, Dios desea radiar Su Espíritu y atraer el alma a un nivel más alto de unión con él. 
"De la unidad y amor del corazón de la Deidad, el deseo de Dios es guiar a cada alma de una manera más profunda a él. 




"Cada alma es redimida por Jesús y de esa manera forma parte del Cuerpo Místico de Jesús. "Por la persona disminuyendo en ego y permitiéndole a Dios aumentar en su o su alma, Dios desea atraer cada uno a un nivel de unión mística o matrimonio con Cristo. Muchos, sin embargo, no logran esta unión porque ellos no disminuirán en ego para permitirle a Dios que aumente dentro de ellos." 



"Cuando Nuestra Madre Bendita pide a través de su mensaje la oración, el sacrificio y ayuno, éstos nos enseñan a disminuir en ego con humildad de niños ante Dios, privando la carne y así que abriendo el corazón para permitir al Espíritu fluir libremente en las siete áreas de nuestro ser, es decir, corazón (qué es el cauce principal o entrada que lleva a las otras areas), voluntad, mente, intelecto, memoria, el cuerpo y por último, el alma. 
Estas primeras seis áreas, dependiendo de su contestación, pueden llevar el alma en luz o oscuridad. Todo se desea en primer lugar en el corazón y el corazón exige entonces a la voluntad, la mente, el intelecto, la memoria y al cuerpo para responder en un cauce abierto para permitir a los siete grados del Espíritu purificar y fortalecer las seis áreas de nuestro ser, cuya contestación dejará al alma ya sea en luz o en oscuridad. 




"EL CORAZON, porque es el cauce principal que lleva a las otras facultades, y es por sí mismo, la fuente de deseo que deja los otros cauces abiertos o cerrados en voluntad, escogiendo una acción, necesita ser purificado de su debilidad, porque el corazón puede estar abierto o cerrado a Dios. 



"LA VOLUNTAD puede ponerse tan inflexible a la voluntad de Dios que se resiste obstinadamente al impulso de Dios y se forma en un modelo de interés-propio y propia-preocupación y puede volverse demasiado débil para decidir por Dios. 

"LA MENTE puede ser amoldada cada vez más por el pensamiento del mundo, las expectativas de las personas y las normas de juicio terrenal.

"EL INTELECTO puede perder su realización de la Sabiduría de Dios que es suprema, un tesoro mayor que toda la especialización y grandeza humana. Puede incluso racionalizar que es lo que lo viste, y puede empezar a justificar como correcto lo que está objetivamente equivocado. Una pérdida de humildad ante Dios nos lleva confiar en nosotros y menos en él: más en nuestro potencial personal y menos en él Quién de hecho es la fuente y dador de cada talento que nosotros poseemos. Dios puede necesitar impedir al orgullo que se forme y que nos tome, para entonces nosotros habremos perdido el más grande regalo, el propio Dios. Pero mientras él quita nuestras seguridades que nosotros nos sentimos vulnerables y desvalido de nosotros mismos.



"LA MEMORIA puede nublarse de la conciencia de los hechos misericordiosos de Dios en nuestro pasado y necesita una purificación y un fortalecimiento del desorden de preocupaciones personales que aumentan y bloquean nuestra dependencia amorosa en el Dios Que nos ama con un amor eterno. Para hacernos comprender esto, él tendrá que llevarnos hacia a una realización de que no somos nada y que todo lo que todo procede de él, Quién es el dador de la vida. 



"NUESTRO CUERPO a través de sus debilidades como resultado del pecado original y debido a las tentaciones constantes de los otros espíritus mortales - aparte de orgullo -quienes pueden ganar muchas influencias sobre los apetitos corporales y temperamentos de una persona a través de sus ataques de codicia, lujuria, ira, glotonería, envidia y pereza, necesitará fortalecerse para dominar el ego, que es impartido como regalo del Espíritu de auto dominio. Este refuerzo espiritual de nuestras facultades más altas sobre nuestros apetitos más bajos romperá nuestra calma entre más dependientes a la carne nos permitamos a nosotros mismos volvernos. 



"EL ALMA a través del fracaso de las otras facultades para responder a Dios puede experimentar sólo la luz o la oscuridad. Aunque este trabajo de purificación no es la descarga del Espíritu Santo como en el Sacramento de Confirmación, producirá inevitablemente ya una libertad de movimiento del Espíritu recibido a través del Sacramento porque él está impedido y es estorbado por nuestras imperfecciones e impurezas, así como por el residuo de pecados pasados que ya han quedado perdonados. 

AMDG et BVM
AVE MARIA!